Dentro la Scatola

x Yalara

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    Di giorno, quel posto non era proprio niente di eccezionale. Senza la gente al suo interno a renderlo un posto più interessante non era che uno squallido edificio abbandonato. Ma Thresh non disdegnava la possibilità di crogiolarsi nei suoi ricordi e nei suoi pensieri anche nella solitudine, per questo non perdeva mai occasione per fargli visita anche solo per puro piacere. Quel giorno però, aveva diversi compiti da portare a termine e non voleva assolutamente perdere tempo. Se ne stava su una poltrona al centro della pista da ballo, consultava con una certa attenzione qualche interessante fascicolo. Se ne stava seduto con la schiena piegata in avanti, con indosso il suo solito cappotto nero e nulla sul petto. Un paio di lunghi pantaloni neri infilati dentro dei scarponi dello stesso colore. La fidata lanterna al fianco e le trecce con le punte metalliche che tintinnavano sospese intorno al suo petto. L'espressione sembrava piuttosto concentrata e ogni tanto gettava un occhio sul macchinario alla sua sinistra, con fare molto assorto. Di fianco a lui c'era una delle sue studentesse più affezionate, Morgana, che si era offerta di fargli compagnia in cambio di una lezione molto speciale. Non era seduta, era invece appesa a testa in giù, ricoperta da un sottile strato di lattice e legata a dovere in modo che non potesse muoversi minimamente, eccezione fatta per i seni che invece erano liberi e potevano sballonzolare tranquillamente.. La speciale gag che aveva in bocca lasciava lo spazio necessario per inserire uno spesso tubo attraverso la quale fluiva un liquido verde fluorescente molto denso, pompato direttamente dalla macchina dentro il suo stomaco. La ragazza, nonostante il volto arrossato, lo stomaco leggermente rigonfio e la tuta che le stringeva ogni singola estremità del corpo, sembrava perfettamente a suo agio.
    Non ti sembra di averne avuto abbastanza mia cara? Rischi di esagerare...
    Commentò abbassando per un istante i documenti che stava sfogliando, premendo con forza il pulsante per lo spegnimento e sganciando il tubo dalla bocca di Morgana, così che venne via anche la gag che le teneva la bocca aperta. La ragazza si concesse qualche colpo di tosse e un paio di conati che però rigettò senza nessun apparente sforzo, anzi non si sporcò neanche tanto.
    Allora, che mi dici di questo esperimento? E' vero che se sei a testa in giù ti arriva prima al cervello?
    Commentò, ridacchiando ironico, per poi tornare a sfogliare i documenti. Morgana dopo qualche altro colpo di tosse si unì alla sua risatina, visibilmente soddisfatta da quella piccola sessione.
    Non lo so, forse ho bisogno di assaggiarne ancora un pò professore.
    La sua risatina la fece agitare in quella tutina super aderente, uno spettacolo per ogni palato in grado di apprezzare un corpo così giovane e perfetto. Thresh però non le diede troppe attenzioni e con uno schiocco di dita la liberò dalla presa della macchina, facendola cadere rovinosamente a terra e fermando quindi la sua risata.
    Non essere ingorda, ti rovinerai l'appetito, è quasi ora di pranzo dopotutto...
    Morgana si rialzò, sbuffando indispettita e togliendosi dalla faccia la mascherina che le oscurava gli occhi. Con un rapido movimento si tolse anche la maschera, restando unicamente con la tuta di lattice addosso. Portò i pugni sui fianchi, volgendo lo sguardo verso il professore, ancora affamata di attenzioni.
    Posso sapere almeno che sta leggendo prof?
    Thresh diede un ultima rapida occhiata i documenti, poi senza alcun timore li consegnò a Morgana, in modo che potesse darci un occhiata. Il non morto si adagiò quindi comodamente sulla poltrona, alzando lo sguardo con fare pensieroso.
    Gil mi ha dato un piccolo consiglio che ho ritenuto interessante e ho fatto qualche ricerca. Sembra perfetta per fare un salto in questo posto e magari affezionarsi all'idea. Se le cose vanno per il meglio poi... potrebbe diventare un'aggiunta interessante al nostro gruppo...
    Mentre Thresh parlava, Morgana osservava quei documenti estremamente interessata, anzi l'espressione giusta per descrivere il suo volto era "stupefatta". Quello che c'era scritto sui documenti in suo possesso era... estasiante.
    Bellissima... sembra perfetta! Dovrebbe chiamarla il prima possibile prof!
    Thresh sollevò le mani, portando ogni polpastrello delle dita ad incrociare il suo gemello, all'altezza del proprio volto, mentre accavallava soddisfatto le gambe.
    L'ho già fatto... sarà qui da un momento all'altro.
    Morgana chiuse il fascicolo colpita, iniziando a guardarsi attorno. Si trovavano al centro di una pista da ballo totalmente vuota, la pista era circondata da diverse poltrone che facevano da cornice. Le luci colorate, ovviamente erano spente e tutto intorno alla pista, circa 4 metri più in alto, c'era un secondo piano composto unicamente da una piccola cornice con ringhiera, un modo per quelli al piano di sopra di guardare verso il basso la gente che ci dava dentro. L'intero luogo aveva un intenso odore di forte energia, energia giovane, energia prestante... energia erotica.
     
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    "Ciao puttana, sono il tuo padrone Gil. O forse ricordi solo tutti quei cazzi che ti hanno stuprato il corpo sul letto e poi nella vasca dove ci hai fatto il bagno nella nostra sborra? Ora che ti e tornata la memoria ho una proposta da darti. La tua performance mi ha impressionato molto, al punto che ho parlato di te a un...collega. In breve desidera fare la tua conoscenza e vuole incontrarti al suo locale. Se sei interessata alla fine troverai luogo e orario dell'appuntamento. Non ti preoccupare, sarai ricompensata a dovere, d'altronde sei pur sempre una troia che si scoperebbe anche un barbone se avesse i soldi, vero? Non deludere le sue aspettative, o messo la mia faccia per questa cosa e se ne riesentirà sarò costretto a farti molto male."

