Istinto predatorio

x Samurai girl

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    Aveva passato lunghi giorni ad ordire la sua vendetta. Era passato del tempo dall'ultima volta che aveva incontrato Niniel, da quel giorno in cui... aveva perso tutto. Ma il demone Alexander non si fa mai sopraffare dal fato, non era la prima volta che si ritrovava con niente e probabilmente non sarebbe stata neanche l'ultima. Piangersi addosso non era il suo forte e ora l'unica cosa che voleva davvero era riprendere quello che aveva lasciato a metà. E per riuscirci doveva diventare influente. Organizzare una rivolta però non è qualcosa di semplice e richiede uno stress non da poco. Sfogare quello stress è tutta un'altra cosa poi, specialmente ora che non aveva più Niniel ad assecondare le sue richieste perverse. Fu impossibile non domandarsi da quando aveva così tanto bisogno di lei per quelle cose... aveva sempre fatto a modo suo, anzi non si era mai imposto dei limiti, e forse quella era l'occasione giusta per dimostrare a sé stesso che poteva ancora avere tutto quello che voleva. Doveva semplicemente prenderselo, con la forza o con l'inganno. Si trovava a Roma quando prese la decisione di sfogarsi un pò, prendere una pausa e staccare dallo stress di ciò che stava organizzando per dare finalmente una svolta alla sua nuova natura. Aveva bisogno di mettersi alla prova e non ci avrebbe pensato due volte a riprendere le vecchie abitudini. Si presentò in spiaggia verso un orario più avanzato, disprezzava ancora la luce del sole troppo intensa, per questo nonostante quella grossa sfera di fuoco stesse decorando il cielo di arancione, portava comunque gli occhiali da sole per non esserne infastidito. Lo sguardo si perdeva sugli ultimi ombrelloni occupati rimasti, sfoggiando un abbigliamento abbastanza naturale ma altrettanto inusuale per la spiaggia: una camicia bianca molto elegante aperta da circa metà del petto all'insù, lasciando scoperta una parte dei suoi pettorali. Le maniche erano ripiegate attentamente fin sopra ai gomiti, mentre la camicia stava comodamente fuori dai pantaloni scuri, tenuti su da una cintura in pelle dello stesso colore. Ai piedi portava un paio di scarpe eleganti di colore opaco e scuro, che mal si sposavano con la spiaggia ma non sembrava essere un problema per lui che si sporcassero. Strano a dirsi, ma se era venuto in spiaggia il suo unico scopo era trovare una vittima che facesse al caso suo: non una qualsiasi, una speciale con cui potesse divertirsi per diverso tempo. Aveva molto da sfogare. La sua vittima voleva conoscerla e approfondirla, voleva perdere molto tempo con lei e per questo aveva bisogno della persona giusta. La ricerca poteva anche rivelarsi immensamente lunga, non aveva affatto importanza, lui era un tipo paziente. Si passò una mano tra i lunghi capelli corvini, tirandoli all'indietro, poi dopo una sistemata agli occhiali prese a camminare lentamente sulla spiaggia, aprendo anche un altro bottone della camicia partendo verso il basso, così da scoprire anche i suoi addominali. Finalmente, dopo il profondo cambiamento nel suo corpo, stava riprendendo tono. E non vedeva l'ora di scoprire se quel nuovo corpo gli avrebbe concesso divertimenti perfino superiori a prima.
     
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  2. samurai_girl
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    La vita solitaria di Mec era abbastanza avara di momenti gioiosi e veramente rilassanti. Lavorava come una forsennata giorno e notte per riuscire a mantenere la sua attività e quando finalmente riusciva a ritagliarsi un momento di pace lo passava rimpiangendo il passato e maledicendo la sua attuale incapacita di amare di nuovo. Nemmeno il sesso era una consolazione: i rapporti occasionali con uomini si trasformavano in un incubo non appena il fantasma di Leo faceva la sua comparsa, quelli con altre donne erano rari, a volte imbarazzanti e spesso insoddisfacenti.
    Recentemente però aveva scoperto che saltare su un autobus fino alla spiaggia e nuotare nel mare fino allo sfinimento le dava una pace e una gioia che non era più abitiata a provare. Ci andava spesso nel tardo pomeriggio o a sera, quando il lavoro calava e la spiaggia era meno affollata. Questo le permetteva anche di evitare i soliti buontemponi che si sarebbero subito messi a provarci con lei rovinandole così io momento di relax.
    Mec era arrivata in spiaggia dalla fermata del bus quasi di corsa, aveva gettato il suo telo da spiaggia per terra e con gesti quasi frenetici si era levata di dosso la solita giacca e i soliti pantaloncini da lavoro. Aveva calciato gli stivali sulla sabbia e lanciato sul telo cappellino e guanti. Spogliata di tutto tranne che del suo bikini rosso era corsa verso l'acqua tuffandosi non appena possibile. Aveva nuotato diritta verso il largo per un tempo che non era in grado di contare, quando fu esausta, con muscoli e polmoni in fiamme, si fermò. Per un certo tempo rimase a galleggiare facendo il morto ad occhi chiusi. Quando sentì di aver recuperato le forze nuotò più lentamente verso riva. Faceva dei lunghi tratti immersa completamente, come se nascosta sotto il pelo dell'acqua potesse celare il suo cuore ai molti pensieri che lo affliggevano. Arrivata in prossimità della spiaggia si mise in piedi e a passi lenti uscì dall'acqua. I suoi corti capelli biondi e mossi ora sembravano leggermente più scuri, ricadevano quasi diritti lungo il viso, incornicandolo e facendo gocciolare acqua sul suo seno che sobbalzava leggermente ad ogni passo. I suoi fianchi un po' larghi dondolavano sinuosi mentre emergeva dal mare. Qualche passo ancora poi sarebbe arrivata al suo posto sulla spiaggia, si sarebbe asciugata e poi, senza fretta, sarebbe tornata verso l'autobus che l'avrebbe ricondotta alla sua squallida vita.
     
