La corda rossa

Per Doom

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    Quando Shouta creò grazie alla sua spada una seconda erezione, Syornha non nascose una certa dose di entusiasmo, spalancandosi le labbra con un paio delle sue zampe.
    Sì, ragazzo... sì! Non mi aspettavo una simile sorpresa! Così ci siamo... Percepisco qualcosa di potente dentro questa spada... quali segreti nasconde? Non aver paura a rivelarmeli tutti... sono a brava a tenere la bocca chiusa.
    Mostrò una fila di denti aguzzi, sorridendo come a smentire quell'affermazione, tuttavia la sua espressione era molto attenta mentre lo fissava, e decisamente soddisfatta ormai, tanto che le pupille le si erano marcate e allargate mentre lo invitava a farsi avanti. Se Shouta stava cercando di far colpo su Syornha di sicuro era sulla giusta strada... lo stesso però non si poteva dire di Jadis, che definire scontenta sarebbe stato un mero eufemismo. Avrebbe tanto voluto liberarsi dalla presa di quei due cani prepotenti e punirli finanche a farli cadere a terra tramortiti, se solo ne avesse avuto la possibilità. Ma no... ovviamente non poteva nulla contro una simile coalizione! Non poté far altro che stringere i denti dunque, promettendosi che quando fosse uscita da quell'assurda situazione avrebbe punito severamente entrambi, a partire dal suo famiglio, la vera serpe in seno della situazione. Comunque fosse, il suo sguardo d'odio valeva per entrambi, e poteva avanzare di gran lunga. Shouta avrebbe potuto notarlo da subito poiché, rivoltando le posizione, si sarebbe ritrovato la sua faccia irritata intenta a fissarlo dritto negli occhi. Era rossa in viso e faticava a quietare il fremito del suo labbro inferiore, che tremava come se da un momento all'altro fosse pronta a scoppiare a piangere, tuttavia stringeva i denti, le labbra premute forte l'una sull'altra, e guardandola attentamente nelle sue pupille si poteva quasi vedere il fuoco dell'ira ardere imperioso. Quando sentì di non potersi muovere e soprattutto vide l'espressione di Shouta, percependo tutta la sua energia, per un attimo ebbe davvero paura. Paura che quell'idiota avesse raggiunto un punto di non ritorno e che l'avrebbe stuprata privandola della verginità. Strinse i pugni, tremando sensibilmente ma rifiutandosi di mostrare la paura, certa di non poter sopportare un simile affronta neppure se si trattava di lui. Peccato che la sua intimità non la pensava così ovviamente, e lo mostrò gocciolando copiosamente davanti agli occhi coperti del rosso. Al contatto con l'asta ricoperta di spesse vene, le labbra pulsarono a propria volta, quasi volessero avvolgerla e invitarla a farsi avanti. Jadis, imbarazzata ma non meno furiosa, si rifiutò tuttavia di far passare un messaggio sbagliato al suo attuale "nemico" e lo incenerì con lo sguardo. Senza la lingua e le dita di lui che la torturavano, il suo tono di voce era persino minaccioso, benché ansimasse sensualmente a ogni frase.
    Ti giuro sul mio onore, cane... che se osi anche solo infilare la punta del tuo sudicio affare dentro di me, te la farò pagare... con gli interessi.
    Con quel "dentro di me" intendeva l'entrata inviolata soprattutto, benché in quel preciso momento fosse talmente arrabbiata da far valere la minaccia anche per il resto. Purtroppo, ella stessa dopo averla pronunciata si sentì stupida, stringendo i pugni bloccati dietro la schiena con più forza, poiché solamente guardare in faccia Shouta le faceva capire che non si sarebbe fermato... perché semplicemente non poteva farlo. Sapeva che c'era anche lo zampino di Syornha, n'era sicura. Conosceva le proprietà del suo "veleno" e benché di rado le avesse sperimentate sul suo corpo le aveva viste riflesse in molte delle sue "vittime", succubi del piacere e ubriache di lussuria pochi secondi dopo essere state punte. Era troppo orgogliosa per ammettere che avrebbe fatto comodo anche a lei essere punta, almeno al momento. Era così tesa che la presenza degli scorpioni dentro il suo corpo divenne addirittura dolorosa, benché non avessero assolutamente quello scopo: crebbero, triplicando se non quadruplicando la propria massa, abbastanza da gonfiarle il pancino e renderne la superficie solitamente liscia e tonica irregolare, smossa dal loro continuo muoversi dentro di lei. Sarebbero dovuti essere una stimolazione in più, ingombrante e grottesca certo, ma piacevole... almeno secondo il punto di vista di Syornha, peccato che Jadis non sembrasse della stessa idea. Proprio quando il famiglio realizzò che forse anche alla sua padroncina occorreva un aiutino o avrebbe rovinato la festa a tutti, venne Shouta in soccorso che la costrinse con la forza a pensare al cazzo che sparì su per il suo culo, piuttosto che al "bastone" che metaforicamente sembrava sostare