La lettera

Per Hyperion

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    Gli avvenimenti al Five Stars non erano più così recenti, eppure ciò che accadde all'interno, ma soprattutto sul tetto, di quell'edificio segnò particolarmente il giovane spadaccino: l'impatto di quelle vicissitudini non interessò minimamente il fisico di Greyback, la cui gamba messa fuori condizioni da quel folle rapitore si riprese in pochi giorni, bensì furono la mente e l'animo del moro a risultare più compromessi dai fatti accaduti quel giorno. Le gesta della fenomenale Frozen Maiden, Stige Poltergeist, erano ormai conosciute in tutto il Regno, persino da un montanaro come Dorian, il quale la considerava come una vera e propria eroina, una paladina della giustizia: in cuor suo lo spadaccino sperava di poterla incontrare un giorno per poterle offrire la propria spada mettendola al servizio della giustizia, ma il primo incontro che egli ebbe con lei fu di fronte ad uno schermo di un tablet, all'interno di una volante della polizia ed ammanettato come un pericoloso criminale; non una situazione idilliaca ma nulla in confronto a ciò che accadde sul tetto di quell'hotel. Nel tentativo di contrastare un nemico subdolo quanto folle, Dorian era riuscito a sconfiggerlo ed a renderlo innocuo attraverso l'unico mezzo che sembrava sortire qualche effetto, ovvero il sesso e la violenza: il problema di questa soluzione drastica che Greyback fu costretto ad utilizzare fu che fece tutto questo di fronte agli occhi di una bambina, nonché figlia della Frozen Maiden, e Stige stessa, causando non poco imbarazzo e vergogna per l'osceno spettacolo messo in atto. Con dei precedenti del genere, molto probabilmente chiunque si sentirebbe un verme messo a nudo di fronte ad un individuo dall'importanza nazionale quale il capo della Trinity, e Dorian inizialmente sparì dalla città, rifugiandosi per qualche settimana nelle sue montagne: nonostante Greyback avesse salvato Nyx e "sistemato" quella spinosa faccenda, l'umiliazione e la vergogna divorarono comunque l'animo dello spadaccino per parecchi giorni, favorendo il suo isolamento tuttavia la propria volontà di fare del bene e di essere utile per il prossimo, spinsero il montanaro ad interrompere questa sua immobilità per poter affrontare di petto la situazione. Stige si era sin da subito proposta per aiutare il giovane a fare chiarezza sui fatti accaduti, sentendo la sua versione e di questo Dorian non poteva che esserne onorato: tuttavia, un confronto aperto e faccia a faccia con un'autorità così importante come la Frozen Maiden non sarebbe stato affatto semplice da attuare, visti i suoi costanti impegni investigativi e lavorativi, a maggior ragione dopo le vicissitudini del Five Stars.
    Riflettendo su questi fatti, Greyback arrivò a maturare una soluzione che fosse discreta ma allo stesso tempo essenziale e funzionale per poter comunicare con Stige e dunque riprendere il discorso iniziato sul tetto di quell'hotel, ovvero scriverle una lettera.
    Certo, in un epoca come quella odierna ed in un paese avanzato come la Nuova Britannia, sarebbe stato più semplice scrivere una mail o trovare un mezzo di comunicazione più immediato e meno arcaico, eppure Dorian scelse di scrivere una lettera poiché le parole che avrebbe scritto si sarebbero fatte carico del proprio fardello, di quei sentimenti che aveva a fatica combattuto, per poter creare un canale di comunicazione direttamente con Stige, o almeno questo era ciò che il moro sperava di ottenere.
    Contrariamente a ciò che ci si aspetterebbe in una situazione del genere, Greyback scrisse la lettera di getto, trasmettendo su carta quel fiume di parole e sentimenti che avevano scosso il proprio animo: il rammarico per aver abbandonato Nyx in quel vicolo, distruggendo poi il suo rifugio in quella suite dell'hotel, l'umiliazione ed il dispiacere provati su quel tetto mentre terminava di sistemare il proprio avversario sotto gli occhi increduli dei membri della famiglia Poltergeist, tutte queste ed altre emozioni trovarono la propria dimora in quel foglio di carta, fra le parole che il moro mise per iscritto.
    Una volta che Dorian ebbe concluso il proprio lavoro, decise che sarebbe andato a consegnarla personalmente alla Trinity, nella speranza che essa potesse raggiungere la scrivania della Frozen Maiden, probabilmente incuriosita da quel singolare metodo di comunicazione: giunto di fronte all'edificio, Greyback si concesse qualche minuto ad ammirare l'imponente struttura che si stanziava di fronte ai propri occhi, ergendosi nel cuore della capitale come un faro di speranza e giustizia, un pilastro saldo su cui la società ed i cittadini avrebbero potuto fare affidamento. Ammirazione e meraviglia catturarono l'animo di Dorian, al punto che il moro proprio non si rese conto del grande suv nero che lo travolse nel giro di pochi istanti, spalmandolo sul cofano del mezzo in rotta di collisione con l'edificio della Trinity: non si trattava di un folle che mirava ad attaccare la polizia, bensì di un ragazzino neo patentato che, rubando la macchina del padre, aveva deciso di caricare una prostituta per poter così perdere una volta per tutte la propria verginità. Il giovane Rusty, quindici minuti prima, era riuscito a caricare un avvenente biondona dalle curve mozzafiato nel quartiere a luci rosse della città, portandola in giro per poter trovare un luogo appartato dove poter consumare il fatidico rapporto: mosso dagli ormoni già impazziti e gasato dalla situazione che si stava delineando, Rusty insistette nel farsi fare un pompino dalla donna proprio mentre stava passando in prossimità dell'edificio della Trinity, incurante di come di lì a poco le cose sarebbero precipitate. Inutile dire che l'emozione e l'inesperienza del ragazzo, unite alla notevole abilità di fellatio della bionda, portarono il giovane guidatore a raggiungere rapidamente l'orgasmo, un amplesso talmente rapido ed intenso che colse alla sprovvista Rusty che, perdendo il controllo del mezzo, travolse il povero Dorian con il proprio suv, dirigendosi come una macchina impazzita contro uno dei muri dell'edificio. L'impatto fu estremamente violento ed inaspettato, tant'è che i vari agenti all'interno vennero colti alla sprovvista, ritrovandosi una parete degli uffici completamente sfondata da metà di un suv, mentre Dorian venne sbalzato in avanti, arrestando il proprio volo al centro della stanza tra lo stupore e l'allarme generale. Fortunatamente Greyback poteva contare di una notevole resistenza e questa volta non riportò grosse ferite se non un improvviso mal di testa ed un indolenzimento alla schiena, tuttavia quando il moro aprì gli occhi, si ritrovò in uno scenario vagamente familiare: decine di agenti lo avevano infatti circondato e tenevano puntate su di lui le loro armi, mentre Rusty e l'avvenente passeggiatrice cercarono di divincolarsi dal mezzo incidentato, fallendo miseramente.
    State calmi, ormai conosco già a memoria la procedura. La spada,come vedete, è nel fodero del fianco sinistro mentre ho una pistola nella giacca, controllate pure, non ho nient'altro con me.
    La voce sconsolata e rassegnata di Greyback accompagnò i successivi movimenti dell'uomo che molto lentamente, si mise in ginocchio, abbassando il capo per poi alzare le braccia, tenendo in mano la lettera per Stige: possibile che quando c'entrava la polizia, Dorian si cacciasse inevitabilmente nei guai? Nonostante tutta la buona volontà, il volersi rendere utile per poter sistemare le cose, eccolo nuovamente lì, circondato dagli agenti che ancora una volta lo avrebbero scambiato per un criminale o peggio ancora per un terrorista.
    Dopo questo ennesimo malinteso, sicuramente Stige avrebbe chiuso definitivamente ogni rapporto con questo problematico soggetto, o forse sarebbe stata proprio questa incredibile serie di eventi a convincerla a tenere conto di lui?

