La vergine di ferro

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    A causa del suo potere, Stige indossava sempre abiti scoperti sulla schiena o che potessero togliersi facilmente in situazioni di difficoltà, per questo le bastò poco per restare pressoché nuda, priva di biancheria quasi inutile per il genere di vestiario che lei adottava di solito. L'unica cosa che aveva tenuto per un capriccio di eleganza erano delle sottilissime calze a rete che si reggevano all'altezza delle cosce e si infilavano nelle sue scarpe col tacco alto. Il resto del corpo si ritrovò completamente nudo, eccetto il collo della Poltergeist in quanto sfoggiava ancora un piccolo nastro nero con al lato una rosa in pietre preziose che abbelliva e valorizzava il suo corpo. Adesso che finalmente erano nudi, Stige poteva assaporare il corpo del professore in tutta la sua bellezza, senza timore di quanto mostruoso potesse apparire. Solo la lingua le aveva strappato qualche gemito di sorpresa e l'aveva messa in difficoltà, era però un'esperienza interessante e di cui Stige non aveva timore, anzi le stava concedendo sensazioni sempre più piacevoli e le venne spontaneo a quel punto pensare fin dove potesse arrivare quella lingua se messa tra le cosce di una donna vogliosa. Ma che stava pensando? Quando era diventata così perversa? Forse era la calda pelle del professore che stringeva tendendosi con quei muscoli adorabili, sembrava un caldo abbraccio dalla quale non poteva più sottrarsi e che anzi, ne avrebbe chiesto volentieri ancora. Oppure era quella verga? Mostruosamente sproporzionata, Stige non era decisamente una verginella e nelle sue missioni aveva dovuto accettare ogni genere di umiliazione per rendere fiera la sua famiglia, ma quel cazzo era semplicemente enorme e indubbiamente delle dimensioni più grandi che Stige avesse mai visto, pertanto la sua sola presenza bastò a farla tremare, a metà tra l'impaziente desiderio e il timore di accogliere una cosa del genere dentro di sé. Ma non si sarebbe tirata indietro, non a quel punto. L'unica cosa peggiore di darla vinta a quella faccia da schiaffi era fargli credere che voleva scappare come una ragazzina intimorita. Le mano scivolarono sulla schiena del professore e istintivamente volle assaporare anche i suoi glutei, stringendoli per poterne saggiare la muscolatura che probabilmente non era inferiore a quella del resto del corpo. In un impeto di tentazione, Stige non riuscì a resistere alla voglia di graffiare con le unghie quella carne morbida, anche solo per fargli capire che anche lei aveva dei desideri. Tuttavia, il bacio richiedeva una sosta, perché come al solito Stige non poteva lasciarsi andare senza le dovute regole, e appena fu libera, giusto dopo un attimo in cui riprese fiato, abbassò lo sguardo per non doverlo guardare negli occhi mentre diceva una cosa del genere.
    Ce l'hai un... Si sentì molto strana a quel punto, davvero era retrocessa allo stato di una ragazzina alla sua prima volta? Serve un preservativo... ce l'hai?
    Riprese fiato e trovò anche il coraggio di alzare lo sguardo, non apparve imbarazzata e anzi volle mostrarsi risoluta. Non aveva la minima intenzione di far iniziare uno scandalo e qualcosa le diceva che se quel non morto era così "vivo" allora lo era anche la sua capacità di procreare.
     
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    Il corpo nudo di Stige era uno spettacolo mozzafiato, gli fu impossibile restare con gli occhi chiusi, era semplicemente una dea della bellezza incarnata in quel mondo, la sua pelle era un dono e le sue forme erano una sinfonia perversa che chiedeva solo un abile musicista per essere suonata alla perfezione. Era così impaziente che la sua verga iniziò a tremare vistosamente e i muscoli si serrarono con decisione, concedendo probabilmente a Stige un assaggio ben più che appagante della sua stazza. Approfittando della presa della donna, lui fece altrettanto e la strinse anche lui per i glutei, assaporando un diverso tipo di morbidezza che quasi lo fece sussultare. Le natiche di Stige erano un paradiso di sensazioni e la sola idea di poterli stringere fino a farla gridare di dolore lo portava quasi a perdere il senno. Ma se lui stava già impazzendo dalla voglia, lo stesso non poteva dirsi di Stige che concentrata come non mai, tornò a pensare in maniera pragmatica. Thresh sorrise subito dopo aver concluso quel bacio, in parte divertito e in parte affascinato dalla lucidità con cui Stige affrontava la cosa, nonostante tutto voleva mantenere un distacco ed era molto saggia a prendere delle precauzioni, poiché Thresh non avrebbe esitato un solo istante a creare un legame indissolubile tra di loro in qualsiasi maniera. Ridacchiò quindi, approfittando dell'abbraccio per poterla sollevare di peso e spingerla verso di sé, staccandola finalmente da quel muro per poi gettarsi sul letto il più velocemente possibile, lasciandocela sopra schiena a terra e fiondandosi su di lei tenendo le ginocchia sul materasso come appoggio. Da sdraiata, quella venere glaciale era ancora più bella.
    Un professore che porta in tasca dei preservativi? E' inquietante Stige...
    Lo disse di proposito con un tono di voce ironico e quasi scandalizzato, come a voler ridicolizzare la sua richiesta e allo stesso tempo anche provocarla. Grazie alla presa di prima, Thresh ora se ne stava inginocchiato tra le cosce di Stige, a gambe aperte così da costringerla a tenere anche le sue il più spalancate possibili. Poteva vedere il suo seno restare perfettamente gonfio nonostante la posizione e osservare quella carne che si scaldava sotto il tocco della sua verga era una favola che diventa realtà. Thresh continuò la provocazione, con uno sguardo che sembrava chiederle se voleva fermarsi proprio adesso e sottolineò il concetto iniziando a muovere il bacino, così che quella mazza enorme e pulsante potesse sfregarsi tra le sue grandi e morbidissime labbra, cercando di strapparle anche solo una stilla di umori per capire quanto fosse in realtà eccitata.
     
