Alla luna

per Hina

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

    Group
    Member
    Posts
    1,184
    Location
    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

    Status
    ONLINE
    Cia era ben più che semplicemente magnifica agli occhi del neko e poterla avere tutta per sé, poter affondare la sua grossa verga pulsante nella sua stretta e rorida femminilità eccitata, poterla stringere a sé come se in quel momento fosse totalmente sua era semplicemente troppo bello, troppo perfetto per essere vero. Certo, in passato aveva ceduto più volte alle fantasticherie romantiche sulla sua prima volta e, in alcune occasioni, venuto meno a quell’istintivo pudore che la giovane professoressa avrebbe di certo faticato a riconoscere nella belva famelica che la stava tanto furiosamente possedendo, aveva indugiato con l’immaginazione nei dettagli più perversi di quella possibile unione al solo scopo di darsi piacere… ma la sua fantasia inesperta quanto timida, mai avrebbe potuto creare la visione da sogno che i suoi occhi stavano godendo in quel momento.
    Lo splendore di quel corpo eccitato e vibrante di piacere che lo accoglieva con gioia dentro di sé, quel volto degno di una principessa delle favole che lo sguardava stravolto dal godimento e con gli occhi infiammati di pura ingordigia erano uno spettacolo troppo intenso, troppo bello per poter essere ricreati da qualsivoglia mente, per quanto geniale e dedita a pensare l’estremo: persino il suo corpo, divenuto misteriosamente quella perfetta montagna di muscoli scolpiti, che a ogni sua possente spinta si tendevano come spessi cavi di acciaio, sembrava così saturo di sensazioni e piacere da dover prendere fuoco da un momento all’altro, da dover esplodere in orgasmo intensissimo già alla prossima spinta, eppure quella spinta arrivava e veniva seguita da innumerevoli altre, sempre più intense, forti e veloci eppure la liberazione del coito non arrivava.
    E non arrivava perché era un dolce tormento sentire ogni fibra del suo corpo bruciare e consumarsi dal desiderio, dall’insoddisfazione, perché era semplicemente meraviglioso poter affondare in lei quell’enorme cazzo fino a far sbattere la grossa cappella sua suo utero, sentire il seme che le aveva versato prima schizzare fuori con osceni rumori o sentire quelle carni strette e arroventate dalla lussuria stringersi spasmodiche attorno alla sua asta marmorea, così bello che rovinare tutto per il momentaneo piacere dell’orgasmo gli sembrava a dir poco sciocco.
    Così, gemendo come e più di Cia, alternando ringhi e respiri affannosi, continuava imperterrito a farla sua, scopandola con un tale impeto che, con gli ultimi sprazzi di lucidità che gli rimanevano, con poté non stupirsi per tutta quella fame, quel desiderio bruciante che lo stavano guidando alla conquista di Cia e del suo magnifico corpo. Non vi era traccia, infatti, del romanticismo che tanto aveva vagheggiato, eppure non trovò la loro unione meno bella o intensa o giusta per questo: il modo in cui lei lo carezzava e gemeva per lui, dimostrando tutto il suo piacere, tutta la sua eccitazione non era forse più vero e bello di qualunque dichiarazione di amore eterno? Lui non conosceva Cia, è vero, ma ciò non gli impediva di unirsi al suo corpo e alla sua anima più strettamente di quanto qualunque legame durato decenni avrebbe potuto mai fare, né gli impediva di godere con lei e per lei così intensamente a ogni affondo da dover credere che sarebbe finito, prima o poi, per dissolvere il proprio senno in quel cielo di puro piacere che la giovane aveva spalancato nella sua anima.
    Quando, poi, arrivò la richiesta spezzata e inframezzata di gemiti di piacere con cui la giovane lo pregava di non trattenersi, senza specificare se si trattava della sua forza, della sua furia o del suo piacere poiché si riferiva a tutte queste cose, Astratto percepì uno sprone semplicemente irresistibile a consumarsi tra le sue gambe finché non sdarebbero stati o sazi o morti, quindi ubbidendo alla sua amante, smise di trattenersi, di preoccuparsi di cosa quel magnifico corpo dragonico poteva tollerare o meno e, con un ringhio puramente ferino, intensificò la forza e la velocità dei suoi affondi, mentre le sue grandi mani, palpavano, stringevano, marchiavano senza sosta le forme morbide della professoressa.
    Gli sembrava di star per impazzire tanto l’eccitazione che gli infusero quelle poche parole sussurrate a fatica gli infusero, ma quando sentì i suoi gemiti aspirati, persi mentre gli stringeva i glutei scolpiti per dargli il ritmo di cui aveva bisogno per godere, semplicemente la sua mente andò in pezzi e il suo corpo esplose in una furia che nulla aveva di umano: prese a sbattere con tale forza e violenza l’enorme cappella nel fondo del suo utero che sembrava volesse squarciarla nel profondo e vedere la sua punta fare capolino dalle sue labbra, ma il corpo della giovane resisteva alla sua furia e, da come allargava e sollevava le cosce, sembrava non percepire altro che piacere da tutta quella brutalità.

    << Nghh! Cia, Cia! Sto per venire, sto per venire ancoraaAAAhh!>>

    Gemette, prima di morderle con furia il collo morbido e farle sentire le sue corte zanne appuntite affondare nella sua carne, pur senza inciderla. In quell’esatto momento, il corpo di Cia si stava lasciando andare all’estasi dell’orgasmo e al primo schizzo di umori che si infranse contro i suoi pettorali scolpiti, così caldo da sembrare bollente, si lasciò andare al piacere e il suo enorme cazzo esplose con un vero e proprio fiume di densissimo seme bollente.
    Ringhiò, mentre le sue zanne si serravano ancora di più sul collo che leccò e succhiò selvaggiamente, mentre i fiotti innumerevoli e copiosissimi si alternavano alle spinte che, neppure per un secondo, mancarono di sconquassare e travolgere quel corpo meraviglioso.
    Veniva senza sosta, spingendo con furia nient’affatto mitigata dal piacere intenso e bruciante dell’orgasmo che lo stava travolgendo quell’enorme mazza pulsante dentro di lei, mentre lo sperma intriso di energia si mischiava con quello che già riempiva e deformava il suo utero, finendo per gonfiare enormemente il suo ventre un tempo piatto.
    Il seme ribolliva e sgorgava senza sosta dentro di lei, tanto che Astratto temette che quell’orgasmo non avrebbe mai avuto fine, portandolo inevitabilmente alla pazzia, tanto il piacere si stava facendo insostenibile. Per questo motivo, liberando il suo collo dalla morsa delle sue zanne, si diede a un urlo belluino, da belva infuriata, mentre stringendo in una morsa d’acciaio le sue grandi mani sul corpicino minuto di Cia, una alla sua vita sottile, l’altra sulla sua spalla, affondò con tutte le sue forze dentro di lei, dopo aver lasciato scivolare fuori dalla sua fichetta ribollente la quasi totalità di quel cazzo colossale, risbattendoglielo dentro con furia inaudita, prima di godersi l’ultimo, poderoso e copiosissimo fiotto di quell’orgasmo semplicemente incredibile.
    Quando, finalmente quel fiume di piacere e sperma si arrestò, aveva il fiato corto ma non si sentiva né stanco né, soprattutto, appagato: Cia avrebbe potuto percepire, infatti, quella colossale mazza più dura ed eccitata come non mai, che le divideva e allargava le carni bollente ed enorme come una colonna d’acciaio.
    La sola visione dell’espressione persa di Cia, dei suoi occhi ribaltati, della sua lingua a penzoloni e dello stano osceno quanto magnifico del suo corpo dragonico rigonfio di sperma, madido di sudore e dal ventre incredibilmente gonfio sarebbe bastata per farlo impazzire nuovamente e far ricominciare un amplesso sicuramente più brutale, intenso e violento di quello appena conclusosi ma Astratto ricordava l’avvertimento di Lady Ganon, sia di non farle del male, sia che senza la sua guida sarebbero finiti per accoppiarsi come animali… e, benché non potesse trovarci nulla di male nell’ultima parte, capiva, intuiva che con Cia ci sarebbe potuto essere di più, molto di più e voleva davvero che quella sua prima volta fosse indimenticabile sotto ogni aspetto.
    Così, anche se a malincuore e con l’espressione di star privandosi di una parte fondamentale di sé, tanto si sentiva unito e dipendente dal corpo di Cia, procurando un piccolo cataclisma alla sua femminilità, che si trovò a essere da un fiume di bollente e vischioso seme che prese a fluire via da lei con gorgoglii osceni quanto eccitanti, mentre Astratto tornava a premere quell’immensa verga pulsante sul suo pube fino ai suoi seni, mostrando così a entrambi il miracolo che era riuscito a compiere il corpo della giovane nell’accogliere un simile colosso dentro di sé.

    << Scusami Cia, non volevo farti male o sporcarti così. E’ che proprio non riesco a controllarmi con te: sei così bella! Lo sei così tanto che anche adesso io ho tanta, tantissima voglia di te.>>

    Ammise con una punta della vecchia timidezza a rendergli più dolce la voce, leccandole il collo con la sua calda e ruvida lingua da felino il collo su cui si intravedevano i segni profondi lasciati dal suo morso, mentre riprendeva a sfregare con impazienza il suo enorme cazzo bollente sulla sua femminilità, dalle grandi labbra fino al clitoride ancora gonfio, fino ad arrivare ai bei seni prosperosi dove la grossa cappella sbatteva senza posa.

    << Io, però, non ho molta… esperienza, Cia. Non so come continuare, cosa fare, io…>>

    S’interruppe, terribilmente imbarazzato nel dover ancora una volta rimarcare la sua condizione di appena ex verginello, tanto che un lieve rossore tornò a colorargli le gote che nascose tornando a baciare e a vezzeggiare il collo della giovane.

    << Ti prego, insegnami!>>

    Sussurrò al suo orecchio quasi con disperazione, dimostrandole quanto bisogno avesse della sua guida, del suo aiuto con la speranza che la giovane accettasse di guidarlo alla ricerca di un piacere diverso da quello che, finora, gli aveva procacciato l’istinto.
    Intanto, Ghigna si trovava in una situazione tutt’altro che rosea eppure, malgrado l’ostilità di Lady Ganon e la sua inclinazione a ricorrere alla violenza, il neko si stava divertendo un mondo: adorava trovarsi in sfide come quelle e, benché la donna gli avesse procurato un terribile dolore, era certo che sapeva bene come farsi perdonare, anche se ancora doveva convincerla a mostrarsi più disponibile nei suoi confronti. Questo “piccolo” ostacolo ai suoi piani, però, non gli impedì di godersi la faccia sorpresa della donna mentre svaniva e ricompariva a cavalcioni su di lei, premurandosi di premere il suo enorme cazzo sul suo corpo e, soprattutto sui suoi magnifici seni ancora malauguratamente coperti.
    Ovviamente al neko non sfuggì lo sguardo omicida che Ladu Ganon gli rivolse e pensò bene di scivolare in ginocchio davanti a lei, prima che la donna avesse modo di concretizzare le minacce espresse dai suoi occhi, carezzandole immediatamente le cosce brune e regalandole una lunga e intensa leccata con la sua lingua ruvida che percepì malgrado indossasse ancora le mutandine, almeno a giudicare dal fremito che interessò le sue carni.
    La sua vittoria, però, durò ben poco, dato che in un attimo si trovò bloccato tra le sue cosce che lo spingevano con forza sul suo pube, sulla sua femminilità sempre più calda ed eccitata, mentre gli bloccava le braccia dai polsi, con il suo polpaccio che gli impediva di tirare indietro la nuca, in una sorta di eccitante gogna di carne.
    La donna, dunque, gli espresse tutto il suo disprezzo nei suoi confronti e tutte le riserve che aveva nel lasciarsi andare con lui sebbene il suo sesso risultasse caldo e umido anche con la copertura delle mutandine, cosa che lo divertì non poco. Per questo motivo sfregò lievemente le labbra sulla sua calda femminilità, non abbastanza per causarle un gemito ma di certo più che sufficiente per farla fremere e bagnare di più.
    Una volta finito il suo discorso, la preside allentò la presa quel tanto che bastava per permettergli di risponderle e il neko le avrebbe rivolto lo stesso ghigno beffardo di sempre.

    << Mi hai frainteso di nuovo, Desdemona. Io non voglio che tu ti conceda a me, io voglio giocare con te. Capisci? Voglio sedurti ed essere sedotto, voglio provare a domarti come tu hai provato a fare, e sei in parte riuscita, con il mio fratellino. Voglio vedere cosa c’è sotto i tuoi modi freddi e autoritari, se il tuo pugno d’acciaio sa sciogliersi in una dolce carezza. Chi tra noi due, insomma, prevarrà sull’altro.>>

    Le rispose con la sua solita voce calda e virile, intensa e decisamente suadente, mentre le sue labbra si avvicinavano moltissimo al suo sesso e vi soffiavano il loro caldo respiro.

    << La mia non è un’offerta o una proposta, quindi, ma una sfida. Una sfida lanciata alla preside Desdemona Ganondorf e al suo orgoglio. Certo, non sono nulla per te, quindi sei più che libera di rifiutare… ma chissà cosa penserebbe Cia o qualcun’altra delle tue professoresse, nel sapere che la loro preside è così codarda da non voler neanche provare ad addomesticare un gatto troppo cresciuto…>>

    La provocò, certo che la donna non gli avrebbe fatto passare liscia una simile insinuazione, ma non si preoccupava più di tanto: aveva sopportato i maltrattamenti inflitti ai suoi poveri testicoli, come poteva impensierirlo una stretta ai suoi polsi? Dopotutto quanto le aveva detto non era stato un semplice artificio retorico per convincerla a lanciarsi, a giocare con lui, ma il vero scopo per cui aveva creato quel corpo: dopotutto, se avesse voluto del facile sesso sarebbe andato da suo fratello e Cia, così presi dal piacere che di certo non avrebbero protestato troppo per l’arrivo di un nuovo amante, ma lui non voleva soltanto divertirsi, voleva mettersi alla prova e scoprire cosa celava l’austera maschera di autorità che, a suo dire, celava il vero volto di Lady Ganon.
    La sua era davvero una sfida sia alla donna che ai suoi limiti ma, soprattutto, espressione di quell’intensa curiosità e di quella bruciante fame di sensazioni sconosciute, di nuove scoperte che ruggiva nel petto del neko. Quelle parole e il suo sguardo di sfida sarebbero bastate per sciogliere Desdemona, oppure Ghigna avrebbe dovuto aspettarsi una nuova e più dolorosa punizione? Chissà, forse avrebbe ottenuto entrambe.
     
    .
  2.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Become my Patron
    On Patreon

    Group
    HF GDR Staff
    Posts
    16,618
    Location
    Dalla terza vita

    Status
    Anonymous
    Questo è il record di attesa più lunga a cui ho costretto un giocatore ç__ç perdonami.


    Quasi si pentì di avergli detto che non doveva trattenersi, le sue spinte e il suo ritmo vennero incrementate dalla sua furia animalesca, facendola strillare ancora più rumorosamente di prima, riempendo la stanza dei loro suoni osceni. Non aveva idea di come facesse quel corpo dragonico ad accogliere una simile mostruosità, ma grazie alla sua magia poteva godere di quella mastodontica erezione che la stava sconquassando di piacere. Arrivò a non dare più il ritmo con le spinte delle mani, totalmente persa nell'orgasmo che si prolungò ancora di più con il seme che la riempiva facendola sentire quasi come se stesse andando a fuoco. Essendo così piena di lui ogni stilla che la riempiva la riusciva a sentire distintamente, tanto da gonfiarle ancora una volta la pancia. Cia si sentiva totalmente chiusa in una morsa di piacere, muscoli, denti e sperma. Si sentiva totalmente annullata, non poteva fare niente se non soccombere al piacere intenso che le stava regalando quel misterioso felino incontrato per caso. Non se ne sentì minacciata, tutt'altro, adorava quella sensazione in cui doveva solo godere e basta. Chissà quante cose poteva fare assieme a lui, chissà in quanti modi diversi veniva influenzato dalla magia, e chissà come reagiva il suo corpo alla magia di Umbra. Se già solo con il contatto fisico diventava quella belva meravigliosa non osava immaginare se riuscivano a incanalare per bene le loro energie e le loro abilità. Cia in quel momento era totalmente inerme fra le braccia del neko, totalmente appagata e in estasi. Si sentiva immersa in una vasca di benessere, anche se sentiva tutta la sua fighetta pulsare e bruciare ancora per via dello sperma che le si rimescolava dentro ad ogni movimento di Astratto. Infine decise di liberarla dalla sua presenza, facendo fluire fuori da lei lo sperma che l'aveva riempita fino ad allora, strappandole altri versi di piacere seppure molto più deboli, mentre ogni tanto il suo corpo tremava alla sensazione di quel fiume bollente che trovava finalmente una via libera da cui fluire . Si sarebbe dovuta sentire distrutta, affaticata, perdere anche il suo aspetto dragonico e invece era ancora fra le braccia del ragazzo, sporca di sperma ma felicemente appagata. Si sentiva cullare da quella sensazione di relax che venne risvegliata bruscamente dal membro di Astratto ancora durissimo che si poggiò contro il suo corpo. Cia strabuzzò gli occhi sorpresa per poi ridacchiare divertita a quella meravigliosa situazione, aveva appena scoperto il fascino dei verginelli: non si sentivano mai sazi e non perdevano per niente il loro entusiasmo e la loro curiosità. Fece scorrere le mani dai glutei su per la schiena del ragazzo, godendosi ogni fossetta che componeva quella schiena scolpita, fino ad arrivare sulla nuca dove affondò le dita fra i capelli. Lo guardò negli occhi sorridente, con l'affanno e lo sguardo dall'aspetto un poco ubriaco. Essendo già venuta così tante volte si sentiva più sensibile di prima, difatti lo sfregamento di Astratto su di lei le continuava a dare piccoli ma intensi brividi. Sembrava voler risvegliare di nuovo a sua volta il suo appetito sessuale, semplicemente con quel contatto meno feroce e dolce di prima.
    Ma cosa dici? No, non mi hai fatto male, sei stato bravissimo, mi hai fatta venire un sacco di volte. affermò godendosi un momento di quiete. Rabbrividendo ancora al tocco della sua lingua ruvida sulla pelle. Non aveva idea di come facesse ma si sentì di nuovo risvegliare di desiderio e capì cosa intendeva dire prima Lady Ganon quando cercò di avvisarli. Non era solo questione di attrazione fisica, c'era qualcosa di molto più profondo e primordiale che li accendeva in quel modo e li alimentava continuamente. Cia era sicura che avrebbe potuto fare sesso con Astratto fino a svenire e sentirsi felice per quel motivo.
    Lady Ganon ci ha avvertiti ma io... anche io ti voglio ancora. affermò mentre le caviglie si univando dietro i fianchi di Astratto come se volesse abbracciarlo con le gambe.
    Facciamolo con calma, non c'è fretta, non scapperò e nemmeno tu scapperai da me non è così? fece sorridendo maliziosa per poi cercare un bacio, labbra contro labbra, cercando di essere più docile e meno selvaggia di prima. A quel punto cercò di ribaltare di nuovo la situazione, dolcemente senza imporsi, invitandolo piuttosto a seguire i suoi movimenti, così da liberare la coda e le ali dal pavimento che iniziarono a dolerle per la posizione scomoda. Sdraiarsi con le ali era molto scomodo se non aveva il tempo di posizionarli in modo confortevole. Difatti una volta che fosse stata sopra il ragazzo, allargò le ali e sollevò leggermente la coda per sgranchirsi un pochino. Sorrise al ragazzo mordendosi poi il labbro inferiore mentre iniziava a pensare se non far diventare quel gattone il suo giocattolino sessuale. Tornò a sfregarsi sull'erezione, ammirando le scie di umori che vi lasciava ad ogni passaggio rendendo più lucido quel pezzo di carne che le aveva fatto toccare il paradiso con un dito.
    Goditi il momento, non pensare a nulla, rilassati.... man mano che parlava la sua voce si spezzava affannata per il piacere e l'eccitaizione che la scaldava nuovamente. Questa volta Cia voleva godersi ogni piccolo momento, senza fretta, cercando di non farsi assalire dalla fame di piacere. Dopotutto dopo due orgasmi quel bisogno spasmodico si doveva per forza essere un poco affievolito, dando quindi modo ai due ragazzi di godersi anche i piccoli gesti.
    Intanto poco più in là la situazione sembrava decisamente diversa. Ogni tanto Lady Ganon doveva trattenere il respiro e sforzarsi moltissimo per non dare soddisfazione al ragazzo mentre le faceva sentire le labbra addosso. Sentiva sempre più caldo, ma in modo piacevole e il desiderio le annebbiava un poco la mente, ma Lady Ganon era più testarda, domando perfino il suo stesso desiderio per lasciare parlare quel ragazzo e non lasciarsi andare alla lussuria che invece continuava a bussare sul suo corpo per entrare. Non poteva negare a se stessa che trovava quel ragazzo attraente e la incuriosiva molto. Aveva lo stesso aspetto di Astratto indubbiamente sembrava lui, ma lo sguardo che le rivolse quando gli permise di parlare le fecero capire che era profondamente diverso. Quel suo modo di porsi la infiammava di un profondissimo e primordiale bisogno di rivalsa sui maschi. Questi esseri arroganti che pensavano di poter fare delle donne ciò che volevano, che erano così sicuri di sé sopratutto quando avevano il cazzo grosso. Quando le disse che voleva domarla, sedurla, sentì il desiderio di colpirlo sulla faccia, magari con un potente schiaffo, ma si limitò a posare una mano sul suo capo afferrandogli i capelli come se volesse tirarli con forza, ma non lo fece ancora. Lo lasciò finire, ascoltando la sfida che gli aveva lanciato, facendola ghignare in modo malefico. Quel bastardo sapeva che non poteva sperare di ottenere molto da lei usando solo l'attrazione fisica, quindi voleva improntare tutto su una questione di orgoglio. Voleva tenderle una trappola, come se avesse intuito che Lady Ganon fosse una donna che dava molta più importanza al proprio orgoglio che al proprio piacere e benessere. Se avesse rifiutato la sfida sarebbe risultata lei quella debole, e non poteva di certo permetterselo con Cia lì vicino. Astuto certo, ma Lady Ganon non era ingenua e di sicuro aveva molta più esperienza di lui in questioni di quel tipo. Difatti si lasciò andare ad una risata di scherno, un poco compiaciuta di un tale coraggio da parte del ragazzo. Tuttavia lei aveva ancora il coltello dalla parte del manico, quindi i capelli che aveva afferrato prima servirono come appiglio per spingergli di nuovo la testa contro il suo pube, aiutandosi anche con il polpaccio che gli premette la faccia contro con un pochino di forza in più. Non voleva essere interrotta e quello era il metodo molto più efficace.

