La prof e il cuoco

role tra me e Deva

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  1. Vanessa Ghiberti
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    *Stava per iniziare il mese di Febbraio, la scuola era ricominciata da una ventina di giorni, dopo le vacanze natalizie, e quindi Elena era tornata a lavoro. Le giornate erano fredde, nella città di Roma, con gli alberi ancora spogli, e un senso di malinconia che aleggiava in sottofondo. Era stata una giornata piena, quella, per la donna. Lezione tutto il giorno, a classi diverse, sia di teoria che di pratica. Inoltre gli studenti non sembravano particolarmente svegli. Se ne stavano tutti a fissare qualcosa in mezzo alle sue gambe, mentre se ne stava a sedere tranquilla sulla cattedra, in minigonna, a gambe semi-aperte. Mah, che strani i ragazzi di oggi. Eppure le mutandine le stava indossando.
    Ma non era finita lì: quello fu il giorno pure per i colloqui. Odiava doversi mettere tutto il pomeriggio a parlare con i genitori, che se osavi dirgli che il loro figlio non stava andando molto bene, qualche critica insomma, se la prendevano sul personale e ti facevano scrivere dall'avvocato. Oggi i genitori sembrano viziare i ragazzi. Oppure qualcun'altro che la accusava di essere sconcia, e che avrebbe dovuto vestirsi in maniera più "consona". "Consona tu madre", rispondeva di solito. "Io me vesto come me pare".
    Elena decise dunque, appena tornata a casa, di farsi una doccia, cambiarsi, e uscire fuori per cenare, si meritava un piccolo compenso per la giornata. Si sarebbe affogata di carbonara.
    Entrando quindi nella zona dei ristoranti e locali vari, tra cui anche nightclub, della sua città, si mise a osservare qualche posto da fuori, con il menù e i prezzi compresi. Entrò in un ristorante quindi, mettendosi a sedere ad un tavolo per due persone, aiutata dal cameriere, il quale non riusciva a credere che una donna così bella fosse andata a cena da sola. Lei sorrise, in effetti avrebbe potuto chiamare uno dei suoi amanti. Va be', non importava. Elena Portava i capelli come a suo solito, con il ciuffo che le copriva l'occhio destro, giallo, lasciando scoperto quello azzurro sinistro. Indossava un maglione color perla, col dolcevita, i suoi preferiti, e si vedevano le forme dei suoi seni prosperosi, così come per i fianchi falcati. Jeans neri e scarpe col tacco basso. Il locale era piuttosto carino, non un ristorante a 5 stelle ma nemmeno una bettola. Osservò l'arredamento: uno stile nuovo, alla moda. Si mette a giocare con le posate, simulando un areoplano col coltello, facendo il rumore della mitragliatrice con la bocca, immaginando di star distruggendo una base militare, cioè il bicchiere per l'acqua. Il cameriere la guarda allibito, lei rimette le cose apposto, arrossendo, e prendendo il menù. Dopo aver fatto la sua scelta, assicuratasi che il ragazzo se ne fosse andato, tornò a giocare con le posate. Non c'erano molte persone dentro, e la cucina aveva una finestra molto lunga orizzontalmente, per poter osservare la sala, e la sala la cucina.*
     
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    La giornata per Drew non era di certo iniziata con tutti i presupposti migliori, dato che il carico di pesce fresco che aveva ordinato la sera prima aveva avuto un contrattempo rimandando l’arrivo di quei prodotti di ben 48 ore, precludendogli anche la possibilità di provare a creare un nuovo e fresco piatto da poter proporre effettivamente ai suoi clienti.
    Aveva ormai già gran parte del piatto pronto, almeno nella sua testa lo era ma in quanto al lato pratico non poteva purtroppo essercene nemmeno l’ombra, il piatto di cui Drew aveva già l’idea in mente sarebbe stato composto da una speciale tartare di tonno fresca circolare dal diametro di 5cm e alta ben 3 cm, il tutto leggermente condito con un filo di olio d’oliva e una piccola spolverata di pepe nero per migliorare il tutto. Ma il piatto ovviamente non era di certo finito così, con una misera tartare di tonno, ovviamente no, ad accompagnare il tutto ovviamente veniva abbinata una classica insalata di mare caratteristica proprio dell’Italia con l’aggiunta però di pomodoro datterino rosso tagliato rigorosamente a julienne.
    La cavolata che fece ancora però più infuriare Drew era il fatto che questo piatto era appena stato aggiunto al menù ufficiale del ristorante nominandolo con l’appellativo di: “Vacanza di mare” ma purtroppo per quella sera avrebbe dovuto menzionare il cameriere di avvisare i clienti che quel piatto era momentaneamente e per forza di cose non disponibile almeno per un tot di giorni, almeno finchè appunto non sarebbero arrivati i prodotti. Finalmente quella giornata stava volgendo al termine dato che erano le 19:30 e finalmente era appunto ora di iniziare finalmente il servizio, dove avrebbe potuto svagarsi un po’ dopo quella giornata non di certo splendida per i suoi obbiettivi. Arrivato finalmente al locale iniziò a cambiarsi mettendosi la sua giacca da chef caratteristica e come copricapo una bandana nera per impedire la possibile caduta di un capello su un piatto da servire, mentre nella parte inferiore indossava un pantalone nero con tanto di scarpa classica anch’essa nera. La serata tutto sommato volgeva al meglio ed i clienti parevano anche abbastanza soddisfatti e la cosa non potè che far felice Drew, verso circa le 21 di sera entrò nel locale una donna al quanto singolare e che probabilmente era proprio la prima volta che la vedeva entrare nel suo locale, la vide anche grazie al cameriere che si era avvicinato alla finestra da dove venivano passate le ordinazioni a Drew.