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    Quando lo vide ghignare in quel modo, Stige allargò leggermente gli occhi con timore, pregustando già la sua prossima subdola mossa, non si aspettava di venir manipolata con una simile velocità e si lasciò sfoggiare un gemito sorpreso che dovette nascondere col dorso della mano destra a schiacciarle le labbra carnose. Quando si ritrovò sul letto però era già troppo tardi, e le sue gambe erano ampie intorno alla vita del professore, le braccia in una posizione in cui non poteva difendersi e lo sguardo di quel mostro eccitato davanti agli occhi, pronto a lanciarle l'ennesima provocazione. La sua espressione si fece sorpresa e allo stesso tempo indispettita quando si rese conto che razza di richiesta aveva in effetti fatto ad un "rispettabile" professore, ma questo non cambiava le cose. Semplicemente voleva mettere in chiaro il concetto che non aveva la minima intenzione di sottostare alle sue regole. Stige a quel punto aveva solo due possibilità: diventare una succube del suo desiderio oppure... rimetterlo al suo posto. Scurì quindi lo sguardo con il fare severo di chi è appena finito nella sua stanza degli interrogatori, se voleva giocare duro allora Stige lo avrebbe messo sotto torchio. Sollevò una mano, la destra, per afferrare una delle sue eleganti trecce e avvolgergliela intorno al collo, per poi tirarlo verso di sé come un cagnolino dispettoso, e proprio mentre il non morto iniziava a scivolare sulla sua intimità, la mancina fece lo stesso movimento e lo afferrò direttamente sulla cappella, stringendolo così forte da farlo sussultare e probabilmente anche arrestare. Di conferme, Thresh ne avrebbe avute quante ne voleva, perché nonostante quello sguardo da spietato agente di polizia, Stige era già piuttosto umida lì sotto... ma farla grondare era un compito esclusivamente suo.
    Se vieni dentro ti ammazzo...
    Lo disse senza riprendere fiato, senza tentennare un solo istante, senza ghignare maliziosamente. Non era affatto una minaccia velata, era il suo personale preservativo creato appositamente per situazioni in cui voleva che la gente facesse esattamente ciò che diceva. Era una minaccia reale, tangibile, i suoi occhi di ghiaccio non mentivano minimamente e Thresh questo avrebbe potuto leggerlo senza margine di errore. Fatto questo, avrebbe serrato la presa sul collo, alzando il capo per poter far partire una lappata che iniziava direttamente dalla gola e risaliva fin sotto al mento, la guancia e la cicatrice del professore. Un gesto che serviva a fargli capire che non stava domando lui la situazione, ma era ancora sotto le regole della Frozen Maiden. Nel mentre, le gambe di Stige si chiusero intorno ai suoi fianchi, senza stringerlo ancora ma privandolo di vie di fuga, mentre la mancina che lo stringeva con fare autoritario portava quella verga enorme di fronte alla sua intimità. Non voleva mostrargli la strada, lo stava scortando... Stige non era finita vittima del suo fascino, non era una sua avventura da poco. In quel momento erano sullo stesso livello e questo Thresh doveva capirlo da subito.
     
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    Doveva ammetterlo: si stava già crogiolando nel suo successo. Lo sguardo perso e visibilmente in difficoltà di Stige, specialmente dopo la sua ultima stoccata morale, non era solo un vero e proprio piacere per gli occhi ma anche la testimonianza di quanto Stige fosse caduta oramai nelle spire del suo fascino. Per questo, appena i suoi capelli si trasformarono in uno stretto collare, il non morto ebbe un sussulto sorpreso, che si sarebbe sfogato in un verso spazientito se solo Stige non gli avesse afferrato quella verga enorme con la mano, trasformando il suo disappunto in un verso di sforzato piacere, mosso esclusivamente dal dolore di quella presa. per quanto il cazzo di Thresh fosse enorme, Stige aveva comunque una presa risoluta e riuscì a far tremare le labbra ghignanti di Thresh: apprezzava quel dolore, ma era anche cosciente che con quella forza la bambolina di ghiaccio poteva evirarlo fin troppo facilmente. Quella donna era unica... in un istante Thresh si era trasformato da perverso aguzzino in un criminale ammanettato e legato sulla sedia elettrica, pronto ad essere folgorato al minimo errore. Chiunque a quel punto avrebbe ceduto allo sguardo autoritario e terrificante di Stige, ma lui a quel punto si sentì sfidato. E un vero uomo non rifiuta mai una sfida... specialmente se da parte di una donna.
    Ehehehehe...
    La risata gli uscì dalla gola molto più gutturale e profonda di quanto non servisse, come se l'abisso perverso nel suo cuore fosse oramai stracolmo e poteva straripare da un momento all'altro.
    Finalmente una sfida degna di questo nome... la accetto di buon grado. Dopotutto sarà un piacere morire di nuovo così... ancora, e ancora... e ancora...
    E mentre il suo sorriso perverso si allargava, il suo bacino spingeva in avanti, lento ma inesorabile, seguendo la via che aveva liberato Stige per poterla penetrare. Non le avrebbe concesso di tirarsi indietro, mai, neanche per un istante, l'avrebbe posseduta in quel momento, subito, senza la minima esitazione. Avrebbe spalancato le sue grandi labbra con quella presenza enorme ed ingombrante, ogni centimetro che entrava le concedeva una pulsazione fortissima, le prime si sfogarono intorno all'entrata, con delle vene così gonfie che avrebbero fatto vibrare clitoride e morbide carni come se fossero state vittima di un terremoto di puro piacere. Non sarebbe entrato tutto in una volta, ma con le mani le avrebbe impedito di spostarsi, di decidere il ritmo, sarebbe stato lui a violarla, passo passo, senza staccare gli occhi dal suo sguardo: voleva vederla impazzire e non le avrebbe concesso il privilegio di distogliere lo sguardo da quelle lanterne colme di luce tetra, mosse oramai da un incontenibile desiderio di possederla...
     