lì ormai da tempo, tale era la sua irritazione. La reazione a quell'intrusione fu tra le più intense e fuori programma che ci si potesse aspettare: inizialmente e per pochi istanti la poverina tentò di mantenere un'espressione stizzita e "dura", ma presto gli occhi le se riempirono di lacrime e in un battibaleno si ritrovò a inarcarsi e contorcersi per l'orgasmo più potente, non voluto e assolutamente spontaneo che le fosse mai capitato di avere. Esplose al primo affondo, neppure un istante di pausa, schizzando tutti gli umori che in precedenza aveva desiderato di far bere a Shouta, squirtando e infradiciando completamente il letto e il pavimento nonostante gli scorpioni che con quella mossa vennero spinti in alto, sbattendole contro lo stomaco sin quasi a provocarle un conato. Finì di rimando adagiata sui seni gonfi e morbidi del proprio famiglio, che a propria volta si era inarcato con lei, seguendo la linea del suo corpo seppur senza emettere un suono, ma bagnandosi più generosamente e spalancando appena la bocca mostruosa, in un sorriso a metà tra il perverso e il sospiro sfuggito. L'umano l'aveva decisamente colta di sorpresa, e sperava continuasse così; per fargli capire che apprezzava avvolse la coda intorno alle sua vita e tirò le natiche maggiormente verso di sé, invitandolo a darci dentro senza preoccuparsi del suo addome, che esile com'era a causa dell'intrusione pareva sul punto di spezzarsi o sfondarsi del tutto. Quanto a Jadis invece: solo dopo diversi fremiti e innumerevoli spasmi che le percorsero l'intero corpicino riuscì a rialzare lentamente e a scatti la testa, e la sua espressione era sconvolta e sorpresa al contempo, la lingua fuori e la boccuccia a formare una "o" di sgomento, insieme agli occhioni spalancati con due lacrimoni bloccati ai lati delle ciglia inferiori che sembravano chiedere "Cos'è successo?". Fissò Shouta, poi guardò in basso là dove la penetrava e dove l'ano si era gonfiato al suo passaggio, come se non si capacitasse di cosa lui aveva osato fare.
    T-toglili... toh-gh-glili da dentro... di MMHEEEH!
    Mentre il suo visino supplicava, la sua voce voleva comunque sembrare perentoria, fallendo miseramente purtroppo, ma bisognava darle atto di averci provato. E Syornha, magnanima, gliene diede atto in effetti... sorridendo e afferrandole le guance mentre la sentiva ancora schizzare, così che Shouta potesse godersi bene la sua espressione. Le strizzò a dovere quelle guanciotte, pizzicandole i seni con altre due zampe mentre ne portava altrettante ad afferrarle le natiche ed aprirle per bene. Guardò Shouta con intesa, strusciando la guancia fredda contro quella -caldissima- di Jadis, con un sorriso perverso e di scherno che non si premurò di mascherare; difficile dire a chi con precisione fosse rivolto, tale era il suo grado di divertimento.
    Oh, suvvia... Devi davvero imparare a rilassarti, padroncina! Rischi di impazzire altrimenti...
    A quel punto avrebbe potuto salvarla, sentendola così rigida, sofferente e tormentata, avrebbe potuto darle un po' di afrodisiaco e lasciare che si perdesse con loro nel piacere... ma la realtà era che non ne sentiva il bisogno, anzi, a giudicare dalle reazioni di Jadis, per quanto potesse combattere con la testa quel perverso ménage à trois , il suo corpo lo aveva già accettato... e anzi ne voleva ancora. Ciò però non le impedì di stringere ogni singolo muscolo quando fu il momento di tirar effettivamente fuori ogni singolo scorpione, dal momento che quel maledetto di un rosso scelse il modo peggiore per farlo: usciva ed entrava da lei ritmicamente, lasciando spazio di volta in volta a quegli orrendi insetti di farsi strada tra le sue interiora; era un'agonia infinita e perversa, poiché ogni singolo muscolo si tendeva e pulsava, ma non faceva in tempo a stringersi abbastanza che veniva allentato di nuovo, fosse per l'asta venosa o per gli scorpioni stessi. Non importava quanto si sforzasse di resistere, quando le creature uscirono da lei, spalancandole letteralmente la corolla di carne con le molteplici zampe similmente alla nascita di tante creature mostruose, ella venne ancora una volta, preda del piacere e del dolore, sottoscritto e sigillato ad ogni singola "nascita" dal cazzo di Shouta che affondava in lei. Si contorse tutto il tempo, torturata ulteriormente da Syornha che a propria volta si godeva l'amplesso, e mentre la pancia della sua diletta si svuotava ella la schiacciava con forza, procurandole grida via via più acute. Alla fine, solo quando il suo corpo fu finalmente sgombro e gli orgasmi momentaneamente cessati, riuscì a biascicare qualcosa tra gemiti e sobbalzi via via più forti. Tutto ovviamente senza smettere suo malgrado di contorcersi a destra e a manca, senza una logica che non fosse folle lussuria.
