Istinto predatorio

x Samurai girl

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  1. samurai_girl
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    Lui rispose nel modo in cui lei si aspettava...e si augurava: con forza, virilità e mascolinità. Nonostante fosse stata lei a iniziare quel contatto lui prese subito il controllo e Mec lo lasciò fare. La bocca di lui la desiderava e la sua lingua si fece subito avanti per esplorare la sua, le sua mani calde e forti la strinsero a se e, quando una afferrò la sua natica senza pudore, Mec ebbe un fremito di eccitazione. Era così che lei voleva gli uomini: sicuri, decisi, concreti, ma allo stesso tempo anche capaci di dare piacere oltre che riceverlo.
    Stretta in quell'abbraccio poteva sentire tutta la virilità e l'energia del ragazzo, non solo dalle sue mani e dai suoi baci, ma anche dalla cosa apparentemente enorme che le premeva sul ventre. Alexander era evidentemente ben dotato, ma non fu questo a farla eccitare ulteriormente, fu la pressione rapace e predatoria che avvertica su di se, proveniente dal basso ventro dell'uomo.
    Si abbandonò tra le braccia di Alexander, lasciando a lui l'iniziativa. Non che Mec fosse una che amava essere passiva, ma voleva che fosse lui a guidarla e Alexander lo fece. Senza preamboli le abbassò lo slip del costume, la sollevò con delicatezza e la depose sul sellino della moto. Poi le chiese se lo avesse già fatto così.
    sono cresciuta in una officina, l'ho fatto sopra, sotto e dentro ogni mezzo che tu possa immaginare...ma sono convinta che farai in modo di non farmi annoiare...

    Disse quella frase guardandolo dritto negli occhi con fare provocatorio e malizioso. Alexander era virile e predatorio, questo la eccitava, ma lei, pur concedendogli ora l'iniziativa, non aveva nessuna intenzione di abbandonarsi inerte a lui, sarebbe stata protagonista di quel rapporto che prometteva già di assomiglare a quello tra un leone e una leonessa.
    O almeno così Mec credeva.
    Allargò leggermente le gambe senza pudore.

    forza...fammi vedere cosa sai fare...signor collezionista...

    Mec non si era dimenticata del fantasma e dei suoi problemi, sperava però che le concedessero un attimo di tregua e che, la velocità con cui la situazione era evoluta, anticipasse e cogliesse di sorpresa il suo subconscio devastato.
     
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    Nonostante fosse chiaramente finita preda della lussuria, Claudia si dimostrò ancora piena di energie, perfettamente capace di sfidare Alexander col suo fare provocatorio. Anche rimanendo vittima degli eventi ancora riusciva a dire la sua, un comportamento che strappò un ghigno divertito ed intrigato sul volto del demone, che lo compiacque non poco. Non capitava spesso di trovare una preda come quella, ne era soddisfatto. Ci sarebbe stato molto più gusto nel spezzarla. Mentre li si toglieva gli slip, Alexander le afferrò invece la parte superiore del costume, strappandolo via con risolutezza senza preoccuparsi se si sfilacciasse o rompesse, non ne avrebbe più avuto bisogno per un pò. A quel punto ammirò la bellezza di Claudia nella sua perfezione totale, aveva davvero un fisico interessante, forse completamente nuda non veniva valorizzata, ma alle decorazioni avrebbero pensato in un secondo momento. Mentre lei allargava le gambe, lui fece altrettanto, posizionandosi sulla parte opposta del sellino mentre si strappava la camicia rapidamente, facendo saltare anche gli ultimi bottoni che la tenevano. In pochi istanti si ritrovarono uno davanti all'altro sopra a quella moto che era riuscita ad avvicinarli, e per tutto il tempo lo sguardo del demone era rimasto fisso sugli occhi della ragazza, alla ricerca di un momento che esprimesse anche solo un istante di debolezza o pentimento. Non lo trovò, e questo era più che sufficiente a motivarlo ad andare avanti. Prima di compiere la prossima mossa, tolse del tutto la camicia lasciando che Claudia potesse ammirare il suo corpo per intero: la muscolatura perfetta, la pelle turgida, la temperatura bollente. Sembrava una spada appena uscita dalla forgia, pronta all'uso, ma quello non era niente in confronto all'arma che celava nei suoi pantaloni.
    Dovrò impegnarmi sul serio allora...
    Si piegò in avanti, con la stessa famelica voglia di una belva affamata, deciso a baciarla ancora, ma quella discesa si rivelò più lenta del necessario, perché Alexander stava sbottonando i suoi pantaloni così da non lasciare nulla al caso ma soprattutto non rimandare ciò che volevano entrambi. Si distese su di lei, abbracciandola col petto bollente, facendole sentire quei pettorali scolpiti sui seni e gustando a sua volta la loro morbidezza. Il ventre cadde su quello di Claudia e anche se non poteva vederlo, riuscì a sentire una verga bollente, turgida, ricoperta di vene gonfie che pulsava direttamente tra le sue grandi labbra, come se volesse raccogliere ogni singola goccia dei suoi umori femminili per nutrirsene. Una mano del demone scivolò sulla testa di Claudia spingendola verso di sé mentre le serrava i capelli, una morsa bruta forze ma non particolarmente dolorosa, che la costrinse ad offrirgli prima le sue labbra, che baciò con trasporto, poi la tirò all'indietro così da sollevare il mento e scoprire il collo, iniziando a baciarla e morderla vicino alle spalle, leccandola quando la pelle si arrossava. I morsi non la ferivano, ma erano intensi e quasi dolorosi, come se i denti di quell'uomo fossero tutt'altro che umani. Nel mentre il bacino del demone danzava sul suo ventre, facendo scivolare quell'enorme verga tra le grandi labbra di Claudia e spingevano sul suo clitoride, invitandola a svegliarsi e condividere con lui quel momento intenso.
     