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    Serrò i denti e le labbra, prima per rabbia, poi per dolore. Fu come perdere la verginità una seconda volta, quella mazza era enorme e Stige non era pronta per accoglierla. Nessuno sarebbe mai stato pronto per accoglierla. La testa si mosse, per un istante anche il bacino provò a farsi indietro ma le mani del non morto le impedivano di sottrarsi, trasformando quella lenta tortura in una cosa importante quanto respirare. Sperava di poter rispondere a tono alla sua provocazione, ma non ne era in grado: la sua carne si divideva in due, in un dolore intenso ma caldissimo che più si faceva avanti, più si trasformava in piacere. Cercò di serrare più forte i denti ma alla fine cedette: spalancò la bocca, piegò la testa all'indietro e si lasciò sfuggire un grido di piacere acuto e femminile, che lasciò vibrare non solo la sua gola, ma il suo corpo per intero. Anche se quel maledetto non morto aveva una faccia da schiaffi, il suo cazzo era invece decisamente più piacevole. Stige cercò di esternare il suo pensiero con le mani, tirando a sé quel collare improvvisato fatto di trecce come a volerlo spronare, ma non servì a nulla: Faust aveva già deciso di torturarla lentamente, e più passavano i secondi e più ci riusciva bene, dato che Stige non era più in grado di tenergli testa. La sua intimità iniziava a grondare, la sua clitoride si inturgidiva, diventando più sensibile, mentre le interiora si contorcevano per il piacere massaggiando la verga del non morto dandogli molto più piacere di quanto Stige non avrebbe voluto. Lo invitavano ad entrare, ma la comandante non poteva fare nulla per obbligarlo con i gesti. Perché ostinarsi in quel modo, voleva forse farle riconoscere qualcosa? Non avrebbe ottenuto niente del genere: Stige sapeva già di essere diventata schiava del piacere, quel piacere che per tanto tempo le era stato negato e che finalmente ora poteva assaporare. E nessuno dei suoi giochi perversi l'avrebbe privata di questo dono...
    Tutto qui Carnovash...? Sei come un cadetto con in mano l'artiglieria pesante... sei ben equipaggiato ma non sai usarlo... o stai solo cercando di... fare colpo? Muoviti, non farmi aspettare!
    Nonostante la voce fosse spezzata dagli spasmi, questo non le impedì di usare il suo tono più autoritario mentre con le gambe si serrava intorno a lui, spingendolo con mera forza bruta in modo da potersi lasciar finalmente impalare da quella carne. A meno che Thresh non avesse usato tutta la sua forza non le avrebbe impedito di prendersi ciò che le spettava, non le importava più di trattenersi o cose del genere. Quella era una sfida a tutti gli effetti e non gli avrebbe concesso di giocare in casa. Lei non si sarebbe vergognata di quel piacere, lo voleva e lo bramava nella sua forma più pura e perversa, senza vergogna. La vera domanda era: Faust sarebbe stato in grado di soddisfarla senza esaurire i suoi assi nella manica? L'intimità Di Stige avrebbe continuato a tremare, accogliendolo dentro di sé come se volesse risucchiarlo... un invito così chiaro forse non lo aveva mai ricevuto nemmeno lui, anche se quella presenza era disarmante, Stige non era affatto pronta ad arrendersi.
     
