[Combat] Giustizia Privata

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    Shagaru era un tipo pratico sia quando si trattava di combattere, sia quando si trattava di esaminare un caso, non era difficile intuire che lo fosse anche al letto. I versi di Juri e il modo in cui il suo corpo si contorceva ad ogni affondo della lingua o stretta dei suoi artigli era un indizio per capire che forse stava facendo un buon lavoro, ma la conferma che in realtà non lo stava facendo affatto era che Juri riuscisse ancora a mettere assieme un discorso coerente. Questo non andava affatto bene ed era più che sufficiente per incentivarlo a fare di meglio. O di peggio, in funzione dei punti di vista. Dal suo canto, Juri tentava in ogni modo di sovrapporre sensazioni con il corpo, i versi, l'energia eromantica e quanta più carne possibile, la giustificazione era che doveva prepararsi al peggio ma non stava raggiungendo nessun genere di risultato dopo i primi istanti, quel drago era animato da una passione bestiale, nessun genere di trucco magico poteva entusiasmarlo o soddisfarlo: sembrava una tipa abbastanza tosta da poter accettare la sfida, eppure ora stava facendo di tutto per tirarsi in parte in dietro, e d'altro canto assicurarsi che fosse tutto molto più semplice. Sembrava più lo scontro tra un bestia folle e una strega che le provava tutte per tenerla a bada, nulla di nuovo per un Magala ma piuttosto che stimolare la sua eccitazione stava stimolando il suo lato primordiale e violento, certamente non un bene per lei. Si sforzava di metterlo in difficoltà, leccando e spingendo una di quelle grosse mazze nella sua gola mentre con le gambe cercava di stritolare l'altra, ma per lei sarebbe stata la stessa identica sensazione di stringere tra le mani un braccio muscoloso in tensione, più duro dell'acciaio e inamovibile come poche altre cose. I versi di piacere del drago si trasformarono in ringhi che somigliavano e leggere risatine, e mentre lui se ne stava lì quasi impassibile per via di quel trattamento, spingeva sempre più a fondo la lingua dentro di lei e pulsava con le due verghe per metterla ancora di più in difficoltà, fino a che non la costrinse a sputarci sopra e prendere una pausa, incapace di tenergli testa nonostante anche i suoi seni fossero diventati più grandi e utili allo scopo. Era davvero una ragazzina che le stava provando tutte per mettersi al suo livello, ma questa era anche la parte più divertente. Ciò che non era più divertente, a quel punto, era restare impassibile aspettando che lei facesse qualcosa... era arrivato il suo turno.
    Nella tua bocca c'è troppa aria e poco cazzo Juri...
    Non voleva vederla trasformarsi in cose stupide e oscene, e si era stufato di quei trucchetti da incantatrice del sesso: voleva scoparsi Juri non la sua arte magica né i suoi talenti. Allargò le ali e gonfiò il petto proprio mentre i tentacoli si stavano trasformando in onahole e lei stava per riprendere fiato. L'energia atomica del drago attraversò ogni singola scaglia di quell'essere e si concentrò intorno ai suoi unti più attivi: la bocca, la lingua, le mani e i suoi cazzi. L'energia prese a consumare quei tentacoli che avevano fatto oramai il loro dovere: il seno di Juri era sufficiente per avvolgere quanto bastava uno dei cazzi del drago, mentre invece l'energia atomica sulla lingua avrebbe accompagnato le spinte della lingua come a voler danneggiare l'intimità di Juri, un processo molto delicato che perdendo l'equilibrio le avrebbe fatto male sul serio, ma con la giusta perizia stava rendendo le sue carni più morbide e sensibili, obbligandola quindi a sentire molto di più gli affondi di quella lingua. Lo stesso successe anche alle dita che approfittando degli umori e la saliva scivolarono fin dentro il suo buchino posteriore, indice e medio di entrambe le mani, una quantità sufficiente ad imitare in parte lo spessore di uno di quei cazzi che le riservò lo stesso identico trattamento alla sua fica. Voleva farla godere tutta in una volta, così intensamente da farle perdere la presa e quasi i sensi, magari anche farla venire, qualsiasi cosa pur di guadagnare un piccolo istante in cui si sarebbe totalmente persa e lui avrebbe ripreso il controllo, la possibilità di manipolarla come voleva lui e fargli capire cosa davvero voleva da una ragazzina come lei. La ribaltò come una bambolina, costringendola a rimettersi dritta e non piegata come una contorsionista, lasciandola però a testa in giù e gambe all'aria. Il suo ventre era schiacciato contro quello di Shagaru e il drago la stava spingendo verso il basso: la sua verga inferiore era puntata contro le labbra di Juri, quella superiore invece era serrata tra i suoi seni ingigantiti e il petto di Shagaru, abbastanza grande e lunga da poterle solcare il ventre dalla gola fino al monte di venere. Lui invece aveva ancora saldamente la presa sui suoi glutei, serrandoli e spalancandoli per poter infilare dentro di nuovo le dita, stavolta però in una combinazione molto più letale: indici contro il suo buchino, pollici contro la sua intimità. Ora che gli ingranaggi erano al posto giusto avrebbe fatto funzionare la macchina. Prima di tutto doveva farla gridare ancora, o venire ancora, non gli importava quanto doveva essere incisivo: quando i pollici affondarono nella sua intimità, riempiendola abbondantemente di carne, scaglie ed energia atomica, gli indici dilatavano il suo buchino così da permettere alla lingua di scivolare dentro la sua corolla di carne e invaderla completamente. Appena arrivava fino in fondo si gonfiava e si allargava di colpo, per poi uscire fuori con un movimento più lento e concentrico. Quando usciva, gli indici occupavano lo spazio lasciato a disposizione, mentre i pollici si facevano da parte e permettevano alla lingua di tornare nella calda intimità della ragazza. Questo era il ritmo che avrebbe tenuto, alternando dita e lingua sempre più velocemente, così da poterla far gridare ancora, e quando quella gola piena di saliva sarebbe stata indifesa, il suo cazzo più basso l'avrebbe conquistata del tutto, permettendo al drago di iniziare a muoversi come si deve col bacino per poterla fottere. Un cazzo dentro la sua gola, un cazzo a pochissimi centimetri di distanza che si sfregava alla stessa altezza tra i suoi seni e il suo ventre. La gola di Juri era messa duramente alla prova dalle dimensioni di Shagaru ma questo non avrebbe impedito al drago di farsi avanti che più spingeva, più andava a fondo ad ogni movimento del bacino, sempre di più, senza mai fermarsi. Ora era lui a dirigere il rodeo e Juri poteva capirlo dai versi bestiali che provenivano dalle sue fauci e dalla sua gola.
     