    Forse ti stai dimenticando una cosa fondamentale. Ovvero che ti sei costruito questo corpo con la mia energia, e che se volessi in uno schiocco di dita potrei farti dissolvere nel nulla spingendoti di nuovo dentro al tuo corpo originario. Capisci in cosa ti sei cacciato Ghigna? affermò guardandolo dall'alto in basso ma con una luce di minaccia reale negli occhi per fargli capire che aveva da sempre avuto lei il controllo su tutto. E che aveva pienamente intenzione di continuare a tenere in pugno la situazione. Senza neanche muovere un muscolo del suo corpo, la stoffa che ricopriva la vulva di Desdemona si spostò, assottigliandosi sempre di più in fili sempre più sottili ed arancioni, fino a sparire del tutto lasciandole libero il sesso che entrarò in contatto con le labbra del gatto.
    Tu sei già nelle mie mani e ti ho in pugno. Quindi smettila di cianciare parole inutili e usa quella lingua per qualcosa di davvero utile. Vediamo se sei in grado di strapparmi un verso. fece rinnovando la sfida lanciata, improntandola su qualcosa di leggermente differente. Ghigna avrebbe quindi sentito da subito il sapore di Lady Ganon nella sua bocca, avrebbe percepito il calore di quella carne quasi del tutto glabra se non fosse per un piccolo triangolino di pelo arancione che sormontava la sua intimità. Il colorito delle sue carni aveva sempre quella strana tonalità verdognola che la contradistingueva.
    Mostrami che non sei un maschio inutile. affermò lasciandosi sfuggire una piccolissima risata di scherno.
     
    .
  3.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

    Group
    Member
    Posts
    1,184
    Location
    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

    Status
    ONLINE
    Il tuo post sarebbe valso il doppio e più dei giorni di attesa, Hina, quindi tranquilla!


    Non appena il suo travolgente e interminabile orgasmo giunse a conclusione, Astratto accarezzò l’idea di sentirsi finalmente appagato, di poter finalmente prendere un po’ di respiro da quel demone che straziava il suo animo con i tizzoni ardenti e che prende il nome di desiderio, ma gli bastò semplicemente sfilarsi dalla femminilità bollente e rigonfia di sperma della giovane per fargli comprendere che la sua non era che una pia illusione: bastò, infatti, sentire gli osceni gorgoglii del suo seme denso e bollente che fluiva copioso dal ventre della giovane per far tornare l’eccitazione a livello pressoché folli, poi i suoi gemiti sommessi e il fremito di quel corpo semplicemente perfetto che veniva abbandonato da quel candido e vischioso mare di piacere liquido furono il colpo di grazia per il suo rinnovato e già finito autocontrollo.
    Il neko, infatti, capì confusamente che mai si sarebbe potuto sentire sazio di Cia e anche se fosse crollato privo di energie, era certo che dentro di lui il desiderio avrebbe continuato a bruciare più violento che mai. Fortunatamente, però, i due lunghi orgasmi precedenti avevano avuto il merito di dissipare i fumi dell’eccitazione e di permettergli di resistere al desiderio di ritornare a scopare la giovane come una belva in calore.
    Un aiuto in aspettato, infine, giunse dalla stessa Cia che, con la sua dolce rassicurazione, fece sorgere un lieve rossore di contentezza sulle gote del neko, semplicemente raggiante nel sentirsi dire che era stato bravo e che era riuscito a farla godere parecchie volte: si poteva crederlo un commento superfluo, soprattutto dopo aver visto il viso della bella professoressa stravolto dal piacere e aver sentito le sue urla di puro godimento, ma lusingava e onorava profondamente Astratto il fatto che lei gli esprimesse anche a parole la sua approvazione. Certo, ciò mostrava quanto la lussuria avesse poco contaminato la profonda dolcezza del neko, ma probabilmente Cia non se ne sarebbe lamentata, visto il modo in cui le sorrise semplicemente gioioso aumentando la rumorosità delle sue ormai onnipresenti fusa.
    La carezza, poi, che seguì le parole della giovane lo mandò semplicemente in Paradiso, visto l’entusiasmo con cui inarcò la schiena muscolosa a favore della mano artigliata che lo carezzò a ritroso, risalendo dai glutei sodissimi fino ai capelli nivei e morbidi. Cia avrebbe percepito facilmente i muscoli tendersi semplicemente gioiosi a contatto con la sua mano, prima di guizzare disperati per la fugacità del contatto, mentre il corpo del neko muscoloso quanto flessibile come ogni felino che si rispetti, accompagnava con eleganza e abbandono quella carezza tanto desiderata.

    << Non potrei mai desiderare di trovarmi in un luogo dove tu non ci sei, Cia.>>

    Affermò assolutamente sincero e sorridente prima di accogliere il bacio e il capovolgimento dolcemente imposto dalla giovane, abbandonandosi a entrambi con trasporto e gioia: non gli importava affatto di stare sopra, né di risultare arrendevole o il perfetto stereotipo di un verginello famelico e sovraeccitato, voleva soltanto percepire il corpo caldo e morbido della ragazza sul suo, le sue carezze, i suoi respiri affannati, le sue risatine maliziose quanto teneramente dispettose. Voleva, insomma, Cia nella sua interessa, tutto il resto per lui non contava minimamente.

    << Mhh! Cia…>>

    Miagolò, pochi attimo dopo, mentre le fusa si mescolavano a un suono aspirato, intenso proveniente dalla gola del neko: non solo Cia, infatti, risultava più sensibile dopo dei così intensi orgasmi e per Astratto percepire la sua fichetta bollente che si sfregava con così crudele lentezza sulla sua asta tanto mastodontica quanto eccitata, fu come precipitare nuovamente nell’abisso bruciante del desiderio.
    La giovane avrebbe percepito quell’immane colonna di carne turgida fremere impaziente e farsi persino più dura di prima, mentre i muscoli scolpiti del giovane si tendevano come grossi cavi d’acciaio e i suoi occhi si socchiudevano vinti da quella inaspettata stilettata di piacere. Resistere alla tentazione di saltarle nuovamente addosso fu difficile, ma lo aiutò la splendida visione che incontrarono i suoi occhi non appena li riaprì: Cia, assisa sulle sue gambe muscolose, con le magnifiche ali dispiegate e i capezzoli ritti e quasi del tutto visibili del suo seno florido, che lo guardava mordendosi sensualmente il labbro inferiore.

    << Cia… sei… sei bellissima.>>

    Non poté fare a meno di sussurrare, guardandola con una luce di pura adorazione che si rifletteva nei suoi grandi occhi cremisi, mentre la sua lunga coda felina si avvolgeva intorno a quella dragonica della giovane in una dolce carezza e le sue grandi mani risalivano il suo corpo in un tocco colmo di pura ammirazione, carezzandole dolcemente i glutei sodi, la schiena flessuosa e infine le grandi ali maestose, di cui vezzeggiò la sensibile e vellutata membrana che le rende abili al volo, stupendosi nel trovarla così calda e morbida.

    << Se questo è un sogno… ti prego di non svegliarmi, voglio sognarti ancora.>>

    Riuscì a sussurrare diviso tra il lieve impaccio della timidezza e il calore del desiderio mitigato dall’ammirazione, mentre si sollevava quel tanto che bastava perché la sua bocca, calda e affamata potesse baciarle e succhiarle le labbra, prima di scivolare sui suoi seni procaci, di cui prese a succhiarne i capezzoli turgidi, dividendo la lingua piacevolmente ruvida con i denti appuntiti dei felini.
    Ovviamente aveva ripreso a fregare la sua enorme mazza pulsante sulla sua femminilità calda e vellutata, ma le sue forti mani non si trovavano sul fondoschiena della giovane a palparlo con furia come le volte precedenti: no, una era rimasta ad carezzare le ali ancora spiegate, mentre l’altra era risalita fino alla nuca, ai capelli e a quelle bellissime corna nere, lievemente ricurve, che carezzò con delicatezza disarmante.
    Era riuscito, almeno per il momento, a contenere il desiderio e si stava godendo ogni secondo passato in compagnia di Cia, esplorando e scoprendo davvero ogni lembo, ogni stilla di unicità del suo splendido corpo, tanto che la coda prese a sfiorarle con dolcezza la schiena, i glutei e il loro solco, stuzzicando davvero involontariamente il suo roseo buchino.
    Anche per Ghigna la situazione stava iniziando a farsi decisamente (E inaspettatamente) piacevole: certo, era ben lontano dal riscontrare la fortuna del suo fratellino e Lady Ganon sembrava tutto fuorché decisa a trattarlo con la dolcezza di Cia, ma almeno aveva ascoltato quanto aveva da dirgli senza prenderlo a schiaffi e già questo, dopo che gli aveva strizzato i testicoli come se fossero state due succosi acini d’uva, sembrava essere un importante passo avanti.
    Bisogna anche dire, però, che la donna portò una sua mano a stringere i capelli del neko, pur senza tirarglieli: non aveva ancora capito cosa avesse in mente, ma non appena finì di parlare, si ritrovò premuto sul suo pube, mentre la bella preside si lasciava andare a una risata di scherno che, incredibilmente, non indispettì più di tanto Ghigna: il micione, infatti, sapeva bene che Desdemona sarebbe stata un osso duro e, se dopo tutte le sue provocazioni, rispondeva mettendosi a ridere anziché dargli una ginocchiata sul mento, non aveva che da ringraziare la sua buona Stella… e anche la sua abilità nel lanciare le provocazioni.
    Inoltre, con le labbra a stretto contatto con il sesso della donna, benché ancora coperto da quelle spiacevoli mutandine, aveva ben poco di cui potersi lamentare. In tal senso, quando la donna gli fece notare che avrebbe potuto far sparire quel corpo composto con la sua energia in uno schiocco di dita e che era lei, dunque, ad avere il pieno e totale controllo della situazione. Alla domanda della donna, però, il neko rispose con uno sguardo di sfida, specchiando i suoi grandi occhi cremisi nei mari dorati della preside, in cui si vedeva benissimo che sapeva di essere in assoluto svantaggio e che, a conti fatti, non gliene importava affatto: soltanto i codardi giocano quando sono sicuri di vincere, quindi perché mai doveva scomporsi più di tanto? Se avesse giocato bene le sue carte, Lady Ganon non avrebbe riassorbito la sua energia e lui sarebbe potuto rimanere in quel corpo finché avrebbe voluto.
    Non sarebbe neanche scorretto dire che negli occhi del micio brillasse un forte divertimento, neanche particolarmente beffardo, ma un vero e proprio genuino entusiasmo verso quella situazione nuova e intrigante. Ma, pochi attimi dopo, quello sguardo sicuro ed entusiasta divenne sorpreso e poi famelico, poiché la donna aveva fatto scomparire le sue mutandine senza neanche muovere un dito: un evento decisamente inusuale, soprattutto perché prima di scomparire le mutandine di Lady Ganon si scomposero in tanti fili rossi, molto simili ai suoi capelli, ma anche se Ghigna avesse avuto modo di porre qualche domanda in merito, non l’avrebbe fatto dato che l’odore intenso e semplicemente delizioso di quella femminilità finalmente nuda lo aveva già rapito.
    Sulle labbra sentì finalmente la sensazione di calore e di umido che quelle maledette mutandine gli avevano negato tanto a lungo e, nel sentire la contro sfida proposta dalla splendida Desdemona, non poté fare a meno di sorridere divertito quanto famelico. Se, però, Lady Ganon si aspettava una stimolazione da subito aggressiva e furiosa, sarebbe rimasta delusa, dato che Ghigna in un primo momento si limitò soltanto ad apporre un bacio su quella femminilità tanto calda, labbra contro altre “labbra”, come farle intendere che raccoglieva sé la sua sfida, ma che lui era ben lungi dall’essere domato o vinto.
    Fatto ciò, con la punta della lingua, ruvida e bollente, seguì il contorno del suo sesso, dalle piccole, alle grandi labbra, passando per il clitoride ancora nascosto, fino a deviare verso l’interno coscia, a cui dedicò qualche dispettoso morso e succhiotto, prima di ritornare a occuparsi di quella fica sempre più calda e umida, che sembrava voler più esasperare che far effettivamente godere.
    Certo, il sapore semplicemente delizioso dei suoi umori, così intensi, forti eppure con una dolcezza segreta che lo faceva diventare ingordo oltre al loro profumo semplicemente avvolgente, mettevano a dura prova anche la sua pazienza, ma riuscì a tenere duro e proseguì a centellinare le attenzioni che la sua lingua ruvidissima donava a quelle carni così deliziosamente dischiuse e vellutate.
    Era una stimolazione quasi crudele, condotta sì con evidente maestria ed esperienza, ma proprio per questo ancora più frustrante e indisponente, visto il modo in cui quella lingua ruvidissima sembrava quasi sfiorare le carni della donna, senza però donare loro un contatto davvero pieno, concreto: Ghigna, però, non era uno stupido e voleva soltanto indispettire Lady Ganon, non farla infuriare, quindi dopo poco leccò con il piatto di quella lingua lunga quanto larga, tutta la sua femminilità, dal perineo fino al clitoride, senza lasciare un solo millimetro di quel fiore deliziosamente bruno e dai peculiari riflessi verdognoli privo di attenzioni.
    Fu una leccata lenta e profonda e quando terminò, il neko non esitò un attimo ad andare a scomodare il clitoride della donna, succhiando, leccando e persino facendo sentire i denti appuntiti da felino su quelle carni deliziose, affinché non una solo lembo di quella femminilità si sentisse trascurato, se non l’interno.
    Quando percepì il clitoride totalmente inturgidito e reso ipersensibile da tutte le attenzioni date da quella lingua così ruvida, decise che era tempo di passare al piatto forte: non tergiversò ulteriormente e insinuò quel lungo, bollente muscolo nell’anfratto umido e bollente di quella magnifica femminilità. La lingua del neko risultava molto più lunga e larga di una umana, oltre che rasposa, quindi non perse tempo a farla saettare dentro di lei, intenso e quasi prepotente fin da subito, ma senza essere frettoloso.
    Voleva strapparle ben di più di un semplice verso di piacere e lo sguardo che le avrebbe rivolto mentre si dedicava a leccarla come se da questo ne fosse dipesa la sua stessa vita, mostrava chiaramente i suoi intenti e il suo desiderio di vincere quella piccola sfida.
     
    .
  4.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Become my Patron
    On Patreon

    Group
    HF GDR Staff
    Posts
    16,618
    Location
    Dalla terza vita

    Status
    Anonymous
    Sentirlo piegarsi al passaggio delle sue carezze le diede una sensazione molto appagante. Era curioso sentirlo piegarsi esattamente come un gatto, nonostante stesse toccando una schiena umana. Le fusa erano una dolce melodia in sottofondo che la aiutarono a rilassarsi ulteriormente, e quando ormai fu sopra di lui, capì che in quel momento poteva goderselo appieno, senza paura di essere interrotta o di vederselo fuggire via. Con Lady Ganon impegnata con quello strano fenomeno di prima, non avrebbe prestato molta attenzione a loro due, quindi non doveva temere nulla. Continuò a sfregarsi concentrandosi sulla sensazione delle labbra vaginali che si separavano e si schiudevano su quella erezione mastodontica come se fosse un perverso bacio. Sentiva la propria carne ancora bollente, bruciare quasi e la clitoride pulsare dolorosamente. Il suo corpo ondeggiava come una serpe su di lui, sentendolo pulsare ancora vigoroso esattamente come nel primo amplesso. Le mani che prima gli carezzavano la nuca si spostarono dal collo sul petto carezzandogli le forme dei suoi muscoli. Si sentiva come un uomo pervertito che tastava i seni di una donna, ma non poteva farne a meno. Quel corpo statuario e rigonfio di magia erano uno spettacolo agli occhi di Cia che aveva sempre provato un'attrazione fatale verso gli uomini imponenti e muscolosi. Oltretutto stando in quella posizione a cavalcioni su di lui, le sembrava di avere il controllo su di lui. Lei così minuta che poteva fare di quel magnifico corpo ciò che voleva, la eccitava più di qualsiasi altra cosa al mondo. Quindi lasciò vagare lo sguardo sui pettorali rigonfi, sull'addome perfettamente scolpito, le piccole fossete ai lati del torace, quella forma rotondo sulle spalle e i bicipiti scolpiti. Si concentrò anche sul suo volto così delicato ma mascolino, il taglio degli occhi particolare che lo rendeva unico, e quella pupilla felina che rendeva il suo sguardo magnetico. Astratta era fin troppo attraente per Cia, era così felice di averlo potuto avere subito, senza noiosi appuntamenti, solo lei e lui e quella follia lussuriosa. Aumentò un poco la velocità degli sfregamenti, iniziando a sentire il piacere che la chiamava con maggiore forza. Ancora di più quando le mani di Astratto presero ad esplorare il suo corpo. Fremette nel sentirsi toccare sulle ali, che si spiegarono leggermente come a voler accogliere le dita del Neko.
    Oooh come sei dolce. Se mi dici così... mi fai pensare che ho fatto bene... nngh si interruppe nel sentire la bocca di Astratto di nuovo sui seni, lo abbracciò stretto per lo spasmo di un brivido intenso dovuto ai capezzoli molto sensibili, una mano finì di nuovo a sorreggergli la testa, come a volerlo aiutare a continuare in quelle effusioni, mentre l'altra si reggeva alla sua schiena, come se avesse avuto paura di cadere. Le sue labbra si avvicinarono al suo orecchio felino, ci soffiò dento un piccolissimo gemito, per poi carezzarlo con la punta del naso sul bordo dell'orecchio. Sembrava così morbido e setoso. Le mani di Astratto intanto continuavano a darle bellissime sensazioni di benessere e quando lo sentì toccarle accidentalmente il suo buchino posteriore invece di ritrarsi, inarcò la schiena come a volerlo invitare ad esplorarla anche lì, incoraggiandolo con un'espirazione più profonda. Si sollevò con il bacino, lasciando che fosse la stessa erezione del ragazzo a posizionarsi con la punta fra le sue burrose labbra vaginali. Sentì la punta solcare il suo ingresso dolcemente e iniziò a premersi su di esso dolcemente godendosi l'ingresso graduale.
    ... Se non avessi nascosto quel giocattolo, non avrei mai potuto averti. Se avessi trovato quel giocattolo, lei ti avrebbe mandato via... gli sussurrò all'orecchio, confessando la sua più grande colpa di quella serata. Nel frattempo continuava a scendere sull'erezione accogliendo dentro di lei quella carne esagerata, fino in fondo sentendolo di nuovo bussare con la punta ai confini del suo corpo. Quella sensazione le fece pulsare la clitoride mentre un piccolo spasmo le faceva restringere involontariamente le pareti vaginali attorno a quel maginifico cazzo magico.
    Intanto Lady Ganon notò che il ragazzo non si era scoraggiato per niente dopo la minaccia che Lady Ganon gli fece. Non sembrava importargli molto del fatto che poteva cancellarlo con uno schiocco di dita, anzi ne sembrava quasi stimolato, e glielo fece capire il suo sguardo. Quei occhi che le susciatavano la voglia di fargli male. Sentiva le mani prudere, la voglia matta di urlargli addosso, ma ancora una volta Lady Ganon si frenò, limitandosi a stringere le cosce attorno a quella faccia sfrontata. Non poteva di certo lasciarsi andare ai suoi più bassi istinti con uno sconosciuto, non meritava tanta passione da parte sua. Allentò la presa delle cosce solo quando lo sentì schioccare un bacio contro il suo sesso facendo ghignare malefica Desdemona. Lo guardò tuttavia con un pizzico di disprezzo: era sicura che non avrebbe rinunciato ad una cosa del genere, ma in parte lo disprezzava perché si stava lasciando andare ad un egoistico bisogno di godere. Non ce la faceva più a vedere quei due a qualche metro più in là che si davano alla pazza gioia, mentre lei se ne stava a bocca asciutta perché glielo imponeva il dovere. Oltretutto entrambi erano belli e desiderabili, aveva sentito su di sé la morbidezza di Cia e non poterla avere un poco l'aveva lasciata delusa. A guardali poi non sembrava una così brutta idea lasciarsi andare di tanto in tanto ai propri bassi istinti. Quindi al diavolo il suo dovere e lasciò che il ragazzo soddisfasse la sua curiosità: era davvero così piacevole la lingua felina di un Neko? Inaspettatamente notò che quel maledetto di Ghigna non era uno sprovveduto come Astratto, da come si muoveva e da come cercava di stuzzicarla aumentando il suo desiderio, lasciò intendere che non era nuovo a quella pratica. Strinse i denti con forza nel sentire quella lingua umida e rugosa contro l'interno coscia, contro la superficie della sua carne. Aveva immaginato che fosse stato perfino fastidioso quel tocco, invece si accorse che quelle piccole setole sulla lingua stimolavano ogni cellula di ciò che toccavano. Divenne sempre più difficile resistere e trattenersi. Il suo respiro accelerò, il desiderio la ubriacò, ne voleva di più molto di più, difatti le mani che tenevano i capelli si strinsero in uno spasmo. Si stava innervosendo, perché tergiversava così tanto? Voleva forse sentirle dire che lo voleva? No, non era quello ciò che gli aveva detto poco prima.