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  3. samurai_girl
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    Alexander calò sopra di lei come un predatore. Non come un rapace, che fa della velocità la sua arma, più come una grande belva che, una volta messa all'angolo la vittima, non ha fretta di affondare il colpo. Si strappò la camicia di dosso e si slacciò i pantaloni. Lei intanto era completamente nuda e lasciva sulla moto. Lui la baciò e quelle sue labbra erano di fuoco. Le morse il collo con fare provocante e a ogni tocco Mec sentì un brivido.
    Intanto lui premeva la sua virilità sul ventre di Mec e da li la fece scendere fino a strofinarla sul sesso umido della ragazza. Strusciando su e giù l'asta andò ad allargare le grandi labbra della meccanica che la bagnarono con i loro umori producendo un suono osceno.
    Mec si trovò a pensare che da anni non aveva un uomo così, anzi, non aveva mai avuto un uomo così! Non conosceva minimamente Alexander ma in un certo modo si sentiva attratta da lui, non solo per la sua virilità e per il suo fisico scultoreo,ma anche per i suoi modi decisi e allo stesso tempo affascinanti. Mec lo desiderava, come da anni non desiderava più un uomo. Si godette i suoi baci e lo sfregamento della sua asta tra le cosce, poi decise che non voleva mostrarsi come una fanciulla cedevole e sottomessa alla sua volontà. A malincuore lo spinsia via da se, con fermezza, poi con una mano scese fino a trovare la sua asta. Lo spinse all'indietro finché lui non tornò nuovamente verticale e lei seduta sul sellino della moto. Ora il pene era in bella vista davanti a lei. Con la sua mano destra formò un cerchio congiungendo la punta del pollice con quella dell'indice, poi provò ad infilare quella specie di anello sul fallo di Alexander. Fin da subito si dimostrò troppo stretto per poterlo cincondare. Percorse tutta la lunghezza dell'asta fino in fondo constatando che alla fine la punta del suo pollice si era dovuta allontanata parecchio da quella dell'indice. Alzò lo sguardo e sorrise ad Alexander come una ragazzina davanti a un bel regalo. Era un sorriso sincero, spontaneo e spensierato. Poi con un gesto rapido gli mise di nuovo le braccia al collo e lo tirò a se baciandolo. Il suo fu un bacio pieno di passione ma anche di un sentimento più fresco, più giovanile, più entusiastico. Mec era felice! Era felice di baciarlo li su quella moto, era felice di concedersi a lui. Era una sensazione che non provava più da anni...o che forse non aveva mai provato.
     
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    Claudia non aveva la minima intenzione di farsi sopraffare del tutto, un comportamento degno di una battagliera, il demone avrebbe potuto sopraffarla con la forza quando voleva, ma perché privarsi di un simile gusto? Entrambi stavano assaporando il momento e quell'interruzione non fece altro che aumentare la fame di Alexander, tant'è che quando Claudia si staccò dalle sue labbra, lui accompagnò il movimento della sua mano con uno sguardo ansante, impaziente, con qualche ciocca di capelli sfatta sulla fronte mentre lo sguardo sembrava volerle dire che non poteva tenerlo lontano a lungo, come se fosse una minaccia. Ma non fece nulla, non subito, la lasciò fare, lasciandola giocare col suo membro oramai saettato sull'attenti, mentre entrambi erano tornati eretti sulla moto. Claudia sembrava voler prendere le misure, forse impressionata dalle dimensioni di quella verga, enorme anche per le sue mani affusolate, probabilmente la carne della biondina si sarebbe sentita del tutto nuova ad un simile stimolo, e l'espressione che fece Claudia dopo aver assaporato quella mazza di carne con le dita gli strappò un sorriso perverso, forse non così malevolo come avrebbe voluto. In fondo anche lui si stava divertendo. Non disse nulla, avrebbe voluto dire molte altre cose, ma non sarebbero servite. Si fiondò su di lei portandole le mani sotto le spalle per accompagnarla in quell'abbraccio famelico, mentre le labbra si incrociavano di nuovo, fondendosi in un bacio ancora più passionale del precedente. Approfittando della posizione eretta, Alexander si avvicinò a Claudia mentre le sue mani la afferravano per le natiche, sollevandola come se fosse una bambolina tra le mani di un possente orco, spingendola sul suo ventre. L'abbraccio di Alexander l'avrebbe costretta a spingere la sua caldissima e grondante intimità sulla parte bassa dei suoi addominali, facendole sentire la durezza della sua muscolatura prima della verga dirompente che si stagliava sotto di lei. Quando la punta scivolò tra le grandi labbra della biondina, il demone le fece sentire un morso sulla lingua, non molto forte, ma sufficiente per costringerla a svegliarsi da quel sogno di passione e lussuria. Non voleva che si perdesse qualcosa del genere. Abbassò il capo così da poter baciare la gola e le sue spalle, mordendole, mentre con le mani la spingeva sulla sua carne, iniziando a penetrarla con la cappella soltanto. Lo fece apposta ad abbassare il capo, voleva impedirle di sfogare le grida di piacere nella sua bocca, voleva impedirle di trattenersi: in quel modo invece, mentre veniva impalata da quell'enorme virilità, Claudia avrebbe dovuto lanciare ogni grido e ogni commento verso l'alto, riempiendo quel garage e facendo tremare la moto sotto di loro con quelle urla perverse. La mazza di Alexander era davvero enorme rispetto a quella di un essere umano, non a caso era una creatura davvero mostruosa. Per Claudia sarebbe stato come perdere una seconda verginità, perché la sua carne non era abituata a niente del genere, e solo la cappelle qualche centimetro in più bastavano per dilatare del tutto la sua carne, oltre a farla sentire piena del tutto.
    Sei davvero stretta... mi divertirò a farti diventare della mia misura...
    C'era ancora tantissima carne da spingere dentro di lei, ma lo avrebbe fatto in modo graduale, centimetro per centimetro ,assaporando ogni parola che sarebbe uscita dalle labbra di quella audace e perversa ragazza. Quella notte la sua vita sarebbe cambiata per sempre...
     
