Alla luna

per Hina

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    Dalla terza vita

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    Cia si sentiva totalmente catturata dall'immagine di Astratto, vederlo resistere alla tentazione di implorare per il piacere conficcandosi gli artigli nelle cosce fu fonte di grande eccitazione per lei. Cia non era così esperta nel domare gli uomini come invece potevano esserlo Nimue o Lady Ganon. Quindi per lei vedere certe reazioni davano ancora più soddisfazioni ed entusiasmo di chi invece era abituato a certi scenari. Difatti quando lo vedeva sussultare la punta si premeva contro l'erezione con più decisione. Avrebbe voluto continuare ancora a giocare in quel modo ma Desdemona aveva rotto l'incanto costringendo il neko a inginocchiarsi davanti a lei. Il suo viso assunse un'espressione un poco delusa come se le avessero appena tolto un giocattolo divertente dalle mani. Non fece nemmeno in tempo a rammaricarsi che un bottone le schizzò addosso sorprendendola. Gli sguardi delle due donne andarono subito alla fonte di quel bottone. Mentre la zip si apriva e rivelava ciò che conteneva, allo stesso modo gli occhi di Cia e di Desdemona si allargavano stupiti. Le labbra delle due donne invece presero pieghe diverse, Cia allargò la bocca ma gli angoli erano rivolti verso l'alto in un sorriso estasiato, mentre quelli di Desdemona erano rivolti verso il basso in una espressione mista fra l'increudlità e il disprezzo. Quando il ragazzo ormai fu a terra e agitatissimo si scusò, le mani di Cia si posizionarono davanti alla sua bocca per trattenere una piccola risata di gioia, mentre Lady Ganon portava una mano per stringere il setto nasale fra i due occhi sbuffando spazientita. Astratto negò di avere a che fare con Thresh, diceva che non lo conosceva. Desdemona continuò a guardarlo diffidente, mentre invece Cia si beava del suo pudore. Era così bello quando si vergognava, era totalmente nel panico e cercò di coprirsi anche se invano. Lo trovò deliziosamente tenero, ed ebbe il chiaro desiderio di lanciarsi su di lui per baciarlo, leccarlo, morderlo e fargli di tutto ma si trattenne con uno sforzo immenso, finendo per stringere con forza le cosce una all'altra nella speranza di darsi un minimo di soddisfazione per tornare lucida.
    Non so se faccia parte del suo gruppo, ma la sua energia è molto particolare. Ho sentito tracce di magia in lui, ho sentito qualcosa di unico, particolare, non è tutta colpa sua quello che cerca di nascondere, su quello dice il vero. fece Cia per informare Lady Ganon senza mai staccare gli occhi di dosso al ragazzo, adorava vederlo così docile, eccitato e pieno di vergogna. La faceva sentire potente, in grado di schiacciarlo come una formica. Quella sensazione la eccitava come non mai. Astratto chiese se potesse andare in bagno per darsi un contegno, diceva che voleva rivestirsi ma Cia e Desdemona sapevano benissimo che voleva risolvere il problema che adesso era messo totalmente a nudo. Entrambe lo fissarono un momento come se stessero soppesando la sua richiesta, poi Desdemona si mosse avvicinandosi a lui. Lo afferrò per i capelli, portando la mano dietro la sua nuca così da costringerlo a rivolgere lo sguardo verso l'alto.
    Tu non vai da nessuna parte. affermò Lady Ganon sibilando la sua voce con cattiveria.
    Hai osato fartelo venire duro davanti a noi e adesso te lo tieni. fece dura e impalcabile. Cercò di osservarlo bene portando una mano contro il centro del suo petto per poter sondare a sua volta la sua energia, per capire di cosa stesse parlando Cia. A quella vista Cia non riuscì a resistere, si avvicinò a sua volta verso il ragazzo e gli afferrò dolcemente i polsi invitandolo ad allontanarli dal suo sesso, e mente lo faceva si avvicinò al suo volto sfregando le labbra contro la sua guancia annusando il suo odore maschile, e godendosi la sua pelle resa caldissima dal rossore delle sue gote.
    Non nasconderlo, mi piace quello che vedo. gli sussurrò a fior di pelle osservando le sue guance rosse di imbarazzo, pensò che era stata lei l'artefice di quel fenomeno che era grazie a lei se poteva sentire la sua pelle calda, si eccitò al pensiero e non riuscì a resistere dandogli una lappata sulla guancia, fremendo di desiderio. Intanto Lady Ganon riuscì a sondare l'energia di Astratto, anche lei riuscì a percepire ben tre forme diverse di energia e una quarta più ferale e istintiva che le si ritorse contro come era successo con Cia. Al contrario di Cia però Lady Ganon aveva una padronanza eccezionale dei suoi circuiti magici e dovette attivare il suo potere rivestendo la sua mano di oscurità per poter opporre resistenza a quella strana energia che voleva aggredirla e poi invaderla. Gli diede solo un pizzico della propria energia per scoprire cosa sarebbe successo e quando la sentì tornare rinvigorita e calda e bruciante di passione, ebbe un brivido piacevole lungo la schiane che dissimulò chiudendo gli occhi ed espirando profondamente. Si sentì rincuorata dal fatto che non avesse tracce di energia delle lanterne, quindi arrivò alla conclusione che non era una spia di Thresh e diceva il vero. Anche Lady Ganon subì un poco della carica erotica e non era di certo totalmente immune agli aromi maschili del gatto e tantomeno a quelli di Cia. Quest'ultima sollevò lo sguardo verso Lady Ganon supplicandola con esso di rimanere lì con lei.
    Principessa... mi insegni la prego. fece Cia sorprendendo totalmente Desdemona che la guardò smarrita. Cia posò una mano su quella di Lady Ganon che era ancora poggiata contro lo sterno del ragazzo cercando di attirare la sua attenzione. Per far capire a cosa alludesse, Cia guidò i polsi di Astratto verso l'alto unendogli vicini, tenendoli con entrambe le mani come se avesse voluto imitare due manette. Lady Ganon da quel semplice gesto capì perfettamente cosa intendesse e lasciò la presa dai capelli del ragazzo e dal suo petto. Cia voleva essere guidata nel domare il ragazzo, voleva che le insegnasse come si facesse. Aveva sempre pensato che fossero state le altre a guidarla e insegnarle e invece chiese a lei di essere istruita. Avrebbe voluto rifiutare perché non le piaceva farlo con dei perfetti sconosciuti, ma Cia sembrava realmente attratta dal ragazzo, e oltretutto era suo dovere guidare le sue ragazze. Si passò una mano sui capelli un poco imbarazzata ma alla fine decise di aiutarla, e glielo fece capire annuendo. Cia sorrise estasiata e felice più che mai, ridacchiò di gioia gettandosi fra le braccia di Astratto per stringerlo a sé e sfregare il suo viso contro il suo petto.
     
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    Più della vergogna che gli ardeva nel petto e gli consumava ogni briciola di coraggio e buonsenso, a bruciare come lingue di fuoco vero sulla pelle del ragazzo furono gli sguardi delle due donne sulla sua enorme erezione pulsante, che istintivamente lo fece piegare lievemente su se stesso, come se cercasse di rimpicciolirsi e sfuggire così a quei grandi, magnifici occhi che osservavano attenti la sua disfatta e la sua vergogna.
    Si sentì né più e né meno di un bambino grandicello scoperto a fare ancora la pipì a letto e desiderò ardentemente scomparire o dimostrare a quelle due splendide giovani che lui era un uomo adulto, virile e più che in grado di gestire quella situazione… ma la realtà era che non osava far altro che fremere come una foglia al vento e aspettare docile gli eventi, come l’equipaggio di una barchetta in balia degli elementi, che non può far altro che aggrapparsi alla speranza e fare appello alla fede. Ma qualunque Dio stesse pregando in quel momento Astratto, non fu misericordioso: non ebbe che il tempo di fare la sua richiesta e di domandarsi di cosa stava parlando Cia, del tutto ignaro della capacità che tanti problemi gli aveva causato quella notte, che Lady Ganon fece la sua mossa, risoluta e spiccia come sempre.

    << Ngh! M-ma Signora, l-lei… n-non può… io h-ho bisogno d-di... Maow!>>

    Miagolò dolorante e languido assieme, a causa del dolore più che tollerabile che gli aveva causato la stretta della preside sui suoi lunghi capelli bianchi, costringendolo così a guardarla negli occhi col suo sguardo velato dal desiderio e acceso dalla disperazione. Era così poco abituato a gesti così sbrigativi e in parte violenti che si spaventò un poco, ma questo timore non fece altro che far agitare e muovere le sue grandi orecchie feline che finirono inevitabilmente per carezzare la mano della preside, mentre tutto il suo corpo scolpito fremeva come se fosse attraversato da continue scariche di elettricità.
    Avrebbe voluto opporsi, tentare di divincolarsi o almeno soffiare irato, ma Cia fu più veloce e portando le sue dolci, piccole manine sui suoi polsi larghi, tentò con dolcezza insperata di sciogliere la stretta del giovane e così scoprire la meraviglia di carne bollente e durissima che tentava inutilmente di celare. Il neko reagì istintivamente irrigidendosi ancora di più e serrandosi meglio su quell’enorme asta turgida, ma la bella professoressa si dimostrò subdola quanto bella e dolce: premette, infatti, le sue labbra morbidissime sulla sua guancia bollente dall’imbarazzo e, mentre lo inebriava del profumo quasi afrodisiaco della sua pelle, gli soffiò un invito a cui nessuno sarebbe riuscito a resistere.

    << M-ma signorina, c-come p-può chiedermi u-una cosa s-simile, i-io… non p-posso, n-non pos- Aahn! Ngh!>>

    Gemette in un sospiro terribilmente languido e perso, mentre le sue resistenze venivano vinte da quella lingua calda e vellutata che gli leccava la guancia rossissima: la bella professoressa non soltanto avrebbe sentito il calore e la morbidezza di quella pelle che sapeva di uomo e che, senza rinunciare alla dolcezza della gioventù nascondeva l’aroma intenso e forte delle fiere selvagge, ma avrebbe percepito l’energia intensa e carica di desiderio che già due volte l’aveva attraversata, sfrigolare quasi impazzita, come se il corpo stesso del giovane stesse impazzendo e il suo potere con lui.
    A quel punto, resistere oltre fu impossibile: dopotutto lei gli aveva confessato che gli piaceva il suo membro, che non se ne sentiva né offesa, né disgustata… perché disobbedirle, dunque? Cia era così dolce, con lui… doveva obbedirle e sperare che la bella professoressa convincesse Lady Ganon a essere meno severa, a non trattarlo così duramente…
    O almeno furono questi i pensieri che volarono nella mente del neko, prima che sciogliesse la presa delle sue mani e liberasse quella verga pulsante, che fu a completa disposizione delle due.
    Il suo abbandono, però, non si limitò all’oblio del suo pudore, ma lo costrinse a trovare insopportabile che l’erezione appena liberata rimanesse a contatto con quell’aria così orribilmente fredda, non quando il corpo della professoressa era così vicino… purtroppo, però, a causa della posizione di entrambi e del vigore stesso di quella sorprendente verga, malgrado le sue più che inumane dimensioni non riusciva a toccare né raggiungere neanche il più piccolo lembo di pelle scoperta di Cia e dire che la sua mise lasciava tutto il suo ventre libero! Tutto ciò era intollerabile e quindi, dapprima discretamente, poi sempre più disperatamente, prese a tendere il bacino e tutto se stesso verso di lei, finché il contatto tanto desiderato avvenne… ma nel modo sbagliato: a causa della sua lunghezza e della posizione di entrambi, infatti, il glande gonfio e bollente di Astratto incontrò lo striminzito top che copriva i seni della donna, facendogli emettere un miagolio di pura disperazione, prima di iniziare a sfregare per come poteva la punta larga e ribollente su quella stoffa così desolatamente ruvida, anche se sarebbe stato più che abbastanza per permettere alla giovane di percepire il calore inaspettato di quella verga a dir poco disperata, così intrisa di quell’energia ferina e ardente da essere quasi bollente.
    Proprio in quel momento tanto delicato, Lady Ganon decise di provare da sé le particolarità del ragazzo e benché il controllo dei suoi circuiti magici fosse a dir poco ineccepibile, quel nucleo ardente di energia ferina era ormai totalmente sveglio e incredibilmente furioso: la preside, infatti, non avrebbe percepito la fiera addormentata che Cia aveva conosciuto prima, bensì una tigre in gabbia, furiosa quanto vorace e forte: se non avesse attivato i suoi poteri di certo l’avrebbe privata di un quantitativo inimmaginabile di energia che le sarebbe stato restituito come minimo decuplicato ma, soprattutto, terribilmente intriso di eccitazione e desiderio, in quantità che Cia non poteva minimamente immaginare. Per questo, malgrado le precauzioni della preside, quella minuscola stilla di energia che era stato permetto ad Astratto di assorbire, venne così amplificata e caricata di eccitazione, che il corpo del neko subì dei cambiamenti non drastici ma comunque estremamente evidenti: in un attimo, infatti, le due donne avrebbero potuto osservare la già magnifica muscolatura di Astratto farsi non soltanto ancora più gonfia e definita ma crescere notevolmente di dimensioni, al punto che la maglietta nera e gli aderenti jeans blu già provati dagli innumerevoli strappi lasciati dal roseto, non riuscirono a reggere oltre e si strapparono definitivamente, lasciando la prima totalmente scoperto il magnifico torace scolpito del ragazzo, mentre i secondi resistettero soltanto sui suoi fianchi, mentre le gambe del ragazzo erano praticamente scoperte.
    Ma a crescere non furono soltanto i muscoli del ragazzo, ma anche il suo cazzo divenne ancora più enorme, un vero colosso di carne venosa e pulsante, dalla consistenza marmorea e semplicemente bollente: era così gigantesco che non soltanto premeva con la cappella gonfia e rosea direttamente seno della bella Cia, ben più largo di un grosso pugno maschile, ma quest’ultima (se soltanto avesse voluto) non avrebbe dovuto far altro che spostarsi di pochissimo e abbassarsi ancor meno per poter dedicare a essa le attenzioni che tanto desiderava, in più persino le già grosse gonadi del ragazzo si fecero ancora più gonfie e grandi di prima, poggiando morbidamente sulle sue cosce muscolose. Anche gli attributi ferini del ragazzo non furono immuni da quello stravolgimento e si fecero più evidenti, così non soltanto le orecchie e la coda crebbero di dimensioni, ma le zanne e gli artigli si fecero più grandi e acuminati, mentre l’iride di un rosso vermiglio riempiva interamente la sclera e diventava brillante come quello dei felini.
    La statura stessa del ragazzo crebbe in maniera evidente di qualche centimetro e ciò avrebbe permesso alle donne di chiedersi cosa sarebbe successo se anziché negargli la loro energia gliela avrebbero offerta con generosità… in ogni caso, malgrado il cambiamento fisico, Astratto non sarebbe sembrato molto diverso da prima, se non ancora più sensibile e dilaniato tra desiderio e imbarazzo.
    Fu, infatti, abbastanza docile da lasciarsi afferrare i polsi e trascinarli in alto, mentre confuso e fremente cercava di decifrare la richiesta fatta dalla bellissima Cia all’altrettanto stupenda Lady Ganon… con scarsissimo risultato, poiché un attimo dopo la giovane gli saltò letteralmente addosso, stringendoselo a sé e strofinando il suo delizioso visetto sul torace ampio e muscolosissimo del neko, permettendole così di percepire il calore della sua pelle e l’agitazione che animava il suo forte cuore che tonava dalle profondità del suo petto.

    << Cia…>>

    Sussurrò confuso e perso, mentre istintivamente premeva quel grazioso e minuto corpicino su di sé, cingendogli io fianchi larghi con le sue braccia forti e muscolose: probabilmente la giovane sarebbe rimasta delusa nel non percepire i muscoli scolpiti di Astratto aderire alla sua pelle, ma la sua enorme mazza opponeva una fiera resistenza e avrebbe sentito soltanto quell’enormità occupare buona parte del suo ventre fino al suo seno, pulsando con forza e sfrigolando di quell’energia potenziata e corrotta dal desiderio. Ovviamente quello era più che sufficiente per attivare le capacità del ragazzo e se Cia non avesse adottato qualche riparo, si sarebbe sentita quasi svuotare di energia per poi essere letteralmente sommersa da quest’ultima, più concentrata, vigorosa e intensa che mai, oltre a essere letteralmente intrisa di eccitazione e lussuria: sarebbe stato, insomma, come mettere un vaso sotto a una cascata.
    A peggiorare ulteriormente al situazione, ci pensò lo stesso Astratto che, beato dalla consistenza morbida e del calore semplicemente delizioso del fantastico corpo di Cia, si sentì così felice, soddisfatto e coccolato che fermare l’irreparabile gli fu impossibile.
    Le due donne, infatti, avrebbero percepito un “prrr” caratteristico e inconfondibile, diffondersi dal ragazzo e Cia avrebbe percepito chiaramente le vibrazioni spandersi dalla gola a quasi tutto il corpo del giovane, benché in maniera più debole: Astratto, infatti, aveva preso a fare le fusa come un vero gatto a lungo coccolato e strapazzato.
    Si imbarazzò a tal punto che Cia avrebbe percepito ogni fibra di quel corpo muscolosissimo e perfetto tendersi fino allo spasimo, mentre letteralmente avvampava e strizzava i grandi occhi cresimi dall’imbarazzo, con quelle fusa rumorosissime che non facevano che intensificarsi.

    << V-vi prego… vi prego… fate finta di nulla, n-non… non prestateci attenzione! N-non c-commentatele o ne m-morir-Maow!>>

    Miagolò rumorosamente, anche se divorato dall’imbarazzo, perché istintivamente si era stretto ulteriormente a Cia mentre prendeva a strusciare in maniera del tutto involontaria quella colossale mazza pulsante sul ventre e sul seno della giovane. Così, sempre in modo del tutto istintivo, aveva alzato lo sguardo verso Lady Ganon, rivolgendole un’occhiata resa liquida e ardente da un mix semplicemente irresistibile di paura, confusione e desiderio a dir poco ferino, mentre con le orecchie frementi e la coda che si avvolgeva attorno alla coscia destra di Cia come a trattenerla in una morbida carezza, continuava imperterrito a fare le fusa.
    Prima o poi sarebbe ritornato lucido, ma finché ciò non sarebbe successo, l’istinto lo avrebbe guidato assai meglio di quanto avrebbe mai potuto fare la ragione.