    Drew la signora al tavolo quattro vuole una Vacanza di mare
    Come una vacanza di mare? Ma cazzo non ci stanno i prodotti per fare quel piatto, te l’ho detto prima di iniziare il servizio no?
    Ehm… a dire la verità quando sei arrivato non mi hai detto niente riguardo a questa mancanza, vado a scusarmi con la signora….
    No lasca perdere, dammi due minuti e vado io. Tavolo quattro giusto?
    Era appena successo un errore abbastanza grave, Drew si era dimenticato di avvertire il cameriere che appunto i prodotti per quel piatto non erano di certo arrivati e quindi bisognava pur in qualche modo rimediare al disagio causato alla signora. Finì di comporre un piatto destinato ad un altro tavolo e prima di precipitarsi al tavolo numero 4 si tolse la bandana sistemandosi i capelli arruffati cercando di risultare più presentabile. Arrivato davanti al tavolo si trovò piacevolmente colpito dalla bella presenza che manifestava quella donna e dal modo in cui si era vestita anche in modo piuttosto impeccabile, ad occhio e croce sembrava qualche anno più grande di Drew ma di certo vedere a pochi metri di distanza una donna di bella presenza così lo faceva in un certo senso più contento.
    Piacere signora, sono Drew lo chef di questo ristorante. Mi duole informarla che per una mia mancanza il piatto che ha scelto è momentaneamente non disponibile. Per questa mia svista mi permetta di risarcirla offrendole un piatto direttamente spesato dalla casa. E se posso consigliarle, il tacchino in salsa piccante oppure il filetto al pepe nero sono assolutamente una bomba
    Cercò di scusarsi mentre rimase li in attesa del nuovo ordine da parte della signora.
     
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  3. Vanessa Ghiberti
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    Elena non passò inosservata nemmeno agli altri commensali. Era una che non passava mai inosservata, del resto e come poteva? Con quelle forme e tutto il resto, era una gran gnocca. Due ragazzi in due coppiette, ai tavoli, si voltano a guardarla, uno con la bava alla bocca, e le loro reciproche fidanzate se ne lamentarono, prendendoli a schiaffi quasi. Elena rise. C'era anche chi la osservava non con perversione, ma con ammirazione, come quando si contempla un quadro. A lei piaceva sentirsi al centro dell'attenzione, apprezzata, ma non degnò nessuno di uno sguardo, che crudele. Si mise a battere ritmicamente le dita sul tavolo, osservandosi lo smalto rosso che si era messa, appoggiando una guancia sull'altra mano. Alza lo sguardo di nuovo su quella finestra sulla cucina, che ormai andava di moda così. Si mette a guardarne gli interni, e a osservare i cuochi che facevano il loro lavoro. Chissà come doveva essere lavorare in una cucina? una vera rottura. L'idea di avere solo un giorno libero a settimana, e di dover lavorare per le feste, e ancora di più del normale, bastava per farla inorridire. Dover passare il natale a lavorare fino a tardi, invece di stare a casa e pranzare con la propria famiglia...e chissà come doveva essere la situazione quando gli ordini arrivano uno dopo l'altro, comanda dopo comanda, fino a riempire l'elenco. Insomma, c'era da impazzire se non si sapeva come lavorare per bene e in fretta.
    Dopo essersi persa un attimo in quei pensieri, la sua attenzione viene catturata da quello che sembrava lo chef, che vede discutere con lo stesso cameriere che l'aveva servita. Era un bell'uomo, notevolmente figo, e di sicuro ci sapeva fare col suo lavoro. Lo osserva all'opera, per poi aggrottare la fronte, stupita nel vederlo uscire dalla cucina diretto proprio verso di lei.
    Fa per aprire la bocca per dire qualcosa, ma rimane ancora più stupita dalla sua proposta. Che galante! Le sarebbe piaciuto accettare, ma non sentiva che fosse giusto. Gli sorride, permettendosi di carezzargli una mano. Sente il suo tocco femminile, delicato


    Oh ma si figuri chef, che sarà mai, basta che ordino un altro piatto, non sono rimasta ad aspettare del resto. Facciamo che prendo il tacchino in salsa piccante, che è qualcosa che mi sembra più particolare, e un dessert come una pannacotta che la adoro. Se mi vuole offire qualcosa, accetto un invito galante per domani, solo io e lei. Gli stringe un attimo la mano Oppure anche solo il caffè lì al bancone, come preferisce.