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  5. samurai_girl
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    Lui la strinse a se accettando il suo abbraccio e il suo bacio, poi impugnò le sue natiche e la sollevò apparentemente senza sforzo. Mec si lasciò trasportare e avvolse le sue gambe contro il corpo dell'uomo. Era completamente in mano sua ma non si sentiva inerme o spaventata. Quel corpo forte e caldo le dava quel senso di pace, di oblio, di abbandono che desiderava ritrovare da tempo. Lui appogiò la punta del suo pene sull'intimità di Mec e piano piano entrò. Le dimensioni di quel coso erano davvero notevoli e la ragazza avrebbe faticato non poco ad adattarsi. In passato però aveva subito altre penetrazioni da creature letteralmente mostruose, che avevano spinto il suo sesso ai limiti. Intanto lui le morse la lingua e poi si staccò dalle sue labbra per addentare la pelle morbida del collo. Alla ragazza non dispiaceva quel trattamento un po' rude, non era mai stata una troppo delicata.
    La penetrazione di Alexander era particolrmente stimolante, non si stava spingendo ancora in profondità, ma la sola punta del suo pene bastava per allargare per bene il sesso della meccanica e darle le prime scosse di piacere. Mec non voleva pensare a quello che sarebbe successo, sapeva che prima o poi il fastasma sarebbe comparso, per questo voleva godersi a pieno questi momenti. Ora che aveva la bocca libera non trattenne più i suoi gemiti.

    mmmmhhhaaaa....ssssìììì....mmmmmaahhhhh...dai....aaahhhmmmmggwww....

    inizialmente furono solo versi, poi Mec si rese conto che dalle labbra le uscivano parole, parole che arrivavano dritte dalla parte più profonda del suo anima

    ti prego...ti prego...ti prego...

    cosa significavano quelle implorazioni? pure lei ci mise qualche secondo a capirlo. Stava supplicando Alexander di non infrangere quel sogno, di non rompere l'esile filo di speranza a cui Mec si teneva aggrappata. La speranza di aver finalmente trovato un uomo capace di accendere in lei la passione e il desiderio come in passato.
     
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    Probabilmente Claudia aveva assaporato verghe superiori in dimensioni, e magari creature più mostruose di Alexander, ma presto avrebbe scoperto che nessuno era peggiore di lui. Solo perché le stava concedendo il lusso di andare per gradi non significava che non ne avrebbe visto delle belle, ma questo lei non poteva saperlo e coglierla di sorpresa faceva parte del fascino del gioco. Le mani del demone scivolavano sulla carne di Claudia così come la sua verga, due diversi tipi di carezze: la prima più delicata, che passava sui suoi fianchi e sulle sue natiche come se fosse un gioco di seduzione, mentre la seconda invece spingeva rudemente quella mazza di carne dentro di lei, alla ricerca della sua intimità più profonda. Ogni affondo guadagnava terreno, facendole sentire fin dove il corpo umano potesse adattarsi di fronte a simili situazione, insegnandole un nuovo tipo di stimolazione: a metà tra il dolore e il piacere. La carezza del demone però non puntava ad arrivare alle sue natiche, certo lasciò comunque sulla sua pelle candida un paio di schiaffi capaci di arrossare quella deliziosa morbidezza, ma non stava puntando ad afferrarla più forte, no. Lei doveva scendere lentamente su quella mazza e sentire sulla sua pelle il respiro caldo e perverso del demone mentre la possedeva. le mani di Alexander stavano puntando a qualcos'altro.
    Mi stai già supplicando...? Vuoi forse che io vada più veloce? L'attesa di fa soffrire? Non preoccuparti... ne varrà la pena.
    Alexander spinse il corpo intero verso di lei, costringendola a prendere un'altra abbondante porzione del suo cazzo. Non era ancora entrato del tutto e Claudia poteva già sentirlo spingere con la punta dentro l'entrata del suo utero. Pulsava fortissimo e ogni vena che lo contornava, bollente come fiotti di lava che uscivano dalle pareti di un vulcano ,aggiungevano ulteriore stimolazione come se l'intimità di Claudia non fosse altro che il loro parco dei divertimenti. Grazie a quella pinta, le mani del demone giunsero sul volante della moto, e con un movimento altrettanto fluido e inaspettato l'accese, facendola partire immediatamente senza troppi fronzoli. A quel punto il veicolo iniziò a tremare, con esso anche i corpi dei due amanti, ma soprattutto la mazza mostruosa di Alexander dentro di lei. Non era come avere un vibratore e basta, era qualcosa di molto più intenso viste le dimensioni del ragazzo e il calore della sua mazza, sembrava fosse incandescente e lo sguardo malizioso che fissava le espressioni di Claudia la diceva lunga su cosa volesse Alexander. Voleva rubare ogni espressione di goduria sul suo volto, capire fin dove poteva spingerla e rubarle anche l'ultimo sussulto. Dopo aver iniziato a muoversi dentro di lei con decisione, Alexander iniziò ad alternare le penetrazioni con dei rapidi colpi di acceleratore, così da trasformare la normale vibrazione in qualcosa di più potente e perverso. Sembrava quasi che accelerando con la moto potesse accelerare anche lui, e spingersi più a fondo dentro di lei. In quel modo non solo le sensazioni sarebbero state più intense, ma i pensieri di Claudia sarebbero stati sovrascritti da quel potente rombo, assieme a quella caldissima sensazione di completezza. Non ci sarebbe stato più spazio per la sua mente all'infuori di Alexander.
     
