Casa di Hancock

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  1. Shirosaki Ogihci™
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    Appaio per un po', scompaio per molto...

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    Un misto di emozioni che da tempo non provava stavano pervadendo l'animo di Hancock, che guardava con ammirazione Mileth, forse la stava scrutando troppo al punto da metterla a disagio. Ma poteva considerarsi una reazione del tutto normale, perché riuscire ad evocare qualcuno o qualcosa non era un evento che capitava tutti i giorni, specie per persone che non avevano doti o capacità sovrumane. Certo Hancock aveva il potere di incantare chiunque la potesse fissare per alcuni secondi, ma non si poteva considerare un'abilità in grado di stravolgere completamente le vite altrui. Lo stupore crebbe quando scoprì che quella che aveva di fronte era una succube e che poteva esaudire qualsiasi cosa il suo evocatore voleva. Ma la donna non chiese di far sparire le corna alla giovane, una caratteristica peculiare di lei.
    "Non ho assolutamente detto questo, tranquilla. Anzi, sono degli ornamenti bellissimi che puoi mostrare a chiunque!" Rispose, abbozzando un sorriso compiaciuto e che voleva in qualche modo rassicura Mileth sul fatto che non occorreva cambiasse nulla di sé. Si riavvicinò a lei, continuando a guardarla e ad ammirarla come se avesse ottenuto qualcosa di altamente prezioso.
    "Dunque sei una specie di genio della lampada... La cosa mi piace, forse non servirà nemmeno che io usi il mio potere per ottenere da te quello che voglio." Aggiunse, ghignando divertita, ma senza darlo troppo a vedere alla succube, probabilmente non ancora completamente a suo agio in un posto nuovo e con una persona del calibro di Hancock, che sebbene non stava ricorrendo alla sua abilità, una donna così bella comunque poteva mettere a disagio chi si poneva al suo cospetto, donne simili si vedono molto raramente in giro. Però nella sua mente, ritrattò ciò che disse, forse perché voleva capire e provare a vedere se il suo potere potesse funzionare anche su una succube come Mileth. A quel punto, architettando tale esperimento, la donna posò indice e medio della mano sinistra sotto il mento della giovane, alzandole delicatamente il viso, in modo che lo sguardo della persona evocata potesse incrociare il suo.
    "Rilassati, mia cara. Non devi avere paura di nulla con me, d'accordo? Voglio che tu ti senta pienamente a tuo agio." Concluse, sorridendo con un sorriso acceso ed un'espressione più dolce possibile per permettere a Mileth di guardarla negli occhi. Se gli sguardi fossero rimasti per più di un secondo puntati uno verso l'altro, a quel punto Hancock avrebbe attivato il suo potere, cercando di influenzare il più possibile la mente della succube per capire se era possibile anche su di lei oppure no. Del resto, non le costava nulla provare, al massimo se non avesse funzionato, comunque poteva avanzare delle richieste nei suoi riguardo, tanto era per così dire da contratto che l'evocata esaudisse i desideri di chi l'aveva chiamata.
     
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5 replies since 25/2/2018, 12:08   117 views
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