[Combattimento] Il premio succoso

x Shirosaki

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    Lo strusciarsi dei due sessi era una sorta di attesa impaziente ma controllata che i due sembravano avere una volta creata l'atmosfera per poter godere in maniera reciproca senza che qualcuno li potesse interrompere. Oramai i rumori esterni a quel muro sembravano un sottofondo quasi impercettibile, pareva ci avessero fatto l'abitudine e volevano solamente sentire i loro corpi in sintonia ed i loro versi che manifestavano tutta l'approvazione nel vivere quell'amplesso. Duncan era ansioso di provare piacere quanto lo era Vanelope, ma vista la natura rude e non proprio femminile di lei, volle darle campo libero, non trascurando comunque di fare la sua parte. Solitamente, il ragazzo era colui che imbastiva il ritmo, tutto ciò che serviva per elevare l'eccitazioni di entrambi, ma in quel frangete trovò una persona che riuscì ad imporsi su di lui, sia come forza fisica che come dominazione nell'ambito erotico. Ed era uno di quegli uomini che quando trovavano una donna così, alzavano le mani, ben volentieri per dar loro carta bianca e fare d'essi ciò che volessero. Non era una dimostrazione di debolezza e se lo fosse stato, in quel momento più che mai Duncan voleva sentirsi un debole, pur di sfogare la sua brama e la sua fame sessuale su Vanelope. All'incoraggiamento grezzo e "animalesco" di lei mentre lo baciava con foga, il londinese assecondò il suo desiderio, affondando con forza i polpastrelli delle sue dita nelle natiche della donna, constatando quanto quelle forme fossero sode e piene, un appagamento per il tatto di lui. Ma non fu così appagante come il momento in cui la donna non riuscì più a resistere e volle far entrare dentro di sé il membro eretto di lui. L'asta venne circondata bruscamente dalle carni calde ed umide di lei e Duncan si fece scappare un gemito di fastidio, di dolore ma che si tramutò subito in piacere perché nonostante tutto, era consapevole d'essere arrivato al piatto forte di quell'amplesso. Il calore che strinse la sua virilità lo fecero rabbrividire, se fosse stato un uomo qualsiasi che non avesse avuto un allenamento o una forza fisica tali da permettergli di resistere, probabilmente con una sensazione così intensa avrebbe dato sfogo ad un orgasmo immediato, che di sicuro avrebbe deluso Vanelope. Ma non era il suo caso, quello era solo l'inizio della loro unione passionale e volgare. Le mani si strinsero ancora più energicamente contro i glutei della donna, quasi a voler scaricare tutta la brama e la voglia incondizionata di godere fino all'ultimo e quando essa prese a muoversi col corpo, Duncan non poté trattenere alcuni piccoli gemiti, socchiudendo gli occhi e lasciandosi sopraffare da continue e ripetute scariche di piacere che gli attraversarono il corpo.
    "Ahh siiii... Me lo sento risucchiare dentro la figa! E' stupendo!!" Esclamò a voce piena il ragazzo che d'istinto cominciò a compiere piccoli movimenti col bacino che andavano in sincronia con i movimenti dei fianchi di lei, proprio come fece poco prima quando i due sessi si strusciavano uno contro l'altro. Riaprendo gli occhi, il londinese si godette il panorama che Vanelope aveva da offrirgli, ovvero un corpo tonico, atletico e muscoloso, ma che non eclissava minimamente dei fianchi sinuosi ed un seno da fare invidia ad una top model. Sorriso compiaciuto mentre si gustava tale visuale, dimenticando completamente come pochi minuti prima la stessa persona che in quel momento lo stava facendo godere, lo umiliò di fronte a tutte quelle persone.
