L'abbondante seno sotto torchio

x Neko

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    La porta della stanza degli interrogatori si chiuse di colpo alle spalle di Gabriel, era ancora piuttosto nervoso per via di quell'erezione mastodontica che aveva addosso e quindi non lo fece neanche di proposito. Si ritrovò a grattare per l'ennesima volta la gamba che era stata punta nel precedente combattimento, stava probabilmente sottovalutando quel piccolo strumento di perversione, ma voleva dare la precedenza a madre e figlia. Si trovavano proprio davanti a lui, sedute dall'altro lato del tavolino per interrogatori entrambe ammanettate con le mani sul tavolo, bloccate. Grazie all'autorizzazione di Eloy, aveva a disposizione una stanza per gli interrogatori senza telecamere così da non far saltare la sua copertura accidentalmente. Gabriel si avvicinò al tavolo pronto a sedersi, ma il gesto gli venne molto più frettoloso del previsto a causa della necessità di nascondere la patta dei suoi pantaloni tesissima. Hazel era stata "assicurata" con una sorta di camicia di forza sbottonata messa al contrario, l'unico strumento della sua misura che avevano a disposizione per coprirla.
    Vediamo di mettere le cose in chiaro... io non sono un poliziotto... sono un mercenario che ogni tanto si diletta in questo genere di lavori. Normalmente non dovrei essere qui, ma mi preme un sacco cercare di capire perché questa ragazzina se ne va in giro con un demone perverso come te. Se collaboriamo, questa giornata potrebbe finire molto positivamente per tutti, quindi facciamo gli educati, d'accordo?
    Il tavolino era ben ancorato a terra, ma non era particolarmente grande, anzi sotto risultava perfettamente libero e un agente più perverso di Gabriel avrebbe potuto sbirciare le gambe delle due donne. Lui però era concentrato, almeno per il momento, e anche se l'ennesima grattata sulla coscia gli diede molto fastidio ,cercò di non pensarci e di concentrarsi sull'interrogatorio.
    Iniziamo in maniera educata allora... io sono Gabriel, voi invece immagino non vi chiamate affatto tettona e ragazzina giusto?
    Un invito a tutti gli effetti per poter ottenere qualche informazione, accompagnata dal rapido gesto di sfoggiare un taccuino e una penna, tanto per non lasciarsi sfuggire i dettagli. Ora che Hazel aveva addosso la camicia di forza era molto più semplice guardarle negli occhi.
     
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    Hazel era sempre più contrariata. Aveva saputo a suo tempo della "maledizione" che pendeva sulla testa del figlio secondo cui la malasorte lo avrebbe tormentato a vita, ma così si esagerava! Il suo potere non era semplicemente un fallimento, ma poteva diventare addirittura controproducente per entrambe, sintomo il fatto che, dopo la sconfitta, gli HB che avevano somministrato all'agente con tanta fatica, ora si erano trasferiti anche sui loro corpi, rendendo la situazione addirittura più difficile. Camminare era stata una tortura, ritrovarsi sul sedile di una di quelle odiatissime macchine super moderne ancora peggio, specie per le vibrazioni e i dossi che avevano dovuto sorbire... ma la cosa peggiore era essere state legate, specie per Hazel i cui capezzoli risultavano così stretti contro la camicia di forza da venir stimolati a ogni respiro. Ovviamente non serviva a molto quello spesso tessuto, perché era talmente eccitata che persino sotto esso si riuscivano perfettamente a distinguere i due spilli creati appunto dai suoi capezzoli, messi in risalto dal bianco dell'indumento. La tensione era palpabile nella stanza, così come del resto l'eccitazione di tutti i presenti, impossibile da nascondere a causa del profumo che riempiva la stanza (per via del potere di Lucia, entrambe emanavano una fragranza che faceva pensare solo ed esclusivamente a sesso puro) così come del gonfiore tra le gambe di Gabriel che certo non era sfuggito agli occhi del duo di pervertite. Se Hazel riusciva a gestire la situazione con una certa arroganza, mantenendo il controllo e rimanendo ben dritta in segno di sfida nonostante una timida gocciolina di sudore sulla tempia, sua "figlia" non si poteva dire altrettanto abile nel nascondere di trovarsi in difficoltà, e benché a differenza della madre non stesse sudando, aveva le gote estremamente rosse e ansimava leggermente, cercando invano di dare sollievo alla propria erezione, strusciando con discrezione le cosce l'una con l'altra. Non avrebbe dovuto trovarsi lì. Era felice di non aver dovuto subire alcun dolore fino a quel momento ma la situazione era comunque critica. In primis perché quelle manette la eccitavano invece che spaventarla, aggravando la sua posizione, in secondo luogo perché Gabriel (si era appena presentato ma lei era rimasta a fissarlo imbambolata) era bellissimo e, ironicamente, aveva lo stesso nome di un'altra cotta che aveva avuto di recente e che era finita il più male possibile, e terzo... beh, era così impappinata che non riusciva a utilizzare neppure un incantesimo semplice come il cambio di sesso. Alla fine, abbassando lo sguardo sul tavolo e arrossendo, cercò di chiudere gli occhi per non pensare, tentando di ignorare la voce della madre che nel frattempo era tornata all'attacco ora che non aveva più il bavaglio. Il tragitto fin lì era stato una vera tortura anche perché quel demone malefico aveva passato il tempo a riprodurre gemiti e mugolii ben poco casti mentre si strusciava contro il sedile dell'auto. Un'esperienza davvero imbarazzante, resa ancora più strana dal fatto che né Lucia né tanto meno Hazel erano abituate ai viaggi in macchina.
    Un mercenario? Ora capisco perché sei stato così scorretto... Qualcuno capace di svendere i propri principi per soldi non può essere un uomo d'onore. Che abbia sbagliato a giudicarti?
    Hazel aveva ascoltato la spiegazione di Gabriel con una punta di divertimento nello sguardo. Un po' perché era stato delizioso vederlo in difficoltà davanti alla banca, e un altro po' perché di ciò che stava dicendo le importava relativamente. Tuttavia non poté che prenderlo un po' in giro per quella "rivelazione", godendosi il suo viso alla ricerca di un cambio d'espressione qualsiasi. Quando si era presentato poi il suo ghigno si era allargato, pronunciandosi soprattutto su un lato della bocca e creando così un effetto ancora più beffardo.
    Per quanto riguarda i nostri nomi: io sono Hazel Moore, e questa è mia figlia Lucia.
    Pronunciò il suo nome per intero con estrema serenità poiché il suo vero cognome era andato perduto da secoli ormai, e quella era l'identità demoniaca che l'era stata imposta. Mentre si trattenne dal pronunciare quello di Lucia poiché su di lei l'agente avrebbe potuto trovare informazioni recenti e non sapeva ancora se potersi fidare. La sua specifica riguardo l'essere un mercenario l'aveva messa in guardia. Non mancò ovviamente di stuzzicare suo figlio con il pensiero, che in risposta arrossì maggiormente, assumendo un'espressione concentrata.
    Sarebbe meglio che ti spicciassi a nascondere il tuo piccolo segreto tesoro mio, o la mamma si ritroverà a fare una grossa figuraccia per averti presentato così. Kfufufu.
    Come se le importasse davvero della figuraccia poi. Stava pensando a tutt'altro e sapeva che l'unica in difficoltà era proprio Lucia, ma lei voleva far in modo che lo diventasse anche Gabriel...
    Se non erro in questi casi le buone maniere odierne suggeriscono che ci stringiamo la mano, ma suppongo che mi perdonerai la mancanza, date le circostanze. Sollevò le mani quel che poteva per mettere in risalto i polsi bloccati, solo che non aveva affatto finito. Anche se forse potrei rimediare... così. Subito dopo sollevò il piede nudo, sfilandolo da una scarpa e portandolo proprio tra le gambe del mercenario, spingendo con la pianta su tutta la forma per fargli sentire maggiormente il contatto. E proprio durante quel contatto gli avrebbe mandato un'ennesima scarica di HB che probabilmente gli sarebbe parsa come vera e propria elettricità intenta ad accarezzargli la verga fin nei punti più profondi e sensibili. Scarica che di rimando, a causa del potere, si sarebbe riversata anche su Hazel e Lucia facendo gemere e sussultare entrambe, chi sempre più eccitata e ghignante e chi invece sempre più rossa e in difficoltà.
     