    Così c'era scritto in una mail che Minah aveva ricevuto sul suo computer un paio di giorni fa. Naturalmente le bastò leggere le prime due righe per capire subito da chi veniva, il ragazzo Gil che ella pensava essere un verginello figlio di papà venuto a fare prime esperienze, ma che alla fine si è rivelato una bestia che ha fatto passare momenti bellissimi alla ragazza e che Minah ricorderà per tutta la sua vita. La lettera parlava di una proposta da parte di un suo collega. In un primo momento Minah lasciò perdere la proposta; non era così che lavorava lei.
    I clienti li riceveva solo a casa sua, non si sentiva ancora del tutto pronta a incontrarli in un ambiente non familiare. Non specificava né il nome del suo cliente, né in cosa consistezze la proposta, non sapeva nemmeno se sarebbe stata pagata.
    Avrebbe potuto ignorare quella mail e andare oltre se non fosse che l'aveva inviata quel degenerato di Gil. Minah aveva ancora fresca memoria di quei momenti passati con lui. Come l'aveva dominata e sottomessa, umiliata e posseduta, lui e tutti i suoi amici. Il solo pensare a quella notte depravata le dava l'impressione che nella sua passera ci fossero ancora residui del suo sperma nonostante fosse stato molti giorni fa e nonostante si fosse lavata numerose volte da allora. Ripensava e ripensava, masturbandosi il più delle volte, sul letto, sul divano, sul water, nella vasca da bagno, a volte con solo con le mani e a volte con uno dei tanti giocattoli che tiene nei cassetti della sua camera.
    La mattina dell'appuntamento i dubbi fuorono superati e Minah si preparò per incontrare questo "collega" di Gil; se la mail diceva il vero era propietario di un locale, valeva la pena vedere di cosa si trattatasse. La escort arrivò con qualche minuto di anticipo su luogo e il primo impatto non faceva presagire niente di interessante. Al contrario, l'edificio sembrava in uno stato di semi abbandono, nessun segno apparente di manutenzione o di pulizia, almeno all'esterno. Minah controllò sul suo cellulare per assicurarsi che l'indirizzo fosse corretto e così era; questo era il posto. Sebbene la prima impressione non entusiasmasse molto la ragazza, questa non si lasciò scoraggiare dalla copertina del libro e passò la soglia della porta d'ingresso.
    Il soprabito, un impermeabile di colore maggese (marrone chiaro), copriva il suo corpo dal collo a metà coscia, nascondendo completamente alla vista degli altri gli abiti che indossava sotto. Le uniche cose che avrebbero potuto vedere, impermeabile a parte, erano le scarpe, a tacco alto, con un sistema di lacci che arrivava fino a metà gamba, un braccialetto argentato al polso destro che risaltava molto sulla sua pelle scura. Altri ornamenti erano gli orecchini, anch'essi in argento, con delle catenelle che culminavano l'uno con una mezza luna, l'altro con un sole stilizzato. Infine sul viso portava degli occhiali da sole con ampie lenti di colore viola, un colore che si sposava bene con i suoi lunghi capelli della stessa tonalità, raccolti in una coda di cavallo la cui punta si fermava appena sopra il sedere.
    Minah procedette di qualche passo verso l'interno del locale per osservare un po' l'ambiente, senza togliersi né il soprabito né gli occhiali. "È permesso!?" domandò ad alta voce facendo rimbombare il suono delle sue parole per tutto lo stanzone.



    Edited by Yalara - 9/7/2017, 13:27
     
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    Sentiva una curiosa vibrazione, e non era solo il desiderio che emanava quella donna, no, quello lo avrebbe capito chiunque. Una bellezza del genere che non ama divertirsi sarebbe stato un peccato imperdonabile. No, quello che percepiva Thresh era una sorta di tumulto, uno stimolo che gli risaliva il ventre, come se qualcosa di meraviglioso stesse per succedere. Lui era un fermo credente della legge della volontà: la fortuna aiuta gli audaci, e lui ne aveva da vendere di fede. Poco ma sicuro. La porta d'entrata si spalancò molto prima del previsto, tant'è che Morgana non si era neanche cambiata e quindi dovette improvvisare la fascia sugli occhi intorno al petto come una sorta di cintura per nascondere in parte il seno. Il risultato fu una fascia che le faceva sembrare il petto molto gonfio, ma che almeno le nascondeva i capezzoli. La ragazza balzò subito sull'attenti, girandosi frettolosamente verso la loro ospite, Thresh invece si alzò con calma, muovendo tutta la sua immensa e prorompente mole. Di rado si vede un uomo così massiccio e specialmente mettendolo di fronte a Gil, Minah avrebbe dovuto notare l'immane differenza di stazza.
    Prego, prego, avanti... siamo qui.
    Portò lentamente le mani dietro la schiena, in una posizione solenne e piuttosto elegante. Nonostante fosse a petto nudo, Thresh celava una compostezza incredibile che non lo faceva sembrare affatto un disadattato, ma al contrario. I suoi lunghi capelli raccolti in curate trecce scendevano sulle spalle e sul petto, contornando quello sguardo vuoto, pallido ma allo stesso tempo colmo di sentimento. Gli occhi glaciali emanavano un bagliore tetro indescrivibile, sembrava quasi stesse scrutando dentro l'anima di Minah semplicemente sorridendole. I piercing che tenevano assieme le sue guance tintinnarono di fronte ai movimenti che la bocca fece nel vederla avvicinare. Come immaginava, da vicino era tutto un altro spettacolo, e quella sensazione ottimistica di estremo compiacimento si stava facendo incredibilmente chiara. Era come se i tasselli di un puzzle stessero andando al loro posto, e per un giocattolaio come Thresh non poteva esserci uno spettacolo migliore di quello.
    Deve fare caldo vestita in quel modo mia cara, la prego si metta comoda. Purtroppo questo non è un albergo di lusso ma le assicuro che la compagnia è gradevole.
    Allargò il braccio destro sul fianco, lentamente, la sua lanterna si accese e dietro Minah si mossero diverse poltrone che l'avrebbero invitata ad avvicinarsi a loro il più possibile prima di accomodarsi. Thresh non si era ancora presentato e Morgana, in mancanza di un ordine del suo maestro, era rimasta in silenzio con i documenti attaccati al petto, quasi intimorita dalla bellezza della loro ospite.
     
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    Minah udì la voce che rispose alla sua domanda provenire verso l'interno e le bastò addentrarsi poco oltre l'anticamera dell'ingresso per incontrare quella voce. Un uomo, seduto al centro di quella che sembrava una pista da ballo in compagnia di una donna, entrambi alzatesi in piedi non appena Minah si avvicinò. La donna scattando in piedi con una espressione un po' imbarazzata in viso, mentre l'uomo al contrario lo fece con calma e compostezza e fu solo dopo essersi avvicinata su invito di quest'ultimo che Minah realizzò la mole di quell'individuo.
    Capelli bianchi, lunghi e solo un cappotto in pelle nera a coprire la parte superiore del suo corpo, lasciando esposti i suoi scultorei pettorali. Era una persona fisicamente molto attraente, ma Minah si sentiva in qualche modo soffocata dalla sua presenza. Non sapeva spiegarselo bene, perché si sentisse così. Forse era la sua mole, forse era il suo modo calmo e composto che in qualche modo davano l'impressione di essere una facciata. Forse era la ragazza al suo fianco che sembrava intimorita in qualche modo e istintivamente si proteggeva con una cartella che stringeva contro al suo. Forse erano le appariscenti cicatrici che aveva in volto o forse erano tutte queste cose messe insieme.
    Per quanto soffocata potesse sentirsi Minah era comunque affascinata dall'eleganza e dal bell'aspetto dell'uomo, come pure della donna del resto. Aveva anche notato che la ragazza portava una sorta di fascia improvvisata al petto e a giudicare dall'abito e dalle tracce di sudore sulla pelle azzardava l'ipotesi che stessero facendo qualche gioco perverso e che Minah gli avesse interrotti bruscamente. "Non ho interrotto niente spero?" domandò all'uomo prestando uno sguardo alla ragazza mentre formulava la domanda e facendo un piccolo gesto con il palmo della mano destra alzato verso l'esterno, in segno di scuse nel caso gli avesse effettivamente interrotti; in fin dei conti era arrivata in anticipo.
    Non rimase troppo sorpresa quando Tresh alzò un braccio per muovere alcune poltroncine alle spalle di Minah per avvicinarle a quest'ultima in modo da mettersi comoda per poter, immaginava la ragazza, parlare del motivo per cui si trovava lì quel giorno. Certamente era un uomo non comune, con chissà quali capacità che nascondeva dentro di sé. "Devo dire il caldo comincia a farsi sentire ora" disse Minah dopo che Tresh la invitò a togliersi il soprabito e a mettersi comoda. La ragazza fece come suggerito dall'uomo, sfilandosi suddetto vestito slacciandosi i cinque grossi bottoni, uno per uno, con gesto naturalmente sinuoso, come naturalmente sinuoso si sfilò via il soprabito e lo poggiò sullo schienale di una delle poltrone spostate telecineticamente da Tresh. Ai presenti rivelò finalmente cosa si celava sotto, ovvero un corpo da far mozzare il fiato e deglutire molte gole, reso ancora più sensuale dall'abito provocante che indossava, fatto di una fascia in tessuto nera che, partendo dal retro del collo e lasciando completamente nuda la schiena, andava a scendere fino a coprire in modo molto sommario le curve dei suoi grossi seni e proseguendo fino a congiungersi con il corpo principale dell'indumento che le copriva il basso ventre. Sarebbe bastato un semplice gesto con un dito per scostare l'abito e lasciare esposti all'aria e alla vista i suoi seni. Per quanto riguardava la parte bassa vi era una semplice minigonna viola che copriva giusto l'indispensabile fintanto che Minah restava in piedi, ma che da seduta avrebbe certamente lasciato scoperto parte del suo sedere.
    Accomodatasi sulla poltroncina, dopo aver ringraziato Tresh, Minah si tolse gli occhi per lasciare spazio ai suoi occhi gialli, testimonianza fisica dello spirito della creatura felina che il suo corpo ospitava. Mise gli occhiali dentro la borsetta a tracolla che teneva poggiata sulla poltroncina al suo fianco, dopodiché si mise in una posa che potesse in qualche maniera attirare l'appetito sessuale del padrone di casa accavallando una gamba sopra l'altra e poggiando le spalle sullo schienale in modo da portare in fuori il suo petto; dopotutto si trattava di un cliente o alemno così aveva capito dalla mail di Gil. Una volta superati i convenevoli Minah volle andare dritta alle spiegazioni che le erano dovute a quel punto. "Temo proprio di non conoscere i vostri nomi, anche se immagino che voi conosciate il mio. Sempre che padrone Gil non sia stato anche con voi piuttosto misterioso come lo è stato con me nella sua mail che mi ha mandato."