    Ti... detest-gh-oh! Nh-non... ti... N-on vih... perdonerò... mAH-IHGH!
    Lo disse mentre la sua fichetta fradicia pulsava ancora per l'ennesima ondata di piacere ricevuta, gocciolando sull'asta del ragazzo che di rimando non faceva altro che entrare meglio dentro il culetto perverso che l'aveva fatta venire così tanto, andando così in fondo da produrre un osceno e ritmato suono bagnaticcio ad ogni affondo. La sua espressione a quel punto rendeva quasi ridicole le sue stesse parole, per quanto i suoi sentimenti al momento fossero completamente sinceri.
    Come sempre, per essere un'aspirante Mistress era decisamente troppo sensibile fisicamente... e di questo si risentiva solamente lei.
     
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    Le minacce e gli sguardi di Jadis a quel punto non valevano più nulla: troppo eccitato, umiliato e stanco per potersi far dire cos'era giusto e sbagliato. L'istante id lucidità in cui l'aveva salvata dal perdere la verginità era tutto quello che poteva concederle, il resto era unicamente sesso, sesso, sesso, voglia di farle gridare e basta, tutte e due, così da riprendersi la dignità che avevano provato a togliergli. E ne sarebbe valsa la pena, si, fin dal primo istante! perché vedere quell'espressione violenta ed adirata che si deformava per via del piacere e si inarcava verso l'alto come a voler esplodere ridiede a Sho tutta l'anima che aveva perso in quei momenti prima del preciso istante in cui la sentì arrivare al primissimo orgasmo di quella lunga sessione anale. L'espressione eccitata e sconvolta di Sho si deformò in un perverso sorriso soddisfatto, quanto maledettamente era bella quando si lasciava andare in quel modo, non lo eccitava soltanto ma accendeva anche i suoi sentimenti, e più il suo cuore pulsava di sentimento, più la sua carne pulsava di eccitazione, un circolo vizioso di sentimenti potenti alimentati dalla sua affinità con il sangue, un motore irrefrenabile che sembrava votato ad un solo obbiettivo: far godere e impazzire quella dannata piccoletta. Scorreva dentro di lei, lasciandosi sfuggire lunghi gemiti di piacere animalesco, schiacciando entrambe quelle dannate adulatrici contro il materasso per poterle possedere. Ancora una volta Jadis gli ordinò di tirarlo fuori ma la risposta di Sho fu assolutamente negativa, come se l'intervento di Syornha nel tirarle le guance non fosse abbastanza: allungò la mano destra verso il suo volto, infilandole in quella bocca piena di saliva l'indice e il medio, prima di pochissimo, poi scivolando sulla sua lingua per conquistarle la gola, infine allargando le due falangi per impedirle di chiudere la bocca anche stringendo con i denti alla massima potenza, cosa che le sarebbe stata impossibile a quel punto visto il modo in cui la stava possedendo.
    Stai zitta... non voglio fermarmi... non mi fermerò fino a che non ti avrò scopato a morte... ti scoperò il culo fino a che non sarò soddisfatto...
    Avrebbe dovuto seguire un bacio perverso e privo di qualsiasi freno inibitorio, ma anche lui in quel momento non era perfettamente lucido e quando si allungò verso di lei spalancando la bocca e tirando fuori la lingua, le sue fauci avevano accumulato tanta di quella bollente saliva che sembrava quasi stesse tirando fuori un pallido orgasmo, che scivolò sulla lingua del rosso grondando come umori densi, invadendo la bocca di Jadis prima sulle labbra, poi sulla lingua e infine nella sua gola, scivolando dentro di lei con la stessa facilità con cui stava entrando il suo enorme cazzo dentro quel culetto da sogno. Solo dopo averle dato un assaggio di quella saliva incandescente l'avrebbe baciata prima tenendole la bocca aperta con le dita, poi tirandole fuori per costringerla a zittirsi del tutto mentre il ritmo dei suoi affondi aumentava e il rumore provocato dai schiocchi tra i loro bacini diventava sempre più forte. E più il ritmo aumentava, più quelle creature uscivano da dentro di lei, capendo che non c'era spazio per entrambi visto che a quel punto Sho era talmente eccitato e preso dalla situazione che non avrebbe smesso di crescere in dimensioni per nessun motivo. La sua mazza era semplicemente esagerata e non sembrava affatto volersi fermare, anzi dava l'idea che potesse riempire lo stomaco di Jadis molto più di quei piccoli insetti curiosi. Lo stesso valeva anche per Syornha che forse fino a quel momento stava sottovalutando il potere del ragazzo: anche affondando completamente quella spada dentro di lei, fino alla guardia, non sembrò riuscire in qualche modo ad impressionarla. Ma ben presto Syornha avrebbe capito che ogni pulsazione della verga del ragazzo dentro Jadis equivaleva anche ad una pulsazione più forte del sangue che avvolgeva quella