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    Gabriel picchiettò nervosamente le penna sul tavolino, fissando Hazel dritta negli occhi cercando di non cedere alle sue provocazioni. Smentirla poteva farlo sembrare sospetto, la sua copertura di mercenario era invece fondamentale, non poteva perderla per puro orgoglio, quindi non contestò. Riuscì però a convincerle a presentarsi e scrisse tutto sul blocco note senza esitare, cercando di non perdere eventuali dettagli del suo sguardo, ogni informazione anche solo espressiva poteva essere utile.
    Forse io sono un pessimo combattente, ma portare la figlia a fare le rapine in banca non mi sembra un buon esempio di "buona madre"...
    Le rispose a tono senza aggiungere altro, sarebbe stato superfluo. Non gli interessava provocarla, anche perché quelle due sembravano già piuttosto tese, per un motivo o per un altro. Gabriel ebbe la sensazione che potessero capirsi semplicemente con lo sguardo, la cosa però non riuscì ad insospettirlo più di tanto perché era decisamente troppo distratto da quel prurito sulla gamba che al contempo, lo stava mettendo sempre più in difficoltà dal punto di vista del contegno. La mente iniziava a farsi molto confusa e per un attimo dovette chiudere gli occhi, massaggiandoseli con le dita con fare stanco, mugugnando contrariato al tentativo di Hazel di interagire con lui e mandare avanti quel gioco di frecciatine. Riuscì ad ignorarla, almeno fino a che la donna non sfiorò la sua patta col piede nudo, dandogli un'altra scarica di energia erotica che lo fece sobbalzare, e scarabocchiare involontariamente il suo stesso taccuino.
    Ghh... maledizione, smettila! Sei nei guai, lo capisci o no?
    Sapeva che rimproverarla non sarebbe servito a niente, ma doveva trovare un modo per mantenere la calma dato che oramai quell'energia aveva intaccato sia la sua mente che il suo corpo, rendendolo non solo eccitato ma soprattutto rendendo instabile il suo potere speciale. Le nanomacchine iniziavano ad agitarsi e non sapeva di preciso quanto ancora poteva tenerle sotto controllo. Si sollevò di colpo, sbattendo le mani sul tavolo e assumendo un tono più aggressivo.
    Finiamola in fretta: voglio sapere perché volevate derubare quel trasporto valori. Mafia? Debiti? Volete organizzare una rivolta? O è una manovra finanziaria? Voglio delle risposte, e me le darai subito!
    Accentò l'ultima frase puntandole l'indice destro contro, avvicinandolo pericolosamente alla sua faccia cercando di mostrare tutta la sua volontà di ricorrere anche alle maniere pesanti pur di farla parlare.

    Edited by Hyperion Arcade - 6/4/2017, 11:03
     
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    L'uomo davanti a loro sembrava aver perso la propria scorza di ghiaccio, impegnato a grattarsi continuamente la gamba proprio dove la spina continuava a rilasciare energia erotica che Hazel, con l'aura che continuava a tenere attiva, non faceva che aumentare. La divertiva immensamente vederlo in quello stato nonostante si sforzasse di mantenere una parvenza di controllo, e la divertì ancor più sentire le sue recriminazioni riguardo suo figlio.
    Ahah! Oh, andiamo, Gabriel... ti sembro forse una madre normale?
    Fece un cenno con gli occhi alle corna, e tanto per metterla in risalto agitò la coda sinuosa. A parte il fatto che era stata trasformata in un demone da diversi secoli e relegata all'Inferno, prima di ciò era comunque stata una strega, appartenente a un clan che di sicuro non era conosciuto, ai tempi, per il voto di castità delle appartenenti. Sentire la carne del mercenario sotto la pianta del piede, per quanto ci fosse un grosso strato di tessuto a separarli, le donò un'ennesima scarica d'eccitazione che la fece gemere, costringendola a mordicchiarsi un lato inferiore del labbro carnoso. Purtroppo il contatto fu davvero breve, facendole assumere un'espressione delusa che, però, durò ancora meno. La risposta a quello sfogo arrivò prontamente, più roca e persa di tutto il resto:
    I guai non mi spaventano...
    Poi lui sì sollevò di colpo, tutto impettito, puntandogli l'indice contro e attaccandola senza remore con una serie di domande che al suo orecchio suonarono talmente assurde da costringerla a ridere.
    Ahahah... Tesoro, sei quasi tenero nel pormi simili quesiti. Mafia? Debiti? Rivolte? Ti sembriamo forse due rivoluzionarie, noi due? Sei in tremendo errore, ti assicuro. Il motivo del nostro tentativo era esattamente quello che ti ho già detto: mia figlia ha ottenuto il suo potere da poco e aveva bisogno d'allenarsi. Mentre io avevo bisogno di un'arma. Se proprio vuoi qualche dettaglio, sono riuscita a tornare a fatica sulla Terra solo di recente, poiché relegata all'Inferno, e avevo una gran voglia... di combattere. Sai, se non si fosse notato sono un demone. Corna, denti affilati, lingua biforcuta... Hai presente?
    Proprio mentre parlava della lingua, il suo sorriso si schiuse via via assumendo una forma ben più languida, sempre maliziosa certo, ma anche più eccitata, e Hazel approfittò proprio di quell'istante per tirare fuori il suddetto organo e farlo saettare verso l'indice che le veniva puntato contro, abbassando le palpebre per rendere lo sguardo più intenso e allargando bene la bocca in un sorriso sbilenco per mostrare i canini splendenti e la gola. Fece scorrere la lingua avvolgendo completamente ogni singola falange, applicandovi un massaggio e una suzione che lasciavano fin troppo spazio all'immaginazione, poiché era facile figurarsi la scena di ben altra carne dentro quella bocca affamata. Fu breve quanto il contatto precedente, stavolta però per volere del demone che, mentre ritirava la lingua, stava già parlando di nuovo. Non c'era traccia di menzogna nelle sue parole, nella sua espressione o nei suoi movimenti, perché non c'era alcuna bugia in quello che diceva. Era davvero una creatura così spensierata, o forse era solo arroganza?
    Poi, se proprio devo dirti proprio tutto... avrei assaltato quella strana macchina anche solo per stuzzicare te, se ti avessi notato prima del bottino.
    E a quel punto il suo ghignò sensuale si aprì maggiormente, mentre ella rilassava la schiena contro la sedia, lasciando l'indice di Gabriel umido e brillante davanti al suo viso. O forse lo avrebbe ritratto come se scottasse?
    Mi credi, caro il mio mercenario? O forse gradiresti torturarmi per... controllare?
    Comunque la si guardasse, non sembrava parlare di torture fisiche serie ma piuttosto qualcosa di sessuale, neppure fosse una novità. In tutto questo, per altro, Lucia non era messa molto meglio di Gabriel o la madre stessa in quanto eccitazione, e cominciava ad agitarsi nella sedia e a non poter fare a meno di tenere le labbra schiuse per ansimare. Stava perdendo il controllo, tanto da perdere anche la propria riservatezza. La sua vocina risuonò più alta del solito, per poter spezzare il contatto visivo tra i due "adulti" (come se lei non lo fosse, in realtà) nella stanza.
    P-possiamo... finirla qui? Se avete altre domande da porci, risponderò io. Ovviamente si riferiva a Gabriel, purtroppo quel brutto vizio del "Voi" non era facile da abbandonare. Voglio... Ho bisogno... Del suo cazzo? Di andarmene, da qui. Avresti dovuto dirgli del cazzo, magari avrebbe aiutato. Vi... Ti sembra il momento?! Beh, forse non ci hai pensato, ma ammansire quest'uomo potrebbe essere la nostra unica via di fuga rispetto al finire in cella e, magari... farci venire a prendere. Cosa pensi che potrebbe fare il tuo amico zombie o ancor peggio, la sua compagna mangia-tutto, se venissero a cercarci?
    A seguito di quel breve consulto mentale, nella testa di Lucia balenarono diverse idee, tutte più o meno spiacevoli.

    Edited by .Bakemono - 5/4/2017, 10:56
     
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    Nulla sembrava scalfire quella faccia da poker maliziosa e insopportabile, né lo sguardo di ghiaccio di Gabriel, né le sue minacce. Tutto era un gioco per lei, Hazel non aveva il minimo senso della vergogna o della colpa, per lei ogni cosa era lecita e tutto le era dovuto. Apostrofò quindi la risposta all'interrogatorio dell'agente con una presunzione che gli fece salire ulteriormente il sangue al cervello, cosa che non lo aiutava a mantenere la calma. La cosa che lo fece esplodere fu quella lingua dannata che lo costrinse a ritirarsi come se avesse visto un insetto, facendolo sbottare di colpo mentre si asciugava la saliva sulla maglietta.
    E questa dovrebbe essere una giustificazione?! Non siete dei combattenti autorizzati, se volete delle armi dovete comprarle e di sicuro non rubandole col rischio di fare del male a degli innocenti!
    Non fece neanche in tempo a finire quella frase che Hazel completò subito la sua argomentazione, spiegandogli che per puro diletto avrebbe attaccato quel camion anche solo per attirare l'attenzione dell'agente. A quel punto la situazione era chiara: quella donna era deviata. Normalmente Gabriel gli avrebbe messo un paio di manette, una tutina arancione e l'avrebbe sbattuta in una gabbia solitaria, ma in quel momento ringhiava rabbioso, ben deciso a strappare quella povera ragazza dalle grinfie di un genitore così poco raccomandabile. Ma a tranquillizzarlo, ci pensò proprio l'intervento di quest'ultima, che lo costrinse a distrarsi e calmarsi. Fece un lungo sospiro, tornando a sedere, cercando di pensare ad una soluzione. Se voleva trovare qualche informazione doveva giocare d'astuzia e Hazel rischiava di fargli saltare i nervi. Quindi decise di non assecondarla più. Non poteva sapere che madre e figliO potevano comunicare mentalmente, il suo piano era quindi inutile e se Lucia avesse deciso di seguire il consiglio di sua madre, stavolta Gabriel avrebbe abbassato sicuramente la guardia, ma a quel punto sembrava decisamente una bella idea. Si alzò di scatto, andando a prendere un headset speciale utilizzato negli interrogatori multipli che servisse in situazioni del genere: era un grosso visore nero che occludeva totalmente la vista, agganciato a delle spesse cuffie che bloccavano totalmente i suoni. Lo avrebbe infilato sulla testa di Hazel prestando poca attenzione alle sue corna e stringendolo molto, accompagnandolo a quella che sembrava una ball gag per chiuderle una volta del tutto la bocca.
    Ecco qui, sfoga i tuoi istinti perversi in questo modo...!
    Forse la ball non era proprio necessaria e col senno di poi, farle gocciolare la saliva su quelle tette mostruose era decisamente controproducente, tuttavia voleva escluderla dal discorso per poter parlare solamente con Lucia che si era dimostrata più collaborativa. Spinse via con un piede la sedia di Hazel portandola al limite del tavolo, poi si portò in una posizione quasi inginocchiata di fianco a Lucia, riprendendo il discorso.
    Ti va di parlare al posto di tua madre? Prometto che se collaborerete non dovrete rimanere qui per molto...
    Cercò di essere rassicurante, e il suo sguardo si rivelò molto più cristallino ed onesto di quanto sarebbe dovuto apparire visto il grande livello di rabbia ed eccitazione che aveva accumulato. Ma provava tenerezza per quella povera ragazza e voleva sinceramente aiutarla.
     