    Edited by Kira dietro lo specchio. - 29/7/2017, 17:40
     
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    Le reazioni di Astratto erano così deliziose che non facevano che entusiasmare sempre di più Cia. Oltretutto sentire il suo membro a contatto con il suo corpo le mandava continue scariche di eccitazione. Avrebbe tanto voluto spingerlo a terra e strusciarsi oscenamente contro quella carne, sentirla direttamente sulla propria pelle, ma al momento dovette accontentarsi di sentirlo pulsare voglioso contro il proprio petto, sentirlo cercare un contatto più incisivo, e quel gesto istintivo combinato con le sue scuse e il suo imbarazzo facevano girare la testa a Cia. Il ragazzo tuttavia continuava ad essere una fonte di sorprese, difatti quando Lady Ganon gli diede un poco della propria energia il suo corpo reagì ancora, gonfiandosi sempre di più, crescendo in muscoli e stazza. Cia lo percepì chiaramente dato che lo teneva per i polsi e lo osservò piacevolmente stupita. Cia amava gli uomini imponenti e Astratto sembrava stesse cercando di realizzare ogni suo desiderio più spinto poiché le sue vesti si stracciarono sotto la sua possente muscolatura. Cia si ritrovò a guardarlo sempre più attratta e curiosa, dovette deglutire a vuoto per non farsi colare della bava dalle labbra per quanto lo trovò bello e sexy. Dovette di nuovo stringere le gambe una all'altra con forza ma ormai sentiva la stoffa fra le sue cosce sempre più umida e fradicia. Lady Ganon osservò il fenomeno stupita a sua volta, arrivando alla conclusione che quel ragazzo era molto sensibile alle energie magiche. Iniziò a chiedersi cosa potesse fare quel ragazzo se gli si concedeva un poco di potere. Sembrava potersi tramutare in una pericolosissima belva e per un momento Desdemona fu tentata di sperimentare, ma allo stesso tempo temeva le conseguenze dato che non conosceva le abilità di quel ragazzo. Si disse che forse se non era un nemico poteva valere la pena di farselo amico e studiarlo di più. Dopotutto i fenomeni magici e paranormali sconosciuti erano una rarità per le streghe. Cia intanto si godette i pettorali sviluppati e rigonfi di magia carezzandoli con le mani, facendosi contaminare volentieri ancora una volta da quell'energia strana che prima le veniva rubava e poi restituita potenziata, e siccome vi era anche l'energia di Desdemona, non riuscì a reprimere di nuovo l'imput della trasformazione. La sua pelle si ricoprì di scaglie dragoniche, partendo dalle zone in contatto con il ragazzo invadendo il suo corpo, ogni porzione su cui doveva apparire la squama brillava leggermente un momento prima di far apparire quasi per magia la spessa scaglia violacea. Le pupille si strinsero in sottili strisce, dal bacino si allungo una coda robusta e sulle spalle iniziarono a crescere due ali di membrana viola scuro, mentre sul capo apparvero delle corna nere e lucide che si arcuavano all'indietro di qualche centimetro. Solo poche porzioni di pelle non si ricoprirono di scaglie, come molte parti del viso, i seni, lo sterno, l'interno delle braccia e il ventre, sembrava quasi che il vestito che indossava volesse nascondere le zone dove apparivano le scaglie di drago. Cia espirò con forza, guardando un momento Lady Ganon mortificata.
    Ooh perdonatemi non sono riuscita a controllare la mia magia, questa volta l'energia è stata molto più forte di prima. affermò tornando a guardare Astratto negli occhi che intanto l'aveva stretta a sé e iniziò a fare le fusa. A quel suono le due donne allargarono gli occhi curiosi. Cia ridacchiò divertita ma deliziata mentre Lady Ganon cercò in tutti i modi di reprimere l'insana voglia di tornare a toccargli le orecchie, fortunatamente la aiutava molto vedere l'erezione mastodontica fra le sue gambe a far morire ogni briciolo di tenerezza che poteva trasmetterle la sua natura felina. Desdemona si sentiva un tantino fuori luogo ma allo stesso tempo iniziava a scaldarsi a sua volta, sapeva che era per colpa di quell'energia che aveva voluto assaggiare ma non riusciva a smettere di guardare i due ragazzi e di curiosare con gli occhi sul corpo del neko e sul corpo di Cia che aveva assunto il suo aspetto dragonico. Doveva ammettere che Cia in quella veste era ancora più bella, il suo aspetto sembrava ancora più elegante di prima, si sentiva orgogliosa di lei poiché conosceva la difficoltà di padroneggiare una magia di quel tipo, lei l'aveva studiata così tanto e con così tanto fervore da renderla una sua magia peculiare, che riusciva ad usare con una naturalezza tale che non sembrava nemmeno magia. Sembrava quasi far parte di lei, come se respirasse. Cia poteva diventare una strega potente e quel pensiero fece sentire Desdemona attratta da quella giovane e promettente ragazza.
    Cia si premette con tutto il corpo contro Astratto così da sentire la sua verga premersi contro il ventre e fra i suoi seni. Era a dir poco enorme, di uomini così dotati ne aveva visto solo uno, e non era di razza umana. Si spostò con le gambe in modo da finire seduta a calvalcioni su di lui, premendogli il bacino contro la sua erezione, lo sguardo di Cia si fece languido e si avvicinò a lui cercando un bacio. Chiuse gli occhi ma invece di sentire le mobride labbra del Neko sentì qualcosa di più duro e freddo, aprendo gli occhi si accorse che era la mano di Lady Ganon che le aveva impedito di arrivare a destinazione.

    No mia cara, non è così che riuscirai a far strisciare ai tuoi piedi un uomo. la ammonì Desdemona. Cia baciò le dita che erano premute contro la sua bocca, facendo sussultare sorpresa Desdemona che ritirò la mano in un gesto frettoloso come se si fosse scottata. La sua reazione divertì molto Cia che non pensava di strapparle una simile emozione.
    Oh, ha ragione, mi stavo lasciando andare troppo, è che Astratto mi piace tanto... vorrei mangiarmelo a morsi. fece scherzando prima di premere una mano contro il petto del ragazzo per invitarlo a piegarsi verso il pavimento. Fu dolce, ma Desdemona intervenne afferrando il braccio di Cia per spingerlo con forza a terra.
    La dolcezza si da come premio. le disse a bassa voce. Le si avvicinò, posizionandosi alle sue spalle, fra le sue ali che si allargarono per non darle fastidio, Desdemona poi si abbassò in modo da arrivare con le labbra al suo orecchio. La tirò indietro con la forza della braccia in modo che il suo bacino smettesse di stare a contatto diretto con il sesso del neko. Le sussurrò qualcosa che Astratto non poteva sentire, ma che accese di entusiasmo la ragazza. Poco dopo Lady Ganon recitò una litania a bassa voce, dal pavimento, o meglio dal tappeto si allungarono strisce di stoffa del medesimo colore del tappeto, come se fossero dei prolungamenti di esso che serpeggiarono attorno ai polsi e alle caviglie di Astratto, afferrandolo per poi tirarlo verso il basso con violenza, bloccandogli in quel modo le braccia e le gambe contro il pavimento.
    Il segreto è giocare con la sua mente, tienilo sempre in bilico fra desiderio e paura e sarà tuo. le sussurrò mentre le mani si posarono sui fianchi della ragazza come se volesse guidarla. Cia si voltò verso Lady Ganon chiedendole a bassa voce come avrebbe dovuto fare esattamente.
    Prima di tutto il canale principale del desiderio.... la vista. le rispose incanalando energia magica in Cia, così da avviare l'incantesimo della vestizione dei capelli e cambiare le sue vesti che prima tornarono ad una trama di fili argentei e poi si spostarono sul corpo di Cia prendendo nuove forme. La stoffa divenne di pelle nera e lucida e circondò le sue forme come se volessero incorniciarle e guidare lo sguardo dell'uomo lì dove la stoffa la impreziosiva. I capezzoli di Cia erano piccole e morbide punte rosate, erano invertiti e l'aureola sembrava voler nascondere la perla di carne del capezzolo, la sua intimità era totalmente depilata e già lucida di umori. Lady Ganon venne molto tentata di sfruttare l'occasione per saggiare a sua volta la piccola Cia. Dopotutto era l'unica con cui non si era ancora concessa un momento di intimità tipica fra consorelle. Anche Lady Ganon mutò il suo abbigliamento per l'occasione, giusto per non sembrare troppo fuori contesto e per non distrarre troppo il ragazzo da ciò che si stavano apprestando a fare. Il completo di Lady Ganon però sebbene fosse molto provocante era meno perverso. Era consapevole che forse doveva rendere meno osceno il vestiario di Cia, ma non poteva negare che era curiosa anche lei di vedere le forme della ragazza e viste le condizioni del ragazzo, doveva tenere il suo desiderio al massimo. Le mani di Lady Ganon iniziarono a carezzare il ventre della ragazza, gustandosi il risultato del suo incantesimo mentre Cia iniziava a fremere sempre più di desiderio.
    Fatti guardare, e se rifiuta di farlo costringilo a guardarti. Lui è il tuo giocattolo, devi pensare a lui come se fosse lo strumento del tuo piacere, lui è qui solo per compiacerti. le disse sempre sussurrando al suo orecchio, forse Astratto avrebbe potuto sentirla ma a Lady Ganon non importava. Cia invece iniziava ad essere impaziente, annuiva alle parole della sua maestra.
    Allora per prima cosa voglio che sia più presentabile anche lui... affermò Cia afferrando i lembi di stoffa che erano rimasti addosso al ragazzo per strapparglieli via definitivamente e lasciarlo totalmente nudo e alla sua mercee. A quel punto entrambe le donne indugiarono con lo sguardo sulle forme del ragazzo, ammirando il suo fisico scolpito e contaminato dalla magia.
     
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    La trasformazione di Cia, pur stupendo il neko, non lo spaventò minimamente: aveva intuito, infatti, che la natura della giovane fosse molto particolare e che non fosse totalmente umana, ma anche se quelle sembianze fossero state del tutto inaspettate, non la minima stilla di paura avrebbe contaminato il suo desiderio, perché la giovane professoressa era semplicemente troppo bella per poter temere quelle scaglie violacee e quei chiari attributi dragonici. Anzi, benché non l’avrebbe mai affermato prima di allora, vedere il corpo della giovane farsi più ferino e maestoso, mentre si ricopriva di scaglie e prendeva ad assomigliare a una sorta di drago antropomorfo, non soltanto non sfregiò la sua femminilità, ma addirittura ne potenziò il fascino e la sensualità.
    Astratto, infatti, non poté fare a meno di pensare quale sarebbe stata la consistenza di quella pelle dragonica: era forse ruvida e decisa come sembrava fossero le scaglie più grandi, oppure aveva la consistenza setosa e morbida che millantavano quelle più piccole? L’aver semplicemente formulato una simile domanda portò il suo corpo a impazzire, mentre la mente sempre più libera delle catene del buonsenso e del pudore, vagava libera tra i desideri del neko e fantasticava le diverse sensazioni immaginate, al punto da saturarlo oltre ogni limite: il giovane uomo, infatti, arrivò al punto da credere di averla sulle labbra quella pelle sicuramente bollente e piena di scaglie e solo un ultimo, miracoloso sprazzo di lucidità lo salvò dallo schiudere la bocca e far uscire fuori la lunga lingua rasposa da felino, a leccare l’aria e la pelle immaginaria che stava letteralmente sognando a occhi aperti.
    Per questo motivo non esitò, ormai sfacciato oltre ogni dire, a spingersi come poteva in avanti, provando a far aderire la colossale erezione contro il suo ventre, il suo seno e forse, se fosse stato fortunato, anche sulle sue scaglie.

    << Sei così bella, Cia… bellissima…>>

    Sussurrò in un miagolio a dir poco sognante, mentre la guardava come si guarda un’opera d’arte o una Dea, prima di lasciarsi trasportare dall’istinto e stringerla a sé, facendo le fusa dalla gioia. Fremette, però, ancora più felice nel sentire la giovane premersi a sua volta contro la sua immane verga, terribilmente pulsante e ribollente di energia, mentre con le mani esplorava il corpo di Cia, carezzandole teneramente la schiena e i fianchi, miagolando estasiato nel constatare che aveva ragione: quelle scaglie erano liscissime e semplicemente fantastiche! Quanto avrebbe voluto sfregare la sua enorme erezione su di esse, magari mentre le palpava con forza i seni… ma molto prima che potesse anche soltanto desiderare di alzarsi e soddisfare quel capriccio, la realtà entrò a gamba tesa nella sua mente ovattata dalla lussuria, grazie alla bella Cia che si apprestava a baciarlo: la giovane avrebbe chiaramente sentito quel corpo imponente e incredibilmente scolpito fremere come se fosse stato attraversato da una scarica elettrica, prima di stringerla con ancora più ardore e forza contro di sé, con un Astratto impaziente di percepire le sue labbra sulle sue. Per il neko, infatti, quello sarebbe stato il suo primo bacio e benché nelle sue precedenti fantasticherie non avrebbe mai immaginato di riceverlo in una situazione così strana, assurda e perversa, si sentì bruciare dalla felicità e con un sussurro languido socchiuse gli occhi anche lui, affamato di quelle labbra sicuramente dolci e morbidissime.
    Potete, dunque, immaginare la sua delusione e persino la sua rabbia nel constatare, pochi secondi dopo, che il bacio non sarebbe mai arrivato a causa dell’intromissione della bella Lady Ganon, a cui rivolse uno sguardo pieno di disapprovazione, dimentico persino dell’istintivo timore che quella donna gli suscitava.
    Fortunatamente l’ammissione sia pure scherzosa della giovane professoressa di nutrire una forte attrazione per il neko, non soltanto gli fece immediatamente recuperare il buonumore, ma gli fece anche toccare il cielo con un dito tanto che le fusa si fecero intensissime e la strinse a sé come un bambino che abbraccia la mamma che gli ha fatto un complimento.

    << Anche… anche per me, Cia! Ti… ti adoro, sì, ti adoro con tutte le mie forze!>>

    Confessò ormai privo di ogni vergogna, miagolando e facendo le fusa ormai totalmente avulso dalla realtà che lo circondava e decisamente ignaro dello scambio di battute tra le due, non perché non sentisse le loro parole, quanto perché troppo preso a gioire e a rallegrarsi per la fortuna che gli era immeritatamente capitata per poter comprendere che stava finendo in guai decisamente molto grossi. Il mondo, dunque, si era ridotto alla bella Cia e finché quest’ultima rimase tra le sue braccia la sua felicità fu completa e quasi abbagliante, poi venne spinto rudemente dalla preside a sdraiarsi e benché fece qualche resistenza, aveva percepito il tocco delicato di Cia chiedergli la stessa cosa appena un attimo prima e non se la sentì di disubbidire alla bella professoressa… ma non immaginava che quello sarebbe stato il preludio di qualcosa di decisamente peggiore: improvvisamente, infatti, il bacino della donna non premette più sulla sua colossale erezione, che pulsò quasi irata, mentre il neko obbedendo all’istinto, stava già per sollevarsi e stringerla di nuovo a sé, se non si fosse trovato ancorato al pavimento sia ai polsi che alle caviglie da dei nastri spuntati all’improvviso, che si serrarono intorno alle sue articolazioni con forza.

    << Ehi! Che succede? Com’è possibile… liberatemi!>>

    Esclamò confuso, mentre finalmente un po’ di lucidità ritornava a schiarirgli la mente, in tempo per riuscire a cogliere e a decifrare le ultime battute di Lady Ganon: improvvisamente comprese di trovarsi invischiato in un gioco decisamente strano e, a prima vista, malsano e che la preside voleva insegnare alla sua pupilla come farlo impazzire e abbattere totalmente la sua volontà.
    Ebbe paura e prese a strattonare con forza i polsi e le caviglie per strappare quei dannati nastri, ma questi sembravano fatti d’acciaio e l’unico risultato che ottenne fu quello di mettere ancora più in evidenza i suoi enormi e scolpiti muscoli rigonfi di energia magica.
    Aveva appena dischiuso le labbra per intimare ancora una volta di liberarlo, ma uno spettacolo tanto bello quanto stupefacente lo costrinse al silenzio: gli abiti delle due donne, infatti, si trasformarono nei loro capelli e, in un attimo, assunsero la forma di nuovi indumenti. Già questo sarebbe bastato per ammutolire Astratto, ma le due decisero di strafare indossando abiti incredibilmente provocanti e perversi, che fecero sgranare i grandi occhi cremisi del neko come se stessero cercando di occupare tutta la superficie del suo volto.
    Erano… semplicemente bellissime. Sì, per quanto banale potesse essere questo pensiero, era assolutamente vero: malgrado, infatti, l’abito indossato da Cia non coprisse nulla e consistesse soltanto di striscioline di pelle nera, non soltanto non lo credeva volgare, ma anzi gli sembrava che risaltasse con eleganza la bellezza di quel corpo perfetto, che osservò con lo stesso palpabile e disperato desiderio di un assetato che intravede un’oasi… i capezzoli introflessi, poi, lo istigavano a cercare di sollevarsi per afferrare quei seni magnifici, grandi e sodi e cercare con le dita, la lingua, le labbra e con tutto se stesso quelle sicuramente deliziose perline di carne, portarle allo scoperto e torturarle con furia ferina… e che dire della sua femminilità glabra e lucida? Sembrava uno splendido fiore di carne, già grondante di nettare e che tanto avrebbe desiderato guardare da vicino, baciare e adorare con tutte le sue forze.
    Anche Lady Ganon con quella mise così deliziosamente provocante, benché meno estrema di quella di Cia, si rese meno gelida agli occhi del giovane, che desiderò strappare con gli artigli o le zanne quei lembi di pelle nera e lucida che gli impedivano di osservare le sue grazie nella loro totalità.
    A spezzare l’incanto che teneva gli occhi del ragazzo fissi su di loro, come se stesse cercando di marchiare a fuoco la sua memoria con l’immagine dei loro corpi perfetti, ci pensò proprio la preside che a bassa voce, ma non abbastanza da sfuggire all’udito sopraffino di un ibrido, spinse Cia a vederlo come un giocattolo, una sorta di schiavo che viveva per compiacerla e servirla. In realtà, benché queste parole lo punsero sul vivo, era troppo saturo di eccitazione per poter reagire prontamente, almeno finché Cia non lo privò degli ultimi lembi di stoffa che in parte ancora lo coprivano: in un attimo, l’immane verga fu totalmente scoperta e libera davanti ai loro occhi, così come le enormi gonadi rigonfie di seme e le cosce muscolose del giovane, che istintivamente si irrigidì pieno di vergogna e strattonò inutilmente i nastri di stoffa che lo tenevano ancorato al pavimento.
    Percepì con chiarezza gli sguardi delle due donne scivolare sulla distesa perfetta dei suoi addominali scolpiti, gonfi e guizzanti, prima di esplorare certosine e implacabili ogni centimetro di quel corpo incredibilmente statuario, che non faceva altro che fremere e tendersi come se volesse rendere ancora più evidenti il vigore e la forza di quegli splendidi muscoli.
    In realtà Astratto era preda della vergogna più insostenibile, che gli avvampava le gote e lo faceva sentire scottato dove lo sguardo delle due si soffermava per un istante di troppo.

    << Basta! Liberatemi, vi ho detto! Liberatemi immediatamente! Non mi piace nulla di tutto questo, lasciatemi andare!>>

    Le intimò, ma fece appena in tempo a pronunciare queste parole, che la sua colossale mazza ormai totalmente libera dal giogo degli indumenti e invasa dall’eccitazione insopprimibile del giovane, si sollevò fino a essere praticamente dritta, finendo ad assomigliare a enorme colonna di carne venosa, con vene sempre più gonfie mentre cresceva ulteriormente di qualche altro centimetro, a dimostrazione della sua vigoria e, soprattutto, della menzogna che aveva appena affermato.
    Cia stessa, se avesse voluto poggiare le sue labbra sulla cappella terribilmente gonfia e larga del ragazzo, non avrebbe dovuto far altro che spingersi lievemente in avanti, tanto era enorme e dritta davanti a lei.
    Astratto, di fronte al tradimento del suo corpo, si morse le labbra furioso e girò lo sguardo altrove, incapace di aggiungere nient’altro a quello scempio, fremendo al contempo come un gattino spaventato: sentiva che sarebbe potuto morire dalla vergogna se le due lo avessero preso in giro per la reazione del suo corpo… ma allo stesso tempo sperava che quello spettacolo le spingesse ad alleviare la sua eccitazione, poiché si sentiva letteralmente dilaniare dal desiderio. Sarebbe stato accontentato?

    Edited by Kira dietro lo specchio. - 30/7/2017, 19:46
     
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    Cia apprezzò tantissimo il fatto che Astratto la toccasse curioso nonostante la sua natura totalmente diversa da prima. Non tutti erano felici di vederla in quella forma, ma lui sembrò non solo non disprezzarla, ma addirittura le disse che gli piaceva, la adorava. Non gli rispose ma il suo sorriso compiaciuto poteva lasciare intendere quanto ne fosse felice.
    Mentre Cia strappava via i lembi di stoffa che ormai gli stavano stretti si godeva la pelle dell'uomo che vibrava sotto i strattoni, notando quanto i suoi muscoli fossero tesi e sodi. Le venne una voglia insana di morderlo, su ogni forma, ogni fossetta, leccarlo e strusciarsi su quel fisico come se fosse una gattina. Perché la attirava in quel modo? Forse perché si stava trattenendo? Sì non poteva essere altrimenti, di solito quando era così eccitata si lasciava andare subito a carezze ed effusioni, ma in quel momento non era sola e per non attirare le ire di Lady Ganon aveva fatto di tutto per trattenersi, e adesso che era riuscita a convincerla ad insegnarle non avrebbe rovinato il momento per niente al mondo. Quindi si godette la reazione di Astratto che cercava di liberarsi invano. Gli occhi di Cia si fissavano sul suo corpo come se vedere i muscoli che guizzavano attirassero i suoi occhi come dei magneti di un polo opposto. Oltretutto quella verga mastodontica continuava a tentarla, era così dura e gonfia che laportò a pensareche non sarebbe stata in grado di poterla accogliere, probabilmente qualche tempo fa ne sarebbe stata convinta, ma aveva imparato che con la giusta preparazione poteva farcela, che doveva solo avere pazienza ed usare i metodi giusti. Anche Lady Ganon ogni tanto guardava il ragazzo, il suo fisico e il suo membro esageratamente eccitato. Ne aveva visti di uomini nudi, ma di certo non erano in molto pochi ad avere simili dimensioni. Poteva contarli sulle dita di una mano. Cia seguì l'insegnamento di Lady Ganon, cercò di farsi guardare, stringendo le braccia ai fianchi dei seni per metterli inevidenza mentre le palme della mani si poggiavano contro il ventre del ragazzo stando molto attenta a non sfiorare la sua erezione. Astratto chiese di nuovo di liberarlo che non gli piacesse, ma il suo corpo reagì al suo posto facendo invece intendere che non era così. Cia ridacchiò divertita e malefica usando un tono più sensuale, come se volesse fargli intendere che stava giocando con lui.