spada, ma se da una parte il cazzo di Sho era limitato dalla carne che conteneva il sangue, lo stesso non poteva dirsi della spada: quell'affare poteva crescere letteralmente all'infinito, e quando Sho pulsava il sangue che avvolgeva la spada si gonfiava di almeno il doppio rispetto al ragazzo, se non di più, mettendo alla prova anche il capiente ventre del famiglio. Il ritmo era serrato in egual modo, e sembrava quasi che Sho potesse percepire anche le sensazioni che provava la spada, visto che subiva la voglia di scoparle di entrambe, di certo non un tonico per la sua mente, ma un risultato garantito per farle impazzire. Dopo l'ennesimo orgasmo di Jadis dovuto all'uscita dell'ultimo insetto, il bacio si fermò e Sho le diede la possibilità di tornare a respirare, per così dire ovviamente visto che non smise un solo istante di spingere dentro di lei, scopandola con tutta la forza che aveva in corpo lasciando che quel cazzo immenso uscisse fino a che il contorno della cappella non fosse davanti alla sua corolla di carne, per poi affondare di nuovo ogni singolo centimetro di quella mostruosità di carne dentro di lei. Interromperei l bacio diede a Jadis la possibilità di rispondergli ancora, così che potesse esprimere tutto il suo odio. La risposta di Sho arrivò automatica, spezzata dai gemiti ed enfatizzata dal rumore osceno che facevano i loro corpi mentre scopavano.
    Ti odio... ti odio anche io... ora sta zitta e godi...!!!
    Nella sua mente, non somigliava granché ad una dimostrazione di disprezzo, o meglio si sforzava di pensare che le stesse dicendo davvero quanto la odiava, ma in realtà dentro di loro probabilmente sentivano che tutto questo non era affatto un gesto di disprezzo... quei due facevano proprio una strana coppia.
     
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    A causa della violenta uscita degli scorpioni unita al pronto intervento di Shouta per impedire al suo culetto di stringersi anche solo un minimo, Jadis sentiva di essere prossima alla rottura. Non sapeva se fosse un'illusione dettata dalla situazione estrema o la realtà, ma era quasi certa in quel momento che i suoi muscoli e il suo povero anfratto non sarebbero mai tornati a chiudersi, tutto per colpa di quel cane irrispettoso. Avrebbe voluto pensare già alla vendetta che -Sho poteva contarci- sarebbe arrivata, ma semplicemente non riusciva a pensare a niente che non fossero le sensazioni che provava. Non importava che una serie di orgasmi multipli si fosse appena consumata nel suo corpo rendendola languida, palpitante e soprattutto ipersensibile, lui continuava a fotterla come se non gli importasse minimamente dell'evenienza di farla impazzire o di sfondarle irrimediabilmente il didietro... e il peggio era che probabilmente era vero: non gli importava! Il bastardo se ne infischiava completamente dei suoi desideri, dei suoi ordini! E più ci pensava negli sprazzi in cui non era troppo impegnata a godere, più avrebbe voluto picchiarlo a morte! In effetti, sebbene la sua espressione fosse ormai troppo comica e avesse perso il controllo della lingua che penzolava fuori dalle sua labbra schiuse, il suo bisogno di fargli male si tradusse nelle braccia che tentavano disperatamente di sfuggire alla presa del suo famiglio (che con due zampe extra si impegnava a tenerla ferma), dimenandosi e facendo dunque sì che i suoi piccoli seni ballonzolassero, sembrando più esposti e gonfi ad ogni singolo affondo. Le cosce e i piedini non erano da meno: tentava in tutti i modi di divincolarsi, e non faceva altro che intensificare la penetrazione e le sensazioni poiché il suo sedere si stringeva ad ogni minimo movimento extra. Frustrata, furiosa, ma incapace di contenere l'espressione persa che aveva, con le lacrime che ormai le colavano dagli occhi, cercò perlomeno di minacciarlo e fargli capire cosa stesse rischiando:
    Ah-appena... mi libero... T-ti uccid-OHhh-AhH-ghh!
    ... Ma neppure quella gioia le fu concessa. Finì anzi per sentirsi ancora più umiliata dalle dita che la costrinsero ad aprire la bocca, spingendo le sue sopracciglia a calare di nuovo e i suoi occhi a riempirsi nuovamente di rabbia e odio. Tentò di chiudere la bocca e stringere i denti, sperando perlomeno di morderlo e fargli male in quel modo, tentando addirittura di respingerlo con la lingua per quanto era disperata, ma come prevedibile non fece altro che leccargli le dita avvolgendole una ad una, perdendo copiose quantità di saliva che oscenamente le gocciolarono addosso. Poco prima che capisse cosa Sho aveva intenzione di fare la sua espressione cambiò nuovamente, passando da odiosa a incredula e da incredula a perentoria (per quanto potesse sembrarlo data la situazione). Provò addirittura a parlare...