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    Perdona l'attesa. Periodo pieno di impegni.
    P.s. Scusa anche per il post infinito. Ero partita senza sapere cosa scrivere ma strada-facendo è venuto fuori un papiro. Spero non ci siano troppi errori dettati dalla stanchezza.

    All'ennesimo commento stizzito da parte di Gabriel, Hazel sollevò gli occhi al cielo come avrebbe fatto una madre amorevole davanti al centesimo pasticcio del proprio bambino. E con un tono altrettanto amorevole cercò di spiegarsi ancora una volta.
    Come ho già detto, non avevamo intenzione di fare del male proprio a nessuno. Tu per primo dovresti sapere che il potere di mia figlia non è votato alla violenza... ma al piacere.
    Gli sorrise, più beffarda che mai, sottolineando quelle ultime parole nonostante la realtà dei fatti non fosse proprio quella. Poteva essere un potere perverso, certo, ma la donna era pronta a scommettere che ci fosse di più, e con il tempo avrebbe avuto modo di scoprirlo. Ora però non poteva concentrarsi su quello, non più oramai, poiché c'era una lastra di ghiaccio bella grossa da abbattere a tutti i costi, se voleva sfogare quell'enorme quantità di energia erotica che si sentiva scorrere nelle vene. Persino respirare si era fatto ancora più difficile, e ogni ansito faceva gonfiare e sgonfiare il suo petto ritmicamente, quasi anch'esso volesse mettersi spontaneamente in mostra. Quando vide con che razza di armamentario Mr Ghiacciolo avesse intenzione di "bendarla", si mostrò leggermente impaurita e perse per un istante, un solo istante, la sua aria intoccabile, facendosi più indietro con la schiena e mostrando un'espressione incerta, che cercò subito dopo di camuffare con uno sbuffo divertito e un sorriso forzato.
    Oh, andiamo, sapevo che in questo secolo vanno di moda i giocattoli sessuali più strani, ma non pensavo volessi sperimentarli con me. Lo trovi proprio necessario? Devo farti tanta paura...
    Tirò in fuori il petto, sollevando il mento e sfidandolo ancora una volta, eppure era possibile cogliere nel suo corpo un tremolio che poco prima non c'era. La realtà dei fatti era che, non essendo affatto abituata alla tecnologia, quel casco aveva un aspetto fin troppo complicato per permetterle di rilassarsi, almeno finché, dopo una certa resistenza (mosse la testa più che poteva per tardare il momento), l'headset le venne messo sulle orecchie e sugli occhi. Rendendosi conto che il suo scopo era solamente quello di privarla della vista e dell'udito, dopo l'iniziale immobilità e una certa rigidità d'attesa, poté finalmente rilassarsi e recuperare il sorriso, commentando l'oggetto che invece aveva riconosciuto: ai suoi tempi le streghe utilizzavano già strumenti di un certo tipo per pratiche sessuali varie ed eventuali, nonostante ovviamente la fattura fosse ben diversa e meno sofisticata.
    Ma come, non me la fai bagnare bene con la lingua, prim-Ahn?
    E lì finì la pacchia... o almeno, cessò la sua possibilità di stuzzicare con le parole Gabriel. Fortunatamente, Hazel aveva dalla sua il bocciolo di Lucia che, per quanto ormai rinsecchito, le permetteva ancora di rimanere collegata mentalmente al figlio, rilasciando oltretutto di tanto in tanto, un'ennesimo sbuffo di spore che teneva alto il livello d'eccitazione di tutti i presenti. In tutto ciò lei ci sguazzava, ovviamente, speranzosa che, prima o dopo, tutti quegli HB facessero uscire di testa il caro mercenario quanto bastava per farlo sbottonare un po'... Anzi, un bel po', vestiti compresi possibilmente. Poiché la sfera l'era stata ficcata in bocca mentre parlava, neppure a farlo apposta (in realtà era voluto), una porzione della lunga lingua di Hazel rimase a penzolare sul labbro inferiore, rendendo la sua bocca abbastanza oscena ma soprattutto facendo colare un bel po' di saliva sul suo petto. Via via, le gocce avrebbero di sicuro inzuppato il tessuto bianco abbastanza da far tornare in perfetta evidenza i suoi seni, ma ormai non era più lei la protagonista.
    Ok tesorino, ora la situazione è nelle tue dolci manine. Vedi di non deludere la mamma, intesi?
    Le venne da ridere e lo fece, ma fortunatamente Gabriel non poteva conoscere il motivo di tanto divertimento. Lucia, di rimando a quella minaccia non troppo velata, arrossì visivamente, tuttavia la cosa era perfettamente attribuibile alla situazione delicata in cui si trovava. A differenza della madre, che iniziò a strusciare la propria intimità sulla sedia cavalcandola in modo a dir poco volgare e strattonando (invano) le manette che la tenevano salda al tavolo, la ragazza guardava in basso e non osava muovere i polsi, limitandosi a un timido stringere e strusciare le cosce l'un l'altra nel tentativo di placare quella che ormai era un'erezione in piena regola. Non era certo nota per essere "dotata", ma rimaneva comunque terrorizzata all'idea che, da sotto l'ampia gonna, si potesse scorgere l'effetto tenda canadese da un momento all'altro. Cercò dunque di portare l'attenzione su qualcosa che non fosse la pericolosa tensione sessuale che governava nella stanza, e iniziò schiarendosi la voce in modo molto delicato e tirando in su le spalle nel tentativo di darsi una parvenza di serietà, benché in quel momento si sentisse tutt'altro che in vena di fare l'adulta.
    Vi... La prego di perdonare il comportamento indecente di mia... madre. Non è crudele come può sembrare. Purtroppo, come sicuramente avrà notato, non fa parte di questo mondo da tempo oramai, e temo che i modi rozzi e poco usuali dei demoni l'abbiano influenzata eccessivamente.
    Sperò di non star parlando a sproposito. In fondo Gabriel non poteva sapere che Hazel non era sempre stata un demone, e lei non era certo lì per raccontare la vita di entrambe. Apprezzo il tentativo di difendermi, figlio adorato, ma penso che riassumere il racconto sia la scelta migliore in questo caso. Lucia sospirò.
    Ciò che voglio dire è che, essendo un demone, non pensa come un comune mortale e dunque c'è forse da capirla se si comporta in modo... inconsueto. Subito sussultò, affrettandosi ad agitare le mani e sollevando, una buona volta, lo sguardo verso l'agente. Con ciò non voglio certo giustificarla, anzi, sono sicura che una... lezione di buone maniere le gioverebbe e non poco, tuttavia spero che... hem, possiate tener conto perlomeno di questi dettagli per decidere cosa fare di le- hem, noi. In risposta, Hazel le mandò uno sbadiglio immaginario. Ancora una volta apprezzo i tuoi sforzi, ma qui sotto il legno della mia sedia comincerà a marcire a causa dei miei umori, se non ti sbrighi. Ammesso che sia legno poi, freddo com'è...
    Al che, Lucia distolse nuovamente lo sguardo, arrossendo ancora e guardando totalmente altrove, più precisamente la parete alla propria destra, cercando di ignorare entrambi i presenti nella stanza.
    P-per quanto riguarda me, deve sapere che non sono giovane quanto sembro. A dirla tutta, temo di essere persino più... anziana, se così vogliamo dire, di lei in persona. E anche mia madre porta molto bene i propri anni. Per cui, per quanto non volessi assolutamente assecondarla nella sua folle bravata, forse anche questo particolare può farla sentire meglio. Sì, hem, insomma... non ho studiato molto in quanto alla legge attuale, tuttavia rammento di aver letto qualcosa e forse, il fatto che io non sia un minore può alleggerire il carico delle nostre colpe. Perlomeno... ecco, lo spero tanto. Anche lei era palesemente in difficoltà per quanto riguardava l'ansimare, e via via la vocina si fece più flebile e roca, costringendola a umettarsi le labbra e schiarirsela più di una volta. Senza rendersene conto, guardava Gabriel con desiderio (anzi, bisogno) abbastanza palese, per quanto timido. Tira fuori l'argomento importante, avanti! Sto per affogare qui sopra! I-Il fatto è che... purtroppo non so controllare le mie capacità, le ho acquisite da poco, e quello che ho provocato a lei, signor Gabriel, anche n-noi... hem, l-lo stiamo accusando. Per questo, sia io che mia madre, avremmo urgente bisogno di... essere scopate.
    Nell'istante in cui quelle parole uscirono dalle sue labbra con una voce distorta e per nulla dolce quanto la sua, Lucia sgranò gli occhi e dopo un sussulto seppellì la faccia tra le mani, costrette contro il tavolo, iniziando a negare fortemente con il capo, commuovendosi persino. Aveva voluto dire "ritirarci in privato per cercare di riprendere il controllo", o qualcosa di ancor meno ambiguo se possibile, ma in qualche modo Hazel era riuscita a controllarla per un breve attimo.
    M-mi scusi! N-non ero io... n-non volevo assolutamente dire quello!
    Oh, e andiamo! Devi reggermi il gioco! Sai quanto mi è costato quel trucchetto?! Siamo punto e a capo adesso! Smidollato.
     