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    Cercare di far godere Shagaru si stava rivelando una specie di "Mission Impossible" versione sessuale che ella stava tentando di affrontare con ogni mezzo a propria disposizione... ma forse era proprio questo il problema, e se ne rese conto dalle risatine di scherno di colui che stava diventando un fottuto nemico. Non nel senso più letterale del termine ovviamente, ma dire che Juri stava iniziando a vederlo come il Boss finale di qualche videogioco hentai decisamente molto impegnativo non sarebbe stato del tutto errato. Non era mai stata un tipo altruista a letto, non era quello il problema, a lei importava di godere, scopava per se stessa, per soddisfare tutti quei bisogni che come spettro possedeva per non sentirsi vuota o priva di vita, tuttavia detestava profondamente accoppiarsi con gente che non dava soddisfazioni. Non era un problema di bisogno di dare al prossimo, anzi, era di prendere. Strappare gemiti, sospiri, impedire a un omaccione grande e grosso di trattenere la voce perché semplicemente LEI era troppo brava e lo faceva sentire fottutamente bene, era qualcosa di cui aveva assolutamente bisogno per sentirsi soddisfatta. Purtroppo non si era mai ritrovata davanti a un drago, un animale praticamente, e forse proprio per questo stava facendo la figura dell'impedita con ansia da prestazione. Sbuffò dopo il suo ultimo commento e soprattutto dopo le risatine di Shagaru, sollevando gli occhi al cielo una seconda volta. Era pronta a darci dentro di nuovo con la bocca e tentare di soffocare l'irritazione con quell'erezione abominevole, ma semplicemente le fu impossibile. Il drago doveva essersi rotto quanto lei, anche se motivi decisamente diversi, e decise di sorprenderla con un trucchetto che non pensava si sarebbe portato anche nel sesso: quella cazzutissima energia atomica che le aveva riversato addosso durante le botte che si erano scambiati. Juri sgranò gli occhi, con la bocca sospesa a pochi centimetri dalla non-cappella che si apprestava a succhiare, gridando e chiudendoli poco dopo per la forza con la quale la lingua e le dita del drago le conquistarono le interiora. Gli occhi le si ribaltarono, la schiena si inarcò ancora di più, e dovette mordersi le labbra in un'espressione decisamente in difficoltà che si portò dietro anche quando lui, approfittandosi del suo momento di totale resa, la ribaltò come una bambolina scegliendo una posizione decisamente più pratica per lei ma anche, c'era da dirlo, più banale. Era un tipo noioso dopotutto eh? Sarebbe stata una di quelle battutine che Juri avrebbe tanto voluto fare ma era troppo concentrata a non venire... non voleva ancora. Però non poté niente contro la sua decisione, non in quella situazione, quindi si ritrovò davanti al grossissimo bassoventre nero, perdendosi quasi a contare tutte quelle fasce di muscoli e scaglie che si trovava davanti. Avrebbe voluto commentare, dire qualcosa, fare un'uscita delle sue e dare ancora "aria alla bocca" pur di non dargli la soddisfazione di averla fatta distrarre con pochi semplici gesti mentre lei era a malapena riuscita a strappargli qualche ringhio di piacere, ma semplicemente non ebbe tempo né modo. Shagaru tornò subito all'attacco, e se prima sentire le dita dentro il suo posteriore l'aveva fatta gridare, ora l'attacco fu semplicemente troppo devastante per darle da pensare ad altro. I pollici dentro l'intimità la fecero già sclerare, ma quando prese ad allargarla dietro con gli indici pronto a infilarci la lingua fu un colpo dannatamente basso, anche se lui non poteva saperlo. Lì era anche meglio, dannazione. Il suo commento iniziò roco, entusiasta, biascicato forse ma decisamente comprensibile, solo che i gemiti, gli ansiti e i lamenti diedero modo al drago di fare ancora di peggio, specie quando infilò quella splendida lingua dentro il suo intestino strappandole uno degli orgasmi più potenti che avesse mai sperimentato.
    Oh cazzo, ! AH- p-proprio lì, GGHHHH-Ah!!!
    E fu così che si ritrovò con il suo cazzo in gola e dimenticò persino come si chiamasse. Aveva resistito anche troppo, ma non si può ritardare un orgasmo più di tanto, specie se si preannuncia a dir poco esplosivo. Nell'istante in cui la lingua la violò fino in fondo tutto di lei si contrasse, il suo fallo in gola non fece altro che rincarare la dose rendendo ancora più eccitante la cosa, per quanto potesse ustionargli l'esofago. Shagaru avrebbe potuto facilmente sentire persino la sua gola scossa dai conati massaggiargli l'asta con perizia, ma soprattutto entrambi i suoi anfratti stringersi ritmicamente con così tanta forza da stritolargli lingua e dita, non importava quanto fosse grosso e muscoloso, quello doveva sentirlo. Eppure il dettaglio che più sottolineò l'intensità di quel piacere non furono le contrazioni, i conati, neppure l'espressione inebetita/sorpresa di Juri, le palpebre socchiuse, la saliva e il muco a bocca e naso o tanto meno il gaiser di umori che se il drago non si fosse spostato si sarebbe ritrovato direttamente tra le fauci... Nient'affatto. Fu la violenza e la forza con cui le cosce toniche della "ragazzina" iniziarono a stringergli il muso e il collo a gridare al mondo, molto più dei suoi lamenti soffocati dalla bocca piena, quanto cazzo le stesse piacendo e quanto lui dovesse accettare che in quel momento doveva stare esattamente lì, tra le sue natiche, e dargliene ancora. Ed ecco come Juri accettò in men che non si dica i metodi draconici dimenticandosi completamente di tutto il resto. In effetti era stato facile accettare di rinunciare ai trucchetti da quattro soldi, tutto sommato. Fanculo l'Eromanzia... se quelli erano i preliminari che la lingua di un drago poteva regalarle, bastava decisamente così, e lei volle ringraziarlo iniziando a darci dentro con la gola e la testa così come avrebbe fatto con un cazzo normale, afferrando poi piene mani i propri seni per strizzarli contro la sua seconda asta e masturbarla a ritmo dei suoi affondi. Il suo esofago aveva un bozzo fin dentro lo stomaco e i conati le facevano lacrimare gli occhi ma non le poteva importare di meno in quel momento. Se Shagaru l'avesse guardata in quel visino deformato da piacere e difficoltà, avrebbe potuto leggervi dentro l'esatto istante in cui ella accettò di fare a modo suo nonostante i metodi estremi. Non poteva parlare ma era chiaro cosa stesse pensando. "E va bene drago, mostrami cos'altro sai fare..."
     