    Ridacchia, lasciandolo andare
     
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    Signora, guardi è un fatto di principio che non posso sopportare, il non poter offrire al cliente il piatto desiderato mi causa un certo rammarico. Allora vada per il tacchino in salsa piccante e panna cotta. Bhe riguardo all’incontro galante penso proprio non ci sia affatto nessun problema a riguardo
    Sorrise alla signora dopo aver preso di nuovo l’ordinazione ed accettò con molta cortesia la proposta di un invito galante, in fin dei conti era sempre bello qualche volta staccare per un po’ il bottone e divertirsi normalmente senza pensare ad altro o al proprio lavoro. Salutò per il momento la signora iniziando a dirigersi verso la cucina, mentre camminava prese dalla tasca destra la bandana nera rimettendosela nuovamente.
    Una volta arrivato in cucina iniziò definitivamente la lavorazione del piatto ordinato in precedenza, prese dal frigo della cucina un pezzo intero di tacchino fresco e con un coltello particolare da cucina iniziò a sfilettarlo, tagliando inizialmente il petto a metà e levando anche il residuo di ossatura rimasta. Quando finì di pulire il pezzo di carne, lo iniziò a tagliare a fette lasciandolo per il momento da una parte dato che appunto il piatto non era minimamente completo. Era però arrivato il momento di realizzare la salsa piccante, prese metà cipolla rimasta li in precedenza tagliandola a dadini piuttosto fini per poi adagiarla in un contenitore cilindrico alto circa 15 cm.
    Dopo aver tagliato la cipolla, pulì un pezzo di alio tagliandolo a metà e buttandolo anche lui centro quel contenitore cilindrico, ora toccava al pezzo forte, prese un peperoncino tagliandolo a rondelle lasciandolo coi i semi. Prese un peperone verde tagliandolo a metà ed eliminando i semi e i filamenti interni, pulito finalmente il peperone venne poi tagliato a cubetti venendo successivamente collocato dentro al contenitore cilindrico. Una volta preparato la base per la salsa, Drew prese dal cassetto sotto la cucina un frullatore andando poi appunto a frullare il tutto.
    Dopo aver preparato la salsa, la collocò dentro ad una padella che era posizionata sopra il fuoco andando a completare il tutto inserendo nella padella con la salsa cinque pomodorini cigliegini tagliati a metà. Non appena la salsa era abbastanza Drew inserì le fette di tacchino iniziandolo finalmente a cuocere. Mentre il tacchino cuoceva iniziò a preparare una piccola insalatina leggera contenente anch’essa dei pomodori cigliegini tagliati sempre a metà. Il piatto era finalmente completato e bastava solo inpiattare, prese un piatto rettangolare lungo 25 cm e alto 10 cm, dove sulla sinistra venne posato in orizzontale le fettine di tacchino ricoperte di salsa piccante mentre sulla destra venne servita l’insalatina leggera condita con un po’ di olio d’oliva, aceto e sale.
    Il piatto finalmente era pronto per essere servito, Drew prese il piatto e si diresse nuovamente al tavolo quattro.

    Ecco signora il piatto che ha ordinato, spero sia di suo gradimento. Per quanto riguarda la panna cotta verrà dopo il cameriere a servirla, appena ovviamente lei ci darà l’ok per procedere con il dolce. Comunque, se le va dopo finito il servizio potrei offrirle un caffè oppure un buon calice di vino. Che ne dice?
    Il torto al cliente era in un certo senso ripagato, o almeno lo sperava, anche se dentro di se si chiedeva se quella signora sapesse che il piatto che aveva ordinato avrebbe solleticato le zone erogene del cliente in questione.
     
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  5. Vanessa Ghiberti
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    Accavalla le sensuali e lunghe gambe, per poi dondolare il piede, mentre ascoltava lo chef. Si sentiva quasi onorata che il capo della cucina fosse uscito fuori apposta per lei, per scusarsi e prenderle l'ordinazione. Era da un po' che non trovava un uomo come quello...bello e capace, sicuro di sé anche, sembrava. Drew poteva notare che la signora portava quasi una quinta di seno, sembravano succose e morbide, molto invitanti. Ridacchia al suo accettare l'invito, e lo fissa mentre se ne torna in cucina, senza staccargli gli occhi di dosso nemmeno mentre stava preparandole il nuovo piatto. Si sentiva un profumino già da lì! Lo vede tornare, mentre reggeva in mano il piatto, che posa sulla tavola, davanti, ancora ben caldo. Il tacchino era buono anche freddo, comunque. Non vi si avventa subito, ma rimane ad osservalo, a studiarlo e gustarsi la creazione dell'uomo prima con gli occhi. Poi con il naso, mettendosi a sentire il buon profumo che mandava, con una nota piccantina che le fa pizzicare il naso. Se lo stropiccica un pochino, per poi sorridere allo chef