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    Forse non se ne rese conto mentre nuotava, men che meno mentre risaliva la spiaggia, immersa nei suoi pensieri, ma qualcuno la osservava. Alexander aveva occhio per le belle ragazze, ma ancor di più aveva occhio per le emozioni forti. Prendere una ragazza qualsiasi, bella e con le forme giuste, era qualcosa da predatori in erba. Lui invece non si sarebbe accontentato della forma, voleva un'emozione forte, qualcuno che valesse la pena di conoscere, spogliarla di ogni singolo segreto così da vederla nella sua purezza, nella posizione più indifesa possibile. E il modo in cui nuotava quella ragazza era decisamente unico. Sembrava quasi che stesse nuotando via da qualcosa, scappando da un ricordo o da un pensiero che non riusciva a lasciarsi alle spalle per quanto corresse, e nuotare era forse l'unico modo per dimenticarlo. Un buon motivo per farla smettere e costringerla a parlare.
    Non ho potuto fare a meno di notare che il tuo stile è un pò disordinato... se non fossi così abituata allo sforzo rischieresti di farti male, lo sai?
    La voce proveniva da quella massiccia figura maschile davanti al telo da mare di Mec, il demone sfoggiava un sorriso appena accennato, enigmatico, e i suoi occhi rossi erano spenti, di un opaco appena percettibile, chiusi tra le due palpebre come un taglio affilato. Non era così vicino da provocare disagio o mettersi sopra alle sue cose, ma lo era abbastanza da impedirle di distogliere lo sguardo e ignorarlo, sempre che fosse riuscita ad ignorare un corpo così perfetto e uno sguardo così profondo. Il demone sfoggiava le braccia in posizione conserte, come se fosse in attesa di una risposta, ma la verità fu che non le lasciò molto tempo per rispondere.
    Mi chiamo Alexander... sono stato in molte spiagge ma nessuno nuota come te. E' stato uno spettacolo affascinante. Sei una professionista? Oppure non ti stanchi perché fai un lavoro pesante? Non molte ragazze sono definite come te...
    Cercò di imbastire qualche domanda alla quale la ragazza potesse rispondere, mentre lui scrutava ogni singolo centimetro del suo corpo alla ricerca di indizi e segni particolari. Quel bikini rosso le stava proprio bene, un peccato strapparlo via. Ma effettivamente Alexander poteva darle cose anche più interessanti da mettersi addosso, quello non sarebbe stato un problema. La cosa che più lo colpì fu lo sguardo della bionda: di solito le ragazze avevano bisogno di valorizzarlo col trucco, ma lei non ne portava affatto altrimenti l'acqua lo avrebbe distrutto, quindi quello era il suo volto naturale. Davvero una bellezza unica, Alexander non vedeva l'ora di conoscerla meglio, e di trovare un modo per convincerla a passare del tempo con lui piuttosto che tornare a casa.
     
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  4. samurai_girl
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    Mec non si accorse dell'uomo finché non fu quasi arrivata al suo telo da spiaggia. Lui era piantato li di fianco con le braccia conserte, una figura completamente fuori luogo in quel contesto. Era vestito in modo abbastanza elegante, come pronto ad andare in un locale notturno più che in spiaggia. Portava però la camicia slacciatta mettendo in mostra un petto e degli addominali scolpiti...scolpiti da uno scultore molto bravo.
    Il suo sguardo era penetrante e profondo, la sua espressione rigida ma virile. Il tono di voce non era quello di uno che sta cercando di rendersi simpatico al primo colpo.
    Tutti questi elementi impedirono a Mec di classificarlo come uno che ci voleva provare. Questo la incuriosì. Con la mano si scostò i capelli bagnati dal viso sistemandoli dietro l'orecchio, inclinò la testa di lato e non tentò nemmeno di mascondere la sua espressione di stupore mentre fissava quello strano tizio dalla testa ai piedi.

    No, non sono una nuotatrice professionista, e nemmeno un'atleta, sono un meccanico. Poi, come dici tu, il mio stile non è un granché, ma non ti preoccupare...conosco i miei limiti.

    L'ultima frase era una bugia, e non solo per quanto rigiardasse il nuoto. Mec lo sapeva, ma preferiva ignorarlo.

    Mentre parlava l'acqua continuava a gocciolare sul suo corpo, dai capelli passava al collo e da li ai seni. Anche i suoi fianchi erano imperlati di tante goccioline che piano piano scendevano sulle sue cosce fino a formare una macchia di sabbia umida ai suoi piedi.
    Mec rimase ferma in attesa che lui si scostasse per permetterle di arrivare alla sua roba senza che dovessero avvicinarsi troppo. Intanto lo fissava. In passato avrebbe perso facilmente la testa per un tipo così: fisico scultoreo, espressione virile, sguardo intenso e modi di fare diretti. Ora però era tutta un'altra storia.

    Comunque io mi chiamo Claudia, ma tutti mi chiamano Mec e...tu chi sei? Un istruttore di nuoto? O un atleta?

    Mentre parlava incrociò le braccia sotto i seni. Non che avesse intenzioni di coprirsi, in fin dei conti era in spiaggia... era lui quello fuori luogo, voleva solo assumere anche lei un'espressione un po' da "dura".
     