     
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    Lo spinsero violentemente sulla poltroncina davanti alla scrivania di Stige, non fu un gesto plateale o solenne, ma piuttosto l'inerzia prodotta da due uomini poco motivati che si liberavano di un grosso sacco dell'immondizia, e anche a malincuore purtroppo visto che la responsabilità ora ricadeva tutta su Stige, donna che aveva ottenuto il loro rispetto e probabilmente quegli agenti avrebbero volentieri smaltito per lei il problema. Ma visto chi si era presentato, il modo in cui si era presentato e soprattutto la lettera che aveva in mano, la Poltergeist decise che doveva sistemare la faccenda personalmente una volta per tutte. Non disse agli agenti neanche di togliergli le armi, voleva dare un messaggio chiaro in caso fossero state pronunciate parole serpentine a suo riguardo, pertanto Dorian sarebbe arrivato davanti a lei senza compromessi. Il montanaro la vide a gambe conserte seduta dietro la sua scrivania, indossava un vecchio modello di divisa usato probabilmente per l'allenamento che metteva in risalto le sue forme essendo aperto all'altezza del petto. Ai piedi neri stivali lucidi così come i lunghi guanti che la coprivano fino ai gomiti. Davanti a lei c'era un grosso libro che sembrava molto antico, c'erano molti segnalibri più nuovi tra le sue pagine come se Stige stesse studiando qualcosa di molto importante e lo stava facendo da molto tempo a quanto pare. Indossava un piccolo monocolo all'apparenza tradizionale, ma che celava al suo interno una lente in tetranite che la aiutava a leggere passaggi più criptici e scritti in piccolo. Alzando lo sguardo verso il moro con aria severa, Stige si privò del monocolo e portò le braccia in posizione conserte, mantenendo una posa marziale ed estremamente autoritaria.
    Immagino che "calamita" per disgrazie non sia neanche lontanamente in grado di renderti giustizia. Devo decidere però se la tua sfortuna va compatita o devo semplicemente vederlo come qualcosa di patetico.
    Non era molto contenta di vederlo, non per un singolo motivo ma per una somma di cose. La più importante era che la stava interrompendo da qualcosa di molto, molto importante che col tempo aveva assunto un grande significato per lei, pertanto non poteva distrarsi per qualsiasi cosa. Dorian però sembrava aver ricevuto il privilegio di diventare un buon motivo per disturbarla, avrebbe fatto bene a non sprecare una simile fortuna.
    Cosa vuoi Dorian? Mia figlia ha testimoniato in tuo favore, le accuse sono decadute. Fortunatamente Nyx è abbastanza matura da non lasciarsi traumatizzare da queste cose, quindi è tutto a posto almeno per ora. Perché sei qui?
    Dopo un leggero sospiro in seguito all'affermazione di prima, Stige non era diventata meno seria ma il suo tono di voce sembrava più paziente e accondiscendente, non voleva fare della sua presenza un dramma ma voleva giungere immediatamente al punto.
     