     
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    Il calore che la invadeva era una sensazione fantastica. Adorava fare sesso dopo aver fatto a botte. Era ancora ferita e alcuni tipi di movimento le davano fastidio, ma il brivido del dolore mentre cavalcava quel ragazzo la eccitavano di più. Quel piccolo dolore le ricordava che l'uomo che stava scopando così su due piedi era riuscito a colpirla, era riuscito a farle del male. Probabilmente era una reazione un poco distorta della sua sessualità, forse perché associava in modo sbagliato la paura e il dolore con l'eccitazione. Fatto stava che sentirlo scavarle dentro fino in fondo le stava dando un piacere immenso. Che si accresceva quando Duncan iniziò a muoversi con i fianchi, ampliando molto il piacere che sentiva. Anche le dita che le stringevano i glutei con forza la eccitavano, sentiva la pelle tiratissima e voleva sentirlo ancora più affondo. I movimenti dei suoi fianchi iniziarono a farsi più forti, sollevandosi fino a sentirlo quasi uscire, a sentire solo la cappella dentro di lei per poi ricalare su di lui bruscamente. Adorava sentire i versi di piacere del ragazzo, e lei non fu da meno iniziando a gemere a sua volta. Accelerò gradualmente i movimenti del bacino ma si accorse che ne voleva di più.
    Aaah, mi fa impazzire sentirti muoverti. Fallo più forte! Di più... fammi godere, scopami come se non ci fosse un domani. fece con la voce rotta dal piacere, ma una strana aggressività celata. Non voleva di certo servirlo cavalcandolo, voleva che anche lui facesse la sua parte.
    Sbattimelo dentro come se volessi farmi male, avanti non fare la femminuccia, ti ho già detto che sono tosta. Di più... dammi di più! fece poggiando le mani ai fianchi della testa del ragazzo, così da avere un perno su cui ancheggiare con più forza. I loro bacini si scontravano con sempre più forza, schioccando come se avessero avviato un perverso applauso. Grondava di umori rendendo l'amplesso oscenamente rumoroso. Qualsiasi ragazza si sarebbe sentita in imbarazzo a quei suoni. Vanelope invece si eccitava di più. Continuava a cavalcarlo e non vedeva l'ora di sentirlo farsi più spietato, più grosso. La sua cervice lo stringeva in spasmi continui, i capezzoli erano turgidissimi, ballavano davanti alla faccia del ragazzo per via della posizione assunta. I suoi ricci ricadevano lungo il viso e celavano parzialmente il suo sguardo perso, ma non la sua bocca socchiusa che gemeva.
     
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    Movimenti e versi alla vista osceni, ma per chi li stesse vivendo erano fonte di puro piacere e godimento. Sembravano proprio le sensazioni che stavano provando Duncan e Vanelope, che avevano finalmente unito i loro sessi per dare libero sfogo al loro desiderio sessuale reciproco. Il subconscio del ragazzo ancora faceva fatica a realizzare come dopo una scazzottata fosse stato possibile ridursi in quel modo, non che stesse schifando la situazione, anzi. Però era tutto così anomalo, ma così maledettamente eccitante. La forza esercitata dalla donna nell'avvolgere il membro di lui fra le sue carni fece digrignare i denti del londinese che comunque apprezzava parecchio un'aggressività del genere, sia nelle azioni che nelle parole espresse da lei, rabbrividiva infatti nel sentirla incitarlo in un modo così volgare e perverso e questo fece crescere in lui la brama nel godere appieno di Vanelope.
    "Se questo è un sogno, non voglio essere svegliato!" Pensò estasiato il ragazzo che sentì la pressione delle mani d'essa scaricarsi contro il suo capo, proprio per appoggiarsi e muoversi ancora più energicamente coi fianchi. Non era solito fare del sesso così potente ed intenso, forse perché non era solito incontrare donne con cui prima fare a botte e poi darsi all'erotismo sfrenato. Ma in quel frangente, volle cogliere l'occasione per capire quanto potesse provare piacere in quel modo. Decise pertanto di piegare le gambe e di rizzarsi con il busto, andando ad affondare la testa in mezzo al seno di Vanelope. La stretta delle mani sui glutei di lei si fece ancora più forte, era come se le dita stessero per bucare le carni della donna e dopo essersi seduto, anziché rimanere sdraiato a terra, prese a muovere velocemente e con prepotenza il bacino, spingendo verso di sé la partner grazie alla pressione delle sue mani contro il suo sedere, per far sì che il pene andasse sempre più in profondità e colpisse più frequentemente i bordi dell'utero di Vanelope. Da quanto si stava eccitando, Duncan approfittò della vicinanza fra il suo viso ed il seno di lei per agguantare con la bocca il capezzolo destro della donna e picchiettarlo con la lingua, tenendosi con i denti che stringevano quella forma generosa, ma senza premere troppo, un morso che avrebbe recato il giusto dolore da permettere alla donna di provare anche in esso del piacere. Di tanto in tanto, i suoi occhi vollero scrutare le espressioni di lei per vedere quale fosse la sua reazione a quell'iniziativa improvvisa ed arrogante che adottò il londinese, così che potesse capire se essa stesse apprezzando, nonostante avesse dimostrato d'essere più forte di lui, la decisione e la potenza con cui Duncan stava cercando di farle vivere quell'amplesso pieno di erotismo e di avidità.
