Explanations

x Hyperion

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  1. Hyperion Arcade
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    Duncan si abbandonò all'istinto, non senza qualche esitazione, Stige conosceva bene quell'espressione combattuta, la vedeva spesso attraverso lo specchio di casa sua, ma a differenza di lei il suo sottoposto sembrava sapere perfettamente cosa voleva e forse non poteva neanche fargliene una colpa dato che in fondo lei stessa gli aveva concesso una rivelazione tanto importante. Per questo non indietreggiò, o meglio: fu un tentativo piuttosto goffo. Stige si irrigidì per un istante, serrando le labbra e i pugni lasciandosi sfuggire un leggero vagito di sorpresa, poi le loro labbra si unirono e quando la mano del ragazzo raggiunse la guancia che sgranata ospitava gli occhi sorpresi del comandante, Stige sentì chiaramente il suo calore e la sua volontà invaderle il corpo, come una sensazione del tutto nuova. Non esitò molto, anzi no lo fece per nulla, timidamente lo lasciò avvicinarsi, per poi ricambiare il bacio socchiudendo lo sguardo, cercando di lasciarsi trasportare da quella bella sensazione. Ecco cos'era mancato nel loro primo incontro... una situazione critica certo, ma molto, molto piacevole. Si era convinta che si trattasse meramente di lavoro, di dovere, ma non poteva negare la sua femminilità, il suo desiderio di ricevere calore, che fosse una maledizione o una benedizione, lo voleva. Questo non significava però che fosse succube dei suoi sensi, anzi ne fu pienamente coinvolta ma capace di controllarli. Si concesse quel bacio, sarebbe stata un'ipocrita ad allontanarlo visto che lo voleva anche lei, ma quando le labbra si staccarono di colpo lasciando che quell'esperienza piacevole finisse, il Comandante serrò la mano destra sul petto del suo sottoposto, come a volerlo allontanare ma totalmente priva di aggressività e, a conti fatti, forse Duncan non si spostò che di qualche centimetro. Lo sguardo di Stige rinsavì, ma era ora rivolto verso il basso, con la testa piegata da un lato. Aveva le gote leggermente arrossate ma non dall'imbarazzo. Per una donna come lei non c'era spazio per un sentimento così infantile.
    Non fare così... questo... questo non va bene... non siamo animali Duncan, io... voglio una risposta.
    Le dita si strinsero sulla sua divisa, quasi come se volesse attirarlo verso di sé, ma non lo spostò di un solo passo, sembrava più che a quel punto fosse lei che non voleva farlo allontanare, ma neanche avvicinare di nuovo. Lo spinse nello stesso limbo in cui si trovava lei, dove non poteva negare il suo bisogno di calore, ma neanche poteva accettarlo come una mera dimostrazione di iniziativa. Non voleva una smielata dichiarazione d'amore, ma voleva una risposta almeno da lui, dato che Stige non riusciva a trovarla. Se aveva trovato la forza di prendere una simile iniziativa, allora doveva trovare la forza anche per darle una risposta.
    Cosa... stai facendo...?
    Gli occhi di Stige si sollevarono verso di lui, lentamente, occhi languidi ma risoluti, non avrebbe ceduto ancora una volta alla lussuria come una mera ragazzina, ma se voleva davvero concedersi il calore di un compagno che considerava meritevole, allora voleva essere certa che non fosse un semplice animale, ma che avesse una risposta accettabile anche per lei. Quel poco di contatto che avevano in quel preciso istante bastava per sentire ogni cosa: il battito del cuore di Stige che accelerava era chiarissimo attraverso le sue dita, il suo petto prosperoso sembrava quasi protrarsi verso Duncan, proprio come le sue labbra, che bramavano una risposta, una qualsiasi, che le permettesse di riprendere ciò che avevano smesso. Si odiava profondamente per non essere capace di fare a meno di tutto questo, ma lei stessa lo aveva ammesso... senza qualcosa per cui vale la pena morire, come si può lottare fino alla fine?
     
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20 replies since 27/11/2017, 18:05   330 views
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