[Operazione] Corriere che scotta

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  1. Shirosaki Ogihci™
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    Appaio per un po', scompaio per molto...

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    L'impiegato alla guida non quantificò i chilometri che avrebbero dovuto fare per raggiungere la destinazione e consegnare il denaro al legittimo proprietario, ma sembrava sapere dove doveva andare e Duncan dovette in qualche modo fidarsi di lui, anche perché pensava che prima avessero effettuato la consegna, prima avrebbe portato a termine quell'incarico non del tutto entusiasmante. La giornata era particolarmente limpida a Londra, sulla superstrada che conduceva all'esterno della città non v'era molto traffico, sebbene stessero girando nel mezzo della settimana, dunque dovendo fare i conti anche con la frenesia degli abitanti e dei lavoratori della capitale britannica. Il ragazzo si pose entrambe le mani dietro la testa e si abbassò leggermente il sedile all'indietro, cercando di rilassarsi un po', ma non chiudendo gli occhi, anzi.
    "Ti è mai capitato di essere assalito mentre trasportavi qualcosa di valore su un blindato?" Domandò dal nulla Duncan, rivolgendosi proprio all'autista che silenziosamente continuava a guidare il mezzo e a restare concentrato su ciò che vedeva di fronte a sé.
    "No, mai. Però alcune volte che il mezzo misteriosamente sparisse facendo perdere il carico, nonostante il veicolo fosse rintracciabile dai computer della sicurezza della banca. Probabilmente era gente esperta che sapeva fare rapine." Rispose l'impiegato, non degnando di uno sguardo l'agente ma continuando a guardare la strada. A quelle parole, Duncan alzò il sopracciglio sinistro, come se si fosse incuriosito del fatto che qualche volta era capitato che qualcuno facesse sparire un mezzo blindato ed il suo carico. A Londra c'erano persone di ogni genere, doveva prevedere che, così come c'erano dei licantropi, c'erano anche degli esperti nei furti e nel sabotaggio di mezzi tecnologici. Delle informazioni in più che gli sarebbero servite per conoscere meglio i criminali che avrebbe dovuto fermare e sconfiggere. Dopo alcuni chilometri, l'impiegato decise di uscire dalla superstrada, percorrendo una strada secondaria, che a poco a poco, li fece allontanare dalla metropoli ed introdurre in aperta campagna, dove il numero di abitazioni era diminuito drasticamente, era un luogo parecchio isolato. Duncan cominciò a guardarsi attorno e domandarsi se quel signore ricco avesse un'enorme villa in una zona così rurale. Ma piano piano quelle poche case che c'erano stavano sparendo alla vista, lasciando il posto solamente a stradine in mezzo a qualche piccola foresta. Il veicolo cominciò a rallentare non appena si ritrovarono su una strada sterrata, circondata da alberi non troppo alti, fino a che ad un tratto l'impiegato non fermò l'auto.
    "Ehi ma... Dove siamo qui? Non vedo case, perché ci siamo fermati?" Chiese un po' preoccupato il ragazzo che si rizzò in piedi, guardandosi attorno.
    "Sai qual è la cosa che caratterizzava quelle sparizioni? Che tutti gli agenti che scortavano l'autista sono spariti misteriosamente. Anzi, per la precisione... Li ho uccisi io!" Rispose l'impiegato che tirò fuori dal nulla un pugnale ben affilato, mostrando sul volto un ghigno malvagio e puntando la lama verso il viso di Duncan. A quel punto, il ragazzo capì che quell'uomo era solamente un ladro che di tanto in tanto riusciva a far sparire le tracce del mezzo che guidava per rubare la merce che trasportava. In quel momento, l'uomo premendo un bottone di un congegno attaccato alla cintura, fece spuntare dagli avambracci, delle spine di metallo, scoprendo due rivestimenti che gli coprivano i polsi. Sembrava attrezzato proprio per difendersi ed attaccare coloro che avrebbero ostacolato i suoi piani.
    "Ora, scendi dall'auto!" Esclamò con tono minaccioso l'impiegato e Duncan senza dire una parola, ma osservando la punta dell'arma e poi lui, obbedì a quelle parole e lentamente aprì la porta e scese dal mezzo. A sua volta fece quell'uomo, che girò il mezzo dalla parte anteriore e si pose di fronte all'agente, sempre tenendo il coltello in mano e puntandolo contro di lui.
    "Adesso, girati ed alza le mani!" Aggiunse, sempre con voce cattiva ed autoritaria e Duncan acconsentì anche a quel comando, voltandosi lentamente ed alzando le mani.
    "Che cosa hai intenzione di fare? Guarda che non finirà bene, lo sai vero?" Rispose il ragazzo, con un tono di voce sicuro, come di una persona che sapeva quale potesse essere l'esito di quella situazione, nonostante desse l'apparenza di non poter rispondere alle minacce.
    "Chiudi quella cazzo di bocca!! Inginocchiati, ORA!!!" Gridò l'impiegato, cominciando ad avere una sorta di crisi isterica, non potendo sopportare ciò che Duncan gli disse, forse perché si sentiva minacciato o non aveva tempo da perdere. Passò qualche secondo da che gli diede quell'ordine, ma il londinese non sembrava volersi inginocchiare, piuttosto lentamente abbassò la mano sinistra all'indietro. Non appena si accorse di quel movimento, l'uomo emise un grido di rabbia e si scagliò contro l'agente per colpirlo alla schiena, ma fu tutto inutile, perché il ragazzo si girò appena in tempo sula sua destra per attivare lo Scudo Crociato sul braccio destro e respingere la lama del pugnale. Nello stesso momento, con la sinistra, afferrò la sua zanpakuto che sfoderò e mosse per sferrare un colpo in diagonale dal basso verso l'alto provocando una ferita da taglio sulla coscia destra del rapinatore. A quel colpo, l'uomo si lamentò quasi disumanamente, indietreggiando e toccandosi con la mano destra l'arto ferito digrignando i denti.
    "Io non so chi fossero gli agenti che tu hai ucciso in passato e mi dispiace che abbiano perso la vita. Ma se pensi di avere a che fare con un altro agente sprovveduto, ti sbagli di grosso, amico!" Disse con tono fiero Duncan, puntando la lama della sua katana contro l'impiegato che lo stava uccidendo con lo sguardo, mostrando un'espressione di pura rabbia sul volto. Quel rapinatore non rispose, ma emise un altro grido carico di rabbia e puntando le spine degli avambracci verso Duncan, sparò quegli aculei contro di lui per cercare di colpirlo.
    "Sferza, Kazeshini!" Replicò all'istante l'agente che ricorse al potere della sua zanpakuto, rivestendo il suo braccio sinistro con quell'armatura dura più dell'acciaio ed assieme allo Scudo Crociato, si parò da quelle spine metalliche. Subito dopo essere riuscito a proteggersi, scattò in gran velocità in avanti, verso l'avversario, con le braccia davanti al viso come se fosse un pugile pronto a colpire e non appena si pose di fronte ad esso, mosse il copri-braccio metallico dal basso verso l'alto, sferrano un gancio potente contro l'addome dell'impiegato. La forza di Duncan era superiore a lui, così che quell'uomo, andando via col fiato, cadde lentamente a terra privo di sensi.
    "Questo è per gli agenti che hai ucciso, bastardo." Disse il ragazzo, disattivando la sua zanpakuto ed anche lo scudo. A quel punto, dovette fare i conti col fatto che era in mezzo al nulla, non sapeva dove abitasse quel signore ricco e non aveva alcuna indicazione a portata di mano, perciò gli venne la brillante idea di frugare nelle tasche del finto impiegato e ci trovò il foglio con la commessa della consegna, con l'indirizzo della persona a cui dovevano consegnare il denaro. Prese quel foglio e lasciando quell'uomo a terra, risalì in macchina, attivando il navigatore del suo cellulare e ripartendo alla volta della destinazione. Durante il tragitto, Duncan era nervoso ed arrabbiato con quel finto impiegato, chissà quanto denaro ed oggetti di valore avesse rubato fino a quel momento e chissà quanti agenti ci avevano rimesso la vita per causa sua. Cercò comunque di concentrarsi sul viaggio e dopo una mezz'ora di cammino, riuscì ad arrivare a destinazione, si trovò di fronte ad un'enorme villa bianca, un giardino immenso e ben curato.
    "Siete in ritardo! Vi avevo dato un orario ben preciso!" Esordì il signore, un uomo paffuto di mezza età con capelli brizzolati, baffi ed occhiali da sole, che indossava una camicia bianca ed un paio di pantaloni beige. Duncan scese dall'auto, aprì il bagagliaio del mezzo blindato e lasciò di fronte all'uomo i tre borsoni pieni di denaro.
    "E ringrazi che non gliel'hanno rubato..." Rispose un po' stizzito, per poi risalire in macchina e sgommare, alzando un po' di polvere ed abbandonando il signore col suo prezioso denaro.