    Bugiardo... fece in un sussurro malizioso, chinandosi in avanti in modo che i seni sfiorassero quella verga eccitata, ma stava molto attenta a non dargli soddisfazione, se lui avesse sollevato il bacino per "sfregarsi", lei si sarebbe allontanata quel tanto che bastava per tenere il tocco delicato, in modo che lui potesse percepire il suo calore ma non ricevere alcuna soddisfazione. Lady Ganon la osservò e si ritrovò a ghignare soddisfatta, dopotutto Cia non era di certo del tutto nuova al sesso e sapeva come andava affamato un uomo. Poteva anche essere sufficente ma iniziava a trovare un sottile piacere nel torturare quel ragazzo, quindi Lady Ganon diede una mano a Cia cercando di attirare lo sguardo di Astratto sulle mani che iniziarono a muoversi sul corpo di Cia, carezzandole le cosce, risalendo sul ventre e arrivando sotto le mammelle che accarezzò dolcemente su tutta la superficie facendo venire un brivido intenso a Cia che espirò pesantemente. Le labbra di Desdemona si avvicinarono nuovamente all'orecchio di Cia e le sussurrò a bassa voce, questa volta stando attenta a non farsi sentire da Astratto.
    Fagli ammettere che ti vuole, anzi che ci vuole, che vorrebbe scoparci. Abbatti la sua ribellione momentanea. le strinse i seni uno all'altro muvoendoli un pochino per mostrare la sua massa che vibrava, rendendo quindi evidente che quei deliziosi seni erano del tutto naturali. Nessun uomo poteva resistere a quel movimento di carne.
    Vuoi davvero che ti libero? chiese portando finalmente un dito sulla punta del membro, roteando con il dito sulla cappella, attorno al piccolo forellino sulla punta, avida di vedere le reazioni di Astratto.
    Vuoi davvero che ti lascio andare in bagno per sfogarti da solo? fece questa volta leggermente più dura afferrando il membro con una mano poco più sotto le pieghe della punta, stringendo un poco la presa per fargliela sentire per bene.
    Avanti perché non ci dici cosa vorresti farci? fece cercando di sembrare leggermente più minacciosa.
    Te lo dico io cosa vorrebbe farci. Niente, assolutamente niente, scapperebbe via con la coda fra le gambe. affermò Lady Ganon guardando negli occhi il ragazzo con un ghigno divertito stampato sul volto, con l'aria di chi sapeva già di avere la situazione in pugno.
    Ma non sa cosa si perde, dico bene? chiese mentre le dita di Desdemona iniziarono a premersi sui capezzoli di Cia, strappandole deboli mugugni di piacere, si spostò un poco lateralmente in modo che Cia si voltasse verso di lei e fossero faccia a faccia. Desdemona le lanciò uno sguardo complice e a Cia non servì affatto capire poiché la guardò languida e si avvicinò a lei posando le labbra contro quelle della sua principessa. La mano che teneva il membro si strinse, e le dita tremarono un poco trasmettendo al neko l'eccitazione di Cia nell'incontrare le labbra di Lady Ganon. Le loro morbide labbra si schiusero delicatamente lasciando guizzare fuori sensuali le lingue che si incrociarono per poi sparire fra le loro labbra in un eccitante saffico bacio.
     
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Nudo ed immobilizzato com’era al pavimento, con l’enorme verga totalmente eretta e visibilmente satura d’eccitazione a fare “bella” mostra di sé, Astratto aveva sinceramente pensato di aver toccato il fondo, di non poter provare più vergogna di così… e, ovviamente, si stava ancora una volta sbagliando: la risata di Cia, infatti, fu come un colpo di cannone, un terremoto che distrusse fin dalle fondamenta ogni suo desiderio di ribellione. Quel “bugiardo” che seguì appena un attimo dopo, così caldo, bello e sensuale non fu altro che il colpo di grazia alle sue velleità da indomito insubordinato, poiché sentì in cuor suo che la donna aveva ragione e si vergognò di essersi finto qualcosa che non era.
    Dopotutto quando gli sarebbe capitata un’occasione simile? Neanche nei suoi sogni più spinti avrebbe mai potuto immaginare di trovarsi in una situazione simile con due bellezze tale contemporaneamente, per giunta! Il suo orgoglio valeva davvero tutto quello che le due poteva offrirgli?
    A questa così insidiosa domanda non riuscì a trovare risposta, perché il suo cervello si spense nel momento esatto in cui la sua cappella bollente entrò in contatto con la pelle vellutata dei suoi seni, così semplicemente irresistibile che con un mugolio perso, premette i suoi fianchi in avanti, sollevandosi e tendendosi come poteva verso di lei, alla disperata ricerca di un contatto più intenso, in modo da percepire la morbidezza unica di quelle magnifiche carni, di calmare il desiderio che gli rodeva ogni fibra del suo corpo scolpito e imponente, al punto da farlo sentire consumato da un fuoco greco inestinguibile.
    Purtroppo, però, anche se si tese al massimo verso di lei, anche i suoi muscoli guizzarono frenetici e si tesero fino allo spasimo, il contatto rimase labile e assolutamente insoddisfacente, gettando nel più nero sconforto il povero neko: miagolò, persino, deluso, supplicante, mentre riapriva gli occhi che aveva chiuso per meglio perdersi nelle delizie di quel semplice tocco. Si pentì con tutte le sue forze di averlo fatto, poiché gli fu impossibile evitare di venir catturato dalle mani di Lady Ganon, dai loro movimenti eleganti e sinuosi sul corpo morbido e invitante di Cia: osservò semplicemente rapito il tocco espertissimo di quelle mani brune, le loro carezze leggere sulle cosce della ragazza, prima di risalire lungo il ventre piatto e perfetto congiungendosi, infine, con i seni procaci, che furono carezzati e vezzeggiati nella loro magnifica totalità.
    Astratto deglutì più volte a vuoto, guardando quel magnifico spettacolo rapito e fremendo come se fosse stato attraversato da una scossa elettrica nel percepire il sospiro pensante di piacere che la bella Cia si lasciò sfuggire per le carezze della preside: anche lui sarebbe stato capace di toccarla così? Di rendere onore a quella perfetta espressione di femminilità ed erotismo che era il suo corpo? Non poté fare a meno di pensare che forse non sarebbe stato capace di strapparle i respiri pensanti che Lady Ganon era riuscita a rubarle: lui non ne aveva né l’abilità, né l’esperienza o almeno così si ritrovò a pensare, prima che lo amarezza lo invadesse, facendogli serrare la mascella furioso con se stesso.
    Ma l’ira durò ben poco, presto sopraffatta dal desiderio sempre più intenso, che semplicemente deflagrò in un’intensissima esplosione di pura eccitazione quando Desdemona, afferrate quelle magnifiche icone di morbidezza e femminilità, li fece vibrare deliziosamente invitanti davanti agli occhi stravolti del neko, che di fronte a un simile spettacolo si sentì fluire nelle vene fuoco liquido, come ben testimoniò la sua colossale erezione, che fremette come se avesse vita propria.
    Il suo respiro si fece improvvisamente pensante ed espirò con un piccolo mugolio di puro desiderio, mentre i suoi grandi e poderosi muscoli tornavano a tendersi ben oltre l’umano, nel vano tentativo di avvinarlo a quelle meraviglie. Fortunatamente quello stato di folle cupidigia, di desiderio irrefrenabile non durò a lungo, ma quando la lucidità tornò a farsi largo nella sua mente stravolta, la consapevolezza di essersi comportato né più e né meno di una bestia in calore lo fece avvampare dalla vergogna, dilaniandolo dal profondo mentre immaginava gli sguardi divertiti e beffardi delle due, ritornando a crollare sul pavimento decisamente avvilito.
    Si sarebbero prese di nuovo gioco di lui? Pensò di non poter reggere a un’altra onta del genere, ma la domanda di Cia lo trafisse da parte a parte prima che potesse crogiolarsi ulteriormente nell’avvilimento.

    << Certo che sì, non ho chiesto che questo e… ngh!!>>

    Gemette mentre le parole gli si strozzavano in gola, percependo il morbido polpastrello della ragazza stuzzicargli dapprima la cappella rigonfia e poi il sensibile buchino che la sormontava, facendolo fremere e tendere fino alla spasimo, mentre l’immane verga pulsava come impazziva, eccitata oltre ogni dire. Cia avrebbe facilmente percepito un liquido vischioso e caldo, dal forte odore, bagnarle il dito a seguito della sua stimolazione su quella punta rosea e semplicemente enorme: erano grosse gocce di presperma, che avrebbero preso a scorrere pigre per tutta la gonfia cappella, prima di perdersi nell’interminabile asta sottostante.

    << N-non ho m-mai detto u-una cosa s-simil-Ahh!>>

    Un altro gemito, più forte e languido del precedente gli impedì di continuare a parlare, poiché la giovane professoressa aveva appena deciso di fargli perdere totalmente il senno, dato che strinse con forza la grossa verga pulsante appena sotto la gonfia punta, riuscendo a cingere solo in parte con la sua mano tutta quell’enormità fatta di carne turgida e pulsante, ma donandogli comunque sensazioni intensissime.

    << I-io… i-io…>>

    Balbettò, incapace di trovare una risposta: che poteva dirle? Cosa avrebbe voluto fargli? Saltare loro addosso, strusciarsi su di esse, morderle, succhiarle e adorarle in ogni loro più recondito lembo di carne e pelle, per poi prenderle fino allo sfinimento, fino a crollare esausto sui loro corpi grondanti piacere e seme bollente e altre mille, deliziose immagini di questo tipo gli attraversarono la mente eccitandolo oltre ogni dire e, allo stesso tempo, alimentando la sua vergogna, il suo sgomento.
    Semplicemente, quindi, non rispose e avrebbe abbassato lo sguardo vinto dall’imbarazzo, se non fosse stato per la provocazione di Lady Ganon: i suoi occhi cremisi si posarono su di lei, mentre si ritrovava a stringere le mani legate in pugni furiosi, scavandosi i palmi con gli artigli acuminati. Non aveva ancora il coraggio per risponderle, ma ne aveva più che a sufficienza per non abbassare lo sguardo e non perdersi un solo momento del bacio che le due si scambiarono sotto i suoi occhi dapprima stupiti, poi eccitati e poi furiosi.
    Sì, furiosi: non soltanto perché Desdemona si era appropriata del bacio che le aveva negato poco prima ma, soprattutto, per la reazione che suscitò in Cia; la giovane, infatti, dopo aver mugugnato di piacere, si unì totalmente persa alle sue labbra, stringendo ancora più intensamente la sua mano sull’enorme erezione del ragazzo, mentre le sue dita tremavano dall’eccitazione.
    A lui non era stato concesso un simile privilegio, anzi quando aveva provato a stringerla a sé, a carezzarlo, quella perfida donna gliela aveva sottratta crudelmente! Era tutto così ingiusto, così crudele… e lui era stanco di subire.
    In quell’attimo fatale, un coraggio, una forza nuova gli ruggì nel petto e, con un ringhio profondo, che veniva dalla sua gola, non molto dissimile da quello di un grosso leone infuriato, provò a sollevarsi sulle spalle. Si fece leva con gli avambracci ancorati al suo e spinse il più possibile le gambe muscolose al pavimento, mentre tendendo fino allo spasimo quei muscoli enormi, straordinariamente scolpiti, riuscì a sollevarsi abbastanza per poter guardare Cia quasi negli occhi.
    Allo stesso tempo, la sua lunga e forte coda, rimasta libera, sarebbe saettata ad avvolgersi attorno al braccio di Cia, tirandola verso di lui e facendo in modo che il seno della giovane finisse per avvolgere l’enorme e bollente cazzo del neko, che avrebbe preso a strusciarsi su di lei per quanto gli permettevano posizione e nastri.

    << Voi non mi conoscete, non sapete nulla di me! Quindi… Ngh, non permettevi di giudicarmi. Non ho paura di voi, non ho paura di nessuno!>>

    Quasi ruggì, guardando provocatorio e a suo modo vittorioso negli occhi di Desdemona, mentre la coda liberava il braccio di Cia per poter correre a strusciarsi sulle femminilità delle due, frenetica e quasi rude.
    Purtroppo il sesso di Desdemona era celato da quel sottile velo di pelle nera, ma la coda di Astratto era forte e robusta, oltre che rigonfia di magia, quindi avrebbe di certo ricevuto sensazioni comunque intense, mentre Cia, con la femminilità priva di coperture, sarebbe stata investita in pieno dall’irruenza di quella appendice morbida, ma grande e frenetica, che avrebbe preso a sfregarsi sulla sua carne già gonfia di desiderio e lucida di umori, stimolandola totalmente, dalle piccole labbra al clitoride.
    Nel frattempo, non avrebbe smesso neppure per un secondo di strusciare quella sua mazza e norme e pulsante tra il seno della giovane, mentre il presperma le bagnava la pelle e lubrificava lo sterno e la parte interna dei suoi splendidi seni. Ovviamente quel contatto era più che sufficiente per permettere al corpo del Neko di sottrarre altra energia magica alla giovane, che avrebbe percepito chiaramente come i movimenti di Astratto si facessero più intensi, forti e veloci.

    << Cia, non l’ascoltare… so benissimo cosa voglio farvi, cosa voglio farti e non scapperei mai da te, mai… ti prego, permettimi di dimostrarti cosa so fare. Non ti deluderò, te lo giuro!>>

    La pregò, mentre l’energia fluiva sempre più intensamente in lui, permettendogli di tirare ulteriormente i nastri, fino ad avvicinarsi abbastanza al volto di Cia per leccarla con la sua lunga lingua ruvida da felino, bollente e piena di piccole papille uncinate, che sembravano fatte apposta per stimolare la pelle senza irritarla, mentre allargava ulteriormente le gambe per poi stringerle meglio attorno ai fianchi della giovane, in modo da immobilizzarla per quanto gli era concesso dai nastri e continuare a far scorrere l’immane verga tra quei due deliziosi seni.
    Ovviamente Lady Ganon o la stessa Cia, avrebbero potuto riportarlo facilmente alla loro mercé e Astratto lo sapeva bene, ma non gli interessava: voleva dimostrare loro che non avevano a che fare con un insulso ragazzetto, ma con un uomo che poteva contrastarle con decisione. Se avessero voluto davvero sottometterlo, dunque, avrebbero dovuto fare molto, molto di più.

    Edited by Kira dietro lo specchio. - 1/8/2017, 03:18
     
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    I miagolii disperati di Astratto erano musica per le orecchie di Cia e di Lady Ganon che si beavano nel vedere il ragazzo soffrire a causa di ciò che gli stavano negando, ma che allo stesso tempo gli promettevano con il loro modo di fare, con ciò che gli avevano concesso di vedere. E si divertivano nel vedere come Astratto tentasse di dare un pizzico di soddisfazione al suo corpo, tendendosi fino allo spasimo pur di raggiungere il corpo caldo e voluttuoso della ragazza. Cia iniziava a capire perché a Lady Ganon ed a Nimue piacesse così tanto assumere quel ruolo a letto. Le faceva sentire potenti, non a livello di forza fisica ovviamente. Rendere l'uomo docile solo con la tentazione, con il dominio mentale. Rapire totalmente la sua attenzione, farlo pendere dalle proprie labbra e sapere di poterlo portare in paradiso o all'inferno con una semplice decisione, senza usare la forza, senza usare la magia, semplicemente con le parole e con voluttuosi gesti. Allo stesso tempo però afferrare quella mazza di carne mastodontica stava rendendo Cia sempre meno lucida. I suoi occhi cadevano spesso sul sesso diAstratto e il suo colore rosato la attirava tantissimo, e la tentazione di saggiarlo con la bocca si fece più forte quando lo sentì pulsare fra le proprie dita. Infine quella deliziosa goccia calda che lasciava intendere benissimo quanto fosse eccitato, che ormai era quasi al limite, lo rendeva estremamente invitante, ma fortunatamente Lady Ganon l'aveva distratta più che bene concedendole un bacio che Cia non avrebbe mai osato chiederle. Proprio mentre si stavano baciando le donne udirono un suono basso, il ringhio rabbioso del neko che fece aprire gli occhi di Lady Ganon per guardarlo. Il loro bacio si affievolì gradualmente, mentre Astratto cercò di fare forza sui legacci sui propri muscoli per avvicinarsi a loro. Cia rapita com'era dal bacio non fece caso alla coda che si arrotolò sul suo braccio, si sentì tirare e le sue labbra si allontanarono bruscamente da quelle deliziose di Lady Ganon. Cia si voltò sorpresa verso di lui vedendolo sempre più vicino. Lady Ganon invece ghignò malefica e sopratutto soddisfatta di una simile reazione da parte del ragazzo. Dopotutto era quello che voleva ottenere. Voleva che mettesse via la sua timidezza per potersi mostrare per quello che era. Cia invece venne totalmente travolta dalla sensazione di avere quel grosso ed eccitato membro fra i suoi seni, caldissimo e bollente, non riuscì proprio a resistere, non più, non dopo quel bacio che si era scambiato con Lady Ganon, non dopo aver visto cosa erano riuscite ad ottenere dal ragazzo. Si premette a sua volta contro l'erezione saggiando la sua consistenza con il corpo. Si beò di quello sguardo deciso e agguerrito che lui gli mostrava, lo sguardo di un vero uomo che sapeva benissimo ciò che voleva e lottava con tutto se stesso per averlo. Lo sguardo di Astratto era leggermente cambiato, non era più confuso e imbarazzato. Cia tremò nel sentirsi di nuovo privare di energia e come se non bastasse la coda di Astratto la fece fremere di intenso desiderio. Lady Ganon sussultò nel sentirsi carezzare in posti così intimi, e sebbene era coperta di stoffa percepì tutta l'energia erotica che lo animava, facendole venire un brivido intenso anche a lei. Aveva ancora le mani sul corpo di Cia. Strinse i denti e soffocò con la forza della volontà un gemito che le stava scappando dalla bocca. Gli uomini a quanto pare avevano imparato come abbattere difese ferree delle donne, sopratutto di streghe come lei tramite la loro energia, attaccandole proprio dove erano più deboli. Fortunatamente l'energia del gatto non era potente quanto quella di quel bastardo di Thresh. Forse era anche per colpa di Cia che stava tentando molto Lady Ganon ma si stava eccitando a sua volta. Dopotutto le piacevano quel tipo di esperienze, anche se effettivamente preferiva di gran lunga farlo con chi conosceva meglio. Non che non si sentisse attratta dal gatto, dopotutto era un bell'uomo. Non poteva però sapere quanto potesse apprezzare ciò che stava vivendo poiché appunto non lo conosceva e lui stesso lo affermò. Le due donne ebbero delle reazioni molto diverse al comportamento di Astratto e al contatto deciso sulle loro intimità. Lady Ganon socchiuse un poco gli occhi per l'eccitazione ma andò ad afferrare con le mani la coda che la stava carezzando, spingendolo via dalla propria intimità, tenendola fermamente in modo che anche agitandosi non potesse di nuovo toccarla sul pube.
    Oh bene, almeno stai cercando di mostrarci che hai del coraggio. affermò Lady Ganon sprezzante, mentre invece Cia tentò in tutti i modi di resistere ma i peli della coda si inumidirono dei suoi umori, facendola tremare ed espirare pesantemente mentre le sue gote si coloravano di rosa. Il colpo di grazia fu la lingua contro la sua guancia, calda e ruvida, le girò la testa forte nel cercare di resistere ma alla fine cedette. Raggiunse la bocca di Astratto con la sua in un movimento repentino, come se avesse avuto paura che le sfuggisse. Lo baciò avida, infilandogli la lingua in bocca, mentre le braccia si spostarono sulle sue spalle, le mani si insinuarono fra isuoi fluenti capelli bianchi per afferrarlo alla nuca e spingerlo contro le proprie labbra. Si gettò su di lui con tutto il peso finendo per farlo di nuovo ricadere con le spalle contro il pavimento. Fu il bacio più strano che avesse mai dato, ed era tutto dire visto che aveva baciato un drago vero nelle sue reali forme. Oltre al calore che si scambiavano le loro bocche e la saliva, quando sentiva il tocco ruvido della sua lingua felina, piccolissimi brividi si propagavano nella lingua e le penetravano nel cervello già messo a dura prova dalla mole di eccitazione che la animava. Lady Ganon sbuffò un poco spazientita rendendosi conto che Cia aveva ancora molto da imparare a livello di controllo di se stessi a letto. Stava per rimproverarla ma si ritrovò il suo delizioso sederino davanti visto che era piegata verso il pavimento. Ghignò divertita e le diede una manata abbastanza forzuta sulla natica per costringerla a staccarsi dal bacio irruento che stava scambiando con il ragazzo.
    Devi imparare a controlare te stessa se vuoi controllare il tuo uomo, sciocca! esclamò Desdemona severa. Cia sussultò e le scappò un urletto forse fin troppo eccitato per essere di dolore. Quel suono così sensuale mise a dura prova Lady Ganon che si sentì improvvisamente tentata di domare la stessa Cia, così magari poteva farle provare sulla propria pelle ciò che doveva fare ai suoi amanti.
    Aah perdonami, è che non ho resistito, quando mi fa saggiare la sua energia contaminata dalla magia mi ubriaca totalmente. affermò Cia un poco spossata, ma rimase accucciata sul ragazzo per non rinunicare al tocco del suo sesso contro il ventre.
    Sì l'ho sentita anche io, e ammetto che è piuttosto piacevole, è come se alimentasse la nostra magia con la sua energia strana. affermò Desdemona cercando di distrarre se stessa dalla crescente eccitazione che le procurarono quei due.
    Se vi lasciassi fare voi due non concludereste niente, vi accoppiereste come due animali in calore fino a sfinirvi di forze. Lo sento semplicemente guardandovi. Ragazzo questa tua abilità potrebbe essere pericolosa per noi, ma se viene usata nella maniera giusta potrebbe invece essere molto proficua ad entrambe le parti. affermò alzandosi in piedi, si avvicinò a Cia, e in poche mosse la spostò di forza da Astratto per prenderla in braccio e portarla via da lui. Cia si sentì molto confusa e chiese spiegazioni, ma Lady Ganon non disse niente. Si sedette sulla poltrona davanti ad Astratto e posizionò Cia sulle proprie gambe, con la sua schiena poggiata contro i seni, tutte e due rivolte quindi verso la direzione di Astratto che poteva vederle benissimo dalla sua angolazione. Desdemona le allargò le cosce, tenendogliele aperte con le proprie ginocchia sotto quelle della ragazza. La espose totalmente all'uomo che poteva vedere benissimo le pieghe del suo sesso umido di umori.
    Lasciate che vi guidi. affermò schioccando le dita per annullare la magia sul tappeto che liberò il gatto dalla sua prigionia. Mentre lui veniva liberato, Desdemona portò una mano sul sesso di Cia, iniziando a carezzarla dolcemente, sembrava che si stesse apprestando a qualcosa di perverso, ed in effetti lo era ma non si limitava a darle piacere, ma anche a darle qualche piccola stilla di magia oscura di umbra. Le ali di Cia erano ripiegate su se stesse e tenute larghe per non dare fastidio, la coda giaceva lungo le gambe e si poggiava sul pavimento, la punta però si agitava tremando al tocco di LAdy Ganon. Cia iniziò a gemere e si aggrappò alle braccia della sua principessa confusa ma mortalmente tentata di pregarla di non smettere.
    Forza micione, vieni qui, mostrami cosa sai fare. fece la donna mentre le sue dita allargarono le grandi labbra di Cia per mostrare la carne rosa e fresca della ragazza. La voce di Lady Ganon sembrava contenere un pizzico di sfida, ma era basso e sensuale come un demone tentatore.
     