    La presentazione è bella, colorata, invitante. Fa venire l'acquolina in bocca. Nonostante mi piaccia molto anche il filetto di manzo, il tacchino è una carne che non cucino spesso, per cui ho optato per qualcosa di più caratteristico. Quando vado al ristorante, infatti, non mi piace prendere le solite cose che mangio tutti i giorni o che so far bene da me, non ha senso. Vado sempre per qualcosa di nuovo, per sperimentare nuovi gusti, sapori, odori, consistenze, abbinamenti. Ancora meglio ciò in cui la casa è specializzata, o che prevede i prodotti di stagione, anche se in realtà adesso non è quella per i pomodorini Infilza uno dei pomodorini dell'insalata, mangiandoselo in un boccone Ma non è un problema. Ebbene, sentiamo com'è questo tacchino, che se non sbaglio è una carne non molto consumata in Italia.

    Si arma anche del coltello, e taglia a metà una delle due fette, macchiata di salsa, per poi mettersela in bocca. Fa scorrere le labbra carnose sulla forchetta, baciandola quasi, e mettendosi a masticare, gustandosi la carne saporita e quella salsetta che ci stava proprio bene, perché rendeva il boccone più morbido, più facile da mandar giù, e dava quel sapore piccante in più che a lei piaceva. Non era molto forte, e ciò era una giusta cosa. Mangia anche l'altra fetta, e metà di un'altra fetta ancora, accompagnando il boccone con l'insalata.

    mmh...è ottimo. Complimenti davvero, chef. Mi piace anche il fatto che mi stia facendo da cameriere.

    Sorride, per poi continuare il suo pasto, aggiungendo anche il pane dal cestino. Buono, si sentiva che fosse fatto in casa

    Anche il pane lo fa lei?...v-vada bene il...calice di vino.

    Arrossisce improvvisamente, e si sente un po' strana. Si sente come...eccitata, le si induriscono i capezzoli, si sente più calda. Che stava succedendo? Lo chef era figo sì ma lei non era certo la tipa da eccitarsi così a caso come una ragazzina. Cerca di non farlo notare, mandando giù un bicchiere d'acqua. Dopo una dozzina di secondi di pausa, torna al suo pasto, mangiando un'altra fetta di tacchino, macchiandosi le labbra con la salsa rossa, che poi si lecca via e si pulisce subito dopo col tovagliolo.
    C'era qualcosa di strano in quel piatto. Lo aveva finito, le era piaciuto molto, ma da quando ha iniziato a mangiarlo si è sentita...eccitata! Si sente quasi come se qualcosa le stesse stimolando la figa, i capezzoli...beve un bicchiere d'acqua


    Aaa-ah....c-cameriere, mi porti la pannacotta e un'altra bottiglia d'acqua per favore.

    Sorride, puntando lo sguardo verso lo chef in cucina. Che avesse messo qualcosa di strano nella pietanza?

    Edited by Vanessa Ghiberti - 31/1/2018, 15:11
     
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    Rimase sorpreso dalla reazione della donna mentre assaggiava il piatto con più o meno la maggior parte degli organi sensoriali di cui il corpo era disposto, vederla così indaffarata cercando di capire come avesse eseguito un tale piatto di certo non poteva che far contendo Drew di quella reazione.
    Vederla li a gustarsi quel piatto con una certa classe aumentò ancora di più la soddisfazione di vedere un cliente soddisfatto, anche perché doveva comunque riscattarsi ai danni della signora per la mancanza del piatto desiderato. Accennò un sorriso mentre continuava a vederla cibarsi del tacchino tanto che le fece un piccolo applauso come ringraziamento.

    Bhe signora, dipende comunque sempre dal cuoco che prepara il piatto in questione valorizzare al meglio il prodotto che si intende proporre. Alla fine e l’obbligo di un cuoco soddisfare il desiderio del cliente al migliore delle possibilità
    L’effetto del piatto iniziava a farsi sentire, infatti la stimolazione del piatto servito da Drew aveva iniziato a fare effetto, la signora sembrava accaldata ed era diventata abbastanza rossa in volto. Mentre cercava di non far notare questo effetto “collaterale” di cui molto probabilmente lei non aveva la minima idea di cosa si trattasse aveva iniziato anche in un certo senso a balbettare ed in pochi istanti si era scolata quasi completamente una bottiglia d’acqua risultando abbastanza strana.
    Ovviamente come poteva sapere lei che in quel ristorante i clienti andavano proprio per assaporare piatti prelibati ma in grado di influenzare le emozioni di chi li assaggiava, probabilmente venne colta in contro piede da questa stramba reazione che gli causò quella pietanza

    Signora non ho messo nulla di strano in quella salsa, non pensi male. Anzi le dirò di più, in questo locale i clienti vengono per assaggiare la mia cucina.
    Le spiego brevemente una cosa, in questo ristorante alcuni piatti sono ben mirati non solo per essere favolosi al palato ma per rievocare emozioni passate o addirittura farle fuoriuscire nel momento stesso in cui ci ciba