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    Forse Gabriel non poteva frenare il flusso di influenza di Hazel, ma per lo meno poteva escluderla dai giochi e darle meno spazio per darsi da fare era sicuramente un grosso miglioramento. Certo, quel grumo di saliva che colava tra le sue forme enormi era decisamente una grossa distrazione, ma Gabriel riusciva ancora a concentrarsi sulle cose serie nonostante oramai non riuscisse più a smettere di grattarsi la gamba. Prestò attenzione a Lucia, e da come aveva articolato quel semplice concetto Gabriel riuscì ad intuire molte cose, ad iniziare dalle ragioni per cui Hazel aveva quell'aspetto peculiare e quel modo di fare... beh, meglio evitare commenti troppo severi. Cercava di giustificarla, o meglio di piazzare qualche cuscino sotto la loro inevitabile caduta, Gabriel si era già ammorbidito fin troppo quando aveva visto Lucia nascondersi terrorizzata di fronte all'aggressiva offensiva dell'agente, pensava quindi di non poter andare oltre ma nel constatare che quella ragazzina pensava prima a sua madre che a sé, gli venne spontaneo realizzare che in fondo non era così cattiva, ma presumibilmente vittima di una donna fin troppo esuberante, demone o meno che fosse. Indipendentemente dalla sua reale età, il punto di vista di Gabriel non vacillò oltre e seppur immobile per tentare di non scomporsi oltre a causa dell'eromanzia che oramai lo attanagliava, cercò di trarre qualche conclusione resistendo alla tentazione di voltarsi e vedere che diamine stesse combinando Hazel con la sedia. A quel punto Lucia iniziò a mettere in chiaro quello che oramai perfino per Gabriel era evidente, non era l'unico ad aver subito quell'erotica influenza e a quanto pare Lucia non ne aveva il minimo controllo, tant'è che la sua arringa sfociò in un'affermazione che sembrava uscita direttamente da Hazel più che da lei, e la cosa sconcertò non poco il poliziotto che balzò sull'attenti con la schiena drittissima, e con gli occhi sgranati di chi ha visto un grosso spettro evanescente si voltò su Hazel per capire se fosse ancora in modalità offline, e poi subito dopo su Lucia per non perderla di vista. era successo qualcosa di molto, molto strano e Gabriel iniziò a pensare che molto probabilmente non c'era modo di raggiungere pacificamente una soluzione a quella situazione.
    I-io... credo di aver capito il punto, ma questo non risolve niente. Resta il fatto che non posso lasciarvi andare via e...
    Lo sguardo scese così come il capo, iniziava a sentirsi stanco, cosa che non gli capitava da un pezzo. Che le nanomacchine stessero prendendo il sopravvento? Si portò una mano sulla fronte, respirando profondamente per poi tirare i capelli all'indietro e rialzare lo sguardo, fissando però il nulla.
    E di sicuro non posso aiutarvi a risolvere questo problema... servirebbe qualche processo di depurazione a base energetica o... armagus... sicuramente abbiamo l'attrezzatura necessaria per... maledizione!
    Detestava sentirsi in quel modo, e per questo sbatté nervosamente i palmi delle mani sul tavolino appena gridò quel "maledizione", creando un impatto sufficiente a scuotere il terreno, così tanto che l'headset che copriva orecchie e occhi di Hazel le scivolò via intorno al collo, mentre Gabriel osservava sconcertato le sue mani: aveva piegato il tavolino senza subire il minimo danno perché erano coperte da nanomacchine. Iniziò a respirare affannosamente, voltandosi verso le due ragazze, una alla volta avrebbero potuto vedere le sclere dei suoi occhi diventare nere per via della contaminazione delle nanomacchine, così come le vene intorno al collo essere più evidenti.
    Cazzo...
    Non avrebbe ceduto, non così. Afferrò il colletto della canottiera per potersela strappare con forza, scoprendo il suo fisico colpito reso ancor più duro e serrato dallo stress provato al momento. Una leggera peluria bianca risaliva dal pube fino al petto che appariva resa umida dal sudore dell'uomo. Serrò i denti, portandosi sul tavolo e afferrarlo con forza con le dita, ma le nanomacchine non rispondevano più ai suoi ordini e scivolavano invece verso Hazel, come se potessero assalirla da un momento all'altro.
    Lucia... la cintura... dietro la mia schiena... le chiavi... dovete togliervi le manette e allontanarvi dal tavolo... presto!
    All'altezza della cintura, proprio dietro la schiena, Gabriel sfoggiava un piccolo mazzo di chiavi che servivano ad aprire le loro manette. Gabriel era piegato con i fianchi verso la piccola, mentre le mani invece tiravano verso Hazel, bloccandolo in una posizione ripiegata e quasi comica. Cercava di resistere al suo stesso corpo nella speranza che Lucia facesse la cosa giusta, se fosse riuscito a prenderle sicuramente fermarsi a quel punto sarebbe stato impossibile.
     
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    Quando Gabriel commentò mantenendosi sul professionale, Lucia sentì di poter risollevarsi dal patetico nascondiglio e guardarlo con un'espressione a dir poco mortificata, mentre tentava di rimettersi dritta e tornare un minimo calma nonostante fosse paonazza.
    C-certo, m-mi dispiace tanto. Risponderò a qualsiasi ulteriore domanda ed entrambe accetteremo di buon grado qualsiasi... Si rifiutava di dire "punizione" poiché il solo avere quella parola sulla lingua bastava a farle immaginare situazioni ben poco caste. Come si era ridotta stando con Thresh? Chiuse gli occhi, inumidendosi le labbra ancora una volta. Hem, sanzione, deciderà di assegnarci. La prego di perdonare la mi- Ah?
    Qualsiasi concetto avesse voluto esprimere scivolò via dalla sua mente nel vedere lo stato in cui vergeva lo pseudo-agente. Si irrigidì immediatamente a causa di quel colpo al tavolo, sussultando per poi fissare incerta la sagoma creata dai pugni dell'uomo.
    Hem, le serve... aiuto per caso?
    Mentre la "ragazza" iniziava già a tremare a causa della situazione che improvvisamente sembrava essersi fatta pericolosa, ritrovandosi libera di guardarsi intorno Hazel affinò invece lo sguardo, sorpresa, per poi sorridere immediatamente nonostante la sfera che ancora le impediva di chiudere la bocca o, tanto meno, ritirare la lunga lingua.
    Zustwë! (Che doveva essere una qualche imprecazione in demoniaco stretto) Forse dopotutto non avremmo bisogno di grandi incoraggiamenti, qualunque sia il suo potere, pare che almeno lui abbia voglia di darci retta. Dici che c'è un demone lì dentro? O forse è un qualche incantesimo? Sarebbe intrigante scoprirlo...
    Lucia scosse la testa, pronta a spiegare alla madre che non le sembrava proprio il momento di sperare in qualcosa del genere, tuttavia Gabriel si strappò di dosso la canottiera e qualsiasi altra cosa smise di importare per entrambe. A differenza della madre, che iniziò a sbavare più copiosamente, la poverina rimase come imbambolata alla vista di uno spettacolo tanto virile, talmente colpita che lo sguardo si perse e la boccuccia si schiuse leggermente, umida a causa delle varie leccate dettate dall'imbarazzo provato fino a quel momento. Si riprese solamente dopo un primo istante, passato a squadrare quel meraviglioso fisico esposto in tal modo. Sbatté le palpebre più volte, sussultando e cominciando a tremare nel realizzare la situazione. Se c'era anche solo la minima possibilità che un colosso del genere impazzisse e facesse loro del male, allora ella era più che decisa a darsela a gambe levate... per quanto fosse ardua l'impresa di correre con tacchi 10 ai piedi e un'esuberante presenza tra le cosce. Solo che Hazel non la pensava affatto così, e sia Gabriel che Lucia lo avrebbero scoperto presto. Quest'ultima, ormai nel panico, recuperò le chiavi come poteva: usando la bocca e i denti, infilando la lingua nell'anello per tirarlo fuori e poi stringere il tutto per lasciare cadere il mazzo tra le sue mani, che tremanti com'erano ci misero parecchio a sganciare le manette. Una volta fatto scattò in piedi, rischiando di inciampare più di una volta, dirigendosi a piccoli ma veloci passi verso Hazel, cercando di aggirare Gabriel il più possibile. Le chiavi le caddero almeno due volte, ma alla fine riuscì in qualche modo a farcela. E quale poteva essere la prima, assolutamente sconsiderata, mossa di sua madre? Ma ovviamente strapparsi dalla bocca la sfera che avevo contribuito a infradiciare la camicia di forza e usare quella stessa lingua per provocare colui che stava per impazzire davanti ai loro occhi!
    Oh, povero cucciolo... stai forse per perdere il controllo? Perché trattenerti allora? Non vedo le tue spade qui intorno, e l'unica cosa che vogliono fare quelle mani sono sicura che sia toccare queste... o forse strangolarmi? Kfufufu!
    Nel dire "queste", sollevò i seni con entrambe le mani, le braccia ormai libere, grazie alle quali aveva impiegato meno di un secondo per strapparsi di dosso la camicia costrittiva, scoprendo nuovamente le proprie forme. Senza pensarci troppo, si protese verso le mani di Gabriel brandendo le manette aperte, con l'intento di stringergliele intorno ai polsi a scopo del tutto precauzionale.
    Oh beh, nel dubbio...
    Peccato che in contemporanea a quel saggio tentativo, ella stessa cedette al desiderio cieco, e non controllò neppure di intrappolarlo prima di spingere in avanti il busto e la faccia, ma soprattutto la lingua, decisa a infilargliela in gola alla prima occasione.
    Hazel... NO!
    Terrorizzata ma più eccitata che mai, Lucia si spinse contro la parete, restando tutta rigida, poggiandovi schiena e palmi come se ciò potesse tenerla distante da tutta la scena. Ingoiò a vuoto, facendo sussultare il quasi inesistente pomo d'Adamo, e di rimando anche tutt'altra parte del suo corpicino ebbe un fremito che la costrinse ad ansimare. La scena davanti ai suoi occhi poteva farsi calda come terribile da un momento all'altro, e "lei" non sapeva che fare se non restare a guardare mentre sua madre cercava con determinazione di assalire un Gabriel già fin troppo in difficoltà. Che fosse riuscita ad ammanettarlo o meno, avrebbe comunque premuto i propri seni contro di lui per un bacio da togliere il fiato, tutto lingua e decisamente poche remore. Non sapendo cosa significasse addio al celibato, in precedenza non aveva neppure capito di trovarsi davanti a un uomo sposato. E probabilmente non le sarebbe comunque importato.
     