     
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    Il piacere iniziava a crescere sempre di più, Vanelope si sentiva sempre più calda e persa in quelle sensazione che si facevano via via più forti, che le annebbiava la mente. Sperava di incitare il ragazzo a dare il meglio di sé, perché Vanelope non era una donna comune ed era abituata a standard abbastanza alti e strani. Aveva fatto sesso con uno spettro che era stato in grado di ingigantirsi come lei, lo aveva fatto con un demone che aveva tentato di ingravidarla tramite varie propaggini. E nel dirgli che era una tipa tosta non diceva per dire, era seriamente più resistente di un essere umano, quindi non serviva alcuna delicatezza con lei. Anzi le piaceva di più se l'uomo diventava brutale nel sesso. Un uomo che diventava brutale e istintivo come un animale la eccitavano tantissimo. Duncan per sua grande gioia non rimase lì fermo a subire e quando lo sentì sollevare le gambe venne spintonata leggermente in avanti permettendo al ragazzo di addentarle il seno. Anche se non stringeva forte aveva la pelle sensibile a causa del piacere che stava provando, quindi i brividi che le trasmise tramite esso erano ancora più intensi che le fecero emettere un gemito espirato che divenne più acuto quando la lingua iniziò a picchiettarla sul capezzolo. Se Duncan avesse esplorato con più determinazione il suo capezzolo con la lingua avrebbe potuto sentire che non era esattamente umano e che aveva un piccolo forellino sulle punte che avrebbe potuto accogliere la punta della sua lingua se ci premeva con più decisione. Il ragazzo sollevandosi anche con le spalle Vanelope venne costretta a non poter più fare perno sul pavimento con le mani, potendosi muovere solo con i fianchi, ma non se ne pentì di una tal cosa poiché la presa del ragazzo si fece più rude e decisa. Finalmente si dava da fare e Vanelope ne divenne più avida. La pelle tirava tantissimo sulle natiche ma le piaceva sentirsi afferrare con quella veemenza. Tant'è che quel trattamento iniziò a farle perdere un poco del suo autocontrollo rivelando una flebile luce fluorescente all'interno della sua bocca. Non potendo poggiarsi sul pavimento, Vanelope dovette ancorarsi alle spalle del ragazzo, ma una mano la portò sulla nuca di Duncan premendolo contro il seno che stava addentando con più decisione, facendogli affondare la faccia nel suo morbido seno.
    Aaah sì così...fammi godere, lo sento sempre più a fondo. fece con la voce rotta dal piacere e sempre meno voglia di parlare. Ancheggiò anche lei con i fianchi assecondando i movimenti di Duncan per rendere l'amplesso più intenso, in modo che quando lui spingeva in lei, lei si abbassava verso di lui con più forza tanto da poter sentire la cappella sbattere contro il collo dell'utero.
    Di più Duncan! Più forte! Più veloce! Fammi venire se ne sei capace... fece con la voce un poco più stridula di prima per via dei gemiti che non riusciva più a frenare. Sentiva già una ondata di piacere crescere sempre più forte, sentiva di avvicinarsi sempre di più all'orgasmo ma era come se mancasse qualcosa che le impediva di raggiungerlo.
     
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    Cambiando posizione, i movimenti per penetrare con decisione e velocità la vagina di Vanelope furono un po' ridotti per Duncan, ma ciò non impedì loro di continuare ad emettere mugolii e gemiti di piacere, oltre al fatto che con una simile vicinanza il glande di lui stava oramai martoriando le porte dell'utero di lei. Di fatto la corsa del suo membro si concentrava tutta sul raggiungere la profondità più estrema di quella cavità e, considerato che non stavano facendo del sesso romantico e dolce, non si stava ponendo il problema di quanto una penetrazione così potesse creare fastidi alla donna ma a giudicare dalle sue reazioni e soprattutto dalle sue parole, era tutt'altro che fastidio. Eppure, il londinese sentiva che i suoi movimenti risultavano via via più fluidi all'interno del sesso di Vanelope, probabilmente essa stava cominciando ad eccitarsi seriamente e forse era vicina ad un orgasmo.