    Spiegò in un certo senso la causa di questo cambiamento fisico che stava provando la signora, ma non era di certo finita qui la spiegazione. Nel frattempo il cameriere si era apprestato a portare la panna cotta ed una nuova bottiglia d’acqua ordinata in precedenza.
    …Per essere più chiaro il piatto che ha scelto lei ha una singolare particolarità, le zone erogene del corpo verranno solleticate andando quasi a creare una sorta di stimolazione. Lo so che magari stò risultando stupido nel dirle questo ma deve credermi.
    Questo piatto poi è stato perfezionato da me medesimo nel corso degli anni e grazie ad un aiuto speciale è diventato quello che oggi lei ha assaggiato. Spero sia stato comunque di suo gradimento

    Concluse la spiegazione definitivamente, ma un buon cuoco di certo non poteva rivelare tutti i segreti ad un sconosciuto o sconosciuta in questo caso. Magari poteva sembrare un po’ logorroico con quella spiegazione, ma cercò di farlo in modo più professionale possibile. Probabilmente la signora sarebbe rimasta spiazzata e anche incredula di quello che le aveva appena detto, ovviamente essendo una prima esperienza di quel genere poteva naturalmente risultare strana e al tempo stesso difficile da credere. Chiunque come la signora avrebbe pensato che per causare quell’effetto c’era dietro un utilizzo di droghe o roba simile, ma quello non era di certo il locale dove venivano effettuati colpi così bassi come il drogare volgarmente un cliente.
     
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  7. Vanessa Ghiberti
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    .......

    Rimase ad ascoltare lo chef, a bocca semi aperta, per poi chiuderla e serrare i denti, cercando di trattenere i gemiti, sempre accaldata e con le guance rosse. Abbassa lo sguardo, chiudendo gli occhi e sorridendo, mentre stringeva con la mano femminile il tovagliolo di stoffa bianca, sulla tovaglia rossa. Elena era stupita e divertita allo stesso tempo, si sentiva davvero come stimolata nei punti sensibili, bagnandosi un po' là sotto come conseguenza. Gli credeva eccome, nonostante fosse qualcosa che non avesse mai visto o provato, ma le sembra di ricordare che un'amica tempo fa le parlò di un ristorante proprio a Roma, famoso per questi tipi di piatti.

    L-le credo, chef. Lei ha...pe-pensato bene di suggerirmi un piatto per st-timolarmi ed eccitarmi...eh? Se mi riduce così solo con la sua cucina, quindi indirettamente, chissà che cosa è in grado di farmi...a letto. Sarei curiosa di scoprirlo. Ahah!

    Ridacchia, per poi porgergli il piatto vuoto da portare via. Avevo sentito parlare di una cucina con questa particolarità, una volta, ma non credevo di esserci finita stasera, e per caso. E' stata un'esperienza davvero...piacevole. Anf. Mi porti il dolce adesso, per cortesia. Gradirei provare un dessert con un altro effetto sulla mia emotività, che ne sono? Magari qualcosa che mi faccia rivivere nitidamente un ricordo, un bel ricordo, o malinconico, così poi potrò consolarmi tra le sue braccia. E non si dimentichi del vino che si era promesso di offrirmi.

    Si sistema il ciuffo di capelli, mandandoselo dietro all'orecchio, lasciando scoperto il suo occhio destro, che spiccava subito per il suo colore giallo paglierino, in netto contrasto con l'occhio azzurro di sinistra. Disaccavalla le gambe, mandandosi un po' indietro con la schiena, sul dorso della sedia, facendogli ammirare anche il suo seno grosso e sballonzolante. Sorride con confidenza, sembrava essersi già ripreca dall'eccitazione provocata dal piatto. Doveva essere una donna forte.
     
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    Ahah signora io le ho semplicemente proposto il mio cavallo di battaglia, deve sapere che è parecchi anni che perfeziono quel piatto dato che il tacchino non è proprio una carne che tutti prediligono…
    Ridacchiò divertito mentre la reazione del piatto stava evidentemente facendo effetto sulla signora che divenne ancora più rossa in volto e mentre parlava la maggior parte delle volte non riusciva del tutto a dire una parola al primo colpo. Evidentemente l’esperienza fatta nel perfezionare quel piatto utilizzando anche una carne non di certo prediletta dalla maggior parte dei clienti stava dando un risultato inaspettato ma sicuramente piacevole per chi aveva messo anima e corpo a realizzarlo.
    Gli sorrise quando la signora esternò a qualcosa di più fisico dovuto all’eccitazione, ovvero il sesso, non aveva certamente tutti i torti la signora ma doveva capire che in quel momento il Drew che aveva davanti era appunto il Drew cuoco in servizio e non l’uomo disposto magari anche a divertirsi con la signora, doveva comunque mantenere un atteggiamento professionale anche se a volte si lasciava scappare qualche risatina soffocata nel vederla resistere agli effetti del piatto. Era fisicamente la prima volta che vedeva su un cliente che aveva servito gli effetti veri e propri della sua speciale abilità, dato che ovviamente sapeva cosa succedeva nella creazione di certi tipi di piatti ma ovviamente mentre era in servizio non poteva di certo buttare li tutto per vedere la reazione delle persone.