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

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    Stregatto non era mai stato un giocatore d’azzardo, ma in quel momento comprese in che cosa consisteva il sublime fascino delle carte e della roulette che tante vite aveva spezzato o rovinato: era l’attimo precedente al compimento della propria sorte che faceva scorrere un brivido di puro piacere nella schiena, mentre l’anima ribolliva di speranze e paura, l’attimo che poté gustare quando, esasperato dal desiderio che gli arroventava le carni, spinse a sé con la coda, la bella Cia del tutto disinteressato alle possibili, nefande conseguenze del suo gesto.
    Le due donne, infatti, avrebbero potuto infuriarsi per una simile, sfrontata ribellione e avrebbero potuto calpestarlo con i tacchi appuntiti o, peggio ancora, lasciarlo lì, eccitato e solo a consumarsi come una candela con la fiamma della fame, del desiderio frustrato… aveva, insomma, puntato tutto su un unico numero o un un’unica mano di carte e lì, mentre i secondi di avvicendavano nella clessidra del tempo, si sentì in bilico tra due possibilità, quella della vittoria assoluta e quella della sconfitta più terribile e, in quel preciso momento, la vertigine che lo assalì lo fece sentire vivo come mai gli era capitato prima.
    Certo, se avesse perso la disperazione lo avrebbe dilaniato, ma quando un’eternità dopo sentì il corpo morbido di Cia premersi di sua volontà sull’enorme erezione che le arroventava i seni, sentì di aver vinto e si sentì ebbro di gioia come poche volte in vita sua. Si dimenticò dei legacci che lo tenevano fermo bloccato al pavimento, si dimenticò della vergogna di essere nudo e fermo in una posizione tanto umiliante, si dimenticò persino della rabbia che lo aveva portato a fare quel gesto, a scommettere tutta la sua felicità per una più grande e tutto il suo desiderio, tutta la sua lussuria fu libera di esplodere con forza e di trascinare lui e la giovane professoressa nei cieli tempestosi della passione.
    Se, infatti, Lady Ganon riuscì a respingere l’assalto del neko, senza neppure pagare il dazio di un gemito di piacere ma limitandosi soltanto a un lievissimo fremito che la sua coda fu appena in grado di percepire, Cia sembrò letteralmente perdersi nel piacere e non soltanto inzaccherò il pelo della punta con i suoi caldi umori, ma prese anche a tremare come un pulcino infreddolito, stimolando ulteriormente l’enormità che le divideva i seni procaci e le bagnava la pelle di denso e bollente preseme, al punto da farla pulsare a dir poco furiosa, come a voler trasmettere alla giovane donna quanto ormai il suo corpo fosse dipendente da lei, dal suo calore, dalla sua morbidezza, dal suo profumo. Fortunatamente la bella professoressa era più impulsiva della sua splendida preside e, ormai impaziente come e più di Astratto, non resistette a quella grossa lingua ruvida da felino che le carezzava le gote e, con un movimento quasi ferino, congiunse le sue morbidissime labbra con quelle del neko, in un bacio a dir poco famelico.
    Lo stupore di Astratto durò che pochi istanti, in un attimo, infatti rispose con una furia tutta animalesca che ben poco aveva a che fare con l’animo candido che le due donne avevano potuto osservare precedentemente: la lunga, rasposa lingua dell’ibrido cercò quasi disperatamente la gemella della bocca di Cia, legandosi a essa febbrilmente, mentre le braccia della giovane cingevano le sue spalle larghe e muscolose e le suo piccole mani artigliate si premevano sulla sua nuca, mentre Astratto tornava ancora disteso sul pavimento, ma felicemente impegnato nel bacio più bello, intenso e rovente che avesse mai scambiato con qualcuno. Non che Astratto fosse un grande esperto in tal senso (Non come Ghigna, almeno), ma sentì che assieme alle loro lingue si stesse intrecciando anche qualcos’altro e assieme alla felicità di questa sensazione così assurda, si unì il bisogno a dir poco impellente di far impazzire la giovane, di rendere il loro bacio così profondo che anche lei non avrebbe potuto far altro che provare lo stesso: per questo motivo la giovane avrebbe percepito quella lingua ruvida, ben più mobile e lunga di una umana, fare il diavolo a quattro nella sua dolce boccuccia, lottando e danzando freneticamente con la sua mentre esplorava ogni millimetro della sua cavità orale, come se la volesse memorizzare in ogni suo più piccolo dettaglio.
    La donna avrebbe percepito non solo l’enorme sesso del neko pulsare con talmente tanta forza da sembrare di esser sul punto di esplodere ma la coda che, divincolatasi dalla stretta di Lady Ganon, corse ad avvolgersi intorno alla coscia destra della giovane, in un dolce e frenetico invito a rimanere così per sempre, a non sciogliere quel bacio, mentre la grossa punta continuava a sfregarsi eccitata sulla sua femminilità lucida di umori. Persino quel potere di cui era ignaro sembrò impazzare, nell’avere un contatto così intenso con il corpo della ragazza, al punto che fiumi ribollenti di energia fluirono dal contatto delle loro lingua, tanto da saturare la bocca di entrambi e diffondere un piacevole sfrigolare di magia a ogni incontro delle due lunghe ed eccitate appendici. Fu in quel momento che Astratto percepì finalmente quell’energia che lo invadeva e poi lo abbandonava sempre costante, pur senza indebolirlo, come una sorgente che non lesina acqua per alimentare un fiume, ovviamente non comprese cosa fosse ma sembrava che stesse recando piacere a entrambi, quindi non si preoccupò più di tanto.
    Il terrore, però, lo attanagliò quando Cia separò di colpo le loro labbra, anche se l’invitante rumore del suo culetto sodo schiaffeggiato e del suo gridolino di “dolore”, lo eccitò a tal punto che la sua enorme verga prese a spingere come impazzita sul ventre e il seno della giovane, tanto acuì ancora di più il suo desiderio.

    << Cia, Cia… sei così bella… non mi lasciare…>>

    Sussurrò caldo, con le fusa che gli facevano vibrare la gola il neko, mentre sollevava più in alto il bacio e continuando a strusciarsi imperterrito su quel magnifico corpicino, prese ad assaporare la pelle del volto e del collo di Cia, leccandole le gote e mordicchiandole con fame tutta ferina il collo, facendole sentire le zanne aguzze e la grana ruvida di quella lingua felina, succhiando con gusto ogni lembo di pelle a cui le sue labbra fameliche potessero arrivare.
    Ebbro com’era di piacere e desiderio le parole di Lady Ganon non potevano che arrivare ovattate e un po’ confuse, ma riuscì a capirne il senso generale mentre finalmente scopriva che le due si erano accorte già da tempo di quella particolarità che era riuscito a percepire soltanto con il bacio di Cia e che, a differenza sua, sembravano sapere cosa fare. O almeno lo doveva sapere Desdemona, che gli disse come avessero bisogno della sua guida, di come senza di lei sarebbero finiti ad accoppiarsi come animali e benché al neko tale prospettiva non gli sembrava poi così male, non poté fare nulla quando la donna prese il braccio Cia, portandola lontano da lui.

    << No, aspetta! Cia…>>

    Gemette quasi disperato, nel sentire farsi strada il gelo dell’aria dove prima i loro colpi erano a contatto e benché la coda si serrò ancora più intensamente attorno alla coscia della giovane non poté che ritardare di qualche secondo la definitiva separazione.
    Ovviamente gli occhi cremisi del giovane non mollarono neanche per un’istante le due e si sgranarono stupiti e famelici nel vedere il modo in cui Lady Ganon si sedette sulla poltrona, in modo non molto dissimile da una regina con il suo trono, mentre allargava le gambe di Cia, scoprendo le carni rosee e invitanti del suo fiore eccitato.
    Le due avrebbero potuto notare ogni muscolo di quel corpo imponente tendersi fino allo spasimo, mentre la già enorme verga torreggiava gonfia fino all’inverosimile, già pronto a divincolarsi come un pazzo per liberarsi e fiondarsi su di loro, non molto diverso da una belva in calore… almeno finché la preside non lo liberò un attimo prima di iniziare a stimolare con dolcezza la femminilità eccitata di Cia. Astratto la guardò confusa, prima di venir rapito dall’immagine di quello splendido corpo ricoperto di scaglie violacee, breso così regale da quelle grandi e belle ali, venir travolto da fremiti sempre più intensi soltanto perché le dita della donna lo stavano carezzando sulla sua femminilità. Guardò meravigliato la coda fremere e tremare, così come fu deliziato dal contrasto operato dalle mani brune di Desdemona sulla femminilità rosea della donna, che gli impedirono di tornare lucido per diversi secondi.
    A dipanare la nebbia della lussuria dalla sua mente, ci pensò la voce sensuale e anche un po’ beffarda dio Lady Ganon, che lo fece fremere di desiderio e anche un po’ di timore: insomma, cosa stava facendo? Era così che sognava di fare le sue prime esperienze? Forse era sbagliato, forse avrebbe dovuto allontanarsi da quelle due donne sconosciute che tanto turbamento gli avevano portato… ma, e qui il suo cuore parò con sincerità, lui non voleva andarsene. Ciò che stavano facendo non gli sembrava affatto volgare né tanto meno squallido: no, era qualcosa di semplicemente splendido che, dentro di sé, portava la vertigine e lo splendore della poesia. Una poesia i cui versi erano iscritti nella carne e venivano cantati a ogni battito dei loro cuori forti ed eccitati.
    Con quella consapevolezza a illuminargli la via, non ebbe più bisogno della stampella dell’istinto e anche se colmo di vergogna nel muoversi nudo davanti a loro, si alzò con un sorriso a impreziosirgli il volto, mentre calmo e deciso annullava ogni distanza: le due donne avrebbero visto quel corpo possente, dal fisico scultoreo e dai muscoli grandi e forti, venire in contro a loro senza timore o insicurezza di sorta, con l’enorme verga che premeva sugli addominali scolpiti dell’ibrido del tutto insensibile alla forza di gravità. Era più alto di quando l’avevano conosciuto, benché non ancora quanto Desdemona, ma di certo era tutt’altra cosa rispetto al loro primo incontro.
    Mentre le raggiungeva, con la lunga coda che si muoveva pigra come quello di un gatto vero, i suoi occhi non si staccarono un solo istante da quelli di Lady Ganon, come a volerle dimostrare che aveva accettato la sua sfida e che non aveva alcun timore di lei, anche se il rossore sulle sue gote e il fremito che interessava le sue grandi orecchie feline, potevano suggerire che in realtà fosse decisamente imbarazzato e teso. In ogni caso, vicino a Cia, i suoi occhi scivolarono su di lei e, una volta appagati della meravigliosa visione di quel corpo dragonico, abbassò il suo volto fino ad arrivare alla stessa altezza di quello della giovane, a un millimetro dalle sue labbra, tanto che la giovane avrebbe potuto percepire il suo respiro caldo carezzarle la pelle.

    << Non sono molto esperto, Cia. Però imparo in fretta e, soprattutto, ho molta voglia di imparare…>>

    Sussurrò sulle sue labbra, con voce calda, sensuale eppure non priva di quella dolcezza che la donna aveva potuto intravedere nella sua timidezza, mentre con la mano destra, grande e forte, le carezzava delicatamente il volto.

    << Guidami, quindi. Insegnami. Anzi, insegnatemi: provate a plasmarmi secondo la vostra volontà, ditemi cosa fare e come farlo… sono qui per voi e non me ne andrò finché non sarò vinto o vincitore.>>

    Continuò in un sussurrò rovente, prima di mordere con i le sue piccole zanne appuntite le labbra pieni e vellutate della bella Cia, per poi scendere a forza di baci, leccatine e leggeri morsetti sul suo seno grande e sodo. Le sue grandi mani si strinsero quasi con una punta di deferenza su quel seno così perfetto e così agognato, prima di stringerlo con decisione e un po’ di piacevole rudezza, con gli acuminati artigli delle dita che stuzzicavano e titillavano le areole, come a stanare i graziosi capezzoli introflessi. Resistere oltre gli fu impossibile e dopo aver dedicato una lunga leccata con quella lingua così deliziosamente ruvida, dischiuse le sue labbra affamate e prese a succhiare con furia quei seni meravigliosi, poco prima di premere la sua enorme verga pulsante sul suo ventre e iniziare a strusciarsi lentamente sul suo ventre, toccando a ogni colpo di bacino con la grossa cappella eccitata i seni pieni e magnifici.
    Ovviamente il potere di Astratto, non dissimile da un mulino su cui soffia di nuovo il vento, si riattivò immediatamente ma oltre all’energia ormai conosciuta e quasi familiare di Cia, percepì qualcosa di più oscuro e bruciante che aveva già assaggiato: era l’energia di Lady Ganon, che tanto parsimoniosamente quest’ultima gli aveva permesso di assorbire, rendendolo più forte e imponente e che adesso ritrovava in Cia in quantità nettamente superiori.
    Un fuoco sconosciuto gli ruggì nel petto e gli invase le vene, mentre Cia non soltanto avrebbe sentito inondarsi da un quantitativo enorme di energia carica di desiderio, ma soprattutto avrebbe percepito le zanne che le premevano sul seno farsi più grosse e appuntite, così come la lingua ruvida e bollente che le stuzzicava i capezzoli per farli inturgidire, farsi ancora più lunga e larga. Come la prima volta, infatti, il corpo di Astratto divenne ancora più imponente e scolpito, tanto da aver sicuramente superato in altezza persino Lady Ganon, oltre ad aver aumentato ulteriormente la sua già imponente massa muscolare.
    E tale destino fu condiviso anche dalla già mastodontica mazza che premeva sul ventre di Cia, che raggiunse e superò le dimensioni di un braccio muscoloso, lunga e larga ben oltre l’umano. Un colosso che avrebbe spaventato moltissime donne, anche le non umane e che era semplicemente intriso di energia fino a essere a dir poco rovente.
    Astratto si accorse di sentirsi affamato di quell’energia, che quella ricevuta non gli bastava e che era, anzi, lo aveva reso ancora più famelico e perso: si sentiva potente, infatti, ma non abbastanza… l’idea di quello che avrebbe potuto fare se ne avesse ricevuto ancora lo atterriva e, allo stesso tempo, lo affascinava come ben poche cose. Fu per questo che prese una decisione impulsiva, forse dettata da tutto quel desiderio che, assieme all’energia di Lady Ganon, era fluito in lui: succhiò con più forza quel magnifico seno, strizzandolo con le mani ancora più grandi e forti, prima di scendere verso il basso a dir poco famelico, inginocchiandosi davanti alle due.
    La fica di Cia era perlata di umori e quasi fremeva dall’impazienza, quindi gli fu impossibile resistere alla tentazione di dargli una lunga, intensissima leccata con quella lingua bollente e ruvidissima, accogliendo con un gemito di piacere il sapore dolcissimo della sua eccitazione, ma in un attimo la sua attenzione si diresse verso le dita della preside, che tenevano spalancata quella splendida femminilità.