     
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    Bastò uno sguardo del professore sugli occhi di Minah per comprendere quanto lei stessa riuscisse a sentire quella sensazione mistica quasi, una tensione misteriosa che probabilmente neanche parlandone sarebbero riusciti a spiegarla. In quel momento c'era anche una grande carica erotica, come se fossero già tutti nudi nella stessa stanza e non desiderassero altro che sfogare la loro lussuria. Un solo sguardo ed era già come se si fossero conosciuti da tempo, Thresh lo sentiva che era un incontro voluto dal destino e non vedeva l'ora di scoprire cosa avrebbe trovato oltre. Alla sua domanda, Morgana ridacchiò divertita scuotendo leggermente il capo, mentre Thresh invece si limitò a sorridere rispondendole cortesemente.
    Oh no, tutt'altro. Anzi: la stavamo aspettando.
    Minah non sembrava affatto sconvolta dalle abilità di Thresh, e perché avrebbe dovuto? Se davvero conosceva Gil allora aveva visto di peggio e dava l'aria di essere una che non si lasciava impressionare facilmente e anzi, simili eventi la coglievano con curiosità ed entusiasmo. La voglia di approfondire la sua conoscenza aumentava. Indubbiamente sapeva fare il suo lavoro, enfatizzava ogni movimento, perfino slacciarsi i bottoni era uno spettacolo che aumentava la voglia di osservare e scoprire sempre di più, Morgana aveva già subito il suo fascino e aveva degli occhi languidi, Thresh invece assaporava la scena incuriosito, ma tutt'altro che distante. Semplicemente anche lui era affascinato da quella donna, ma manteneva perfettamente il senno necessario per poterla gestire. Quando rivelò il suo vestiario, gli occhi di Thresh si aprirono leggermente e il suo sorriso s'increspò. Morgana invece iniziò a far tremare le labbra, e lentamente abbassò documenti che stringeva sul petto per nascondere il proprio ventre, non voleva far vedere quanto quel semplice spettacolo l'avesse eccitata. Con delle curve del genere poi, un vestito simile acquisiva ancora più valore e la pelle scura di Minah ne risaltava le forme, rendendo quello scenario semplicemente mozzafiato un vero e proprio dono per i presenti. Non poteva negarlo, Gil aveva indubbiamente buon gusto anche quando si trattava di escort. Nonostante il fare sensuale, era anche molto elegante e non perse neanche per un secondo la compostezza nonostante la bocca di Morgana pendesse quasi verso il terreno oramai. Fortunatamente la profonda voce di Thresh la fece rinsavire, ed iniziò ad occupare tutta la stanza come una caverna che lentamente avvolgeva le loro menti. Sembrava quasi un soffio di fiamme oscure provenienti direttamente dall'abisso la sua voce, che emanavano un calore così tenue e perverso da diventare inebriante.
    Perdonate noi, piuttosto, se potete. Per non esserci presentati. Il mio nome è Faust Carnovash, e sono il professore di questa deliziosa studentessa, Morgana. Vista la natura ambigua dei contatti che ci uniscono, immagino non saprai che anche Gil è un mio studente... oh-n, perdonami, ho dimenticato i convenevoli. Ti dispiace se ci diamo semplicemente del tu? Detesto le cerimonie, mi piace mantenere un rapporto diretto con le persone che conosco.
    Sembrò quasi allungare una mano verso di lei in gesto di comunione e di amicizia, il suo tono era davvero rassicurante ma non smise mai di esercitare una leggera pressione energetica, non voleva che pensasse che fosse pericoloso, ma neanche apparire come un comunissimo zombie. Doveva farle capire che era speciale, e per questo la sua lanterna continuava ad emettere delle flebili e silenziose fiamme verdi, un piccolo coro che accompagnava le parole del professore.
     
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    La carica erotica che aleggiava nell'aria era quasi palpabile, come non poteva avvertirla Minah? Fosse dipeso da lei avrebbe voluto agire lì e subito. Non che il suo corpo stesse già cedendo tanto facilmente producendo umori che avrebbero inumidito le mutandine di pizzo nero che portava, niente affatto. Però ardeva in lei un forte desiderio di conoscere in maniera molto più profonda e intima Faust, così si era presentato insieme alla ragazza, Morgana.
    Faust insistette affinché i presenti non facessero troppo formalità e cominciassero a darsi del "tu", cose che a Minah non dava minimamente fastidio, tutto il contrario, lei stessa non avrebbe fatto posso molto tempo prima che di sua volontà non si fosse rivolta ai due in maniera molto informale; un buon modo per entrare più in intimità e rendere più piacevole quello per cui molti clienti la pagano.
    "Professore? Studenti lei..." riferendosi con lo sguardo alla ragazza ...e padrone Gil? Addirittura?" accennando un sorriso e con il dito della mano che poggiava sotto il mento, in segno di interesse per quanto appena udito, ma anche un po' stupita. Effettivamente Minah era partita prevenuta pensando che Faust fosse il gestore del locale e non un professore, di liceo o università che fosse. Ma forse egli era entrambe le cose, chissà, non chiese per apprffondire, non voleva farlo; quello che più le premeva era sapere in cosa consisteva questo incontro.
    Minah dava quasi per scontato che fosse stata invitata per fare il suo lavoro, come dava quasi per scontato che il cliente a cui doveva offrire i suoi servizi lo aveva davanti ai suoi occhi, cosa di cui era molto lieta visto l'aspetto affascinante di Faust, a dispetto di quelle cicatrici che comunque lo rendevano ancora più intrigante dalla prospettiva di Minah. Ella comunque volle prima assicurarsi che fosse lì effettivamente per quello scopo. Con i clienti avuti fino a quel momento le cose erano chiare come il contratto che siglavano con l'agenzia escort per cui Minah lavorava, ma questa volta era tutto in nero. Niente contratti, niente pagamenti pattuiti, diavolo, non sapeva nemmeno se era lì in veste di escort e se era Faust il consumatore finale.
    Prese un momento prima di formulare le parole nelle maniera corretta, per dare alla conversazione un'atmosfera calda e piacevole anziché fredda come un colloquio con un avvocato o un notaio. Mai infastadire un cliente con parole che non vogliono sentire prima di un rapporto come "pagamento" o "tempo di prestazione"; anche per questo le agenzie esistono, per accordarsi ben prima di far incontrare i clienti con le loro dipendenti.
    "Quindi Gil sarebbe un tuo studente, Faust? Quando l'ho incontrato ho trovato che era un ragazzo intrigante, passionale, con delle ottime qualità" commentò mettendo una certa enfasi alle ultime due parole e passandosi lentamente il dito indice fra le sue carnose labbra colorate da un rossetto bronzeo, senza sforzarsi minimamente di nascondere l'allusione erotica. "Immagino però che voi due lo conosciate molto meglio di me. Devo dire però che la sua mail non me l'aspettavo, tanto meno il suo contenuto, quel poco che c'era da leggere comunque. Non mi ha nemmeno detto il tuo nome, Faust. Perché si riferiva a te quando parlava di "collega", vero? Come si riferiva a te quando parlava di una offerta. Mi piacerebbe sentire la tua meravigliosa voce mentre mi spieghi che cosa avevi in mente per me." Non mentiva Minah quando diceva che Faust possedeva una voce meravigliosa, qualcosa che le faceva venire un brivido di piacere misto a una punta di nervoso che dal sedere risaliva lungo tutta la spina dorsale fino alla base del cranio. Ancora non aveva inquadrato bene se fosse una persona affascinante o che fosse come Gil, che nascondeva la sua natura perversa finché non era sicuro di avere gli artigli stretti sulla sua preda di renderla sua.