    Tutto qui? fece sprezzante, spingendolo contro il proprio sesso rudemente come a volergli indicare che non ci sapeva proprio fare, ma prima che potesse fare altro, o dire altro la lingua del Neko le carezzò per intero le labbra vaginali facendole sentire la natura di quella magnifica lingua. Trattenne il respiro con tutte le sue forze, ma le gambe tremarono sussultando un momento solo per la sorpresa. Strinse i denti con forza, fu un breve assaggio ma la rese avida, così avida di altro piacere che non si accorse che scivolò leggermente più avanti con il bacino verso la sua bocca, allargando di più le cosce per averne di più. Ghigna sembrò accontenarla, iniziò a stimolare la clitoride che si fece via via più turgida e visibile, una deliziosa perla di carne che quando venne stimolata fece tremare Lady Ganon. Le scappò un mugugno di piacere, le dita che stringevano i capelli si aprirono e si posarono contro il cranio, quasi come una dolce carezza in realtà lo spinse contro di sé per un tocco molto più deciso.
    Oh avanti, Astratto prima ha fatto urlare di piacere Cia, vuoi forse dirmi che sei un incapa... aaah nngh. un gemito profondo interruppe il suo discorso, dovuto alla lingua che affondò dentro di lei. Capì perfettamente perché Cia prima aveva avuto quella reazione quando l'aveva leccata. Non era solo piacevole perché la riempiva dolcemente, ma sopratutto perché le stava stimolando ogni millimetro della carne interna grazie a quella lingua rasposa. Era decisamente molto più intenso di sentire una lingua umana dentro di lei. Migliore di qualsiasi dildo o vibratore, migliore perfino di un venoso cazzo pulsante.
    Ooh capisco... fece espirando pesantemente, gli occhi socchiusi per l'intenso piacere. Le caviglie saettarono verso il membro dell'uomo, stringendogli l'erezione fra i due stivali, mentre le mani si posarono entrambe sul capo dell'uomo. Sembrava quasi volerlo premiare per il piacere che le stava dando, o forse voleva semplicemente spronarlo a dare il meglio di sé e chissà magari proprio stimolando il suo desiderio avrebbe tirato fuori altra lussuria da quel Neko sorprendente.
    Ammetto che mi hai sorpresa... ma lo sai anche tu che non mi basta vero? fece iniziando a muovere le caviglie per "masturbare" quel membro mastodontico. Le mani spingevano la faccia del Neko contro il suo sesso poi lo lasciavano per permettergli di allontanarsi, ma subito dopo lo spingeva di nuovo, come se avesse voluto costringere ad avviare una sorta di amplesso con la sua bocca.
     
    .
  5.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

    Group
    Member
    Posts
    1,184
    Location
    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

    Status
    ONLINE
    Una paura segreta, come un piccolo cristallo di ghiaccio che affligge una verde gemma primaverile, gettava una lieve ombra nell’animo del neko: quella di sentirsi una sorta di giocattolino erotico per la splendida professoressa, un caldo dildo di carne da utilizzare per appagare i suoi desideri, di non venir apprezzato e desiderato per la totalità del suo essere, bensì come semplice mezzo per arrivare al piacere.
    Una paura da tenero gattino romantico, in effetti, ma Astratto era indubbiamente anche questo… fortuna volle che Cia, in maniera del tutto involontaria, spazzò via quest’ultimo residuo di timore sopravvissuto alle maree del piacere: bastarono, infatti, le carezze che la giovane dispensò con tanta generosità e ardore al suo corpo scolpito, per farlo sentire non soltanto amato e desiderato come poche cose al mondo, ma anche per farlo sciogliere in una serie di miagolii e fusa sempre più numerose e rumorose.
    Forse era dovuto alla sua natura felina, da sempre sensibilissima alle carezze, ma il risultato fu evidentissimo: le piccole, vellutate mani della professoressa avrebbero percepito ogni fibra di quel corpo maestoso tendersi in uno spasmo di pura felicità verso di loro, mentre i muscoli semplicemente marmorei guizzavano e tendevano la pelle nivea desiderosi di sentire quel tocco caldo e gentile vezzeggiarli. Anche lo sguardo che la giovane gli rivolse, con quelle iridi deliziosamente violette, che accarezzava ogni linea, curva e dettaglio del suo corpo lo faceva sentire incredibilmente bene e anche se l’eco di un breve rossore si dipinse sulle sue gote, i suoi occhi cremisi e ferini non si abbassarono come all’inizio del loro incontro.
    Fu dunque impossibile frenare il suo desiderio verso il corpicino morbido e semplicemente perfetto che troneggiava sulle sue gambe muscolose e si sfregava senza posa sulla sua enorme asta pulsante, tanto che dopo aver visto il modo in cui la giovane sembrava apprezzare le sue carezze, non poté più trattenersi oltre e si lanciò a stimolare i seni procaci della giovane, miagolando di gioia nel sentirla interrompersi a causa di un gemito che lui le aveva procurato, mentre lo stringeva a sé e premeva la mano contro la nuca, come a volerlo spingere a continuare quell’intensissima stimolazione.
    Si stava perdendo nelle sensazioni che gli donava avere la bocca ingombra di quelle carni procaci o di quei capezzoli ritti e sensibilissimi, quando la giovane soffiò un piccolo gemito nelle sue grandi e morbidissime orecchie feline, che poi accarezzò con il naso: dovette immediatamente allontanarsi dal suo seno per miagolare intensamente, mentre le orecchie fremevano come impazzite e la sua colossale virilità pulsava frenetica, perfetta dimostrazione quanto quegli attributi felini fossero ricchissime di terminazioni nervose e quindi a dir poco sensibilissime.
    Ovviamente Astratto si riprese quasi immediatamente e non perse tempo ad avvolgere la sua lunga lingua rasposa attorno a quei deliziosi capezzoli ritti, stimolandoli come una furia mentre accoglieva nella sua bocca molta più carne di quanto avrebbe mai potuto fare un uomo comune, prima che la giovane gli confessasse di aver trovato e nascosto il giocattolo per non privarsi del piacevole diversivo rappresentato dalla sua compagnia: il viso del giovane assunse un’aria quasi buffa, perché anche con le guance gonfie a causa del seno di Cia, i suoi occhi si sgranarono semplicemente ingenui nella loro incredulità.
    Anche prima non sarebbe mai riuscito ad arrabbiarsi sul serio, ma in quel momento non poté che rallegrarsene e sentirsi letteralmente rapito da quel lato teneramente discolo della personalità di Cia, poiché riscaldava il cuore vedere una donna sensuale come lei prestarsi a capricci così deliziosamente infantili.

    << Mh, sei stata davvero molto dispettosa, sai Cia? Temo di poterti perdonare soltanto se… nhgg!!>>

    Gemette mentre ogni fibra dei suoi muscoli gonfi e incredibilmente scolpiti si tendeva verso il corpo della bella professoressa, che con una gradualità quasi crudele aveva iniziato ad accogliere dentro di sé quell’enorme cazzo pulsante, che prese quasi a fremere d’impazienza per ogni centimetro di quell’interminabile asta che scorreva dentro di lei.

    << …Se mi prometti che lo terrai nascosto per sempre, così avrò una scusa per vederti ogni notte!>>

    Continuò con un sorriso la cui malizia si perdeva nella consueta dolcezza del micione che, strette le sue grandi mani sui fianchi procaci della donna, prese a spingere con forza e desiderio dentro di lei, anche se privo dell’impazienza che aveva caratterizzato tutti i precedenti amplessi, mentre la sua colossale virilità tornava a chiedere a Cia di superare ancora una volta i limiti imposti dal suo corpo.
    Così, mentre i suoi glutei sodi e muscolosi si contraevano con forza insieme ai suoi addominali, Astratto abbandonò i seni della giovane per risalire fino alle sue labbra, un bacio e una leccata alla volta, godendo della morbidezza e del sapore dolce che la pelle della giovane aveva sulla sua lingua rasposa, prima di baciarla con dolce furia.

    << Mhhh! Cia, io… voglio farti godere in tutti i modi che conosci, voglio essere un amante alla tua altezza…>>

    Sussurrò, accorgendosi con un po’ di stupore che la giovane non disdegnava l’anal: lui ne era venuto a conoscenza grazie a Ghigna (Avere un pervertito nella propria testa ventiquattr’ore su ventiquattro può avere i suoi aspetti positivi) ma non si sarebbe mai aspettato di incontrare una ragazza che fosse disposta a praticarlo con lui… ciò mostrava chiaramente quanto fosse ingenuo, dato che Cia sembrava essere abituata a pratiche ben più estreme.
    Ad ogni modo, una volta appurato ciò, il neko non perse tempo e la lunga e morbida coda corse a stimolare intenzionalmente quel delizioso buchino, facendo scivolare la sua mano sinistra verso il culetto sodo della giovane, che palpò e strizzò con piacere e desiderio, mentre la mano destra risalì quel corpicino delizioso fino alle labbra morbide, che carezzò con la punta dei polpastrelli.
    Quello che voleva era evidente e, con dolcezza venata di imbarazzo e impazienza, forzò delicatamente quella calda bocca affinché accogliesse l’indice e il medio destri, esplorando e giocando con la lingua vellutata della giovane, il tutto mentre continuava a spingere con forza dentro di lei, aiutandosi con la mano sinistra.
    Quando, infine, si reputò soddisfatto della lubrificazione raggiunta dalle sue dita, le sfilò dalla bocca della giovane per portarle su quel buchino, che immediatamente stuzzicò con gli artigli, prima di penetrarlo lentamente con il medio e poi, poco dopo, aggiungere l’indice. Fu semplicemente meraviglioso provare la consistenza, l’elasticità tutta nuova di quelle carni calde e deliziosamente strette, sentirle cedere poco a poco, tanto che la mazza enorme che le stava sconquassando l’utero prese a pulsare come impazzita, ben dimostrando quanto quella situazione stesse sovraeccitando il neko, che divenne anche più ferino nelle spinte e prese a sbattere la grossa cappella rosea con impeto contro la cervice uterina della ragazza, già meno controllato di prima ma ancora ben lungi dallo stato di frenesia che Cia aveva già avuto modo di conoscere in precedenza.
    Ghigna, invece, aveva mantenuto un controllo pressoché perfetto delle sue azioni, tanto da riuscire a centellinare le attenzioni che stava riservando alla femminilità sempre più impaziente della preside, che pur cercando di dimostrarsi superiore alle provocazioni del neko, non poté totalmente nascondere le reazioni del suo corpo a quella lingua calda e rasposa. Il modo in cui Desdemona gli strinse i capelli, spingendolo rudemente contro la sua fica sempre più bagnata, infatti, ebbe il sapore del trionfo per l’ibrido benché era ben lungi dalla reale vittoria.
    Certo, sentire il respiro della donna farsi più pesante, il tremito brevissimo ma intenso che interessò le sue gambe quando leccò per intero le sue labbra vaginali o il modo del tutto istintivo con cui la donna spinse il bacino contro la sua bocca fu incredibilmente piacevole, quasi inebriante ma Ghigna intuiva che Lady Ganon non era il tipo di donna a cui bastavano qualche brivido per farla sciogliere: era una dominatrice abituata a imporre, in un modo o nell’altro la sua volontà, questo era indubbio e se voleva avere una qualche speranza contro di lei, in quel particolarissimo “duello” che stavano combattendo, doveva giocarsi bene tutte le carte che aveva a disposizione.
    E una di queste “carte” consisteva nel far saltare i nervi alla preside, visto che quando la donna gli rivolse quella domanda tanto sprezzante, non esitò neanche un istante a rivolgerle uno sguardo profondamente beffardo e divertito, proprio di chi è sicuro delle proprie capacità, prima di dedicarsi anima e corpo al suo clitoride. Dedizione che diede ben presto i suoi frutti, poiché il neko riuscì a strapparle il mugugno che, almeno in teoria, avrebbe dovuto sancire la sua vittoria… se soltanto lui o Lady Ganon avessero davvero voluto fermarsi. Il micione, infatti, apprezzò non poco il mugolio della donna e il fatto che le sue mani adesso gli accarezzavano la nuca anziché tirargli i capelli, benché continuasse a spingerlo con prepotenza contro il proprio pube e, quasi a volerla “premiare” per essere stata così sincera, passò al piatto forte e la penetrò con la sua lingua felina, troncandole così la frase e costringendola a gemere rumorosamente. Ecco, quello era un vero gemito di piacere e Ghigna se ne scoprì presto ingordo, sia perché la voce della preside distorta e sublimata dal piacere era semplicemente magnifica e sia perché era una intensissima sensazione di potere riuscire a strapparle simili versi, quindi non lesinò né impegno né abilità, deciso a farla impazzire con il solo aiuto della sua lunga lingua ruvida.
    Fu preso, però, di sorpresa dalla reazione della donna che, inaspettatamente, strinse la sua enorme verga pulsante tra gli stivali che prese a sfregare con prepotenza e abilità, strappandogli immediatamente un primo mugugno roco, quasi ringhiato.

    << Se ti fosse bastato non mi sarei mai inginocchiato tra le tue cosce, Desdemona. Sappi, però, che neanche le tue… “carezze” mi sono sufficienti: sono certo che sai fare di meglio, molto di meglio. O mi devo ricredere sul tuo conto?>>

    La provocò prima di leccarsi le labbra e di ritornare a occuparsi della sua femminilità sempre più rorida e calda, apprezzando il fatto che finalmente gli avesse liberato le mani che immediatamente scivolarono a carezzarle le magnifiche e interminabili cosce brune, mentre continuava a recarle piacere con quella lingua da gatto, ruvida quanto piacevole. Le sue mani, però, non rimasero a lungo inoperose e subito discesero verso il suo pube, dapprima per stuzzicare le grandi labbra e il clitoride con la punta degli artigli acuminati, poi per allargare la sua femminilità impaziente e infine per penetrarla con due dita l’uno, in modo da dilatare il più possibile quelle carni deliziose mentre la lingua saettava al loro interno furiosa, sfregando la parte ruvida sulla parete superiore di quel magnifico sesso.
    Ma Ghigna sapeva bene che con una donna come Lady Ganon la semplice abilità non sarebbe bastata, decise quindi di utilizzare l’energia che lo componeva per mordificare la sua lingua: Desdemona, infatti, avrebbe potuto percepire quel muscolo che già la riempiva dolcemente, crescere in lei in lunghezza e larghezza, dilatandola fino allo spasimo e raggiungendo il suo utero, mentre le papille filiforme che rendevano la parte superiore rasposa si disponevano per tutta la sua superficie, rendendo dunque la stimolazione semplicemente totale.
    Per questo motivo prese ad assecondare il movimento e il ritmo che gli imponeva la preside, prendendo davvero a scoparla con quella lingua mastodontica e ruvidissima, che la riempiva meglio e di più di un grosso cazzo pulsante, mentre le sue mani per aiutarlo si erano strette ai glutei semplicemente sodissimi della donna, che palpò e strizzò con piacere anche per provocarla ulteriormente.
    Intanto, la sua lunga coda si era avvolta attorno alle caviglie di Desdemona, in modo da farle capire che anche lui voleva la sua parte: Ghigna aveva finalmente iniziato a fare sul serio, Lady Ganon avrebbe seguito il suo esempio?
     