    << Ancora, dammene ancora! Ti prego Desdemona, ne voglio ancora!>>

    Esclamò, prima di catturare tra le sue labbra l’indice e il medio della donna, succhiandoli come se da essi dipendesse tutta la sua vita, facendo scorrere la lunga lingua ruvida sulle falangi, in un gesto di sottomissione e di pura lussuria. Intanto, con la destra aveva afferrato la punta della coda di Cia e l’aveva portata a premersi sul colosso di carne pulsante che si ergeva fiero dal suo bacino, più gigantesco ed eccitato che mai, in una chiara richiesta alla bella Cia, impossibilitata al momento di dargli piacere se non in quel modo.
    Di certo, però, non se ne sarebbe stato con le mani in mano a succhiare le dita della preside, ma la mancina, dopo aver titillato il clitoride della donna con gli artigli, non aveva esitato a penetrare quelle carni deliziose e bagnatissime con due dita, allargando deliziosamente quel fiore palpitante e pieno di nettare. Il calore di quelle pareti zuppe di umori lo mandò fuori di testa e mosse l’indice e il medio con furia dentro di lei, seguendo l’istinto bestiale che sembrava conoscere ogni trucco e ogni tecnica per far godere una donna anche soltanto con le dita.
    Infine, dulcis in fundo, la coda resa lunghissima e più grande da tutta l’energia che era fluita in Astratto, andò a carezzare la schiena di Lady Ganon, in un’altra lieve stimolazione per convincerla a cedere; cosa avrebbe fatto la donna? Avrebbe scommesso anche lei come Astratto? Avrebbe accettato il rischio di perdere la sua autorità pur di scoprire fin dove poteva spingersi quel giovane? Oppure lo avrebbe riportato all’obbedienza? Soltanto il tempo avrebbe saputo dirlo…
     
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    Cia iniziava a capire perché molte delle sue colleghe streghe si sentissero affascinati da Desdemona. Era una donna risoluta, nonostante avesse saggiato i poteri di Astratto sulla propria pelle manteneva il controllo su tutto, non solo su se stessa ma anche sulla situazione. Stava piegando gli avvenimenti secondo il suo volere, impedendo loro però di assalirla con la lussuria. Oltretutto Cia aveva da sempre un debole per le persone più imponenti. Non avrebbe mai pensato di sentirsi piccolina anche con una donna. Eppure eccola lì sulle gambe della preside combattuta se lasciarsi andare oppure se ribellarsi e dedicarsi a ciò che aveva iniziato con il Neko. Non voleva lasciarlo lì a terra da solo, non dopo aver saggiato sulle proprie carni quella mazza mastodontica e quella lingua così particolare. Stava per dire qualcosa ma le dita di Desdemona che iniziarono a massaggiarle le sue grandi labbra infondendole energia le tolsero ogni facoltà di pensiero. Ovviamente non era solo per via delle carezze inaspettate della donna a farla tremare in quel modo, ma anche per via dell'energia oscura che le stava trasmettendo facendola tremare e sussultare di piacere, quello profondo che le toglieva lucidità e i suoi occhi si socchiudevano, mentre la sua bocca si schiudeva per gemere. Davanti a lei Astratto si dimenava come un matto per tentare di liberarsi, facendo ondeggiare quel grosso pezzo di carne che le faceva una gola immensa, quella distanza stava uccidendo anche Cia che emise una sorta di gemito lamentoso, ma Lady Ganon poco dopo lo liberò facendo sentire una ondata di felicità alla ragazza. Lady Ganon sembrò percepirlo e quasi come se volesse farsi sentire come un messaggio di monito insinuò un dito dentro di lei facendola tremare vistosamente mentre i suoi umori iniziarono a gocciolare sulle dita. Cia espirò pesantemente e fissò il ragazzo gatto avvicinarsi, non riusciva proprio a staccargli gli occhi di dosso, sopratutto notando come era cresciuto in stazza: possibile che il loro potere potesse dargli quei effetti? Anche Lady Ganon guardava incuriosita il ragazzo, sorridendo compiaciuta del fatto che dopotutto le streghe di umbra erano ancora molto utili anche fuori dal loro clan esclusivo. Desdemona non interruppe i movimenti del ragazzo, nemmeno quando arrivò ad avvicinarsi molto a Cia. La sentì fremere impaziente ma si tratteneva per lasciarlo parlare e ciò che disse compiacque moltissimo entrambe le donne. Si stava offrendo a loro, voleva lasciarsi plasmare da loro secondo il loro volere. Inutile dire che in un contesto del genere le possibilità vennero piegate in un senso molto perverso. Il loro piccolo giocattolino sessuale? Non sembrava poi così male come prospettiva se il suo corpo reagiva così bene alla loro magia. Lady Ganon iniziò a chiedersi fin dove potessero spingersi, mentre Cia continuava a guardarlo ubriaca di desiderio, attendendo più che impaziente che quelle labbra finalmente si posassero sulle sue labbra. Dopo il piccolo morso che la eccitò ancora di più, la ragazza rispose leccandolo sulle labbra, tendendosi verso di lui mentre iniziò a cospargerla di baci. Portò una mano sulla nuca del ragazzo, mentre l'altra finalmente tornò a stringere il suo membro con entusiasmo. Le piaceva sentire i suoi seni afferrati in quel modo, e le piaceva ancora di più il fatto che riuscisse a prendere molta più carne fra le dita di un normale ragazzo. Iniziò a masturbarlo ma la lingua di Astratto la colse impreparata, impedendole di dare il meglio di sé in qelle effusioni. Non aveva mai provato la ingua di un felino sulla propria pelle e dovette ammettere che era una sensazione infinitamente piacevole. Le sembrava che le stimolasse nervi di piacere nascosti nella pelle, come una lingua normale non avrebbe mai potuto fare. Difatti quando arrivò a leccarla sulle aureole e i capezzoli, zone molto sensibili, Cia si fece scappare un piccolo strillo di piacere, senza nemmeno volerlo si ritrovò a premere la nuca del ragazzo contro di lei, come se non fosse riuscita a controllare uno spasmo del corpo. In quel momento iniziò a percepire l'energia del ragazzo fluire dentro di lei, cercando di rubarle la sua energia come aveva fatto poco prima, ma questa volta il corpo di Cia ospitava anche l'energia di Lady Ganon e di fatti il fenomeno diede un nuovo sviluppo, facendo crescere in stazza ancora di più il ragazzo. Cia e Lady Ganon strabuzzarono gli occhi sorpresi. Poi vennero entrambe di nuovo contaminate da energia lussuriosa che costrinse Lady Ganon a stringere i denti e imporsi sul proprio corpo, mentre Cia si lasciò totalmente abbindolare.
    Aaah la tua lingua.. è fantastica... dove sei stato fino ad adesso? si lasciò sfuggire ansante, interrompendosi con qualche piccolo gemito.
    Sei molto ricettivo Astratto, ma dovresti imparare a controllare meglio il tuo istinto. Cerca di assaporare ciò che senti fluire in te, non divorarlo in questo modo. gli disse prima che lui smettesse di succhiare avidamente i seni di Cia e si abbassasse verso il suo sesso. La ragazza capì già istintivamente cosa volesse fare il ragazzo e venne colta da un misto di paura ed eccitazione. Si sentiva decisamente troppo eccitata e non aveva idea di cosa avrebbe potuto sentire quando lui avrebbe provato ad assaggiarla. Lady Ganon sembrò capirlo a sua volta e tirò fuori lentamente il dito da dentro Cia per preparargli il banchetto quasi come se avesse voluto imboccarlo. Cia trattenne il fiato impaziente e spaventata ma nel momento in cui la lingua di Astratto si posò contro la sua carne, le sue gambe si fecero tese e tremarono, inarcò la schiena strillando di intenso piacere, con il volto rivolto verso l'alto, la testa intrappolata fra i seni di Lady Ganon che la guardava colpita da una reazione del genere. Stava per giungere ad un orgasmo, aveva sentito il piacere impennarsi improvvisamente, mentre quella lingua ruvida mandò in fuoco il suo sesso, facendole pulsare intensamente la clitoride. Ma prima che potesse arrivare al culmine la lingua di Astratto si spostò. Cia tornò a guardare smarrita verso il basso emettendo un gemito di protesta.
    P-perché ti sei fermato? rantolò dispiaciuta, accorgendosi che il ragazzo stava ciucciando le dita di Lady Ganon. Quest'ultima glielo permise, insinuando lei stessa il dito più a fondo nella bocca, premendo verso il basso, come se avesse voluto obbligarlo a farlo come piaceva a lei. Intanto Cia sentì che la sua coda veniva guidata sul membro del ragazzo, senza neanche dire niente la coda si avvinghiò attorno al suo sesso dolcemente come una serpe che voleva stritolarlo dolcemente, si posizionò alla base carezzando con la punta di tanto in tanto le gonadi, intanto Cia si godette le dita di Astratto che sembravano voler rimediare al suo errore precedente, facendo accendere Cia ancora di più. Sentiva chiaramente di voler essere penetrata, e quando lo sentì scivolare con le dita fra le carni le sue cosce si allargarono di più, ondeggiando lentamente con il bacino per chiederne di più. Intanto Lady Ganon ghignava più che soddisfatta, e quando sentì la coda del gatto muoversi per carezzarla insinuò le dita nella bocca del ragazzo con più forza afferrando fra indice e medio la lingua rasposa per bloccargli i movimenti. Doveva ammettere che sentirlo sulle dita era una gran bella sensazione e capì perché Cia avesse reagito in quel modo quando aveva provato a darle piacere fra le cosce.
    Che stai facendo micione? Non ti sei ancora guadagnato il mio permesso di carezzarmi. fece severa allontanando da sè con la mano libera la coda del ragazzo, sollevò poi il piede per portarlo sopra al membro di Astratto premendoglielo con la punta della sua scarpa appena sotto la cappella contro il suo ventre.
    Ti do un'altro assaggio, ma voglio che ti concentri, non divorare di nuovo la mia energia. Forza alzati e avvicinati a lei. Dovete sentire meglio le vostre energie fondersi. ordinò Lady Ganon allontanando il piede dal membro del ragazzo, e liberando anche la sua bocca dalle dita. Afferrò le cosce di Cia per allargarle ancora di più e allo stesso tempo tenerla ferma. Se Astratto avesse obbedito, Cia lo avrebbe guidato con le mani a poggiare la punta del suo membro sul suo sesso.
    Oddio sì... non so se riuscirò, ma mi sembra di impazzire, voglio sentirlo dentro di me. Voglio sentire più nitidamente la tua energia, la tua magia. fece Cia sempre meno lucida. Non era solo un modo per decantare certe doti, Cia non parlava delle dimensioni del suo membro, ma parlava seriamente di sentire meglio la sua energia, poiché ormai avevano imparato a capire che tramite il sesso si potevano intrecciare ancora meglio i flussi energetici, creando fenomeni più unici che rari.
    Vacci piano ragazzo, non me la uccidere con quello... lo ammonì, consapevole che ormai quei due erano così affamati di sesso tanto da dimanticarsi che non erano molto normali in quel momento.
     
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Non appena Astratto percepì le affusolate dita della giovane, armate di quei teneri artigli dragonici, insinuarsi tra il suo candido crine per poi carezzargli la nuca impazienti, il suo cuore batté più velocemente, colmo di gioia, felice nel sentirsi desiderato, nel vedersi inequivocabilmente atteso. A fare da ciliegina su quella deliziosa torta di piacere, infine, ci pensò l’altra mano della ragazza che scivolò più in basso per afferrare quell’enorme mazza bollente che pulsava famelica sul suo ventre vellutato e poco gli importò se Cia, malgrado la sua evidente buona volontà, non riuscì a masturbarlo con la perizia dimostrata precedentemente: percepire, infatti, i suoi capezzoli tendersi e inturgidirsi eccitati al passaggio della sua calda lingua rasposa, mentre lei si concedeva qualche grido di piacere e lo premeva con più forza su quei seni così deliziosamente abbondanti e che pure poteva così agevolmente afferrare e succhiare, superava di gran lunga qualsiasi altro piacere che poteva ricevere grazie a quella mastodontica verga.
    Per questo motivo continuò a succhiare sempre più famelico ed eccitato quei magnifici seni, deliziandosi nel sentire la pelle vellutata della giovane tendersi e fremere senza posa ogni qual volta che la leccava, mentre l’energia della giovane prese a fluire in lei assieme a quella oscura e intensa di Lady Ganon, ripetendo lo spettacolo di prima e facendo aumentare ancora di più le dimensioni di Astratto, che si ritrovò ubriaco di potere e affamato fino all’inverosimile della forza vitale della preside. Continuò, dunque, a succhiare quei magnifici seni con rinnovato impeto, potendo accogliere molta più carne in quelle fauci diventate a dir poco ferine, con le zanne decisamente più grandi e pericolose, con la lingua divenuta così lunga e larga da poter quasi avvolgere il seno della giovane.
    Non poteva, però, durare a lungo e si inginocchiò per poter almeno succhiare le dita della preside e ottenere ancora quell’energia oscura che lo aveva fatto diventare semplicemente enorme, ma non poté evitare di osservare la femminilità della bella Cia fremere quasi spaventata, mentre il suo delizioso corpicino si tendeva frenetico, a metà tra il desiderio di abbandonarsi a lui e quello di fuggirgli: era come un bianco ramoscello che pur offrendo il frutto che sosteneva, non esitava a fare a resistenza alla mano che cercava di coglierlo… frutto che, come poterono osservare i famelici occhi dell’ibrido, era una delizia di carni rosee imperlate di lucidi e profumati umori; resistergli, insomma, fu impossibile e la lingua del giovane, dimentica della sua missione, si posò su quella deliziosa fichetta fremente in una lunga, lenta e intensa leccata.
    Astratto, infatti, aveva compreso il timore della giovane verso la sua lingua ruvida e capace di regalare sensazioni fin troppe intense e se n’era sentito intenerito al punto che la sua fame divenne dolcezza: la leccò, infatti, con tutta delicatezza di cui era capace, miagolando di puro piacere sentendola strillare di puro piacere per un contatto così gentile, mentre il sapore dolce del suo desiderio gli riempiva la bocca e gli annebbiava il giudizio. A quella prima, tenera leccata, dunque, ne seguirono molte altre, decisamente più intense e fameliche, che cercarono a stimolarla per tutta la superficie di quel magnifico fiore di carne, dal clitoride fino alle grandi labbra, prima che gli occhi del neko si posassero sulle dita brune della preside, che ancora spalancavano il delizioso anfratto di Cia, risvegliando l’antica fame e il vecchio proposito.

    << Non posso farci nulla, la tua energia è così dolce… non posso fermarmi!>>

    Ammise quasi giocoso, prima di accogliere nella sua bocca quelle dita lunghe e magnifiche, succhiandole con l’impeto dell’infante affamato e, in parte, non era poi un‘analogia tanto sbagliata dato che anche lui desiderava nutrirsi della linfa che solo Desdemona poteva dargli; per questo motivo, dopo aver regalato a Cia uno sguardo di scuse, diede del suo meglio per convincere la donna a non sfilare le bruni falangi dalla sua bocca affamata, prima di sgranare gli occhi dalla gioia nel percepire le dita di Lady Ganon affondare di loro spontanea volontà in lui: credeva, infatti, che Desdemona le avrebbe sfilate rudemente, ma nel vedere che era lei stessa a ricercare attivamente quel contatto, si lasciò andare ai suoi appetiti.
    Non soltanto, infatti, avrebbe ripreso a fare le fusa, tanto che la bella preside avrebbe potuto sentire la gola del micione vibrare di pura letizia, mentre quella lunga, bollente e ruvida appendice che tanto aveva deliziato Cia, avvolgersi attorno alle sue dita, leccandole senza posa, ma avrebbe portato la coda della giovane professoressa su quella mazza semplicemente colossale che svettava fiera dalle sue cosce muscolose, mentre il suo indice e il suo medio ne penetravano il fiore fradicio di umori e di desiderio.
    Fu una gioia vedere le cosce di Cia allargarsi ulteriormente e spingere in avanti il bacino come a voler fagocitare non solo le dita, ma anche l’intera mano di Astratto, che mugolò estasiato nel percepire l’appendice dragonica della giovane avvolgersi intorno alla sua enorme asta venosa, stuzzicando abilmente le gonadi rigonfie di sperma fino all’inverosimile. Era così perso che persino il suo potere sembrò essere intorpidito da tutto quel piacere, tanto che prese a divorare l’energia di Desdemona con ampio ritardo, poco dopo aver iniziato a carezzarle la schiena flessuosa con la sua lunga e morbida coda felina e poco prima che la donna l’allontanasse, afferrandogli la lunga lingua rasposa tra due dita.
    Ciò, ovviamente, gli impediva di parlare e continuare a succhiarle le sue dita, ma non di rubare famelico la sua energia, mentre la lunga e bollente appendice che teneva ferma tra il medio e l’indice, faceva l’impossibile affinché almeno la punta potesse sfiorarle la mano e farle percepire quanto fosse piacevolmente ruvida.

    << Ngh!!>>

    Mugolò il ragazzo, nel percepire quelle poche stille di energia oscure che sfuggivano al controllo di Desdemona e fluivano nel suo corpo, che dopo aver accresciuto ulteriormente le dimensioni dei suoi muscoli scolpiti e quelle di quella verga ormai semplicemente mostruosa, sembrò trovare un suo equilibrio ed essere diventato insensibile alla linfa vitale della donna.
    In ogni caso, Astratto mugolò ancora nel sentire il piede della donna, ancora celato dallo splendido stivale nero, premersi appena sotto la sua cappella rigonfia e premerla con forza contro il suo ventre scolpito, non senza l’opposizione di quella magnifica mazza che spinse e pulsò contro il piede della donna con la furia dettata dall’eccitazione, mentre dalla punta rosea sgorgavano copiosi i rivoli di bollente e vischioso preseme che, oltre a sporcare gli addominali del neko, fluirono in gran quantità sulla calzatura della donna.
    Fortunatamente (O forse no), per il giovane, Lady Ganon lasciò perdere ben presto la sua lingua e il suo enorme cazzo fremente, lasciandolo libero anche se decisamente confuso e incerto su come proseguire… almeno finché le due non gli indicarono una strada deliziosa quanto paurosa. Si alzò obbediente, con la ragione ancora troppo intorpidita dalla lussuria per potersi opporre a un comando, ma quando percepì le piccole e graziose manine di Cia afferrargli la punta per guidarlo, si sentì nuovamente lucido, come se un vento impetuoso avesse soffiato le nubi dell’eccitazione.
    Era giunto il momento, dunque? Era così strano… quante volte aveva sognato la sua prima volta? Gli sembrava quasi irreale essere così vicino a privarsi della sua verginità con una donna di cui conosceva appena il nome e gli fu impossibile non chiedersi se stava facendo la cosa giusta, se davvero voleva diventare un uomo “completo” in quel modo. Dopotutto, se ci avesse pensato a mente fredda, senza conoscere le due, non avrebbe trovato tutta quella situazione volgare e forse un po’ squallida?
    I suoi grandi occhi cremisi scivolarono pensosi, per appena qualche attimo, sul corpo fremente e magnifico di Cia, sul suo viso dalle gote rosate, le labbra dischiuse e i grandi occhi violetti resi liquidi di desiderio e ogni suo dubbio si sciolse come neve al Sole: vi è forse qualcosa di sbagliato, nel bere quando si ha sete o nell’abbracciare qualcuno quando si ha bisogno di affetto? No, non era squallido, non era volgare: era soltanto bello e genuino. Forse non conosceva il colore preferito di Cia, la sua età, le sue ambizioni… ma sapeva che era dolce e buona, piena di una vivacità dispettosa che lo riempiva di tenerezza e conosceva il sapore dolce dei suoi umori, la consistenza setosa delle sua pelle dragonica e il suono della sua voce quando vibrava l’eco del piacere, di cos’altro aveva bisogno?
    Sciolse, dunque, con dolcezza la presa di quelle deliziose manine sulla sua enorme asta, sorridendole quasi teneramente prima di premere tutta quell’immensa colonna di carne pulsante per farle capire che non voleva rifiutarla, anzi.

    << Tranquilla, Cia: io voglio soltanto farti godere, non pensare a nient’altro. Rilassati e lasciati andare al piacere… come farò io. Lasciami un bel ricordo della mia prima volta.>>

    Le sussurrò con voce calda e dolce a un orecchio, prima di morderle dispettoso il lobo con le sue grosse zanne e strusciare quella colossale asta su quel fiore deliziosamente eccitato, facendo in modo che si lubrificasse anche con i suoi umori, oltre che con i rivoli copiosi di presperma.
    Si allontanò, dunque, da lei, carezzandole il volto con dolcezza, prima di afferrare quell’enormità di carne pulsante e guidarla proprio sul suo anfratto fremente: la sua femminilità era un delizioso anfratto incredibilmente più piccolo e stretto di quell’enorme cappella rosea che poggiava contro di lei, tanto che sembrava semplicemente impossibile l’idea stessa che un simile colosso potesse penetrarla, ma Astratto non si fece spaventare e dopo aver annuito in direzione di Desdemona, affinché capisse che avrebbe fatto attenzione, premette contro le piccole labbra della giovane e dopo una piccola spinta, quelle carni calde e lucide di umori, si palancarono docilmente, accogliendo dapprima la gigantesca cappella e poi la larghissima e interminabile asta pulsante.
    Astratto si prese tutto il tempo che gli sembrò necessario a entrambi, procedendo senza esitazione un centimetro alla volta, mentre il suo respiro si faceva pesante e veniva rotto sempre più spesso dalle fusa incessanti e da qualche gemito strozzato: fu semplicemente sublime sentirla cedere e dilatarsi fino all’impossibile per accoglierlo dentro di lei, per poi serrarsi attorno alla sua mazza pulsante con desiderio a dir poco famelico. Le carni di Cia palpitavano e fremevano sempre più calde e bagnate, mentre la sua verga colossale e a dir poco bollente affondava lentamente, ma inarrestabile dentro di lei.
    E, quando ebbe la sensazione che avrebbe continuato ad affondare dentro di lei per l’eternità, finalmente sentì di aver vinto anche le ultime resistenze della cervice e che la sua cappella aveva baciato il suo utero, deformando in maniera deliziosamente vistosa il ventre della giovane.

    << Ngh! Cia, sei così calda, così bella… voglio le tue labbra!>>

    Esclamò, prima di baciarla con dolce furia, rimanendo fermo dentro di lei non solo per farla abituare a quelle dimensioni semplicemente mastodontiche, ma anche per potersi concentrare sulla sua energia come aveva detto Desdemona: in un attimo, infatti, il suo corpo fu letteralmente investito dall’energia di Cia che rischiò di venir privata di ogni goccia di forza vitale, se Astratto non avesse avuto l’accortezza di mettere un seppur minimo freno al suo potere che, un attimo dopo aver rubato la quasi totalità dell’energia della giovane, gliela riversò decuplicata e intrisa di erotismo.
    L’ibrido gemette, nel sentirsi invadere da un quantitativo tale di energia e, incapace di pensare a nient’altro che a possederla, a scoparla fino a morire tra le sue gambe, prese a spingere con furia a dir poco ferina dentro di lei, sfilando ben più di metà di quella mazza colossale da dentro di lei, per poi affondare con furia animalesca nella sua bollente e bagnatissima fichetta, producendo suoni deliziosamente osceni, mentre la sua enorme cappella sbatteva sul suo utero con l’impeto di un ariete da guerra, ringhiando affamato a ogni spinta. Fu un quel momento che il suo potere raggiunse un inaspettato equilibrio: l’energia che sottraeva a Cia era di gran lunga inferiore a quella che riversava continuamente, finché entrambi i loro corpi furono saturi di quella linfa che sembrava essere la sintesi delle loro due diverse forze vitali.
    Astratto si sentì riversare le vene un vero e proprio fuoco liquido che, oltre a donargli una forza fuori dal comune, rese le sue sensazioni incredibilmente intense e vivide, oltre a fargli percepire l’eco di piacere diverso eppure complementare al suo, come se quello scambio totale delle loro energie, avesse messo i loro corpi in risonanza, pronti a scambiarsi non soltanto le loro forze ma anche il loro godimento.