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    Sembrava proprio che il drago nero fosse riuscito a toccare i suoi punti deboli, mettendola a tacere anche più che letteralmente, chiudendo i battenti di una guerra già insensata dall'inizio. Che sperava di fare Juri? Mettere sotto scacco un drago di quelle dimensioni? Era ovvio che dovesse lasciare a Shagaru il compito di farla da padrone, non per semplice soddisfazione personale quanto più per praticità. Diventava tutto molto più semplice e visto che lei era forte, virtualmente immortale e con numerosi altri vantaggi, potevano solo trarne il meglio. Non capitava spesso di poter avere tra le mani un'umana di quel livello, di solito per potersi sfogare a dovere Shagaru aveva bisogno di mostri alla sua altezza, cosa che lo aiutava a sfogarsi ma che non gli dava affatto soddisfazione. Parte del fascino di Juri invece, oltre alla sua faccia tosta da stronzetta, era anche il fatto che nonostante le sue dimensioni e stazza fosse maledettamente erotica e resistente. Se fosse stata un drago Shagaru non l'avrebbe considerata allo stesso modo, le sue dimensioni in quel caso erano nettamente parte del suo fascino, sicuro.
    Capisco... sei una di quelle che preferisce il culo, vero Juri? Non dovresti avere segreti col tuo avvocato...
    Ridacchiava perverso, sempre più soddisfatto, pensando che quella dannata fosse finalmente in balia degli eventi, per poi ritrovarsi stretto tra quelle cosce marmoree come se gli stessero facendo una chiave articolare, strozzato dalla forza non indifferente della ragazza che sembrava volerlo invitare al silenzio e continuare quel perverso operato. Si, per un attimo l'aveva sottovalutata era chiaro, ma fu un colpo tanto basso quanto piacevole quello, che gli fece capire due cose: uno che Juri stava gradendo, due che non doveva tirarsi indietro per nessuna ragione al mondo. Avevano appena iniziato, quello poteva essere solo un bene. Visto che anche Juri decise di assecondare quei movimenti, Shagaru si lasciò sbilanciare in avanti per via della presa della ragazza, ritrovandosi con la testa schiacciata contro il muro, mentre i movimenti del bacino si facevano più forti di prima, più decisi. Le stava scopando la gola e i seni con la stessa violenza con cui avrebbe posseduto una femminilità normale, era sicuramente un evento irripetibile per un essere umana, cosa che poteva solo eccitare l'immaginazione del Magala a quel punto. Non si rivelò una cosa priva di sorprese, visto che il suo fiato bollente lasciava testimoniare un coinvolgimento maggiore del previsto, tant'è che quei bollenti spasmi si infrangevano contro la fontana di umori che Juri gli stava concedendo, come se volesse divorarle ogni traccia di quella perversa intimità. Visto il risultato ottenuto, volle dedicare la lingua unicamente al culo di Juri, così da poterle strappare quanti più gridi di piacere, lasciando alle sue dita il compito di stimolarle invece l'intimità. Un lavoro molto più semplice viste le dimensioni del drago, toccare con precisione la sua parte più profonda e ripiegare le dita verso il punto G pigiandolo con molta più forza del necessario, era uno scherzo per il Magala. Quindi oltre all'intensa stimolazione delle fauci, il calore e la presenza di quell'enorme lingua che le violava la corolla di carne, c'erano anche gli indici e i medi di entrambe le mani che scavavano nella sua intimità, facendosi strada tra gli umori come se fosse alla ricerca di un tesoro nascosto. Molto piacevole, ma non quanto la caccia della sua lingua. Sembrava seguire il ritmo dei fianchi che spingevano sempre più a fondo, fottendo la gola dello spettro come se fosse una normalissima intimità: la lingua e la sua verga scivolavano negli orifizi di Juri come se dovessero incontrarsi, pulsando con forza tale da ingrandirsi di colpo, neanche un pugno direttamente nella gola avrebbe sortito lo stesso effetto, con la differenza che c'era davvero poco spazio per il dolore, ma solo per il piacere. A giudicare dal ritmo crescente di quegli spasmi e la violenza con cui il drago ruggiva sulle sue intimità, era ovvio che non mancasse molto prima di un forte assaggio della sua virilità. Juri aveva solo due possibilità: rischiare di lasciarsi riempire e perdere in un colpo solo, oppure sfuggire assicurandosi un rapporto più duraturo. Oppure avrebbe provato a fare entrambe? Dopotutto si era rivelata piena di sorprese...
     
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    Shagaru aveva dimostrato di essere un tipo pragmatico nei rapporti, ma si stava rivelando anche un gran bastardo a letto: perverso, volgare, come se si trasformasse in un altro quando scopava, e doveva ammettere che lei lo preferiva decisamente così. Sciolto e senza freni, non le fregava nulla se così facendo rischiava di trattarla senza delicatezza, lei non era un tipino da baci e coccole dopo il sesso, non era neppure una che "faceva l'amore" o poneva etichette a un amplesso. Stare sopra o sotto non è importante finché sai quello che vuoi, e lei voleva solo staccare la testa dai pensieri e perdersi in un mondo di stelline colorate date da orgasmi multipli sempre più sentiti, se per farlo doveva lasciare il controllo a qualcuno era ben fiera di farlo, purché questi si rivelasse all'altezza delle sue aspettative. E Shagaru in questo si stava dimostrando ottimo, e tanto le bastava per fargli da bambolina, se era ciò che voleva. Juri però era una bambola vogliosa, piena di passione, che non stava ferma un attimo e superate le prime difficoltà lo ingoiava tutto senza remore, senza quasi più sentire i conati, decisa a succhiargli via anche l'anima se questo fosse servito a strappargli tutti quei versi gutturali e quei ringhi così bestiali e intensi che ogni singola volta sembravano percorrerle la spina dorsale e le interiora per arrivarle dritti al cervello. Erano un'esplosione sensuale, sesso puro, come un richiamo animale a cui neppure lei, che in teoria bestia non era, poteva resistere. Smise di combattere contro gli spasmi degli orgasmi che la sua lingua e le sue dita le procuravano, anzi, iniziò ad agitare il bacino insieme a tutto il resto, mugolando e andando incontro alle sue dita mentre la sua intimità ne accoglieva addirittura quattro senza freno alcuno, fradicia com'era. Ogni colpo al punto G era una nuova esplosione, ogni singolo affondo nella sua gola un evidenziatore che andava a premere su un concetto già ampiamente consolidato: goduria pura. Persino quando sentì quelle immense verghe gonfiarsi e riempirsi ancor più di vene e sangue, Juri non smise di darci dentro con la testa, aumentando anzi il ritmo e lasciando che l'asta principale le scivolasse lungo le labbra colanti di saliva per poterla stimolare per la maggior parte della sua lunghezza, fino a prenderlo tutto o abbandonarlo per metà, ancora e ancora, creando schiocchi molto simili a un amplesso vero, mentre le sue mani si occupavano di strizzare i suoi nuovi enormi seni sull'altro sesso di Shagaru. Juri era ben decisa a non tirarsi indietro, anzi, desiderava ardentemente assaggiare l'orgasmo di un drago, fin da quando ne aveva sognato uno una volta, un sogno casto e bellicoso, che tuttavia l'era rimasto impresso e che ora, a distanza di tempo, le tornò in mente davanti a una grossa bestia nera che si era messa in mezzo alla sua via, uscendone in realtà molto bene. Come fossero finiti a fottersi con gusto piuttosto che ammazzarsi a vicenda era ancora un mistero per lei se pensava a quanto si fossero scannati, sia a fatti che a parole, ma per il momento non le importava poi molto del prima, non pensava neppure al dopo in realtà, ma solo alla lingua del drago che si muoveva come una grossa serpe dentro di lei mentre uno dei suoi cazzi enormi le scopava la gola e l'altro scivolava veloce tra le sue tette come se dovesse scavarci un solco in mezzo. Quel preliminare era duro, crudo, non c'era un attimo di respiro e non c'era tempo per parlare... e proprio per questo a lei andava bene così. Sarebbe rimasta lì fino all'ultimo spasmo, avrebbe strappato al drago un orgasmo che sperava vivamente sentito, e avrebbe accolto giù per la gola ogni singola goccia possibile, compiendo ampi e veloci giri con la lingua sulla base finché gli occhi non le fossero diventati bianchi per il troppo sforzo. Quando fosse stata piena del suo sesso e del suo sapore bestiale, quando avesse sentito di averne troppo in corpo, quando la sua pancia fosse stata abbastanza gonfia, i seni abbastanza sporchi e la sua gola così ricolma da fargliene schizzare sia dal naso che dalle labbra, allora solo in quel momento si sarebbe smaterializzata in una scia energetica viola che si sarebbe immediatamente materializzata a terra seduta a gambe aperte davanti al drago, tossendo ancora e ancora per rigettare un po' di seme che avrebbe lasciato le colasse sul corpo, imbrattandole i seni già probabilmente sporchi, l'addome e persino gli anfratti esposti, data la posizione. Si teneva seduta con la forza delle braccia e aveva le ginocchia piegate e le cosce schiuse, per poter mostrare al drago il risultato del suo operato con la lingua: i suoi buchi pulsanti, ancora sconquassati dagli spasmi degli orgasmi avuti e completamente fradici di saliva, umori e in quel momento probabilmente anche copiose quantità di sperma draconico. Alla fine lo avrebbe guardato con un sorrisetto strafottente e soddisfatto sul viso, asciugandosi un rivolo con le dita dall'angolo della bocca destra per poi leccarsi i polpastrelli con la punta della lingua e succhiarli con gusto uno a uno come si fa dopo aver finito un sacchetto di patatine particolarmente gustose. Aveva la voce roca per lo sforzo appena compiuto. La sua gola ne avrebbe risentito per giorni, probabilmente, ma non si imbarazzò abbastanza da stare zitta. Nah, non sarebbe stato da lei.
    Cough cough, Davvero... buono... Anche se volevi strozzarmi... E questo non è stato per niente corretto, avvocato. Si concesse altri colpi di tosse prima di schiarirsi la voce e partire all'attacco, stavolta portando le mani alle cosce, afferrandole e aprendole per mettersi in mostra. I suoi occhi non erano affatto quelli di una piccola umana sconfitta dal grosso drago, no, erano quelli di una guerriera pronta a battersi di nuovo... anzi, decisamente entusiasta all'idea. Possibile che anche un paladino risoluto e ligio al dovere come lei, diventi un bastardo perverso quando si lascia andare? Questa cosa mi fa impazzire...
    E non c'era traccia di sarcasmo nelle sue parole (a eccezione di quel "lei" messo apposta per stuzzicarlo), era anzi del tutto sincera e quello per lei era un complimento sentito, cosa rara per il suo caratteraccio.
    È abbastanza perverso per venire qui e scomparsi una diciottenne inesperta anche dopo essere venuto così tanto, signore? Ho sentito che questo grosso drago cattivo ha un sacco di cose da insegnarmi...
     