    "Se ho perso la sfida precedente, non posso perdere questa." Disse fra sé pensando che forse, se fosse riuscito a far venire prima lei che venire lui stesso, sarebbe stata magari una bella rivincita da prendersi dopo aver perso lo scontro proprio con la partner. Ed avendo intuito ciò, decise di aumentare l'intensità, aggiungendo qualcosa che probabilmente avrebbe accelerato i tempi di venuta della donna. Avrebbe pertanto spostato la bocca, concentrando la pressione dei denti proprio sul capezzolo che fino a poco prima stava solamente tormentando con la lingua, dando per scontato che quello fosse un punto parecchio sensibile e che con una maggiore tortura avrebbe fatto "scattare" maggiormente Vanelope. Dopo questo, avrebbe allentato la presa con la mano destra su una delle due natiche già abbastanza strizzate di lei ed avrebbe spostato proprio quella mano più al centro del suo sedere, cercando a tastoni col polpastrello l'ingresso per l'orifizio posteriore. Strusciando per qualche secondo il dito nei pressi dei bordi di quel foro, riuscì finalmente a trovarlo e, senza tergiversare troppo, con il dito medio, infilò metà del dito all'interno di quel buco, in modo che quell'invasione potesse stimolare maggiormente Vanelope e potesse portarla nell'immediato ad un orgasmo. Duncan l'aveva presa come una sfida personale, ma quel corpo così tonico ed abbondante della donna, l'accrescere degli umori di lei che colavano al di fuori della sua vagina ed i suoi gemiti incontrollati stavano cominciando a far eccitare fin troppo anche lui, facendogli capire che era in prossimità di un orgasmo, ma in quel frangente determinò dentro di sé che avrebbe resistito il più possibile, voleva che fosse lei la prima a cedere ad un orgasmo e poi, dopo aver compreso di essere riuscito a resistere a differenza sua, si sarebbe probabilmente goduto il suo di orgasmo.
     
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    Vanelope al contrario di Duncan non aveva preso come una sfida il chi faceva venire per primo l'altro. In quel momento Vanelope non pensava più a nulla se non al piacere e a raggiungere il climax. Quindi continuava a muoversi su di lui veloce assecondando i suoi movimenti per avere il massimo della forza di penetrazione e la velocitò massima consentita da quella posizione. Vanelope oltretutto era anche forte fisicamente quindi i suoi affondi erano decisi e intensi. La mano che prima reggeva la nuca del ragazzo si richiuse sui capelli tirandoli dolcemente lasciandolo fare con la bocca sul suo seno, o almeno fin quando non addentò il capezzolo con più forza facendola sussultare e gemere in modo più stridulo. Intanto l'altra mano del ragazzo si insinuò fra le natiche muscolose della donna, arrivando sul suo secondo orifizio caldo che la fece tremare di eccitazione. Quella seconda stimolazione unita al sesso accesero Vanelope di un calore intenso che si tramutava in piacere sempre più intenso. Ovviamente l'orgasmo femminile era ben diverso da quello maschile, non c'era un'esplosione unica di piacere. Era un crescendo simile ad una onda che raggiungeva la riva, ci voleva pazienza e costanza per far vivere il meglio ad una donna. Duncan sembrava averlo e aveva accelerato quel fenomeno con le ulteriori stimolazioni che tolsero ogni facoltà mentale a Vanelope che si ritrovò a gemere e inerme fra le braccia del ragazzo. Inarcò un poco la schiena per permettergli di insinuare il dito comodamente dentro il suo stretto anfratto. Duncan avrebbe sentito la corolla di carne contorcersi attorno al suo dito mentre la cervice iniziava ad avere contrazioni sempre più forti. E non era solo un modo di dire poiché essendo un kaiju le sue contrazioni erano realmente più pressanti di quelle di una comune donna umana.