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    Il suo modo di fare molto naturale sembrava indicare una certa risolutezza, non era una ragazza che si spaventava facilmente ma questo non era necessariamente un bene, Alexander ne era la dimostrazione pratica. Presto si sarebbe pentita di avergli concesso tanta confidenza, anche perché quel demone si preparava sempre ad ogni tipo di evenienza, e la biondina gli aveva già dato abbastanza elementi per scoprire le sue carte. Rimase lì davanti, portando a sua volta le braccia in posizione conserte, quasi come a voler accettare la sfida da duri che Claudia aveva iniziato, inclinando leggermente il capo da un lato e sfoggiando un'espressione che pareva voler attirare a tutti i costi la sua attenzione.
    Una meccanica? Non ci credo... deve essere il mio giorno fortunato.
    La ragazza non lo avrebbe visto muoversi da lì davanti, evidentemente Alexander aveva capito che senza un cenno del suo interlocutore la ragazza non si sarebbe rivestita, e in parte tenerla nuda e umida rientrava tra i suoi obbiettivi. Si fece invece più avanti, non in maniera invadente ma abbastanza da ritrovarsi a gambe larghe sopra alla sua roba, senza calpestare nulla, ma se Claudia avesse voluto recuperare i suoi vestiti avrebbe anche dovuto inchinarsi davanti a lui, finendo in una posizione molto ambigua. In ogni caso, il demone la anticipò, cercando con lo sguardo qualcosa di utile allo scopo, e trovando ben presto il suo berretto rosso con sopra l'etichetta della sua officina. Lo recuperò con uno sguardo estasiato, sembrava davvero felice di aver ricevuto quel colpo di fortuna.
    Non sono un istruttore, né un'atleta... sono un collezionista. Perlopiù mi occupo di spade antiche, ma di recente ho iniziato anche con i motori, e avevo deciso di fare un giro col mio ultimo acquisto, ma ha iniziato a darmi problemi e mi sono dovuto fermare. Proprio mentre cercavo qualche ragazza affascinante con cui passare la serata... e poi arrivi tu. Deve essere un segno del fato. Ho una moto d'epoca, risale a più di 80 anni fa, se mi farai il favore di darci un occhiata, anche solo una consulenza... ti ricompenserò con una cena e si spera... anche con una buona compagnia.
    Concluse il discorso allungando il berretto verso di lei, un pò come se accettando quel gentile gesto dove aveva recuperato il suo indumento la portasse anche ad accettare quel suo bizzarro e improvviso invito. Se Claudia avesse accettato, il demone si sarebbe rivelato anche molto più servile e gentile, allontanandosi dalle sue cose per permetterle di recuperarle. Aveva tutta l'intenzione di affascinarla con i suoi interessi, anche perché non aveva del tutto mentito: nella sua collezione rientravano anche auto e moto d'epoca, per quanto un collezionista come lui non le reputasse minimamente all'altezza di una katana antica. Se non altro però, aveva qualcosa da sfoggiare con la biondina.
     
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  6. samurai_girl
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    Mec piegò ancora di più la testa di lato guardandolo storto. Quello strano tizio non solo le stava dicendo che era in giro per addescare ragazze, ma voleva pure un suo aiuto per aggiustare la moto d'epoca che lo aveva lasciato a piedi. In più dichiarò di essere un collezionista di spade, come se questa fosse una professione e non un passatempo per svitati. In altre condizioni Mec avrebbe accettato volentieri, un lavoro non si rifiuta mai, poi era sempre stimolante mettere le mani su un motore d'altri tempi, oggi però si sentiva davvero esausta, aveva l'umore a pezzi e l'ultima cosa che voleva era mettersi a lavorare per un tizio che in cambio le prometteva solo una cena e compagnia. Queste cose avrebbero sicuramente funzionato con la "vecchia Mec", quella spensierata e leggera, che sarebbe stata entusiasta di approfondire la conosceza sia del motore che del tipo dagli addominali d'acciaio. La "nuova Mec" invece voleva solo abbandonarsi su quella sabbia calda e morbida, aspettando che gli ultimi raggi di sole asciugassero il suo corpo prima di tornarsene a casa.

    Mi spiace...ma come puoi vedere...non sono in servizio!

    Mec allargò le braccia come a mostrare ad Alexander il suo abbigliamento, poi prese il cappellino che lui le stava porgendo e lo lasciò nuovamente cadere per terra tra di loro, poggiò le mani sui fianchi, appena sopra l'elastico del costume, e continuò con un tono un po' scocciato e quasi risentito

    Se vuoi vieni domani mattina in officina e vedrò cosa posso fare, per il pagamento però ti avverto che non accetto "cene e compagnia"...del normale denaro andrà benissimo!

    Fece un piccolo passo avanti nella speranza che lui retrocedesse concedendole così lo spazio necessario per recuperare le sue cose e allontanarsi. Lui però non sembrava minimamente intenzionato a cedere il passo.

    ...E adesso scusami, signor collezionista, ma dovrei recuperare le mie cose...

    si rese subito conto di essere stata eccessivamente acida con quella battuta, non era da lei, in fin dei conti lui le aveva solo chiesto un favore ed aveva cercato di essere gentile. Mec tentò subito di correggere il tiro.

    Ok, senti, scusami se sono una stronza antipatica, ma in questo periodo va così, nulla di personale. Domani sarò più che disponibile a riparare la tua moto, posso persino venire qui a rimorchiarla se non ne vuole sapere di muoversi, penso a tutto io, però adesso non posso proprio farci niente...voglio solo stendermi qui un momento ed asciugarmi...

    Il tiepido sole della sera aveva iniziato ad asciugarle la schiena, ma la sua pelle luccicava ancora per le mille goccioline d'acqua che la ricoprivano. I capelli iniziavano a recuperare un po' di volume, tornando leggermente mossi, mentre il suo costume rosso non ne voleva ancora sapere di asciugarsi, l'umidità continuava a farlo aderire perfettamente alle sue forme, contornando il seno e delineando anche la sagoma dei capezzoli.
     