    .
  6.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Become my Patron
    On Patreon

    Group
    HF GDR Staff
    Posts
    16,618
    Location
    Dalla terza vita

    Status
    Anonymous
    Fu una piacevole scoperta vedere o megliosentire Astratto fremere sotto la sua carezza delicata sul suo orecchio felino. Non avrebbe mai pensato che fosse così sensibile su quel punto. Una nota che sicuramente Cia non si fece sfuggire, avrebbe sicuramente usato quella piccola informazione prima o poi. Intanto doveva fare i conti con quella mastodontica erezione che la stava riempendo dolcemente, permettendole di adattarsi gradualmente, così da potersi godere ogni centimetro che la invadeva. Non sapeva se Astratto si sarebbe arrabbiato dopo la sua piccola confessione, ma a quanto pare non se la prese per niente, anzi sembrò aver perfino apprezzato quel pensiero, perché in effetti gli avrebbe permesso di tornare da loro ancora e ancora. Cia fremette dopo quelle parole a causa della lingua rasposa che le regalò altri brividi mentre risaliva sulla sua pelle, alimentando in quel modo il desiderio di unire le labbra in un bacio. Cia lo accolse eccitata ed affamata, ricambiando il suo bacio con rinnovata passione, non riuscendo in alcun modo a frenare un verso di piacere a causa della penetrazione che si fece ancora più profonda. Rabbrividì nel sentire poi la coda che scorreva fra le sue natiche, solleticando in quel modo quella di Cia al passaggio che le diede altri brividi intensi, dopotutto era risaputo che la base della coda era una zona molto sensibile, sopratutto quella bassa vicino al sesso. Espirò pesantemente tornando a baciare sempre più ubriaca di piacere il ragazzo, non aspettandosi affatto di ritrovarsi le sue dita sulla bocca che chiedevano di intrufolarsi. Cia inizialmente sembrò confusa, non sembrava un gesto che farebbe un verginello, sembrava quasi un modo per giocare sensualmente con lei. Dopo un primo momento di sorpresa socchiuse le labbra accogliendo le dita nella sua bocca succhiandole, facendogli sentire la sua lingua più lunga del normale che circondava le falangi, le separava e poi lo risucchiava nella bocca. Il tutto senza mai smettere di ancheggiare sopra l'erezione del ragazzo, le sembrava di impazzire se si sarebbe fermata anche solo per un momento, quindi aumentò il ritmo con cui se lo stava scopando, socchiudendo gli occhi per immergersi in un mare di piacere che la stava avvolgendo totalmente. Continuò a muoversi anche quando Astratto tirò fuori le dita dalla sua bocca per stuzzicarla sul suo buchino. Astratto avrebbe trovato molta resistenza all'inizio, anche se Cia si protendeva per accogliere quel tipo di carezze, non sembrava così avezza a rilassarsi come qualcuno che invece era bravo a quel tipo di pratiche. Cia fremette mentre sentiva brividi bollenti serpeggiare per la colonna vertebrale. Cia espirò pesantemente ancora e la corolla di carne si allargò accogliendo il polpastrello del primo dito, facendola tremare ed esitare nei movimenti di bacino. Quando riuscì a scorrere più a fondo con le dita, gli artigli di Cia si aggrapparono con forza al ragazzo, emettendo un profondo gemito mentre la cervice strinse in nuovi spasmi l'erezione di Astratto dentro di lei. Come se non bastasse lui iniziò a spingere a sua volta dentro di lei, facendo precipitare Cia in un vortice di piacere incontrollabile. I suoi gemiti si fecero più rumorosi e frequenti, non riuscì più a parlare ne a dire niente. Il piacere le annebbiava totalmente la mente, e non voleva assolutamente pensare a niente.
    Desdemona continuava a pensare che era tutta colpa di quell'energia erotica che prima che le aveva riversato addosso se adesso desiderava crogiolarsi nel piacere esattamente come stavano facendo Cia ed Astratto. Si sentiva in parte sconfitta perché ancora una volta aveva ceduto al richiamo irresistibile del piacere, e chissà perché non se ne sentì affatto pentita. Anche se avrebbe dovuto gestire quella situazione assurda dall'esterno, da vera leader e guida, ma alla fine capì che non era stata per niente immune a quella strana energia e che adesso anche lei aveva bisogno di calmare quei appetiti. Magari una volta saziata dalle voglie di carne poteva tornare concentrata e lucida. Chissà perché però quella magnifica lingua le faceva sperare che quella sessione durasse molto molto a lungo prima di tornare al suo dovere. Stringergli il membro fra gli stivali lo fece fremere ed emettere un gemito che fece vibrare la sua voce contro le sue carni dandole un'ulteriore stimolazione che le fece girare un poco la testa. Stava per lasciarsi andare al piacere, ma quel maledetto gattaccio si era fermato per poterle parlare e provocarla. Si spazientì un momento e stava per spingerlo di nuovo contro la sua carne rudemente se non fosse stata distratta dalla visione di quella bocca umida dei suoi umori e di quel bel viso ferino. Fu un solo momento però poiché appena Ghigna si piegò per tornare sulla sua femminilità, accelerò il tragitto spingendolo di nuovo rudemente contro la sua carne. E risentire di nuovo il calore e il piacere invaderla fu fin troppo appagante.

    Aaah, taci sciocco! Non voglio di certo mostrarti le mie abilità di amante. Ciò che ti sto dando è un piccolo premio per essere riuscito a farmi gemere. Se riesci a farmi venire potrei decidere di darti un premio migliore. Dipende tutto da te, gatt..aaah.. acccio. non riuscì a finire il discorso con il tono autoritario che avrebbe voluto. Quella lingua era maledettamente piacevole e quel bastardo era fin troppo bravo a trovare i suoi punti deboli. Aaah odiava ritrovarsi amanti così esperti, la portavano sempre a perdersi nel piacere e a fargliene desiderare di più. Cercò di continuare la stimolazione del membro del ragazzo masturbandolo in quel modo, stringendo le caviglie attorno a quell'erezione più per gli spasmi del piacere che per strappargli qualche mugugno. Sentiva il proprio corpo diventare bollente, brividi di intenso piacere attraversavano il suo corpo facendola tremare. Quando poi la lingua crebbe riempendola di più, il suo bacino si sollevò verso l'alto mentre la sua schiena premeva contro la sedia che aveva iniziato a scricchiolare. Le mani spingevano la testa del ragazzo contro il suo sesso, come se avesse voluto impedirgli in tutti i modi di smettere, di allontanarsi. Non riusciva più a frenare i suoi gemiti, le sembrava di soffocare se non lo faceva.
    Ngaaaah se ti fermi ti uccido! le scappò in un gemito più rumoroso. Le mani di Desdemona tremavano, si muovevano sul capo del ragazzo come se lo stesse accarezzando, ma era troppo rude per essere una gentile carezza. Ormai godeva così intensamente che la clitoride era diventata visibile sotto al suo cappuccio di pelle, la lingua al suo interno veniva stritolata in contrazioni continue. Grondava di umori e di saliva e sentiva che presto sarebbe arrivata seriamente ad un orgasmo.
     
    .
  7.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

    Group
    Member
    Posts
    1,184
    Location
    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

    Status
    ONLINE
    Una fortissima scarica di piacere tutto mentale attraversò il corpo scolpito del neko, quando la bella Cia dischiuse le sue morbide labbra per accogliere nella sua boccuccia calda le dita di Stregatto: già vederla danzare sopra di sé, mentre le sua femminilità si dilatava ben oltre i limiti di un normale corpo umano per accogliere quella verga semplicemente mostruosa, era qualcosa che lo faceva sentire in fiamme, come se il suo corpo fosse consumato da una sorta di fuoco liquido che, lentamente ma inesorabilmente, stava prendendo il posto del suo sangue, ma vederla accettare quella sua richiesta stupendosi anche un po’ per la sua sfrontatezza lo fece sentire semplicemente potente.
    L’aveva già vista godere, infatti, con smorfie splendidamente oscene e le volte in cui si era mostrata bruciante di desiderio verso di lui erano state innumerevoli, ma quella era la prima volta che accettava un gesto che Lady Ganon avrebbe forse bollato come “di sottomissione” e anche se aveva ben compreso che per Cia i ruoli erano secondari, almeno rispetto al piacere che poteva ottenere, la cosa lo fece comunque sentire bene. Ma a questo piacere tutto mentale si aggiunse quello fisico, non soltanto quello proveniente della sua colossale mazza di carne turgida e bollente che veniva stretta dalla fichetta fradicia della giovane, ma anche quello che gli stava donando la lunga e caldissima lingua dragonica di Cia, che non perse tempo a giocare con le sue dita, facendo decuplicare l’eccitazione che già ardeva nel corpo e nella mente dell’ibrido.
    Non poté fare a meno di immaginare quella lingua così deliziosamente lunga e serpentina che scorreva lungo la sua interminabile asta, che magari si fermava a indugiare sulla grossa cappella rosea prima di essere raggiunta dalle labbra delle giovane e, senza che lui potesse far nulla per evitarlo, Cia avrebbe sentito distintamente quel cazzo enorme che stava cavalcando farsi più duro e pulsare come impazzito. Ciò intensificò le sue già rumorose fusa, mentre gli addominali e tutti i muscoli del basso ventre si contraevano quasi disperati, con l’orgasmo che prendeva a bussare alle porte del suo corpo, ma Astratto riuscì, mordendosi forte le labbra, a ricacciarlo indietro.
    Lo sguardo che rivolse alla splendida professoressa, dunque, quando riaprì i grandi occhi cremisi che aveva socchiuso per l’impennata improvvisa del piacere, fu liquido, quasi velato dal piacere, come un caldo mare di sangue bollente… un mare, però, sotto la cui superficie nuotavano i Leviatani del desiderio, della frustrazione per quel godimento mancato e poco importava se lo aveva deciso di sua spontanea volontà, perché desiderava condividere ancora una volta il suo piacere con quello di Cia, ciò che davvero contava era raggiungere l’acme dell’orgasmo insieme a lei ilo più velocemente possibile.
    Per questo, mentre lei lo scopava intensamente, senza risparmiarsi, sfilò le sue dita dalla sua calda boccuccia e le portò verso il soldo del suo magnifico culo, dapprima sfiorando il suo roseo buchino per poi provare a forzarlo.
    La giovane professoressa non era di certo vergine, ma non sembrava neanche un’esperta di sesso anale, almeno a giudicare dal modo in cui fremeva ogni qual volta che le dita del neko sfioravano quella stretta ma accogliente corolla di carne e il modo in cui questa opponeva resistenza ai suoi polpastrelli. Ma Astratto non era impaziente e, finalmente, la falange del medio riuscì a vincere le resistenze di quello stretto anfratto, così sensibile che Cia rallentò inevitabilmente il bacino e rese la penetrazione più sconnessa e lenta, ma non per questo meno piacevole, poiché Astratto non esitò neanche un attimo a seguire i suoi movimenti riportando il ritmo non soltanto a una velocità decisamente più elevata di prima, ma prese anche a sbattere con forza la grossa cappella contro la cervice della giovane, provocando suoni oscenamente bagnati che lo fecero miagolare roco di piacere.
    Finalmente riuscì a penetrare quello stretto buchino con tutto il medio, mentre la mano libera stringeva con forza le natiche della giovane e la lunga coda vaporosa si avvolgeva attorno alla base di quella dragonica di Cia, contro cui prese a stringersi e strusciarsi in intense carezze poiché Astratto aveva finalmente intuito che fosse una zona particolarmente sensibile. Intanto, però, malgrado tutti gli sforzi di Astratto e il fatto che Cia fosse ormai persa nel piacere, continuava a sentirsi terribilmente inappagato, quasi frustrato, come se il piacere che stesse ricevendo non fosse che un piccolo rivolo d’acqua che si perdeva in una profonda gola.
    Voleva di più, pretendeva di più, ma sembrava che il suo corpo fosse inadatto per ricevere altro piacere, per farlo sprofondare nel godimento più totale come per Cia e questo lo rese decisamente più ferino e impaziente, al punto che non soltanto aumentò la forza delle spinte ma aggiunse l’indice al medio che già stava stimolando e dilatando le strette carni di Cia, mentre versi decisamente animaleschi, simili a ringhi molto rochi sfuggivano dalle sue labbra assieme a fusa appena un po’ più flebili del solito.
    Malgrado questi cambiamenti, però, il piacere non divenne minimamente sufficiente per considerarsi appagato, tanto che il neko perse il controllo della sua energia che, anziché andare a rubare l’energia della Giovane, ubbidì ai desideri del suo proprietario e utilizzò i residui rimasti della forza vitale di Lady Ganon per formare un secondo membro poco sopra al primo, totalmente identico per forme e dimensioni all’originale.
    Immediatamente quell’enorme cazzo pulsante, una vera e propria torre di carne a dir poco marmorea, si appoggio sul pube, sul ventre, fino al seno della giovane, sfregandosi sulla sua pelle a ogni spinta del neko alla ricerca dell’appagamento che tanto gli era necessario.

    << Ahhnn! Cia… mi sembra di impazzire, voglio di più… di più! Ti prego, fammi godere ancora, an-anc-nhg!!!>>

    Gemette fuori di sé, aggiungendo un terzo dito a quelli che violavano il suo stretto anfratto, mentre la seconda verga, caldissima, si strusciava senza sosta su tutto il ventre della giovane, stimolando con forza il clitoride eretto mentre dalla cappella gonfia scendevano rivoli di bollente e vischioso presperma, indicatori evidenti di quanto il micione fosse ormai prossimo a un doppio orgasmo intensissimo.
    A differenza del suo fratellino, invece, Ghigna aveva serbato pieno controllo di sé e benché Lady Ganon si dimostrasse sempre più rude, spiccia e autoritaria, lui non poteva fare a meno di pensare di aver fatto un ottimo lavoro, dopotutto aveva iniziato con lei che si divertiva a spremergli i testicoli e adesso la stava leccando fino a toglierle il fiato: c’era anche di meglio, ma per il momento poteva dirsi soddisfatto. E, cosa più importante, era semplicemente fantastico vedere come quell’orgogliosa amazzone mostrava il suo disappunto quando smetteva di leccarla per provocarla, poiché oltre all’irritazione per le sue parole c’era la rabbia, la frustrazione sincera e profonda di chi si vede privato di qualcosa che ritiene necessario alla sua vista stessa.
    Sorrise, infatti, quando dopo averla provocata si ritrovò con le labbra incollate alla sua femminilità da un impeto di impazienza della splendida preside, che non perse tempo a redarguirlo e a fargli notare che tutto quello che stava ricevendo da lei e che avrebbe potuto ricevere altro non era che una concessione e che l’unico in dovere di continuare a farla godere era lui. Ciò era assolutamente vero, ma il neko non si sentiva davvero alla mercé della donna, poiché era evidente che anche lei dipendeva da lui, dalla sua lingua ruvida, dalla sua abilità per avere il piacere necessario per placare la perversa fame di quel corpo statuario e perfetto, dall’incarnato deliziosamente scuro.
    Certo, era anche consapevole che, alla fine dei conti, era pur sempre lei ad aver il coltello dalla parte del manico e che l’orgoglio di quella splendida donna poteva essere più forte persino della sua lussuria (E da quanto poteva vedere, non si poteva dire che fosse una donna frigida o poco interessata al piacere fisico), al punto che se il quel momento si fosse nuovamente ribellato a lei soltanto per il piacere di sentirsi pregare di continuare, lei avrebbe preferito rivestirsi e interrompere tutto pur di non dargli la benché minima soddisfazione. Ma lui non aveva fretta e per il momento un “gattaccio” strascicato e reso caldo dal piacere era una piccola “vittoria” più che adeguato.
    Ovviamente non rimase a dormire sugli allori e raddoppiò gli sforzi per far godere il primo possibile la donna, facendo crescere la sua lingua dentro di lei e stimolandola nelle sue zone più sensibili, mentre la donna continuava a masturbarlo utilizzando gli stivale che, lungi dal dargli vero piacere, non facevano altro che affamarlo sempre di più, al punto che Desdemona avrebbe potuto sentire chiaramente il calore di quel cazzo colossale anche attraverso la pelle lucida delle sue calzature, assieme alle pulsazioni sempre più intense. In effetti, benché apparentemente calmo e controllato, anche lui sentiva il bisogno di godere come stava facendo la donna e il suo semplice piacere riflesso non era minimamente sufficiente.
    Per questo motivo, anche se in maniera del tutto istintiva prese a seguire con dei lievi movimenti del bacino le sue gambe: certo, era un movimento molto lieve, ma comunque perfettamente percepibile dalla preside che, così, avrebbe saputo (Non che ce ne fosse davvero bisogno) che quel “gattaccio” era tutt’altro che indifferente alle sue carezze.
    Oltre a ciò, prese a lasciarsi sfuggire qualche mugugno di piacere, ma non ci diede troppa importanza dato che Lady Ganon, a causa dell’aumento dimensioni della sua lingua, aveva preso a gemere sempre più rumorosamente, al punto da alzare il bacino per meglio spingerlo contro la sua bocca e affondato con forza entrambe le sue mani sulla sua testa.
    Gli umori dolce e forti scorrevano nella bocca del neko, che li beveva con ingordigia, mentre deciso a regalarle un orgasmo che non avrebbe dimenticato facilmente, portò la mano destra a stimolare il clitoride eretto e ormai totalmente visibile, tormentandolo con i polpastrelli dell’indice e del pollice, mentre con la sinistra le strinse con forza un gluteo sodissimo, palpandolo con desiderio e facendole sentire gli artigli (Pur senza causarle alcun danno) solo per sfogare l’estrema eccitazione che il vedere quel corpo magnifico e imponente in preda al piacere gli provocava.
    Infine, per non farsi mancare proprio nulla, decise di aumentare ulteriormente le dimensioni della sua lingua, facendola diventare una sorta di grosso tentacolo ruvido che le dilatava oscenamente le carni e le graffiava l’utero con tutte quelle papille gustative cornee, che diventavano sempre più grandi e numerose man mano che la lingua cresceva dentro di lei, riempiendola meglio di un grosso cazzo venoso.
    Era certo che quest’ultima mossa sarebbe risultata la proverbiale “ultima goccia”, ma la verità era che anche il vaso della sua di pazienza stava per traboccare e, incapace di resistere ulteriormente, avvolse la cappella e la prima metà della sua enorme asta con la lunga coda vaporosa, prendendo a masturbarsi freneticamente desideroso di raggiungere la vetta del godimento anche lui.
    Lady Ganon l’avrebbe aiutato, se ne sarebbe disinteressata oppure avrebbe impedito a quel micione disubbidiente di godere senza il suo permesso? Ghigna lo avrebbe scoperto a breve.
     
    .
  8.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Become my Patron
    On Patreon

    Group
    HF GDR Staff
    Posts
    16,618
    Location
    Dalla terza vita

    Status
    Anonymous
    Cia era da sempre stata molto più propensa a giocare durante il sesso che assumere un ruolo dominante e spietato come invece era capace Lady Ganon, ma lei era un caso a parte dato che era così già come indole. Cia era ancora acerba come "dominatrice" sapeva come emulare quel tipo di comportamento, ma una volta che si entrava nel vivo dell'azione e che il piacere la invadeva, pensava solo a godere. Lo dimostrava ampiamente il fatto che si era lasciata andare totalmente con Astratto, dedicandosi più al piacere carnale che alla dominazione mentale. Astratto poi era molto bravo a farla rimanere in quello stato di beatitudine da farle dimenticare ruoli o posizioni, ciò di cui aveva solo bisogno era lui e quella verga magnifica che la stordiva totalmente di piacere, e non sembrava nemmeno essere l'unica cosa. Iniziava ad abituarsi all'ingresso delle dita nel suo stretto buchino, sentiva meno la fatica e percepiva il piacere dilagare anche da quel punto. Difatti non si accorse nemmeno del nuvo cambiamento nel corpo di Astratto, o per lo meno non subito, anche per via della coda di Astratto che avvolgendosi a quella di Cia la distolse totalmente da quel fenomeno. Lo percepì quando lo sentì pulsare contro il suo ventre, e fu quello il momento in cui abbassò lo sguardo un poco distratta e sorpresa. Per un solo momento si chiese se non fosse scivolato fuori, ma capì che così non era poiché lo sentiva fin troppoin profondità per avere un simile dubbio. Quello che vedeva davanti a sé era un vero e proprio secondo cazzo. Durissimo e bollente esattamente come quello che le stavascavando dentro con furia. Lo afferrò con una mano come se avesse voluto rassicurarsi che non fosse solo uno strano fenomeno ottico e invece era lì presente più reale che mai. Il corpo di Cia tremò nel sentirsi anche stringere la base della coda con quella morbida di Astratto. Un colpo basso che lenì ancora di più la sua lucidità mentale. Cia ormai non ci stava capendo più nulla, era precipitata in un vortice di lussuria sfrenata, sentiva il culetto stimolato dalle dita di Astratto che le regalava brividi sempre più intensi di piacere, il membro che le devastava il sesso che continuava a torturarla di piacere, e adesso c'era quella verga di carne che continuava a sfregarsi contro di lei, tentandola continuamente. Le venne automatico piegarsi leggermente e spostare quella deliziosa cappella contro il suo seno, spingendolo contro il proprio capezzolo, così che ogni spinta di Astratto dentro di lei faceva sobbalzare le morbidi carni e per inerzia avrebbe sfregato la punta di quel membro contro il capezzolo, stimolandosi in quel modo nel modo più perverso che conoscesse. Tuttavia non le bastava di certo e le suppliche di Astratto accesero quella stilla di perversione in più che le fece prendere una chiara decisione: quella meraviglia della natura non poteva starsene lì ad acconentarsi di misere carezze. Il suo culetto stava già godendo tanto con le dita di Astratto, ma lei sapeva benissimo che un pene dava sensazioni molto diverse e lo desiderò. Si sollevò con il bacino per far uscire il pene originario da dentro di lei. Lo osservò per un solo momento, cosparso di umori e del seme precedente con la punta lucida e invitante. Sembrava abbastanza lubrificato per puntarlo contro il suo ano, mentre l'altro membro venne spostato sul suo sesso grondante di umori.
    Oddio sì... li voglio tutte e due dentro di me. Voglio impazzire... fece abbassandosi lentamente sulle due erezioni. Percepì la cappella liscia e bollente contro il suo ano, e l'altra che separava le sue piccole labbra pronto a impalarla. La corolla di carne faticò ad accogliere il membro di Astratto, dopotutto era molto più grande delle dita anche se il suo calore glielo facevano desiderare ardentemente, la sua avanzata non era così facile e libera. L'altro membro non poteando avanzare continuava ad affarmarla di piacere, la doppia stimolazione aiutarono molto Cia a rilassarsi e ad accogliere i primi centimetri dentro di lei. Si sentiva andare a fuoco, il volto era totalmente arrossato e distorto dalla fatica e dal piacere. Le sue gambe tremavano, così come la sua coda e le sue ali. Espirò pesantemente e continuò a scendere accogliendo sempre più carne dentro di lei. La clitoride pulsava come impazzita, la corolla di carne fremeva e si contorceva attorno al membro di Astratto.
    Anche Desdemona come Cia era ormai su alte vette di piacere, la lingua di Ghigna non era solo particolare nelle sue qualità feline e mostruose. Era anche abile nei movimenti, nel ritmo e sapeva perfettamente come prenderla. Quel maledetto gattaccio conosceva abbastanza bene il corpo di una donna. Non si era mai sentita così piena di carne o meglio non aveva mai provato niente di simile e sembrava volerla riempire sempre di più. Il muscolo dentro di lei si muoveva e stimolava ogni piega delle sue carni grazie alla sua superficie ruvida. Desdemona non riusciva a rinunciare a quella magnifica sensazione, ormai era persa nei fumi della lussuria, tremò ancora quando le dita del neko le stimolarono anche la clitoride strappandole gemiti più acuti e aspirati. Era a dir poco fantastico, quel piacere intenso e pieno le diede la conferma che non si sarebbe mai pentita di aver concesso a quell'intruso di godersi un poco di lussuria sfrenata con lei. Sentì chiaramente i sintomi dell'orgasmo farsi sempre più vicino. Percepiva il membro di Ghigna fra le sue caviglie che si muoveva, non riuscì in alcun modo ad accorgersi della coda del gatto che prese a masturbarsi da solo, era troppo presa da quel lavoro di lingua, era troppo ubriaca di piacere per poter guardare verso i suoi piedi. Ciò che vedeva era la bocca del neko spalmata contro il suo sesso, il suo naso che sormontava il pube e quelle orecchie feline dritte fra le sue cosce, il suo sguardo compiaciuto ed eccitato con quelle bellissime pupille sottili e gli occhi che sembravano pietre preziose. Non sapeva se fosse il piacere ad annebiarle totalmente la mente ma lo trovò estremamente affascinante mentre le dava piacere in quel modo.