     
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    Minah forse non si aspettava che potesse esserci qualcuno al di sopra di Gil, non lo aveva considerato un ragazzino come invece faceva Thresh. Era un errore guardare quel giovincello con gli occhi di chi non ha nient'altro da vedere, Gil era capace e aveva del potenziale, ma aveva ancora molta strada da fare e accumulare altrettanta esperienza. Questo significava che Gilbert aveva un maestro, e quel maestro ora era davanti ai suoi occhi. Il non morto riuscì a scorgere una punta d'incertezza in Minah, forse la situazione misteriosa la metteva a disagio? Non doveva preoccuparsi, presto tutto sarebbe stato chiaro, ma ovviamente Thresh provava un maligno divertimento nel tenere un nuovo ospite sulle spine a quel modo. Superba calma prima della tempesta. Si decise a parlare per prima, iniziando con dei complimenti nei confronti di Gil, più che meritati ovviamente. Thresh annuì col capo mentre invece Morgana ammiccò un sorrisetto malizioso nascondendo il rossore sul volto con le dita, anche lei conosceva bene le performance di quel ragazzo. Minah voleva delle risposte, ed era giunto il momento di dargliene.
    Humpf... collega... che burlone impertinente.
    Ridacchiò divertito scambiando uno sguardo d'intesa con Morgana, la ragazza aveva capito che il professore coglieva facilmente l'ironia del loro adorato compagni di giochi, Gil aveva un modo tutto suo di farsi notare e non era proprio possibile odiarlo per quel tipo di scherzi. Dopo quella piccola comunione giocosa, Thresh decise di alzarsi dalla sua poltrona, rimettendo in mostra la sua immensa mole, nel movimento in cui piegò la schiena in avanti le spalle leggermente scoperte si inspessirono, così come gli addominali serrarono la loro formazione, dando spettacolo per quel fisico statuario che indubbiamente una donna come Minah non avrebbe potuto che apprezzare. Perfino Morgana non riuscì a trattenere un moto di eccitazione, sedato mordendosi il labbro inferiore con forza.
    Mi mortifica che tu sia giunta fin qui pensando che saresti stata trattata come un oggetto o una prostituta, in realtà non ho nulla contro un mestiere del genere, anzi apprezzo moltissimo il trasformare la propria passione in un mestiere da condividere con gli altri. E' così romantico, sono sincero.
    Il discorso era privo di ironia, privo di inganni, il suo tono di voce era passionale, sembrava quasi un generale che esaltava l'operato di uno dei suoi soldati, quando in realtà il discorso era assai più perverso, forse banale. Eppure Thresh ci metteva sempre il cuore in quelle occasioni. Camminò lentamente verso di lei mentre parlava, e le passò di fianco al lato destro, iniziando a camminare lentamente anche alle sue spalle.
    Ma oggi non sto cercando una calda compagnia. Vorrei farti valutare una nuova prospettiva diversa, qualcosa di nuovo. Vedi come puoi immaginare, questo locale io lo dedico ai miei ragazzi. Sono studenti impegnati, stressati, che hanno bisogno di sfogare la loro frustrazione. Sono pieni di vita, e ho sempre il timore che senza il giusto stimolo possano sentirsi oppressi e finire per fare qualche stupidaggine. Vorrei avere la compagnia di una donna come te per assicurarmi che i miei studenti non abbiano mai di che lamentarsi.
    Si fermò dietro di lei, fino a quel momento aveva tenuto le mani incrociate dietro la schiena, ma adesso le portò delicatamente sulle spalle di Minah, avvicinandosi a lei per poterle parlare più vicino, direttamente nell'orecchio, abbassando il tono di voce ma anche il timbro, così che quelle parole le rimbombassero nel cervello come a voler cancellare qualsiasi altro pensiero.
    Ho bisogno di una persona speciale che possa mostrare loro le vie del piacere. E appena ho visto le informazioni su di te ho... provato un brivido che non saprei neanche descriverti. E' stato come un colpo di fulmine e io... io a queste cose ci credo eccome mia cara...
    Non stava neanche provando a nasconderlo, quello era un tentativo di sedurla bello e buono, e se Minah non si fosse tirata indietro avrebbe sentito il respiro di Thresh farsi sempre più caldo sulla sua pelle, fino a che le labbra bollenti dello zombie non iniziarono ad accarezzarle il collo.
     