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  7. samurai_girl
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    Lui la fece adagiare sulla moto e iniziò a penetrarla sempre più in profondità. A quel punto accese anche la moto facendola sobbalzare e dando delle accelerate che fecero tremare il mezzo. Claudia era proprio dove voleva essere: tra un uomo potente e un motore potente. Entrmabi erano caldi, virili e pieni di promesse. Allargò le gambe il più possibile per agevolate l'ingresso del fallo di Alexander mentre con le mani si aggrappava a lui come un naufrago a un relitto. Chiuse gli occhi e lasciò andare la testa all'indietro. Sapeva che quel momento sarebbe durato poco e voleva goderne fino in fondo. A ogni colpo di acceleratore lui la penetrava sempre di più mentre i suoi seni e le sue natiche sobbalzavano per le vibrazioni del motore.

    ...entra...entrami dentro...fammi tua
    ..ti prego fammi tua...adesso!


    Questa sua preghiera poteva essere interpretata in molti modi, ma Mec stava semplicemente dando voce al suo bisogno di essere amata da un uomo forte e sicuro, capace di cancellare il suo passato. Questo era impossibile, lei lo sapeva, e sicuramente un tizio appena conosciuto come Alexander non era nemmeno la persona giusta con cui provarci, ma la vita di Mec era costellata di sbagli e false speranze.
    Si strinse ancora di più a lui cercando di accoglierlo dentro di se. L'odore di benzina che emanava il motore la stava facendo eccitare sempre di più. Era tutto troppo bello.
     
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    Sembrava quasi che la moto potesse accelerare sempre più forte man mano che il demone prendeva il ritmo dentro di lei, prendendo la sua carne come un predatore farebbe con il collo della sua preda, affondando senza pietà, senza perdere neanche un grammo di energia. Alexander era un guerriero esperto, instancabile, neanche le vibrazioni di una moto potevano stancarlo in simili frangenti, potevano solo aumentare le spinte con cui stava possedendo Claudia, e ogni spinta andava sempre più a fondo, sempre più forte. Sentiva la sua carne dilatarsi e la sua supplica arrivò proprio mentre l'espressione di Alexander cambiava, pronta a conquistare una nuova parte di lei. Affondò più forte piegandosi in avanti col capo, mostrandole la sua espressione di puro godimento mentre la cappella faceva a pezzi l'entrata del suo utero e lui, conquistandola, scavava più a fondo alla ricerca di una carne proibita, qualcosa che non tutti potevano sfiorare con la loro perversione, a tratti dolorosa forse, ma destinata a trasformarsi in puro piacere.
    Ti farò mia... farò in modo che non potrai più farne a meno...
    Non scherzava affatto, non aveva intenzione di andarci leggero. Con una mano continuava ad accelerare con la moto, aumentando le vibrazioni e portandola effettivamente ad un punto in cui il motore dava l'idea si potesse surriscaldare, mentre con l'altra mano afferrava uno dei prosperosi seni di Claudia, afferrandolo con una forza virile ed assolutamente impetuosa, quasi come se volesse strapparglielo. La morsa fu tale e improvvisa che Claudia avrebbe sentito quella carne tirare, una sensazione dolorosa che venne presto sostituita dal bacio perverso che il demone serbò sul suo capezzolo unicamente per lei, prima limitandosi ad assaggiarlo, poi succhiandolo e leccando, mentre le spinte della moto e della sua verga aumentavano sempre più di intensità. Claudia poteva sentire quella mazza pulsare e crescere dentro di sé, sembrava quasi sul punto di esplodere, e ogni volta che la cappella sembrava voler sfuggire all'abbraccio del suo utero, ecco che affondava di nuovo con maggior vigore. Adesso che il cazzo di quel demone era entrato completamente in lei, quando i bacini schioccavano annullando le loro distanze, poteva sentire lo scroto gonfio e turgido di Alexander che si schiacciava contro la sua carne, una sorta di minaccia del pericolo incombente che stava per sopraggiungere. L'avrebbe riempita con la sua mascolinità, e lo avrebbe fatto al culmine del loro piacere. Non voleva che si rilassasse troppo, e mentre i giri del motore della moto salivano rendendo il frastuono assordante e i fumi di scarico stordenti, Alexander iniziò a mordere il suo capezzolo e l'intera mammella con colpi decisi dei denti, non così forti da farle male ma sufficienti a lasciarle il segno, alternando le delicate lappate e le leccate attente a delle forti morse seguite da colpi acuminati dei suoi denti. Un mix perfetto di dolore e piacere che serviva ad azzerare le sue difese, lasciando che il ritmo aumentasse fino a che, di colpo, un affondo più forte degli altri non le avrebbe fatto sentire la punta di quel cazzo enorme toccare la sua più profonda intimità, poi staccandosi dal seno della sua amante Alexander si lasciò sfuggire un lunghissimo e bollente gemito che scivolò sulla carne della biondina, accompagnando quel potente orgasmo con tutte le sue sensazioni. la verga iniziò a gonfiarsi, fiotto dopo fiotto, Claudia si sarebbe sentita invasa e il suo ventre si ritrovò ben presto del tutto occupato. Il cazzo del demone era troppo grosso per far fuoriuscire quella virilità incandescente, non solo più calda ma anche più densa del solito, pertanto invece di uscire traboccando da quelle morbide e fradicie labbra, il seme si accumulò sul ventre di Claudia, iniziando a gonfiarle leggermente quella pelle morbida, fino a che la sua intimità non si dilatò permettendo finalmente a tutta quell'abbondanza di fuoriuscire da lei, traboccando come una coppa colma di perverso vino, iniziando a gocciolare sul sellino e sulla lucidatura della moto. Una conclusione perfetta ma... era davvero finita?
     