    Aaah Sììì, cosììì sììì bravissimo. gemette con una voce molto più stridula. Ghigna avrebbe potuto sentire sotto le dita la clitoride che pulsava e si gonfiava, i suoi umori che divennero molto più vischiosi, le pareti vaginali che si stringevano attorno alla lingua, le sue cosce che si irriggidivano e tremavano. La bocca era spalancata a gemere, le sopracciglia aggrottate e le palpebre socchiuse mentre Desdemona raggiunse un intenso orgasmo che sfogò nella bocca del gatto, spruzzando anche un pochino di umori, sul suo bel volto. E in tutto quel lungo momento non lasciò mai la presa delle mani sul suo capo, anzi lo spingeva contro di sé con più impeto, non riuscendo a dosare bene la sua forza dato che il suo autocontrollo era totalmente offuscato dall'intenso orgasmo che stava vivendo. Quando tutto sembrò calmarsi anche la presa delle sue mani sul suo capo sembrò affievolirsi. Lo spinse via da sé dolcemente, lasciando uscire la sua lingua lunga dal suo sesso. Nel momento in cui però si sentì svuotata da quella deliziosa lingua, percepì freddo, le proprie carni umide. Chiuse le gambe per lenire quella strana sensazione e si sentì assalire da una voglia matta di continuare, di provare altro piacere, difatti guardò Ghigna come un predatore guardava la propria preda. Se Ghigna si aspettava di vedere lo sguardo di una donna languida si sbagliava di grosso. Lo afferrò di nuovo con una mano dietro la nuca stringendolo per i capelli e si avvicinò a lui come sormontandolo ma rimanendo seduta sulla sua sedia. Avvicinò le labbra a quelle del gatto, ne sentì il respiro sulla propria pelle, ma si fermò all'ultimo istante negandogli un bacio che sembrava volere anche lei in un primo momento. La mano si spostò dalla nuca e gli afferrò nuovamente il volto, il pollice che premeva contro una guancia e le dita sull'altra.
    Ammetto che sei stato molto bravo, hai superato molto le mie aspettative.... lo sguardo era serio, ma c'era un'ombra di desiderio in essi mentre osservava le labbra del gatto un poco arrossate per via di ciò che aveva fatto prima.
    ... come promesso ti darò un'altro premio. gli disse per poi spingerlo all'indietro per sbilanciarlo, e poi premergli il tacco contro il petto e spingerlo a terra.
     
    .
  9.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

    Group
    Member
    Posts
    1,184
    Location
    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

    Status
    ONLINE
    In un’altra situazione, con la mente più lucida e padrona di sé, Astratto sarebbe rimasto sbigottito da tutti i cambiamenti che l’energia delle due aveva causato al suo corpo e, almeno nel caso dello sdoppiamento dei suoi genitali, di certo si sarebbe preoccupato non poco del fatto che sarebbero potuti essere permanenti. In quel momento, però, nella testa del neko vi era spazio soltanto per Cia che lo cavalcava senza risparmiarsi e per il suo desiderio che, spinta dopo spinta, si faceva sempre più ingordo e frustato.
    Un singolo cazzo, infatti, sembrava totalmente insufficiente per appagare la lussuria di quel corpo gonfio di muscoli scolpiti e magia, per questo motivo non soltanto il micione non si preoccupò quando dal suo pube sorse una nuova, enorme mazza ma pensò immediatamente a usarla per aumentare il suo godimento, subito aiutato dalla splendida professoressa: dopo, infatti, l’iniziale stupore la giovane non perse tempo a stringere con la sua deliziosa manina quell’asta mostruosa, prima di postare la grossa cappella direttamente sui suoi capezzoli, che stimolava assieme ai seni a ogni spinta del neko.
    Astratto emise un miagolio aspirato, quasi una fusa rauca, quando il frenulo sensibilissimo prese a sfregarsi su quei spilli di carne turgidissima che erano i capezzoli della giovane, tanto che quest’ultima avrebbe potuto percepire quell’immane verga pulsare sempre di più, mentre si faceva più calda, quasi rovente.
    Benché i suoi fianchi continuassero a muoversi freneticamente, il micio era totalmente perso nel piacere che il corpo morbido di Cia gli donava a ogni spinta, al punto che socchiuse gli occhi felini diventati ormai due languidi mari vermigli e prese a gemere rumorosamente, alternando miagolii rauchi a fusa lunghe, quasi strascicate a causa del godimento sempre maggiore. L’eccitazione era tale che le due mostruose mazze pulsare come impazzite, mentre le vene si facevano più gonfie ed evidenti e dalla rosea cappella scorrevano sottili rivoli di vischioso presperma, che impiegarono ben poco prima di sporcare i seni procaci della giovane.
    Cia, però, doveva condividere l’ingordigia del giovane, visto che decise di sfilarsi sia dal cazzo che le sconquassava l’intimità che dalle dita che le massaggiavano l’ano, provocando in Astratto un lungo ringhio di prostesta mentre si protendeva con tutto il suo corpo verso di lei per posticipare, sia pure di qualche attimo, la separazione delle loro carni. Separazione che, per fortuna, non durò a lungo, poiché Cia era intenzionata a prendere dentro di sé quelle due enormità contemporaneamente, come informò il neko che si ritrovò a sgranare i grandi occhi cremisi: gli sembrava incredibile che la giovane volesse davvero provare una simile impresa, ma ovviamente non soltanto non fece nulla per dissuaderla da quella folle ma semplicemente fantastica idea, ma produsse anche fusa ancora più rumorose, deliziato dal fatto che la perversione di quel suo misterioso potere, del suo corpo era ben accolta da quella della giovane professoressa, che non sembrava tirarsi indietro di fronte a nulla.

    << Mh, Cia… ti prego, io… ahh!>>

    Miagolò senza sapere di preciso cosa stava cercando di dire, interrotto da Cia che stava iniziando, lentamente a calare su quelle verghe gigantesche, cercando di accogliere entrambe tra le sue strette carni: forse la voleva pregare di sbrigarsi, di fare presto a impalarsi sui suoi due cazzi perché, al momento, quello che rischiava di impazzire era lui… in ogni caso, il contatto sia pure lieve tra la sua cappella e quella stretta corolla di carne lo fece sobbalzare e contrarre tutti i suoi muscoli scolpiti fino a renderli duri e definiti come quelli delle statue greche, mentre lui tratteneva il respiro e la lunga coda morbida si serrava ancora più violentemente alla base di quella dragonica della giovane.
    Intuiva bene, infatti, quanto difficoltosa e potenzialmente dolorosa poteva risultare una penetrazione così estrema, quindi stava cercando di fare di tutto per sfogare il desiderio che gli dilaniava le carni e che di certo lo avrebbe portato ad affondare dentro la splendida Cia troppo presto e, soprattutto, con troppo impeto. Era anche vero, però, che percepire la tensione dei muscoli della giovane, il tremito che interessava le sue ali e tutto il suo corpo o il rossore che gli andava a impreziosire il volto distorto da quel lento e difficoltoso godimento, era una tortura semplicemente terribile e che si ritrovò ad affondare gli artigli nel parquet della stanza per evitare di ferire involontariamente la giovane, mentre si mordeva con forza le labbra e strizzava gli occhi emettendo dei versi rauchi, aspirati, come degli ibridi a metà tra ruggiti tonanti e docili fusa.
    Finalmente, quel meraviglioso buchino prese a cedere, sia pure con lentezza a dir poco esasperante e centimetri su centimetri di carne turgida e bollente presero ad affondare nei suoi due orifizi. Astratto pensava che in quel momento sarebbe finalmente riuscito a rilassarsi, a godersi quella lenta ma piacevolissima penetrazione, ma in realtà venne letteralmente travolto dall’insoddisfazione: la giovane si stava, sì, impalando con le sue due mazze eccitate, ma lo faceva con troppa lentezza affinché la frustrazione fosse messa in ombra dal piacere.
    Oltretutto le diversissime sensazioni che gli stavano donando i suoi due orifizi non facevano che affamarlo ulteriormente, dato che era impaziente di ritornare a riempire totalmente la sua fichetta calda e bagnata, deliziosamente morbida e accogliente e, allo stesso tempo, di provare quello strettissimo buchino, che malgrado la resistenza opposta era semplicemente vellutato e, soprattutto, insperabilmente elastico, tanto da far pregustare al neko quello che sarebbe accaduto se finalmente avesse ceduto alle sue spinte.
    Provò con tutte le sue forze di trattenersi il più possibile, ma alla fine esplose in un ruggito di pura lussuria: afferrò con impazienza i glutei sodi della giovane con le sue grandi mani artigliate e, accompagnandosi con un affondo violentissimo del bacino, spinse in lei con tutta la forza e la violenza che io suoi muscoli scolpiti erano capaci di produrre.
    Gli orifizi di Cia si spalancarono violentemente davanti a quegli due enormi arieti di carne turgida e se l’utero della giovane venne travolto da un tale impeto, il suo retto si dilatò oscenamente e di colpo sotto la furia di quella mostruosità pulsante.

    << Aahh!! Nghh!! S-scusami, Cia, ma n-non ce la faccio p-più, non p-posso p-più a-aspettare!!!!>>

    Quasi ringhiò, prendendo a spingere dentro di lei con furia tutta bestiale, strizzando con forza i suoi glutei, mentre rialzava il busto per poter baciare nuovamente quelle labbra morbide e invitanti, di cui era diventato ingordo, riempiendole la bocca e la gola con la sua lingua, così come le riempiva gli orifizi con quei due enormi cazzi.
    Il piacere era intensissimo ma non ancora sufficiente e poiché stava già devastando le interiora della giovane con tutta quella furia assolutamente ferina, agi d’istinto e si alzò sorreggendola con le sue forti braccia, prima di afferrarla per le cosce e alzarle le gambe al fine di dilatare il più possibile le sue carni e rendere più agevole la doppia penetrazione.
    Cia, dunque si sarebbe ritrovata letteralmente impalata su quelle due formidabili mazze, sorretta interamente dalla forza del neko, mentre veniva scopata all’in piedi, senza poter neppure sfiorare il pavimento, stretta in una morsa di muscoli scolpiti, enormi verghe turgide e labbra fameliche abitate da una lingua piacevolmente ruvida.
    Anche Desdemona era alle prese con una lingua dalle siffatte caratteristiche e sembrava star apprezzando non poco sia queste che, soprattutto, l’abilità del suo proprietario: Ghigna, infatti, era ormai certo di poter strappare un intenso orgasmo alla bellissima Lady Ganon e decise di dare del suo meglio per farla godere il più possibile.
    Era semplicemente fantastico, infatti, poter ascoltare i gemiti striduli e intensi che le sfuggivano da quella boccuccia fin troppo tagliente od osservare quel corpo magnifico, oltre che decisamente imponente, perso nella piacere, con il suo autocontrollo che si disfaceva nella lussuria: lo ripagava più che ampiamente delle sofferenze particolarmente intense che aveva subito fin dai primi istanti del loro incontro e, soprattutto, solleticava il suo orgoglio, ponendogli di fronte un obiettivo ancora più grande di quello che si era posto quando aveva iniziato a leccarle la fica con tanto impegno.
    Perché, infatti, “limitarsi” a farla venire, quando poteva travolgere il suo corpo e la sua mente con un godimento tale da annullare, almeno per qualche istante, quell’orgoglio così rigido che tanto lo affascinava e lo eccitava. Se, dunque, l’anima di quella splendida donna non era che d’acciaio come sembrava che fosse, lui sarebbe riuscito a scioglierla con l’ardente fuoco del godimento anche a costo di bruciarsi egli stesso.
    In quel momento, però, decise di godersi il frutto del suo impegno e si perse totalmente nell’orgasmo della donna, persino trascurando di continuare a masturbarsi con la sua coda, deciso ad analizzare ogni attimo di quel piacere che non era il suo se non per riflesso: fu magnifico, infatti, percepire sotto ai sensibili polpastrelli delle dita il clitoride di Lady Ganon gonfiare e pulsare come impazzito, mentre gli umori si facevano più vischiosi e intensi e le pareti interne della sua femminilità si serravano attorno alla sua lunga lingua rasposa.
    Ciò che, però, valse davvero ogni minaccia, insulto o atto di sottomissione, fu vedere quel volto altero, dall’espressioni sempre tanto gelide, deformarsi in una smorfia di puro godimento. Certo, non era una maschera di perversione come il viso di Cia quando il suo fratellino l’aveva fatta godere per la prima volta, ma gli diede comunque una piacevolissima scarica di soddisfazione vedere quella bocca dalla piega solitamente tanto amara, schiusa per dare voce a gemiti rumorosi, le ciglia aggrottate sopra gli occhi dorati che avevano perso la durezza precedente e che adesso erano socchiusi, come a voler esprimere tutta l’intensità dell’attimo di abbandono a cui la mente della preside aveva deciso di cedere.
    Il tremito delle sue cosce e lo spruzzo di caldi umori con cui gli bagnò il viso furono, infine, le ciliegine sulla torta di un momento semplicemente magico. Si ritrovò, dunque, a leccare avidamente quel perverso fiore di carne fradicia ed eccitata per berne fino all’intima stilla di quegli umori tanto vischiosi quanto dolci, mentre ricominciava a masturbarsi freneticamente, decisamente più lontano dall’acme dell’orgasmo rispetto ai minuti precedenti.
    La presa delle mani di lady Ganon sulla sua nuca, intanto, si sciolse e alla fine fu spinto via da lei con inaspettata dolcezza, con la sua lunga lingua ruvida che con molta malavoglia, abbandonava quel caldo, accogliente anfratto eccitato. Il neko non poté fare a meno di leccarsi le labbra soddisfatto e decisamente malizioso, mentre osservava lo sguardo dorato della donna, che si era subito ripreso dal suo precedente abbandono e che adesso era più duro, deciso e intenso che mai.
    Certo, non si aspettava di incontrare gli occhi di una ragazzina innamorata o di una verginella ancora stravolta dal piacere, ma non credeva neppure di ricevere lo sguardo di una fiera affamata, anche perché il ruolo della preda non gli si addiceva granché e solitamente era lui a guardare le sue partner come stava facendo in quel momento Lady Ganon. Ciò, però, non gli dispiacque più di tanto: sapeva già che Desdemona sarebbe stata un osso duro e non gli dispiaceva che ogni tanto glielo venisse ricordato o avrebbe davvero finito per sottovalutarla e, a quel punto, avrebbe perso davvero la sfida.
    Non ebbe neanche il tempo di fare qualche commento tagliente che si ritrovò nuovamente tirato per i capelli, mentre Lady Ganon, pur mantenendo una posizione di esplicita superiorità, si avvicinò alle sue labbra: il micione si stava ancora masturbando ed era meno controllato del solito, tanto che credette davvero che lo avrebbe baciato, per questo quando la donna rimase a un soffio dalle sue labbra, limitandosi ad accarezzargliele con il dolce tepore del respiro, non poté fare a meno di sgranare i grandi occhi cremisi, per un attimo persino manifestamente delusi.
    Ovviamente riprese immediatamente il suo solito sguardo beffardo e sornione da gatto opportunista, ma Lady Ganon poteva dirsi di essersi tolta una piccola soddisfazione.

    << Vorrei poter dire che il mio premio sono stati i tuoi complimenti, Desdemona, ma mentirei: sei stata… mh!>>

    Mugolò interrotto dalla spinta che gli diede la donna per farlo sbilanciare, immediatamente seguita dalla pressione del tacco sul suo petto muscoloso, che lo costrinse a sdraiarsi davanti a lei.

    << Dicevo, sei stata decisamente perfida all’inizio della nostra conoscenza e mi aspetto un premio adeguato a ripagare quegli spiacevoli momenti.>>

    Affermò l’ibrido con un sorriso dichiaratamente provocante, leccandosi sensuale le labbra ancora lucide dei suoi umori, sottomettendosi almeno apparentemente alla sua volontà: sciolse persino la presa della sua coda sul suo enorme cazzo che, privo di qualsivoglia stimolo, rimase a ergersi dritto e incurante della gravità davanti agli occhi della donna, simile a un grosso tronco di carne pulsante, con le vene oltremodo gonfie e la punta arrossata sia per la feroce masturbazione precedente che, soprattutto, per la frustrazione del poco piacere ricevuto.
    In effetti quell’enormità era terribilmente eccitata e ciò era chiaramente visibile dal fatto che la cappella eruttasse un copioso rivolo di presperma, caldo quanto vischioso.
    Ghigna aveva interrotto la masturbazione proprio perché si sentiva terribilmente eccitato e, qualunque premio avesse avuto intenzione di dargli Desdemona, voleva che se lo sudasse il più possibile: così, mentre le rivolgeva uno sguardo che era al contempo di sfida e di abbandono, si offriva al suo sguardo e alla sua volontà.
    Sembrava dirle “ecco, vedi il mio corpo? Può essere tuo, dal primo fino all’ultimo lembo di pelle… se te ne dimostrerai degna” ed era pronto a sostenere tanto la sua rabbia che la sua lussuria.
     