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    Faust rise quando Minah citò Gil dicendo che si era presentato come un suo collega. La cosa in effetti doveva essere molto buffa dalla prospettiva di Faust, visto che erano professore e studente. Si alzò dalla scrivania, sfoggiando tutto il suo fisico davanti alla escort che non potva fare a meno di mordersi il labbro inferiore mentre osservava i pettorali esposti e parzialmente coperti dalla giacca. Cominciò a spiegarle il motivo per il quale era stata invitata, incomiciando anzitutto a chiarire che non la considerava un oggetto e che aveva rispetto per il suo mestiere. Non che Minah potesse sentirsi offesa in qualche anche se fosse stato l'opposto, i clienti sono tutti diversi e di livelli morali molto distanti fra loro. Gil non ha avuto esitazioni nel trattarla come una troia buona solo a farsi riempire di sperma e da brava prostituta soddisfò la voglia del ragazzo di sentirsi padrone assoluto di lei; non perché fosse pagata per farlo ma perché la sua mente bramava di essere trattata in quel modo.
    Le spiegò che quello che cercava era una ragazza che fosse presente in quel locale per i suoi studenti, a quanto pare assidui frequentatori. Le spiegò che i ragazzi e ragazze suoi pupilli vivono una vita piena di stress e frustrazioni e che se non hanno una valvola di sfogo a portata rischiavano di esplodere, con conseguenze spiacevoli a lungo andare. A quanto pareva Faust aveva visto in Minah quella valvola di sfogo. Una distrazione dalla vita di impegni e studi insomma.
    Minah seguiva con attenzione le parole di Faust, senza sforzarsi di giarare completamente la testa per mantenere un contatto visivo con l'uomo, giusto il necessario per scorgerlo con la coda dell'occhio. Questo finché non le andò dietro la sua schiena e sentire dal suono della voce che le era proprio sopra la testa. Sentiva le sue mani che si adagiavano sulle sue spalle facendole provare un forte brivido di piacere, cosa che non le accadeva spesso per un gesto tanto semplice. Poteva sentire che si era abbassato all'altezza del suo orecchio percependo il respiro che si posava sulla sua pelle e fu allora che Faust le confessò di aver provato un brivido quando si era informato su di lei. Minah aveva quasi l'impressione che Faust si fosse invaghido di lei da come le parlava in quei momenti e da come stesse cercando di sedurla baciandole un lato del collo e la ragazza sembrava cedere a queste lusinghe spostando la testa su di un lato e chiudendo gli occhi per trarre il massimo da quella esperienza.
    La sua mente si lasciò trasportare da quel turbine di piaceri che Faust le stava trasmettendo sulla pelle, quasi dimenticandosi che c'era un'altra persona insieme a loro e che dovevano raggiungere un'intesa sulla proposta appena avanzata dall'uomo. Dopo alcuni secondi Minah riprese un po' di lucidità e, sebbene con una voce pervasa dal piacere, riuscì a rispondere a quanto ascoltato finora.
    "Mi stai offrendo un lavoro se ho capito bene. Vuoi che i tuoi preziosi studenti provino l'ebrezza del piacere, per distrarsi e rilassarsi. Io potrei anche pensare di prendere in considerazione questa offerta, ma ho bisogno di sapere se ne varrà la pena visto che dovrei dedicare parte del tempo che dedico al mio attuale impiego. Anche tu, Faust, stai giocando con il fuoco. Sicuro di fare un buon affare con me?" La ragazza chiese all'uomo con voce inquivocabilmente provocante alzando lo sguardo all'insù per incrociare i suoi occhi e vedere il suo volto, a testa in giù dalla sua prospettiva, mentre con la mano accarezzava quella di lui che stava ancora sulla spalla. Minah stava facendo un piccolo test, se così si poteva dire. Voleva capire, dalla reazione che avrebbe avuto Faust e dalla sua risposta, se era un uomo sicuro in quello che desiderava oppure se tutta la passione che stava dimostrando in quel momento era solo una facciata.

     
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    Minah manteneva una certa calma, non era intimorita né aveva paura, probabilmente perché distratta dalle arti seduttive del professore che le stava lasciando intendere chiaramente che non aveva la minima intenzione di sprecare una presentazione così interessante e un vestito tanto provocante. Tuttavia non voleva ancora andare dritto al sodo, perché voleva farle capire non soltanto il suo scopo in seguito a quell'invito, ma anche e soprattutto il suo ruolo in caso avesse deciso di prestare occhio, orecchio e altre sensazioni alla missione che Thresh voleva cercare di darle. Il professore si sollevò da quella posizione, passando le mani prima sulle spalle di Minah, poi sul suo collo e poi sul suo volto, accarezzandola quasi affettuosamente e provocando ulteriormente la gelosia di Morgana che era rimasta tutto il tempo in silenzio a stringere i documenti all'altezza del ventre, cercando di trattenersi.
    Do l'idea di essere uno che sa molte cose, vero? In realtà... io non so quasi nulla, e mi sta bene così. Il rischio, l'ignoto... mi intrigano. Vale la pena farlo? Che importa... non lo saprò finché non ci avrò provato. Non ti sto chiedendo di rinunciare a nulla, ti sto semplicemente chiedendo se ti va di offrirci un pò del tuo tempo. In cambio potremmo perfino farti capire che magari... di altre cose non ne hai bisogno.
    I loro occhi si incrociarono quando Minah cercò il suo sguardo il non morto però aveva già portato le dita sul suo volto, e con un'irruenza quasi invasiva portò i pollici a sfiorarle le labbra, macchiandoli di quel prezioso rossetto nel tentativo di aprirle leggermente la bocca, anche contro la sua volontà. Minah non aveva davanti un uomo indeciso o un banale oratore, Thresh sapeva benissimo cosa voleva e soprattutto sapeva benissimo come prenderselo.
    Ho intenzione di dartene un assaggio, così potrai decidere da te se vale la pena sacrificare il tuo tempo per noi. In cambio ti darò un largo anticipo anche se deciderai di non accettare. Ti chiedo solo di dimenticarti ogni altro impegno che hai oggi, e di votarti completamente a me. Farò in modo che tu non te ne penta...
    A quel punto i suoi pollici avrebbero già dilatato le arcate dentali di Minah, costringendola a spalancare la bocca. In quel modo il professore poté allargare anche le sue di labbra, facendo uscire la lunga e grossa lingua, che non esitò ad infilare dentro di lei mentre si abbassava nuovamente. Prima le riempì la bocca con quel caldissimo e umido muscolo, arrivandole fino in gola, poi serrò le distanze con le labbra, dando vita ad una danza ammaliante di carne e passione che le avrebbe acceso ogni singolo nervo per il piacere. Thresh le avrebbe donato un bacio semplicemente senza precedenti, perverso e passionale, colmo di carne e pieno quanto bastava della sua stessa saliva da inebriarla. Era bollente nonostante fosse uno zombie, e sembrava intenzionato a diventare ancora più caldo. Morgana fissò quello spettacolo iniziando a sfregare le cosce tra di loro, impaziente, respirando affannosamente per via dell'eccitazione e muovendo le labbra come se stesse baciando anche lei quella venere nera. Nel mentre, Minah avrebbe sentito le fiamme verdi di Thresh invadere la poltrona su cui lei si era seduta, fiamme che non bruciavano ma che accendevano al sua percezione rendendola più sensibile, ed iniziavano a cambiare la forma della poltrona come se la stessero corrompendo. Minah era dunque entrata nel regno di Thresh, e il non morto le avrebbe fatto conoscere ogni genere di piacere...
     