    Oh-ohahgh-e hahagmhiiiNNHGHHH!!!
    Che sarebbe dovuto essere un "Non osare baciarmi", che ovviamente non fece altro che ridicolizzarla maggiormente. Che fallimento! Quella che doveva essere la sessione più soddisfacente della sua vita si era trasformata in uno smacco terribile a suo danno! E la cosa peggiore era che... le piaceva. Era comunque più soddisfacente e piacevole di qualsiasi esperienza avesse provato prima con i suoi precedenti partner. Lo odiava! Lo odiava! LO ODIAVA!
    Si ribellò ad ogni singolo spasmo, ad ogni movimento di lingua, cercando di respingere la sua con la propria, e mugolò tutto il tempo per protestare, ma non servì a niente... piano piano finì solo per rilassarsi di più, per perdere la contrazione sul proprio odio... e così che tra una spinta e l'altra venne di nuovo, tutta colpa della sua fottuta linguaccia! La morse, probabilmente facendogli male, ma poi lo leccò come a voler lenire il dolore. Neppure lei sapeva cosa stava facendo probabilmente, ma non smise un solo istante di dimenarsi mentre la scopava...
    Al tempo stesso, Syornha si trovava in una situazione completamente nuova per lei. Forse aveva sottovalutato la razza umana, o forse ancora non si accoppiava con grossi demoni scarabeo da troppo tempo, fatto stava che... finì per gemere. Gemere sinceramente, non perché doveva fare scena per l'amante facilmente manipolabile di turno. La forza della spada di Shouta era semplicemente troppa, troppa energia perché ella potesse contenerla, e quando la consistenza e le dimensioni crebbero così tanto da sfondarle le interiora, anche per una come lei fu difficile non cedere al piacere. Il suo fisico sottile venne gonfiato incredibilmente dalla presenza dentro di lei. Sembrava quasi che un enorme lampione la stesse scopando con il preciso scopo di impalarla fino a uscirle alla gola... e le piaceva. Eccome. Spalancò ogni singolo occhio rosso, le pupille pallide le si ribaltarono tutte insieme, e ogni singolo sopracciglio si inarcò verso l'esterno mentre la bocca famelica si schiudeva e la lunghissima lingua affusolata faceva capolino.
    Questo... è... DIVINO! Ahncora umano... Dammene ancora! È così intenso, così potente...! Dovresti provarlo, piccolina!
    Alla fine anche lei venne, così forte da schizzare umori e stringersi maggiormente mentre dai suoi seni, i capezzoli gonfi presero a stillare un nettare simile a linfa che richiamò gli scorpioni, ormai molto grossi, a ricoprire quei pallidi ed enormi globi. Fu così forte e sorprendente che fu costretta a sorreggersi sul materasso con tutte le zampe a eccezione del un paio che sorreggevano Jadis, finendo irrimediabilmente per liberarle le braccia. E mentre Ebrietas faceva godere così immensamente Syornha ottenendo probabilmente il suo favore, al tempo stesso Jadis ebbe finalmente modo di esprimere il proprio odio: portando da prima le mani a picchiare goffamente i pettorali di Shouta, finendo man mano per graffiarglieli come una gattina impazzita, arrivando a portare le sue unghie lunghe e curate a disegnargli diversi segni rossi su schiena, spalle, reni e nuca, finché non fu talmente debole e stanca da dover lasciare le dita intorno al suo collo. Stremata e ormai preda del piacere, ricorse infine al disperato tentativo di strozzarlo... ottenendo una scena che in altra situazione sarebbe parsa altamente erotica, poiché con le sue dita intorno alla gola di Shouta e gli occhioni in lacrime fissi sui suoi, sembrava quasi che più che soffocarlo volesse costringerlo a fotterla più forte e usasse il suo collo come appiglio per farlo meglio.
    Nh-neanche, mh-mortah! Nh-non... vi... posso... sopportahre!
    Aveva le palpebre pesanti ormai, la lingua gocciolava come se non ne avesse più controllo e il culetto stringeva timidamente, ormai accogliente, come se si fosse modellato sulla sua carne. Che stesse prendendo la sua forma? ... Lo avrebbe di sicuro ucciso.