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    Doveva riconoscerglielo, Stige era una donna intraprendente in ogni ambito. Perfino a quel punto piuttosto che restare nel limbo del piacere preferiva mettere tutta la sua forza nelle gambe per lasciarlo entrare, e non era solo un modo di dire. Di solito Thresh trovava facile sottomettere una donna fisicamente, anche le guerriere come lei, ma Stige non era solo forte quanto lui, non si lasciava impressionare dalle sue dimensioni e dalla sua prestanza e lo spingeva sempre di più verso di lei, creando un gioco eccitante e piacevole di cui sicuramente avrebbe giovato anche lei, dato che gli spasmi del membro del professore erano tutti nella sua caldissima intimità. Come se non bastasse, trovava anche la forza di provocarlo, strappandogli un sorriso intrigato che lasciava intendere cosa ne pensasse della situazione il nostro caro Thresh. Pensava forse di metterlo in difficoltà? Oh sicuro, le riusciva benissimo... ma chi aveva detto che Faust Carnovash non apprezza le sfide? La carne di Stige lo desiderava, e lei più di ogni altra cosa voleva avere la sua parte, non le importava di trattenersi, non aveva vergogna, fare leva su un sentimento del genere era inutile per il non morto, pertanto qualsiasi tattica ad esso legata non aveva senso. Ne avrebbe scelta un'altra dunque, più piacevole per entrambi. Non disse nulla, non rispose alla sua provocazione, si limitò a fissarla mentre cercava di trattenersi dal dargli soddisfazioni, poi approfittando del suo stesso movimento delle gambe affondò completamente dentro di lei, sbattendo con la stessa forza di Stige contro l'entrata del suo utero, facendole sentire pulsazioni ancora più piacevoli. Questo le avrebbe sicuramente concesso un piacere più intenso degli altri, che Thresh avrebbe sfruttato immediatamente per riprendere il controllo del ritmo, rendendolo più profondo, serrato, usando gli umori nell'intimità di Stige per scivolare dentro di lei con più facilità, sbattendo sempre più forte nella sua più profonda intimità mentre le vene e la cappella di quell'enorme cazzo pulsavano come se fossero dei cuori iperattivi. La sua verga non era ancora entrata del tutto, e risultava così massiccia che la carne di Stige a stento si teneva assieme per stringerla. Decise quindi che era quello il momento giusto per provocarla, mentre lui si concedeva sospiri di piacere, mettendo in mostra i muscoli del suo petto.
    Sento un grande vuoto qui dentro... non senti il bisogno di riempirlo?
    Parlò con voce profonda, cavernosa, quasi come se volesse farla rimbombare nel suo cervello. Una perversa richiesta magari, che celava una volontà assai più intima. Visto che Stige non voleva permettergli di giocare sul suo campo, allora Thresh avrebbe cambiato le regole. Le fece sentire delle pulsazioni peculiari, forti, intense, non soltanto dalla sua verga ma anche dai suoi testicoli che sembravano bramare di svuotarsi dentro di lei.
    Sarebbe un vero onore per me...
    Allargò un ampio sorriso, perverso e colmo di lussuria, si avvicinò a lei come a volerla baciare, ma tradì quel desiderio, sollevando le mani sul ventre e risalendolo fino a che le dita non iniziarono a stuzzicare i suoi capezzoli, delicatamente. Prima solo gli indici, poi anche i medi, chiudendo quelle perle di carne in una piacevole e perversa morsa mentre le loro carni si univano sempre più intensamente. Stige era indubbiamente una delle donne più affascinanti che il non morto aveva mai posseduto... doveva averla ad ogni costo.
     
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    Le pulsazioni intense di Thresh dentro la sua carne rendevano tutto molto più difficile: tenere i denti serrati divenne impossibile e quelli che prima erano spasmi per lo sforzo si trasformarono in lunghi sospiri di piacere che il non morto avrebbe gustato senz'altro sulla sua pelle, vicinissima alle labbra di Stige. L'affondo che seguì poi, un colpo a tradimento a tutti gli effetti, le spezzò il fiato portandola ad inarcare la schiena e il collo, lasciando momentaneamente la presa delle gambe mentre Faust entrava completamente dentro di lei, facendole sentire quanto le sue doti potessero spingerla oltre il suo limite, strappandole uno spasmo di dolore quando arrivò di fronte all'utero, cosa che assai di rado Stige era riuscita a sperimentare in vita sua. Il pensiero che quel dannato avesse molti tipi di doni la fece innervosire ancora di più, ma non per questo gliela avrebbe data vinta. Non poteva però negare che tutto quel trattamento la stesse facendo impazzire, non smetteva un attimo di godere mentre la sua intimità lo avvolgeva e lo massaggiava, al limite della sua elasticità chiaramente, ma tutt'altro che decisa a cedere. Non aveva mia assaporato una carne così calda e grande dentro di sé, ma non le dispiaceva affatto e riusciva a percepire quel retrogusto perverso alla fine di ogni spasmo di dolore. Non poteva dargli torto in nessun modo: quella faccia da schiaffi era un amante inimitabile, nessuno l'aveva mai fatta godere in quel modo e per questo, gli concesse quella piccola vittoria adagiando le gambe intorno al suo ventre ma più lentamente, assecondando il suo movimento. Si stava abituando e man mano che succedeva, diventava più piacevole per entrambi. Continuava a perdere caldissimi umori che lubrificavano le grandi labbra e la verga, quasi come se fosse il suo stesso corpo a volerne di più. Si domandava quanto ancora avrebbe resistito Faust, ma prima di tutto dovette fare i conti con la sua ennesima provocazione, un colpo basso che le fece scurire il volto, ma non quanto avrebbe voluto. Tutta colpa del piacere...
    Non... n-non osare...
    Commentò con la voce spezzata, non riuscì a rispondergli subito perché oltre alle pulsazioni di quella verga esagerata, le dita del non morto provarono a spezzarle il fiato torturando i suoi capezzoli. E ci riuscirono anche molto bene. Stige si lasciò sfuggire un altro spasmo di puro piacere, e per riprendere la concentrazione dovette far saettare le dita sul suo petto vigoroso, prima assaporandone la muscolatura con affetto, poi però iniziò a graffiarlo con le unghie con disprezzo, usandolo quasi come se fosse un antistress. Non dei graffi gravi, ma piuttosto evidenti, che scendevano dal collo fino al ventre, lentamente.
    Non sono qui per legarmi ad uno zombie dal culo affascinante...
    Rispose allargando un sorriso provocatorio, abbassando di colpo le mani per completare il lungo graffio, per poi portare quelle stesse mani sulle natiche muscolose di Faust, prima afferrandolo e poi schiaffeggiandolo vigorosamente con tutta la forza che aveva in corpo, per rispondere al fuoco col fuoco. Si fece perfino male ai palmi per riuscirci al meglio che poteva, ma voleva fargli capire che i giochi erano tutt'altro che chiusi...
     