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    Il rifiuto si rivelò inaspettato, ma non per questo il Demone si fece da parte, non per così poco. La scrutò piuttosto, senza dire nulla e restando in silenzio, fissandola con uno sguardo che sembrava volerle dare il tempo di riflettere meglio sulle sue parole e sulle sue azioni, magari per ripensarci. Alexander stava già vagliando l'idea di rapirla e basta, senza dare troppa importanza ai suoi giochi mentali, anche perché dopo aver gettato quel berretto rosso Claudia aveva messo in mostra il suo bel corpo e mentre i capelli riprendevano volume diventava sempre più affascinante. Fin dove poteva spingere quel corpo con i suoi metodi? Un lieve sorriso si accese su un lato della bocca, mentre finalmente la vedeva ripiegare sulle sue decisioni, assumendo un tono più docile. Non sarebbe stato difficile domarla. Il demone chinò lo sguardo, chiudendo gli occhi e sospirando, con il pugno chiuso sul fianco destro del corpo mentre sollevava l'altra mano come a voler indicare la sua interlocutrice.
    Domani domani... non è oggi che hai scelto di dedicarti a te stessa? Non è oggi che hai lasciato perdere tutto e venire fin qui, annegarti e sfiancarti pur di non pensare ad altro? Preferiresti davvero incontrarmi domani, e non oggi? Oggi è un momento unico, domani sarò solo un altro dei tuoi clienti. Oggi sono un possibile amico nei guai.
    Aprì di nuovo gli occhi, tenendo la testa inclinata da un lato, per poi aggiungere anche l'altra mano ai suoi egoisti, alzando le spalle con fare arreso, ma il suo sguardo diceva tutt'altro. non aveva la minima intenzione di lasciar perdere.
    Domani avrò fatto da me, è oggi che ho bisogno di te. Domani sarò uno dei tanti, oggi potrei essere quello di cui hai bisogno tu.
    Le stava concedendo la possibilità di scegliere, di prendere una posizione. Quell'incontro era stato deciso dal fato, si erano incontrati e lei poteva indubbiamente mandare tutto al diavolo, ma poteva anche cogliere un occasione unica e irripetibile. Non poteva di certo sapere che quello era tutt'altro che un incontro fortuito, ma bensì l'inizio di un incubo che probabilmente l'avrebbe perseguitata per sempre. Eppure, scappare aveva davvero un senso? Alexander le tendeva la mano destra, come a volerle dare una seconda possibilità di accettare. La verità era che non poteva fare nulla per tirarsi indietro, perché in ogni caso il demone l'avrebbe perseguitata e rapita, tutto stava nella scelta di Claudia, di cogliere la palla al balzo. Quello avrebbe fatto molto la differenza. L'avrebbe trasformata da una semplice vittima che si era opposta al fato, ad un incontro interessante che poteva cambiare le sorti della caccia di Alexander. I suoi occhi divennero fissi sullo sguardo di Claudia, come se fosse alla ricerca di un'emozione. Cosa aveva? Qualcosa da nascondere? Un segreto? Una preoccupazione? Un altro amore che non riusciva a dimenticare? Alexander avrebbe fatto a pezzi tutto ciò che le stava alle spalle, costringendola a piegarsi in avanti verso il futuro. In molti sensi.
     
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  8. samurai_girl
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    Mec rimase per un attimo senza parole, si aspettava una risposta arrabbiata da parte sua, persino magari delle offese, Alexander invece sembrò solo infastidito per un rifiuto che evidentemente considerava solo temporaneo, sicuro che lei alla fine lo avrebbe seguito. Rimase stupita anche dal fatto che avesse perfettamente inquadrato il motivo per cui lei era sulla spiaggia e lo stato d'animo che l'aveva condotta li. Lo stupore però presto si diradò, evidentemente era stato solo un colpo di fortuna: se il tizio avesse saputo davvero leggerle la mente avrebbe capito che l'approccio diretto del tipo "vieni con me, ti donerò una serata indimenticabile!" con lei in quel momento non poteva funzionate. Con la vecchia Mec sì, ma ora era tutto diverso, tutto più complicato. Decise però che era davvero da stronza non aiutare un tipo in difficoltà solo perché aveva sbagliato approccio, essendo galante con lei.
    Mec fece un lungo sospiro scettico e si grattò la nuca mentre ascoltava i discorsi di Alexander sul fatto di cogliere al volo l'opportunità del loro incontro e su come lui sarebbe potuto essere quello di cui lei aveva bisogno.

    ok, senti, ti aiuterò...sempre che possa fare qualcosa senza attrezzi e ricambi. Dov'è la moto? Qui vicina alla spiaggia? Posso venirci in costume? Sai, sono ancora fradicia e non vorrei mettermi addosso i vestiti prima di essermi asciugata...

    Detto questo fece un passo avanti verso l'uomo, come a esortarlo a farle strada, ignorando completamente la mano che lui le stava porgendo.

    Se lui le avesse confermato la vicinanza della moto alla spiaggia avrebbe raccolto le sue cose senza indossarle e lo avrebbe seguito.
     
