Explanations

x Hyperion

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  1. Shirosaki Ogihci™
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    Appaio per un po', scompaio per molto...

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    Proprio quello di cui Duncan aveva bisogno, delle spiegazioni, un chiarimento sulla posizione di Stige in tutto ciò ed avendo scoperto le cose come stavano, si sentì meno confuso e più determinato a perseguire i suoi obiettivi. Essere al servizio della Trinity ed in una donna come lei, non poteva chiedere di meglio, la sua nuova avventura come agente di polizia sembrava in crescita. Chiaramente anche il suo Comandante, dal modo in cui rispose, sembrò essa stessa non gradire moltissimo il contesto in cui dovette inserirsi, ma se non c'erano alternative, aveva pur sempre scelto il male minore fra i vari mali che circondavano quel mondo. Anche Duncan si diede questa convinzione, un motivo in più per non smettere di voler servire quell'organizzazione ma soprattutto la sua città, Londra. Lei in seguito mise in risalto un aspetto che era di fondamentale importanza se si voleva continuare a svolgere quel lavoro senza farselo odiare col tempo: trovare qualcuno da amare. La giustizia senza un briciolo di amore col tempo non è più giustizia e questo il ragazzo lo comprendeva bene. Se si fosse affidato esclusivamente a quella qualità, a lungo andare sarebbe diventato freddo, spietato ed avrebbe stravolto quel senso per cui lui stesso decise di mettersi al servizio di quella nazione. Aveva bisogno di motivazioni nobili, di dare uno scopo a quel continuo cercare di eliminare le ingiustizie, ma nell'esatto momento in cui si rese conto di ciò che disse Stige, il suo respiro si bloccò, lui fissò il suo sguardo nel vuoto, come se qualcosa gli fosse venuto a mancare in quell'istante. Con la bocca aperta, con gli occhi sbarrati e con le braccia a penzoloni, Duncan realizzò il fatto che lui una famiglia non ce l'aveva più, era rimasto solamente il ricordo dei loro genitori, un ricordo piacevole certo, poiché loro erano molto legati a lui ed il londinese di conseguenza era legato ad essi. Ma non poteva manifestare il suo affetto concretamente perché loro da un po' di anni erano morti, uccisi dal crimine, dall'ingiustizia che aveva comunque il suo ruolo a Londra. In quel momento capì che se non avesse trovato qualcuno o qualcosa con cui legarsi e provare sentimenti, avrebbe finito con l'odiare il suo mestiere.
    "C'è un problema, Comandante..." Disse, per poi interrompere la frase, abbassare lo sguardo, sconfortato da quella triste realtà che viveva, sembrava come se entrare nella Trinity fosse esser riuscito a trovare finalmente una casa, ma valeva ben poco se all'interno di quella casa non ci fosse una persona con cui condividere le proprie emozioni.
    "Non ho una famiglia. Non ho nessuno da amare. Sono praticamente solo e se, come dice lei l'unico modo per continuare ad essere un agente è amare qualcuno allora io... Non riuscirò a continuare in questo modo." Aggiunse, in preda alla tristezza, non avrebbe versato lacrime, ne aveva versate fin troppe in passato che oramai i suoi occhi non avevano più la capacità di lacrimare a motivo di forti emozioni di commozione. Duncan ci aveva fatto l'abitudine a quel suo stile di vita, probabilmente avrebbe col tempo smentito le parole di Stige, ma se lei per esperienza aveva appurato che solo amando qualcuno si poteva continuare a servire la giustizia, il ragazzo si rese conto che sotto quell'aspetto sarebbe partito svantaggiato. Non sapeva su chi contare, non sapeva chi potesse essere la persona verso cui provare dei sentimenti, da un po' di anni viveva in quelle condizioni e non sapeva se fosse un bene o un male continuare così.
     
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20 replies since 27/11/2017, 18:05   330 views
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