    << Cia, Cia! Sei fantastica, scoparti è bellissimo! Ma, ngh… non basta. Voglio di più, di più!>>

    Ringhiò, affondando in lei ancora più velocemente, con forza a dir poco erculea, mentre le artigliava i glutei sodi con le sue grandi e forti mani artigliate e le mordeva un seno, succhiandolo e leccandolo con la sua lingua ruvida come un invasato: ormai le enorme gonadi ribollenti di seme, sbattevano con forza contro il suo perineo, producendo schiocchi deliziosamente perversi, mentre le sue carni si svuotavano da tutto quel colosso pulsanti che ne deformava il ventre, per poi ritrovarsi riempite fino all’utero un attimo dopo.
    Presa com’era da un amplesso così selvaggio e feroce, forse Cia non si sarebbe accorta dalla luminescenza che aveva iniziato a caratterizzare la pelle del neko e il modo in cui i suoi occhi rossi avevano iniziato a brillare, rendendo chiaro che il corpo di Astratto fosse ormai carico di energia e che per “esplodere” non serviva che un’ultima scintilla: fu proprio in quell’istante che quegli occhi ferini, stravolti dal desiderio e dal piacere, incontrarono quelli ambrati di Lady Ganon e si sgranarono quasi furiosi.

    << Nhhh… Desdemona, Signora… ti prego: voglio le tue labbra, voglio baciarti! Ti prego, ti prego… ne ho bisogno o impazzirò! Senza le tue labbra impazzirò, Mia Signora… ti prego, lascia che ti baci!>>

    La supplicò, abbandonando il seno di Cia per avvicinare il più possibile il volto a quello della preside, mentre continuava a scopare con sempre più impeto e forza la giovane, che inevitabilmente finiva schiacciata tra il corpo imponente ma morbido di Desdemona e quello enorme e scolpito di Astratto, a subire quasi passivamente le spinte dell’ibrido, che come dei cerchi nell’acqua, si propagavano fino all’altro , magnifico corpo femminile, ancora non avvolto dalle fiamme della passione.
    Forse, oltre a quel desiderio insaziabile che gli straziava le carni, fu l’urgenza di acquisire quell’ultima goccia di energia per rompere la diga che era il suo corpo a suggerirgli quelle parole così disperate eppure docili e sottomesse, da bravo gattino, oltre a dargli il coraggio necessario, per avvolgere la vita sottile di Ladu Ganon con la sua lunga e morbida coda felina per spingerla a congiungere le loro labbra.
    Se la bella preside non si fosse scostata, non soltanto sarebbe stata travolta dal bacio famelico di Astratto, che le avrebbe riempito la bocca della sua lunga lingua ruvida soltanto per poterla intrecciare con la sua, mentre affondava con bestiale irruenza dentro Cia, ma avrebbe inevitabilmente concesso al corpo dio Astratto, visibilmente saturo di energia, le ultime stille necessarie per far apparire l’ignoto… la donna avrebbe messo da parte autorità e prudenza, sia pure per poco, per scoprire fin dove poteva spingersi il potere e il corpo di Astratto?
     
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    Quella situazione diventava sempre più strana per Desdemona, possibile che invecchiando stesse diventando sempre più lasciva? Vedere quel ragazzo così succube di lei la stava eccitando. Sentire la sua lingua e le sue guance succhiarle avide le dita, l'unica parte che gli aveva concesso le fece capire quanto quel ragazzo gatto la stesse desiderando. Quel modo di fare docile ma tremendamente sexy la tentavano come non mai. La lingua rasposa e le fusa che emetteva la stavano mettendo a dura prova. La situazione era eccitante non poteva negarlo, Cia era bellissima e le stava facendo molta gola, aveva iniziato a pensare di partecipare attivamente a quell'amplesso facendolo diventare una cosa molto perversa. Tuttavia non era lì per soddisfare i propri appetiti sessuali, sopratutto con sconosciuti. Aveva fatto quell'errore con quel professore da strapazzo che l'aveva sorpresa e ubriacata con il suo misterioso potere e si era lasciata andare. Questa volta sarebbe rimasta ferrea nelle sue scelte e nelle sue pulsioni, dopotutto se aveva messo Cia in braccio in quel modo era anche per proteggere quei ragazzi da lei stessa. Non aveva ancora idea di come si stava evolvendo il proprio potere e doveva starci attenta. Artemis era forte ed esperta nella magia di umbra, quindi non aveva temuto di farle saggiare il potere diverso che scorreva in lei, ma Cia e quel ragazzo no, quindi doveva rimanere concentrata. Anche se sentire il membro pulsare anche attraverso la scarpa le fece mordere il labbro inferiore. La povera Cia invece era intrappolata non solo dai due corpi dei suoi amanti mastodontici ma anche dalle loro due energia che si mescolavano e la ubriacavano totalmente. Un pochino si sentì frustrata dal fatto che non riuscisse ad essere brava a controllarsi, ma non poteva farci niente, l'eccitazione la ubriacava in tanti aspetti diversi ed era così piacevole da non volerci rinunciare. Anche se si stava lasciando sopraffare dall'energia di quello sconosciuto, non voleva rinunciare al piacere che i loro corpi bramavano. Quando sentì la punta sfiorarle il sesso Cia fremette di voglia, ne aveva bisogno, aveva bisogno di sentirsi riempire, e nell'attesa percepì l'energia di Lady Ganon raccogliersi in lei, come se volesse darle un sostegno più forte per accogliere la natura del Neko e quindi darle la possibilità di poterla contrastare invece di lasciarsi travolgere. Si sentiva più forte, capì perché Lady Ganon la stesse tenendo in quel modo osceno, la stava sorreggendo, la stava preparando a quella strana e perversa battaglia. Quando le mani di Astratto tolsero le dita di Cia dal suo membro la ragazza sollevò lo sguardo su di lui sorpresa e allarmata, ma il suo sorriso candido e gentile la rincuorò subito poiché le disse che voleva farla godere e voleva che si fidasse di lui. Aggiungendo come se niente fosse che quella era la sua prima volta. Le due donne lo guardarono di nuovo allibite, come faceva un ragazzo così bello ad essere ancora vergine? L'unica spiegazione che venne loro in mente era quel difetto di energia e quella trasformazione che lo rendeva troppo grosso. Molte donne sicuramente si sarebbero spaventate, ma Cia nonostante fosse piccolina aveva la trasformazione ad aiutarla oltre al fatto che aveva già giaciuto con creature molto dotate, sapeva a cosa andava incontro e nonostante lo sapesse sentiva comunque l'ansia attanagliarle il cuore. Tremò e si lasciò sfuggire un mugugno di piacere nel sentirsi mordere il lobo dell'orecchio mentre le sue cosce si tesero quando lo sentì strusciarsi contro la sua carne. Le girava la testa, il bacino si muoveva contro l'erezione per avere maggiore piacere. Percepì che (come richiesto da Desdemona), Astratto controllava meglio la propria energia, non gliela rubò di nuovo e quindi le fece godere ogni piccolo gesto di lui che si allontanava e si preparava a penetrarla.
    Aaah, piano... fa piano... fece titubante per poi aggrapparsi con le mani alle braccia di Desdemona quando lo sentì premere contro il suo ingresso. Desdemona la aiutò portando le dita ancora umide di saliva di Astratto sul pube della ragazza massaggiando delicatamente la parte alta del suo sesso, per aiutarla a rilassarsi, e di fatti pian piano il membro del neko si fece spazio in lei. Inizialmente avrebbe avuto difficoltà scivolando verso l'esterno, facendo gemere in protesta Cia, poi però la punta riuscì a solcarla. Cia si sentiva spalancare sempre di più, prese un grande respiro mentre la mente si svuotava totalmente da ogni pensiero. Riusciva a sentire ogni centimetro che la invadeva ogni pulsazione che le dava le vertigini. Dolore e piacere si mescolarono alla perfezione facendola gemere rumorosamente quando la punta premette contro l'ingresso del suo utero. Non riuscì a dire niente, venne travolta di nuovo dal bacio di Astratto a cui rispose con lo stesso ardore mentre avvertiva di nuovo la sua energia contaminarla, questa volta però non si sarebbe fatta privare di energia, aiutata grazie al sostegno magico di Desdemona, di fatti riuscirono a controllarsi entrambi e godersi l'amplesso. Il ragazzo fu subito rude nei movimenti, guidato dal piacere crescente che lo portò ad affondare in lei sempre più veloce e forte, sicuramente anche per colpa della sua inesperienza non prestava attenzione alla ragazza che dovette subire quella penetrazione esagerata. Cia si sentiva mancare il respiro, tant'è che dovette interrompere il bacio per poter respirare e gemere rumorosamente. Desdemona invece rimase concentrata per poter intervenire in caso i due avessero perso il controllo sulle proprie energie. Invece si accorse che riuscirono a trovare istintivamente un loro equilibrio, mostrando grandi capacità. Desdemona vedeva la verga di Astratto sparire nel corpo di Cia, la sentiva godere sopra di sé, percepiva ogni suo fremito di piacere e iniziò a sentirsi gelosa, di voler provare a sua volta quella sensazione che ubriacava totalmente. Subito dopo però si mordeva l'interno della guancia per scacciare via ogni pensiero perverso. Lei era la leader era la loro guida e difatti notò che sia Astratto che Cia stavano iniziando a reagire a quella mole di energia che li accomunava. Sulle scaglie e sulla pelle di Cia iniziarono ad essere visibili simboli magici che rilucevano di una tenue luce violacea, mentre Astratto si illuminò di altra energia intensa a sua volta. Sembrava il momento in cui entrambi avevano raggiunto il massimo della loro energia. Sembravano quasi ad un passo dal poter divenire forti come un vero guerriero. Allo stesso modo Cia sentiva crescere il proprio piacere che non rimase più costante ma crebbe insieme alla loro massa energetica. La clitoride si gonfiò e pulsava, la cervice lo stringeva in spasmi continui. Ormai i gemiti di Cia erano incontrollati e voluminosi. In quel momento gli occhi di Desdemona e di Astratto si incrociarono e notò che stava succedendo qualcosa in lui, qualcosa che sembrava assalirlo, sembrava quasi che stesse per perdere il controllo e a voce le chiese ciò di cui aveva bisogno. Lady Ganon fu tentata di respingerlo, ma la sua energia la attraeva, il suo istinto le diceva che doveva farlo o si sarebbe pentita. Cia era in totale estasi, sentiva già i primi sintomi di un orgasmo imminente, ogni piccolo anfratto veniva stimolato per la mole con cui la penetrava anche la clitoride si sfregava contro quella mazza di carne. Come poteva tornare a uomini normali dopo aver provato amanti di quel genere? Le mani di Cia si serrarono con molta più forza sulle braccia di Desdemona, e nel vederlo così vicino il petto del ragazzo, Cia sfogò le intense sensazioni di dolore e piacere mordendogli il pettorale, facendogli sentire i canini un poco più pronunciati grazie alla sua trasformazione dragonica. La coda di Cia serpeggiò attorno ad una delle sue cosce stringendolo con più forza. Lady Ganon invece afferrò il volto di Astratto con una mano, stringendo il pollice su un lato della guancia e indice e medio sull'altra guancia. Sembrava volerlo fermare, lo guardò severa in modo intenso, aveva tutta l'aria di chi lo volesse picchiare, poi però lo attirò a sé e gli concesse il bacio che desiderava. Avrebbe assorbito l'energia in eccesso del ragazzo se si fosse sfogato, gli fece saggiare di nuovo l'essenza di umbra tramite il bacio, rispondendo a tono alla sua lingua famelica e incontrollata, succhiandola nella propria bocca, stupendosi nel sentire le strane sensazioni che le dava la superfice ruvida. Era un bacio che non aveva mai provato in vita sua e si lasciò andare ad un lascivo bacio che fu totalmente differente da quello che si scambiò con Cia. Desdemona era prepotente e prendeva iniziative sgusciando nella sua bocca, lottando lingua contro lingua, risucchiandola dentro la sua.
     
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    Cia era semplicemente meravigliosa e ogni fremito che attraversava il suo corpo semplicemente perfetto, ogni mugugno che sfuggiva dalle sue morbide labbra rosee, era una stilettata di puro desiderio che affondava nell’anima del neko che pure, però, si sentiva intenerito da quella dolce paura mista a eccitazione che sembrava dilagare e sconvolgere la mente della giovane. Gli sembrava deliziosamente minuta e quasi fragile, stretta com’era tra il suo corpo mastodontico e quello non meno imponente di Lady Ganon, mentre lo guardava persa e un po’ intimorita nell’osservare l’enorme mole di calda carne pulsante che l’avrebbe violata: Astratto si sentì invadere da una piacevolissima sensazione di potere, di forza che in lui, per via del suo carattere dolce, sfociò in un intenso sentimento di tenerezza nei confronti della sua giovane amante, tanto che provò la malsana voglia di stringerla e carezzarla come una bambina, ma si controllò poiché se la sua anima si sentiva addolcita, il suo corpo era arroventato dalla lussuria e posporre anche di un solo attimo la penetrazione, lo avrebbe fatto semplicemente impazzire.
    Ai pigolii della ragazza, dunque, che lo pregavano di fare piano, le rivolse un sorriso dolce e rese più intense le fusa per calmarla, mentre dopo le prime iniziali e ovvie difficoltà, la sua colossale verga si faceva strada in lei. Fu una sensazione semplicemente sublime, un piacere bruciante, famelico che subito si trasformava in insoddisfazione, in un’ingordigia sfrenata che, pur godendo della strettezza semplicemente favolosa di quelle carni calde e bagnate, desiderava sentirle cedere, desiderava affondare in lei fino all’ultimo centimetro, riempirla come nessun altro uomo era riuscito a fare prima.
    Per lunghi, lunghissimi attimi Astratto si sentì come un cocchiere che, a forza di frusta e di urla, doveva mantenere al passo i suoi purosangue impazziti: una fatica psichica e fisica che si mescolò al suo piacere, rendendo quelle sensazioni uniche quanto indimenticabili. Finalmente, un’eternità dopo, il grosso glande baciò la sua cervice, con i grossi testicoli ricolmi di seme che si trovarono a premere sulle sue carni, a ultima dimostrazione che non un solo centimetro di quell’enorme colosso era rimasto fuori da lei, mentre le pareti di quella deliziosa femminilità, stretta quanto bollente, si strinsero spasmodicamente a quell’immane asta pulsante, massaggiandola in un modo tale che lo fece gemere con forza
    Ovviamente i gemiti della giovane, così intensi e così saturi di piacere non lo aiutarono a mantenere il controllo e, come uno sprone a cui non riuscì a dire di no, la sua energia provò a invadere il corpo della giovane e a sottrarla di ogni forza… se soltanto l’energia oscura e bruciante della preside non glielo avesse impedito: fu come negare a un leone la bistecca che gli era stata sventolata davanti al naso ma non si arrabbiò, anzi questo gli permise di concentrarsi meglio sulle sensazioni semplicemente meravigliose che stavano dilagando nel suo corpo… e di perdere, inevitabilmente, il controllo.
    Gli fu impossibile, infatti, trattenersi ulteriormente: esplose in un ringhio ferino e conquistò le sue labbra tra l’adorante e il famelico, spingendo in lei con una brutalità, un’impazienza che stupirono lui per primo.
    Sentì vincere le resistenze di quelle carni meravigliose con la sua viva forza e questo lo infuocò ben oltre l’immaginale, portandolo ad affondare in lei con furia a dir poco bestiale, facendo sbattere con forza l’enorme cappella sull’ingresso del suo utero, mentre la sua energia, incontrollata e incontrollabile, fluiva nella giovane, unendosi, impastandosi con quella di Cia e di Desdemona, affinché fosse impossibile riconoscere la sua dalle loro. Una forza mai provata prima di allora, infine, gli esplose nel petto, trasmettendosi immediatamente ai suoi muscoli enormi e definiti che divennero d’acciaio, portando il ritmo delle penetrazioni ben oltre l’umana tolleranza: se Cia non avesse avuto dalla sua la magia di umbra e la trasformazione semi dragonica si sarebbe ritrovata in men che non si dica lacera e sanguinante sotto le spinte semplicemente bestiali dell’ibrido, ma anche con la sua resistenza superiore avrebbe sentito quella mazzo enorme e rovente sbatterle dentro con una furia tutta ferina, dilatandola e stimolandola fino all’ultimo centimetro di quelle carni sempre più fradice e frementi dal piacere.
    Astratto si sentì andare a fuoco, quando Cia dovette sciogliere il bacio per respirare e gemere, tanto fu piacere sentirla stringersi spasmodicamente attorno al suo cazzo e non risparmiò né forza né impeto, continuando a possederla con furia tutta bestiale, mentre le sue grandi e forti mani artigliavano con forza quei glutei sodi e semplicemente deliziosi. A ogni spinta, a ogni affondo sentiva crescere la sua forza, la sua potenza e soprattutto il suo desiderio, che sembrava non poter saziarsi “soltanto” con il corpo di Cia: fu in quel momento che supplicò per le labbra di Desdemona, mentre Cia gemeva più forte e si faceva sempre più stretta per via del piacere che l’assaliva.
    Si protese verso le due con ogni fibra dei suoi muscoli erculei, pur senza smettere per un solo istante di spingere dentro di Cia, di scoparla come se avesse il Diavolo in corpo, ringhiando di piacere sentendo i canini della sua amante mordergli il pettorale scolpito mentre il suo corpo si stringeva al suo, avvolgendogli la coda attorno a una coscia: se Lady Ganon non gli avesse già afferrato il volto, sarebbe di certo disceso nuovamente verso Cia, baciandola con furia bestiale mentre la possedeva inarrestabile, ma si dovette accontentare di stringerla ancora di più a sé e farle sentire la presa d’acciaio delle sue mani, con la sinistra che risalì fino al suo seno e di cui stuzzicò i capezzoli rosei con gli artigli appuntiti e forti.
    Voleva pregare ancora una volta Lady Ganon di concedergli le sue labbra, ma lo sguardo intenso della donna uccise sul nascere ogni invocazione e preghiera, lasciando soltanto i suoi occhi cremisi, simili a ribollenti mari di sangue, a specchiarsi nell’oro liquido di quelli della donna. Era uno sguardo severo, duro quasi, a cui lui rispose con tutto l’abbandono che soltanto il desiderio sfrenato e il bisogno impellente potevano creare e giustificare: miagolò, persino, prima di venire interrotto dalla foga della donna, che lo baciò deliziosamente irruente, lasciandolo precipitare in un abisso di pura lussuria.
    Dopo il primo attimo di stupore, infatti, la lunga lingua felina rispose con entusiasmo e passione a quella della donna, cercandola attivamente a impegnandosi con essa in una sfrenata danza di puro desiderio; Cia avrebbe sentito chiaramente quella mazza mastodontica pulsare in lei come se fosse impazzita, neanche se fosse pronta e esplodere in lei in orgasmo semplicemente inarrestabile, mentre la scopava con un impeto, un’energia, una brutalità semplicemente inimmaginabili.
    Desdemona avrebbe potuto facilmente percepire quella lingua assai più lunga e larga di quella umana, ruvida e famelica riempirle la bocca e risponderle colpo su colpo, mentre le fusa del neko si facevano sempre più rumorose e le piacevoli vibrazioni si spandevano dalla sua gola fino alla sua bocca. In momento, l’energia oscura e bruciante della donna prese a fluire in lui e non negli avari rivoli del passato, ma in un torrente copioso che lo investì con forza semplicemente inarrestabile: il corpo di Astratto, infatti, sembrava essere saturo di energia eppure prese ad assorbire quella portentosa di Lady Ganon come un pozzo senza fondo, come un deserto arido risucchierebbe delle piogge fortuite.
    Ovviamente la preside avrebbe potuto notare facilmente come, a differenza di tutte le altre volte, quell’energia non le veniva restituita accresciuta, ma era come se il corpo del neko volesse impadronirsene fino all’ultima goccia: quando la donna avesse frenato il flusso della sua forza vitale, ecco che il corpo di Astratto avrebbe liberato accresciuto, moltiplicato ogni singola stilla di quello che aveva assorbito.
    Un vero e proprio fulmine di energia intrisa di desiderio che avrebbe attraversato il corpo delle due, sicuramente squassando Cia e lasciando effetti profondi anche a Desdemona, mentre il corpo dell’ibrido s’accrebbe ancora: Cia avrebbe sentito chiaramente le mani che la stringevano farsi più grandi, più forti, mentre quei muscoli già scolpiti si gonfiavano ulteriormente, aumentando le sue dimensioni già esagerate di un altro poco. Ma soprattutto avrebbe percepito quella verga già colossale crescere ancora dentro di lei, farsi più larga, più enorme e più bollente, dilatandola oltre il possibile e travolgendola con forza erculea, degna di un vero combattente.

