Dentro la Scatola

x Yalara

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    Minah sapeva che il parto era una cosa dolorosa per le donne, ma qui stiamo andando oltre il dolore, qui sembrava di tirare fuori una cosa visicida e tentacolata, piena di umori che per fortuna rendevano più sopportabile il momento delicato. Minah era affannosa e rapida nei suoi respiri, sudava come un cavallo all'ippodromo e le sembrava che la sua figa stesse per dilagnarsi di lì a poco, cosa che non avvenne per fortuna, nemmeno quando sentì che erano ben due gli esseri che stavano uscendo dal suo interno, uno appresso all'altro.
    Ma cos'erano? Due polipi? Minah non capiva cosa fossero quelle creature tentacolari, con un occhio solo e dei dentini che decoravano le loro protuberanze. Non era il loro aspetto aberrante che la metteva in agitazione, quanto il fatto che aveva dato i natali a due esseri del genere quando si aspettava, come era giusto che fosse, due infanti, due pargoletti. Ma cosa stava succedendo. Minah stava già per voltare la testa verso padron Faust per chiedere spiegazioni ma nemmeno il tempo di aprire bocca che una delle due creature si era aggrappata a uno dei suoi seni usando i tentacoli come venotse che stringevano forte la sua carne, facendo signhiozzare un grido dolorante che si mutò subito in gemente quando sentì con il tatto come quella creatura stesse affondando qualche suo organo carnoso dentro il foro del suo capezzolo, a quel punto ben allargato dalle esperte e seducenti mani di Faust. Le sembrava letteralmente di sentire un secondo cazzo dentro al suo corpo, a cui poi se ne aggiunse un terzo quando la seconda creatura fece a mò di specchio della prima con l'altro suo seno.
    Minah aveva ancora molti punti interrogativi da risolvere, ma in quel momento non ci stava pensando, o per meglio dire non pensava a niente di niente. Sentiva solo il suo corpo che veniva stuprato da ogni parte e padron Faust che ancora non aveva smesso di scoparla da dietro, nemmeno per un secondo. Ebbe addirittura la forza di spararle un'ennesima ondata di caldo sperma dentro di lei, accaldando il volto gemente della ragazza, così come le sue parti intime e i suoi seni completamente sommersi dalle carni dei due "polipi" che stavano cospargendo di una sostanza verdastra e densa ogni centimetro del suo corpo su cui erano passati.
    Sentiva come i due appena nati stavano risucchiando come cannucce tutto il latte che le sue mammelle stavano secernendo, facendo sentire Minah sempre più storidta, prossima allo svenimento quasi. Erano ingordi all'inverosimile e non sarebbe passato molto tempo prima che le tette di Minah sarebbe passate da due seni prosperosi e invitanti a un paio di mozzarelle andate a male e penzolanti. "Gnh! Quanto-ah! Quanto succhiano! Mangeranno la mia carne Faust!? Falli nutrire di me allora! Poi io-ah! Io voglio! Ah! Che mi fottano! Sono cazzi!? Sono cazzi che succhiano latte dalle mie tette vero!? Vero padrone!? Aaah! Voglio che mi fottiate tutti! Fottetimi in figa e in bocca! Tu! Morgana! Questi due! Tutti! Fottetemi in figa e in bocca tutti!"
    Gridava e gridava per sfogare la sua libido trattenuta dentro. Non sapeva a cosa andava incontro. Forse si stava cacciando in una landa oscura e senza più via di ritorno, ma Minah non ragionava in quel momento; voleva solo essere scopata.