     
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    Jadis era oramai al limite: la sua volontà tentò in ogni modo di opporsi ma senza nessun risultato, vista la forza di Sho rispetto a lei. Piangeva e grondava di umori allo stesso tempo, rendendo difficile capire se era davvero frustrata oppure stava godendo e nel dubbio la risposta poteva essere una sola ovviamente: continuare. Ogni gesto che Jadis usava per opporsi non faceva altro che eccitare ancora di più Sho, visto che era così maledettamente erotico ed irresistibile, l'unica risposta che poteva darle era spingere più forte, più a fondo, più intensamente, mentre i suoi muscoli si serravano in un abbraccio perverso che Jadis poteva ance graffiare per lasciarne i segni, ma non avrebbe cambiato la sua esecuzione. Perfino Syornha oramai era vittima di quell'amplesso assurdo e irrefrenabile, le parti intime di quelle due pervertite si stavano modellando intorno ai strumenti di Sho, che oramai aveva raggiunto il limite a sua volta. Il bacio con Jadis e l'orgasmo di Syornha gli avevano dato tanta di quella soddisfazione che a quel punto perfino morire gli sarebbe sembrato accettabile. Arrivò dunque il momento di abbandonarsi del tutto, e mentre le spinte si facevano più forti e la sua schiena si inarcava, Sho spalancava gradualmente la bocca lasciandosi sfuggire un lungo grido. Non sembrava quasi di piacere, sembrava un verso dolente addirittura che partì piano per andare sempre più forte, ma vibrava di una sensazione perversa impossibile da fraintendere. Quello che sembrava dolore in realtà era la fatica di essere arrivato fino a quel punto senza mai fermarsi, impazzito dal piacere ma privo di qualsiasi rimpianto. Quando venne il momento, le sue braccia si strinsero fortissimo intorno a Jadis, concedendole qualcosa di inaspettato che probabilmente nessuno dei suoi amanti le aveva mai concesso: un abbraccio molto intenso, caloroso, sembrava la stretta di una madre che aveva ritrovato la figlia dispersa nel bosco, non era la semplice stretta forte di chi voleva assicurarsi di svuotare ogni singola goccia di sperma nel suo culo, era l'abbraccio di chi voleva tenerla vicino a sé in maniera istintivamente affettuosa, passionale, qualcosa che Sho non riuscì a controllare ma che salì dal profondo del suo essere. Un abbraccio caldissimo, forte, i suoi muscoli erano completamente serrati, la sua carne completamente infilata dentro di lei, il tutto reso spettacolare dal suo succo che gradualmente risaliva la mazza. Jadis avrebbe potuto sentirlo che cresceva, centimetro dopo centimetro, come se lo sperma fosse così tanto da costringerlo a gonfiare la sua verga per farlo passare, cosa non distante dalla realtà: venne copiosamente nel suo culo, molto più dell'ultima volta, venne così tanto da gonfiarle il ventre neanche l'avesse penetrata nel pertugio giusto mettendola incinta. Fu un orgasmo senza nessun precedente, fortissimo in ogni fiotto, che schizzò nella profonda intimità di quel culo delizioso e perfetto. La invase del tutto, fiotto dopo fiotto, aggiungendo al bollore delle sue vene gonfie quello intenso del suo densissimo sperma, rovente e abbondante come non mai, una cascata di piacere che si riversò dentro di lei. Fu davvero intenso, tant'è che i suoi testicoli sembravano pulsare sulla carne di Jadis come a voler spingere ogni singola goccia dentro di lei, la penetrazione era così profonda e la sua verga così abbondante che non saltò fuori neanche la più piccola goccia di seme: era tutto per lei, tutto nel suo stomaco, un lauto pasto ce non venne sprecato nella sua più minima parte. Syornha non venne ovviamente lasciata indietro, pensava ancora che quella spada fosse normale, forse Seguendo l'esempio di Sho, avrebbe conquistato del tutto l'intimità della creatura facendola sua, dando libero sfogo alla presenza mostruosa dentro quell'arma per poter concedere anche a lei un fortissimo e bollente orgasmo: fu molto più intenso e abbondante a causa delle dimensioni di quella spada perversa, sicuramente un carico di seme bollente fatto di energia magica e non solo era una novità per lei. Probabilmente era abituata ad amanti più corpulenti ma quell'orgasmo non avrebbe avuto nulla da invidiare a loro, né per dimensioni della mazza, né per la quantità di seme che l'avrebbe invasa. Anche lei si sarebbe ritrovata col ventre gonfio, costretta a sentire dentro di sé l'energia della spada che sembrava quasi affondare ad ogni fiotto che le concedeva, togliendole la capacità di reagire e costringendola ad assimilare quell'orgasmo a sua volta, proprio come se fosse una vittima assieme a Jadis. L'ultimo gesto di Sho prima di perdere completamente le forze fu quello di afferrare le teste di entrambe le sue amanti per poterle schiacciare una di fianco all'altra, infilando il pollice nella bocca di ognuna per costringerle a tenerle le fauci spalancate, così che lui potesse baciarle entrambe contemporaneamente. "Baciarle" era una parola grossa, diciamo piuttosto che leccò e sfregò le labbra sulle bocche di entrambe aspettandosi che facessero lo stesso pure loro, un bacio triplo assolutamente perverso, quasi insensato, ma che in quel momento era uno spettacolo erotico irrefrenabile per lui che accompagnò quel lunghissimo orgasmo per tutta l sua durata. Finalmente era soddisfatto.