    Mmm interessante il suo atteggiamento, bhe vediamo un po’… Mi faccia pensare…
    Bhe forse ho trovato un piatto giusto per quello che desidera

    Signora ecco la panna cotta che aveva ordinato
    Non credo che ora la signora la mangi ma io intanto torno di la che la signora ha ordinato altro
    ….Va bene allora
    Detto questo Drew fece un cenno con la mano come per salutare la signora, ovviamente non si era scordato della proposta che aveva fatto per la signore post servizio ma per il momento doveva comunque portare a termine il servizio e soprattutto l’ordinazione che la signora aveva chiesto.
    Non appena fù tornato dentro la cucina si diresse verso il frigo dove prese cinque uova, del latte e una piccola ciottola di vetro, iniziò col spaccare le uova andandole a buttare poi nella ciottola di vetro presa in precedenza, dopo averle messe nella ciottola ci versò il bicchiere di latte preso in precedenza dal frigo andando a mescolare il tutto con la apposita frusta.
    Al piatto ovviamente mancavano ancora alcuni minuti prima di essere effettivamente pronto, mentre la signora al tavolo quattro per il momento era rimasta li da sola con ancora il piattino di panna cotta li in mezzo al tavolo adagiato precedentemente dal cameriere che sembrava un po’ a disagio riguardo la situazione che si era venuta a creare quella sera.
     
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    Inclina il viso, appoggiando la guancia sul palmo della mano, sorreggendosi col gomito sul tavolo, e continuando a fissare l'uomo con un certo interesse. Non sentiva più gli effetti eccitanti della pietanza.

    Mmmh...e si sente che lo ha perfezionato, era ottimo! sorride, andando poi con l'altra mano a toccarsi un po' il seno, a stuzzicarsi i capezzoli, strusciando un po' le gambe una contro l'altra, con uno sguardo malizioso e stava facendo davvero effetto...adesso mi porti questo dolce incredibile. Oh? ah la pannacotta...venga venga, non si preoccupi, mi mangio anche questa. Una volta ogni tanto me lo posso permettere!

    Esclama, contenta, prendendo il cucchiaino e mettendosi a mangiare quella coppa bianca di panna dolce e gelatinosa. Apprezzò anche lo sciroppo alla fragola messo sopra, che smorzava il sapore grasso della panna, dandogli una nota di dolcezza in più, ma diversa. La consistenza era perfetta, pure bella lucida e quindi invitante. La finisce in quattro e quattr'otto, per poi ringraziare il cameriere che si congedò, portando via il piattino. Elena si mise a dondolare un poco sulla sedia, lanciando lo sguardo verso la finestra della cucina, ma Drew in quel momento era in un'angolazione tale da non poter essere visto. Si rigira la forchetta tra le dita, ancora un po' sporca di salsa rossa. Quella pannacotta era molto buona pur essendo un piatto normale: non si sentiva strani effetti addosso, o di emotività. E a proposito di ciò, chissà cosa gli avrebbe provocato il prossimo piatto.
    Vede finalmente Drew uscire e dirigersi verso di lei. Gli sorride e saluta con la mano, osservando poi il piatto che aveva in mano, rimanendo a fissarlo anche quando se lo ritrova davanti, posato sulla tavola, per studiarlo. Era una omelette soufflè dolce, secondo la presentazione dello chef. L'aspetto era molto simile a una ordinaria omelette, appunto, ma era più carina, fumava ben calda con lo zucchero e la cannella spolverati sopra, accompagnata pure da una marmellata al lampone. Ringrazia lo chef, per poi andare a prenderne un pezzo con la forchettina apposta, tagliente da un lato. Lo annusa.
    C'è anche la vaniglia, giusto? Se la mette in bocca, masticando e mandando giù. Era un dessert gradevole, dolce ma non troppo, leggero. Prende anche un pezzetto di marmellata, accompagnandoci il boccone seguente, e così via fino a che non arrivò a metà. Non le sembrava niente di straordinario, a dire il vero, ancora effetti strani non ne sentiva. La finisce, lasciando il piatto vuoto solo un po' sporcato da marmellata e zucchero

    Delicata e deliziosa, perfetta per colazione, ma non sento...!

    Sussulta, come non detto: si sente pervadere all'improvviso da una strana sensazione. Piacevole, come di calore. Le torna in mente un ricordo...ben nitido e vivo: lei, all'ospedale, che teneva in braccio suo figlio, da poco partorito. Era stata una gran fatica e un gran dolore da sopportare, ma ne era valsa la pena: quel pargolino era paffutello e le sembrava la cosa più bella del mondo, sentì l'amore di una madre per la prima volta. Se lo strige al petto, carezzandolo piano con una guancia, mentre qualche lacrima le rigava il volto. Aveva solo 17 anni.
    Stringe la forchetta che teneva in mano, ritrovandosi di colpo nel presente. Una lacrima le esce anche adesso, dal suo occhio azzurro, ma sorride allo chef, alzandosi in piedi e abbracciandolo di colpo


    Grazie...per avermi fatto rivivere il momento più bello dei miei 36 anni di vita. La sua cucina è miracolosa, è qualcosa di più di un'arte effimera.