     
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    Morgana era priva di sensi da un pezzo oramai, ma se quella sessione andava come sperava Thresh non lo sarebbe rimasta a lungo. Minah oramai supplicava di averne di più, ma non c'era bisogno di farlo: avrebbe avuto tutto quello che desiderava oramai, il piacere glielo avrebbe concesso. Non doveva preoccuparsi neanche del suo corpo in realtà, grazie a quello che le aveva fatto ingerire Thresh, non avrebbe subito danni, né avrebbe perso tono. ci sarebbe stato tutto il latte necessario ,ed esattamente come il resto della gravidanza anche l'allattamento sarebbe proceduto velocemente, saltando moltissime tappe. Dalla parte opposta dei tentacoli di quelle due creature infatti, iniziarono a generarsi altri piccoli tentacoli intorno ad un osso più formato, simile ad una colonna vertebrale. Assunsero ben presto le fattezze di due piccoli esseri alieni, dal corpo ben formato e con una protuberanza tra le gambe simile ad un groviglio di tentacoli che continuava a formarsi.
    Sembra che oramai abbiano accettato il tuo dono mia cara... sei stata scelta... gioisci pure, perché stai per assaporare piaceri che non hai neanche mai potuto immaginare!
    L'entusiasmo di Thresh non tardò ad arrivare, perfino il suo membro sembrò mutare, assumendo un'aria molto più simile ad un'enorme mano capace di rivoltare gli organi interni di Minah allo scopo di farla impazzire per il dolore e per il piacere. Quando la "poppata" fu terminata, le protuberanze tra le gambe dei due esseri erano già perfettamente formate, e addirittura più lunghe del loro normale corpo, massicce quanto un vigoroso cazzo umano. Il groviglio di tentacoli sembrava mantenere una forma compatta, e questo diede loro la possibilità di cambiare nuovamente obbiettivo. Uno di loro scese verso le gambe della "madre", alla ricerca della sua intimità, mentre invece l'altro salì verso l'alto, afferrandole la testa con le braccia e con la bocca sulla testa per poter infilare il suo grosso affare nella gola di Minah, riempiendola come aveva fatto Thresh poco prima. I suoi capezzoli totalmente dilatati vennero conquistati nuovamente dal professore che assaporò il loro calore in seguito al rapporto con i due cuccioli, violandoli con l'indice e il medio di entrambe le dita e mantenendoli dilatati.
    Che meraviglia, desiderano altri fratelli! Che giorno glorioso...
    Thresh non riusciva a trattenere l'entusiasmo, e con esso i suoi orgasmi che vennero accompagnati da quelli delle due creature. Il fallo mostruoso nella sua bocca le concedeva sostanze nutritive per aumentare la fecondità e la produzione del latte, mentre l'altro nella sua intimità la ingravidava di nuovo, riempiendole il ventre di altre perverse creature simili ad invasori, che avevano l'unico scopo di moltiplicarsi in quella maniera perversa.
     
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    Minah viveva quei momenti con grande goduria, un viso rosso come un peperone e un'espressione di orgoglio quasi, come quello di una madre amorevole che allattava i suoi bambini e una moglie che soddisfaceva le esigente del suo maritino. Stava fuori da ogni schema reale, si immaginava di essere in un'assurda famiglia felice quando gli occhi di un esterno vedevano solo una puttana che veniva violentata da un uomo e due creature aberranti.
    "Sì! Mmh! Succhiatele bene! Figli miei prendetelo tutto! Il latte della mammina è qui per voi! Ne esce così tanto dalle mie tette! Oh sì! Siete dei bambini pervertiti! Giocate con le tette della vostra mammina! Sì!" Gridava e gridava Minah tutte queste cose senza senso se non quello di dare più atmosfera perversa al teatrino a parole. I due esserini la risucchiarono fino all'ultima goccia prima di assumere una nuova sembianza; i piccoli stavano crescendo. Si mosserò per due direzioni opposte, uno sotto verso la sua intimità mentre l'altro su verso il volto. Avevano assunto sembianze più antropomorfe, con due game e in mezzo ad esse un groviglio di tentacoli che legati assieme avevano tutta l'aria di un grosso pene; inutile dire che infilarono di forza questi nuovi membri dentro la bocca e la passera di Minah.
    Sembravano dei demonietti in preda alla pazzia e frenesia sessuale, iniziando a pompare come il loro genitore Faust dentro a Minah. La ragazza avrebbe tanto voluto gridare a scuarciagola per tutto quello che il suo corpo stava sopportando, ma con la bocca piena del membro di uno dei pargoli poteva solo emettere dei suoni muti che davano l'inecuivocabile idea di essere grida di paicere altenate a grida di dolore. Il membro di padron Faust sembrava aver preso vita da come lo sentiva avvicinarsi ai suoi organi interni, pigiandoli con così poca eleganza e tatto da farle salire su per l'esofago un getto di vomito, ma che non trovò via di uscita e che fu costretta ad ingerire nuovamente insieme a tutto il seme che la creaturina glielo stava pompando in gola; una cosa disgustosa che Minah rifarebbe volentieri per il semplice gusto di mostrare a padron Faust quanto fosse lurida dentro.
    Anche la sua passera vomitava fuori liquidi, questa volta meno osceni trattandosi di tutti i suoi umori vaginali che cadevano a terra come cascate d'acqua mentre veniva scopata dal terzo pene presente nel suo corpo e che la stava insemninando dentro al suo utero di nuovi feti a giudcare dal gonfiore che la sua pancia ebbe improvvisamente; un sensazione di deja vu che le ricordò quello che era accaduto pochissimi minuti fa. Altri esseri pronti a uscire fuori dalla sua figa per poi scoparla con i loro cazzi perversi? Non stava più nella pelle a immaginare quella prospettiva. Non sapeva cosa avrebbe dato a padron Faust se solo avesse avuto braccia e gambe libere per avvolgere attorno a sé i suoi pargoli, abbracciare con le cosce quello che la stava scopando sotto e massaggiare con mano il suo pancione gravido.