    Aaah non fermarti, non fermarti cazzo! fece con la voce un poco più stridula quando ormai era prossima al climax. Sentiva le proprie carni bruciare di intenso piacere, la mente che si svuotava completamente mentre senza volerlo perse un poco del controllo sul suo corpo che fecero affiorare qualche elemento mostruoso come per esempio un paio di corna sul capo, della spessa carapace sulle braccia, sulle cosce e le dita si affilarono come artigli. La luminescenza nella sua bocca divenne molto più evidente, alcuni punti luminosi apparvero anche sullo sterno mentre dietro i suoi fianchi si formò una lunga e spessa coda robusta. Fortunatamente non aveva perso il controllo sulle sue dimensioni reali, rimanendo in quella fase ibrida mentre si godeva un meritato orgasmo. Certo se Duncan fosse venuto insieme a lei sarebbe stato cento volte più appagante, poiché sentirsi riempire di caldissima sborra era la sensazione più bella che si poteva provare in un momento del genere.
     
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    Pensare razionalmente, capire cosa fare in un momento del genere era difficile se non impossibile, poiché il piacere stava offuscando il lume della ragione, lasciando il posto a reazioni puramente istintive e forse non proprio civili. Duncan stava cercando in tutti i modi di godere e anche di far godere Vanelope che non smetteva di incitarlo, di volerne sempre di più e di gemere all'interno di quel covo di terra che li isolava dal mondo esterno, anzi forse molti dei presenti che poco prima li osservavano indignati, si erano quasi dimenticati che quei due si stessero dando da fare, tanto le grida della donna non avrebbero mai sovrastato il casino che comunque avveniva al di fuori di quelle mura create da essa. Il dito all'interno dell'orifizio posteriore di lei fu una mossa vincente che azzardò il londinese, poiché la donna emise gemiti più forti e gli umori che lubrificavano i movimenti aggressivi e vogliosi d'essa sul membro di lui aumentarono notevolmente, trasmettendo un chiaro messaggio al ragazzo che Vanelope era prossima al raggiungimento dell'orgasmo, un raggiungimento progressivo, non certo come l'orgasmo maschile che si manifestava in un'istantanea esplosione di sperma denso e caldo. Mentre si muoveva con decisione e con una velocità oramai difficile da interrompere, Duncan si stava accorgendo che la sua partner non era una donna qualsiasi, già l'aveva constatato combattendo contro di lei, ma in quel momento ne ebbe una definitiva conferma. Poté vedere come, mentre si stava gustando il suo capezzolo, dei punti luminosi comparvero sul suo sterno, proprio fra i suoi abbondanti seni e come le dita di lei che si erano aggrovigliate fra i suoi corvini capelli si erano rese più lunghe ed appuntite, sembravano degli aculei che stessero per bucargli il cranio da un momento all'altro. Non che fossero dei fattori che l'avrebbero spaventato o bloccato, ma di certo gli faceva un po' strano trovarsi di fronte una non umana.
    "Comunque è pur sempre una femmina..." Si ripeté nella mente, poiché l'alterazione del corpo di Vanelope l'avevano un po' confuso, interdetto, quasi volesse ritirare l'obiettivo orgasmo, ma l'eccitazione era tale che a quel punto interrompere il tutto sarebbe stato un peccato capitale, assolutamente imperdonabile. Le contrazioni delle carni della donna stavano stritolando il dito nel suo ano e il suo membro che proseguiva nelle sue spinte, quasi a volerli staccare dal corpo di Duncan e tenerli prigionieri in quelle cavità, ma il londinese era comunque dotato di ottima forza fisica e sarebbe riuscito a resistere ad una tale pressione sovrumana. Anzi, quelle contrazioni, soprattutto quelle della vagina di lei, lo stavano eccitando maggiormente, mettendo a repentaglio la sua resistenza nel tardare una venuta copiosa e violenta. Nel cercare di non lasciarsi andare, il ragazzo strizzò aggressivamente con i denti il capezzolo di Vanelope, come se fosse una valvola di sfogo, ma era del tutto inutile, poiché quelle pareti stavano strozzando la sua virilità, facendogli capire che essa aveva già raggiunto l'orgasmo, quindi non valeva la pena resistere ancora a lungo.