    << Aah!! Cia, Desdemona!! Sto per… Nghhh, sì cazzo!!!>>

    Urlò sottraendosi per un attimo dalle labbra della preside, totalmente travolto dal piacere, come dimostrò l’imbastardirsi del suo lessico, prima di fiondarsi nuovamente sulle labbra della donna, di cui bloccò la nuca con la sua forte mano destra, mentre la lingua, più calda, lunga e ruvida che mai si avvolgeva alla sua mossa da un impeto tutto animale.
    Trattenersi oltre gli fu impossibile e dopo una spinta spaventosamente potente, dove la cappella cozzò con brutale impeto contro la cervice della giovane professoressa, esplose in un orgasmo semplicemente incredibile: fiume di sperma ribollente, densissimo e intriso di energia al punto da apparire come lussuria liquida fluirono senza sosta dentro di Cia, riempiendole in un attimo il ventre e gonfiandoglielo per lunghissimi minuti, al punto da dilatarlo fino a farla sembrare incinta di almeno un paio di mesi. Durante tutto l’orgasmo, però, il neko non si arrestò un solo attimo e continuò a spingere dentro di lei come se niente fosse, anzi aumentando esponenzialmente il ritmo forsennato dei suoi affondi e possedendola con tutta la forza che aveva in corpo.
    Ciò, ovviamente, provocava rumori sempre più osceni e quella mostruosa colonna di carne impediva che il suo utero potesse liberarsi della seppur minima goccia di tutto quel seme ribollente, tanto che ogni spinta rimescolava quel mare di energia liquida che gli bruciava il ventre, mentre Astratto continuava sempre più furioso il bacio con Lady Ganon.
    Infine, quando finalmente quell’orgasmo semplicemente incredibile si esaurì, non una stilla di energia abbandonò quella mazza colossale che rimase durissima ed eretta dentro di Cia, assolutamente inappagata, anzi l’ibrido non perse tempo e, dopo aver abbandonato le labbra di Lady Ganon, fuori di sé dal desiderio che continuava a consumarlo come se non fosse mai venuto, si impadronì della bocca della sua giovane amante, continuando a scoparla come se niente fosse.

    << Aaaaahh!! non… non riesco a smettere… non voglio smettere! Cia, Cia! Ti voglio… ti voglio ancora!>>

    Ringhiò ancora una volta, mordendole il collo e succhiando con furia la pelle, prima di dirigersi verso quei segni magnifici, che succhiò, morse e leccò come se da questo dipendesse la sua vita, fuori di sé dalla lussuria, mentre affondava in lei con impeto a dir poco brutale.
    In tutto questo, però, Lady Ganon avrebbe potuto osservare che la pelle del ragazzo riluceva ancora satura d’energia, come se il suo dono fosse andato perso: certo, era diventato ancora più forte e grosso, ma era ben poca cosa rispetto alle trasformazioni che il suo corpo aveva subito in precedenza, quindi dov’era finita la sua energia?
    Se si fosse posta questa domanda, la risposta le sarebbe arrivata sotto forma di due mani forti, armate di artigli che le avrebbero stretto i seni prosperosi mentre una lunga e bianca coda felina le si avvolgeva intorno alla vita, tirandola verso lo schienale della poltrona.

    << Finalmente ci conosciamo, tesoro.>>

    Una voce virile, sensuale e calda che aveva qualche assonanza con quella di Astratto, benché più calda e matura, quasi roca, soffiò nel suo orecchio prima che una lingua bollente e ruvida come quella che aveva allietato le sue labbra fino a poco prima, le scorresse lungo tutto il collo e le stuzzicò il lobo.

    << G-ghigna? Come diavolo sei… ngh!!>>

    Gemette stupito Astratto, che rallentò per qualche attimo semplicemente stupefatto nell’osservare quello che sapeva essere suo fratello maggiore davanti a lui, con un corpo in tutto e per tutto uguale al suo. Purtroppo, però, il suo tentativo di capirci qualcosa fu vanificato dalla lussuria che lo stava semplicemente divorando e riprese a possedere Cia con forse più forza di prima.
    Finalmente ecco svelato il piano di Ghigna: in realtà contava di utilizzare l’energia delle due per riuscire a prendere il controllo del corpo che condivideva con i suoi fratelli per scalzare i suoi fratelli, ma si sentiva decisamente in colpa nel giocare un simile tiro mancino ad Astratto (E oltretutto non sapeva se ci sarebbe davvero riuscito, vista la determinazione del suo fratellino) e quando percepì con chiarezza la mole di energia che stava fluendo in loro, non esitò a dirottarla per crearsi un comodo simulacro da usare a piacimento, così da non scontentare nessuno.
    Ovviamente quel corpo non era che una copia di energia solida e tangibile di quello originale, ma esteriormente non aveva alcuna differenza, anzi Lady Ganon avrebbe sentito il calore di quelle mani grandi e forte che le stringeva con cupidigia e desiderio il seno ancora malauguratamente coperto dal reggiseno in pelle nera.

    << Pensa a far godere la tua amica, fratellino: le spiegazioni lasciamole a dopo.>>

    Rispose con un ghigno sornione che faceva decisamente onore al suo nome, prima di spostare la sua attenzione alla bella preside, decisamente divertito da tutta quella situazione, nuova anche a un libertino e ingordo di piaceri come lui.

    << E tu, tesoro, vuoi le spiegazioni subito o preferisci rimandarle? Dopotutto mi sembri decisamente bisognoso di... aiuto. Sbaglio, forse?>>

    La stuzzicò sornione, sciogliendo la presa sui suoi seni (sempre che Desdemona non si fosse già liberata), per potersi spostare al lato della poltrona, piegandosi sopra il bracciolo affinché si potessero guardare negli occhi e lei potesse osservare la perfetta rassomiglianza con il corpo di Astratto: non soltanto era identico al suo fratellino ma, soprattutto, poteva mostrare con più chiarezza i risultati che tutte quelle iniezioni di magia avevano portato al suo corpo, ormai diventato un autentico colosso, muscoloso quanto imponente.
    I due, infatti, superavano di parecchio Desdemona e i loro corpi non erano che distese di muscoli erculei e magnifici, perfettamente scolpiti. Infine, l’enorme verga che si ergeva a sfidare la gravita dalle sue cosce muscolose, era così colossale che Lady Ganon non avrebbe dovuto far altro che abbassare di poco le labbra per poterne baciare la cappella gonfissima e deliziosamente rosea. Un’ulteriore tentazione e provocazione di Ghigna, che sembrava voler dimostrare a Lady Ganon che lui non era un micetto con la bocca sporca di latte come Astratto… e, a giudicare dal ghigno divertito che abbelliva le sue labbra e snudava le sue zanne appuntite, sembrava volerla sfidare a provare a sottomettere anche lui.
    Lady Ganon si sarebbe lasciata andare a quella provocazione o avrebbe preferito rimettere in riga con altri mezzi quell’impudente? In ogni caso, questo è certo, avrebbe faticato parecchio.
     
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    C'era qualcosa di strano che stava accadendo mentre Lady Ganon cercava di studiare un attimo l'energia del ragazzo. Sentiva la propria energia fluire via verso Astratto, come se il ragazzo fosse una sorta di ricettacolo per la magia, per l'energia. Era come un pozzo senza fondo, sembrava poter continuare ancora ad abbeverarsi di magia. Non aveva mai visto nulla di simile prima di allora. Difatti Lady Ganon era sorpresa e smarrita e si lasciò andare al bacio furioso del neko mentre sentiva Cia sopra di sé abbandonarsi sempre di più al piacere e alla perversione. Oltretutto quando Lady Ganon smise di dargli energia sentì di nuovo quell'ondata invaderla scaldarla nel profondo di desiderio. Sentiva il calore al basso ventre farsi più vivido e quel desiderio che reprimeva con tutte le sue forze si tradusse in una presa rude sul seno di Cia. Quest'ultima nonostante avesse serrato i denti sul pettorale dell'uomo, continuava a gemere rumorosamente. Il morso perse man mano di forza mentre l'orgasmo iniziava a invaderla come una ondata bollente. Le sembrava di andare a fuoco, dentro e fuori, su ogni piccolo millimetro che quel grosso pezzo di carne stimolava con la sua furia. Lo sentì pulsare ormai vicino al culmine anche lui e quello la aiutò moltissimo a lasciarsi andare ad un intenso orgasmo. Le gambe si irriggidirono, le ali tremarono mentre la coda si strinse attorno alla coscia del neko con più forza, con la punta che vibrava leggermente, la bocca lasciò la presa sul suo pettorale per sfogare un gemito lungo e con la voce un poco più stridula, e quello era solo l'inizio poiché si sentì riempire di caldissimo seme che la portò a schizzare umori contro il ventre del ragazzo, mentre lei tremava sconquassata dai fremiti intensi di piacere. La bocca spalancata in un sorriso beato con la lingua penzoloni, gli occhi ribaltati verso l'alto in una espressione di pura estasi. Sentiva il suo seme bollente riempirla sempre di più fino a farle male la pancia che intanto si gonfiava per l'abbondanza di quel nettare perverso. Lady Ganon non subì solo l'energia perversa del Neko ma anche quella di Cia che iniziava a influenzarla troppo. Sentiva il chiaro bisogno di toccarsi, la clitoride le formicolava protestando da sotto le mutande di pelle scura. Difatto il bacio di Desdemona divenne più avido e languido. Fortunatamente Astratto ad un certo punto lasciò stare le labbra di Lady Ganon, che si sentì improvvisamente privata di un piacevole passatempo. Lady Ganon si rese conto che la mano aveva iniziato a massaggiare il seno di Cia, che desiderava ben più di un bacio e che stava per perdere il controllo, così dovette prendere una decisione drastica, forse spinta più dal timore di lasciarsi coinvolgere che dalla paura di ciò che sentiva. Spinse in avanti Cia e il ragazzo forse con fin troppa forza per allontanarli da sé e prendere un poco di respiro. Probabilmente per quanto erano coinvolti uno dall'altro per loro non fece molta differenza e Cia si ritrovò a cadere in avanti travolgendo dolcemente Astratto che sarebbe finito nuovamente sdraiato a terra con Cia a cavalcioni su di lui, ancora uniti nella carne. Ancora persa nei fumi della lussuria, mentre lui tornò a muoversi in lei a leccarla e succhiarla sui seni strappandole altri deboli gemiti per via dell'ograsmo appena avuto.
    Aaah Astratto... c-così verrò... di nuovo.. verrò... nnghh fece prima che un nuovo fenomeno distraesse tutti i presenti nella stanza. Di fatti dopo quelle parole apparve Ghigna che sorprese tutti i presenti, sopratutto Lady Ganon che per un attimo si spaventò sentendosi stringere improvvisamente. La sua aura magica fiammeggiò oscura sul suo corpo istintivamente come se avesse voluto difenderla. La voce virile di Ghigna fece voltare entrambe le donne. Rimasero stupite nel vedere che aveva lo stesso identico aspetto di Astratto che oltretutto lui chiamò per nome. Sembrava consocerlo molto bene, e se Lady Ganon non lo aveva già attaccato brutalmente fu solo perché aveva sentito la propria energia su quelle mani che la stringevano e sulla coda, percepì tramite il semplice tocco che quella entità apparteneva ad Astratto e curiosamente visto che si era nutrito della sua energia anche a lei.
    Che diamine succede? fece Lady Ganon allarmate, avrebbe detto qualcosa anche Cia se Astratto non avesse ripreso a muoversi dentro di lui rimescolandole il seme nel ventre. Cia difatti tremò afflosciandosi un momento verso il ragazzo, poggiando il viso contro il petto del ragazzo. I movimenti di quel grosso cazzo riuscirono a far uscire di tanto in tanto un poco di sperma misto ad umori creando rumori osceni che facevano vibrare le labbra vaginali di Cia togliendole le forze e gettandola in un mare di lussuria sconfinato. Non si sentì minacciata e visto che Cia aveva intuito che dentro Astratto ci fosse di più, che vi era un'altra entità diede quasi per scontato che Lady Ganon non corresse pericoli, quindi si voltò verso Astratto certa che la sua principessa fosse più che in grado di badare a se stessa. Lo sguardo di Cia era languido e carico di erotismo, stava godendo perché lui non le stava dando tregua quindi si lasciò andare totalmente alla sua natura perversa. Gli afferrò la testa per baciarlo sulla bocca con passione crescente, muovendosi con i fianchi su quel gigantesco cazzo impalandosi da sola fino a sentire dolore e poi piacere.
    Aaah Astratto sei meraviglioso, mi stai facendo impazzire. fece con la voce rotta dal piacere fra un bacio e l'altro a fior di labbra, si sentiva così piccina su di lui, adorava quel corpo statuario, quei muscoli tonici che prese a carezzare, a saggiare con gli artigli, palpandolo famelica di quella bellezza. Intanto alle sue spalle Lady Ganon mutò il suo sguardo da sorpresa e attonita a indispettita e furiosa. Quel fare prepotente e sagace di chi pensava che avesse tutte le donne ai suoi piedi le diede ai nervi. Sì ardeva di desiderio anche lei, non poteva negarlo e fortunatamente essendo donna poteva dissimulare benissimo il proprio desiderio. Ma sentire quel ragazzo parlarle in quel modo la mandò in bestia, sopratutto quando svettò con il suo membro davanti alla sua faccia come se volesse tentarla. Per chi l'aveva presa? La sua mano saettò veloce sui testicoli di Ghigna stringendoglieli con forza e tirandoli verso il basso così da costringerlo ad abbassarsia sua volta se non voleva sentirseli strappare via.
    Come osi sbandierarmi il tuo cazzo davanti alla faccia come se fossi una ingorda meretrice? tuonò severa e nervosa. Quel cazzo enorme, quel corpo perfetto e quell'odore di maschio sotto al naso lo aveva creato grazie alla sua energia, come osava trattarla in quel modo? E sopratutto come osava chiamarla "tesoro"?
    Se non vuoi che ti faccia sparire riprendendomi ciò che è mio, spiega che diamine è successo! lo minacciò ancora senza ovviamente lasciargli i testicoli, strizzandoli come se fosse un antistress di gomma. Sapeva che gli avrebbe fatto molto male, e ciò avrebbe calmato per lo meno un poco la furia di Lady Ganon nel vederlo soffrire.
     
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

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    Anche se impegnato nel travolgente bacio che si stava scambiando con Lady Ganon, l’attenzione di Astratto verso il magnifico corpo di Cia non soltanto non scemò minimamente ma, venuto meno il contatto visivo, rese a dir poco iper sensibili tutti gli altri sensi che lo soverchiarono con una deliziosa mole di stimolazioni diverse: dai gemiti, infatti, sempre più lunghi e intensi che sfuggivano dalle morbide labbra della giovane, debolmente serrate al suo pettorale, passando per la lunga coda dragonica che si avvolgeva spasmodica e fremente alla sua coscia muscolosa, fino alle carni bollenti e fradice di piacere della sua femminilità ingorda che si stringevano in una piacevolissima morsa d’acciaio attorno alla sua enorme mazza, il corpo dell’ibrido era assediato e sospinto sempre più brutalmente verso la saturazione e l’acme dell’orgasmo.
    Si sentiva come una fornace a cui veniva aggiunto sempre nuovo combustibile, un’enorme pira fatta di muscoli e carni pulsanti che bruciava di pura lussuria… e quando percepì il corpo delizioso che tanto brutalmente stava penetrando, contrarsi come impazzito, fremendo come se fosse attraversato da qualche cataclisma tutto interiore, posticipare ulteriormente l’esplosione del piacere fu semplicemente impossibile: un ringhio sordo gli risalì la gola morendo tra le labbra esperte e magnifiche di Desdemona, mentre la punta del suo gigantesco cazzo eruttava un fiume apparentemente inesauribile di denso seme bollente, così intriso di energia da sembrare un vero e proprio fuoco liquido. La mente travolta, trasfigurata dal piacere del godimento di Astratto balbettò la fragile convinzione che, adesso, quel fuoco indomabile che la consumava e la divorava dall’interno si sarebbe placato, che il suo corpo, la sua eccitazione sarebbero crollati al suolo sfiniti come una coppia di stalloni che si erano dati al galoppo sfrenato, ma stava nuovamente sbagliando. Non ebbe quasi il tempo, infatti, di saggiare il miele del piacere, che la giovane schizzò i suoi umori bollenti sul suo ventre scolpito, mentre gemeva assolutamente persa e vinta dal piacere: a quel punto continuare il bacio con la splendida preside fu impossibile e, seppur a malincuore, abbandonò le sue labbra per osservare lo spettacola di carne fremente e lussuriosa che godeva lasciva sotto di lui.
    Gli specchi di sangue ribollente che erano i suoi occhi si sgranarono ingordi e meravigliati, quasi estatici nell’osservare la meraviglia che si stava compiendo davanti a loro: il volto di Cia, infatti, non era che la trasfigurazione del piacere più intenso, puro e travolge che essere senziente ha mai potuto provare e benché fosse uno spettacolo pieno di lascivia e lussuria, Astratto non poté in alcun modo trovarlo volgare, anzi sentì la vertigine profonda, segreta che da sempre scuote l’anima degli uomini che si trovano di fronte a una grande opera d’arte.
    E il sapere che era stato lui a far ribaltare quegli splendidi occhi violacei, a far piegare dolcemente in un sorriso estatico quella labbra rosee e invitanti, a gonfiarne il ventre piatto di seme bollente… lo infiammò di un desiderio folle, violento, quasi distruttivo. Il piacere dell’orgasmo venne divorato dalla frustrazione di un desiderio troppo grande per un singolo corpo e, se quella colossale verga non aveva perso una stilla di eccitazione e turgore, venne attraversata da una tale scossa di eccitazione che si ritrovò più gonfia, insoddisfatta e dura di prima.
    Si sarebbe di certo lanciato sul morbido corpo di Cia, se quest’ultimo non gli fosse finito addosso per via della spinta di Lady Ganon, benché né Astratto né la bella professoressa, presi com’erano dalla lussuria, non fecero molto caso al cambiamento; Astratto stesso non fece caso che, in quella posizione, il suo enorme cazzo non faceva che affondare più profondità nelle carni di Cia e che i suoi magnifici seni sembravano ancora più invitanti visti dal basso quindi, più affamato di prima, riprese ad affondare brutale dentro di lei e a succhiarle con tutta la furia di una fiera affamata, i seni procaci.
    Ovviamente i gemiti di Cia e i suoi sussurri dove lo informava che, se avesse continuato in quel modo, l’avrebbe fatta venire nuovamente erano degli sproni semplicemente fantastici affinché si perdesse del tutto nell’ingordigia del desiderio, al punto che se anche la scuola fosse stata bombardata da una flotta area, lui non ci avrebbe fatto alcun caso. Ma Ghigna era assai più rumoroso ed evidente di un centinaio di bombe e la sua venuta distrasse tanto le due donne che suo “fratello” minore: Astratto avrebbe voluto chiedere spiegazioni al fratello, capire come aveva fatto a crearsi un simulacro da muovere come se fosse il loro corpo, nonché spiegare la situazione alle altre due presenti e mettere un freno all’impudenza di quell’arrogante, ma malgrado tutte le sue buone intenzioni, il richiamo del corpo di Cia era troppo intenso, troppo dolce, troppo caldo perché vi potesse resistere per più di qualche secondo.
    Per questo motivo, prima che la sua splendida amante poté aprire bocca, rispese a sbatterle dentro con furia quell’enormità pulsante, rimestandogliele tutto quel seme bollente e vischioso che le riempiva e deformava il ventre, più affamato ed eccitato di prima. Cia reagì in modo semplicemente delizioso, abbandonandosi totalmente al piacere che quelle spinte brutali gli causavano, fino a piegarsi su di lui, con il volto che premeva dolcemente sui pettorali scolpiti del ragazzo che, a quel punto, non ci vide più: le sue braccia forti, infatti, avvolsero quel delizioso corpo minuto in un abbraccio protettivo e famelico assieme, mentre le sue spinte si facevano a dir poco forsennate, tanto che piccoli rivoli di sperma ancora caldissimo presero a scorrere lungo la colossale asta, producendo rumori osceni quanto eccitanti a ogni affondo.
    Sentiva che avrebbe potuto trascorrere tutta la sua vita a scoparla in quel modo, quando Cia, recuperate le forze, gli afferrò la nuca per baciarlo famelica, prima di impalarsi da sola sul suo gigantesco cazzo, gemendo di piacere e dolore assieme.
    Fu semplicemente sublime osservare quel corpo magnifico, minuto e impreziosito dalle scaglie violacee rilucenti di caratteri di una lingua sconosciuta, danzare frenetico sulla sua verga pulsante, mentre i caldi occhi viola della giovane lo guardavano persi e decisi assieme, in uno sguardo più caldo del soffio di un vero drago. Ma ciò che lo fece fremere come un ragazzino, che gli strozzò in gola le invocazioni come i gemiti e che rese i suoi occhi un liquido e infuocato mare di passione, furono le semplici, ma irresistibili carezze che Cia dispensò ai suoi muscoli gonfi e scolpiti, che gli fecero inarcare la schiena nel tentativo di rendere il contatto tra le sue mani, i suoi artigli dragonici e la sua pelle più intenso, più duraturo. Per quanto semplice e insignificanti potessero apparire quelle carezze a un occhio esterno, per Astratto rappresentavano un gesto prezioso quanto dolce: volevano dire, infatti, che Cia lo desiderava e lo desiderava tutto, non solo come semplice schiavetto, come piacevole dildo vivente, ma che lo voleva nella sua totalità, nella sua essenza e questo fece dilagare in Astratto una strana e impossibile sensazione, un ossimoro vivente, perché in sé aveva la calda dolcezza della tenerezza che poteva facilmente diventare un principio di affetto e il fuoco ingordo della lussuria, la frenesia tutta animalesca di un desiderio indomato e indomabile.
    Obbedì alla contrastante natura di questa sensazione che mescolava tenerezza e lussuria, dapprima gettandosi quasi furioso su di lei, capovolgendo ancora una volta la situazione, mentre con la sua mano grande e forte le sollevava il bacino afferrandola rudemente per i glutei sodissimi quel tanto che bastava per rendere le penetrazioni più profonde e intense, prima di scolparla con furia semplicemente bestiale, fuori di sé dal desiderio… e poi, baciandola, leccandola e adorandola in ogni centimetro di pelle a portata della sua bocca famelica.