     
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    A quel punto le grida di Minah e i versi lussuriosi di quelle bestioline si sovrapponevano ad un ritmo ancora più perverso: quello della risata di Thresh che si stava dedicando ad un lento crescendo assieme alle fiamme che oramai ricoprivano tutta la stanza. Dopo i primi orgasmi delle creature figlie di Minah ecco uscire dal suo ventre altri piccoli invasori che in un ciclo vitale simile agli altri presero a succhiare i suoi seni mentre gli altri continuavano a fotterla in ogni orifizio. Essendo minuti potevano gestire lo spazio in ogni modo, e quando Thresh ebbe finito di sfogare il suo abbondante orgasmo dentro Minah non esitò a farsi da parte, allontanandosi di qualche passo e lasciando quell'ano totalmente dilatato in solitudine, che rigettava abbondanti quantità di seme. Ben presto Minah si ritrovò due di quelle creature per orifizio, due nella bocca, due davanti all'intimità di cui uno fotteva la sua uretra. E mentre altri si arrampicavano verso i suoi glutei, un numero difficile da precisare se ne stava attaccato ai suoi seni: alcuni succhiavano il latte, altri invece infilavano le loro grosse protuberanze col preciso scopo di fotterla. Quando anche il suo culo fu pieno di quelle che sembravano due... no anzi, tre verghe aliene, Minah avrebbe iniziato a sentire che i nuovi nascituri si accontentavano anche solo della sua pelle, sfregandosi con le loro verghe sotto le sue ascelle, tra le ginocchia e le cosce, tra i prosperosi seni e la sua faccia. ben presto il seme divenne così tanto che ogni singolo centimetro del suo corpo venne ricoperto da liquido luminoso caldissimo e colmo di energia. Minah si sarebbe ritrovata letteralmente sommersa da un piacere folle ed inebriante che poteva solo moltiplicarsi. Oramai quelle creature nascevano come orgasmi e l'unica cosa che la teneva ancorata alla realtà era sicuramente la risata del professore, che saliva di continuo fino ad eclissare qualsiasi altro rumore. Fu una lenta discesa verso un inferno di puro piacere dove anche la mente di Minah venne fottuta a dovere, fin oa ridurla in poltiglia. Aprendo di colpo gli occhi, si sarebbe trovata di fronte ad uno spettacolo familiare. Delle fiamme, nessuna traccia, niente creature misteriose e soprattutto Thresh aveva ancora i pantaloni addosso, la sua lanterna era spenta e se ne stava comodamente seduto sulla sua poltrona. Di fianco a lui, appesa e totalmente coperta dalla tuta in lattice, giaceva Morgana, priva di sensi, e sembrava che dalla sua bocca grondasse ancora del caldissimo sperma a terra. E null'altro oltre a quello: il pavimento era pulito, il soffitto pacifico, le macchine della tortura erano svanite e Minah era tornata totalmente alla normalità. Di ciò che era successo non restava nulla, ammesso che fosse realmente successo.
    Allora mia cara... ti interessa scoprire cosa c'è oltre la luce illuminata dalla lanterna?
    Allargò un ampio sorriso. A testimoniare che quello che era successo forse non era solo un vaneggio, Mina avrebbe potuto sentire sotto i suoi succinti vestiti la presenza di un piercing molto particolare su entrambi i capezzoli, una piccola barra di acciaio nero orizzontale che trapassava da parte a parte i capezzoli, e che alle estremità aveva delle decorazioni rigonfie simili a dei teschi, identici alla maschera che sfoggiava Thresh durante la sua trasformazione. Sentendo quel cambiamento, avrebbe sentito di nuovo sulla sua pelle l'inebriante odore di seme caldissimo che non appartiene a questo mondo...
     