     
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    Quel maledetto la stava davvero facendo impazzire. E no, non era questione delle sue abilità amatorie, per quanto fossero sicuramente invidiabili, era tutta colpa della sua disubbidienza... della sua sfacciataggine. Più Jadis covava il suo "odio", più lui la scopava più forte infischiandosene dei suoi sentimenti. Ogni gesto della ragazzina faceva pensare che davvero, una volta libera e dopo essersi ripresa un minimo, avrebbe tramato la sua vendetta. Purtroppo sapeva intimamente che non lo avrebbe mai ucciso... ma vendicarsi? Quello il rosso doveva aspettarselo. Odiava il fatto che l'avesse resa inerme, una delle sue paura più grandi. Odiava che non l'avesse ascoltata, che le avesse scombussolato ogni piano... e soprattutto odiava quello stupido, dannatissimo... abbraccio, e il modo in cui il suo cuore -già provato- perse un battito nel riceverlo. Era già al limite, indubbiamente, per quanto fosse di salute coriacea e ben allenata, non c'era modo che una semplice umana priva di poteri potesse tener testa a un amplesso simile resistendo più di Shouta, per quanto lei avrebbe decisamente voluto. Che smacco sarebbe stato, AH! E invece no... era stremata, distrutta, ripiena del suo seme che aveva percepito risalire nelle sue interiora fin dal primo fiotto bollente. La sensazione di gonfiore si era presto fatta consistente, quasi insopportabile, specie perché ogni spinta invece che liberarla sembrava sigillare dentro di lei tutto quel liquido caldo, trasformandola in un perverso contenitore di piacere che ella, di sicuro, non voleva essere. Sembrava quasi incinta oramai, e Shouta ancora continuava a venire, finché proprio nel momento peggiore non pensò bene di stringerla... un gesto che per quanto sarebbe dovuto essere dolce e affettuoso, la fece solo infuriare di più, distorcendo la sua espressione in una maschera di lacrime, muco e saliva senza eguali. La pressione sul suo stomaco aggiunse un dolore acuto al piacere perverso dell'amplesso, che la fece venire un'ennesima volta, di nuovo per i motivi più imbarazzanti. Per quanto dall'esterno sembrasse quasi "felice", con la bocca spalancata e la lingua che si muoveva contro quella di lui, non lo era affatto. Era infuriata perché sapeva di doverlo odiare, anzi, lo odiava davvero... eppure quell'abbraccio la fece arrossire e rilassare, nonostante tutto, spingendo quasi le sue dita a smettere di agitarsi nel tentativo di graffiarlo e soffocarlo al contempo... quasi. Se lo meritava, quello e anche di peggio. E infatti non smise fino alla fine, mugolando lamentosa durante il bacio, come a protestare per quella vicinanza. Tentò persino di spingerlo via alla fine, ma la sua presa non era resa debole solo dalla fatica, o dalla mancanza di forza... era la volontà a venir meno. Il suo viso a quel punto era davvero ridicolo, un impiastro grottesco di mascara, sudore e fluidi tra i più disparati, tra i quali la saliva che colò copiosa dalla sua lingua quando Shouta le liberò finalmente la bocca. Avrebbe dovuto (e voluto) gridargli indicibili epiteti, ma ormai era ridotta a un'agonizzante ombra di se stessa, con un culetto spalancato dal cazzo del suo nemico, il pancino rigonfio e traboccante di seme, e le mani ancora testardamente strette intorno al collo di colui che, bene o male, le aveva procurato quel sorriso ebete sul viso (Isterico sarebbe stato la parola giusta). Sua madre si sarebbe rivoltata nella tomba o in qualsiasi luogo fosse, se l'avesse vista in quello stato. Se suo padre avesse avuto un simile comportamento lei avrebbe di certo saputo come punirlo... Sua figlia, invece, ormai persuasa da tutto quel piacere non riuscì a fare altro che tirare fuori la lingua, fissare Shouta dalle palpebre socchiuse, e ondeggiare l'organo contro il suo finché la sua saliva non si mischiò con quella di tutti e tre, Syornha compresa. Un finale ancora più umiliante di quanto avesse sempre temuto nei suoi peggiori incubi da padrona principiante...