    .
  10.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Become my Patron
    On Patreon

    Group
    HF GDR Staff
    Posts
    16,618
    Location
    Dalla terza vita

    Status
    Anonymous
    Cia forse era stata troppo precipitosa a volersi far impalare da due mostruose verghe come quelle, ma ormai era diventata una sorta di sfida personale: se non poteva accogliere due cazzi grossi e venosi come quelli di Astratto come avrebbe mai potuto costruirsi un harem di draghi? Doveva essere allenata e sopratutto capace di tali prodezze o i suoi amatissimi draghi avrebbero cercato altre femmine con cui non poteva competere. Un drago era potente e una femmina di drago avrebbe potuto abbattere facilmente quelle due mazze di carne a suon di lussuria quindi... doveva farcela. Eppure quando i primi centimetri iniziarono a sprofondare in lei le sembrò un impresa titanica. Era dannatamente difficile ma stava godendo di lui e di ciò che le trasmetteva. lo sentiva pulsare, lo vedeva tendersi lussurioso, mostrando quei magnifici muscoli in tensione solo per lei. Era totalmente distratta dalla bellezza di quel Neko, dai suoni che emetteva, dal piacere che le annebbiava totalmente la mente per poter avere un controllo sull'amplesso. Difatti venne presa alla sprovvista quando Astratto la afferrò famelico come un animale che sembrava volerla sbranare. Cia sussultò per la sorpresa, ma allo stesso tempo si eccitò di un tale comportamento selvaggio che non era che l'espressione più pura del suo desiderio. Sebbene fosse lei quella sopra, non riuscì a fare nulla per fermare l'avanzata brusca dei due membri dentro di lei. Si sentì come infilzare da due roventi pali che per un momento le fecero sentire il dolore lancinante che le tolse il respiro. Fu un solo attimo poi percepì la propria carne pulsare attorno a quella di Astratto. Oltre al piacere sessuale della cervice di nuovo piena e dilatata si aggiunse quello del suo stretto anfratto su cui aveva la sensazione di aver perso ogni controllo, il piacere che continuava a lampeggiare e a toglierle ogni facoltà mentale. Emise un gemito molto rumoroso, quasi un urlo prima di sentirsi privare totalmente delle forze, precipitando con il busto contro il petto del suo amante. Facendogli sentire i suoi morbidissimi seni spalmati contro il suo forte petto.
    A-aspe....mmmffm avrebbe voluto dirgli di aspettare un momento, di darle il tempo, ma la bocca di Astratto fu di nuovo sulla sua, e i movimenti dentro di lei le fecero rigirare un momento gli occhi verso l'alto abbandonandosi al piacere più estremo che le stava dando quella doppia penetrazione. La lingua di Cia sgusciava fuori dalla bocca per invadere quella di Astratto ormai senza più controllo, gemeva senza alcun ritegno. E il volume aumentò ancora quando Astratto la afferrò per le cosce sollevandola e togliendole totalmente il controllo o la possibilità di gestire quell'amplesso. Venne travolta dai due membri gettandola in una fase di piacere molto intenso. Si sentiva devastata ma il piacere era molto più forte del dolore e Cia lo stava adorando. Non poteva far altro che sorreggersi con le braccia sulle spalle di Astratto. Smise di baciarlo poiché sentiva il bisogno di respirare e urlare di piacere, ma un rivolo di saliva univa ancora le loro labbra. Era totalmente asuefatta dal piacere e lo si capiva perfettamente anche dal suo volto stravolto ma piegato in un sorriso perverso. Perse per un momento il controllo sul proprio potere, condividendo con lui le proprietà dragoniche. Astratto avrebbe iniziato a prendere forme più simili a quelle di Cia, la sua pelle si sarebbe ricoperta di scaglie dragoniche, la sua coda si sarebbe inspessita, fra le sue orecchie feline sarebbero apparse delle corna. Cia se ne sarebbe accorta solo in un secondo momento, ma ciò che vide la compiacque così tanto che la aiutò a raggiungere il suo primo orgasmo da doppia penetrazione. Astratto avrebbe sentito la sua cervice contrarsi, il suo ano vibrare e contorcersi attorno al suo membro.
    Aaah insiemeeaaah vieniiih con meeeh. biascicò mentre le iridi iniziarono a spostarsi verso l'alto in un espressione di pura estasi mentre arrivava già il secondo orgasmo e un'altro ancora, in una sessione di orgasmi multipli che la stavano facendo impazzire.
    Lady Ganon si accorse benissimo della faccia soddisfatta del Neko, quel fare sprezzante di chi era orgoglioso dei propri mezzi. Quanta arroganza in quel bel viso, aveva voglia di schiaffeggiarlo per togliergli quell'aria superiore che la irritava. Ovviamente non lo fece sarebbe stata una punizione inutile e insensata. Uomini... tutti convinti di essere dei del sesso. Certo non poteva dire che Ghigna se l'era cavata male, anzi era stata una piacevolissima sorpresa. Aveva apprezzato così tanto da iniziare a pensare seriamente di farlo diventare il suo trastullo personale. Di usarlo quando ne aveva voglia, ah che piacere sarebbe stato sentirlo pronunciare la parola "padrona". Forse per quel motivo quando vide la cocente delusione di non ricevere il suo bacio, Desdemona si sentì di nuovo in vantaggio. Era stata dura resistere a quel richiamo, le sue labbra sembravano morbidissime ed era sicura che sarebbe stato capace di darle un bacio mozzafiato, ma non era ancora giunto il momento. Quando sentì il corpo solido e muscoloso del Neko a terra e muoversi sotto il suo tacco, sentì chiaramente un brivido lungo la schiena che la eccitò. Premette il piede contro quel bellissimo pettorale allenato gustandosi la consistenza della muscolatura. Sarebbe stato interessante saggiarlo con i piedi nudi, ma sarebbe stato un atto complice, da amanti. Lei invece voleva metterlo al suo posto, fargli capire che sarebbe stata lei a decidere quando e come prendersi ore di lussuria con lui. Scivolò con i piedi verso il basso, posando la punta della scarpa un poco sotto la cappella e il tacco sullo scroto dividendogli i testicoli. Premette poi quella mazza turgida contro il suo stesso ventre, godendo nel sentire la sua consistenza. Sorrise perfida godendosi le domande che sarebbero sorte negli occhi del ragazzo.

    Te lo sei meritato, sei stato troppo diretto e sfacciato, non è così che si parla ad una signora. affermò ghignando malefica ma premendo di più il piede giusto per fargli capire che era seria quando lo diceva, che non aveva apprezzato l'improvvisa apparizione a cazzo sfoderato. Iniziò a sfregare la suola della scarpa sul suo membro, mentre con la punta dell'altra scarpa avrebbe cercato di spingere via la sua coda dall'erezione. Attese che lo avesse fatto prima di iniziare a giocare con i piedi sul membro. Iniziarlmente gli fece sentire le scarpe, premendogli di tanto in tanto i tacchi con cattiveria contro le cosce.
    Sono curiosa, ti piace di più con la scapra o ti piacerebbe sentire i miei piedi? gli chiese curiosa e paziente.
     
    .
  11.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

    Group
    Member
    Posts
    1,184
    Location
    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

    Status
    ONLINE
    Pur ubriacato com’era dalla lussuria, riuscì comunque a trovare la lucidità necessaria per preoccuparsi della penetrazione semplicemente estrema a cui stava sottoponendo la giovane professoressa e per un attimo, un attimo soltanto, ponderò la possibilità di fermarsi o, almeno, di rallentare l’impeto con cui si stava facendo largo dentro di lei… ma di fronte ai suoi gemiti rumorosi, al suo stringersi senza forze sui suoi pettorali scolpiti, come una bambina esausta che si addormenta tra le braccia di suoi padre e, infine, alle carni due suoi due orifizi tanto bollenti quanto vellutate, strette e rese semplicemente folli da continue scariche di piacere, ogni pensiero di usare maggiore delicatezza sparì come una barchetta di carta tra i flutti di un mare in tempesta.
    Sentire quei seni grandi e morbidi premuti sul suo petto, infine, fu la goccia che fece traboccare il vaso e fermarsi gli divenne semplicemente impossibile: baciarla come se stesse cercando di sbranarla a partire dalle labbra fu soltanto l’inizio, perché non soltanto affondò in lei le sue due enormità con la furia di uno stallone in calore, ma si alzò, tenendola sollevata dalle cosce privandola, così, di ogni possibilità di gestire l’amplesso. Fu meraviglioso osservare i suoi splendidi occhi violetti, così luminosi e attenti, velarsi di un piacere onnipresente e intensissimo, mentre andavano spontaneamente verso l’alto, come se la sua volontà avesse perso presa sul suo corpo che, in una sorta di estatico godimento, si stava lasciando sommergere dal piacere. E fu ancora meglio constatare che, se i suoi occhi si perdevano nella lussuria, le sue carni erano più vive e reattive che mai, non soltanto perché letteralmente stritolavano quelle due mazze semplicemente mostruose, massaggiandole e stimolandole in un modo che mai Astratto avrebbe potuto immaginare, ma soprattutto perché nei continui spasmi che le sconquassavano, nelle morse quasi dolorose che stringevano attorno a quei due enormi cazzi venosi si vedeva tutto il godimento e, al contempo, la fame di piacere di Cia. Anche la splendida professoressa era un’ingorda come lui, anche lei voleva di più e sarebbe stata disposta a pagare un prezzo elevatissimo pur di sentirsi sazia e paga di piacere… e ciò, oltre a eccitare oltre ogni immaginazione il neko, pur nella confusione del godimento, gli fece capire che tra di loro vi era un feeling, una complicità primordiale che si legava a doppio filo con i loro corpi e le loro menti, consapevolezza che in qualche modo lo fece sentire speciale ma che, soprattutto, lo spinse a esagerare sempre di più, perché Cia non solo lo sopportava ma lo voleva.
    Quando si staccò dalle sue labbra per respirare e meglio gridare il suo piacere sorridendo perversa quanto splendida, con ancora un sottile filo di saliva a unire le loro bocche, Astratto pensò che quello era il paradiso e che nulla avrebbe potuto rendere quell’amplesso ancora più folle, famelico e intenso. Ovviamente si stava sbagliando.
    Un’onda di energia purissima, proveniente dalla giovane, lo investì totalmente e il suo corpo prese ad assorbirla ingordamente, incapace però di opporsi al cambiamento che questa portava con sé: Astratto percepì una sorta di esplosione sbocciare come un fiore di fuoco dentro di lui, mentre un vento rovente sconvolgeva ogni fibra del suo essere, mutandolo. Quasi non notò, infatti, le scaglie bianche che crescevano su tutto il suo corpo, le corna che si allungavano dietro le orecchie feline o la coda che si ispessiva, poiché la tua mente era quasi totalmente concentrata su quello che stava succedendo dentro di lui. Si letteralmente saturo di energia e calore, sentiva di andare a fuoco eppure queste fiamme così roventi non lo consumavano, anzi lo rinvigorivano. Era strano, inspiegabile, ma si sentiva una sorta di fiamma viva, di fuoco solido che non vedeva l’ora di bruciare e consumare Cia nel piacere più grande e intenso che avrebbe mai potuto conoscere.
    Era davvero così che si sentiva un drago? Era questo quello che provava Cia ogni qual volta che prendeva quelle sembianze? Non lo sapeva, ma sapeva di volerla devastare a furia di orgasmi: persino i suoi enormi cazzi erano mutati a causa dell’energia che lo aveva attraversato e la loro forma si era fatta più ferina ricoprendosi di morbide scaglie, mentre attorno ai glandi si formavano delle gibbosità callose, adattissime per rendere la stimolazione ancora più intensa.
    Infine, la giovane raggiunse un orgasmo violentissimo che riuscì a donare alle mazze dell’ibrido sensazioni semplicemente stupende, soprattutto per il modo in cui le carni della giovane si contorsero e si strinsero di fronte all’acme del piacere.

    << Sìì! Sììì!! Vengo, sto venendonhhhg!! Cia, Ciaaahhh! Vengo!!>>

    Gemette quasi ruggendo il suo piacere quando, spingendo a lei con furia quasi disperata, esplose in un intensissimo orgasmo proprio quando la giovane stava venendo per la terza volta. Due fiumi di densissimo sperma sgorgarono da quelle due enormità bollenti che le dilatavano oscenamente gli orifizi, riempiendola oltre ogni immaginazione.
    La quantità di seme incredibilmente bollente che le stava sparando dentro era semplicemente impossibile, eppure quel perverso, niveo flusso non sembrava avere alcuna intenzione di arrestarsi così presto, anzi continuò a spingere dentro di lei durante tutti i lunghi, interminabili minuti in cui continuò a venire insieme a lei.
    Nel frattempo, forse per il troppo piacere che la stava investendo, la giovane perse nuovamente ogni controllo sul suo potere che scaricò un’ultima, fondamentale quantità di energia ad Astratto: ciò permise di rendere la trasformazione decisamente più completa, non soltanto perché adesso apparvero due grandi ali dalla schiena del giovane ma, ancora una volta, la sua statura crebbe ulteriormente, divenendo ancora più imponente e grande.
    Persino i due enormi cazzi, ormai dall’aspetto più che mai bestiale, accrebbero le loro dimensioni e soprattutto la loro circonferenza di un’altra generosa manciata di centimetri, mentre la coda ormai assomigliava in tutto e per tutto a quella di un rettile, tranne per una sottile striscia di “criniera” lungo la sua parte superiore.
    Finalmente, quando i loro orgasmi si interruppero, Astratto si fermò dentro di lei, dispiegando istintivamente le ali di cui aveva a malapena appreso di essere proprietario e osservò la sua opera: il ventre della giovane era incredibilmente gonfio, molto di più delle volte precedenti, con la pelle del ventre tesissima per riuscire ad accogliere tutti i litri di sperma dragonico (molto più caldo del normale) che erano fluiti nello stomaco e nell’utero colmandoli totalmente, mentre il viso appariva sì stravolto ma decisamente in estasi, in una sorta di estatica contemplazione del piacere, con gli occhi rigirati verso gli altri e un perverso sorriso che ne impreziosiva il volto. Si sfilò da lei e una vera e propria cascata di seme misto a umori fluì dai suoi orifizi come un copioso torrente, che le bagnò le cosce e formò una capiente pozza sotto di loro.
    Astratto, dunque, smise di sorreggerla per le cosce, in quella perversa posizione e la prese in braccio per i fianchi, dopotutto il loro divario in quanto a statura e dimensione era tale che gli sembrava di maneggiare una deliziosa bambolina.

    << Cia… tutto questo deve essere un sogno. Stanno succedendo un sacco di cose che non comprendo e forse dovrei anche essere spaventato, forse ti dovrei chiedere cosa mi sta accadendo, cos’è successo al mio corpo ma…>>

    S’interruppe, guardandola con i grandi occhi cremisi dalla pupilla verticale indecisi tra la timidezza e la sfrontatezza, tra la pudicizia e la malizia. La lotta durò qualche attimo e quando la giovane si sentì stringere da quelle braccia muscolosissime, ricoperte da scaglie nivee, con quelle due enormi mazze dragoniche durissime e bollenti le premevano per tutto il ventre già molto meno gonfio di prima, avrebbe capito quale delle due avesse vinto.

    << …Io ti voglio e tutto il resto mi appare senza importanza. Ti voglio ancora e voglio che tu ricordi questa notte per il resto della vita, così come farò io.>>

    Continuò, sussurrandole queste parole direttamente all’orecchio, con un tono pieno di una dolcezza temprata dalla lussuria, che di questa aveva tutto il calore e il fascino. Le leccò, dunque, il lobo e poi il collo con la lunga lingua serpentina, dalla foggia da rettile ma ruvidissima come sempre, prima di puntare i suoi due enormi cazzi sulla sua fichetta.
    Quello che voleva fare era evidente e, di certo, si sarebbe fermato se la giovane avesse protestato… ma era certo che Cia avrebbe accolto quell’ennesima sfida con coraggio e, soprattutto, impazienza; spinse dunque le due grosse cappelle a sfregarsi contro le grandi labbra, a stimolare quella femminilità già oltremodo dilatata da tutti i furiosi amplessi precedenti. Quelle due enormi mazze erano ancora ben lubrificate da tutto lo sperma che avevano sparato dentro di lei fino a pochi minuti prima, ma non per questo la penetrazione sembrava più agevole: la sua rosea fichetta, infatti, non sembrava in grado di accogliere neanche una di quelle immense verghe, pensiamo due insieme! Ma Cia aveva dimostrato più volte di saper superare i limiti che, almeno in teoria, il suo corpo le avrebbe dovuto imporre quindi il neko continuò a stimolarla così per qualche altro attimo, prima di iniziare a spingere quelle due enormità verso quel roseo anfratto che, ovviamente, all’inizio oppose una strenua resistenza, poi sotto quella forza inarrestabile prese a schiudersi sempre di più, finché non si dilatò abbastanza per accogliere parte di quelle cappelle semplicemente mastodontiche.

    << Vuoi che continui?>>

    Le soffiò a pochi millimetri dalle sue labbra, con il fiato rovente dei draghi, mentre la lunga coda dragonica cercava la sua per avvolgersi attorno ad essa, prestando particolare attenzione alla sua base sensibile, mentre le sue grandi ali bianche risultavano spiegate e frementi di impazienza. Lo sguardo di Astratto non aveva perso la sua consueta dolcezza, ma era anche deciso e, in un certo qual modo, malizioso, se non addirittura sensuale. Che la stessa, almeno inconsciamente tentando? Per un ex verginello come lui sarebbe stato, di certo, un gran colpo se fosse riuscito a mettere in crisi una seduttrice così esperta e affascinante.
    Se, però, Astratto stava prendendo in mano la situazione, Ghigna si trovava in grave difficoltà: Lady Ganon, infatti, si stava dimostrando sempre di più una vera e propria forza della natura, una donna non soltanto indomabile ma che, potenzialmente, avrebbe potuto trasformarlo da tigre selvaggia e seducente a un bravo gattino addomesticato.
    Non che questo spaventasse davvero il neko che aveva puntata la donna proprio per questo motivo, ma era impossibile non pensare al fatto che all’inizio l’aveva decisamente sottovalutata o, meglio ancora, era stato troppo sicuro del fatto che posta dinnanzi a una buona tentazione, lei avrebbe di certo ceduto… e così non era stato.
    Aveva letto, infatti, nei suoi magnifici occhi dorati il suo desiderio bruciante di baciarlo, di conquistare le sue labbra ma non aveva comunque ceduto e, dopo averlo allontanato, aveva messo ancora una volta in chiaro la gerarchia facendolo sdraiare sul freddo pavimento, non senza indugiare col tacco sui suoi pettorali. Insomma, Ghigna stava finalmente iniziando a comprendere in che razza di pasticcio si era andato a cacciare e la cosa, pur affinando la sua concentrazione, non faceva altro che divertirlo ulteriormente: la sfida era ben più difficile di come se l’aveva figurata e questo significava che il premio, alla fine, si sarebbe rivelato assai più dolce e piacevole di quanto avesse potuto sperare.

    << Temo che altre scuse non basteranno per farmi perdonare, ma ti assicuro che sei stata capace di instillare un profondo pentimento in me: disponi di argomentazioni a cui è davvero difficile dire no-nhhh!>>

    Si lasciò cappare un gemito che spezzò il beffardo sarcasmo che attraversava le sue parole, mentre la donna premeva la scarpa sul suo membro eccitato e col tacco andava ancora una volta a stuzzicare i suoi testicoli: per un attimo, infatti, gli occhi cremisi del neko si illuminarono di una profonda e ben comprensibile paura, che subito venne nascosta dal solito sguardo beffardo che, però, stavolta era intervenuto troppo lentamente perché la preside non potesse gustarsi questa nuova, piccola vittoria.
    Desdemona ci sapeva fare e benché lui non fosse un feticista, era innegabile che l’abilità della donna, il suo fascino e la sua bellezza avessero portato la sua eccitazione a livelli preoccupantemente alti, tanto che Lady Ganon avrebbe percepito facilmente quell’enorme asta, quel tronco vivo e pulsante opporsi con forza alla spinta che lei vi esercitava, tanto era duro ed eccitato.
    Il neko, inoltre, si maledisse per aver indugiato così allungo nell’autoerotismo fino a poco prima dato che aveva mancato l’orgasmo per pochissimo e adesso, già con qualche lievissima carezza, si sentiva pericolosamente vicino al limite.

    << Spero di non offenderti, Desdemona, ma credo che preferirei ben altro del tuo corpo… ma, effettivamente, in quel caso avremmo più difficoltà a… Nhg, a conversare. E non voglio certo privarmi di un simile piacere… quindi, vada pure per i tuoi sicuramente incantevoli piedi nudi.>>

    Soffocò degli imbarazzanti gemiti, che pure riuscirono a sfuggire sotto forma di un singolo mugugno di piacere, mentre continuava a rivolgersi a lei con un garbo beffardo che soltanto l’abilità della preside riusciva a spazzare via dalle sue parole. Ovviamente sciolse la presa della coda sul suo membro, lasciandolo finalmente alla totale mercé della donna, che non perse tempo a giocarci in maniera deliziosamente dispettosa, come ben testimoniavano tutti gli affondi dei suoi tacchi sulle sue cosce muscolose che lo facevano sempre sussultare un poco.
    Intanto, l’enorme mazza tra i piedi di Desdemona continuava a pulsare sempre più intensamente, durissima e semplicemente bollente, esprimendo in maniera equivoca quanto il neko fosse incredibilmente eccitato.
    Ma Desdemona avrebbe fatto bene a non fare lo stesso errore del “suo” micione, poiché quest’ultimo era più che mai deciso a vincere quella loro piacevolissima sfida.