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    Quando tutti i pezzi si incastrarono e la prole che portava in grembo crebbe al punto da non aver più spazio vitale ecco che uno dopo l'altro uscirono fuori, sfilando con relativa scioltezza grazie ai fluidi corporei che inondavano il canale vaginale e ricoprivano quasi come se fosse una seconda pelle i nuovi nati. Come i loro fratelli maggiori anche questi scalarono il corpo di Minah per attaccarsi ai suoi seni carichi di nutrimento che succhiarono con voracità famelica. Di lì a poco crebbero e maturarono anche loro un grosso membro da adoperare subito sulla escort andando ad impegnare ogni suo foro disponibile, compreso il suo ano che padron Faust lasciò libero per la prole sfilando via la sua mazza e con essa tutta la sborra accumulatasi dentro che cadde fuori come un melma densa e cremosa di latte avariato; un peccato che Minah era legata, le sarebbe piaciuto tanto andare a raccoglierla con bocca.
    Il corpo della escort era assediato da più parti, ogni secndo che passava la sua pancia perennemente gonfia dava alla luce nuovi nascituri che, uno appresso all'altro, ripetevano lo stesso processo detto prima. Le fottevano la passera, il culo, la bocca, se non ciucciavano il latte di suoi seni ne fottevano le cavità dei capezzoli e quando non c'era spazio per i loro membri di fottere qualche cavità del suo corpo andavano a strusciarlo su ogni centimetro della sua pelle. Ogni movimento di quelle verghe, a dozzine sembravano, portava a una eiaculazione da qualche parte sul suo corpo, ricoprendola di caldo sperma verde che faceva impazzire la mente di Minah a ogni goccia che si posava. Ogni persona aveva un limite e anche Minah stava per raggiungere il suo, lo sentiva nel corpo come nell'animo. Le piaceva essere trattata in quel modo, come le sarebbe piaciuto trattare altri in quel modo sebbene in questo frangente non ne ebbe modo, ma per quanto desiderasse averne ancora di sborra e di cazzi demoniaci i suoi occhi si fecero sempre più pesanti e il suo corpo divenne meno reattivo alle sensazioni esterne, finché alla fine non si sentì perdere completamente i sensi.
    Il tempo di un battito di ciglia, fu questo il tempo che le sembrava essere trascorso da quando svenì a quando riprese i sensi, aspettandosi di trovarsi nella medesima situazione in cui si trovava prima. Si stupì quando i suoi occhi non vedevano creaturine tentacolari che le martoriavano il corpo, le sue orecchie non udivano i loro versi e la sua pelle non percepiva nessun membro che si sfregava su di lei rilasciando il suo seme. Ciò che vide era la sua persona libera da catene, con i vestiti che portava prima di denudarsi e la stanza priva di ogni attività fatta fino a quel momento. Nessuna di quelle creature, nessun tappeto di sperma e umori di ogni sorta che ricoprivano il pavimento, nessun focolare verde attorno a lei, niente di niente se non padron Faust seduto sulla poltroncina dinnanzi a sé e Morgana, legata a testa in giù e coperta dal lattice. Sembrava letteralmente che tutto fosse tornato indietro nel tempo, come se tutto quello che aveva passato non fosse mai accaduto. Minah era stordita e confusa, aveva memoria di quegli avvenimenti ma continuava a guardarsi intorno e cercare di capire se si trattava di un trucco oppure se tutto quello che credeva di aver assaporato con il suo stesso corpo era solo la più grande illusione che si fosse mai vista. Una cosa era diversa da prima e che Minah notò quasi subito quando andò sbirciare i suoi seni allargando leggermente il tessuto. Sui suoi capezzoli erano attaccati dei piercing molto particolari, con dei teschietti come decorazioni. Ma come? Quando? Minah non capiva.
    Tornò con lo sguardo su padron Faust, che certamente avrebbe assunto un'espressione divertita per l'aria interrogata della donna. Egli tornò a parlare di quei discorsi arcani sulla luce del piacere che illumina il sentiero di brucia dal desiderio di percorrere quella strada, domandando alla escort se lei lo desiderasse. Minah non capiva a fondo quello in cui si stava addentrando, ma se questo voleva dire far parte del mondo che padron Faust le aveva mostrato prima, illusione che fosse o meno, ella si avvicinò all'uomo e si sedette sulle ginocchia per terra accanto a lui. Andò a prendere la sua mano mascolina e con dolcezza femminile se la portò su un lato del suo viso per farsi massaggiare dal padrone. "Sì, padron Faust. Ti prego, mostrami il sentiero illuminato dalla lanterna."