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    Sentire la faccia e il respiro affannoso di Lucia addosso non aiutò minimamente Gabriel a trattenersi, ma serrava labbra e denti come poteva, trattenendo anche il respiro per non mandare troppa aria al cervello e magari riuscire a distrarsi da solo. Provava qualsiasi espediente pur di non cedere e la situazione richiedeva se non altro un ampio colpo di fortuna. Avrebbe voluto incentivare Lucia a darsi da fare con qualche frase di incoraggiamento, ma a parte seguirla con lo sguardo non riuscì a dire nulla, al massimo sbuffò quando le chiavi le caddero per la seconda volta, realizzando quanto fosse realmente pasticciona quella ragazzina. Le manette di Hazel scattarono e Gabriel riuscì a concedersi un sospiro di sollievo, se uscivano da lì potevano evitare il peggio e anche se erano delle indiziate non poteva assolutamente fare loro del male per motivi personali, sarebbe stato inaccettabile. Tuttavia le sue speranze si vanificarono molto velocemente, giusto il tempo per permettere ad Hazel di riprendere la provocazione, dimostrandosi tutt'altro che interessata a scappare e anzi, aveva tutta l'intenzione di continuare con i suoi modi. Gabriel alzò lo sguardo verso di lei, rabbioso, i suoi occhi sembravano dire "mi prendi in giro?" e aveva anche ragione. Hazel stava prendendo decisamente troppo poco sul serio quella situazione e in quel modo non aiutava minimamente Gabriel a trattenersi. Realizzò solo a quel punto che probabilmente se le nanomacchine stavano reagendo in quel modo era colpa dell'eromanzia, era stato un folle a non preoccuparsi di più di quell'espediente e ora ne pagava le conseguenze. Sarebbe stata una giornata più lunga del previsto...
    Sei... una stupida...
    Non fece neanche in tempo a finire la frase che si ritrovò le manette ai polsi e la lingua di Hazel in gola, lo colse totalmente alla sprovvista e come in un riflesso totalmente incondizionato, la bocca si mosse seguendo il flusso dell'energia erotica, ricambiando quel bacio con un trasporto che non pensava di poter provare per una perfetta sconosciuta, probabilmente era anche colpa del suo enorme ed invitante seno. Ma se da una parte la bocca di Gabriel non rispondeva più ai suoi comandi, le mani avevano invece perso totalmente il controllo lasciandolo in pasto alle nanomacchine che a differenza di quello che pensava Hazel, erano assai peggio di un demone o di uno spirito magico. Ignorando totalmente le manette infatti, le mani si fiondarono sulla gola della donna, iniziando a stringere con forza col preciso intento di strangolarla, forse ad una pervertita come lei poteva sembrare una pratica sessuale estrema, ma a giudicare dalla violenza con cui stava avvenendo lo strangolamento le nanomacchine non la pensavano allo stesso modo. O forse si? Dalle spalle di Gabriel, oramai ricoperte a loro volta di nanomacchine, si allungarono il suo secondo paio di braccia con la quale afferrò invece il seno della donna, forte, molto forte, quel tanto che bastava per comprimerlo e spingere all'infuori i suoi capezzoli con violenza, per poi iniziare a spingerla contro la stessa parete sulla quale era finita Lucia, travolgendola. La ragazzina si ritrovò quindi bloccata al muro per colpa di sua madre, e Gabriel oramai totalmente vittima del suo potere spinse il bacino in avanti, non rendendosi conto che le gambe di Hazel erano larghe per colpa della spinta improvvisa e quindi il suo membro non stava spingendo verso di lei. Lucia avrebbe sentito chiaramente la patta dei pantaloni di Gabriel farsi avanti sul suo ventre, a causa dell'eromanzia e del flusso di nanomacchine la sua verga era notevolmente più massiccia del normale, rigonfia e sicuramente più grande di quella di un essere umano medio. A causa della differenza di stazza Lucia avrebbe potuto sentire quella mazza di carne tutta sul suo ventre, che pulsava vigorosa, impaziente di ottenere soddisfazione. Tutto sotto i versi confusi e perversi che Gabriel e Hazel generavano tra le loro labbra.
     
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    Con il senno di poi, piuttosto che affidarsi a quegli inutili aggeggi avrebbe attivato una bella privazione spietata di sicurezza, guadagnando un Gabriel effettivamente immobilizzato... ma chi andava a pensare che volesse strangolarla davvero? Hazel rimase doppiamente sorpresa nel sentirsi il respiro mancare a causa dalle stretta ai danni del suo collo, che la costrinse istintivamente a portare le dita a stringere quelle dell'uomo nel tentativo di fargli allentare la presa o quantomeno evitare che si facesse ancora più stretta. Inizialmente sgranò gli occhi nonostante il bacio intenso, continuando a muovere la lingua in modo quasi meccanico, arrivando poi a tentare di infilargliela quanto più possibile in gola così da fargli mancare il fiato proprio come stava accadendo a lei. Se doveva farle questo, che perlomeno condividessero la sensazione di soffocamento. Via via che il bacio aumentava tuttavia, quella stessa sensazione per quanto estrema arrivò dritta tra le sue grandi labbra già fradice spingendola a bagnarsi maggiormente, specie quando il bacino di Gabriel le cozzò contro e l'erezione costretta nei pantaloni iniziò a strusciarsi sulla sua vulva; seppur, date le sue cosce spalancate, a goderne maggiormente fu suo figlio, che in quel momento doveva essere completamente nel panico. La demone d'altro canto cercò di non scomporsi del tutto, e rispose alla violenza con altrettanta violenza, spingendosi sempre più contro Gabriel, strofinandosi sulla sua erezione e arrivando addirittura a serrare forte le cosce così da intrappolare la sua verga nella morbida stretta. Immaginava che, costretto com'era, quel cazzo dovesse sentirsi parecchio in difficoltà, ma finché la presa intorno al suo collo non si fosse allentata il problema non era (purtroppo) suo. Ad ogni modo, grazie alla propria forza la donna pensava di poter tenere ferme le dita di Gabriel prima che facessero danno seri, e questo significava semplicemente che ci avrebbe dato giù ancora più pesante con la lingua e con il corpo, con tale foga da far sentire all'uomo tutto il calore dei suoi seni eccitati. E mentre dalla sua bocca fuoriuscivano lamenti agonizzanti e soffocati (ma non per questo meno sexy), dalla sua mente arrivavano consigli, anzi, ordini ben precisi diretti proprio alla pover"A" Lucia.
    Qui rischio di restarci secca una volta di troppo. Grazie a Satana di sicuro resusciterei al tuo fianco nel giro di qualche tempo, tuttavia fosse per me preferirei godermelo questo momento... Che ne dici di darti da fare per salvare le chiappe della tua mammina? Magari con un lavoretto come si deve riusciremo a calmarlo, qualunque cosa sia...
    La poverina era così sconvolta (Non Hazel, bensì Lucia), che dimenticò di tenere la risposta nella mente e la pronunciò anzi con voce strozzata e palesemente ansimante, segno che ciò che stava accadendo, nonostante la paura, eccitava anche "lei".
    N-non sono sicura che possa aiutare... I-io non so cosa fare e -mmh...
    La frase si smorzò via via, concludendosi in un mugolio che raccontava alla perfezione quanto fosse persa dalla sensazione della carne che le premeva sul ventre in tutta la propria imponenza, trattenuta a malapena dal tessuto teso dei pantaloni di Gabriel. L'effetto tenda canadese sarebbe potuto sembrare persino buffo se il protagonista non fosse stata un'erezione a dir poco mastodontica, che fece seccare la gola della ragazza, come se improvvisamente avesse una gran sete. Per il panico del momento, o forse semplice istinto, le venne praticamente automatico sollevare le mani in difesa del proprio corpo, finendo con l'afferrare l'asta con entrambe le mani, socchiudendo gli occhi e finendo, volente o nolente, ad accarezzarla da sopra il tessuto, completamente guidata dal desiderio. Quando abbassò lo sguardo l'idea di Hazel smise di sembrarle così stupida, anzi, a maggior ragione soddisfare il desiderio crescente e fuori controllo del mercenario le sembrava la cosa più giusta da fare, e per quanto si disse che era per "il bene di tutti", la bontà d'animo in quel caso c'entrava ben poco. Quindi senza pensarci due volte abbassò la cerniera, quasi strappandola.
    M-mi dispiace, mi perdoni, non so nemmeno cosa stia facendo, ma...
    Massì che lo sai! Stai toccando un cazzo che muori dalla voglia di succhiare... e io sono qui che rischio di non godermi lo spettacolo! Datti una mossa! (Che dall'esterno si tradusse in una serie di: "Nnnh-nh nngh!" da parte di Hazel.)
    Per favore... la lasci andare!
    La supplica voleva essere un modo per aiutare Gabriel a riprendere il controllo, ma pronunciata mentre le mani di Lucia si muovevano quasi da sole, seppur ancora lente e incerte lungo l'asta dell'uomo, risultò abbastanza priva di senso. Finì anche lei per premersi addosso la verga, per nulla spaventata dalle dimensioni poiché ormai abituata a ben altre mostruosità. Ci si stava letteralmente strofinando contro. Non sapeva bene perché lo stesse facendo e stentava a ricordare come ci fossero arrivati ma... le piaceva.