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    La voce risoluta ma calma di Faust non delusero le apsettative di Minah. Un uomo virile nell'aspetto e galante nel comportamento e che sapeva come trattare una donna, seducnedola con le mani che le accarezzavano le spalle per poi muoversi dolcemente lungo il collo fino ai lati del volto.
    Minah si sentiva come se fosse in uno di quei centri di massaggio lussuosi, in stile polinesiano, con un gigante gentile nel tatto che le rilassava i muscoli. Una sensazione soave, da farla quasi affondare nella poltrona. A dispetto delle apparenze però, Minah era attenta con le orecchie nell'ascoltare Faust che spiegava più in profondità che cosa si aspettava da lei, facendolo però come un seduttore e facendolo anche molto bene, tant'è che Minah stava valutando seriamente l'idea di mettere in secondo piano il suo lavoro di escort solo per il semplice desiderio di scoprire se l'offerta di Faust...se Faust stesso, valesse quello che le stava promettendo.
    Le sue mani si portarono agli angoli della bocca di Minah spalancandola leggermente, anche in maniera piuttosto irruenta, dando modo alla sua lingua di insinuarsi dentro di lei come antipasto prima della portata principale che fu uno dei baci più accattivanti e passionali che la ragazza ha mai ricevuto in vita sua. Una passione travolgente che investì tutto il suo corpo la sollecitava a lasciarsi andare totalmente e Minah assecondò il suo istinto carnale abbracciando completamente con la mente e con il cuore quel bacio; molto particolare aggiungerei vista la posizione contraria che le teste dei due avevano rispetto all'altro.
    Ogni fibra del suo corpo premeva per avvinghiarsi fisicmante sul corpo scultoreo di Faust, sentire i suoi pettorali, le sue larghe spalle, i suoi muscoli, le sue natiche sode, ma sopratutto il suo membro che Minah non aveva ancora avuto modo di valutare personalmente, anche se si sentiva sicura nella sua passione che il maschio non lo avrebbe deluso. Tutta l'attenzione della ragazza era rivolta verso Faust e le labbra di lui che assediavano le sue. Sembrava essersi dimenticata dell'altra ragazza, Morgana, che per quanto le era concesso di sapere dai suoi sensi in quel momento era ancora lì, a guardare i due come un vouyerista un po' gelosa, un pensiero che non faceva altro che aggiungere benzina al fuoco che stava ardendo dentro Minah, eccitandola ancora e ancora.
    Senza farlo apposta i momenti di passioni furono interrotti quando la ragazza udì con le orecchie un rumore molto particolare, come delle fiamme che si erano accese all'improvviso a causa di una sostanza infiammabile. Eppure non sentiva odore di bruciato, né percepiva calore o fumo, sapeva solo dall'udito che era un rumore vicino, molto vicino. Sopraffatta dal dubbio aprì gli occhi e quello che vide la fece istintivamente sobbalzare dalla poltrona. Delle fiamme vive, di colore verde, circondavano la poltrona su cui stava, tanto bastò a Minah per cercare di svincolarsi dalla presa di Faust. "Che cazz..." esclamò allarmata. Faust e Morgana però non davano l'impressione di essere allarmati, specialmente Faust che si trovava anche lui sopra quelle fiamme che, per qualche motivo a Minah ignoto non stavano bruciando niente, non la poltrona, non l'uomo, non lei, niente. Cosa stava succedendo però? "Faust?" domandò semplicemente pronunciando il suo nome, mentre lo guardava con un accenno di preoccupazione, niente di che rispetto alla sorpresa iniziale che ebbe quando vide le fiamme. Il suo sguardo però mostrava anche fiducia, fiducia nell'uomo che, vedendo che non era allarmato, doveva concludere che non c'era motivo di preoccuparsi e che con ogni probabilità era opera sua; magari lo aveva programmato nel momento stesso in cui aveva deciso di incontrare Minah.

     
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    Minah non si tirò indietro di fronte all'offerta di quel bacio, si lasciò travolgere dalla passione senza timore e senza tentare di farlo secondo le sue regole, lo accettò senza timore alcuno e quello era un gesto magnifico, spontaneo e che testimoniava una certa dedizione verso il piacere. Man mano che Thresh le concedeva calore, lei si eccitava sempre di più, anche senza necessità di andare oltre o chiederle di più, era Minah stessa a desiderare il piacere e glielo fece capire assaporando con più attenzione e con immensa lussuria quel bacio, oramai divenuto irrefrenabile. E proprio come la loro passione, anche quelle fiamme crescevano, iniziando ad allargarsi anche sul pavimento e sulla giacca di Thresh, arrivando perfino a risalire le pareti intorno al professore. Tuttavia, quel meraviglioso sogno di labbra e calore si interruppe bruscamente quando Minah, spaventata, sfuggì alla flebile presa di Thresh mettendosi in piedi, probabilmente timorosa di prendere fuoco. Da un primo momento di stupore, Thresh passò ben presto ad un sorriso divertito e quasi intenerito, mentre toccava le fiamme sulla poltrona con il palmo della mano lasciando che si trasferissero sul suo braccio, mostrandole che in realtà non bruciavano affatto.
    Non devi avere paura, non voglio farti del male... o meglio, non voglio ferirti. Il dolore che cerco io è molto diverso da quello che intendi tu, e molte altre persone. Quello che cerco io... è l'altra faccia del piacere.
    Nel mentre, Morgana si era avvicinata a Minah con fare lento così da non farsi notare, in modo che quando la donna fu totalmente distratta dalle fiamme e dalle parole del professore poté tranquillamente assalirla da dietro. Ovviamente il termine usato è improprio, dato che quello che fece Morgana fu più un abbraccio, anticipato dal rapido gesto di togliersi quella fascia sui seni, così che i capezzoli turgidi della giovane studentessa sfiorassero la pelle scura di Minah mentre la abbracciava da dietro, stringendola per i fianchi.
    Aaaah mi dispiace io... non riuscivo proprio più a resistere... sei così morbida e il tuo odore... hai un odore delizioso...
    Mentre pronunciava quelle parole si sfregava con la guancia sinistra sulla schiena di Minah, totalmente inebriata dal suo odore e dalla sua pelle, rossa in volto e con il ventre vicinissimo alle natiche della venere nera, intenta ad assaporarla in ogni sua sfaccettatura. nel mentre il professore si avvicinò lentamente alla loro ospite, intenzionato a non restare fuori dallo scenario.
    Morgana è stata troppo impaziente, ma non me la sento di rimproverarla, perché sta facendo esattamente quello che vorrei fare anche io... vorrei abbracciarti, assaporarti, annusarti e farti mia. Voglio farti conoscere il mio corpo e se me ne darai la possibilità... ti farò conoscere anche il tuo, come non l'hai mai assaporato fino ad ora.
    Si avvicinò a lei, lentamente, e mentre parlava Morgana sembrava eseguire i suoi ordini, passando le labbra e la pelle su quella carne morbida e irresistibile, era davvero eccitata da morire e il suo respiro caldo ne era la testimonianza. Thresh si avvicinò allungando la mano ricoperta di fiamme verdi verso di Minah, col palmo leggermente rivolto verso l'alto. Sembrava volerla invitare ad accendere quella fiamma, a toccarla senza timore. Se l'avesse sfiorata, avrebbe sentito il proprio corpo tornare ad essere più sensibile, e le mani così come le labbra di Morgana sulla sua pelle sarebbero state come il più intimo dei tocchi, neanche avesse toccato la sua più profonda intimità con un dito.
     