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    Juri era davvero pronta a tutto, sembrava che niente potesse spaventarla e non ci volle molto prima che fosse pronta ad assaporare un primissimo orgasmo, trattenuto in realtà da Shagaru al massimo delle sue possibilità: non voleva di certo trasformarla in una sorta di tacchino ripieno, e visto che non aveva perso il controllo ma anzi lo teneva in pugno, cercò di non esagerare, dandole il giusto assaggio di quelle verghe che pulsavano con forza dentro quel corpo delizioso e spettacolare, concedendole un assaggio del seme bestiale di un simile mostro: più denso di quello umano, più abbondante e più caldo. La teneva saldamente mentre stringeva i muscoli e spingeva quel fluido maschile dentro di lei, eppure riuscì comunque a lasciarsela sfuggire, evento abbastanza peculiare che gli fece comprendere quanto in realtà Juri non fosse affatto in sua balia, ma era ancora capace di tenergli testa... nonostante il modo in cui tossisse dopo aver sfidato l'orgasmo di un drago. La cosa lo divertì ma al di fuori di un sorriso affilato non lasciò trasparire niente, piuttosto una pulsazione più intensa dai suoi cuori si allargò su tutto il corpo, facendo brillare di un flebile pallore le parti viola del suo volto e le punte dei suoi cazzi, ancora perfettamente eretti e duri nonostante fossero sporchi della saliva di Juri e del suo stesso seme. La ragazza aveva ancora intenzione di provocarlo e questo era un bene, visto che dopotutto, lui non aveva neppure iniziato ancora...
    Siete voi umani che provate ad imitare le belve... non di certo io. Lascia che ti dimostri la differenza...
    hiuse le distanze con lei allargando tutte e quattro le braccia, piegandole in modo che il suo enorme corpo sembrasse ancora più grosso, sembrava una bestia che si preparava a saltarle addosso e non fu diverso da un assalto quello: rugg'ì infatti, lasciando che volto e corna si accendessero di quella densa luce viola che caratterizzava il suo elemento, dopodiché fu sopra di lei. Le braccia inferiori afferrarono le sue gambe, per le caviglie, così da tirarle verso l'alto e allargarle il più possibile, mentre le altre mani afferravano le sue verghe per poterle indirizzare verso gli orifizi di Juri. Non c'era la minima possibilità che entrassero semplicemente perché quei pertugi erano dilatati, visto che erano troppo, troppo grosse. Il drago nero quindi le afferrò per la loro base, prima dando loro una direzione orientativa, poi scivolò con le dita su tutta la lunghezza per poterle stringere per la punta, recuperando tutto il seme e la saliva che Juri aveva lasciato lì sopra in modo da spingerlo davanti a quelle entrate perverse, un lubrificante, o un assaggio per quello che stava per succedere. Sarebbe stato tutto più semplice grazie alla punta acuminata di quei cazzi, ma Shagaru volle comunque prepararla. Toccò quegli orifizi con le dita, come a volerli divaricare, e quando le punte furono in posizione, lasciò la presa e allargò le braccia superiori, in modo che l'affondo dentro di lei non fosse accompagnato solo da un mostruoso ruggito bestiale, ma anche dallo spianamento delle sue tetre ali, enormi, capaci di oscurare totalmente la stanza e far sentire Juri intrappolata da quella belva che con immane irruenza stava conquistando i suoi orifizi, centimetro dopo centimetro. Erano semplicemente enormi, solo la prima parte era sufficiente a dilatare completamente quelle carni, come se potesse perdere di nuovo la verginità. Non erano solo grandi, ma erano anche due, totalmente permeate da quell'energia intensa che le faceva pulsare ancora più forte di quanto non potessero fare, alimentate da quei cuori possenti che battevano nel petto di Shagaru. Il Magala si piegò su di lei, afferrandola con le mani superiori per il ventre e la gola, facendole sentire la presa possente di un drago mentre la avvicinava a sé con prepotenza, intenzionato a chiudere le distanze anche con le loro bocche. Sprofondò senza altri movimenti, intenzionato a far entrare entrambi i cazzi fino al limite possibile, e quando le avrebbe strappato un gemito potente allora si sarebbe fiondato di nuovo sulle sue labbra, infilandole la lingua in gola, strozzandola quasi, per poi morderle le guance con le fauci: un morso non letale, non destinato a ferirla, ma voleva morderla in modo da impedirle di sottrarsi a quel perverso bacio dove non c'era solo la sua perversa carne ma anche una quantità spropositata di saliva bollente venuta a trovarla unicamente per lei.
     