    Edited by .Bakemono - 20/4/2017, 00:50
     
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    Normalmente Gabriel sarebbe stato capace di cogliere ogni singolo gesto o addirittura intuire cosa Hazel stesse pensando in quel momento, ma ora che la sua mente era totalmente attanagliata dalle nanomacchine e oscurata senza lasciare traccia al minimo senno, si comportava quasi come una belva priva di controllo che non poteva far altro se non eccitarsi e diventare sempre più violenta. Ogni istante in cui quel bacio aumentava in passione, la stretta delle mani si faceva più salda e difficile per Hazel da contrastare, la verga per quanto intrappolata tra le cosce della donna era furente tanto quanto il suo padrone, pulsava e si dimenava incessantemente alla ricerca di sollievo, sfregandosi tra le cosce di Hazel nella speranza di uno sfogo e ritrovandosi quindi con la cappella contro il ventre di Lucia, oramai vittima involontaria di quello scenario quasi grottesco. A nulla servirono perfino le parole di Lucia: anche se Gabriel riusciva ad ascoltarle, il suo corpo non rispondeva minimamente dei suoi pensieri e man mano che le nanomacchine ricoprivano il suo corpo, l'agente perdeva anche ogni possibilità di frenarsi. Molto diversa fu però la reazione ai gesti della ragazzina: dove le sue parole non arrivarono, ci arrivarono le sue mani e il suo corpo che presero a strofinarsi intorno a quella verga enorme ed eccitata oltre ogni dire. Gabriel iniziò a percepire un forte senso di appagamento, era esattamente quello che voleva e anche se le nanomacchine erano predisposte alla violenza pura, anche loro non potevano evitare di subire gli effetti dell'eromanzia quindi quel metodo era indubbiamente un buon guinzaglio. La prima a giovarne fu Hazel che improvvisamente si ritrovò con in gola più lingua che dita, soffocata da un bacio decisamente più piacevole di una mera strangolata. Il gesto di Lucia però, se da un lato calmò le mani dell'agente, dall'altro eccitò ulteriormente la sua verga che in un mix di movimenti precisi e un'erezione semplicemente impossibile da trattenere, si liberò della stoffa dei pantaloni quasi facendo schizzare via i bottoni, e liberandola di colpo sul corpo di entrambe. Senza filtri, quel cazzo enorme e ricoperto di vene gonfie per via della presenza di nanomacchine era ancora più caldo e piacevole da sentire, e sebbene ci fosse tecnicamente meno massa a sua disposizione, sia Hazel che Lucia potevano sentirlo più grosso e duro che mai. Qualsiasi cosa stesse succedendo, stava facendo il gioco di Hazel.
    Dovevate... scappar... stupi...
    Ancora tentava invano di riacquistare la lucidità, ma ogni volta che ci provava le labbra si muovevano contro quelle di Hazel, alla ricerca di un bacio ancora più perverso. Quando le dita intorno al suo collo persero qualsiasi funzione utile, le mani si spostarono sugli enormi seni di Hazel che, per quanto grossi e sodi, nulla potevano contro l'irrefrenabile potenza delle nanomacchine che li afferrarono così forte da far gonfiare il capezzolo e spingerlo in fuori, iniziando a massaggiarli senza la minima delicatezza neanche fosse alla ricerca di latte materno. E mentre le altre dita comprimevano quella carne deliziosa, gli indici sfioravano i capezzoli con una certa insistenza quasi come se volesse nutrirsi di ulteriori spasmi schizzati via dalla gola di Hazel. La verga che pulsava sul ventre e tra le mani di Lucia però, dava l'idea di non essere affatto soddisfatta e di volere molto, molto di più...
     