     
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    La reazione di Minah compiacque molto il non morto, che con dolcezza e affetto le accarezzò il volto con la mano, come a volerla coccolare adesso che si era unita a quel mondo fatto solo di piacere.
    Molto bene... festeggiamo allora!
    Disse con la sua voce profonda, alzando il capo e l'altra mano verso il cielo, schioccando rumorosamente le dita così che finalmente le porte del locale si aprissero. Minah avrebbe potuto notare che fuori il tempo era passato, e ora finalmente poteva vedere i primi clienti di quella casa delle follie. I primi ad entrare furono due giovani, sicuramente due studenti di Thresh, uno più basso ma massiccio e ben formato, l'altro molto più grande e dall'aria vagamente matura. Entrambi sfoggiavano sotto alla giacca nera, una casacca rossa con sopra il simbolo dei Black Knights di Roma, la squadra sportiva ufficiale della sapienza. Dietro di loro, con una casacca molto più grande ma della stessa fattura, con addosso nient'altro, c'era un enorme alligatore antropomorfo grande e massiccio quanto Thresh, la cui autorità ispirava che si trattasse di un altro professore. Oltre loro, numerosi altri studenti che portavano la medesima casacca si fecero avanti, alcuni più massicci di altri, quasi nessuno completamente umano, e praticamente tutti avevano un misterioso bagliore all'interno dei loro occhi. Mentre anche l'ultima creatura entrava all'interno del locale, stando attento a non colpire nulla vista la sua stazza, il primo ragazzo che era entrato si fece avanti.
    Ahhh prof sei il solito... inizi sempre senza di noi!
    Artù sfoggiò un ghigno compiaciuto, mentre il suo silenzioso compagno si limitava a scrutare la loro nuova ospite. Il professore dalla pelle verde si fece avanti, spintonando il ragazzo per rimetterlo al suo posto.
    Non fare l'idiota, Artù! Sei il solito montato. Signorina, benvenuta al Box, immagino che Carnovash abbia già illustrato il piano, quindi saltiamo alle presentazioni: Io sono Lazarus Renekton, professore di ginnastica e nuoto, loro sono i nostri adorati Black Knights che dopo una lunga partita hanno bisogno di svago, e come puoi intuire da Artù e Lancillotto, sono tutti ragazzi forti e con un sacco di voglia di fare.
    Enfatizzò un bel pò quel "un sacco di voglia di fare", come a voler sottintendere tutt'altro, e in quel momento si tolse gli occhiali da sole, rivelando sia lui come tutti gli altri di avere la stessa fiamma verde della lanterna di Thresh nello sguardo. Il drago al termine della fila sollevò quindi un grido metallico e molto potente, vigoroso, che parve riaccendere la carica erotica della stanza.
    Come vedi mia cara... c'è un sacco di lavoro da fare a questo punto...
    La nuova via che Thresh aveva tracciato per Minah iniziava solamente adesso...
     
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    La mano di padron Faust massaggiava dolcemente il bel visino di Minah, facendola sentire in qualche modo la sua cagnetta preferita, la sua protetta, alla quale nessuno poteva allungare un dito se non era luo stesso a desiderarlo. Improvvisamente la quiete del momento venne interrotta quando Faust schioccò le dita in aria, rimobobando per tutta la sala e spalancando le porte d'ingresso per far accomodare dentro un gran numero di persone.
    Minah aveva notato come tutti fossero più o meno prestanti, fisico da atleti e con le stesse uniformi composte da una casacca rossa e uno stemma stampato sopra. Ci volle qualche momento prima che Minah capisse che si trattava della squadra di atletica della Sapienza, piuttosto nota anche a chi non è conoscitore di sport. Quasi tutti umani o umanoidi quanto meno, eccezion fatta per due che di umano avevano poco e niente, uno dei quali era un alligatore antropomorfo e che si atteggiava come il coach della compagnia, cosa confermata di lì a poco dallo stesso quando si presentò alla ragazza. Persone di bell'aspetto e molto sicure di sé, era questa l'impressione che Minah ebbe di primo acchito.
    Lazarus, l'alligatore, spiegò a Minah che la squadra era reduce di una partita faticosa e lunga e che ora avevano bisogno di relax e divertimento, lasciando intuire facilmente a cosa alludesse per "divertimento". Minah era intrigata dalla cosa, molto intrigata, non tanto per l'aspetto affascinante e il numero di persone che l'avrebbero resa una vera donna tra poco, ma perché aveva notato un fuoco nei loro occhi, un fuoco verde identico a quello mostratole da padron Faust e se solo lui le aveva donato tutto quel piacere tutti quelli messi assieme allora...


    [FINE ROLE]
     
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