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    Juri voleva provocarlo, intimamente sperava forse di metterlo in difficoltà persino, ma bastò uno sguardo a farle capire l'antifona. Fu proprio lì, mentre Shagaru incombeva su di lei con il suo immenso corpo, mettendola completamente in ombra, che si concesse un piccolo moto di paura che la costrinse a ingoiare sonoramente come se fosse il personaggio di un qualche cartone animato idiota. Più lo ammirava però, più la paura scemava, molto velocemente in realtà, cosa che le permise di alleggerire la propria espressione arrivando a leccarsi le labbra quando le fu abbastanza vicino da farle sentire nuovamente il suo odore, e il calore della sua pelle squamosa a contatto con la propria. Rimase come ipnotizzata dallo spettacolo che aveva davanti, e piuttosto che opporre resistenza dinanzi alle sue zampe che le afferravano le caviglie, si ritrovò a portare le mani alle proprie natiche da sotto, spalancando quei due tonici e gonfi guanciali solo per lui, come se glieli stesse offrendo senza remora alcuna, e al diavolo la paura. I seni pieni si strinsero grazie alla pressione delle sue cosce, creando una posizione a dir poco sensuale mentre il drago la piegava a proprio piacere, ancora una volta. Fremette al tocco delle sue dita, era molto più grosse di quelle di un corpo umano, anzi, erano a dir poco maestose se paragonate alle mani di chiunque avesse conosciuto e già solo un dito sembrava poterla riempire e soddisfare completamente. Si contorse sotto il suo tocco, gemendo e inarcandosi, ma non tolse le mani da sotto le cosce, tenendole e anzi stringendole fino a creare dei piccoli e lussuriosi rotolini la dove premeva la sua carne tenera. Lo guardò in faccia, in quegli occhi nascosti e brillanti, e non poté fare a meno di schiudere le labbra e sorridere. Cazzo, quello era davvero l'amante ideale per una che cercava emozioni forti come lei. La penetrò con pochissimi preliminari, senza quasi darle il tempo di fare un commento dei suoi o rispondere a tono, e fu... strepitoso, semplicemente. Se la sua lingua e le sue dita erano state soddisfacenti, quello era semplicemente troppo. Troppo grosso, troppo in fondo, troppo caldo, troppo pieno di nervi che le sembrava di poter distinguere anche solo con gli anfratti che i suoi cazzi stavano violando. Aveva ragione lui. Non aveva mai voluto imitare una bestia ma Shagaru le faceva venire una voglia fottuta di avere artigli abbastanza forti da segnargli quelle scaglie durissime, denti affilati per potergli mordere la lingua, e buchi abbastanza ampi per poterlo accogliere fin dentro alle viscere... E non per 3 quarti come invece stava facendo in quel momento. Perché sì, il corpo di Juri si piegò e inarcò finché il suo sedere non si sollevò dal terreno e le aste la penetrarono per la maggiore, fermandosi tuttavia a un centro punto. Era impossibile che quei due affari entrassero dentro di lei fino alla punta, semplicemente non c'era spazio, avrebbero dovuto spingersi ben oltre la sua cervice e riempirla del tutto e forse, solo forse, allora i loro bacini avrebbero potuto scontrarsi. Ma per il momento, finché non le era dentro del tutto, la sensazione era paragonabile solamente al paradiso, rischiava di venire di nuovo solamente percependo le pulsazioni del drago dentro di lei.
    Potrei... GH... sin-gh-ceramente... innamorarmi d... dei tuoi cazzi, Shaggy...
    E no, non suonava come la dichiarazione di una ragazzina in piena cotta adolescenziale ma precisamente come la lussuriosa e spettrale stronza che era Juri, con tanto di nomignolo "affettuoso" e strafottente che il drago avrebbe dovuto tenersi per chissà quanto, probabilmente. Se fossero stati nel suo mondo ideale lei avrebbe avuto abbastanza potere da mettere un enorme guinzaglio al collo immenso del drago e non lasciarlo più andare solo perché potesse stare lì, a sua disposizione ogni singola volta che le andava. Il fatto era che, per quanto potesse sbattersi a fare il bravo ""ragazzo"" facendo un lavoro di merda con cui aiutava il prossimo e salvando casi persi come lei solo perché gli girava, Shagaru sembrava fatto per il sesso. Quello sporco che ti entra dentro e che non si lava più via. Come biasimarla per quei pensieri? Quattro braccia, una coda abominevole, una lingua ancora peggio, due verghe funzionanti e un seme che sembrava uscito dalle più profonde e oscure fantasia talmente era caldo e abbondante. Veniva voglia di farci il bagno cazzo, e lei si sarebbe fatta riempire una vasca intera solamente per immergersi dentro. Non osava neppure lontanamente immaginare come potesse essere quando si accoppiava in forma di drago... e l'idea che una come lei non l'avrebbe mai potuta provare per colpa del suo misero corpo umano la faceva quasi arrabbiare. Tutti quei pensieri perversi si riversarono nel suo sguardo acceso di desiderio, talmente eccitata che i suoi occhi brillavano per colpa delle sue fiamme, emettendo scie fumose. Dovette mordersi il labbro più volte, la testa premette forte contro il pavimento perché semplicemente quegli affari erano enormi e la stavano gonfiando come un tacchino ma non le bastava. Sollevò il capo, con l'espressione sconvolta di una che si è strafatta, solo quando sentì la presa di Shagaru sul collo e sul ventre. Avrebbe dovuto ricordarle brutte cose ma non c'era spazio per la paura, nah, quello era solo sesso selvaggio e lei era completamente presa da esso. Aveva le lacrime agli occhi quando sollevò lo sguardo ritrovandosi il suo muso davanti alla faccia, la saliva le colava dalla lingua, già fuori sede che penzolava leggermente dalle labbra schiuse che di rimando accettarono la densa bava del drago come se Juri stesse bevendo da una fontana di linfa vitale. La gola si muoveva mentre ingoiava sonoramente. A quel punto gemette, forte, anzi, quasi gridò rendendosi conto di quanto in fondo fosse arrivato e proprio in quel momento lui ne approfittò per conquistarle anche la gola. Di nuovo. Lo baciò con passione crescente, soffocando i gemiti e le grida dovute dalle sue aste che penetravano in lei. Era troppo... Troppo grosso, troppo in fondo, troppo, tutto. Persino il numero era esagerato perché con simili proporzioni anche solo una di quelle aste l'avrebbe gonfiata del tutto, ma con due... Con due il suo corpo rimase piegato in malo modo quanto bastava per farle sbattere dentro le cappelle, il ventre rigonfio che lasciava perfettamente intravedere ogni singola vena e bozza dell'asta che la penetrava, un po' come se un tronco d'albergo la stesse impalando, visto che le presenze di troppo dentro di lei erano ben due. Le aveva quasi sfondato la cervice per quanto potesse sentire ma percepiva anche che se avesse continuato avrebbe potuto andare ancora più in fondo... E ucciderla, forse... ma chi se ne fregava sinceramente? Voleva sentirlo fin dentro alla gola, talmente era presa. E forse neppure a quel punto sarebbe stata soddisfatta. E tra una boccata d'aria e l'altra, se Shagaru gliele avesse concesse, la sua voce roca e spezzata dai lamenti glielo avrebbe comunicato.
    Nnnngh... Ah... Mmhh... T-troppgho... Ah... Sei tropp-oh...
    Lo disse tra una leccata e l'altra, alternando baci, a suzioni di quella oscura lingua, fino a morsi fortissimi che sapeva non avrebbero quasi sfiorato, duro com'era. Ma il suo non era un invito a fermarsi, anzi. Le sue mani scorrevano frenetiche sul corpo del drago e si ancorarono ai suoi trapezi come se si stesse arrampicando su una parete rocciosa e dovesse cercare un appiglio per non cadere. Gh-Ah Damhmn... Ahncorah! Doveva essere un "Dammene ancora", forse, ma tutto venne infine soffocato dalla lingua che aveva imparato a conoscere fin troppo bene. Gli occhi le divennero bianchi e le pupille tremolarono sotto le palpebre socchiuse, ma le sue mani non smisero un solo istante di tenerlo ancora a sé. E dopo un po', quando riuscì a muoversi, il suo bacino finì per agitarsi insieme ai fianchi che ondeggiarono come per chiedergli di iniziare a sbatterla, finalmente... Shagaru si era scelto un'amante con il cervello proprio fottuto.
     