    Syornha dall'altro canto era semplicemente entusiasta, euforica, e incredibilmente sorpresa. La sua espressione era bloccata su un sorriso largo e spalancato che lasciava spazio solamente alla sua lingua inquietante, penzolante e grondante a propria volta di saliva. Ognuno dei suoi occhi era sollevato al cielo e le pupille bianche non si vedevano, lasciando spazio a iridi totalmente rosse. I suoi seni continuarono a produrre quella specie di surrogato di latte, che fu così tanto da schizzare anche oltre agli scorpioni che ne raccoglievano la maggior parte. Lo stomaco poi... sembrava quasi potesse venir trafitto da un momento all'altro da un colpo d'ariete, e che in seguito una bomba fosse esplosa proprio sulla punta di quest'ultima. La cosa peggiore era che la demone avrebbe messo la firma su una morte del genere, e glielo si leggeva in faccia nonostante la freddezza dei lineamenti da insetto. Fu così intenso, così superiore alla norma, che alcune lacrime di goduria le scivolarono da ogni singola ghiandola lacrimale, allargando ancor più il suo ghigno soddisfatto. Cadde sul letto di schiena, la presa di tutte le zampe si indebolì, e dunque anche Jadis le cadde addosso procurando diversi schizzi di sperma alla sua intimità che subito parve richiudere ogni singolo "labbro" mobile per tentare di risucchiare dentro il nettare bianco. Ella non gridò, a differenza di Jadis, ma strinse la sua "coda" così stretta intorno al busto di Shouta che parve fosse lei a volerlo abbracciare, ricambiando la stretta che lui stava sfogando invece sulla ragazza. Anch'ella, ovviamente, ricambiò il perverso bacio a tre in cui Shouta gentilmente la coinvolse, mettendo decisamente più entusiasmo della sua piccola padrona e anzi, sfruttando la lunghezza della sua lingua per avvolgere pienamente entrambe le succose compagne dei due giovani. Sembrò quasi che quel lungo organo fungesse da tramite per farli baciare a quel punto, come se Syornha volesse farli ricongiungere nel modo migliore possibile... Facile tuttavia pensare che piuttosto intendesse innervosire ancor più Jadis, così che ricordasse anche quell'orgia di labbra, lingue e saliva consumata con i due traditori poco dopo la propria disfatta.
    E dunque, mentre Jadis biascicava, tra una languida e insensata leccata e l'altra:
    Vahttene da qui... e non... tornare... più.
    Syornha contemporaneamente afferrava Sho con più convinzione, lo baciava monopolizzando completamente la sua bocca, e poiché meno provata di entrambi sorrideva persino, con un ghigno decisamente largo...
    Torna presto a trovarci, ragazzo... Ci sono ancora tante cose che vorrei fare con... voi.
    Quando fosse giunto il tempo di Shouta di staccarsi da Jadis, ancora colma di seme e con il pancino stracolmo, prima che essa potesse finalmente "liberarsi", Syornha avrebbe prontamente portato il proprio pungiglione a bloccare la fuoriuscita di tutto quel bendidio dal suo corpicino, costringendola probabilmente a tenerlo dentro per ore. Come Jadis si sarebbe vendicata del famiglio era un mistero, ma per quanto riguardava il rosso, probabilmente da quel giorno in poi avrebbe dovuto aspettarsi una Jadis molto, molto risentita nei suoi riguardi.
    Purtroppo nessuno dei due poteva immaginare dove quel risentimento li avrebbe portati...
     
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    Non aveva mai provato niente del genere, non solo durante l'orgasmo ma anche nella preparazione che c'era stata prima, ogni singolo istante di quell'amplesso estremo era stato un sogno sublime di perversioni e sensazioni inimmaginabili, e la mente del ragazzo non era affatto abituata ad assaporare qualcosa del genere. Assecondò ogni loro spasmo, ogni loro attenzione, continuando a baciarle sulla pelle e sulle labbra, entrambe a turno, come se ne volesse ancora. La sua verga in fondo risultava marmorea nonostante tutto e perfino tirarla fuori dalla carne di Jadis fu difficile. Quando finalmente riuscì a staccarsi, si ritrovò in ginocchio sul letto davanti ad uno spettacolo semplicemente impossibile da descrivere per la sua perversa bellezza: entrambe erano gonfie di piacere, i loro volti stravolti da un'esperienza indimenticabile mentre ancora i corpi secernevano ogni genere di umori, mandati letteralmente in tilt. La spada del ragazzo tornò tra le sue mani come se fosse un quarto incomodo che voleva tentare il rosso a spingersi oltre. Gli occhi del ragazzo caddero sull'intimità di Jadis, davanti la quale troneggiava ancora la sua verga turgida che vibrava e si arrossava quasi come se gli stesse chiedendo di dargliene ancora. Ancora... ancora. La presa sulla spada si fece più salda, poi Sho chiuse gli occhi prima che quel misterioso bagliore energetico potesse esprimersi del tutto. Balzò giù dal letto e raccolse i suoi vestiti il più velocemente possibile, per poi scappare nella prima stanza a disposizione, schiacciandosi contro la parete per poi abbandonarsi ad un respiro nervoso, quasi iperventilato, passandosi le mani sulla testa e sui capelli per tentare di ritrovare la calma. Era diventato una belva per quei pochi istanti, un mostro a tutti gli effetti, aveva perso il controllo e ora ne vedeva gli effetti sul suo corpo. Non sarebbe riuscito a sedare facilmente quell'erezione, era come una maledizione derivata da ciò che aveva fatto. La vera maledizione però non era di certo andare in giro con una cosa del genere nei pantaloni... ma dover convivere col ricordo di quello che aveva fatto, perché ogni volta che chiudeva gli occhi avrebbe vedeva quelle due sdraiate sul letto, piene di piacere oramai prive di forza... e la parte peggiore era che gli piaceva.
     
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