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    Nel momento esatto in cui gli agenti lo prelevarono, Dorian si aspettava di finire in una cella o in qualche sala d'interrogatorio per poter chiarire nuovamente la propria posizione in quelle circostanze, perciò fu assai sorpreso nel trovarsi dentro all'ufficio di Stige, depositato direttamente su una delle sedie poste di fronte alla scrivania della Frozen Maiden: il moro cercò di ricomporsi frettolosamente, scacciando la polvere che si era depositata sulla sua giacca bianca ed i pantaloni del medesimo colore, mentre la maglietta scura faceva esaltare maggiormente la mandibola di lupo. Greyback avvertì immediatamente gli occhi glaciali del Comandante su di sé ed inizialmente non osò sostenere il suo sguardo, evitando inoltre di soffermarsi sulle sue generose forme: il tono di voce deciso seguito da quel sospiro misero in allerta Dorian, il quale si irrigidì sulla sedia, stringendo con forza la lettera tenuta nella mancina.
    E-ecco... io... s-sono venuto per...
    L'emozione stava nuovamente giocando un brutto scherzo al giovane montanaro che per un momento sentì riaffiorare quel turbinio di sensazioni provate sul tetto del Five Stars e per un istante gli sembrò di avvertire distintamente la spada di Stige puntata alla gola: Dorian chiuse gli occhi e fece un lungo e profondo sospiro, riuscendo a calmarsi ed a ricomporsi per poi sostenere lo sguardo ed una conversazione con la Frozen Maiden.
    Sono venuto qui per consegnarle questa lettera scritta di mio pugno, al cui interno vi troverà in sostanza le mie scuse per tutti i problemi che ho causato alla sua famiglia ed alle forze dell'ordine: mi rendo conto tuttavia che la situazione non è andata come speravo ed effettivamente si può dire che disponga di un talento innato nel cacciarmi in spiacevoli situazioni.
    Dorian sfoggiò un lieve sorriso di rammarico mentre allungava la mano sinistra per depositare la lettera direttamente sulla scrivania del Comandante, riponendo successivamente entrambe le mani sulle rispettive ginocchia, facendo una breve pausa prima di rispondere alle domande di Stige.
    Sono grato ad entrambe per non avermi perseguito legalmente quando non avevate nessun impedimento per farlo, così come non ho dimenticato le sue parole sul tetto di quell'edificio: forse per lei quella faccenda si è conclusa ed è passata ma per me non è così, nonostante io sia a posto con la legge non posso fare finta di nulla ed andare avanti. Mi prenderà per un folle ed un paranoico, lo so, ma sono convinto che l'artefice di quell'attacco diretto nei confronti di Nyx sia ancora in circolazione.
    Greyback a quel punto fermò la propria dichiarazione, mantenendo lo sguardo fisso in quello di Stige, trasmettendole tutta la propria sicurezza e determinazione in quelle parole pronunciate non a cuor leggero: si trattava di una affermazione piuttosto pesante poiché minava alla credibilità ed all'efficienza della polizia e quindi anche di Stige stessa, ma la Frozen Maiden non avrebbe avvertito alcuno sfottò da parte del montanaro, il quale era sempre più teso ma determinato a continuare il proprio discorso.
    Non sono venuto qui solamente per metterla in guardia o per condividere le mie informazioni, ma perché voglio aiutarla in maniera concreta a mantenere sicuro questo paese: io voglio mettermi al servizio della polizia, voglio proteggere il Regno dai folli come quello che mi ha rapito per impedire che altri innocenti come Nyx debbano soffrire ingiustamente.
    L'animosità ed contesto di quel discorso fomentarono Dorian al punto che fu impossibile per lui rimanere lì fermo e seduto, tant'è che il montanaro si sarebbe alzato in piedi, ergendosi di fronte alla Frozen Maiden con il petto gonfio e l'animo carico di speranza e tenacia, mentre le proprie iridi sarebbero rimaste a fissare intensamente quelle di Stige.
    La prego, mi conceda questa opportunità! Non voglio più restare a guardare impotente, voglio combattere per proteggere questo paese!
    Partito piuttosto intimorito ed impacciato all'inizio della conversazione con Stige, Greyback si sarebbe ritrovato alla fine del discorso con il cuore praticamente in gola, trasmettendo tutta la propria tenacia e dedizione nelle parole che aveva appena pronunciato di fronte al Comandante della Trinity, rimanendo fermo in attesa di una reazione da parte di Stige, immobile come una bianca colonna di marmo: probabilmente un discorso come quello sarebbe stato insufficiente a farlo entrare direttamente nella polizia, ma Dorian volle lo stesso esporsi a cuore aperto di fronte a Stige, sperando che questo sarebbe stato sufficiente ad ottenere la totale attenzione della Frozen Maiden.

     
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    Inizialmente molto attenta, lo sguardo di Stige ebbe un crollo di attenzione appena vide la lettera di Dorian, alzando lo sguardo al cielo e preparandosi a sospirare rumorosamente senza nascondere il suo sdegno di fronte ad un gesto del genere, ciondolando con il capo da destra verso sinistra. Non era affatto entusiasta. Cosa doveva significare una lettera? Dorian era lì proprio di fronte a lei, perché aveva scritto una lettera? D'altro canto però, piuttosto che limitarsi a consegnargliela, ne interpretò il contenuto riconquistando l'attenzione di Stige che, con la scusa di afferrare la lettera, tornò composta sulla poltrona lasciando il tempo all'uomo di far valere le sue ragioni e spiegare i suoi sentimenti. Non poteva biasimarlo, al suo posto probabilmente Stige sarebbe stata nello stesso identico stato, forse più propensa a fare qualcosa di tangibile e decisivo piuttosto che ritrovarsi lì a commentare dando molta aria alla bocca, ma se non altro era un tipo coraggioso che sapeva assumersi le sue responsabilità. La richiesta di Dorian però la colse totalmente di sorpresa, facendola gelare sul posto come se si fosse trasformata in una statua di sale mentre lo squadrava da capo a piedi alla ricerca di una spiegazione più verosimile.
    Dorian ma...
    Vano fu il tentativo di interromperlo: il moro si innalzò dimostrando tutta la sua terminazione e fermezza in quella presa di posizione, non gli mancavano né la faccia tosta né il coraggio per avanzare una richiesta del genere dopo tutte le situazioni assurde che aveva creato, e forse questo poteva catalogarlo come un pregio, poteva concederglielo. Lo lasciò finire a quel punto, e solo dopo che la passione di Dorian fu sedata allora la Frozen Maiden piazzò i gomiti sul tavolo della scrivania, avvicinando il mento e le labbra alle dita cercando di tirare le somme.
    Sei cosciente della richiesta che mi stai facendo vero? Questo non è uno scherzo... nella mia squadra non tollero insubordinazioni e imprecisioni. Ci sono regole da seguire e regole da seguire mentre si seguono quelle regole... siamo la polizia di Londra, non qualche esaltato in divisa con in mano delle armi pericolose...
    Il discorso finì inevitabilmente per portare lo sguardo di Stige verso la spada di Dorian che osservò con molta diffidenza, tornando con lo sguardo su di lui come se volesse lanciargli un monito.
    Non dovrei neanche consentirti di tenerla visto che non sembri essere in grado di farne un uso ponderato... un'arma speciale come quella va custodita e sfruttata al meglio, non vibrata in giro come se fosse un fuoco di capodanno.
    Inutile dire però che la sua mente più logica e pragmatica aveva già preso in considerazione il fatto che, col giusto addestramento e tenendolo forzatamente sotto un occhio vigile, Stige poteva indubbiamente assicurarsi che non combinasse altri guai, ma soprattutto che imparasse a sfruttare al meglio il suo potenziale inespresso. Tuttavia, c'erano ancora altre domande da fare.
    Mettiamo che ti dia la mia benedizione... cosa speri di fare poi? Vuoi proteggere la nazione e cos'altro? Non basta questo. Serve vocazione. Non vuoi farti una carriera all'interno della polizia? Non vuoi assumere un ruolo di rilievo all'interno della società Londinese? Non vuoi dimostrare di essere meritevole di riconoscimenti? Perché vuoi servire questa nazione Dorian? Cos'hai da offrirle se non altro metallo e sangue?
    Dorian doveva fare molto, molto di più per convincere Stige Poltergeist che lui era speciale...
     