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    Nonostante l'estremo stress a cui stava venendo sottoposto il corpo di Juri, sembrava davvero molto entusiasta di poter sentire dentro di sé tanta carne e tanto piacere, al punto che più di una prigioniera sofferente, sembrava decisamente più una ragazzina sulle giostre. Timorosa, certo, col fisico in subbuglio probabilmente, ma divertita oltre ogni dire e pronta a farsi altri giri su quelle giostre estreme e perverse fino a vomitare l'anima a forza di risate. Che tipa strana, ma uno come Shagaru poteva solamente apprezzarla, visto che invece di demotivarlo con grida dolenti e lacrime trattenute, lo alimentava con quei ghigni perversi e gemiti strozzati, come se volesse sfidarlo a fare di peggio.
    I draghi non si innamorano Juri... stai zitta e godi...
    Un altro mostruoso monito come a ricordarle che quello che stavano facendo non aveva proprio niente di naturale, e forse era anche parte del piacere che lo riguardava. Uno dei migliori pregi di Shagaru era che non poteva leggere nella mente delle persone, altrimenti ascoltando i pareri di quello spettro sul suo lavoro e la sua morale di sicuro non ci sarebbe andato così piano, e questo poteva applicarsi a qualsiasi tipo di interazione, dalle più piacevoli alle più violente. La faccia di Juri però, era uno stimolo molto più che sufficiente per accendere tutte le voglie del drago, e più le loro bocche si incrociavano, più quella lingua massiccia e bollente scavava dentro di lei come a caccia di qualcosa che poteva trovare solo nelle sue più profonde intimità, per questo scavava con forza, muovendosi energicamente dentro quelle carni troppo strette per accoglierlo del tutto, era un vero e proprio massacro eppure Shagaru non smetteva un solo istante di nutrirla, ben consapevole che nessuno dei due voleva fermarsi a quel punto, anche se non riusciva ad entrare completamente dentro di lei. Cercava di muoversi, di parlare, ma il drago le stava togliendo man mano tutto: le braccia inferiori che piegavano le sue gambe fino a che le ginocchia non furono vicinissime alle spalle, le braccia superiori che invece la tiravano per la nuca, costringendola ad avvicinarsi il più possibile alle sue fauci, usando l'immane pressione per poterle spingere quella lingua immensa in gola, come un grosso cazzo che si faceva strada dentro di lei, del tutto simile in quanto a dimensioni e consistenza, anzi forse anche di più rispetto ad un essere umano. Shagaru era grosso anche per un drago, e visto il modo in cui l'altra mano le stringeva il collo impedendole di opporsi, per Juri sarebbe stato semplicemente estremo. Le cappelle del drago nero sfregavano con forza immane contro le pareti dei suoi orifizi, ben più che semplicemente occupati e conquistati, stavano venendo distrutti da quella presenza incredibile: Shagaru era sufficientemente abile da impedirle di subire danni, ma il corpo di Juri pur essendo uno spettro era messo pesantemente alla prova a quel punto, i gonfiori che provocavano quelle verghe dentro di lei ne erano la chiara testimonianza. Iniziò ben presto a pulsare più forte, e più le pulsazioni aumentavano più il suo corpo si muoveva con forza e velocità dentro di lei, era letteralmente una bambola del piacere nelle sue zanne, e il Magala non era neanche lontanamente soddisfatto.
    Scommetto che non vedi l'ora di avere un altro assaggio... dimmi che lo vuoi dentro avanti... fammi sentire come vuoi il mio orgasmo Juri...
    Aveva perso molto della sua gentilezza a quel punto, anche solo per assecondare quel gioco perverso in cui si erano cimentati, o forse semplicemente perché Juri si era definita una "cattiva" ragazza e voleva dimostrarle come venivano trattate quel genere di persone da un drago che crede nella giustizia. Pensava forse in un trattamento regale e dignitoso? Lui conosceva bene la valenza dell'umiliazione nel processo di educazione. E anche quelle parole facevano parte dell'idea: in quanto drago, parlare senza chiudere le fauci era semplice per lui, ma per Juri rispondere con un grosso cazzo a forma di lingua tentacolare nella gola sarebbe stato difficile ed umiliante... uno spettacolo che il Magala avrebbe assaporato ardentemente mentre la fotteva sempre più forte, facendole sentire quanto anche solo due cazzi bastassero a renderla impotente. Due ben fatti, non una quantità inutilmente spropositata come quei tentacoli magici. Carne contro magia, una lezione dura... e perversa.
     
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    Shagaru sembrava deciso a fare la parte del "cattivo", in quell'amplesso, e a Juri non dispiaceva affatto. In altri frangenti si sarebbe incazzata al tentativo di umiliarla con richieste così bastarde come quella di provare a parlare con la bocca ricolma di quella cazzo (e non a caso) di lingua, tuttavia da quando aveva provato la vera umiliazione, simili trucchi non la tangevano più, o meglio, le toccavano corde perverse che risvegliavano parte del suo odio ma anche, intimamente, un'eccitazione maggiore, facendole dimenticare del resto. Era come se il suo corpo ricordasse, come se di volta in volta percepisse l'adrenalina, gli afrodisiaci e tutta quella merda che aveva sopportato, quella che anche precipitando nel più profondo Inferno, nella merda che le aveva invaso le narici fino a riempirle i polmoni, lo aveva reso vivo, forzato a eccitarsi e a godere come non mai. Ora, ovviamente con Shagaru era diverso. Volevano le stesse cose, più o meno, e godere e scaricarsi era l'unico obiettivo ultimo di quel loro amplesso selvaggio. Eppure, in fondo -molto in fondo- quel qualcosa di malato che le si era cucito dentro rimaneva, per fortuna facendola bagnare solamente di più. Il fatto che lui la trattasse come una bimba da educare era quasi un gioco, insomma, qualcosa di perverso certo, ma che mai avrebbe potuto farla sentire umiliata o in difficoltà per davvero, almeno psicologicamente parlando. Tuttavia... le sensazioni date dal modo in cui le sue enormi verghe dragoniche la violavano era decisamente un altro paio di maniche. Qualcosa che neppure un tipino come lei poteva ignorare, non importava quanto perversa e lasciva fosse la sua mente, e quanto tosta pensasse di essere. Quel drago era una furia, una bestia sacra, qualcosa che seppur le loro forze, ai tempi, erano sembrate vicine a equivalersi o perlomeno a potersi misurare, il suo corpo non riusciva a gestire del tutto. Se ne rese conto quando lui iniziò a muoversi, assecondando la sua richiesta, e impedendole così di fare null'altro. Se prima aveva ondeggiato i fianchi per andare incontro ai suoi cazzi, ora rimase immobilizzata sotto la loro forza, come se due enormi pistoni avessero preso a sbattere ripetutamente dentro di lei, bloccandole ogni tentativo di respiro e rispedendo forzatamente aria che i suoi polmoni non avevano fuori dalla sua gola, intasata completamente dalla lingua del drago. Era un circolo vizioso, qualcosa che sembrava fatto apposta perché la lingua biforcuta si incontrasse e scontrasse con la punta del fallo che le sfondava il culo, un po' come se potesse trasformarla in un enorme spiedino, e lei si sentiva esattamente così, non importava che fosse anatomicamente impossibile. Le lacrime trattenute dunque arrivarono, eccome, ma non erano di disperazione, anzi. La sua espressione mentre Shagaru prendeva a muovere la lingua più veloce e il bacino ancora più forte variava da tentativi di sorridere e fare la sborona a reazioni degne del deepthroat più forzato della storia. Quando poi le chiese di fargli capire quando bramasse il suo orgasmo dentro, ella sollevò gli occhi al cielo gemendo con l'intento di mandarlo a fanculo, ottenendo il solo risultato di rendersi ancora più eccitante. Sentiva montare dentro il piacere più puro via via che lui si muoveva, e per quanto in precedenza si fosse intrappolata le mani da sola sotto le cosce che lui sorreggeva, aveva fatto il possibile per toglierle, perché se non si fosse liberata subito e sfogata tenendosi a lui, di sicuro sarebbe impazzita. In quel momento aveva spostato le mani sul suo petto, rossa in viso, sbavante e con il muco al naso, cercando di picchiarlo senza alcun risultato, come se quelle sue braccia toniche ma tremanti potessero respingerlo in qualche modo... Finì per graffiarlo, dimenarsi, affannandosi per dirgli che così era troppo e rischiava di farla impazzire... ma non servì a un emerito niente. Più lui ci dava dentro, più lei aveva voglia di ucciderlo, fotterlo, ribaltare la situazione e sbattergli in faccia la sua fica e l'ano fradicio cosicché li leccasse a forza, ancora aperti e palpitanti, ma quei pensieri riuscirono solo a riempirla di frustrazione perché era vero, era vero che voleva anche il suo seme, di nuovo... Com'era vero che si apprestava a venire ancora. Quindi si arrese, alla fine, abbassando le palpebre con un mugolio scontento al seguito, afferrandogli poi le spalle con forza, ancorandosi alla sua nuca squamosa. Sì, ok, non l'umiliazione a irritarla, però in quel modo la sfida che ella stessa si era vaneggiata sembrava vederla perdere e lei questo non lo sopportava proprio. Non c'era modo che si lasciasse battere così.
    Voh-ihoh... heh... mmhii... hiemhpi hi uhohoh, shtrohhNNGHHHzoh!!
    Che sarebbe dovuto essere un cazzutissimo "Voglio che mi riempi di nuovo, fottuto stronzo!", irrimediabilmente ridicolizzato dall'impossibilità di parlargli davvero, tra un lamento soffocato e l'altro. Strinse gli occhi umidi, cercando invano di lottare contro la lingua che la invadeva, finendo per lasciargli tutto lo spazio che le serviva per raggiungerle anche il cervello, se solo avesse voluto. Si contorse, i nervi a fior di pelle, gli anfratti completamente stretti a un punto morto, quello che precedeva l'esatto istante in cui sarebbero stati pronti a esplodere e lasciarsi sconvolgere dagli spasmi. Era lì lì per venire e schizzare completamente sopra di lui i suoi umori e il suo piacere, finanche a farsela sotto stavolta, ma aveva una voglia matta di averne ancora e proprio per questo si trattenne, solo un minuto di più. Forse dopo glie l'avrebbe fatta pagare per quel trattamento, ma prima... Prima le serviva un'ultima spinta...
     