    << Avanti, mostrami cosa sai fare.>>

    A riprova di ciò, non esitò a provocarla ulteriormente, ghignando divertito mentre la sua lunga e morbida coda felina saliva ad accarezzarle sensualmente la coscia. Probabilmente non avrebbe saputo resistere più di quanto non aveva fatto la stessa Desdemona, ma perché privarsi della possibilità di farle saltare i nervi ancora una volta? Dopotutto anche questo era un piacere, non meno intenso di quello che stava ricevendo dalla sua virilità.
     
    .
  12.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Become my Patron
    On Patreon

    Group
    HF GDR Staff
    Posts
    16,618
    Location
    Dalla terza vita

    Status
    Anonymous
    Quel ragazzo era una continua fonte di sorprese, non solo era già bellissimo e gigantesco, ma ricoperto di scaglie dragoniche, con le corna maestose a incoronargli il capo, lo resero ancora più bello agli occhi di Cia che stravedeva per i draghi. Il suo orgasmo venne intensificato dalla nuova forma che prese dentro di sé i due membri del neko. Cia ormai non ci capiva più niente, si sentiva devastata dal piacere, spruzzava umori contro il ventre del suo amante. Si sentiva come su una pericolosa altalena, dove i punti più alti che raggiungeva corrispondeva ad un nuovo orgasmo, e non sembrava nemmeno finita lì perché ancora una volta Astratto spruzzò dentro di lei il suo caldissimo seme, reso ancora più caldo per via della sua nuova natura. Ancora più abbondante di prima, da farle chiedere dove diavolo tirasse fuori tutto quello sperma. Allo stesso tempo però adorava quella sensazione di calore che si dipanava dentro di lei che poi diveniva sempre più forte, doloroso, che le gonfiò il ventre in modo spropositato. Cia perse tutte le forze, si abbandonò a lui inerme, poggiando il volto contro la sua spalla tremando ed emettendo deboli gemiti. Anche quando lasciò uscire fuori i due membri da dentro di lei, Cia si risvegliò dal suo torpore aggrappandosi alle spalle del ragazzo mentre un fiume di sperma sgorgava fuori dal suo corpo, dandole altre bellissime e perverse sensazioni. La pancia si svuotava tornando piatta come prima ma Cia sembrava provata e allo stesso tempo eccitata. Le carni erano sensibilissime, arrossate per i vari orgasmi. La coda che prima si era stretta a quella di Astratto allentò la presa senza però abbandonarlo, come se non avesse le forze di prima. Pensò che finalmente anche Astratto si sentisse esausto e invece le sue braccia enormi la strinsero ancora a sé, facendola sentire piccolissima, nonostante fosse lei quella con i poteri magici e avesse un corpo dragonico. Carezzò debolmente le scaglie di Astratto con le dita godendosi quel suo strano ma affascinante nuovo aspetto, e solo in un secondo momento si accorse che i due membri del Neko non si stavano afflosciando, che erano rimasti durissimi e ancora più belli di prima poiché somigliavano a due cazzi dragonici. Cia si allontanò leggermente osservando stupita quelle due verghe mostruose che le si premevano addosso.
    Non preoccuparti, è un effetto del mio potere... adesso se più bello, più forte. fece per rassicurarlo, rabbrividendo di nuovo quando la sua lingua si posò contro il suo orecchio, strappandole un mugugno eccitato. La sua lingua era più calda ma conservava la superficie rasposa dei felini rendendo quel gesto ancora più stimolante. Difatti Cia sentì tutto il corpo attraversato da un brivido, subito dopo percepì le due cappelle sfregarsi impazienti contro il suo sesso, premendosi sul suo ingresso. Inizialmente ancora stordita non capì che intenzioni avesse avuto il gatto ma quando iniziò a spingere dentro di lei tutto divenne palese e la fece irriggidire di nuovo facendole artigliare le spalle del ragazzo per il dolore.
    Mi romperai! si affrettò a dire in un gemito aspirato. Era quasi come se un drago con le sue reali dimensioni cercasse di penetrarla. Le sembrava impossibile riuscire in una simile impresa. Astratto però sembrava non volersi tirare indietro, come se un demone lo avesse posseduto continuò a spingere in lei fin quando la sua carne cedette accogliendo le due enormi cappelle, seguito da un urlo della ragazza. Era stato molto doloroso e anche piacevole allo stesso tempo. Le sembrava di sentire il corpo totalmente in fiamme, come se si fosse risvegliato da un lungo sonno, quel dolore e quella pienezza le fecero sembrare logiche le strane parole che aveva sentito dire dal professore Thresh. Non riusciva a sentire nient'altro oltre a quei due cazzi che la allargavano in modo esagerato. Fortunatamente la sua forma dragonica le permise di non subire terribili ferite. Cia però non era più molto presente, le sue braccia e la sua coda si afflosciarono come se fosse stata infilzata da una spada e stesse per morire. La coda tremava, non riusciva a dire niente, non riusciva a pensare, sentiva solo Astratto che si faceva largo in lei, la clitoride che pulsava come impazzita contro la carne del suo amante. Non avrebbe risposto alla domanda di Astratto perchè non l'aveva proprio sentita. Era totalmente persa in un mondo di nuove ed estreme sensazioni.
    A qualche metro più in là invece la situazione sembrava più controllata e molto pipù calma. Al punto che ogni tanto i gemiti di Cia distraevano Desdemona che iniziava a preoccuparsi, ma quando alzava lo sguardo sulla sua "collega" e vedeva il suo sguardo perverso e lascivo, si rassicurava. Pensò che probabilmente Avers non aveva mai visto sua sorella in quello stato e forse era meglio che non la vedeva mai conciata in quel modo o le avrebbe proibito anche di lavorare. La voce arrogante di Ghigna era comunque sufficente per attirare di nuovo lo sguardo di Desdemona su di lui. E adesso che era ai suoi piedi, poteva gustarsi la sua figura senza distrazioni e senza interruzioni. Doveva ammettere che era molto attraente, e in qualche modo intuiva che lui facesse molto affidamento sul suo aspetto. Forse molti anni prima Desdemona avrebbe ceduto al suo fascino, ma lei non era più la giovane e inegnua strega. Era una donna con alle spalle mille esperienze diverse, non sempre perverse, ma comunque aveva saputo domare spiriti ribelli. Difatti Ghigna se prestava attenzione avrebbe potuto notare di tanto in tanto che gli occhi della preside vagavano sul suo corpo molto interessata. Attese la sua risposta, e quando ancora una volta sfacciatemente insinuò che avrebbe voluto avere la sua bocca lì dove adesso stava premendo il tacco, Desdemona premette di nuovo dispettosamente e pericolosamente il tacco fra i due testicoli, intenzionata a togliergli il respiro e metterlo sull'attenti.

    Oh scommetto che sei abituato a non chiedere, che molte ragazze ti muoiono ai piedi. Beh micione, qui prendi un grosso granchio, non sei poi così bello e allettante ai miei occhi. E di sicuro non sai stregarmi con lo charme del tuo modo di parlare visto che continui a ispirarmi violenza. Nessun uomo al mondo è mai riuscito a farmi venire voglia di assaggiare il suo disgustoso cazzo. E tu non sei una eccezione. Ma io non vengo mai meno alla parola data... i stivali iniziarono ad assottigliarsi sempre di più, cambiando perfino colore arrivando all'arancione dei suoi capelli, che poi si sfilacciarono via dai piedi di Desdemona sparendo, lasciandole totalmente nudi i piedi.
    ... ti ho promesso un premio ed eccolo qui: ti farò godere con i miei piedi. affermò portando entrambi i piedi sulla base del membro del Neko. Fece scorrere le dita e la base del piede per tutta la sua lunghezza, aderendo con tutte le dita attorno a quella verga eccitata. In quel modo lo avrebbe stimolato e allo stesso tempo si sarebbe potuta gustare la sua consistenza, il suo calore e ogni vena che percorreva la sua carne. Le dita si serrarono in modo che andando verso il basso avrebbe tirato la pelle scoprendo totalmente la cappella rosea, uno spettacolo non da poco che attirò lo sguardo di Desdemona che indugiò su quella parte. Iniziò poi a masturbarlo facendogli sentire i suoi piedi lungo tutta l'erezione, stuzzicando di tanto in tanto lo scroto con un piede, mentre l'altro correva di nuovo lungo tutta l'erezione. Si morse il labbro inferiore concentrata in ciò che faceva, ma anche divertita e lo si vedeva dalla strana luce eccitata che le brillava negli occhi. Si fermò quando la coda arrivò a carezzarla sulla coscia. Lanciò una occhiataccia furibonda verso il gatto, afferrando la coda malamente per frenarlo. Lo strinse nella mano con cattiveria tirando leggermente.
    Non ti ho ancora dato il permesso di toccarmi, ne con le mani ne tantomeno con la coda. Stai fermo, goditi il premio se non lo vuoi perdere. affermò severa, togliendo la coda su di sé per poi tornare a stuzzicare quel pene eccitatizzimo, cercandodi afferrare con entrambi i piedi la verga e masturbarlo. Sembrava sapere esattamente dove premere con le dita e come muoversi, sapeva perfino alternare il ritmo per tenerlo sul piacere il più a lungo possibile. Quasi come se lei stessa sapesse cosa si provava ad essere stimolati su un membro maschile.
     
    .
  13.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

    Group
    Member
    Posts
    1,184
    Location
    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

    Status
    ONLINE
    Il modo in cui Cia si abbandonava al piacere, al godimento non era soltanto meraviglioso ed eccitante ma, almeno per gli occhi cremisi del neko, vi era anche un che di tenero, di delicato, una sorta di dolcezza segreta che la lussuria stante nascondeva.
    Certo, era evidente la perversione che brillava dal suo sguardo stravolto, dai suoi grandi occhi viola che si facevano acquosi e salivano verso l'alto, persi nella marea dell'orgasmo né poteva negare l'intensissima eccitazione che gli scottava le carni ogni qual volta lei piegava le labbra in quel sorriso tanto perso quanto lascivo o il suo corpo, gonfio fino all'inverosimile di sperma bollente, si abbandonava a tremori convulsi a suoi deliziosamente perversi, ma assieme alla mai placata fame di piacere, di godimento tornava prepotentemente il desiderio di stringerla a sé, di coccolarla, di riempirla di baci, carezze e vezzeggiarla come se fosse una dolce bambina. Forse era dovuto al modo in cui si abbandonava stremata e, per forza di cose, fiduciosa alla sua mercé appoggiando il viso sulla sua spalla come una bimba che, stremata dall'aver giocato un'intera giornata al parco, si sistema tra le braccia del suo papà, forse era semplicemente da ascriversi al fatto che fosse un tenerone romantico e che tendeva a intenerirsi per le più normali sciocchezze, fatto sta che Cia non gli aveva mostrato soltanto i piaceri del sesso o la bellezza insita nel lasciarsi andare ai propri istinti, ai propri appetiti se anche l'altro non vede l'ora di condividerli, ma soprattutto gli aveva fatto capire che tenerezza e lussuria, pur trovandosi agli antipodi, spesso vengono in contatto e che un amplesso furioso, finanche ferino può nascondere una dolcezza segreta che non soltanto non lo banalizza o lo rende meno intenso, ma contribuisce a renderlo ancora più passionale e sconvolgente.
    Se, infatti, il cuore di Stregatto si sciolse nel sentire la bella professoressa stringersi a lui tremante mentre litri di caldissimo sene abbandonavano il suo corpo sconquassato da mille orgasmi violentissimi, tutto il resto del suo essere si tese più eccitato e affamato che mai, come ben testimoniarono le sue due enormi, mostruose verghe dragoniche, più dure e bollenti di prima.
    Così, se le sue grandi mano squamate e armate di grossi artigli dragonici le carezzavano con dolcezza il capo e la schiena flessuosa, quelle due gigantesche mazze si strusciavano contro la sua fichetta rossa e resa ipersensibile da continui orgasmi, pulsando impazienti contro tutto il corpo della giovane che davvero sembrava quello di una fragile bambolina tra le braccia di quel colosso di muscoli e scaglie che era l'ibrido.

    << Il tuo potere, allora, è meraviglioso quasi quanto te, Cia.>>

    Le rispose in un soffio dolce quanto caldo, passionale prima che la sua lunga lingua dragonica eppure dalla superficie ruvidissima come quella di tutti i felini tornasse a leccarla, stuzzicarle il lobo e la pelle calda oltre che morbidissima del collo.
    Frenare ulteriormente il suo desiderio, la sua lussuria sarebbe stato impossibile e, a onor del vero, Stregatto non oppose alcuna resistenza alle idee che la lussuria, da sempre più ricca d'inventiva di qualsivoglia demone, gli stava suggerendo in maniera fin troppo allettante... così prese a sfregare le sue enormi cappelle contro le ancora miracolosamente strette carni di Cia, facendola irrigidire e sgranare gli occhi tanto sorpresa quanto spaventata per la folle decisione del suo amante.

    << Ti prometto che ne varrà la pena... voglio vederti impazzire, Cia!>>

    Le soffiò in un ringhio basso e roco direttamente sulle sue labbra, mentre con spietata decisione spingeva quelle due mostruosità dentro di lei, forzando la sua piccola, rosea femminilità a dilatarsi ben oltre i limiti umani per poter accogliere quelle due enormi punte, che già da sole l'allargavano come solo il vero cazzo di un drago avrebbe potuto fare.
    Astratto emise un ruggito basso e aspirato mentre sentiva cedere le carni di Cia centimetro dopo centimetro, mentre lei gli conficcava gli artigli acuminati nelle spalle per renderlo partecipe del suo dolore, mentre il suo corpo si ribellava, si arrendeva e alla fine accoglieva con gioia quelle due enormità.
    Un brivido tutto ferino gli scorse per la schiena mentre le gibbosità callose che facevano da "corona" alla base delle due cappelle entrarono in contatto con le carni di Cia, dilatandole ulteriormente mentre le graffiavano internamente con implacabile crudeltà.
    Astratto si sentiva prigioniero di una strettissima morsa di lussuria, una dolce prigione di carne vellutata e rorida di umore che lo quasi lo stritolava nell'impossibile tentativo di respingerlo e trattenerlo allo stesso tempo.
    Quando, infine, quella lotta si concluse con l'urlo il conseguente abbandono della giovane, Astratto si sentì totalmente perso in un desiderio così intenso, così profondo, così immane che neanche dopo un amplesso di mille anni si sarebbe potuto dire sazio o appagato.

    << Cia! Cia, Cia!! Voglio romperti, voglio spezzarti a furia di orgasmi! E voglio farlo impazzendo assieme a te!>>


    Ringhiò con le fusa che sembravano trasformarsi nei bassi ruggiti di una belva infuriata, mentre le sue grandi mani si serravano sui suoi glutei sodi come gli artigli di un'aquila sul corpo della sua preda indifesa, mentre la mordeva al collo con la furia di una tigre affamata, spingendo quei due colossali cazzi dentro di lei con tutta la forza che poteva scaturire dai suoi muscoli possenti. affondò in lei emettendo un vero e proprio ruggito, facendo scontrare quelle due enormi cappelle fin contro il suo utero con una tal furia, con una tale violenza che sarebbe stato un autentico miracolo se il ventre di Cia non si fosse dilaniato in un ammasso sanguinolento fin dalla prima spinta. Ma il ritmo dell'amplesso si faceva sempre più furioso a ogni spinta non soltanto il corpo della giovane resisteva a tale, bestiale violenza senza riportare danni ma ben presto il dolore si mischiò al piacere, un piacere di gran lungo superiore a quello degli amplessi precedenti.
    O, almeno, per il neko era così visto come si faceva sempre più impaziente e ingordo, come intensissimi gemiti gli sfuggivano dalle labbra a ogni spinta, mentre quelle due mostruosità di carne pulsante e marmorea continuavano ad allargarla oltre ogni immaginazione, sconquassandola a ogni spinta come se tessero cercando di sfondarla, di abbattere ogni barriera di carne e arrivare, perché no, a fare capolino dalla sua bocca.
    Intanto la sua lunga lingua rasposa le leccava le guance solcate dalle lacrime che le sfuggivano causa di quell'amplesso tanto violento, che lo stava facendo regredire a uno stato di pura bestialità dove tutto il mondo si racchiudeva trae carni di Cia, dove l'unico obiettivo possibile, dove l'unico senso immaginabile per la sua esistenza era quello di scoparla sempre di più e sempre più a fondo, fino sfondarla, fino a crollare esausto tra le sue gambe.
    Tutto ciò, però, sentiva che non gli bastava, che non era sufficiente e obbedendo al folle desiderio che lo stava consumando, dapprima affondò di colpo l'indice e il medio della mano destra nel roseo buchino della giovane poi, continuando sempre a scoparla con quei due cazzi giganteschi, aggiunse il terzo e quarto dito, finché anche il pollice si fece largo in lei e quell'enorme mano riempì e dilatò oscenamente il suo retto.
    Richiuse la gigantesca mano in un pugno, non prima di aver allargato per bene le cinque dita dentro di lei, prima di affondare l'intero avambraccio in quello che, fino a pochi istanti prima, era un roseo e stretto buchino. Ciò rese ancora più stretta la sua fichetta e Astratto, incapace di resistere ulteriormente, esplose in lei con un doppio orgasmo spaventosamente copioso, un vero e proprio maremoto di denso seme che le gonfiò oscenamente il ventre gorgogliando rumoroso. Malgrado l'intensità dell'orgasmo, però, non smise neanche per un istante di scoparla con furia bestiale e di devastare con la sua enorme mole e forza i suoi un tempo stretti orifizi.

    << Vieni con me, Cia! Godi, godigodigodigodi!!!>>

    Urlò fuori di sé, senza smettere i venire e di affondare in lei, baciandola con tutta la furia che quell'immenso corpo scolpito poteva originare: probabilmente, alla fine di un simile, prodigioso orgasmo sarebbe crollato stremato... ma chissà se davvero quell'orgasmo avrebbe conosciuto una fine.
    Intanto i gemiti dei due amanti giungevano anche alle orecchie di Ghigna che, ovviamente, si sentì colmare di orgoglio nei confronti del suo amato fratellino che si stava facendo valere con una bellezza come Cia ma, allo tesso tempo, era deciso a non sfigurare con lui o per la vergogna non sarebbe più uscito di casa per i prossimi vent'anni: dopotutto Astratto era pur sempre un verginello mentre lui era un uomo pieno di esperienza e avvezzo ad avere a che fare con donne dai caratteri e dalle razze più disparate... e che, a quanto pare, aveva incontrato un sfida alla sua altezza se non addirittura al di sopra delle sue forze.
    Non sentiva da parecchio il brivido dell'incertezza scorrergli lungo la schiena, ma Lady Ganon non soltanto fu capace di fargli percepire tutto il "pericolo" che l'averla sfidata comportava, ma soprattutto fu capace di farlo sentire eccitato come un ragazzino alle sue prime esperienze. Rabbrividì, infatti, d'impazienza nel percepire lo sguardo famelico della donna scivolare come le sensuali spire di una serpe tra i suoi muscoli scolpiti, sulla sua pelle nivea mentre il suo tacco continuava a premere con dole pericolo sulle sue gonadi gonfie.