    Lo stringe a sé, per poi lasciarlo andare, fissandolo negli occhi La prego, chef, passi il resto della serata con me.
     
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    Finalmente anche l’ultima ordinazione che aveva chiesto la signora e la li sul tavolo in attesa di venir definitivamente pappata una volta per tutte. Notò anche con piacere che la panna cotta era stata di notevole gradimento dato che era stata fatta fuori e di certo la cosa non poteva che far piacere a Drew, proporre i migliori piatti per donare quel un po’ di minuti felici e diversi a chi si prendeva la briga di venire fino a quel locale per passare una cena un po’ diversa.
    Vedere la signora analizzare per cercare di capire cosa c’era in quella omelette lo aveva fatto in un certo senso sorridere, era una cliente piuttosto simpatica e nonostante l’età quando assaggiava i piatti che gli aveva proposto sembrava una bambina appena entrata in un negozio di caramelle ansiosa finalmente di comprare il dolcetto che desiderava. Era comunque una bella sensazione da provare sulla propria pelle ma vederla li ad addentare quella omelette comunque con un certo gusto lo fece sentir in qualche modo contento.

    Yessa ci ha beccato in pieno, comunque aspe…
    Stava per finire la frase invitandola ad aspettare che prima o poi la reazione si sarebbe fatta sentire, ma non fece in tempo. La vide sussultare e probabilmente la causa di questo suo sussulto era a mani bassissime dovuta proprio all’effetto sulla omelette che chissà quale ricordo gli fece ritornare in mente. Ovviamente sperava a qualche ricordo speciale ma soprattutto importante per lei, si inarcò un attimo in avanti molto sorpreso nel vederla piangere da un occhio accorgendosi solo in quel momento che la signora due occhi di colore diverso l’uno dall’altro. Uno di colore giallo ed uno di colore blu, una accoppiata di colori strana ma al tempo stesso interessante, si avvicinò ancora di più a lei per guardarla meglio negli occhi e si accorse che effettivamente stava veramente piangendo. Quando la signora tornò con la mente nel mondo reale Drew venne abbracciato da lei con una certa foga, si trovò per qualche secondo spiazzato da quella reazione mentre col petto era appoggiato contro i seni prosperosi della donna guardandola dritta in volto.
    Ora che la vedeva meglio si era accorto che in effetti quella era in tutti i sensi una bella donna e questa singolarità oculare la faceva sembrare ancora più bella.

    Ma perché sta piangendo? E’ semplicemente il mio lavoro, cercare per quanto mi è possibile il rendere felici le persone.
    Non sarebbe di certo un problema, voglio dire alla fine dei conti gli avevo promesso un calice di vino no?

    Le asciugò la lacrima fuoriuscita dall’occhio sinistro mentre la signora gli aveva chiesto senza mezzi termini la possibilità di concludere magari prima il suo servizio e passare una serata con lei. Di certo la proposta non era affatto una brutta idea, anzi era una cosa gli avrebbe anche fatto più che piacere dato che quella signora si era mostrata così disponibile e cordiale verso i suoi confronti ma soprattutto allo sbaglio del cameriere.
    Per fortuna mancavano pochi minuti alla fine del servizio serale, anche perché nel frattempo i clienti rimasti nel locale si erano apprestati a pagare il conto per poi uscire, pure il cameriere che aveva servito prima la signora era andato a cambiarsi per tornarsene a casa.

    Credo proprio che il suo desiderio possa essere realizzato, in effetti il servisio è praticamente finito e fra non molto sarà tutto spento….. Stia attenta ai fantasmi ahah
    Ridacchiò divertito facendo riferimento alla possibile presenza di fantasmi presente nel locale dopo la chiusura, ma ovviamente non c’era nulla di vero era solo per far prendere più paura alla signora. Si staccò da quell’abbraccio dirigendosi verso il bancone dove dietro era collocata una pila di bottiglie di vino collocate tutte nella loro postazione. Prese due calici da sotto il tavolo posizionandoli sul bancone e dalla pila selezionò un vino merlot andando a stapparlo con il cavatappi e servendolo in entrambi i bicchieri.
    Ecco a lei il calice promesso in precedenza. Spero le piaccia il Merlot
     
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  11. Vanessa Ghiberti
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    Se lo stringeva a sé, in quell'abbraccio sinceramente di affetto, mentre poggiava il mento sulla sua solida spalla. Non era conforto ciò che cercava da lui...non si sentiva triste, nonostante la lacrima. Si sentiva felice! Voleva ringraziarlo, esprimergli il suo affetto. Non credeva che fosse possibile qualcosa del genere: le era sembrato davvero di rivivere quel glorioso momento. Le era tornato alla mente, così vivido, nitido, sia le immagini, suoni, colori...la cucina di quell'uomo era miracolosa. Ma come faceva? Si domandò. Evitò però di chiederglielo, del resto ogni chef ha i propri segreti. Lo lascia andare, staccandosi da lui e mettendo le braccia dietro alla schiena, guardandolo un po' divertita; con ancora il segno della riga sul volto. In quel modo teneva i seni piuttosto esposti

    Le chiedo scusa, chef, magari non le ha fatto piacere farsi abbracciare così da una sconosciuta. Oh, vedo che è ora di chiusura.