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    Juri fece di tutto per fargli capire che voleva il colpo di grazia, e Shagaru era pronto a darglielo. Tenendola ferma e serrata contro di sé, continuò a muoversi con immane forza stuzzicandola in ogni orifizio che aveva conquistato, come se fosse la normalità, come se fosse respirare al ritmo di quella scopata grandiosa che poteva solo culminare nel modo migliore in assoluto. Ma quella dannata aveva bisogno di un colpo di grazia dentro di questo nome, quindi Shagaru dovette concentrarsi non poco per fare quello che stava facendo, considerando che aveva ancora la brutta ferita del loro combattimento: il sangue nel suo corpo venne spinto con immane forza dalla sua esagerata massa muscolare dentro quelle verghe, ingrossandole di colpo, tutte in una volta. La punta di quella infilata nella sua intimità si gonfiò e puntò immediatamente verso l'alto, cosa che gli permise di scavare letteralmente sul punto G di Juri per poterla martoriare in quel modo, mentre l'altra verga si gonfiò tutta, dilatandole la corolla di carne nell'ano in maniera esagerata, forse perfino dolorosa, ma che rese quell'ultima, potente penetrazione molto più forte delle altre. Shagaru avrebbe accompagnato quel possente movimento con tutto il corpo, ruggendo furiosamente mentre la lingua affondava di più nella gola di Juri, dopodiché si lasciò andare ad un altro potentissimo orgasmo, aspettando solo che lei lo seguisse, per poi poterla riempire proprio come lei aveva chiesto. Fu un orgasmo osceno, abbondante, troppo per un essere umana, che le gonfiò il ventre e le budella in maniera vistosa, finendo ben presto per sembrare un palloncino pronto ad esplodere. Le pulsazioni di Shagaru durante l'orgasmo sarebbero state pura estasi per lei, man on sarebbe riuscita a sentirle fino alla fine perché il drago nero le avrebbe sfilate prima che la pressione nel corpo di Juri diventasse troppa. La liberò dalla presenza dei suoi cazzi e della sua lingua rapidamente, così che finalmente i suoi orifizi potessero liberarsi il più velocemente possibile, altrimenti sarebbe esplosa. Nonostante la ritirata, Shagaru continuò a sostenerla con le braccia davanti a sé, abbassandola un poco in modo che i due cazzi potessero continuare a sfogare il loro orgasmo direttamente sul volto e sul petto di Juri, uno spettacolo osceno che lei stessa poteva ammirare visto che quelle mazze enormi pulsavano e si contorcevano davanti a lei come delle bestie affamate. L'orgasmo durò abbastanza per farle capire che in quella forma non sarebbe mai stata capace di sopportare un intero orgasmo da parte di un dragone, ma questo ovviamente aveva poca importanza per Shagaru. Mentre lei si riprendeva infatti, il Magala l'avrebbe afferrata per il capo, spinta a terra con poca delicatezza ma facendola sbattere sul divano, quindi non davvero qualcosa di brutale. Pancia sotto, in modo che lui potesse coprirla come fa una bestiai n calore quando oramai la cagna è pronta per essere montata, e così come i suoi cazzi l'avevano posseduta fino ad un momento prima, adesso bramavano ancora il suo corpo lisciandola come se stessero per mangiarla viva.
    Abbiamo appena iniziato Juri... io sono molto difficile da accontentare!
    Ruggì, furiosamente, mentre il suo petto si gonfiava e quelle grosse mazze si allineavano di nuovo verso i suoi orifizi. Quella era in un certo senso la sua rivincita e forse Juri poteva gustarla davvero... almeno fino a che non avrebbe perduto i sensi.
     