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    Chiedo scusa per il ritardo


    Con il cuore ancora in gola per l'evidente importanza di quel momento e con il volto che trasmetteva tutta la propria determinazione, Dorian rimase ad ascoltare il discorso di Stige, cogliendo ogni suo appunto in merito alle difficoltà dell'onere in cui il moro voleva essere investito: Greyback aveva preso molto seriamente la faccenda, dimostrandolo con quella presa di posizione seria e decisa sotto gli occhi glaciali del Comandante, le cui parole trasmisero perfettamente la propria incertezza nei suoi confronti. Non appena la Frozen Maiden rivolse lo sguardo alla spada del moro, egli fece lo stesso, fissando l'elsa scura mentre ascoltava quelle parole che rispecchiavano la pura verità: fino a quel momento Dorian non aveva dimostrato di avere nemmeno un briciolo di strategia quando si trattava di combattimenti, limitandosi a menare fendenti con la propria spada, senza effettivamente studiare un piano d'azione ben ponderato; ma cosa ci si poteva aspettare da un montanaro come lui?
    Greyback strinse i pugni e digrignò leggermente i denti mentre manteneva lo sguardo fisso su quell'elsa, ascoltando le successive domande che Stige gli rivolse, rimanendo in attesa di una sua risposta rivelatrice: fu in quel momento che lo spadaccino alzò nuovamente lo sguardo per incrociare quello del Comandante per qualche istante, chiudendo infine gli occhi per effettuare un lungo respiro profondo.
    Ha maledettamente ragione, corrispondo perfettamente alla descrizione che ha appena fatto: indosso sempre questi abiti bianchi, si può dire che siano la mia divisa, brandisco un'arma molto pericolosa, di questo me ne sono accorto sin dal momento in cui l'ho impugnata e sì, non sono sicuramente in grado di adoperarla al meglio delle sue possibilità... ma le dirò ciò
    che ancora non conosce di me, ciò che i suoi occhi non possono vedere.

    A quel punto le iridi azzurre di Dorian si aprirono, fissando il volto di Stige mentre egli sguainò la propria spada con un movimento estremamente lento, fino a portarla di fronte a sé, rivolgendo la punta verso il soffitto: il colore ed il materiale piuttosto vecchio ed usurato rendevano quell'arma poco minacciosa a prima vista, tuttavia Greyback la mosse come se fosse la più potente arma forgiata sulla faccia della Terra.
    Questa spada è tutto ciò che ho adesso, tutto ciò che mi resta di quella che un tempo era la spensierata vita di un ragazzo di montagna: non ho più una famiglia, non ho più la casa dove sono cresciuto, ho solo lei e ad essa mi sono aggrappato nei momenti di disperazione. Certo, a vederla così non sembra un granché, ammetto di averlo pensato anche io all'inizio ma poi ,ho visto la sua luce...
    Greyback impugnò con entrambe le mani l'elsa della propria arma ed in un istante la Moonlight rivelò la propria vera essenza, trasformandosi in un grosso spadone di luce verde che irradiò la propria energia nel corpo di Dorian: lo spadaccino per tutto il discorso aveva sempre rivolto lo sguardo al corpo centrale della lama, percorrendola con lo sguardo dal basso verso l'alto, come se stesse rivivendo i momenti più salienti della propria vita fino ad allora. Dopo essersi soffermato per qualche secondo ad osservare la punta della lama, lo sguardo del moro ritornò nuovamente a Stige ed ella avrebbe potuto notare come nelle iridi azzurre dello spadaccino vi fosse una specie di luminescenza del tutto simile a quella proveniente dallo spadone.
    ... e da quel momento ne sono rimasto ammaliato.
    Che senso avrebbe possedere un'arma del genere, un potere del genere, e rimanere con le mani in mano come ho sempre fatto? Usarla per un tornaconto personale sarebbe facile, ma non sarei poi tanto diverso da una bestia assetata di sangue che ottiene ciò che vuole attraverso le proprie zanne: io offro questa spada e tutto il mio essere a Lei, a protezione di questa grande nazione, affinché tutti possano vivere nella pace, lontani dal male e dalle ingiustizie.
    Voglio che questa luce sia un faro di speranza per i deboli e gli indifesi, che i malvagi tremino di fronte al suo cospetto poiché sarà portatrice inarrestabile della giustizia e del bene.
    Io voglio essere la Lama del Re, non per pura ambizione personale, ma per poter ripulire il marcio che c'è in questo paese ed ho intenzione di dedicare la mia vita a questa causa, fino a quando non giungerà la mia ora: non temo la morte poiché ho già sentito la sua falce pronta a mietere la mia anima, accoglierò volentieri il suo giudizio non prima però di aver speso ogni singola briciola d'energia del mio corpo per oppormi al male che affligge questo mondo.

    Il discorso e l'iniezione del potere della Moonlight animarono ulteriormente lo spadaccino che ora stava fissando intensamente Stige, stringendo con entrambe le mani la propria arma, spostata leggermente verso la propria sinistra per consentire alla Frozen Maiden di vedere il volto del suo interlocutore: Greyback fece un profondo respiro, caricandosi come non mai prima di concludere il discorso rivolgendosi al Comandante della polizia con un tono di voce più alto ma non aggressivo, piuttosto determinato e risoluto.
    Io sono Dorian Greyback e sono qui di fronte a Lei per mettere al Suo servizio la mia spada, il mio sangue e la mia anima.
    Se pensa che non abbia alcuna possibilità di farcela, che non abbia i mezzi o che sia solo una grossa perdita di tempo, allora la sfido a sguainare la spada ed a dimostrare le sue ragioni con la propria arma. Sono andato troppo oltre adesso e non mi voglio tirare indietro: voglio andare fino in fondo a questa faccenda, anche se ad attendermi ci sarà solo la morte.