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  9. samurai_girl
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    Lui afferrò un suo seno i eniziò a strattattonarlo, a morderlo, a tormentarlo. Mec era molto eccitata per quel trattamento brusco ma che non non rompeva mai il giusto equilibrio tra dolore e piacere. Si sentiva completamente in mano ad Alexander e questo avrebbe dovuto spaventarla, invece le dava una gioia infinita, come una mosca che, intrappolata nella ragnatela, guarda con amore il ragno che si avvicina.
    Mec sentiva un trasporto per Alexander che andava ben oltre il desiderio fisico. Non si poteva di certo parlare di amore, ma in lui trovava quella forza e quell'energia che invece a lei mancavano. Il contatto dei loro corpi aveva stabilito come un ponte e ora Mec poteva attingere a quella forza e sentirla fluire come un balsamo rigeneratore nel suo corpo.
    Quello che sentì fluire dentro di se però fu il seme di Alexander quando lui venne nella sua intimità. Il liquido era caldo, quasi ustionante e Mec spalancò gli occhi fissando l'espressione di piacere dell'uomo mentre la riempiva. Abbasssò però subito lo sguardo e la sua espressione virò verso lo stupore quando si accorse che il suo ventre si stava gonfiando in modo innaturale. Il seme, schizzato abbondantemente dal fallo del ragazzo, non riusciva a defluire perchè la base del pene era così larga da impedrilo. Si era formata così una protuberanza propri sotto il suo ombelico. Alexander smise di spingere e rimase immobile dentro di lei. A bocca aperta Mec cercò di dire qualcosa ma proprio in quel momento sentì esplodere dentro di se un orgasmo strano e incontenibile. La presenza di quel pene enorme, anche se fermo, in aggiunta al liquido che premeva sul suo corpo dall'interno, le diedere delle sensazioni che non aveva mai provato. Urlò con tutto il fiato che aveva in corpo, stava provando un piacere incredibile misto a stupore e a una sottile vena di paura. L'orgasmo aiutò la sua intimità a dilatarsi ancora un po' e questo permise finalmente al liquido di trovare una via fuga. Rivoli si sperma caldo e denso esplosero fuori dalla sua vagina e le colarono lungo le cosce e sul sellino della moto che ancora rombava sotto di lei.
    Quanto il tremore del piacere si arrestò leggermente lei si protese con forza in avanti e abbracciò di nuovo l'uomo. Affondò la fiaccia nella suo petto come avrebbe fatto una ragazzina alla prima esperienza in cerca di conforto dopo lo choc del primo vero orgasmo. Rimase così per alcuni istanti ansimando contro quel petto virile, poi piano piano si staccò e spinse Alexander all'indietro facendo uscire fuori il suo fallo dal suo corpo.

    è...è stato incredibile...io non...non avevo mai provato una cosa simile...

    parlò tenendo lo sguardo basso, poi lo alzò per fissare l'uomo negli occhi

    dicevi di avere una stanza in questo albergo...vero?

    i suoi occhi erano carichi di maliziose promesse, Mec sapeva di essere in un vicolo buio e cieco, la parte razionale del suo cervello le urlava di prendere le sue cose e andarsene perchè aveva ottenuto il massimo da lui...mec però raramente dava ascolto alla parte razionale del suo cervello.
     