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    Alexander non disse nulla, si limitò a sorridere soddisfatto. Ad un abile demone non serve una ragazza folle d'amore che si getti tra le fauci del mostro. Ad un abile demone basta uno spiraglio, una piccola fessura attraverso la quale poteva far passare solo un dito, o un sospiro. Quello era più che sufficiente, e quello spiraglio Mec glielo concesse eccome. Il demone dunque si scostò, senza dire nulla, permettendole di raccogliere le sue cose, per poi voltarsi di lato dandole prima la spalla sinistra, per poi sollevare la destra nella direzione opposta alla spiaggia, facendole capire senza pronunciare una sola sillaba che l'avrebbe accompagnata alla sua moto, parcheggiata lì vicino. Si sarebbero dunque incamminati via da quella spiaggia, Alexander era abbastanza certo che la ragazza avrebbe rifiutato il gesto cavalleresco di portare le sue cose per lei, anche per ricambiare la gentilezza, ma ci provò comunque, anche solo per formalità. Durante la strada avrebbe finalmente ripreso a parlare.
    Qual è la tua storia, Claudia? Tutti hanno una storia, e il tuo bisogno di sfuggire suggerisce che c'è qualcosa di interessante da raccontare. Se non sei a tuo agio nel parlarne con uno sconosciuto senza aver prima sentito la sua di storia posso capirti, ma ti assicuro che dalla mia c'è davvero poco da imparare. Ancor meno da sistemare.
    Non contava di certo che gli dicesse di ogni suo più piccolo segreto, l'obbiettivo di Alexander era di farla parlare, che fosse per sbottonarsi un pò o che fosse semplicemente per insultarlo ed invitarlo a stare zitto. La strada li portò non molto lontani dalla spiaggia, la moto era saggiamente parcheggiata dietro un vicolo più isolato in modo che qualche curioso non provasse a rubarle qualche pezzo, visto che la cromatura preziosa e i dettagli lasciavano intuire quanto quel pezzo fosse di valore. Perfetto sotto ogni punto di vista, si vedeva chiaramente che era stato modificato da una mano esperta, in modo che i pezzi sostituiti non solo somigliassero agli originali ma che fungessero anche da miglioramento senza andare oltre le possibilità massime del mezzo, rendendo quella moto un vero e proprio pezzo unico. Tra l'altro, era impossibile non distinguerla dato che il nero di quel veicolo rispecchiava i capelli corvini del demone.
    Sono arrivato fin qui e funzionava, ma dopo essere sceso in spiaggia non voleva saperne proprio di ripartire...
    Il tono di voce del demone non sembrava proprio sicuro al cento per cento, e infatti se Claudia avesse provato ad accenderla quella moto si sarebbe accesa immediatamente, senza alcun timore, rombando così prepotente da far sembrare impossibile che avesse anche solo una stupida avaria, o che potesse banalmente bucare una ruota. Chiunque fosse amante dei motori avrebbe riconosciuto la potenza di quella moto e solamente un folle non avrebbe desiderato provarla anche solo una volta. Il demone aveva dunque mentito, ma proprio per quelle ragioni sul suo volto c'era ancora dipinto un sorriso compiaciuto ed enigmatico.
     
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  10. samurai_girl
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    Claudia lo seguì dando le spalle al mare. Lui le fece subito una strana domanda personale, alludendo al fatto che anche lui aveva una storia dolorosa alle spalle.

    Beh, tutti abbiamo brutti ricordi, o momenti, da cui vorremmo fuggire...è normale no?

    Era una risposta di una banalità disarmante, ma Claudia voleva solamente lasciar cadere l'argomento. Non aveva nessuna intenzione di raccontare a uno sconosciuto le sue afflizioni, e tanto meno voleva sentire quelle di Alexander.
    Lasciata la spiaggia arrivarono a un vicolo e Mec intravide la moto in questione. Il veicolo catturò subito la sua attenzione. Per liberarsi le mani gettò in braccio ad Alexander il fagotto delle sue cose e, senza più degnarlo di uno sguardo, si avvicinò alla moto.

    Wow! Fantastica!

    Parlava più con se stessa che con lui. Si inginocchiò a terra per poter esaminare da vucino il motore. I suoi movimenti in quel frangente erano quelli di un meccanico esperto, quindi poco femminili, il fatto poi che indossasse solo il bikini rendeva quella scena quasi ridicola.
    Continuando ad emettere esclamazioni di stupore e meraviglia tra se e se Mec iniziò a toccare e studiare il mezzo, era un pezzo davvero di pregio. Alcune parti erano state sostituite, ma i pezzi nuovi riproducevano in modo maniacale quelli originali. Quello era il lavoro di un vero intenditore...di un...collezionista. A quel pensiero Mec si girò a guardare Alexander come se si ricordasse solo in quel momento della sua presenza.

    Che gioiello! Un restauro perfetto! Sembra sia tornata in dietro nel tempo... comunque non vedo nulla che non va
    ..forse solo un po' di sabbia su questi connettori...


    Mec la soffiò via con delicatezza poi si alzò in piedi.

    Proviamo ad accenderla.

    Senza aspettare l'ok di Alexander tirò la frizione e con un colpo deciso del piede nudo azionò il pedale dell'accensione. La moto rispose subito con un rombo che, alle orecchie di Mec, era davvero esaltante. La ragazza alzò le braccia al cielo urlando di gioia, poi, vergognandosi si quel suo entusiasmo, cercò di nascondere il gesto portandosi entrbe le mani dietro la nuca.
    La moto funzionava perfettamente, non c'erano dubbi, Mec non poteva di certo chiedere dei soldi per quel servizio, c'era però una cosa che desiderava e sapeva anche come ottenerla.

    Sembra tutto ok.... però prima di dichiarare concluso il mio lavoro bisogna farle fare un giro di prova...e guido io!

    Quando disse quelle ultime parole guardò gli occhi del ragazzo per intuire la sua reazione, non gli diede però il tempo di esprimersi. Mec montò in sella e afferrò saldamente il manubrio, tolse la moto dal cavalletto e poi fissò Alexander. Con un cenno della testa lo invitò a salire dietro di lei.