    Status Fisico: Illeso
    Status Psicologico: Stizzito
    Energia: 120/130
    Tecniche: Rinjutsu #4: Scudo crociato
    Sul braccio dell'utilizzatore si va a generare uno scudo energetico con sopra disegnata una grande croce rossa. Lo scudo ha una vita molto breve (3 turni) ed ha una forma circolare di 40 cm di diametro. La resistenza è pari al ferro attraversato da energia magica. Lo scudo è posizionato a metà dell'avambraccio, sarà inamovibile e rappresenta un impedimento minimo per l'arto che lo ospita.
    Costo: 5

    Potere: Kazeshini Attivo (Costo di attivazione: 5)
    Livello 2
    - Può accumulare aria fino a 15 Kaze Point;
    - Attraverso l'uso dell'aria accumulata, il Mach aumenta: ogni Kaze Point consumato, aumenta del 5% fino a raggiungere un incremento massimo del 75%;
    - A questo livello, la corazza che ricopre il braccio ha una resistenza pari all'acciaio;
    - All'inizio di ogni turno è possibile ottenere 2 Kaze Point. Questo succede anche Scattando o semplicemente attivando tecniche legate all'Aitromanzia.

    Armi ed Equipaggiamento: Uzi - Caricatore per mitra - Pillola XLR8 - Pillola Jizz - Gemma Alfa (2 Gemme) - Droga Pillola Energetica (2 pillole) - Ricarica rapida
    Note: Uzi in una Gemma Alfa e Caricatore in un'altra, entrambe le gemme nella tasca destra assieme alla Splendisfera. Le due pillole ed i due tonici energetici nella tasca sinistra.

    Kaze Point: 0/15

     
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2 replies since 27/11/2017, 19:06   70 views
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