    Volta lo sguardo verso i pochi commensali rimasti che se ne stavano andando, dopo essersi rivestiti e aver pagato il conto alla cassa. C'era una coppietta di ragazzi giovani, belli e innamorati. Sospira, guardandoli un poco nostalgica, perché ripensa a quando il suo ragazzo...cioè, i suoi ragazzi, cioè, i suoi tanti ragazzi, la portavano a cena. Non che non avesse pretendenti adesso, però le mancava un po' qualcuno da amare effettivamente. I ragazzi erano solo interessati al suo corpo e alla sua esperienza, non al suo cuore. Forse sarebbe stato più facile con un uomo, per quello. Che cosa complicata, l'amore! dopo 36 anni di vita ancora non ne era venuta a capo. Torna a guardare gli occhi di Drew, per poi sedersi e prendere in mano il calice di vino, che fa ballare un poco, annusandolo subito dopo. Chiude gli occhi e ne beve un buon sorso.

    Mmmh...non sono un'enologa, ma direi che è ottimo. Grazie. Tu non lo bevi? Posso darti del tu giusto? Adesso siamo soli...eheh... fammi compagnia su...o hai una famiglia a casa dalla quale tornare?

    Patta il posto accanto al suo, per poi guardarlo incuriosita, inclinando un poco il capo. La sua mano impugnava il bicchiere con grazia, facendo volteggiare il vino, e bevendone un altro sorso.
     
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    La signora sembrava non essere stata contenta dallo sbracciamento di Drew ma comunque alla fine dei conti le aveva promesso un calice di vino ed un calice di vino aveva avuto!
    Finalmente lo aveva raggiunto al bancone dove di solito il cliente si fermava a chiedere un drink oppure ancora meglio a pagare il conto, i due calici di vino erano li pronti per essere degustati di certo non da due sommelier ma di sicuro due persone in grado di godersi quei pochi minuti di riposo sorseggiando un buon vino di notevole prestigio. Vederla in un contesto ora più formale era di certo molto meglio che in un contesto lavorativo e vederla sorseggiare quel vino in maniera così elegante era sicuramente una bella cosa da vedere.

    Ma certamente che può darmi del tu! Alla fine il servizio è finito e quindi posso addottare un atteggiamento diciamo più alla buona
    Rispose alla donna mentre mise nuovamente sul tavolo la bottiglia di merlot, si spostò nuovamente da quella zona e stavolta di andò a sedere vicino alla signora prendendo poi il calice di vino e sorseggiandone un goccio, per poi rimettere il calice posato sulla tavola.
    Non ho proprio nulla in contrario a fare compagnia ad una bella signora come lei, spero non si offenda se la chiamo così.
    Non ho nessuno che mi aspetta ma una cosa, perché prima stava piangendo?

    Domandò senza mezzi termini alla donna riguardo alle lacrime di prima, in fin dei conti se aveva vissuto una brutta esperienza sperava almeno di saperlo, anche perché quella cosa gli era rimasta impressa nella mente. Non voleva di certo essere la causa di tristezza per quella povera donna che sembrava tra l’altro molto simpatica e soprattutto disponibile.
    Si rigirò verso di lei guardandola nuovamente nei suoi occhi singolari ma comunque interessanti e bellissimi, ora che poteva vederla sicuramente meglio si accorse che fisicamente era di certo una gran bella donna dalle forme invitanti. Il suo corpo era abbondante ma non troppo, il viso pulito e delicato unito a quella particolarità oculare e a della labbra carnose, il seno abbondante ed invitante bastavano solo questi piccoli particolari già per essere una trappola per gli uomini piuttosto forte e di certo Drew non faceva differenza.
    Sorseggiò nuovamente un goccio di quel vino dal sapore spettacolare.

    Permettimi una ulteriore domanda, se posso.
    Potrei sapere il tuo nome? E soprattutto questa sera a cena si è divertita?

    Forse Drew in quel momento sarebbe risultato logorroico con quelle domande ma in fin dei conti ora che erano soli voleva conoscerla un po’ meglio, anche perché di certo la compagnia di una persona solare come lei dopo una serata faticosa non poteva che far contento Drew.
    Sorseggiò nuovamente il vino concludendo il bicchiere rigirandosi nuovamente verso di lei.
     
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