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    Hazel non rimase affatto offesa dall'irruenza di Gabriel, o meglio, dalla violenza delle sue mani che sembravano controllate da un'entità esterna in quel momento. Se non fosse stata tanto impegnata a scambiarsi saliva con lui, o infilargli la lingua il più in fondo possibile, sicuramente lo avrebbe guardato con una punta di sincera curiosità. Era un evento più unico che raro per lei vedere qualcuno muoversi contro la propria volontà senza che fosse impossessato da un demone o sotto incantesimo. Lei era certa di non aver fatto nessuna strana magia, Lucia ancor meno capace, e inoltre Gabriel dava quasi l'impressione di dover affrontare quegli attacchi molto spesso. Era un caso a dir poco interessante. L'unico problema agli occhi della donna era la scarsa mobilità che le concedeva, per questo fu più che felice di rimanere più "libera" quando le attenzioni delle sue grosse mani si spinsero più in basso del suo collo, strappandole un gemito sentito. Dopo ciò, fu costretta a staccare con forza la bocca per prendere fiato, arrivando a guardare in faccia il suo improvvisato "amante" per potergli finalmente sorridere ancora, nonché mostrargli lo stato in cui verteva il suo viso: le gote arrossate, il sudore che cominciava a imperlarle la fronte e la lunga lingua che per un attimo penzolò fuori dal labbro inferiore schiuso. Sporse e gonfiò il petto così da ricevere più facilmente le forti carezze, storcendo solo appena il naso per via del dolore, a metà tra l'eccitante e l'eccessivo. Nel frattempo Lucia era lì che non sapeva bene che fare; Hazel poteva sentire le sue dolci e morbide manine circondare il grosso cazzo corrotto e muoversi più che potevano, ma era chiaro che quell'effusione non bastasse di certo per accontentare qualsiasi entità guidasse Gabriel in quel momento. Certo Lucia non era famosa per il suo spiccato spirito d'iniziativa dopotutto, ma fortunatamente aveva "un'amorevole" mammina pronta a rimediare alla mancanza, che non esitò di sicuro a muoversi in "suo" favore.
    Perdona l'indelicatezza di mia figlia Gabriel, non sa proprio cosa siano le buone maniere. Cosa c'è Lucia, non vuoi forse aiutare il nostro caro agente, così gentile che avrebbe preferito che fuggissimo lasciandolo solo nel momento del bisogno? Sei spregevole... Lascia che la mamma ti insegni a essere una donna migliore.
    Ovviamente, di "migliore" rispetto a Lucia Hazel non aveva proprio niente se non, a seconda dei gusti, il fisico. Men che meno la moralità, questo era certo. Tuttavia, il demone si "prodigò" effettivamente per il benessere di Gabriel, almeno secondo il suo (MOLTO) personale punto di vista, portando un braccio libero all'indietro e afferrando senza troppe remore la bionda e ordinata chioma del figlio proprio sul chignon posto sulla sua nuca, spingendolo senza ulteriori indugio verso il basso e dunque con le labbra proprio contro il glande bisognoso di attenzioni, arrivando infine a tirarlo verso esso. A causa dello spazio ristretto, Lucia finì dunque con le gambe in una posizione da "squat", ma con le ginocchia larghe per occupare meno spazio possibile e i tacchi che quasi si toccavano fra loro.
    C-cosa stai dicendo? Non è certo questo il mo- Nh!
    Avrebbe voluto dire "modo", probabilmente, e perdersi tra le altre cose in una serie di discorsi del tipo "Non penso sia il modo adeguato di gestire la situazione", o ancora scusandosi con Gabriel, per esempio, ma la realtà dei fatti andando a indagare era che non vedeva l'ora di finire inginocchiata davanti a quella meraviglia e, presa dall'eccitazione com'era, persino un tipetto riservato come "Lei" stentava a trattenere la propria eccitazione, che nel suo caso era ben visibile in un gonfiore nascosto sotto l'ampia e graziosa gonnellina del vestitino. In ogni caso, Hazel non le diede il tempo di ribellarsi in nessun modo, se anche avesse voluto, e la spinse con così poca grazia da farle ingoiare fin quasi alla metà quell'enorme erezione tanto che la sua fronte finì per scontrarsi con le natiche sode del demone. A causa della posizione scomoda, poiché Hazel si ostinava a mantenere la vulva strettamente salda contro l'asta di Gabriel, Lucia non aveva modo alcuno di accogliere completamente la verga fino in gola, e forse era un bene visto che già qualche affondo a metà le procurò alcuni conati. Hazel comunque non si frenò in alcun modo, continuando a muoverle la testa, sapendo bene che entrambe erano già morte, a modo loro, tornando a voltarsi contro Gabriel, allacciandogli le dita rimaste libere alla nuca così da potergli chiedere: Dov'eravamo rimasti? Oh, sì... che ne dici di succhiarle? Riesci a capirmi?
    Sporse il petto in avanti, mettendosi in mostra, con i capezzoli ormai arrossatissimi insieme al resto della carne che a causa della forza si era infiammata. Sicuramente l'indomani avrebbe sfoggiato dei grossi ematomi, portati con fierezza nel suo caso. Sembravano le parole e l'atteggiamento di una persona perfettamente padrona della situazione ma in realtà quell'apparenza era tradita dal continuo ansimare e dai sussulti che la stretta ai seni le procurava di tanto in tanto. Con l'intimità, grondante umori, non cessò comunque di strusciarsi, muovendo il bacino avanti, e indietro, avanti, e indietro, con sempre più convinzione e portandosi dietro la testa di Lucia che emetteva nel frattempo suoni a dir poco osceni e in difficoltà. La posa di Hazel sembrava quasi quella di una cavallerizza, solo che invece che sculacciarsi la sua mano era impegnata a ""costringere"" la figlia a succhiare il cazzo che ella stessa, al contempo, cavalcava. In questo modo Gabriel avrebbe potuto godersi due diverse stimolazioni: da una parte le carnose labbra di Lucia, la quale in verità ci stava mettendo un po' troppa passione per essere "non consenziente", dall'altra le labbra umide e morbide di Hazel e il suo clitoride che si strusciavano più eccitati che mai sulla porzione di asta costretta a rimanere (suo malgrado) fuori dalla boccuccia affamata della ragazzina. Ragazzina che per altro, nella propria ignoranza, stava pregando intimamente che "qualunque cosa" ricoprisse quella meravigliosa verga non rischiasse di finirle in gola, ma soprattutto non smetteva di ansimare e gemere a causa del sapore metallico e salato che sentiva in bocca. Il respiro era difficile e qualche lacrima cominciava a rigarle il trucco, ma avrebbe mentito a se stessa se avesse ignorato tutti gli spasmi che l'atto le stava procurando: sotto il tessuto nero, il suo sesso non faceva che sussultare e il culetto palpitava, mentre ella lottava intimamente con il bisogno di toccarsi e frenare in qualche modo tutta quell'eccitazione. Andava contro se stessa l'autoerotismo, lo trovava sbagliato, poco femminile, e odiava sentire tra le mani un sesso diverso da ciò che avrebbe desiderato, tuttavia l'eromanzia era semplicemente insopportabile e non faceva che crescere anche per lei. Alla fine, suo malgrado, mentre la sua testa si muoveva e le guance si gonfiavano che volesse o meno, tra un gemito e l'altro cedette, trovando però un compromesso: timide, le dita della mano destra si diressero dapprima sotto il suo mento, raccogliendo con indice e medio un po' della saliva che le stava colando addosso, infine tra le sue natiche che tenne aperte grazie alla sinistra, scostandole per potersi penetrare iniziando da subito a masturbarsi il culetto, sperando soltanto che dalla sua angolazione Gabriel, e tanto meno sua madre, potessero vederla. Di sicuro purtroppo avrebbero tuttavia sentito il gemito più acuto che le sfuggì dalle labbra al primo cenno, nonché il cambio di respiro e movimenti dovuto alla voglia crescente. A quanto pareva, la situazione in quella stanza stava degenerando sempre di più per tutti i presenti, non solo per il povero Gabriel.
     
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    Perché, perché Hazel non faceva nulla per opporsi? Appena si staccò dal loro bacio, invece di sembrare contrariata, sfoggiò uno sguardo semplicemente perverso ed estremamente invitante, Gabriel avrebbe volentieri azzannato quella lingua penzoloni in quell'istante pur di godere dei suoi gemiti, e questo non andava affatto bene perché significava una cosa sola: stava perdendo il controllo del tutto. E se da una parte Lucia provava a fare del suo meglio per mantenere le distanze, sua madre invece continuava ad incoraggiare il contrario, gettando nella disperazione quel poco di senno che restava in Gabriel che in qualche modo sperava di spaventarle con le sue azioni, ma a quanto pare stava ottenendo un perverso effetto contrario. C'era qualcosa che potesse scoraggiare quella donna? Gabriel non poteva vedere Lucia alla perfezione, men che meno la sua erezione e quindi scoprirne il segreto, tuttavia poté vederla scendere sotto l'ordine forzato della madre e assumendo una posizione a dir poco umiliante, fu costretta ad ingoiare a forza il membro di Gabriel, strappandogli uno spasmo a metà tra la rabbia e il piacere che lo irrigidì di colpo. No, non doveva finire così! Quelle erano indiziate, accusate! Non poteva approfittare della situazione per divertirsi con loro! Sembrava la trama di un film porno di basso borgo in realtà, e la cosa lo faceva sentire non solo umiliato ma anche sporco nell'animo, essendo lui fondamentalmente buono. L'unica consolazione era il pensiero che in fondo quelle due non fossero affatto dispiaciute dalla situazione, ma restava comunque un gesto assolutamente fuori dai suoi parametri.
    Lucia... fermati... peggiorerai le cose...
    Volente o nolente, glielo avrebbe fatto capire mostrandole quanto forte poteva pulsare quella mazza man mano che che le nanomacchine prendevano il sopravvento: ad ogni pulsazione si gonfiava, aggiungendo nuove vene rigonfie e soprattutto spessore sulla verga estremamente virile, pareva quasi destinata a diventare ancora più grande e la morbidezza della bocca di Lucia non lo avrebbe fatto desistere da tale obbiettivo. Non solo Lucia, ovviamente anche Hazel poteva godere di quella lenta trasformazione, dato che la mazza si sfregava anche tra le sue grandi labbra e si muoveva leggermente in avanti ed indietro, dato che l'agente non riusciva più a controllare il suo corpo alla perfezione e il suo istinto voleva più piacere, non trattenersi. Era una sensazione meravigliosa, non poteva negarlo: Lucia sapeva perfettamente come succhiare la cappella di un cazzo enorme e quel pensiero per quanto facesse infuriare Gabriel portandolo a ponderare possibili trascorsi, lo gettava inevitabilmente nei fiumi della lussuria che oramai lo avvolgevano del tutto. La carne grondante e perversa di Hazel era un colpo di grazia di cui non aveva assolutamente bisogno, e se quel piacere inebriante non fosse bastato c'erano anche i modi di fare di quella donna, semplicemente impossibile da domare e disposta a tutto pur di provare piacere. Gabriel si sentiva ubriaco, non aveva più forze per opporsi, lo sentiva distintamente. L'unica cosa che percepiva era il piacere... e non era abbastanza. La scintilla fu il gemito più forte di Lucia che aveva iniziato a darsi piacere da sola, con quel preciso gesto ogni resistenza di Gabriel cedette, e fu impossibile tornare indietro. Le due braccia sui seni della donna si serrarono così forte da spingerli verso l'alto, gonfiandoli nel lato dei capezzoli, mentre le altre due braccia si sollevavano per raggiungere il volto di Hazel, afferrandola per la mascella ed infilandole i pollici tra le labbra, costringendola a spalancare quell'espressione in maniera umiliante e aprire la bocca per potersi abbandonare ad ogni desiderio dell'agente. A quel punto le due ragazze erano in trappola e non potevano più farci niente. Il bacino di Gabriel iniziò a pompare con decisione, con movimenti repentini e quasi violenti, sfregandosi sull'intimità di Hazel e facendole sentire una virilità mostruosa, spingendo poi nella bocca di Lucia, dandole una cappella spaventosamente appagante e che pulsava sempre più forte, decisa a riempirla appena anche lei si sarebbe concessa il totale abbandono al piacere ospitandola dentro di sé. Gli occhi di Gabriel erano oramai irriconoscibili e mentre allungava le labbra sulla bocca spalancata di Hazel ebbe un breve sussulto, come se potesse morderla da un momento all'altro ma fosse riuscito a trattenersi. A quel punto la testa passò sui suoi enormi seni, leccandoli avidamente col preciso scopo di lasciarci sopra quanta più saliva possibile, mordendoli sulla punta e intorno all'areola violentemente, lasciandole vistosi segni e gustandosi una morbidezza che lo portava a desiderarne sempre di più. Morsi e leccate, leccate e morsi, ogni tanto si concedeva un perverso schiocco delle labbra, ma perlopiù mordeva come se volesse divorarle sul serio. Poi, quando la saliva divenne troppa, Gabriel la raccolse completamente con la lingua, ospitandola in bocca per postarsi di nuovo sulla faccia aperta in maniera deformata di Hazel, e con lo sguardo di una bestia famelica lasciò colare tutta quella saliva dentro la cavità che stava forzatamente tenendo aperta, facendole assaggiare lo stesso risultato della sua perversione per poi fiondarsi di nuovo su di lei, tenendole la bocca spalancata con i pollici corazzati ed iniziare un nuovissimo, perverso bacio.
     