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    Assaporò il momento in cui Mec si lasciò trasportare da quelle sensazioni. Le sue grida, il modo in cui il suo corpo reagiva, il suo orgasmo, un quadro perfetto di pura perversione, un banchetto completo della quale Alexander gustò ogni singola pietanza, morso per morso, divorando ogni boccone come se di lei non dovesse rimanere nulla se non le ossa. Era da molto in effetti che non divorava una persona, ma Claudia... no, lei no, lei aveva molto altro da dare, la sua espressione e il suo respiro affannoso dicevano tutto. ucciderla sarebbe stato uno spreco inaccettabile. Ciò che voleva da lei era molto, molto di più e in parte il grosso del lavoro era già fatto, visto che il ventre della ragazza era già colmo del suo diabolico seme. Appena la mazza di Alexander scivolò fuori da dentro di lei, subito ricadde sul ventre della ragazza, come una presenza incombente, un vero e proprio avversario instancabile che continuava a pulsare, turgido come non mai, sulla pelle bollente e vogliosa di Mec, pronto a soddisfarla di nuovo. Il sorriso del demone nel sentirla chiedergli della stanza d'albergo si allargò moltissimo, attirarla nella ragnatela si stava rivelando perfino più facile del previsto.
    Si, ho una stanza... ma hai rifiutato il primo invito, quindi non posso farti salire con tanta leggerezza. E' il mio personale rifugio, se facessi entrare chiunque correrei dei rischi. Ma se vuoi... posso metterti alla prova, per vedere se posso fidarmi di te...
    Nonostante le parole quasi dure, spietate, Alexander sollevò il capo di Claudia con la mano destra, accarezzandola prima col pollice sulla sua guancia e poi con le altre dita sui capelli, lasciandole un piccolo, velocissimo e a malapena accennato bacio sulle labbra, quasi come a volerla far rinsavire. Nello stesso momento, la mazza di Alexander pulsò sulla sua pelle, come a ricordarle per cosa si stava battendo, una sorta di "premessa" per farle capire che se superava quella prova, allora avrebbe avuto molto, molto altro piacere. Subito dopo si separò da lei, scendendo dalla moto lasciando che quel caldissimo fluido che le aveva lasciato in corpo scivolasse ancora un pò sulla sua moto, non si allontanò più di tanto, restando mezzo nudo di fianco al veicolo e mantenendo lo sguardo su Claudia, almeno in un primo momento. Poi si spostò con gli occhi sul sellino e la carrozzeria sporche, indicandole con un cenno.
    La mia moto ti piace molto, vedo... ma non posso permetterti di trattarla così. Se vuoi salire in camera con me dovrai pulire quella lordura... lo so è molta, ma non puoi di certo lasciare un sellino in quelle condizioni. Rischia di rovinarsi... va inoltre pulito con qualcosa che non rischi di distruggerlo. Penso che... la tua lingua sarà perfetta...
    Alexander voleva dunque spingerla verso un gesto profondamente perverso: voleva farle pulire il suo sellino e la moto sporcate da quel mix di seme e umori con la lingua. Certo la moto era indubbiamente pulita ed emanava un odore invitante, virile, a metà tra i loro corpi sudati e il calore di quel possente demone. Eppure c'era qualcosa di sbagliato. Leccare il sellino e la moto, pulirli con la propria bocca ricevendo quel seme tra le labbra e ingoiandolo, Claudia sembrava quasi dover ammettere la sua devozione nei confronti del demone. Una richiesta che una persona normale non avrebbe mai avanzato, ma Claudia oramai doveva avere chiaro il fatto che chi aveva davanti non era uno qualsiasi...
     
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  11. samurai_girl
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    Lui fu quasi tenero nello staccarsi da lei con un rapido bacio. Mec lasciò andare un sospiro di piacere e riprese fiato nella convinzione che quella sarebbe stata solo un piccola pausa che anticipava il secondo round. Forse si aspettava di essere presa delicatamente in braccio e accompagnata verso la stanza di Alexander, o magari almeno per mano.
    Lui invece le rispose in tono malizioso e provocatorio, in fin dei conti era stata Mec a rifiutare i suoi inviti e ora l'uomo voleva godersi quel cbio di ruoli. Un piccolo gioco di questo tipo le poteva anche star bene, ma quando lui formulò la sua richiesta Mec sentì qualcosa infrangersi dentro di lei. Davvero aveva sognato che quell'incontr si sarebbe dimostrato l'inizio di una moderna favola dove la bella e triste principessa trova finalmente l'amore e la sicurezza tra le braccia di un uomo forte ma anche dolce? Era propio una sciocca! Alexander voleva vederla umiliata davanti a se, piegata alla sua volontà come un giocattolo. Il altri momenti Mec avrebbe acconsentito senza troppo problemi a quella richiesta, interpretandola come un gioco per aumentare l'eccitazione, ma ora come avrebbe reagito?
    Andarsene indignata? Sottomettersi in modo accondiscendente? Oppure tentare di fare come avrebbe fatto ma "vecchia" Mec, che avrebbe preso il controllo della situazione trasformando quella richiesta in qualcosa di ancora più intrigante e seducente, senza perdere l'iniziativa?
    Optò per la terza possibilità. Rivolte ad Alexander un sorriso complice e scivolò giù dal sellino. Gli diede le spalle e, con fare lascivo e sensuale, si inginocchi davanti alla moto per portare la sua testa all'altezza del sellino lordo di liquido.
    Il fantasma scelse quel momento per apparire. Mec se lo trovò di fronte, dall'altro lato della moto, vestito con la tuta da pilota con cui era morto.

    Guardati! Che schifo! Adesso ti metti a leccare la merda di uno sconosciuto pur di avere qualcuno con cui passare degli squallidi momenti di sesso? Sei sola Mec, sei sola perché hai rifiutato il mio amore...e mi hai ucciso! Hai preferito una vita da puttana! Fai schifo, fai schifo a tutti perché tutti sentono che sei solo una troia! Pensi che qualcuno possa davvero amarti? Questo tizio qui magari? Per lui sei solo un giocattolo, un sacco di carne in cui infilare il cazzo. Cosa ti aspettavi? Il principe azzuro? Sei solo una stupida puttana che ha distrutto tutto quello che aveva...

    Mec rimase paralizzata, gli occhi sbarrati. Nonostante tutto non riusciva mai ad abituarsi a quelle apparizioni.
    Rimase li, nuda e in ginocchio, con le mani sulla moto e la lingua mezza fuori pronta per iniziare il suo lavoretto.
     