    << Beh, mia cara, non sai che gli schiaffi di certe donne valgono più delle carezze di altre? E chissà, magari potrebbe esserci una prima volta anche per t-nnhh!>>

    Gemette sorpreso per via non soltanto della repentinità con cui la pelle fredda dei suoi tacchi divenne quella calda e morbida dei suoi piedi bruni, ma soprattutto per il modo in cui prese a stimolare la sua grossa verga retta che venne quasi immediatamente assaltata e assediata da un piacere intenso quanto terribilmente misurato, dosato alla goccia che Desdemona infliggeva alla sua erezione con abilità consumata.
    Presto i piedi della preside avrebbero sentito quell'immane virilità farsi più calda e dura, mentre il sangue affluiva copioso alle grosse vene che si gonfiavano a prendevano a pulsare in maniera a dir poco spasmodica. Brividi intensi e inaspettati presero ad attraversare e a sconquassare il suo corpo, mentre il piccolo ghigno beffardo che aveva decorato il suo volto fino ad allora iniziò a sciogliersi in labbra accuratamente serrate per evitare di diffondere troppi gemiti di piacere a ogni carezza di quei piedi assolutamente fantastici.
    L'orgasmo stesso che era riuscito ad allontanare ritornò a riaffacciarsi tra le carni tese e stravolte del suo corpo, che pur irrigidendosi e fremendo lievemente non sembravano poter resistere a lungo all'abilità a dir poco demoniaca di quella donna: come faceva essere così brava, a sapere tutti i punti più sensibili del suo cazzo, a stimolarli con una tale precisione? Non lo sapeva, ma di certo sapeva come la donna dovesse considerare piacevole vedere un gattone così selvatico e riottoso come lui ridotto alle fusa per qualche "carezza".
    Per questo motivo provò a mettersi a sua migliore faccia da bronzo, ma se il suo viso rimaneva sufficientemente indifferente al piacere che Desdemona gli stava suscitando, a parte qualche veloce lampo di godimento, il suo corpo era decisamente troppo esposto perché la donna non notasse il modo in cui i suoi muscoli scolpiti si contraevano disperati o come quell'enorme cazzo fremesse impaziente i dare sfogo a tutto il suo piacere.
    Arrivò persino a considerare una fortuna il dolore che la donna provocò alla sua lunga coda felina perché,almeno per qualche attimo lo distrasse da quel piacere intenso e devastante.

    << Oh, non sia mai, non vorrei perdere l'occasione più unica che rara di... Ah! Brava, così!>>

    Non poté fare a meno di gemere sorpreso nel sentire il modo pressoché meraviglioso con cui la donna prese a masturbarlo sempre più intensamente, tirando in maniera deliziosamente abile la pelle sottile che copriva in parte la grossa cappella rosea o il modo maledettamente piacevole con cui gli stuzzicava lo scroto, finché non decise di lasciarsi andare all'orgasmo, di abbandonare ogni resistenza a quelle stimolazioni così piacevoli e... nulla, l'orgasmo pur presentandosi alla soglia non voleva in alcun modo palesarsi perché l'attento dosaggio de piacere che faceva Desdemona ancora riusciva a trattenerlo.
    Si morse le labbra, dunque, e conficcò gli artigli nel pavimento per cercare di resistere ma, dopo pochi istanti i frenetica lotta con se stesso, spinse il bacino in direzione dei piedi di Lady Ganon, cercando di procurarsi in quel modo quell'ultima stilla di godimento che gli era necessaria per venire.

    << Avanti, Desdemona, fammi vedere che... ngh! Sai fare. Fammi venire!>>

    Gemette roco, desideroso di far esplodere tutto il suo piacere contro i piedi, le gambe, il ventre, il seno e finanche il viso della donna: l'enorme mazza fremeva semplicemente bollente e vischiose gocce di preseme venivano stillate senza sosta dalla rosea punta, prima i scorrere copiose lungo l'interminabile asta, chiara dimostrazione non solo dell'imminenza dell'orgasmo ma anche del suo vigore e dell'enorme quantità di seme che le sarebbe sparato addosso se soltanto avesse portato quella stimolazione fino in fondo.
    Lady Ganon avrebbe accettato di mostrarsi, per una volta, misericordiosa? Di certo c'era da credere che Ghigna non avrebbe potuto resistere ancora per molto, con o senza la sua "misericordia".
     
    .
  14.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Become my Patron
    On Patreon

    Group
    HF GDR Staff
    Posts
    16,618
    Location
    Dalla terza vita

    Status
    Anonymous
    Fortunatamente Cia non prendeva solo l'aspetto come qualità dei draghi, e il suo utero e la sua cervice quando era in quella forma era più elastica di quando era in forme umane. Difatti se Cia non fosse stata in quelle condizioni, il calore che avrebbe sentito Astratto non sarebbero stati umori ma qualcosa di molto meno piacevole, e di sicuro parecchio più preoccupante. Anche se il suo corpo non si era danneggiato, comunque per Cia una penetrazione del genere era la primissima volta e non riusciva a gestirla. Era quasicomese fosse entrata in trance, non sentiva nulla oltre ciò che esisteva fuori da sé e la carne di Astratto che la devastava. I suoi occhi erano totalmente rivolti verso l'alto, si vedeva quasi soltanto la sclera, rivoli di saliva le colavano dagli angoli della bocca che in quel momento era aperta in un espressione mista fra il dolore e un sorriso. La carne le tirava terribilmente, bruciava da impazzire ogni movimento di Astratto dentro di lei le sembrava ucciderla. Non aveva mai provato nulla di simile, ma il ragazzo non aveva alcuna pietà di lei nemmeno in quelle condizioni poiché decise di mettere altra carne sul fuoco con le dita che si insinuarono nel suo stretto anfratto violato prima. Essendo ancora umida di sperma era già praticamente lubrificata, ed avendo subito l'amplesso di poco prima era anche stata preparata per ciò che voleva farle il suo amante. Qualcosa che nessun uomo al mondo aveva mai osato farle e che probabilmente avrebbe cambiato il modo di vedere il sesso di Cia. Di sicuro in quelle ore aveva imparato una durissima lezione: mai lasciare completa fiducia all'uomo o avrebbe preso il sopravvento su di lei, e di certo per una strega che invece doveva domare gli uomini era un pessimo affare. Subì totalmente l'amplesso senza riuscire in alcun modo a fermarlo perché non ne aveva proprio le forze. Era in balia di Astratto che ancora una volta sembrava essersi trasformato in un demone lussurioso che voleva torturare l'anima condannata. La cervice era strettissima attorno ai due membri, si muoveva davvero a fatica gonfiandole il ventre ad ogni affondo. Le dita nel suo stretto buchino si fecero sempre più largo infierendo su quel corpicino devastato. Quando entrò con tutta la mano dentro di lei, qualcosa sembrò spezzarsi in lei perché sembrò risvegliarsi improvvisamente. Inarcò la schiena con il volto rivolto verso l'alto per emettere un urlo misto fra piacere e dolore, qualcosa di primordiale che lei era sicura di non aver mai emesso prima di allora. Il suo corpo tremava come preso da convulsioni nel sentire il bollente sperma che la riempiva gonfiandole ancora di più la pancia, facendole male, spruzzava umori e sperma dalla sua carne, se avesse potuto parlare probabilmente lo avrebbe rimproverato di averla rotta. Tuttavia alla fine quando l'amplesso si esaurì, anche le fore di Cia si esaurirono. Svenne fra le braccia del ragazzo, piena ancora di lui e del suo seme. Il corpo di Astratto perse le qualità dragoniche tornando alla normalità, segno che ormai Cia non era più vigile.
    Fortunatamente Desdemona aveva il suo da fare con Ghigna per vedere e capire cosa diamine avesse fatto Astratto alla mascotte del clan. La sensazione di calore che si dipanò sulla pianta del piede era piacevole, la consistenza che sentiva fra le dita dei piedi la eccitava, ma più di tutto la eccitava sentire la sua voce che veniva smorzata dal piacere. Il suo volto che disperatamente cercava di rimanere impassibile quando invece il piacere e il desiderio gli bruciava nelle viscere. Cercava di resistere e più lui resisteva, più lei si faceva spietata nello stimolarlo. Si impegnò anche più del dovuto, usando entrambi i piedi contro il membro del ragazzo. Le piaceva sentirlo pulsare contro di lei e faceva di tutto per sentirlo pulsare ancora e ancora.

    Lasciati andare... rilassati. sussurrò con voce suadente, posizionandosi anche in modo migliore sulla sedia così da potersi destreggiare ancora più agilmente con i piedi, in quel modo però non fece che mettere in mostra il suo sesso ancora lucido di saliva da prima. Desdemona ovviamente sapeva che lui avrebbe guardato, e glielo lasciò fare, aiutando perfino la visione toccandosi a sua volta con le dita. Allargava le grandi labbra dolcemente, mettendo in mostra ogni piega della sua carne, con il medio stimolava di tanto in tanto la clitoride sotto il suo cappuccio di pelle per renderla più visibile. Ovviamente se la coda di Astratto si fosse avvicinata a lei lo avrebbe fermato. Non doveva essere un piacere reciproco: si stava mettendo in mostra solo per rendere il piacere di Ghigna ancora più intenso, per rendere il suo desiderio ancora più cocente, così da fargli sembrare il piacere che i suoi piedi gli stavano donando ancora più intenso del normale. Voleva che la desiderasse, che adorasse con gli occhi ciò che vedeva e quindi sentisse quasi come vero dono ciò che Desdemona gli stava facendo.
    Ti piace Ghigna? gli chiese senza andare sullo specifico, confondendolo apposta non dicendogli a cosa si riferisse, se alla vista o al tatto.
    Non si sarebbe fermata fin quando non lo avrebbe visto venire, si preparò a quello spettacolo, non vedendo l'ora di sentire il suo bollente sperma imbrattargli i piedi, sentire il suo cazzo contratto e durissimo mentre spruzzava il suo seme come impazzito.

    Non trattenerti, godi per me... voglio vederti venire. la sua voce era calda, sensuale, sembrava quasi il tono di un'amante di mille notti passate insieme. Era sincera tuttavia, voleva che godesse per lei, solo perché lo stava masturbando con i piedi, voleva che venisse perché infondo era lei che voleva.
     
    .
  15.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

    Group
    Member
    Posts
    1,184
    Location
    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

    Status
    ONLINE
    La femminilità di Cia era un soffocante abbraccio di carni bollenti, così strette da fargli male a ogni affondo, stringendo in una piacevolissima morsa quelle due enormi erezioni che le scavavano dentro e la allargavano ben oltre i limiti raggiungibili da un corpo umano. Per il neko, infatti, ogni spinta in quella fichetta rorida di umori significava raggiungere un Paradiso di puro godimento attraversando le bolge infuocate di un Inferno di intenso dolore che, pur non minimamente confrontabile con quello che dilaniava l'intimità della giovane, lo portava digrignare i denti furioso, proprio come un leone che vuole spaventare un suo simile, mentre quelle due formidabili aste riaffondavano velocemente (ma mai abbastanza per placare la sua impazienza) in lei, per poi emettere un gemito ringhiato, soddisfatto anche se per nulla sazio, quando le due cappelle si scontravano sulla sua cervice come due arieti da guerra contro la porta di un castello sotto assedio.
    Malgrado, però, la furia tutta animalesca che il giovane stava riversando dentro di lei, Cia non sembrava avere alcuna intenzione di capitolare né nel corpo né, tanto meno, nello spirito e questa sorta di strano equilibrio, di perverso bilanciamento tra dolore e piacere, era l'autentico motore che alimentava la brutalità di Astratto, che lo rendeva sempre più furioso, sempre più intenso e folle di piacere: ciò che stava provando, infatti, era una sorta di Eden dei sensi e lui si sentiva perfettamente in grado di continuare a spingere in lei, a scopare quella splendida giovane per altre innumerevoli ore, godendone intensamente come se ogni spinta fosse la prima, come se stesse ancora pregustando il primo orgasmo... ma, per l'appunto, ciò gli avrebbe impedito di venire e, di conseguenza, di far godere ancora un volta la bella Cia o, peggio ancora, di perdere la possibilità di unire il loro piacere e di unire anche le loro anime oltre che i loro corpi.
    Era, dunque, la necessità di far godere ancora una volta la bella professoressa a esasperare la sua ingordigia, a far dilagare la tempesta della violenza nei cieli limpidi dl animo, al punto che alla fine si ritrovò ad ascoltare l'ultimo suggerimento che la sua lussuria, forse ripescando il ricordo di una qualche conversazione con Ghigna o forse utilizzando la vivida immaginazione del giovane, gli diede: le sue dita lunghe e forti, infatti, la riempirono ancora una volta nel buchino già opportunamente dilatato e lubrificato in precedenza, che ben presto si ritrovò a ospitare tutta la mano del giovane, un grosso pugno che venne spinto in profondità tra le sue viscere.
    Un atto dalla simile brutalità scatenò un autentico cataclisma nel corpo della giovane che non soltanto si irrigidì e si contrasse al punto da far gemere di dolore Astratto che quasi temette di venir letteralmente stritolato dentro gli orifizi di Cia, ma sbloccò finalmente il loro piacere che esplose sotto forma di due violentissimi orgasmi a cui entrambi si abbandonarono urlando di piacer misto a dolore. L'orgasmo che investì Astratto fu il più intenso di tutti quelli che Cia, tanto generosamente, li donò in quella indimenticabile notte e benché si sentisse letteralmente dilaniare da tutto quel piacere che fluiva attraverso il suo corpo, non mise per un istante di spingere dentro di lei, di martellarle l'utero a suon di affondi del bacino, mentre la giovane schizzava umori semplicemente bollenti contro il suo pube, contro i suoi addominali scolpiti.
    Non appena il godimento di entrambi si esaurì, la giovane perse i sensi e anche gli ultimi, irriducibili muscoli del suo corpo che ancora si ostinavano a stringersi attorno ai suoi grossi cazzi o alla sua mano, si rilassarono allentando la presa mentre l'energia della giovane che lo aveva trasformato in una sorta di ibrido dragonico lo abbandonava, riportando al suo aspetto precedente. In realtà, benché un po' più basso e meno enorme di prima, il suo corpo non era ritornato all'aspetto iniziale, quando ancora non era stato attraversato dall'energia delle due, quindi rimaneva ancora il gigante muscoloso che Cia sembrava apprezzare tanto. Fortunatamente per la giovane, però, il secondo membro era scomparso e l'originale, benché sempre enorme, aveva perso le sembianze dragoniche mostrando un certo grado di affaticamento, iniziando dunque a perdere vigore e a sfilarsi naturalmente da dentro di lei, mentre un fiume gorgogliante di sperma si riversava dall'orifizio finalmente libero, sgonfiando il suo ventre perversamente dilatato.
    Si sentiva indicibilmente stanco, benché finalmente sazio e appagato, così si concesse qualche istante per osservare la giovane che, finalmente con delicatezza, stringeva tra le braccia: Cia, benché sfiancata innumerevoli amplessi dalla violenza ben più che bestiale, non soltanto manteneva intatta tutta la sua straordinaria bellezza ma, in qualche modo, pizzicò qualche corda del cuore del Neko che si sciolse in una profonda dolcezza verso di lei, verso quella straordinaria donna con cui aveva condiviso la notte più strana, folle e bella della sua vita.
    La strinse, dunque, dolcemente a sé, carezzandole la testa, prima di sdraiarsi sfinito sul pavimento e lasciarsi cullare verso un sonno ristoratore dal piacevole tepore della sua pelle, dal delicato profumo del suo corpo morbido, sentendosi felice come poche altre volte nella sua vita. Chissà, forse al risveglio sarebbe stato assalito dai sensi di colpa per essere stato così violento nel suo primo amplesso, forse la vergogna e il pudore sarebbero tornati a imporporargli le gote per essersi dimostrato quasi più perverso di Ghigna oppure il segreto timore di non rivedere mai più Cia, che già sogghignava malignamente in un angolo ben celato nella sua mente, sarebbe dilagato nella sua anima... ma, per il momento, aveva Cia tra le braccia e il sonno lo chiamava dolcemente, quindi si ritrovò ad assopirsi beato come un tenero micetto, facendo le fusa fino a un attimo prima di addormentarsi.
    Dall'altro capo della stanza, invece, Ghigna era più vigile che mai e anche lui era decisamente felice per come erano andate le cose in quella straordinaria nottata: qualche Dio, lassù, doveva volergli molto bene dato che senza la sua dispettosa idea di convincere Cheshire a lanciare il suo giocattolo nel cortile di quella scuola, si sarebbero persi l'incontro più interessante e piacevole della loro vita. E non pensava ciò soltanto per il fatto che gli abili piedi di Desdemona stavano masturbando il suo grosso cazzo eccitato, ma anche per tutte le scoperte che avevano fatto grazie a lei e alla bella Cia, come quella di avere una particolare affinità con l'energia e di saperla assorbire e modellare per i loro scopi... senza contare che le due non soltanto disponevano di molta più energia delle comuni umane ma, soprattutto, sapevano ben utilizzarla come dimostravano tutti i vari incantesimi con cui avevano immobilizzato Astratto o avevano cambiato il loro vestiario.
    Tutte cose interessantissime su cui era intenzionato ad andare a fondo, ma intanto voleva godersi ogni singolo istante di quella piacevolissima masturbazione.

    << Come potrei non esserlo? So bene di essere in ottime ma-nhhg!>>

    Gemette incapace di terminare la sua solita risposta beffarda, interrotto da un intensissima stilettata di piacere che quei magnifici piedi, perfetti quanto abili, gli donarono. La bravura di Lady Ganon lo aveva colto decisamente alla sprovvista e doveva ammettere che la preside non soltanto poteva vantare una tecnica semplicemente paradisiaca, ma soprattutto disponeva di un tale fascio che le bastava porre una domanda con un tono appena più caldo del solito per decuplicare il piacere già copioso che gli stava donando.
    L'orgoglio del neko, a quel punto, morse un po' il freno e tentò di guastare quel piacere suscitando nel micione una live irritazione per star capitolando così facilmente... ma Ghigna, prima ancora che orgoglioso, era un tipo pratico e non poteva davvero opporsi a un simile piacere soltanto per un fatto di principio. Questo non significava che stava dando forfait o che si sarebbe trasformato in un bravo gattino domestico, ma che semplicemente si sarebbe lasciato andare al piacere...sempre senza darle la soddisfazione di vederlo esplicitamente o, almeno, tentando di nasconderglielo.
    Quest'ultimo proposito se ne andò a gambe all'aria quando, in maniera del tutto inaspettata, Desdemona prese a toccarsi davanti a lui, mettendo ben in mostra la splendida femminilità ancora umida della sua saliva, mentre continuava a masturbarlo freneticamente. La preside avrebbe visto i muscoli scolpiti dell'ibrido contrarsi dall'eccitazione, mentre l'enorme mazza che stringeva con i piedi fremeva come impazzita, più dura e bollente di prima.

    << Certo che mi p-piace, lo adoro!! Continua, continua! Più veloce, di più!! Sto per venire, sto per... Ahhh!!!>

    Urlò, spingendo freneticamente il bacino contro i suoi piedi, socchiudendo gli occhi cremisi mentre la sua grossa erezione esplodeva in una vera e propria eruzione di denso sperma, che non soltanto investì i piedi vellutati e piacevolmente scuri della donna, inzaccherandoli di una densa coltre di seme bollente, ma colpì anche il ventre e i seno della donna, arrivando persino a sporcarle la guancia con uno schizzo particolarmente alto.
    Quando, finalmente, quell'intensissimo coito si esaurì, Ghigna si sentì assalire da una forte insoddisfazione che Lady Ganon avrebbe facilmente percepito attraverso i suoi piedi, dato che non soltanto l'erezione non aveva perso neppure una stilla del suo precedente vigore ma, addirittura, il neko aveva avvolto la sua coda attorno alle sue caviglie, come a voler prolungare ulteriormente quel piacevolissimo contatto.

    << Non credo che ci sia bisogno di dirti che sei stata bravissima, Desdemona, poiché ti ho già dato la dimostrazione pratica del mio apprezzamento... forse anche troppo, vista come ti ho ridotta. Se mi prometti un premio adeguato potrei anche aiutarti a darti una pulita in una maniera molto diverte... uh?>>

    Interruppe la sua perversa proposta con un'espressione un po' stupita perché si accorse di aver perso la presa che la sua coda esercitava sulle caviglie della donna: ciò era accaduto perché tutto il corpo di Ghigna sembrava star perdendo di solidità, diventando intangibile e tenue come quello di un fantasma.

    << Temo di aver consumato tutta l'energia che ti ho preso in prestito, tesoro: ti andrebbe di darmene un altro po'... oppure preferisci mettere a letto i "bambini"?>>

    Le chiese sorridendo divertito, tutt'altro che soddisfatto di quell'interruzione... ma consapevole che non era una cattiva idea mettere Astratto e Cia in un letto, magari sotto le lenzuola: anche se non lo dava vedere, infatti, era comunque un fratello premuroso e attento. Inoltre ciò non impediva che, dopo aver sistemato i due, continuassero da dove si erano interrotti.
     
    .
46 replies since 14/7/2017, 17:13   922 views
  Share  
.
Top