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    Shagaru venne così tanto dentro di lei da procurarle un orgasmo incredibile, qualcosa di esplosivo che rese solo più contratta la sua espressione già abbastanza ridicola. Juri gridò, graffiò, si agitò, arrivò addirittura a "vomitare" un po' di sperma dalla bocca per quanta quantità di seme si riversò nel suo corpo, gonfiandole lo stomaco all'inverosimile e allargandole gli orifizi così tanto che tutto quel nettare, pur avendola riempita fino all'orlo, prese a schizzare fuori dagli stessi anfratti che continuavano a venir violati, creando un concerto di suoni semplicemente osceno e profondamente sporco, che andarono a unirsi ai suoi lamenti. Alla fine non sapeva dire quanti orgasmi avesse avuto o se fosse stato uno solo ma potentissimo, l'unica cosa che sapeva mentre guardava dal basso quell'immenso drago venirle addosso e ricoprirla di seme bollente, era che nonostante il suo atteggiamento da duro stava ricevendo un trattamento "di favore" perché ricevere anche solo un millilitro in più del suo orgasmo dentro di sé, l'avrebbe come minimo fatta esplodere come un palloncino pieno d'acqua. E fu esattamente così che si sentì quando i suoi falli la liberarono, facendo esplodere entrambi i suoi anfratti in una volta sola, facendoli allargare perché potessero liberarsi tutti in una volta di una quantità così eccessiva di fluidi che il drago avrebbe dovuto di sicuro chiamare un'intera equipe di robot pulitori per poter rendere di nuovo lucido quel pavimento di lusso. Lo sperma e gli umori schizzarono ovunque, imbrattarono persino la scrivania mezza rotta, il divano e chissà cos'altro, creando su Juri e intorno a lei una pozza senza precedenti. Per la maggiore comunque quello diretto alla sua faccia venne prontamente accolto dalla sua gola, non poté infatti evitare di spalancare la bocca e tirare fuori la lingua in più possibile, sorridendo a quel pervertito di un drago mentre la sporcava completamente. Alla fine del tutto la sua intimità, così come il suo culo gonfio, pulsavano ancora, ritmicamente, schizzando di tanto in tanto nuove gocce di sperma uscite da chissà dove, sperma che la ragazza sperava vivamente di poter considerare sterile, a quel punto. Era una fortuna che non fossero della stessa razza (o almeno questo era il pensiero che consolava la ragazza) perché ce n'era così tanto che anche una minima percentuale di fertilità avrebbe potuto seriamente farle covare un ovetto. Pensiero che, se solo in quel momento avesse potuto pensarci, l'avrebbe di certo fatta rabbrividire. Stava ancora tentando di capacitarsi di quanto avesse goduto e quanto invero si sentisse come una drogata ninfomane desiderosa di ricevere subito una nuova dose nonostante le membra stanche, quando Shagaru la prese e la spinse a girarsi per appoggiarsi sul divano. Le bastò muoversi un po' e sentire le parole vogliose del drago per ritrovare tutta la forza di ricominciare. In fondo, per quanto fosse una """ragazzina""" e lui un drago eccezionale, erano pur sempre due guerrieri esperti che potevano contare su abilità fisiche eccezionali e corpi decisamente difficili da stancare... quello di Juri, per quanto minuto e pseudo-umano, non faceva differenza. Per questo leccandosi via rivoli candidi che ancora le colavano dai lati delle labbra, Juri sorrise e guardò di sbieco il suo nuovo "alleato" con un'espressione che diceva tutto fuorché di smettere, facendogli addirittura segno con l'indice di ricominciare.
    Voglio ben sperare Shagghy! Mi hai forse sentito dire "Basta"?
    Da lì in poi tutto sarebbe dipeso da quanto il drago fosse riuscito a tenerla ferma... perché non importava cosa pensasse riguardo al suo status di animale alfa, Juri avrebbe usato ogni stralcio della sua forza per tentare di metterlo sempre più in difficoltà, di variare di posizioni, di pratiche, di sbatterlo -e farsi sbattere- contro ogni angolo di quel grosso ufficio formato drago, finanche a distruggerlo se solo avesse potuto. Forse a tratti si sarebbe smaterializzata per tentare di cavalcarlo, forse ad altri sarebbe finita irrimediabilmente sotto come la differenza di dimensioni suggeriva, ma di sicuro mai, mai, Shagaru avrebbe potuto vederla perdere del tutto i sensi durante una scopata meravigliosa come la loro. Figurarsi se poteva perdersela!

    Più tardi, Juri usciva dall'edificio claudicante ma soddisfatta, ancora odorante di sperma (si era data giusto una ripulita sommaria per non dare nell'occhio), con un sorrisetto sulle labbra e l'ultradivisa trasformata in una tuta molto ampia, con una buffa felpa di almeno quattro taglie in più della sua a coprire la pancia ancora piena e i seni gonfi. Si sarebbe portata in stanza diversi lividi anche stavolta (alcuni procurati da ella stessa mentre si sbatteva in ogni dove pur di sentire maggiormente il corpo del drago contro il proprio), e di sicuro il suo fisico ci avrebbe messo qualche giorno a riprendersi -soprattutto ai piani bassi-, tuttavia non le veniva in mente un solo motivo per non sorridere. Era riuscita a non pensare a niente per un po', e anche se sapeva che a letto gli incubi e i pensieri sarebbero tornati, per tutto il tragitto verso casa, almeno, ebbe un attimo di respiro. Solo mentre sfrecciava con la moto verso la Event Horizon, si mise a pensare all'assurda giornata appena trascorsa...
    Era innegabile, quel giorno le aveva prese di santa ragione, sia moralmente che fisicamente, e se anche Shagaru aveva avuto la peggio a livello di ferite con il cuore che lei gli aveva rubato, lui aveva risvegliato in lei qualcosa di molto peggiore, che avrebbe continuato a logorarle il cervello per parecchio tempo: la sua coscienza.

    [...]

    Più tardi, in stanza, non trovò le allucinosi ad accoglierla, e neppure tutti i rimorsi, i pensieri e i tormenti che si aspettava, bensì le sue due recenti compagne di stanza, gentilmente offerte dal sovraffollamento (almeno a loro dire) della scuola, e con le quali fino a quel momento aveva a malapena scambiato due parole, assente com'era stata ultimamente: Laura e Bastet-qualcosa, o come diavolo si chiamava. Una era un donnone super palestrato, fissata con i "Gladiatori" tanto da aver tappezzato le pareti di poster virtuali che passavano continuamente in rassegna tutti i più famosi, e l'altra una specie di ibrido-gatto malriuscito che non faceva altro che far volteggiare sfere di cristallo nell'aria. Per quanto Juri dati i suoi gusti sessuali le trovasse entrambe papabili, le aveva evitate come la peste fino a quel giorno, per il semplice motivo che aveva molto di più a cui pensare. Dunque per la prima volta se le beccò già pigiamate in stanza, completamente impossibilitata a ignorarle. Dato il suo umore, in verità, non ne sentiva neppure il bisogno.
    Oh, ma guarda... allora ce l'abbiamo davvero una terza compagna di stanza! Che palle, non potrò più usare il letto vuoto come postazione PC...
    Possibile che debba essere sempre così scortese, Laura? Non badare a lei... è solo gelosa perché non ha nessuno con cui fare le ore piccole.
    Certo, come no. Guardala... Sembra che le sia venuto sopra un treno...

    Ed ecco che, se fino al giorno prima avrebbe ucciso per molto meno o piuttosto sarebbe dovuta uscire di nuovo per evitare di farlo, in quel preciso momento, languida e miracolosamente ancora svuotata di ogni pensiero, rispose... e lo fece con la perversa verità.
    ... Non era un treno, ma un drago di 3 metri. Dovreste provare...
    Le lasciò entrambe con gli occhi strabuzzati e le belle bocche aperte, dando a entrambe le spalle subito dopo e facendosi una grassa risata. Sparì in bagno a quel punto, dove prima di ficcarsi in doccia per lavarsi di dosso il forte odore di drago, prese il suo cellulare d'ultima generazione e fece una breve ricerca per trovare i contatti lavorativi di un certo avvocato... che usò per tutt'altro che lavoro. Optò per una mail il cui oggetto citava "Pagamento prestazioni data xxx".

    Volevo ringraziarla per la sua professionalità, Signor Avvocato. Non ho mai ricevuto prestazioni così esaustive! Mi contatti pure a questo indirizzo qualora dovesse servirle un nuovo consulto futuro.

    P.s. Scusa per il casino in ufficio, draghetto... Se mi mandi i tuoi dati ti spedisco un bonifico per i danni. ;P Bye!

    E poco importava che non fosse tipa da chat, messaggini, o contatti sui social... Mandò quella mail con un ghigno divertito solamente perché sapeva quanto fosse assolutamente fuori luogo, infantile e provocatorio farlo con lui, ovviamente con tutta l'ironia di questo mondo. Per una volta volle impersonare la diciassettenne che aveva smesso di essere morendo, anche se sapeva bene che la realtà avrebbe bussato fin troppo presto alla sua porta... e lei non si sarebbe fatta trovare impreparata. Non più.
    Role conclusa. Grazie della giocata e della pazienza, alla prossima Hyp.
     
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