    "Aaaah cazzo!! Non ce la faccio più!! Sborro!!!" Esclamò, prorompendo ad un grido di liberazione, non appena sentì che il suo membro era sul punto di esplodere e decise di lasciarsi andare, di far schizzare fuori il suo sperma, rilasciandolo abbondantemente all'interno dell'intimità di Vanelope. Le pulsazioni del suo pene a stretto, strettissimo contatto con quelle carnose pareti fecero rabbrividire Duncan che socchiuse gli occhi, inarcò la schiena e deliberò un gemito profondo e prolungato, volgendo il viso verso l'alto, mentre si godeva quella venuta copiosa e potente. Era sempre piacevole un orgasmo, soprattutto se lo si sfogava durante il sesso e assieme alla propria partner. Dopo che il suo seme venne fatto uscire fino all'ultima goccia, il londinese istintivamente sfilò in velocità il suo membro, facendo straripare parte della sua venuta che fuori uscì dalla vagina della donna, a tenere uniti i due sessi c'era un filo di sperma che collegava la punta del glande di lui alle labbra vaginali di lei. Il ragazzo era stremato, ma osservava Vanelope con piena soddisfazione ed un sorriso di compiacimento che contornava il suo viso.
    "Non mi sarei mai immaginato che... Dopo uno scontro, fossimo finiti ad una scopata del genere. Solo una cosa mi viene da dire: grazie." Disse, con un po' di fiatone, mentre si rialzava lentamente, mantenendo uno sguardo d'ammirazione nei confronti di lei. Era appagato dal rapporto avuto, nonostante poco prima stessero combattendo e pensare all'esito di quell'amplesso, gli fecero dimenticare che, fuori da quelle mura di terra, sarebbe rimasto senza pantaloni, senza mutande, senza maglia, praticamente nudo e che il concerto era ancora in corso e la gente era ancora lì che affollava quella piazza. Quando si rese conto che dal foro presente sopra le loro teste, il rumore dell'evento era ancora presente, Duncan si mise la mano destra dietro la testa ed assunse un'espressione un po' spaventata.
    "Merda... E adesso come me ne vado?" Si chiese, non riuscendo a trovare una soluzione per poter andarsene indisturbato e senza occhi indiscreti che potessero osservarlo in tutta la sua nudità, con chissà quali disparate reazioni.
    "Ehm... Non è che avresti una qualche arte magica per darmi un qualcosa da mettermi addosso?" Domandò, realizzando la situazione e cercando di trovare un aiuto in Vanelope, anche se non era del tutto sicuro che essa potesse fare qualcosa per lui e ci tenesse a dargli una mano dopo aver trascorso un momento così piacevole ed eccitante.
     
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    Finalmente sentiva il piacere crescere sempre di più, e fortunatamente il ragazzo non ebbe nulla da ridire se aveva perso il controllo sul proprio fisico, cambiando aspetto. Anzi sembrava quasi che il ragazzo non volesse interrimpersi per una cosa del genere, che ormai era in dirittura di arrivo e per niente al mondo doveva fermarsi. Cosa che aiutò molto Vanelope a raggiungere il suo tanto agognato orgasmo. Sussultò strillando di piacere nel sentirsi mordere sul capezzolo, uno dei suoi punti più sensibili del corpo, ma la sensazione che più la appagò fu sentire il seme caldo e vischioso del ragazzo invaderle le carni. Lo sentiva pompare dentro di lei, il calore che si espandeva nel suo corpo e la faceva tremare. Inarcò la schiena piantando la coda nel terreno mentre si godeva i fiotti del ragazzo dentro di lei. Tutto poi scemò gradualmente, mentre una bellissima sensazione di relax la invase. Dall'esterno arrivavano le note della musica del gruppo, l'aria era fresca e Vanelope non ebbe alcuna voglia di fare niente, nemmeno di parlare. Il ragazzo le confessò che non avrebbe mai immaginato uno sviluppo del genere con lei, e la ringraziò perfino. Vanelope ridacchiò divertita mentre lo lasciò scivolare fuori da sé godendosi gli ultimi piccoli brividi.
    Bah, allora non ti sei mai divertito. Mica si fa a botte solo per odio. commentò lasciandosi cadere a terra svogliata ma soddisfatta. Non sciolse la sua trasformazione ibrida, e si godette lo spettacolo del ragazzo che confuso si guardava in giro nudo come un verme. Alla fine le chiese se avesse qualche trucchetto per coprirsi. Vanelope rise di nuovo divertita, ebbe la voglia di lasciarlo andare via così, ma trovò un'idea ancora più divertente. Afferrò le sue mutandine da donna, inconfondibilmente da donna poiché erano rosa con un fiocchetto davanti, e gliele lanciò.