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    A quanto pareva l'intuito di Minah le aveva dato ragione, quelle fiamme sembravano più uno spettacolo scenico che non un pericolo. Faust stesso manteneva un comportamente calmo e impassivo nonostante ne fosse avvolto. Accennava anche un sorriso dopo aver visto lo spavento iniziale di Minah, come se fosse divertito dalla cosa. Minah non capiva bene cosa fossero quelle fiamme, ma una cosa aveva notato immediatamente dopo essersi alzata in peidi e allontanatasi da esse. Il piacere che le labbra di Faust le avevano donato si era dissipato enormemente e all'improvviso. Molte persone lo avrebbero attribuito allo spaventa che Minah provò quando aveva notato le fiamme, ma non era così. È vero, ella provò spavento inizialmente, ma lo fu solo per una frazione di secondo, dopo di quello sentì qualcos'altro, qualcosa di piacevole, come se quelle fiamme avessero in qualche maniera moltiplicato le sensazioni che Minah stava provando durante la passione condivisa con Faust.
    Tutto questo fu lasciato alle spalle quando Faust parlò a Minah di cose che lì sul momento non era sicura di capire, alludendo a una ricerca del dolore, all'altra faccia del piacere. Le parole erano pronunciate con voce seducente, come tutte quelle dette fino ad ora da Faust. Minah pensò che probabilmente avesse intenzione di condividere con lei qualche pratica di sadomaso, magari anche estremo. Bastò questo fugace pensiero per far accennare un sorriso alla ragazza. Minah era una creatura nata e cresciuta dall'istinto e i suoi istinti più bassi erano le perversioni del sesso e il dolore, darlo o riceverlo per lei non aveva importanza. L'ebrezza del dolore, di sentire una ferita sul suo stesso corpo, niente a parte i paiceri della carne forse, l'avrebbero fatta sentire più viva.
    E mentre supponeva e supponeva dentro la sua testa, fuori da essa Minah fu colta un po' di sorpesa quando Morgana, improvvisamente, si mosse verso di lei andando ad abbracciarla da dietro, all'altezza dei glutei e cominciando a sfregare la sua calda guancia sulla schiena scoperta della escort. Minah la lasciò fare con suo grande piacere, tenendole le mani appoggiate al suo ventre mentre con il tatto cercava di sentire tutto il calore e la morbidezza della pelle di Morgana le stavano trasmettendo, massaggiando e sfregandosi contro di lei, specie con i suoi seni prosperosi e scoperti a giudicare dalla durezza dei suoi capezzoli.
    Faust si avvicinò alle due donne con la mano pervasa da quelle fiamme verdi, scusandosi per il comportamento di Morgana, frettoloso a suo giudizio, al che Minah rispose con un sorriso. "La migliore medicina al piacere è il piacere stesso. La pazienza non è una virtù in questi casi" rassicurò l'uomo, lasciando intendere a gesti e parole che Morgana non le stava affatto creando un disturbo. La sua attenzione si portò su quella fiamma, che oramai aveva appurato essere una magia di Faust per ampliare i paiceri di una persona. Certamente non era nociva e Minah allungò una delle sue mani verso quella a fuoco dell'uomo per avvicinarla a sé fino a farla posare su un lato del suo viso. Fu allora che sentì di colpo quelle sensazioni profonde che aveva provato baciando Faust, questa volta però a donargliele era Morgana che non si era staccata un solo istante e stava continuando ad assaggiare la pelle di Minah con le sue morbide labbra e la lucida e morbida pelle dei suoi seni che pressavano sul fondo schiena di lei. Non sembrava affatto un normale massaggio, non sembravano affatto dei normali baci. Quello che Minah sentiva da Morgana era qualcosa di più profondo, di più intimo, qualcosa che era scaturito grazie a quelle fiamme.
    "Oddio...mmmh...così è perfetto...fammi tua Faust. Assaporami. Annusami. Fammi conoscere il tuo corpo. Fammi conoscere il mio. Mostrami la tua via. L'altra faccia del piacere...mostramela" pregò a voce sedotta dal piacere, ansimante, mentre muoveva la mano bruciante dell'uomo lungo tutto il suo viso.

     
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    Oramai vittima del fascino di Thresh e della passione che si stava generando in quella stanza, Minah smise di porsi le domande, iniziando invece a darsi le giuste risposte. Il professore allargò un sorriso compiaciuto, e appena quella fiamma iniziò ad invadere il corpo della venere nera, Faust decise che era giunto il momento di passare ai fatti, dato che le parole oramai si erano consumate a dovere. Mentre Morgana continuava ad assaporare quell'abbraccio, conscia che Minah non l'avrebbe respinta, il professore si fece avanti, allungando la sua massiccia e imponente mano destra sul petto di Minah: la lasciò scivolare dall'alto, con modo che le dita potessero accarezzarle le labbra, poi andò sempre più verso il basso, accarezzandole il centro dei seni per poi afferrare con irruenza le morbide estremità del suo vestito. Quella stoffa aveva un compito assai difficile e gravoso: contenere le forme esagerate di Minah era impossibile, e bastò davvero poco a Thresh per stringere quei lembi di stoffa in modo che finissero al centro del petto, scoprendo le due mammelle e separandole di colpo, offrendo finalmente al professore lo spettacolo tanto agognato. Sembrava davvero qualcosa di delizioso la sua pelle, essendo goloso di dolci e cioccolata, Thresh non poteva fare a meno di pensare che lasciarle un profondo e doloroso morso su quelle carni enormi potesse rivelarsi qualcosa di incredibilmente piacevole, e non fece neanche finta di resistere a quella tentazione. Afferrò con le possenti mani i suoi seni, avvicinandosi a lei in modo che il suo bacino si schiacciasse contro Minah, oramai chiusa tra i due fuochi del professore e della ragazza alle sue spalle. Per lei doveva essere uno spettacolo insolito: quei seni enormi dovevano essere difficili da impugnare ma Thresh grazie alla sua mole poteva facilmente stringerli entrambi con forza, massaggiandoli così energicamente da stimolare ogni centro del piacere di Minah, non aveva ancora sfiorato i suoi capezzoli ed era già come se stesse violando la sua più profonda intimità. Lo sguardo del professore non si staccò mai da quello della ragazza, gustandosi ogni sua più piccola reazione come se stesse banchettando con le sue emozioni.
    Sai, ai miei amici più cari piace chiamarmi Thresh... ma io spero che quando avremo finito avrai voglia di chiamarmi... maestro...
    A quel punto Morgana afferrò Minah per i fianchi, iniziando a massaggiarla e spingerla verso di sé, il contatto con i suoi seni turgidi sarebbe divenuto ancora più piacevole e l'avrebbe costretta ad inarcare la schiena leggermente all'indietro, come a voler offrire al professore un banchetto rappresentato dai suoi seni. Così, mentre Thresh chinava il volto su quella meravigliosa carne, Morgana iniziò finalmente a baciarla sul collo, mordendole le orecchie risucchiandone i lobi con le labbra carnose, respirando sempre più affannosamente.
    Lasciati andare... ti faremo godere come non mai!
    L'entusiasmo di Morgana era palpabile, ma ciò che stava per dare Thresh alla loro venere Nera le avrebbe probabilmente tolto ogni altra facoltà mentale: le labbra si chiusero intorno al capezzolo di sinistra, mentre il destro veniva stretto dall'indice e il pollice, dandole due sensazioni diverse contemporaneamente. Le dita stringevano e torcevano il capezzolo, quanto bastava per farle male ma non abbastanza da ferirla, le labbra invece erano un caldo e lascivo massaggio, rumoroso specialmente quando venne accompagnato dalla lingua, generando una fortissima reazione di piacere nel suo corpo che avrebbe acceso definitivamente la perversione di Minah. Assaporando le sue carni Thresh non poté assolutamente trattenersi e dato che erano già uno contro l'altro, le permise di percepire la sua enorme erezione confinata nei pantaloni, qualcosa di estremamente duro e neanche perfettamente eretto, che però bastava a farle sentire quanto fosse dotato. Minah avrebbe sentito quel tizzone ardente pulsarle sul ventre, mentre il professore cambiava il suo modo di stimolarla alternandosi, cambiando la posizione della bocca e delle dita per stimolare quei seni enormi in maniere diverse con ritmi precisi, così da farla lentamente sciogliere verso la perversione più totale.
     