    Probabilmente quell'uomo aveva avuto tante esperienze nella sua vita..
    chissà se aveva mai fatto un giro in moto seduto dietro a una ragazza in costume da bagno.
     
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    Negli scacchi è definita una "forchetta" una situazione in cui l'avversario viene messo in una situazione senza via di fuga, dove può muovere un solo pezzo per salvarlo, mentre l'altro dovrà sacrificarsi perché così impongono le regole. Lo stesso poteva dirsi della situazione attuale del demone e la meccanica: lei poteva forse ignorare uno dei due argomenti, ma avrebbe ceduto all'altro. Se non era il suo passato, allora sarebbe stato la moto. Fu come se Mec si fosse trovata davanti un fusto da paura, un fisico da sognare e da toccare nella sua interezza, con la differenza che era fatto di metallo e alimentato da benzina. Fu impossibile non ritrovarsi a pensare ad Ultron, era forse invidioso di quell'ammasso di rottami? In parte, non poteva negare egli stesso che quel genere di tecnologia aveva il suo fascino, quando non contava solo il risultato ma anche la forma e le dimensioni. Indubbiamente le moto erano il genere di tecnologia che più si avvicinava ad Alexander. Claudia capì subito che non c'era nulla di sbagliato e provò ad accendere la moto ottenendo facilmente il rispettoso silenzio di Alexander che, come a volerla assecondare, si prestò a tenere le sue cose senza interromperla mai. L'esultanza quasi imbarazzante della ragazza appena il motore si fece sentire strappò un sorriso divertito al demone, che non si perse ovviamente i dettagli del corpo della biondina, visto che quei movimenti improvvisi avevano dato una scossa repentina a tutte le sue forme.
    Ho l'impressione che ti piaccia.
    Commentò ironico, prima di vederla ritrovare subito la carica dimenticandosi del passeggero imbarazzo, salendo in sella alla sua moto desiderosa di fare un giro di prova. Il sorriso di Alexander si allargò ulteriormente quando Mec sfoggò quell'espressione che lasciava poco spazio alle discussioni, e il demone non aveva in effetti nessuna intenzione di privarla di quella possibilità. Dopotutto quelle forme deliziose e leggermente abbronzate sulla sua moto avevano un che di ipnotico, sembravano fatte per restare lì sopra.
    Sei tu il capo.
    Commentò, avvicinandosi alla sella posteriore della moto per salirci con una notevole agilità, senza fare un movimento di troppo. Effettivamente non era mai stato in moto con una ragazza, non senza avere le mani sul manubrio. Ma c'è sempre una prima volta e il demone non aveva la minima intenzione di far finta che non ne avrebbe approfittato. una volta in sella, portò una mano sulla spalla per tenere saldamente il fagotto di Claudia, mentre la destra scivolò invece sul ventre della ragazza. Passò delicatamente sul fianco, per poi aumentare gradualmente la presa una volta che fu sul ventre, facendole sentire il suo calore e la sua potenza. La presa di Alexander era notevole, virile, e la spinse inevitabilmente verso il suo ventre muscoloso, così che si ritrovarono schiacciati, lasciando però lo spazio a Claudia di gestire la moto al meglio.
    Segui questa strada: più avanti il vicolo si allarga e non c'è traffico, potrai spingerla a dovere. A meno che tu non abbia paura della velocità...
    Quello che Claudia non sapeva era che, poco più avanti, si sarebbero ritrovati proprio di fronte all'Hotel che Alexander aveva occupato, di fronte al garage dove poter riporre la moto e soprattutto dove costringere la ragazza ad accettare il suo invito, volente o nolente. Ma prima le avrebbe concesso tutto lo svago che voleva con la sua moto, dopotutto glielo aveva promesso.
     
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    Mec non se lo fece ripetere due volte. Appena Alexander si sistemò dietro di lei diede gas e la moto partì. Attraversò il vicolo senza esagerare, prima di tutto lei e quella bellezza che aveva tra le gambe si dovevano conoscere un po'. Raggiunse la strada principale e li iniziò una lenta progressione. La strada era costeggiata da alcuni alberghi ma Mec li superò girando poi sul lungo mare. La stagione estiva non era ancora iniziata quindi il traffico era al minimo.
    Li iniziò a fare sul serio. Iniziò a spingere la moto a velocità sempre più elevate, rallentando il minimo indispensabile per affrontare le curve. Il vento le tirava i capello all'indietro e le asciugò via l'acqua con rapidità. L'aria fredda dovuta alla velocità le diede un brivido, solo in quel momento si accorse della pressione del corpo di Alexander alle sue spalle. Nei primi minuti di guida era stata distratta dalla sensazione di potenza che percepiva dalla moto, ora si accorse che non veniva solo dal mezzo, ma anche dall'uomo alle sue spalle. La sua mano era appoggiata sul suo vetre per reggersi, ma più che altro la stringeva con fare possessivo schiacciando il corpo della ragazza contro quello imponende dell'uomo. Nonostante fosse lei alla guida ebbe l'impressione che la posizione dominate fosse quella di Alexander: lei stava cavalcando la potenza del motore ma lui la sovrastava con la sua altezza e con la forza della sua mano e delle sue braccia.
    Fu una bella sensazione, che non provava da tempo. Si sentica libera e forte grazie alle sensazione che le dava la moto, allo stesso tempo si sentiva piccola e volnerabile alla forza dell'uomo che la stringeva a se. Altre forse avrebbero provato disagio o paura, lei invece era esaltata da quella situazione ambivalente. Mec non potè negare a se stessa di sentire una piccola eccitazione crescere nel suo basso ventre. Si disse che era dovuta solo alla guida...ma sapeva benissimo che non era così.
    Raggiunto un promontorio lungo la costa fece un inversione a U per tornare indietro. Forse era meglio non esagerare con quelle sensazioni. Arrivati nei pressi del vicolo Mec girò la testa di lato per urlare:

    dove devo portarti?