    Non conosco nessun trucco, tieni ti presto le mie, anzi tienitele come ricordo. affermò per poi alzarsi in piedi e rivestirsi in fretta, quando fu ormai coperta sciolse la tecnica delle pareti di terra, ma ebbero una brutta sorpresa poiché li attendevano alcuni poliziotti pronti con le manette.
    Oh merda! esclamò Vanelope per poi scattare velocissima leggermente abbassata così da travolgere i poliziotti che volevano prenderla come se fosse stata ad una partita di Football. Ovviamente essendo parecchio forzuta e pure dura grazie alla parziale trasformazione, per lei fu uno scherzo aprirsi un varco da cui fuggì immediatamente.
    Addio ragazzo, non so se ci rivedremo un giorno! urlò mentre scappava via dalla folla, spingendo via chi si metteva in messo, oppure saltando sopra la testa di potenziali ostacoli. Anche Duncan avrebbe dovuto ingegnarsi se voleva fuggire via, a meno che invece non si sarebbe fatto prendere come cittadino onesto.


    Rolata conclusa, o almeno da parte mia. Se vuoi spararti la posa nella fuga è tutta tua ^__^
     
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    Ci fu un mix di sensazioni che si contrastavano fra loro in quel momento. Duncan non sapeva se essere ancora felice ed appagato per aver fatto del sesso sfrenato e puro con Vanelope o se essere allarmato per le conseguenze relative alla sparizione del muro di terra che li divideva dal resto dei presenti in quel piazzale durante il concerto. Da lei ricevette le sue mutandine, l'unica cosa che l'avrebbe coperto e che gli avrebbe permesso di andarsene senza lasciare in mostra i suoi adorati gioielli, ma comunque sarebbe stata una scena parecchio imbarazzante, più che altro già immaginava le facce di disprezzo dei presenti. Ma quando si riaffacciò alla realtà, non poté proprio immaginare che ad attenderli ci fosse la polizia, pronti ad arrestarli per aver infranto una chiara legge che ormai vigeva da anni, forse da secoli: atti osceni in luogo pubblico. Il londinese andò nel panico, la sua forte preoccupazione si accentuò non appena la donna si rivestì in fretta e furia e scappò via, salutandolo con un "addio" e cercando di non farsi acciuffare dagli sbirri. Tutti attorno a Duncan stavano incitando le autorità a catturarlo e a fargli passare dei brutti momenti come punizione per essersi ridotto in quello stato osceno e volgare.
    "Merda merda merda!!" Esclamò il ragazzo che non sapeva cosa fare, mentre afferrava in velocità la sua zanpakuto e si guardava attorno, cercando un punto che potesse riuscire a raggiungere senza troppi ostacoli. Era difficile, i poliziotti l'avevano circondato ed erano pronti a placcarlo ed ammanettarlo. Non voleva opporsi in modo violento, rischiando di ferirli o peggio ancora di farli fuori, ma risultava scomodo per lui farsi catturare e subire processi, condanne ed altro, per quanto fosse un amante della giustizia. Soprattutto non sapeva come si sarebbero comportate le autorità americane dato che lui era di Londra. Pieno di pensieri, doveva comunque agire per il suo bene. Si concentrò su una direzione dove sarebbe stato più facile scappare e, facendo affidamento sull'uso dell'arte magica, creò puntando in avanti il palmo della mano uno stretto tornado che fece sbalzare via un paio di poliziotti, creandosi così una via di fuga. Uno scatto improvviso e poi estraendo la katana, così da allarmare la gente che trovava di fronte a sé, riuscì a trovare il corridoio giusto per andarsene da lì. Man mano che correva sentiva la confusione del concerto affievolirsi, quasi sparire e, non appena fu lontano abbastanza, si rintanò in un vicolo, col fiatone.
    "Cazzo, me la sono vista brutta... Mannaggia a lei!" Commentò con un po' di nervosismo, ma poi sorridendo e ripensando ai momenti di piacere passati con Vanelope. Chissà se un giorno fosse riuscito a rivederla, sperava in un certo senso che quell'addio fosse fittizio. Osservando un telo bello grande buttato in quel vicolo, decise di coprirsi e di passare la notte lì, così l'indomani avrebbe trovato il modo di fare ritorno a casa, a Londra.
     
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