    Visibilmente teso come una corda di violino, Dorian strinse con forza la Moonlight, mantenendola dritta in quella posizione mentre realizzò che aveva appena sfidato apertamente Stige Poltergeist in un confronto che lo avrebbe visto sicuramente sconfitto: un individuo del calibro della Frozen Maiden era ad un livello completamente diverso da Greyback, di questo egli ne era ben conscio, ma limitarsi a parlare non era sembrata al moro la scelta più giusta da fare. Lo spadaccino le avrebbe fatto capire che stava dicendo sul serio facendo illuminare maggiormente la lama della Moonlight, la cui lucentezza cupa si sarebbe riflessa negli occhi determinati del ragazzo.
    Qual è la sua decisione, Stige?

     
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    Stige rimase in silenzio, ferma, il suo sguardo era animato e curioso, ma dava comunque l'idea di una maschera inquisitoria che attendeva di esprimere un giudizio per quello che avrebbe visto. Dorian sguainò la spada, mostrandola come se fosse l'artefatto supremo, qualcosa di divino e onnipotente. Stige conosceva bene quella sensazione, ma aveva visto troppe armi leggendarie e poteri divini per potersi lasciar impressionare da un simile trucco di magia. Restava una spada sublime, ma nulla in confronto a ciò che aveva visto e, purtroppo, provato sulla sua stessa pelle. Lo lasciò andare avanti e lo sguardo di Stige s'incupì senza troppi giri di parole, non era affatto soddisfatta della sua risposta e Dorian parve intuirlo visto che arrivò perfino a sfidarla pur di far valere le sue ragioni. La risposta della Frozen Maiden fu secca e letteralmente gelida: portò una mano sul libro che stava leggendo, chiudendolo rumorosamente e violentemente. L'impatto coincise con l'istante in cui una lastra di freddissimo ghiaccio scarlatto ricoprì del tutto il pavimento dell'ufficio di Stige, bloccando le gambe del giovane davanti a lei con dei spuntoni che oltre ad essere dolorosi e fastidiosi, si fermarono a pochi centimetri dal perforare la sua cassa toracica in punti vitali. Giusto per fargli capire che una sfida contro di lei era assolutamente fuori discussione.
    Per quanto io apprezzi una buona faccia tosta, non ammetto che mi venga presentata apertamente una sfida, non a me. Io sono Stige Poltergeist e sono la donna più potente di questa nazione. MIO è il compito di proteggerla, non il tuo.
    Il discorso passò dall'essere adirato a qualcosa di più severo. Sembrava porta ad impartire una lezione di vita più che dare una sentenza, pertanto si alzò iniziando a camminare lentamente intorno alla scrivania, lasciando che i tacchi dei suo stivali scandissero con un ticchettio lento e grave il movimento di quei fianchi sinuosi, eleganti anche nella collera, mentre Stige faceva valere le sue ragioni.
    Britannia non è la terra di re immortali, di un solo re, ma DEI Re, guerrieri che si sono scambiati il trono per una vocazione, non per l'eredità che li caratterizzava ma perché degni di quel titolo. Non devi combattere per la corona come se fossi un martire, devi combattere per essa come se fossi il prossimo alla successione per il trono. Perché se quell'onore toccasse a te, allora devi essere pronto ad assumertene la responsabilità. E quando impugni la spada per Britannia e per Londra non lo fai per dimostrare al tuo cuore che sei pronto al sacrificio, ma lo fai per dimostrare agli altri che sei pronto per guidarli. Ogni agente di polizia sotto il mio comando deve prepararsi a diventare un sovrano: giusto, corretto, disposto al sacrificio certo, ma concentrato non sulla perdita della propria vita ma nella prosperità delle vite degli altri. C'è differenza tra l'essere un martire ed una guida.
    Si fermò davanti a Dorian portando le mani dietro la schiena, incrociate, assumendo una posizione marziale fiera, priva della benché minima esitazione. Se il terreno avesse iniziato a tremare a quel punto, lei sarebbe rimasta immobile.
    Il male a questo mondo non può essere sradicato, è un giardino troppo vasto e variegato. Il nostro compito non è epurare per cancellare la malvagità, il nostro compito è guidare per dimostrare a chi crede nella giustizia che c'è la forza per portarla avanti. Il male non va curato, va combattuto da ora fino all'eternità, per questo io mi preoccuperò che i prossimi guerrieri che mi sostituiranno avranno quello stesso scopo. Tu Dorian uno scopo non lo hai...
    Sembrava pronta ad emettere una sentenza priva di ricorso, ma il suo tono di voce subì un cambiamento abbastanza repentino, trasformandosi in qualcosa di dolce, quasi materno. E seppur non avesse perduto la sua aria marziale, Stige portò la sua mano destra sulla spalla di Dorian come se fosse un vecchio amico, e senza accennare neanche mezzo sorriso, spezzò il ghiaccio che lo intrappolava lasciandolo libero.
    Ma spero che come tuo comandante potrò aiutarti a trovarlo...
    Detto questo lo lasciò andare. Dorian aveva ancora molta strada da fare, ma i nuovi amici di Stige le avevano insegnato che un percorso giusto e doloroso non va necessariamente affrontato da solo. Sarebbe diventato un'agente di polizia, e solo poi avrebbe scoperto cosa voleva davvero, nel profondo del suo cuore.
     