    Decise di prolungare un po' quel viaggio accompagnando Alexander fino alla sua destinazione, poi, a malincuore, avrebbe abbandonato la moto e...si accorse che anche la calda e forte mano di Alexander, e la pressione del suo corpo sulla schiena, le sarebbero mancate.
     
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    Claudia sembrava finalmente a suo agio, c'era volta una moto non indifferente per riuscirci, ma Alexander aveva finalmente tirato fuori il suo lato migliore. Sembrava un'altra persona su quel veicolo, dava l'idea di poter godere di ogni singola sfumatura della sua esistenza, di poter assaporare davvero cosa significasse essere viva. E il demone aveva intenzione di assaporare questa sua essenza fino all'osso. Una persona normale non lo percepisce, ma lui che si nutriva di emozioni poteva sentire chiaramente cosa animava il ventre di Claudia e cosa provasse in quel momento. Aveva finalmente la sua attenzione, ora non restava che coltivarla. Assecondò la sua strada, cercando di non darle fastidio, non gli venne difficile poiché la sua immensa esperienza nel combattimento rendeva il restare in equilibrio su una moto in corsa una vera e propria passeggiata, Claudia quindi della sua presenza non percepì altro che la mano ferma e il calore maschile, neanche il più piccolo ostacolo venne concesso a quel viaggio, rendendolo perfetto. Anche quando la ragazza gli chiese dove doveva portarlo, Alexander si limitò a darle l'indirizzo, parlando frettolosamente e quasi a voce bassa, come se temesse di interrompere la magia che la ragazza aveva creato con quella moto. Era un momento sacro, degno della scoperta di una nuova spada per lui, non poteva di certo interromperlo. Seguendo le indicazioni, Claudia avrebbe raggiunto facilmente il garage che se ne stava incollato di fianco all'hotel di lusso occupato da Alexander, l'entrata del garage era una ripida discesa, molto comoda ma altrettanto insidiosa, nulla che avrebbe potuto impensierire un'esperta come Claudia ma indubbiamente un luogo singolare dove andare a riposare. Quando il motore avrebbe finalmente taciuto, il demone si preoccupò di scendere prima di Claudia, concedendosi qualche piccolo commento sul suo modo di agire.
    Sapevo che ne valeva la pena... ho visto subito che sapevi come portare una di queste. Un'esperienza indimenticabile, credo proprio di esserti più volte debitore.
    Si sarebbe dunque voltato verso Claudia, tenendo le sue cose come a volergliele restituire, ma quando i loro sguardi si incrociarono, il braccio del demone che teneva il fagotto si tirò indietro, proprio per impedirle di recuperarli. Non aveva la minima intenzione di demordere, e fissandola dritta negli occhi avrebbe marcato il concetto.
    Va contro ogni fibra del mio corpo essere in debito, specialmente nei confronti di una ragazza così carina. Se non posso offrirti una cena o un compenso decente, permettimi almeno di farti salire su così potrai asciugarti. Sappi che se rifiuterai anche questo invito sarò costretto a rapirti.
    Sfoggiò a quel punto un sorriso divertito. Ironico... quella era l'unica frase priva di menzogne che gli aveva detto da quando si erano incontrati. Se quello si fosse rivelato l'ennesimo rifiuto, Alexander era abbastanza lontano dagli occhi indiscreti del pubblico per catturarla e rapirla come da piano originale, ma ciò che in cuor suo sperava davvero era di averle dato anche solo una ragione per restare in sua compagnia. Che fosse il suo fascino, la sua moto, o il calore che aveva condiviso con lei su quel veicolo.
     
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  14. samurai_girl
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    Arrivati nel garage il rumore del motore che si spegneva fu quasi doloroso per Mec. Si era divertita molto in quegli ultimi momenti e aveva provato gioie che pensava di aver perso per sempre. Alexander le disse che voleva sdebitarai per il suo aiuto e, molto cortesemente, la invitò a salire nella sua stanza per farsi una doccia e darsi una sistemata. Mec sapeva che la risposta da dare era che non c'era nessun debito da saldare, poi avrebbe dovuto prendere le sue cose, infilarsi i pantaloni e andarsene di li. Qualcosa però glielo impediva. Era il desiderio di sentirsi ancora come poco prima, forse, libera, ma allo stesso tempo a stretto contatto con un uomo forte e virile, capace di avvolgerla e sovrastarla. Voleva di nuovo sentire quella forza, quella che aveva percepito dalla mano di Alexander sul suo ventre e dal petto di lui schiacciato contro la sua schiena. Voleva far crescere quella sensazione di eccitazione che era nata sulla moto e che ora, in quel garage a motore spento, non si era estinta. Se avesse detto di sì alla sua offerta però sapeva che sarebbe andata incontro a qualcosa di negativo: lui l'avrebbe corteggiata con virile galanteria, lei avrebbe dovuto dimostrarsi inizialmente ritrosa, per poi esaminare di nuovo le sue sensazioni, e li la sua forza avrebbe ceduto, in un verso o nell'altro. Era stufa di essere schiava delle sue paure, la paura dello spettro, la paura del rimorso, ma anche la paura della solitudine. Era stufa di vivere di calcoli, rinunce e rimpianti.
    Si protese verso di lui, si alzò sulle punte dei piedi nudi e portò le mani dietro la nuca di Alexander tirandolo a se. Lo baciò sulle labbra senza dire una parola e senza preavviso. Fu un bacio comunque cauto, deciso ma ancora riluttante. Il suo corpo inevitabilmente andrò a schiacciarsi contro quello di lui.
     