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    Le dita che graffiavano la pelle di Thresh lo eccitavano e gli strappavano lenti e continuati mugugni di piacere, versi caldi che ricadevano sulla carne di Stige, perversi movimenti che si sfogavano direttamente nella sua intimità, riempiendola di calore, di forti pulsazioni e di una passione profonda. Per quanto fosse folle, Thresh non era un pessimo amante perché nella sua perversione c'era vera passione, nei confronti di Stige provava davvero attrazione, non la volontà di umiliarla. Questo rendeva le cose molto differenti per chiunque finisse sotto le sue attenzioni. Stige poi, tutt'altro che provata da un rapporto del genere, voleva assolutamente fare la sua parte passando rapidamente le mani sulle natiche del non morto, lasciandogli una provocazione degna di una predatrice, che riuscì a far sgranare gli occhi di Thresh sebbene non le concesse di vedere la sua faccia sorpresa. Quella donna voleva il gioco duro dunque? Ebbene, proprio mentre stringeva le natiche del non morto con forza, quest'ultimo le avrebbe fatto sentire quanto potesse esagerare in una situazione del genere, allargando la forma del suo membro e ricoprendolo di durissime vene rigonfie che avrebbero messo ulteriormente alla prova la carne della donna, oltre ovviamente ad aumentare il ritmo. La presa sui suoi seni si fece salda, fortissima, non si preoccupò di farle del male a quel punto purché riuscisse a spingere verso l'alto i suoi capezzoli, avvicinandoli al proprio volto, avvicinandolo a quello di Stige. Il suo membro pulsante continuava a sbattere di fronte all'utero della donna, come un ariete che non vede l'ora di entrare.
    Te l'ho già detto, o sbaglio...? La tua opinione non mi interessa... se vuoi convincermi a non farlo dovrai essere più credibile di così...
    Allargò un ghigno malefico prima di spalancare la bocca e chiuderla intorno al capezzolo destro di Stige. Alludeva al fatto che nonostante stesse cercando di mostrarsi dura e impassibile, quella donna stava lentamente lasciandosi soccombere al piacere che Thresh le donava, e se non voleva ammetterlo di sua iniziativa allora Thresh avrebbe fatto in modo che fosse il suo corpo a parlare. Il ritmo aumentò in maniera serrata, divenne intenso e anche Thresh iniziò a sfoggiare le sue capacità sovrumane come forza e velocità, il letto avrebbe iniziato a scricchiolare, accompagnato dal suono languido e perverso delle labbra e la lingua del non morto che succhiavano avidamente il capezzolo della sua amante, alternando le strette delle labbra a quelle dei denti per strapparle altri mugugni. Faceva in modo che la punta del suo membro toccasse sempre l'utero, senza mai forzarlo oltre, le stava dando la possibilità di difendersi ma voleva farle capire qualcosa di molto importante: al minimo cenno di cedimento, lui sarebbe andato fino in fondo, riempiendola non solo con la sua carne. Voleva una sfida? Era servita...
     
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    Non aveva ancora neanche iniziato dunque? Pensava di averlo stretto in pugno grazie al suo addestramento militare, ma in realtà Thresh era forte almeno quanto lei, se non di più vista quella stazza immane e quel fisico semplicemente perfetto. Come se non bastasse, oltre alla mera forza fisica, il non morto sfoggiò perfino un controllo corporeo semplicemente disarmante che spezzò le parole e il fiato di Stige, costringendola a restare a bocca spalancata mentre quella verga le dilatava le interiora, avvicinandola sempre di più alla sottile soglia che divideva dolore e piacere. Le unghie sulla carne del professore si serrarono nel disperato tentativo di riprendersi, ma Stige non riprese a respirare fino a che Thresh stesso non la risvegliò con la sue labbra, facendole sentire quanto apprezzasse anche il seno della sua amante. Le labbra di Stige tremavano, il suo sguardo era perso, non pensava che quel mostro potesse davvero darle così tanto piacere, ma doveva arrendersi all'evidenza: era maledettamente bravo. La sua intimità non poteva più mentire, grondava di piacere e lasciava che quella verga meravigliosa scivolasse dentro di lei, poteva percepirla farsi sempre più prepotente nel suo ventre e Stige continuava a gemere, godere, con le mani che scivolavano sempre più lentamente sulla schiena di Thresh, spingendolo verso di sé e lasciandogli la possibilità di godere del risultato che aveva ottenuto con lei, trasformando Stige in una schiava del piacere. Questa era la definizione più adatta, ma la comandante era assai lontana dall'arrendersi. Concedergli una battaglia non significava fargli anche vincere la guerra...
    N-non farlo...
    Cercò di mugugnare mentre la sua intimità schizzava umori tra una spinta del non morto e l'altra, cercando di tenere il ventre saldo, come se volesse rallentarlo, trattenerlo. Sentiva chiaramente che bastava cedere anche solo un istante per permettere a quella mazza mostruosa di invaderle l'utero e riempirla di caldissimo seme, e per quanto quella prospettiva fosse allettante non poteva assolutamente permetterselo. Non ora. Non con lui.
    Non farlo, non farlo... non farlo...
    Cercava di trattenere i mugugni che spezzavano quelle parole, ma dato che la sua intimità era pronta a donarle il miglior orgasmo degli ultimi tempi una simile performance le risultava assolutamente possibile. Thresh poteva sentire il suo fiato diventare sempre più corto, la voce che diventava armoniosi suoni di piacere e lo sguardo di Ghiaccio della Frozen Maiden che lo supplicava di soddisfarla senza però superare quella soglia. Non avrebbe resistito ancora per molto...
     