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    Nonostante i sensi di Dorian fossero al'erta in quel momento ed il proprio potere fosse attivo di fronte a Stige Poltergeist, per il montanaro tutto avvenne così velocemente da impedirgli di reagire in alcun modo: nel giro di pochi istanti si ritrovò completamente bloccato al pavimento, visto che la parte inferiore del corpo si era tramutata in un blocco di ghiaccio, per non parlare dei pericolosi spuntoni che minacciavano di trapassare più organi vitali. La Frozen Maiden era davvero ad un livello così elevato rispetto a quello di Greyback? La sua espressione marziale e glaciale, unita al suo successivo discorso, diedero la totale conferma al moro dell'errore di valutazione che aveva appena commesso: Dorian aveva ancora gli arti superiori liberi dal ghiaccio, eppure ogni fibra del suo corpo sembrava lo stesso paralizzata dalle parole granitiche che il Comandante ebbe per lui, un ingenuo montanaro che aveva ancora una visione delle cose piuttosto obsoleta. Facendo valere le proprie ragioni, Stige riuscì a colpire nel profondo l'animo del giovane, scuotendolo da quel martirio che aveva abbracciato senza rifletterci troppo, pensando che fosse la cosa giusta da fare: egli non le staccò gli occhi di dosso, abbassando lentamente la Moonlight, impugnata questa volta nella mano destra, facendola scivolare lungo il fianco destro.
    Dorian era semplicemente sbigottito di fronte a quella dimostrazione di potere, sentendosi faccia a faccia con qualcosa di immensamente più grande ed importante di lui: man mano che Stige procedeva con il proprio discorso, Greyback avvertì l'arrivo della sentenza del Comandante, la quale non tardò ad arrivare, cadendo come un pesante macigno su di lui. Egli non aveva uno scopo.
    Nella mente del montanaro ci fu una vera e propria rivoluzione, un sussulto che mise completamente in discussione le dichiarazioni fatte con tanto ardore poco prima, come se esse fossero nulla di fronte alla verità emessa da Stige: Dorian si sentì tremendamente confuso, perso e questo probabilmente il Comandante lo avrebbe potuto notare guardandolo negli occhi, osservando la sua espressione sbigottita dipinta in volto.
    "Diventare Re di Britannia" era un pensiero che non aveva mai attraversato l'immaginazione di Greyback, il quale credeva che il proprio atteggiamento fosse la scelta giusta, il percorso migliore da seguire per la propria vita: Stige gli aprì letteralmente gli occhi con quelle parole e non appena avvertì il ghiaccio sciogliersi, allentando così la propria glaciale presa, il montanaro cercò di ricomporsi nonostante fosse visibilmente provato. Non appena egli avvertì la mano del Comandante sulla propria spalla, d'istinto Dorian abbassò lo sguardo, ovviamente chiudendo gli occhi per non subire il fascino del prosperoso seno della donna a pochi centimetri da sé: ci fu qualche istante di silenzio dal parte dello spadaccino, il quale respirò pesantemente prima di raccogliere le forze per rispondere alla Frozen Maiden.
    Non ho mai pensato neanche lontanamente di diventare il Re di questo paese, non perché la cosa non mi interessasse ma perché ritenevo che non ne fossi degno, che fosse un titolo riservato ad una ristretta cerchia di nobili o di persone dotate di un rango elevato, non a dei semplici montanari come me. Lei ha ragione, non ho uno scopo ed ho sempre ingenuamente pensato di estirpare il male piuttosto che combatterlo ed accettare dunque la sua esistenza.
    Al termine di quella frase, Dorian avrebbe alzato nuovamente il capo, riaprendo gli occhi per poter osservare Stige in volto, trasmettendole con quello sguardo tutta la gratitudine per quelle belle parole spese per lui e per quella opportunità che gli stava concedendo, ammettendolo come suo sottoposto.
    Ma sono sicuro che sotto la sua guida riuscirò a trovare il mio scopo in questo mondo e farò in modo di non deluderla per questa opportunità: non si dovrà pentire per questa sua decisione e mi impegnerò al massimo delle mie possibilità per far sì che un giorno Lei possa essere fiera di me.
    Greyback a quel punto avrebbe disattivato il proprio potere per poter riporre l'arma nel rispettivo fodero, sentendosi sollevato sia perché era scampato nuovamente alla morte, sia perché sembrava aver trovato in Stige la guida ideale per poter dare un senso alla propria vita: il volto dello spadaccino tuttavia non si concesse nemmeno un timido sorriso, rimanendo serio visto che le accuse fatte in precedenza al Comandante e all'efficienza della polizia erano ancora lì, in attesa di una spiegazione da parte del moro.
    Ecco, Comandante, deve sapere che non ho fatto la voce grossa solo per attirare la sua attenzione: io sono fermamente convinto che il vero mandante di quell'attacco sia ancora in circolazione, poiché ho potuto vederlo con i miei occhi e riuscirei a riconoscere la sua voce anche in questo momento.
    Il volto di Greyback a quel punto si fece maledettamente serio e cupo, come se egli fosse sul punto di rivelare a Stige una notizia veramente importante e sconvolgente: l'uomo inspirò profondamente e fece scivolare entrambe le braccia lungo i fianchi, scostando lo sguardo per un solo istante prima di ritornare a fissare negli occhi Stige.
    L'individuo che mi ha rapito, costretto a raggiungere quell'hotel per sistemare l'inquilino della suite all'ultimo piano, ovvero Sua figlia, è la stessa persona che ci ha raggiunti, alla fine, sul tetto di quell'edificio, dichiarando di aver sistemato l'effettivo colpevole di quel attacco.
    Sto parlando dello zio di Nyx: il colpevole è Suo fratello, Comandante.


     
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    Dorian sembrava aver afferrato il punto: nessuno è degno di diventare Re, il compito di chi si veste con i colori della giustizia è quello di sforzarsi in ogni modo per diventarlo, ecco cosa è un vero agente di polizia: umile ma risoluto, consapevole di non poter raggiungere quell'obbiettivo ma comunque determinato a perseguirlo. Annuì col capo, già pronta a fare le prime raccomandazioni tipo imparare ad usare bene il suo potere e le arti magiche, ben presto lo avrebbe indirizzato verso il giusto addestramento e una volta in squadra avrebbe potuto portare avanti la sua prima missione. Tuttavia, il loro discorso non era affatto finito, perché Dorian aveva qualcosa da aggiungere che riuscì a catturare l'attenzione di Stige. La donna non disse nulla: si limitò a mettere le braccia in posizione conserte, sollevando inevitabilmente ma senza malizia il suo prosperoso seno, accennando una nota di curiosità nel suo sguardo. Nota che sparì istantaneamente, tramutandosi in un volto cupo, appena il ragazzo lanci senza margine di errore delle accuse molto importanti. Durò solo un'istante, poiché subito dopo le labbra e il naso di Stige si incresparono in un'espressione di sufficienza, forse perfino un pò delusa. Non ci pensò due volte a dargli le spalle, tornando lentamente al suo posto.
    Apprezzo il tuo entusiasmo ma è un pò presto per fare battute sul tuo capo, non credi? Non essere impertinente, ho una reputazione da mantenere io, sai?
    Detto questo sarebbe tornata a sedere, con lo sguardo severo rivolto verso di lui. Stige sapeva benissimo che i trascorsi della sua famiglia, per quanto abilmente occultati, trapelavano sempre in qualche modo e di certo né i Poltergeist né la polizia ci faceva una bella figura. Non poteva evitare che si ironizzasse su certe cose, ma non di meno si sarebbe lasciata prendere in giro da chiunque osasse muovere accuse senza fondamento, sia sul serio sia per scherzo. Lei sapeva benissimo che Gil era una mina vagante ma fino a quel momento aveva sempre e solamente dato segni di miglioramento e non c'era nessuna prova che Dorian avesse ragione, anzi quella accusa risultava semplicemente impossibile.
    Oppure stai forse facendo un'accusa formale, Dorian? Non tirarti indietro proprio ora, sono brava a capire quello che pensano davvero le persone messe all'angolo. L'accusa che muovi è molto grave: nessuno dovrebbe permettersi di lanciarla senza averne le prove, men che meno un agente di polizia... sei sicuro di non volertelo rimangiare?
    Le mani di Stige si strinsero sui suoi gomiti, lei stessa non poteva negare che bastava il minimo, anche il più piccolo sospetto per far germogliare anche in minima parte il seme del dubbio nei confronti di Gil, ma era anche vero che aveva giurato a sé stessa di concedergli un'altra possibile. Se fosse stata asfissiante o troppo dura, sicuramente lei stessa avrebbe provocato l'irreparabile nella mente instabile di suo fratello e questo non poteva permetterselo D'altro canto però, se davvero Gil non era cambiato... allora avrebbe sistemato lei stessa quel problema, una volta per tutte.
     