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    L'aveva chiaramente sottovalutata e lo espresse attraverso un volto di pura sorpresa, appena Claudia sfoggiò quell'iniziativa così sensuale e spontanea. Pensava che l'avrebbe umiliata, indignata oppure sottomessa, ma questo era davvero improvviso. La ragazza si stava rivelando molto più interessante del previsto, quello non era di certo un idillio d'amore che sarebbe sfociato in un finale da favola, anzi tutto l'opposto, ma non significava necessariamente che non dovessero creare un legame. Forse Mec avrebbe perfino potuto comprenderlo nel profondo, per questo il demone non disse né fece altro, limitandosi a lasciarla fare. Tuttavia, proprio mentre stava per gustarsi il momento migliore, notò qualcosa, un cambiamento. Alexander era un demone e il suo legame col mondo degli spiriti restava molto forte, forse era un pò fuori allenamento ma riusciva a percepire qualcosa. non vedeva chiaramente la visione della ragazza, né poteva comprendere cosa le stesse dicendo, ma sapeva che qualcosa c'era e la stava bloccando. Alexander non permetteva a nessuno, vivi o morti, di intralciare i suoi giochi, per questo avrebbe preso l'iniziativa. Non era un'esorcista, ma il suo potere capace di tranciare i legami energetici era l'arma ideale per separare uno spirito da un corpo fisico, proprio come succede con l'energia. Forse non ci sarebbe riuscito in un singolo colpo, ma iniziando ad usare il suo potere forse poteva liberare Mec per sempre dal suo piccolo problema. Un problema che forse per lei era immane, ma che per un demone come Alexander... era praticamente routine.
    Stai forse pensando... di disobbedirmi?
    Sulla sua mano destra si materializzò una spada fatta di pura energia oscura, che Alexander piantò a terra con la forza di un martello pneumatico, liberando immediatamente il suo potere distruttivo per iniziare ad affievolire il legame tra quello spettro e Mec. Improvvisamente la voce del demone iniziò a sovrapporsi a quella dello spettro, in modo che quest'ultimo avesse sempre meno influenza, diventando evanescente, ovattato, distante. Era come se Alexander stesse distruggendo ciò che restava del suo ricordo, e si stesse infilando prepotentemente a riempire quello spazio.
    Hai timore di perdere qualcosa di importante? Non temere... ne varrà la pena. Farò in modo che tu dimentichi ogni altro problema... se sarà necessario, questa sarà la tua rinascita. Lecca quello che hai generato e ti darò una ricompensa che non dimenticherai mai più...
    Le parole di giudizio e di disgusto dello spettro vennero prepotentemente sostituite dal desiderio caldo e perverso del demone. Invece dell'abbraccio gelido di uno spirito adirato, Claudia avrebbe sentito l'abbraccio forte di un padrona che non le avrebbe più fatto patire la fame, in cambio di una cosa sola: la passione.
     
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    Lo spettro si bloccò di colpo. Mec avvertì una potente energia alle sue spalle e vide che anche il fantasma aveva distolto gli occhi da lei per guardare verso Alexander.

    Ah, quindi adesso sei la troia di un demone...e pensi che lui possa strapparti a me...povera stupida illusa!

    Mentre parlava però Mec sentì che la sua voce si faceva sempre più debole, come se parlasse da un luogo lontano. Sentì le parole di Alexander che le intimavano di non fermarsi, seguite poi da un tonfo sordo. La ragazza girò appena la testa e vide che Alexander aveva piantato nel terreno una sorta di spada fatta di pura energia magica. Quindi nemmeno lui era una persona comune, avrebbe già dovuto intuirlo. L'aura di forza alle sue spalle crebbe, lo spettro parlava ma le sue parole erano coperte dalla voce calma, forte e calda di Alexander. Mec chiuse gli occhi e si rivolse di nuovo verso la moto. Appoggiò le mani sulla parte pulita del sellino e, accucciata com'era, si protese in avanti con la lingua fuori. Sentì subito la pelle della sella ricoperta di liquido, senza indugio diede una generosa leccata raccogliente in bocca una gran quantità di quel nettare denso. Ingoiò il tutto poi estrasse di nuovo la lingua e si rimise a leccare con voracità, schiacciando il naso contro la moto e sporcandosi anche il volto.

    Sei pr...u... schifo, ti sei..r..dott..a..cagna...senz..ba... dignità

    Coglieva solo frammenti delle parole che lo spettro le rivolgeva, coperte invece dalla proposta che Alexander le fece. A un tratto interruppe il suo lavoro, alzò la testa e guardo fisso il fantasma che si faceva via via più evanescente. Guardava lo spettro ma le sue parole erano per Alexander.

    liberami e farò quello che mi chiederai, liberami e sarò tua!

    L'espressione di disgusto sul volto trasluciso dello spettro si fece ancora più intensa e feroce.

    non ti libererai mai di me stupida cagna... io sono te!

    Però le sue parole ormai erano solo un flebile vento soffiato via dalla poderosa energia di Alexander.
     