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    Le reazioni di Stige erano contrastanti, indubbiamente piacevoli, ma fin troppo diverse. Era pronta ad accettare il piacere dentro di sé, lo desiderava più di ogni altra cosa al mondo eppure riusciva a trattenersi. Quella donna era davvero incorruttibile? Uno sguardo di compiacimento e sfida si dipinse sul volto di Thresh, era da tempo che non assaporava una prova del genere, forse solamente Desdemona gli aveva concesso una sfida tanto piacevole e doveva dare atto a Stige di essere perfettamente alla sua altezza. D'altro canto, lui non poteva dirsi completamente lucido, anzi... era l'esatto opposto. Una donna bella come Stige che si dimena nel piacere era già di per sé uno spettacolo accattivante, ma sentirla stringersi intorno a lui nel disperato tentativo di tenergli testa dava tutta un'altra soddisfazione che Thresh non poteva assolutamente spezzare. Andare oltre a quel punto significava rovinare qualcosa che stava coltivando con estrema cura, non poteva permetterselo. Però poteva darle quello che in realtà volevano entrambi. Iniziò quindi a muoversi in modo da non dare priorità all'utero, non cercò più di spalancarlo con violenza ma si concentrò unicamente sulle pulsazioni e su penetrazioni molto più ampie, senza perdere il ritmo e soprattutto senza smettere un solo istante di ingrandire gradualmente la sua verga, deciso a strapparle anche l'ultimo gemito verso l'orgasmo senza andare oltre. Gli occhi del non morti si piantarono su quelli di Stige mentre la donna ripeteva quelle parole cantilenanti ma necessarie, senza volerlo lei stessa gli stava concedendo la possibilità di dimostrarsi assai meglio di come appariva, e Thresh non avrebbe perso quell'occasione. La violò completamente, allargandole l'intimità e raccogliendo i suoi umori con la cappella che faceva spesso capolino tra le grandi labbra prima di infilarsi ancora, continuò a ripetizione e avrebbe mantenuto un ritmo crescente fino a che non l'avrebbe sentita giungere al culmine, senza però fare altrettanto. Se non voleva un orgasmo anche da parte sua non lo avrebbe avuto, ma niente avrebbe fatto desistere Thresh dal portarla all'apice del piacere, non importava a che costo, anche se doveva strapparle in due quella carne con la sua verga affamata. Se fosse riuscito nel suo intento, avrebbe osservato il risultato dei suoi sforzi da un altro punto di vista: prima alzando solo il petto per vedere Stige crogiolarsi nel piacere, poi addirittura l'avrebbe privata della sua presenza, scivolando completamente da dentro di lei per mostrarle la mostruosità virile che era riuscita ad accogliere dentro di se: grondante e seconda solamente alla massa del non morto. Si sollevò davanti a lei come un vero e proprio mostro che aveva compito il suo dovere, e con un movimento lento ma fluido avrebbe fatto un passo indietro per accomodarsi su una poltroncina lì vicina, gustandosi l'espressione di Stige in silenzio, aspettandosi una sua reazione. Sapeva bene che a quel punto Stige gli avrebbe concesso qualcosa di molto più interessante... una reazione che valesse la pena chiamare tale.
     
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    Thresh sembrava determinato a farla cedere oramai, non smetteva di aumentare il ritmo, di darle altro piacere, continuava a crescere dentro di lei e spingere con forza, sapeva come far godere una donna e ci stava riuscendo benissimo. Non riusciva più a trattenersi, stava cedendo, era all'apice del piacere e l'orgasmo le avrebbe tolto ogni possibilità di resistere alla sua verga, lo avrebbe lasciato entrare senza ulteriori esitazioni. Ma proprio mentre sentiva oramai di aver perso contro quel dannato zombie, eccolo perdere completamente di vista quell'obbiettivo per concedersi unicamente l'onere di portarla all'apice, sacrificando il suo orgasmo per garantire solo quello di Stige. La donna non era abbastanza in sé per completare un pensiero logico, quindi l'unica cosa su cui riuscì a concentrarsi fu solo ed esclusivamente il piacere. Raggiunse il culmine gridando e inarcando la schiena all'indietro, iniziò a gridare senza controllo spalancando quelle labbra carnose mentre la sua intimità grondava di umori come non mai, schizzandoli leggermente sopra al ventre di Thresh mentre lui pulsava ancora nella sua carne come un tamburo di pura perversione privo di controllo. Il suo orgasmo fu forte e privo di freni, continuò a contorcersi per molto tempo intorno all'asta del non morto mentre pulsava, lo avrebbe stretto facendogli sentire quanto lo desiderava e le gambe si sarebbero piegate all'inverosimile per innalzare la sua intimità come una coppa traboccante di perversione. Dopodiché crollò sfinita, iniziando a respirare affannosamente con il petto che si gonfiava e metteva in evidenza il suo seno ancora turgido, quanto lo era il suo clitoride. Aprì lentamente gli occhi ancora gemente, alzando lo sguardo verso Thresh che la fissava come se stesse aspettando qualcosa. Stige rimase in silenzio, pensava a cosa dire ma non riuscì a farlo lucidamente finché Thresh era dentro di lei. Sentirlo uscire fu come svegliarsi da un meraviglioso sogno: il vuoto che sentiva dentro di sé a quel punto la riportò alla realtà e un verso di disappunto le uscì dalla gola, costringendola a rivedere la sua situazione attuale. Alzò la testa e vide Thresh allontanarsi, quasi deluso, ma non poteva permettergli di spingersi oltre. Questo non significava che non avesse gradito.
    G-grazie...
    Cadde poi provata anche col capo sul letto, nascondendosi gli occhi con l'avambraccio, forse anche per non vedere come aveva ridotto le lenzuola con i suoi umori, doveva essere uno spettacolo osceno. Non le importava oramai che Thresh guardasse, ma si sentiva estremamente insoddisfatta. Perché poi lo aveva ringraziato? Per aver ascoltato la sua richiesta? O per averle dato esattamente ciò di cui aveva bisogno? Stige a quel punto era confusa, totalmente priva della facoltà di ragionare lucidamente. Solo una cosa era chiara... le era piaciuto. E tanto.
     