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    Cos'era quel bagliore nel suo sguardo? Sembrava quasi che Claudia stesse combattendo una lotta scontata, qualcosa che aveva già visto e sentito nella sua mente molte altre volte, arrivando sempre allo stesso, scontato, risultato. Eppure c'era qualcosa di diverso, come se fosse giunta ad una conclusione del tutto nuova, qualcosa che la portò ad agire senza troppi ripensamenti, fiondandosi intorno al collo del demone cercando le sue labbra, lasciandolo sinceramente sorpreso. Fu solo un istante, dove Alexander spalancò gli occhi e per un attimo esitò. Era convinto che avrebbe rifiutato fino alla fine ma quando sentì il corpo ancora umido di Claudia sulla pelle scoperta dalla sua stessa camicia, capì che farsi altre domande era inutile, dato che lo scopo era stato raggiunto senza ulteriori intoppi. Spalancò le labbra con un movimento fluido e sensuale, bagnandosi della saliva della biondina mentre lentamente ma inesorabilmente la lingua conquistava le sue carni. Fu come se le labbra di Claudia fossero finite in una trappola senza uscita, dove il demone si mescolava a lei con quella lingua bollente, perfino più calda delle sue mani, come se volesse ubriacarla col suo sapore mascolino. Le braccia del demone si schiusero sulle morbide carni di Claudia, la differenza di stazza a quel punto era evidente e la ragazza avrebbe potuto sentire i muscoli turgidi del demone serrarsi intorno alla sua schiena e ai suoi fianchi, la mano destra si fermò tra le scapole, afferrando qualche ciocca dei suoi capelli per le dita, mentre la spingeva sul suo petto, così che quei morbidi seni potessero entrare in contatto col fisico scolpito del guerriero. L'altra mano invece finò sopra ai suoi glutei, inizialmente con una presa quasi casta e timorosa, per poi scendere senza timore di sembrare lascivo sopra al suo costume, abbassandone una parte per scoprire del tutto la antica corrispondente, serrandola saldamente mentre con il bacino spingeva verso di lei, facendole sentire qualcosa di molto più virile. Il demone non era semplicemente ben dotato, ma poteva vantare di una verga equivalente alla forza che aveva raggiunto con le sue battaglie. Claudia avrebbe sentito a stretto contatto col suo ventre una mazza di dimensioni notevoli, ma sopratutto dura come il marmo, e non era neanche al massimo della sua forma visto che se ne stava comunque nascosta nei pantaloni del demone, quasi come se fossero un sigillo per contenerne le dimensioni e la durezza. Come se non bastasse, perfino attraverso i pantaloni dell'uomo era possibile percepire quanto calda e vogliosa fosse quella carne, pulsava infatti verso il ventre di Claudia come se volesse ammaliarla e attirarla verso di sé. La mano destra scivolò sulla sua nuca, afferrandola per i capelli come a volerla tirare all'indietro, ma senza privarla di quel bacio così intenso che sembrava voler quasi riempirle la gola della carne bollente della sua lingua. In un breve istante Alexander l'aveva fatta sua senza troppi complimenti, e non stavano più nascondendo i loro reali desideri. Quando si staccarono da quel bacio, restando però avvinghiati con tutto il resto del corpo, Claudia avrebbe potuto vedere l'espressione soddisfatta e maliziosa del demone illuminarsi di un bagliore cremisi, come se i suoi occhi si stessero riempiendo di una forza oscura.
    Sei andata per il compenso migliore... ottima scelta...
    Il suo tono di voce era bollente e profondo, sembrava quasi che potesse rimbombare direttamente nel petto e nella mente della ragazza, quasi come se fossero finiti in una dimensione di puro piacere. Alexander era impaziente di portarla in camera laddove avrebbe potuto farla sua senza che nessuno potesse sentire le sue grida di aiuto, tuttavia prima di rapirla davvero e farle capire in che guaio si era cacciata, Alexander volle concederle il piccolo lusso di un'esperienza da non dimenticare. Dopotutto anche lei adorava i motori, no? Anche la mano destra finì sulle sue natiche, e con un movimento fluido il costume che costituiva la parte inferiore del suo bikini iniziò a scivolare tra le cosce di Claudia, scoprendone la femminilità senza però staccarsi da quel caldo abbraccio. La sollevò senza sforzo apparente, tirandola a sé in un perverso abbraccio, per poi camminare rapidamente sulla sua moto, così da adagiarla su di essa come se fosse un comodo giaciglio. Effettivamente vista la conformazione del veicolo e le dimensioni del sellino, Claudia ci stava sdraiata sopra alla perfezione, e probabilmente sarebbe stata anche comoda visto il sellino affidabile che teneva la moto perfettamente dritta. Alexander avrebbe portato una mano sul suo ventre mentre si sollevava, continuando a farle sentire quell'intenso calore fatto di pura eccitazione, mentre ammirava con gli occhi di un vero intenditore quella che somigliava una perversa opera d'arte.
    L'hai mai fatto su una moto, Claudia?
    Ancora una volta, mentre con gli occhi si soffermava sulle sue forme e sulla sua femminilità, Alexander non era minimamente interessato ad avere una risposta chiara, piuttosto voleva sentirla parlare. Non aveva la minima intenzione di scoparsi un sacco di carne muto, voleva conquistarla nella mente, nel corpo e nello spirito, fino a che anche se rapita, Claudia non sarebbe più stata capace di fare a meno di lui...
     
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40 replies since 23/4/2018, 07:50   507 views
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