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    Lo spettacolo a cui assistette Alexander superò di molto le aspettative del demone, fu come strappare una donna dalle braccia di suo marito col mero fascino e con la promessa di un futuro migliore, che forse alla luce di quella presenza spettrale forse Claudia poteva davvero apprezzare di più la compagnia di un demone perverso piuttosto che un passeggero tanto fastidioso. Osservarla mentre leccava il suo seme e la sua moto accese nel demone uno sguardo di pura perversione che rese la sua verga marmorea, indubbiamente quella biondina aveva guadagnato tutta la sua attenzione e meritato un trattamento di riguardo. pertanto, Alexander decise di farle un dono. Afferrò la spada piantata a terra e con un movimento veloce vibrò un colpo verso di lei. Sembrava potesse colpirla ma in realtà la spada si rivelò come fatta di fumo, ignorando del tutto la moto e la ragazza andando a colpire unicamente lo spettro, spazzandolo completamente via. Alexander non era un esorcista, non poteva eliminare un fantasma per sempre, ma poteva allontanarlo in quel malo modo in maniera efficiente facendo in modo che non li disturbasse per un pò, e col giusto trattamento poteva perfino sostituirsi a lui, così che Claudia non avrebbe mai più visto quella fastidiosa presenza, ma la sua mente sarebbe stata rivolta unicamente al demone che l'aveva conquistata. La spada si dissolse e non rimasero che loro due nel silenzio di quel garage. Claudia si sarebbe sentita improvvisamente libera e leggera, ma ancora saldamente avvolta dal calore e dal potere schiacciante di Alexander.
    Adesso sei pronta... sappi però, che da questo momento in avanti non potrai più tornare indietro...
    Si avvicinò a lei, afferrandole con forza un polso per costringerla ad alzarsi e portarsi su di lui, la afferrò per il volto con entrambe le mani e la baciò intensamente. Non fu un bacio come gli altri, non c'era solo il sapore bollente del demone o la sua passione, c'era dentro un'energia opprimente, capace di ubriacare qualsiasi essere vivente. I sensi di Claudia sarebbero stati totalmente soggiogati come se si fosse immersa in un mare profondamente buio. Poteva solo percepire con i sensi, poteva sentire le labbra forti e la lingua invadente di Alexander, il suo petto forte che le schiacciava il seno e la verga pulsante che si sfregava davanti alla sua intimità, impaziente. Sentì il terreno mancarle, semplicemente perché erano entrati nell'ascensore forse, ma lei non poteva vederlo, non poteva percepirlo. Dopo brevi istanti che sembrarono lunghi anni, Claudia sentì il bacio interrompersi e venire spinta via, cadendo inevitabilmente sul letto di una stanza dalla luce molto fioca, al punto che la sagoma di Alexander era a malapena visibile. Lui non si gettò subito sul letto, anzi iniziò a camminarle lentamente intorno con la sua figura in penombra che appariva e scompariva, e l'unica costante erano i suoi occhi rossi che la fissavano famelica nel buio. Al di fuori di loro, nulla, come se quello spettro non potesse più raggiungerla oramai.
    Penso che oramai tu l'abbia capito... no? Io non sono umano... e non parlo solo di poteri. Quello che vedi è solo l'aspetto che mi distingue quando mi nascondo tra quelli come te. Io sono un demone... e come tutti i demoni ho bisogno di prede per nutrirmi. Carne, sangue, lacrime... non mi interessano. Io ho bisogno di emozioni per nutrirmi e tu... tu ne sei piena. In cambio delle tue emozioni ti farò provare cose che nessun altro uomo o essere potrà farti provare... non ti chiederò di non avere paura, sarebbe un peccato... un'emozione così forte va coltivata...
    Nella penombra, lentamente i suoi occhi persero le fattezze umane diventando dei piccoli fari rossi, e così come stava smarrendo la sua umanità, il numero di occhi iniziò a salire fino a diventare sei.
     
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  15. samurai_girl
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    Mec si sentì improvvisamente libera, leggera, felice. Con un colpo della sua spada eterea Alexander aveva cancellato lo spettro, dalla sua vista e dalla sua mente. Lui la fece sollevare e la baciò prendendola tra le braccia. Mec non chiedeva nulla di meglio, era tanto euforica che si sarebbe gettata lei al collo dell'uomo. Si sentì di colpo completamente avvolta da una sorta di nube oscura e calda. Lei non oppose resistenza e ci si perse dentro volontariamente, concentrandosi solo sul bacio appassionato che stava scambiando con Alexander. Ritornò alla realtà quando lui la fece cadere nuda com'era sul letto di una stanza dell'albergo. Mec non perse tempo a chiedersi come erano arrivati li, la sua mente era tutta rivolta ad Alexander. Qualcosa iniziò a mutare in lui, pareva ancora più alto e possente, mentre i suoi occhi erano due fari rossi. Lui parlò rivelandosi come demone. Mec aveva capito che non era umano, ma era incerta sulla sua natura.
    Lui si nutriva di emozioni e adesso voleva le sue, voleva la sua paura e per scatenarla iniziò a cambiare aspetto moltiplicando gli occhi sul suo volto ormai non più umano.
    Mec non si scompone, aveva appena cancellato la sua più grande fonte di paura, disperazione e dolore. Si sentiva forte e sapeva che quella forza era merito di Alexander. In passato poi era già stata posseduta, anche brutalmente, da demoni, non era di certo qualche occhio in più a spaventarla ora.

    io ti devo tutto, e ti darò tutto. Se vuoi le mie emozioni prendile, ne sono piena ora grazie a te. Adesso non ho paura però...se è quella che vuoi sono sicura che saprai come farmela provare... però forse posso offrirti qualcosa di meglio, di più profondo, intenso e duraturo...se lo vorrai...e se mi aiuterai... posso darti il mio amore!

    Era sincera, non avrebbe potuto mentire adesso.
    Lui ora doveva scegliere: stuprare Mec come mostro e nutrirsi del suo dolore e della sua paura, oppure assecondare il sentimento che Mec sentiva germogliare nei confronti del suo salvatore e farla sua come amante.
     
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40 replies since 23/4/2018, 07:50   507 views
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