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    Lo spettacolo che gli offrì Stige era indubbiamente degno di nota, ne valeva la pena aver atteso fino a quel momento e anche di essersi trattenuto per poterla guardare da lontano ammirandola come un'opera d'arte perversa. Il suo orgasmo era puro, incontaminato, un orgasmo che non vedeva l'ora di esprimersi dopo tanto tempo che nessuno riusciva più a soddisfarla. Thresh rimaneva sempre affascinato dalle reazioni diverse ed uniche che le donne si concedevano in quel genere di situazioni, Stige rivelava una natura assolutamente umana a differenza del ruolo che era sempre costretta a ricoprire in quanto alto ufficiale di Londra. Ma per quanto ammirato fosse lo sguardo di Thresh a quel punto, gli fu impossibile non lanciarle una provocazione, mentre steso sulla poltrona impugnava il suo membro, massaggiandolo lentamente alla base quasi a voler mettere in mostra il fatto che fosse ancora duro e soprattutto pieno.
    Grazie di cosa, Stige...? Commentò con tono calmo ma provocatorio, la sua voce era rimasta profonda, sensuale. Di non essere venuto dentro? O semplicemente della sveltina?
    Ridacchiò, solo per un momento, lasciando poi quel ghigno perverso sul volto affilando lo sguardo e la lingua. Voleva colpirla nell'orgoglio.
    O magari di aver fatto da sostituto a quell'adorabile ragazzino...
    La fissò dritto negli occhi, pensava forse che Thresh non se ne sarebbe conto? Tutte le donne di quella stanza avevano gli occhi puntati su di lui, anzi perfino il professore non poteva negare di aver subito il fascino puro e spontaneo di quell'adorabile condottiero, che a quanto pare riusciva a fare strage di cuori. non le concesse il tempo di rispondergli, continuò a parlare lui continuando a muovere la mano sul suo membro, mostrandole quanto ancora fosse turgido e colmo dei suoi stessi umori, con lo sfondo dei muscoli tesi e perfetti del non morto ancora eccitati per il corpo della Poltergeist.
    Iceringer... è fantastico, non è così? Così buono, bello, eroico... è un esempio per tutti noi. O magari volevi solo scopartelo per toglierti il vizio Stige? Sembra aitante e giovane dopotutto...
    Si concesse l'ennesima risatina provocatoria, non vedeva l'ora di assaporare la reazione di Stige che in quel frangente sembrava decisamente molto delicata. La sua sfera sessuale era ancora un mistero per Thresh, voleva scavare fino in fondo e se lei non glielo permetteva, allora il non morto avrebbe trovato un'altra via...
     
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    La cosa che più le fece scurire lo sguardo non furono le parole di Thresh. Quelle la mandarono su tutte le furie, perché si sentì prevedibile nel farsi beccare a subire il fascino di un ragazzino in quel modo, perché si sentiva sporca a pensare che poteva costringerlo a tradire le donne che amava per un suo desiderio egoistico di calore, perché semplicemente stava cedendo ad un sentimento che aveva giurato di non dover sentire più, se non per la sua bambina. Ma al di fuori di questo ci fu qualcosa che la fece infuriare molto più di quei sentimenti rivolti ad Iceringer e alle donne che lo circondavano: il cazzo di Thresh, ora che era fuori dal suo corpo, le mancava maledettamente e vederlo in quel modo la fece eccitare ancora di più. Non i suoi insulti quinti, ma quanto desiderasse quella carne dentro di sé, ecco cosa la fece arrabbiare di più.
    Osi parlarmi in questo modo...?
    Commentò col fiato ancora spezzato, dando quasi l'idea di essere esausta. Ma in realtà le sue labbra si serrarono, così come i pugni. Non gli avrebbe permesso di insultarla in quel modo, e con uno scatto felino balzò a terra dal letto, coprendo le distanze che li separavano per saltargli letteralmente addosso, inginocchiandosi ai lati della poltrona per inchiodare il culo di Thresh lì sopra con la sua mera forza bruta, afferrandogli la testa con le mani quasi ad infilargli le unghie intorno alla faccia. La tentazione di strappargli letteralmente di dosso quel sorrisetto era davvero irrefrenabile... ma facendogli del male gli avrebbe solo dato soddisfazioni, avendo il ventre contro la cappella mostruosa di quell'essere poteva già sentirlo pulsare sulla pelle per il contatto con le dita, man on gli avrebbe concesso altre vittorie.
    Sei tu il mio vizio, Carnovash, quindi non montarti la testa...
    Si spinse in avanti, avventandosi sulle sue labbra ma per morderle, non per dargli un bacio, e mentre questo avveniva il suo bacino spingeva verso il basso, come a volersi lasciar possedere di nuovo, ma per dispetto invece si limitò a farlo scivolare tra le proprie natiche, quasi come a voler utilizzare quella mazza di carne come un sostituibile sellino. Stavolta fu Stige a sorridere.
    In confronto a quel ragazzino non vali niente...
    Se voleva provocarla sarebbe stato accontentato. Stige provava grande rispetto per Iceringer, non soltanto perché aveva salvato sua figlia e aveva restituito alle streghe le loro vite in qualche modo, ma aveva una forte volontà, un grande coraggio e il cuore di pensare prima agli altri che a sé stesso. In quel momento Thresh non insultava solo lei, ma anche gli ideali di Iceringer, e questo Stige proprio non poteva permetterglielo...
     