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    La grave accusa che mosse Dorian nei confronti del fratello di Stige suscitò nella Frozen Maiden una serie di reazioni che furono impossibili da non notare per il moro: durante tutto il discorso e negli istanti successivi, Greyback si dimostrò fermo e risoluto, come se non avesse intenzione di schiodarsi dalla posizione che aveva preso anche se, come ben sottolineato dal Comandante, egli non aveva alcuna prova a sostegno della sua affermazione; sarebbe stata la parola di Dorian contro quella di Gil.
    Conscio di questa dura realtà, lo spadaccino rimase ad ascoltare con estrema attenzione le successive parole di Stige, senza scomporsi più di tanto quando ella gli diede le spalle, celando così alla propria vista la visione del suo invitante seno: Greyback a quel punto tirò un profondo sospiro e strinse i palmi delle proprie mani mentre, all'interno della propria testa risuonavano le folli risate del suo rapitore.
    Mi creda, se non ne fossi assolutamente certo, non avrei mai osato rivolgermi a Lei con una notizia di questo tipo: è vero, la mia è un'accusa gravissima e non dispongo attualmente di prove concrete, ma è mia intenzione attivarmi per procurarmi quante più prove possibili affinché giustizia sia fatta. Ritengo che dovesse essere a conoscenza delle mie intenzioni, non sarei riuscito a lavorare sotto il suo comando se nel frattempo avessi indagato sul conto di suo fratello. Mi dia pure dello stupido o del folle ma questa è la mia natura.
    Dorian si prese una pausa cercando di rilassarsi, allentando così la stretta delle mani che scivolarono lungo i propri fianchi, mentre il suo sguardo rimase indirizzato verso Stige, ora ritornata al proprio posto, di fronte a lui: il moro a quel punto ripensò all'ultima domanda posta dalla Frozen Maiden, concedendosi pochi istanti prima di riprendere la parola, concedendo così alla donna una risposta al proprio quesito.
    Non si tratta di un'accusa formale poiché, alla luce dei fatti, essa non è sostenuta da alcuna prova tangibile: qualora lo ritenga necessario, può anche punirmi per il gesto che ho appena compiuto, io non mi opporrò al suo giudizio così come continuerò a persistere in questa causa, fino alla sua completa risoluzione.
    A quel punto, Dorian andò ad incrociare le braccia dietro alla schiena, gonfiando inevitabilmente il petto come se avesse assunto una posizione più marziale, irrigidendosi mentre continuava a mantenere lo sguardo fisso negli occhi della Frozen Maiden.
    Ora che è consapevole di ciò che penso, la informo che da parte mia non ci sarà alcuna richiesta di aiuto in merito a questa faccenda, sia perché sarebbe ridicolo per me chiederle aiuto dopo aver accusato suo fratello, sia perché rispetto la posizione che ha deciso di assumere in questa situazione: schierarsi contro la propria famiglia è qualcosa che non si dovrebbe mai fare, perciò io non intendo portarla in quella condizione senza delle prove concrete.
    Detto ciò, qual è la punizione che mi spetta per un affronto del genere?

    Greyback concluse il proprio discorso con quell'ultima domanda, sentendosi molto sollevato per essersi esposto così apertamente con Stige, anche se questo poteva portarlo a subire una grave punizione: Dorian sarebbe rimasto fermo, piantando bene i piedi sul pavimento mentre avrebbe osservato ogni singola reazione del proprio Comandante, preparandosi ad ascoltare la risposta alla sua domanda.