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    Anche Faust, finalmente aggiungerei, cedette le parole per i fatti iniziando a scendere con la mano dal mento giù fino ad afferrare le due fascie dell'abito che coprivano i seni della donna. Sebbene lasciassero molto poco all'immaginazione, erano un ostacolo da abbattere e Faust non esitò a scostarli per esporre completamente i due doni che Madre Natura aveva dato a Minah e sui cui moltissimi uomini, e sovente anche donne, avevano spalancato occhi e bocche.
    Le mani di Faust andarono ad afferrare quel ben di dio che si posava dinnanzi al suo sguardo, iniziando a massaggiarle a fondo e con grande gusto. Minah emise un gemito improvviso quando l'uomo si fiondò su di lei, non solo con le mani ma anche con tutto il suo corpo facendo diventare i loro bacini una cosa sola. Si sentiva come una fiamma di passione che ardeva più intensamente ogni secondo che Faust e Morgana la alimentavano con i loro bollenti corpi, attaccati come colla e intenti ad esplorare ogni centimetro della sua pelle con mani, labbra, lingua, viso, tutto quello che potevano insomma. Il fuoco non era solo metaforico giacché fiamme tangibili e reali, quelle verdi create da Faust, imperversavano ancora e si diffusero dalla mano di lui sul corpo di Minah inebriandola di sensazioni mai provate con dei semplici contatti come quelli che facevano Faust e Morgana in quel momento; sensazioni che nromalmente per Minah avrebbero richiesto cose ben più profonde e intime.
    "Per me...aaah...sei già il mio maestro...insegnami quello che sai...aaah..." riuscì a pronunciare la ragazza a Faust con fiato ansimante appena prima che i due partner cominciassero ad assiedare il suo corpo con maggior irruenza. Morgana si alzò in pedi continuando a strusciare il suo corpo, specialmente i suoi nudi seni, sulla schiena di Minah, stuzzicandola con morsetti e succhiotti alle orecchie. Faust si fece ancora più aggressivo andando a mordere ferocemente con i denti uno dei capezzoli della donna mentre stuzzicava con dita l'altro, procurando nell'immediato un dolore acuto che fece sobbalzare Minah per la sorpresa, ma a mano a mano diventava un dolore sempre più sopportabile fino a divenrie addirittura invitante per la escort. Certo, le fiamme verdi di Faust, aka Tresh, aiutavano molto a resistere a tali pratiche, ma Minah di suo era una donna a cui piaceva subire il dolore, non solo di tipo masochista, ma dolore reale, come quello di quando finisce in un ring di lotta clandestina, lasciandosi deliberatamente colpire più e più volte anche da avversari che può facilmente sconfiggere. Per Minah niente, a parte i paiceri carnali, faceva sentire più vivi come la sensazione di ricevere un pugno sul volto.
    Fiamme verdi del piacere o meno, quei morsi non erano ancora niente di eclatante per Minah anche se non erano da sminuire, affatto. La ragazza provava un immenso piacere a sentire come i denti di Faust facevano pressione sul suo turgido, ma pur sempre delicato, capezzolo, facendole inspirare rumorasamente con i denti serrati, come quando uno inspira dopo aver sentito sulla pelle una sensazione di freddo inaspettato e glaciale. "Oddio...sì...così...fffffh aaah...così...andate...continuate..." gemeva e gemeva ancora Minah mentre con il corpo cercava di avvinghiarsi il più possibile su Faust, avvolgendo la sua testa con le mani che premevano la nuca per affondarlo sempre più a fondo nei suoi seni, morbidi come cuscini. La gamba sinistra invece andò a infilarsi nello spazio fra le due dell'uomo per andare a premere con la coscia sul suo membro indurito, già notato prima dalla ragazza ma che solo adesso poteva veramente coglierne le reali dimensioni; non vedeva l'ora di sentirlo dentri di sé.

     
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    Sentirla pronunciare la parola "maestro" provocò nel corpo del non morto un prematuro brivido, compiaciuto ed impaziente, di rado le persone mostravano tanta fiducia nei suoi confronti con tanta rapidità, non si era sbagliato dunque nel pensare che Minah fosse una donna speciale, più interessata alle sensazioni che non alle impressioni facilmente fraintendibili di una mente umana. Mentre i denti attraversavano le carni della ragazza, Thresh poté percepire chiaramente uno spirito selvaggio in lei, come se non avesse affatto bisogno dei poteri del non morto per gustarsi il piacere celato dietro il dolore, indubbiamente in una forma grezza e diversa da quella del professore, ma che indubbiamente quel perverso non morto poteva apprezzare. Dunque con le sue fiamme verdi quelle sensazioni sarebbero state infinitamente amplificate, doveva solamente scoprire come massimizzare quell'esperienza. Thresh non era sicuramente un tipo manesco, specialmente nei confronti delle sue preziose donne, tuttavia ogni esperienza ha bisogno delle sue eccezioni, e dei suoi esperimenti. Faust continuò ad assaporare i seni della venere nera, massaggiandoli, mordendoli e succhiandoli mentre oramai anche Morgana si era unita al suo massaggio, dato che quelle prosperose carni lasciavano abbastanza spazio per entrambi. Minah però voleva di più, potevano percepirlo dai suoi movimenti perversi con le gambe, la voce appagata ma desiderosa di sentire altro ne chiedeva ancora, e Thresh non poteva permettersi di affamarla più di così. Lanciò uno sguardo d'intesa a Morgana, e la sua allieva capì subito cosa doveva fare: senza abbandonare quella posizione, la studentessa portò le mani sulla patta del professore, messi a confronto sembravano davvero un gigante e una bambina, e tale differenza fu ancora più evidente quando Morgana liberò finalmente il membro enorme del professore, e questo liberandosi finì per allungarsi vistosamente fino ad appoggiarsi sul ventre di Minah, rivelando le sue fattezze. Era molto, molto più grande di come appariva nei pantaloni, non era solo enorme perché Thresh era un uomo massiccio, ma era anche enorme per la sua grossa stazza. Minah poteva sentire quella mazza gigantesca partire dal pube e risalirle tutto il ventre, il petto, trovando spazio tra i suoi enormi seni. Aveva una cappella mostruosamente grande e pulsante, quella mazza era caldissima e si poteva vedere lontano un miglio che la bramava intensamente.
    Devi perdonarmi, ma non riesco più a trattenermi ora...
    Mentre Morgana liberava quella mazza mostruosa, colma di vene pulsanti e letteralmente fuori misura, Thresh aveva votato una delle sue mani ad afferrare il vestito di Minah, strappandoglielo letteralmente via con tutta la passione che aveva in corpo. Le avrebbe strappato via anche l'intimo se lo avesse trovato, ma forse non era esattamente nello stile di quella donna. Quando finalmente quella pelle scura fu nuda davanti al non morto in tutta la sua bellezza, Thresh poté afferrarla in maniera molto più risoluta, afferrandola e sollevandola da terra per metterle le mani sotto le natiche, così da spingerla contro di sé e farle sentire quanto grossa e calda forse la sua mazza. Era davvero un pezzo di carne inverosimile, attraversato da venature così grosse e venose che somigliava più ad un cuore pulsante che ad un organo riproduttivo. Non c'erano speranza che quel cazzo mostruoso entrasse completamente nel corpo di Minah, l'avrebbe letteralmente impalata, e lo sguardo del professore, malizioso e perversi, sembrava proprio volerle dare quel suggerimento. In quella posizione, Mina aveva gli orifizi completamente esposti verso il basso e Morgana non perse neanche un secondo dopo che il professore l'ebbe posizionata in quel modo: si inginocchiò davanti a quei due, che ancora si perdevano nei preliminari, e mentre lenti movimenti della mazza del professore che si fregava sul clitoride di Minah la stuzzicavano, Morgana divaricava le sue natiche, avvicinandosi con la faccia a quella preziosa intimità per poter iniziare a leccarla. Le lappate erano ampissime: partivano dallo scroto del professore, ne leccavano parte dell'asta, poi finivano sulle grandi labbra di Minah per mischiare saliva e umori in una cosa sola e culminavano con una visita al suo buchino posteriore, dove usava tutto il fluido accumulato per infilarsi con la punta e fare un piccolo saluto. Continuò ad andare avanti così per tutto il tempo necessario, non era ancora giunto il momento di unirsi però: dovevano portare Minah a desiderarlo davvero.
     
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