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    Aveva ottenuto il risultato sperato, aveva risvegliato lo spirito combattente di Stige che lo assalì come una bestia selvaggia lasciandolo piacevolmente sorpreso. L'orgasmo la stravolgeva, ma non la privava delle forze come invece succedeva a molte donne. Doveva concederglielo, Stige era un'avversaria temeraria e quando sentì le unghie stringersi sul volto non poté fare a meno di sussultare, gemendo intensamente e facendole sentire quanto il suo cazzo amasse quel genere di stimolazione, pulsando direttamente sul suo ventre. Si concesse perfino un sorriso più spensierato e meno controllato, facendole vedere un volto in estasi, mentre Stige cercava di giustificarsi ma scopriva anche una grossa debolezza: non rispettava solo quel ragazzo, lo difendeva anche. Forse i sentimenti che provava per lui erano molto più interessanti di quanto Thresh si aspettasse. Ma il professore aveva la risposta pronta, e anche se Stige stava cercando di stuzzicarlo, lui non avrebbe perso il controllo della situazione. Una delle mani del professore scivolò sulle natiche di Stige, costringendola a muoversi sul suo membro nella direzione che lui voleva, così da impedirle di dettare da sola le regole.
    Te l'ho già detto, non importa che forma ha il piacere, conta solo assaporarlo... pensi che mi scoraggerei perché messo a confronto con Ice? So anche io quanto sia straordinario...
    Con un movimento rapido e approfittando della mano che era ancora intorno alla base del suo membro, Thresh spinse Stige sulla sua mazza penetrandola di nuovo fino in fondo. E mentre si gustava la meravigliosa sensazione della carne di Stige che lo avvolgeva fino a sfiorare l'entrata del suo utero, per impedirle di scappare Thresh le afferrò di nuovo entrambi i seni, tirandoli verso il basso e stimolandoli con molta più forza di prima. Avendola così vicina voleva vedere il suo volto contorto dal piacere, non quello rabbioso. Ma una via di mezzo sarebbe stata comunque interessante.
    Se non sono all'altezza allora perché non ti fermi? Ti basta tornare da lui, probabilmente ti sta aspettando... perché invece è sul mio cazzo che ti stai dimenando?
    La tirò a sé, iniziando a muoversi più forte col bacino dentro di lei, avvicinando il seno destro di Stige al suo volto per poterlo assaporare, succhiando prima tutta la mammella infilandola il più possibile nella sua enorme bocca, per poi morderle il capezzolo con forza preoccupante, ma non abbastanza da farle del male. Il tutto mentre la sua verga iniziava a dare segni di gonfiamento, prima solo pulsando più forte, poi Stige avrebbe percepito chiaramente la carne aumentare, sia in lunghezza che spessore, rendendo le cose molto più difficili per la sua stretta carne.
     
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    Non si sentiva come se fosse caduta in trappola, in fondo lei stessa lo aveva provocato. Piuttosto stava accettando le conseguenze delle sue azioni, non voleva privarsi di quel piacere perché in fondo ne aveva bisogno, ma ammetterlo... era tutto un altro paio di maniche. Faust tra l'altro sembrava conoscere fin troppo bene quel sentimento, ne era un padrone e maestro. Chissà quante altre donne aveva adescato in quel modo, dongiovanni, sciupafemmine, maledettamente affascinante e soprattutto dotato. Non soltanto nelle forme, sapeva benissimo come usare quella verga e quando la sentì scivolare di nuovo dentro di sé, Stige percepì solo piacere e desiderio di assaporarla ancora e ancora. Perché doveva essere così piacevole? Diversamente tenergli testa sarebbe stato così facile da farlo sentire un ragazzino umiliato alle elementari. Ma in quel momento, di fronte ad un piacere così travolgente che la bruciava dall'interno, Stige non poteva che dare una risposta.
    Ne ho bisogno... ne ho bisogno ORA...
    Lo sottolineò muovendosi assieme a Thresh, ricambiando quelle sensazioni di piacere, stringendolo con la sua carne come a volerlo prosciugare, ma stando sempre ben attenta a non lasciarsi andare completamente. Aumentava il ritmo con decisione, ma quando percepiva il culmine avvicinarsi rallentava, aumentando la presa sul corpo di Thresh in modo che lui non potesse forzarla. Diede vita ad uno sconveniente limbo dove nessuno dei due poteva venire, e quel piacere poteva prolungarsi in eterno. Aveva deciso di giocare al suo stesso gioco: pensava di essere l'unico a poterla torturare? Certo, per lei non era facile evitare l'orgasmo, ma in fondo l'aveva appena raggiunto, quello davvero insoddisfatto era lui e lo sarebbe rimasto per il momento, era lei a tenere le redini a quel punto e per quanto i suoi gemiti offuscassero i suoi stessi pensieri, non avrebbe ceduto tanto facilmente.
    Non ti permetterò di trattarmi come una delle tue bamboline... sono io a prendermi il tuo cazzo, non sei tu a darmelo... devi ancora conoscermi bene... Carnovash...
    La voce era spezzata dai gemiti, i suoi seni si muovevano vogliosamente sul petto di Thresh assaporando la sua muscolatura perfetta e il suo corpo vigoroso, non aveva mai goduto così tanto in vita sua e lo stava facendo con quello che somigliava più al suo peggior nemico che un amante. Ma lo aveva detto lui stesso no? Non importa in che forma... tutto ciò che conta è il piacere.
     
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