     
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    Esitò, in maniera piuttosto chiara, quando Dorian parlò così insistentemente di punizione. Riaffiorò nella mente della Frozen Maiden quella breve quanto piacevole esperienza con Nariko che l'aveva portata a perdere facilmente il proprio controllo. Le palpebre tremarono e prima che le gote potessero arrossarsi Stige si morse il labbro inferiore concedendosi un lungo sospiro, ritrovando il controllo tentanto di concentrarsi esclusivamente sulla discussione in corso. le dita si strinsero in modo che le mani finissero una contro l'altra, poi Stige sollevò di nuovo lo sguardo verso di lui con un'espressione che sembrava arrabbiata, ma che voleva in realtà ammonirlo.
    Vorrei che fosse solo una questione familiare, Dorian, ma credimi è molto più complicato.
    Fece una breve pausa, tentando di assumere un tono più pacato ed informale, ma mentre parlava inevitabilmente tornò verso una vibrazione assai più grave che poteva essere percepita non solo dalla sua voce ma anche dalla sua espressione che gradualmente andava calando.
    Non ho potere su quello che fanno i miei sottoposti nel tempo libero, tuttavia non posso incoraggiarti nel farlo. Se può esserti di conforto, io non penso che le tue accuse siano del tutto infondate. Quello che spero però, e che anzi vorrei, è che tu ti sbagliassi per ragioni ovvie e anche difficili da elencare. Ma il motivo principale è che temo mortalmente il fatto che tu possa avere ragione. E Dio abbia pietà di te se è davvero così Dorian. Perché se hai ragione, e metti i bastoni tra le ruote a quello che descrivi come mio fratello, ti farà pentire amaramente il giorno in cui non ti ho fermato con molta più decisione.
    Stige non era solo consapevole dei rischi che comportava tenere in libertà suo fratello, ma non aveva di certo dimenticato il terrore che una simile personalità poteva imporre, ed esercitarlo soprattutto ora che aveva a disposizione un potere come quello. Ma cosa avrebbe dovuto fare Stige di contro? Anche volendo condannare a prescindere Gil, era protetto da Faust e la scuola Romana nella sua completezza, senza nessuna garanzia di riuscire rischiava perfino di far scoppiare un incidente diplomatico cosa che nessuno, specialmente una nella sua posizione, poteva permettersi in quel periodo in cui il loro nemico era comune e le speranze di un'alleanza lunga e florida erano altissime. Come se non bastasse era pur sempre suo fratello e sempre sua era la colpa di averlo trasformato in un simile mostro. Se davvero c'era la possibilità che lui riuscisse a redimersi, allora poteva sperare di redimersi anche lei, Stige Poltergeist, che diritto al perdono non ne aveva affatto. Ma questo non era qualcosa che Dorian poteva capire, non con la conoscenza vaga che aveva di lei come in quel momento. Respirò a fondo, lentamente, e lentamente sciolse la presa delle dita. Alzò di nuovo lo sguardo verso Dorian e cercando di restare imperturbabile portò verso la conclusione quel discorso.
    Se non c'è altro puoi andare, alle scartoffie penserò io, tu devi solo preoccuparti di presentarti quando verrai convocato...
     
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    Il primo pensiero che attraversò la mente di Dorian fu quello di chiedere ulteriori spiegazioni in merito a quella faccenda così tanto complicata, tuttavia lo spadaccino riuscì a controllarsi così che Stige potesse non andare oltre a fornirgli spiegazioni più approfondite in merito alla vicenda che coinvolgeva il fratello: era ancora troppo presto per Greyback, la sua posizione di novizio nella polizia non gli avrebbe sicuramente permesso di venire a conoscenza di fatti così importanti e personali, non ora per il momento, così il montanaro si limitò ad ascoltare con attenzione le successive parole del Comandante, ignorando il reale motivo per cui ella si morse nervosamente il labbro inferiore.
    La gravità del successivo discorso venne ben percepita da Dorian, il quale ebbe la sensazione di essere osservato da quell'inquietante occhio rosso cremisi mentre Stige svelava le sue speranze in merito a quella vicenda: da quelle parole egli non riuscì a comprendere pienamente la posizione della donna, tuttavia non era difficile intuire che stesse camminando sul filo del rasoio, tenendosi a fatica in equilibrio nonostante la levatura del proprio status nazionale. Greyback deglutì pesantemente ed abbassò lo sguardo, rendendosi conto che il proprio cuore aveva iniziato a battere ad un ritmo più veloce rispetto a prima: tale fenomeno trovava una spiegazione nei ricordi che riaffiorarono la mente del moro, istanti in cui egli si era confrontato con Gil e con le sue macchinazioni spietate, incurante del fatto che quella era solamente la punta di un gigantesco iceberg.
    Ormai ho scelto questa strada e non ho intenzione di abbandonarla proprio adesso, anche se so che essa mi porterà a soffrire come non mai: sento che questo è il cammino giusto per dare un senso alla mia esistenza e per quanto dolore potrò patire per mano di suo fratello o di chiunque altro, non mi pentirò mai di essermi messo al Suo servizio. Di questo ne può essere più che certa.
    Dorian concluse quella frase alzando nuovamente lo sguardo verso Stige, trovando nella sua figura un poco di sostegno e di tranquillità, riuscendo addirittura a sfoggiare un timido sorriso di fronte al Comandante: a quel punto lo spadaccino si sarebbe rilassato riportando le braccia lungo i fianchi, rimanendo ad ascoltare le ultime parole della Frozen Maiden, inclinando leggermente il capo prima di congedarsi da lei.
    La ringrazio ancora per questa opportunità, rimarrò in attesa della Sua chiamata.
    Dorian concluse quella frase rivolgendo un ultimo sguardo verso Stige per poi voltarsi ed uscire dal suo ufficio con l'animo visibilmente scosso ma certo di aver intrapreso finalmente un percorso sensato: inutile dire che ben presto Greyback avrebbe provato direttamente sulla propria pelle indicibili dolori e sofferenze dopo aver varcato l'uscita di quell'edificio, non solo fisiche ma anche psicologiche, ma per adesso il giovane montanaro si sarebbe goduto la promozione ad agente della polizia di Londra.

     
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    Stige non aggiunse altro, si limitò ad abbassare il capo in segno di saluto, per poi lasciare che Dorian si congedasse. Solo a quel punto si concesse uno sprazzo di umanità, sospirando in maniera svogliata, schiacciando la schiena contro la poltrona mentre con i fianchi scivolava verso il basso, stremata. Una tempesta di pensieri la colsero: La scuola, Gil, Thresh, Nariko e Syndra, Iceringer, tutte le cose che le erano successe in così poco tempo. Il Tartarus, Immortali Terrestri, Raiza, Vidocq, a quante cose poteva pensare? Probabilmente, a nessuna di esse. Troppe domande senza risposta, alcune delle quali erano risposte che temeva così profondamente da non riuscire neanche ad immaginarle. Il solo pensiero di affrontarle la paralizzava, la congelava... un senso che Stige aveva dimenticato da molto tempo. Chiuse gli occhi e si fece coraggio, se non faceva lei il primo passo di sicuro non sarebbe mai cambiato niente. Passò una mano sul telefono, componendo il numero con la massima serietà, per poi portarselo all'orecchio con aria quasi marziale.
    Hey piccola, come stai? No, non preoccuparti... volevo solo sentirti. La mamma sta bene, tu invece che mi dici? Oh si, ho qualche minuto, raccontami...
    Ma non per questo doveva farlo subito. Il suo sguardo si sciolse in un dolce sorriso, ricordandosi perché faceva tutto questo, soprattutto per chi lo faceva.
     
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