    << Tu sei meravigliosa! Tu sei fantastica, splendida! Io… nghhh!! Ti adoro, Cia, ti adoro con tutto me stesso! Voglio farti venire di nuovo… ti prego, Cia, schizza ancora il tuo piacere per me, veniamo di nuovo insieme! Ti prego… Cia, Cia!!>>

    Esclamò sconnesso, in preda al desiderio più intenso e bruciante che avesse mai affondato le sue zanne nelle sue carni, mentre con la mano libera la strizzava, la carezzava continuamente, con la sua bocca affamata che si divideva come impazzita, incapace di una scelta, tra i suoi seni, le sue labbra e il suo collo morbido, che ogni volta tentava con le zanne appuntite, la lingue ruvida e il calore delle labbra morbide, mentre la lunga coda si avvolgeva come impazzita in torno al suo ventre, premendo sull’enorme cazzo che la scopava e sul mare di sperma ribollente che gli gonfiava l’utero. Sembrava diviso tra il desiderio di divorarla come un leone avrebbe fatto con la gazzella appena abbattuta e di adorarla come uno schiavo farebbe con una Dea scesa in terra. Per questo motivo, la bella Cia avrebbe sentito quell’immane mazza che le sconvolgeva le carni e le arroventava la fichetta oscenamente dilatata e rigonfia di seme ancora caldissimo, pulsare frenetica e spasmodica come se fosse pronta a un orgasmo cento volte più intenso e copioso del precedente, ma non si sarebbe mai lasciata andare al piacere se prima non lo avesse fatto lei.
    Intanto, stabilito che il fratellino si stava facendo onore con la bella Cia, Ghigna decise di dedicarsi anima e corpo (ma soprattutto corpo) a sciogliere la gelida Lady Ganon, conscio che sotto la corazza dell’autorità, si nascondeva una donna sì dominante, ma anche affamata di piacere e dalla lussuria sconfinata… o almeno era questa la sensazione che gli aveva dato la splendida Desdemona, quando ancora l’osservare dagli occhi di Astratto. Il modo in cui si tratteneva dall’abbandonarsi ai propri istinti, di soddisfare l’eccitazione che pure gli arroventava le carni, gli faceva pensare a quanto dovesse essere selvaggia, esplosiva e, perché no, rude nel cercare il proprio piacere.
    Gli sembrava, insomma, di star stuzzicando con un legnetto una fiera addormentata e, per un amante del pericolo come lui, ciò non poteva che divertirlo ed eccitarlo oltre ogni dire, ma ebbe facilmente modo di accorgersi di quanto era stato avventato: Lady Ganon, infatti, dopo aver espresso tutta la sua irritazione e con un gesto repentino gli afferrò i grossi testicoli tirandoli verso il basso, procurandogli un dolore fortissimo che, istintivamente, lo fecero abbassare fino quasi a inginocchiarsi davanti a lei, benché la sua statura era così imponente che avrebbe comunque permesso alla donna di continuare a stringere i suoi testicoli agevolmente, senza doversi piegare verso di lui.
    Ovviamente il dolore che quella stretta repentina gli causò, fu così intenso da farlo ringhiare di dolore, mentre il volto si trasformava in una maschera sofferente e le sue mani andavano istintivamente a stringere il polso della donna e il suo braccio, come a mettere un freno alla sofferenza che gli stava procurando.
    In realtà, l’istinto del neko gli aveva suggerito di allontanare quella mano e affondare gli artigli acuminati sul suo braccio, ma il suo buonsenso l’aveva frenato dall’avere una reazione violenta, comprendendo che, con tutta probabilità, avrebbe avuto la peggio in uno scontro fisico con la preside e, soprattutto, si sarebbe allontanato dal suo reale obiettivo. Si decise, dunque, a fare buon viso a cattivo gioco, così come ben dimostrò il sorriso tirato, eppure sempre divertito e un po’ beffardo che si delineò sulle sue labbra.

    << Urgh… certo che siamo permalose, eh? Nghh!>>

    Gemette, percependo quella mano deliziosa quanto crudele stringere con violenza le sue povere gonadi, terribilmente gonfie e frementi di dolore, al punto che Desdemona avrebbe percepito facilmente la carne calda che strabordava abbondante dal suo palmo farsi decisamente più calda, come se stesse ricavando ulteriore eccitazione dalla violenza che gli stava infliggendo. Certo, Ghigna non era propriamente masochista, ma amava il brivido del pericolo e c’erano ben poche situazioni più pericolose per un uomo, che avere le proprie palle serrate nella morsa ferrea di una donna infuriata.

    << Mi hai, però, equivocato, non volevo offenderti, anzi visto che abbiamo iniziato con il piede sbagliato… ti va di fare un passo indietro?>>

    Le chiese, liberando il suo polso e il suo avambraccio dalla stretta delle sue forti mani, in un gesto che voleva essere di distensione e anche una dimostrazione dei buoni propositi dell’uomo, benché sentire i propri testicoli strizzati come una pallina antistress gli provocava ringhi di rabbia necessariamente repressa e lampi di dolore che spezzavano quel ghigno beffardo, quanto accondiscendente.

    << Io sono Ghigna, il fratello maggiore di Astratto. O meglio, ci definiamo fratelli, ma condividiamo semplicemente lo stesso corpo: credo che tu mi abbia percepito, prima, quando stavi sondando l’energia del mio fratellino, non ricordi? Quanto alla mia comparsa… avevo voglia di conoscervi direttamente, ma non volevo privare il mio fratellino della vostra compagnia, quindi ho provato a manipolare la tua energia e questo è stato il risultato. Non per vantarmi, ma per essere stata la prima volta che ci provavo, ho fatto un buon lavoro, no?>>

    Le spiegò tranquillo, provando a sopportare stoicamente le fitte che straziavano i suoi poveri testicoli e facevano fremere colossale e maestoso il suo grosso cazzo, terribilmente gonfio e allettante.

    << Spero di averti soddisfatto. E già che ci siamo, un consiglio: tu sei una avvezza al comando, si vede, ma sappi che a volte si ottiene di più con il miele…>>

    Prese a dire, prima di sfruttare il bel trucchetto che tante volte aveva salvato lui e i suoi fratelli: quello di rendersi intangibili e di potersi spostare incredibilmente lontano in pochissimo tempo, benché quella volta lo spostamento non fu che di qualche decina di centimetri.
    Desdemona si sarebbe ritrovata, infatti, a stringere l’aria, con il neko letteralmente scomparso davanti ai suoi occhi, prima di ritrovarselo a cavalcioni sopra la poltrona, con il grosso cazzo bollente che le premeva sul ventre e i seni e le sue grandi, forti braccia che le bloccavano i polsi ai braccioli.

    << …Che con una bastonata.>>

    Aggiunse in un caldo sussurro a fior di labbra, strusciando quell’enorme colonna di carne turgida e pulsante sulla sua pelle vellutata e deliziosamente scura. Prima, però, che Lady Ganon potesse reagire violentemente, l’ibrido la lasciò andare, scivolando ai suoi piedi, in ginocchio come un bravo micetto.

    << Allora, Mia Signora, mi permetterai di farmi perdonare?>>

    Le domandò beffardo eppure docile quanto sensuale, carezzandole con le grandi mani le cosce brune, prima di dare una lenta e lunga leccata alla sua femminilità, da sopra il velo nero delle sue mutandine.
    Ghigna era un tipo orgoglioso, ma come tutti i felini, anche molto opportunista: dopotutto per la vendetta c’è sempre tempo, quindi perché non dimostrare alla bella preside che, con i giusti modi, poteva essere un micione non meno “adorabile” del suo fratellino? Certo, sembrava evidente che malgrado il suo atteggiamento docile, era un vero ribelle e che alla prima occasione avrebbe sfidato l’autorità di Desdemona… ma ciò non era importante, non quanto le sensazioni che la sua lingua ruvida avrebbero potuto dare alla sua femminilità se fosse stata nuda. Bastava questo per far capitolare Lady Ganon? Forse no, ma di certo non c’è alcun gusto nel comandare, se non si rischia un po’…
     
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    La furia con cui Astratto si muoveva dentro di lei le toglieva le forze, per gettarla in un oceano di piacere crescente. Di solito era meno facile e lasciva verso i ragazzi, preferiva di gran lunga sedurli a modo suo, giocarci un poco, ma non avrebbe mai pensato che il semplice tocco su di lui avrebbe cambiato tutto. La sua stranissima abilità che si era trasformata in energia erotica l'aveva ubriacata da subito. Forse non era poi un così bel affare essere abile nel leggere le energie e nel saperle percepire meglio degli altri. Sopratutto se si veniva totalmente coinvolti come era successo con Astratto. Oltretutto anche se avesse voluto esercitare un poco della sua resistenza contro di lui veniva cancellata da ogni novità che il gatto mostrava, poiché si rendeva sempre più irresistibile crescendo in stazza. Cia amava gli uomini imponenti e lui sembrava voler abbattere ogni suo dubbio anche semplicemente solo con il suo aspetto. Infine la sua lingua le aveva distrutto qualsiasi tipo di incertezza: non poteva lasciarsi sfuggire una occasione del genere. Anche se inizialmente voleva provare a sedurre Desdemona alla fine era stata distratta totalmente dal ragazzo neko. Era energico e con tantissima voglia di provare e provare ancora proprio perché era vergine. Il suo entusiasmo era contagiante, Cia ricordava bene cosa si provava la prima volta che si prova il piacere carnale con un partner. Non si sarebbe accontentato di un solo "giro" di sesso, e ciò non poteva che rendere Cia felice, poiché avrebbe reso tutto più passionale e travolgente. Inoltre la prima volta non si sarebbe mai dimenticata e per Cia era un onore rimanere nella sua mente per sempre. La lingua rasposa che volteggiava nella sua bocca le faceva girare la testa, le sue fusa stranamente la rilassavano quel tanto che bastava per godersi il momento senza preoccupazioni. I suoi muscoli che la stringevano la scaldavano ancora di più, eccitandola come non mai, facendole pulsare la clitoride, mentre la cervice di tanto in tanto si stringeva attorno al membro del ragazzo in spasmi. Astrattato la afferrò ancora come se non avesse peso e si ritrovò a terra, con Astratto su di lei che prese a martellarle il suo enorme membro nelle sue carni. Lo sentiva chiaramente bussare contro l'utero, riempirla totalmente e lo spazio non sembrava nemmeno sufficente per ospitarlo più della metà. Ogni affondo faceva cozzare la cappella contro il suo utero, avrebbe dovuto sentire dolore, invece quella sensazione era bruciante ed intensa, era come una vibrazione che si propagava in tutto il corpo, come se lei fosse un tamburo e risuonava di lussuria grazie a quel cazzo enorme che la percuoteva dentro. Avrebbe voluto stringerlo a sé, ma era troppo grosso per riuscirci e quel semplice fatto la faceva impazzire. Riprese a palparlo sui pettorali, sulle spalle, le braccia. Gli carezzò anche la schiena andando verso il basso per afferrargli le natiche sode e muscolose che si contraevano ad ogni affondo dentro di lei. Non riusciva a smettere di gemere, lo faceva anche nella bocca del ragazzo, schiacciando i suoni contro la sua lingua, e quando lui si spostava per leccarla in altri punti del corpo, il suono usciva dalle sue labbra alto, aspirato, un suono che era impossibile da fingere. Cia aveva la mente totalmente annebbiata, sentiva di nuovo un orgasmo farsi sempre più bruciante dentro di lei. Le mani si serrarono contro i glutei di Astratto, spingendolo dentro di lei e allentando la presa come se avesse voluto mostrargli il ritmo di cui aveva più bisogno. Un ritmo veloce e potente che lui le stava già dando per avere il massimo del piacere. Lo sentiva pulsare dentro di lei, lo sentiva farsi più duro quasi a farle male. Era semplicemente perfetto, così perfetto che non riusciva nemmeno a parlare.
    Aaah... non ... tratt...enheerti... la sua voce era spezzata da spasmi di piacere che le toglievano il fiato. Non voleva parlare non voleva distrarsi dalle sensazioni fisiche che la stavano devastando, se li voleva godere fino in fondo. Non sarebbero servite parole per far capire ad Astratto che stava per raggiungere un orgasmo. Le cosce di Cia si alzarono e allargarono per favorire l'amplesso sentendolo scivolare più affondo facendole rigonfiare lo stomaco. Inarcò la schiena, le gambe si irriggidirono tremando di tanto in tanto, i suoi capezzoli ormai erano totalmente ritti, il suo volto stravolto di piacere si piegava di nuovo in un sorriso di beatitudine mentre gli occhi si sollevavano verso l'alto mentre raggiungeva l'estasi, un nuovo spruzzo di umori incontenibile, ed un urlo di piacere che rendeva più che palese ciò che le stava succedendo.
    A qualche metro più in là la situazione invece sembrava essere solo all'inizio di una catastrofe. Lady Ganon fissava iraconda il ragazzo mentre si piegava sulle ginocchia per il dolore, dando una intensissima sensazione di soddiafazione a Lady Ganon nel vederlo abbassare la sua insopportabile cresta arrogante. Imperterrito tuttavia tenne il suo cipiglio giovanile cercando in tutti i modi di rendere meno tesa la situazione con le parole. Notò che aveva stretto il suo braccio come se avesse voluto fermarla, senza però metterci forza, come se volesse solo darle un avviso. Fu incredibile sentire sulle proprie mani la fisicità di Ghigna, lo vedeva che non era del tutto di carne ed ossa, ma lo sembrava al tatto. Un fenomeno assai raro e particolare che accesero molto l'interesse di Desdemona. Tuttavia doveva mettere prima in chiaro i ranghi: era lei che comandava ed esigeva un certo tipo di rispetto. Fu colpita dal fatto che stringendogli in quel modo crudele le gonadi non aveva intaccato per niente la sua eccitazione. Solitamente molti uomini perdevano la verve afflosciandosi, lui invece rimase duro, e cercò perfino di resistere al dolore. Spiegò che era il fratello di Astratto, che tuttavia era costretto a condividere il corpo con lui. Desdemona lo fissò incuriosita. Era una spiegazione veloce ma che aveva senso, sopratutto se la comparava con ciò che aveva sentito sondando l'energia di Astratto. Si ritrovò quindi a pensare al fratellino minore di cui aveva parlato prima Astratto, quindi aveva un'altro essere dentro di lui? Era tutto così curioso che si sentì avida di saperne di più. La presa sui testicoli si allentò un poco poiché interessata a saperne di più, ma il ragazzo tornò di nuovo a parlare in quel modo insopportabile che le fece di nuovo stringere la mano crudelmente. Prima di potersi godere le smorfie di dolore del ragazzo tuttavia lo sentì farsi impalpabile e trasparente. Per un attimo temette di aver esagerato e che aveva distrutto il fenomeno, invece subito dopo se lo vide ricomparire davanti a cavalcioni su di lei che le premeva di nuovo il membro addosso facendole sentire tutta la sua fisicità. Lady Ganon non percepì subito il membro di Ghigna addosso, o meglio non era la prima cosa a cui fece caso, troppo stupita per il nuovo fenomeno. Quel tipo di abilità e di incantesimi erano molto molto difficili da padroneggiare, e vedere che un essere dalle orecchie feline ci riusciva così facilmente come se respirasse la spiazzò. Tuttavia la "lezioncina" che voleva darle a parole irritarono parecchio Lady Ganon che non sopportò di sentire quel cazzo enorme premuto adosso. Ebbe il chiaro istinto di morderglielo con cattiveria, ma si trattenne, cercando di sollevare le braccia per afferrarlo e strozzarlo ma prima di poter dare soddisfazione a quel desiderio, se lo ritrovò di nuovo fra le cosce in una posizione decisamente più consona ai suoi desideri. O per lo meno inizialmente, quando le sembrò quasi accondiscendente e remissivo. Peccato che poi le mani guizzarono su di lei sfrontate. Fermò immediatamente l'avanzata delle mani di Ghigna che si strusciariono sulle gambe afferrandolo per i polsi. Strinse i denti con forza nel sentire la lingua caldissima posarsi contro la stoffa delle sue mutandine: quel dannato aveva la lingua rasposa e riuscì a fargliela sentire benissimo anche attraverso la stoffa. Trattenne il respiro con tutte le sue forze per non dargli alcuna soddisfazione, anche se un intenso brivido l'aveva attraversata con una ondata di desiderio bollente. Tirò i polsi del ragazzo rudemente stringendogli la testa fra le cosce, intrappolando in un certo senso la sua bocca contro il suo pube. Subito dopo per impedirgli di svincolarsi, sollevò velocemente una delle gambe per premergli il polpaccio contro la nuca così da premergli la bocca violentemente contro di lei, in una sorta di presa di lotta più che una presa sensuale. Ghigna avrebbe potuto sentire l'aroma inconfondibile di donna e una certa sensazione di umido sulla stoffa farsi più caldo.

    Fammi capire, sei stato tutto il tempo ad osservare da dentro tuo fratello cosa stava succedendo. Godendoti tutto lo spettacolo mentre raccoglievi energia per crearti un corpo. Lady Ganon continuava a fissare il ragazzo, godendosi a sua volta lo spettacolo di quell'enorme essere piegato e alla sua mercee. Ovviamente gli teneva fermi i polsi con tutte le sue forze per impedirgli di farsi toccare e quindi fargli capire che gli avrebbe fatto male se osava prendere iniziative sgradite.
    Sì, è stato ammirevole riusicre in una cosa del genere, ma adesso che pensavi di fare? Lanciarti su di me convintissimo che mi sarei sciolta sotto le tue carezze e avremmo fatto sesso selvaggio come stanno facendo quei due? eh? chiese Lady Ganon sprezzante cercando di sminuire quel suo modo di fare sicuro di sé.
    Per quale assurdo motivo, io Desdemona Ganondorf dovrei concedermi ad un perfetto sconosciuto apparso per magia? Uno che si prende tutte queste confidenze facendomi incazzare così tanto? parlava con tono ancora calmo, sebbene si perepisse perfettamente l'irritazione nella sua voce. Enfatizzò un pochino il proprio nome, come se avesse voluto fargli capire che non era una pischella qualsiasi e che stava trattando con un pezzo grosso. Deformazione professionale forse, ma le veniva più che naturale sentirsi superiore agli uomini. Continuava a stringerlo contro di sé mentre parlava così da impedirgli di interrompere il suo discorso. Allentò la presa solo alla fine per dargli modo di rispondere, ma a seconda delle parole che avrebbe scelto lo avrebbe soffocato di nuovo contro il suo pube che intanto si faceva sempre più caldo e sensibile.

    Edited by Hina-Poppezinga - 24/8/2017, 14:34
     
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