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    Dietro di te OwO

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    Perdona l'attesa (di nuovo). >w< Cercherò di riprendere il ritmo appena possibile! Spero di farmi perdonare.

    Non si poteva certo dire che Gabriel fosse di compagnia in quello stato, e quel particolare era forse l'unico a far pensare ad Hazel: "Peccato". Per il resto non c'era niente di lontanamente sbagliato nella situazione dal suo punto di vista, neppure il fatto che sentisse la testolina di Lucia spingerle contro la mano perché suo figlio, probabilmente, aveva un disperato bisogno d'aria fresca, abituato com'era ad accoppiarsi con uno zombie in grado di farle credere che respirare le servisse a qualcosa. Ahh, fortuna che 'era la mamma a insegnarle come si usa un corpo immortale!
    Sei una sciocca, uno spettro non ha certo bisogno d'aria... non lo sai? Fai la brava e succhia il cazzo del nostro mercenario come si deve. Non vedi com'è in difficoltà?! AHah-Ahnnn!
    E mentre Hazel riusciva persino a mantenere la sua parlantina irritante nonostante l'Eromanzia e le stimolazioni che stava ricevendo, in effetti Lucia avrebbe proprio voluto ascoltare Gabriel e fermarsi, o almeno lo avrebbe fatto per accettare il suo volere e prendere fiato, ma sua madre glielo impedì continuando a costringerla a muovere la testa e ingoiare sempre più l'asta venosa e gigantesca che stava stringendo tra le labbra. La presa sulla sua chioma bionda si fece ancora più salda, addirittura la demone arrivò a utilizzare la figlia quasi come un appoggio per entrambe le mani, concedendo al contempo a un Gabriel particolarmente impetuoso di fare dei suoi seni e del suo corpo ciò che desiderava, quasi volesse "legarsi" da sola con quel gesto particolare. Posizionò dunque entrambe le braccia tese all'indietro, le mani ad avvolgere il capo di Lucia, e spinse sia con esse che con il bacino verso Gabriel, gemendo mentre stimolava il proprio sesso contro quello dell'uomo, tornando a "cavalcare" la sua verga corrotta. Sentirla crescere contro il clitoride fu una sensazione divina, che la portò a leccarsi le labbra ed emettere sospiri sempre più sensuali. Continuava a guardarlo in viso, affascinata dai cambiamenti dei suoi occhi, dai muscoli che via via divenivano più definiti. La sua non era cattiveria, ma semplice noncuranza del pericolo in funzione della lussuria che cresceva. Stava appunto per dire qualcosa, stuzzicandolo con una frase oscena, ma questa venne interrotta con sua somma sorpresa da un gesto improvviso e decisamente perverso, che la costrinse a sgranare gli occhi mentre dalla bocca il suono si deformava in un lamento goffo e quasi umiliante.
    Oh sì, vedi quanto è facile lasciarsi and-Ahh- Oh?
    Stava per dire "con le giuste compagnie" (che bugiarda), ma non riuscì a finire a causa dei pollici che le deformarono le guance, rendendo la sua espressione un quadro d'oscenità pura. Non si aspettava assolutamente un gesto simile da uno come Gabriel, e per questo rimase ancora più affascinata e si chiese cosa fosse realmente a controllarlo, quale fosse il segreto dietro quel cambiamento in grado di dominare completamente un impavido guerriero dal cuore puro. Chissà, magari una volta finita quella storia, avrebbe potuto stuzzicarlo un po' per farsi raccontare qualcosa. Non che ci stesse pensando troppo in quel momento, tutt'altro, ma un piccolo lampo di curiosità si accese comunque, subito sommerso dalla voglia di sentire maggiormente quel grosso cazzo dall'aria deliziosa dentro di sé. Non c'era niente che in quel momento desiderasse di più, per questo sentendo quanto anche Gabriel fosse affamato, nonostante la costringesse a tenere la bocca spalancata in modo ridicolo e le stesse strizzando i seni tanto da minacciare di farli esplodere, fu magnanima abbastanza da mettersi in punta di piedi e sollevarsi abbastanza per lasciar passare la testa di Lucia sotto di sé, così che potesse ingoiare per bene tutta l'asta e non solo una metà, anche se nel farlo si sarebbe sicuramente ritrovata con i capelli pregni degli umori della sua stessa madre.
    Avanti, non essere timida, prendilo tutto. Potessi farlo io...
    All'inizio fu ella a costringerla, con la presa sulla nuca, ma la piccoletta doveva volerlo perché, nonostante qualche breve conato e gli occhi sollevati a fissare Gabriel senza vederlo davvero, finì per avanzare da sola nel cercare di prenderlo tutto dentro, come se fosse automatico per lei ubbidire. Oh sì, non sai che vista da quassù... quasi quasi ti scoperei anch'io. Nella sua testa la sentì ridere, ma nella realtà benché Hazel la stesse ammirando, aveva l'espressione troppo deformata per poter apparire anche solo vagamente compiaciuta. Sembrava più persa nell'eccitazione, affamata e assettata all'inverosimile, con la lingua orma penzoloni che colava saliva quasi fosse acquolina. Alla fine fu Gabriel a costringerla a sollevare la testa per tornare a pensare a lui, mentre Lucia iniziava a compiere la sua magia senza più bisogno di aiuti o costrizioni: avanti e indietro, fino a toccare il pube con il naso e le gonadi con la lingua, concedendosi addirittura qualche leccata sullo scroto prima di dover risalire per i conati. Continuò così per un po', il tutto mentre le dita da timide avevano ormai preso a muoversi frenetiche dentro il suo stretto anfratto, alternandosi tra indice e medio, strusciandosi l'un l'altro mentre si dava piacere da sola. Il bacio di Gabriel però fu troppo intenso perché Hazel potesse resistere. Ci si perse dentro abbastanza da diventare violenta, e poiché Gabriel non le aveva bloccato le mani finì per tirare via la testa del figlio in funzione di ciò che desiderava lei: essere scopata, e subito. Dunque Lucia, che era ormai persa quasi quanto gli altri due, fu strappata via forzatamente dal fallo di Gabriel, rimanendo a bocca aperta, colante di saliva con rivoli che ancora la univano al glande umido, a guardare la madre (dall'angolazione del suo splendido didietro) che freneticamente afferrava la verga alla base e se la portava contro le piccole labbra, separandole grazie al glande, sollevando una gamba piegata per stringerla al fianco dell'uomo così da potersi penetrare nonostante la posizione scomodissima. Il tutto accompagnato dai rumori di quel bacio, dove le lingue si muovevano frenetiche e i fluidi vorticavano nelle gole. Hazel continuò a tirarle i capelli indietro con la mano libera come se avesse paura che potesse avventarsi sul suo obiettivo e rubarglielo, e in effetti inizialmente Lucia fece per muovere nuovamente la testa verso il suddetto come se si fosse ritrovata in trance. Alla fine, fu costretta a restare a guardare in disparte, riprendendo il fiato perso e lamentandosi perché a causa delle dimensioni ben diverse a cui era abituata, pur essendo sempre strette e perfette grazie agli intrugli alchemici che vi applicava, non c'era proprio modo che le sue carni si accontentassero di un paio di dita. Si stava già sedendo, adagiando la nuca contro il muro, pronta a chiudere gli occhi per ripetersi che appena avesse visto Thresh ci avrebbe pensato lui a "guarirla" da tutta quell'energia erotica insopportabile, ma la madre aveva bene altri piani per lei. Poverino... ti senti solo? Non devi mica stare fermo! Le orge richiedono cooperazione. Vieni qui! La mano tornò a tirarla e farle inarcare la testa per schiacciarle la bocca ancora aperta contro i testicoli di Gabriel, costringendola a muovere la lingua su e e giù fino a salire anche sulla sua stessa intimità, così da stimolare per bene ogni centimetro di carne rimasto solo, il tutto mentre, senza apparente fatica ma anzi, con fin troppo entusiasmo, "saltellava" su un piede reggendosi con una mano sulla testa di Lucia e con l'altra dietro la nuca di Gabriel, cavalcandolo in quella posizione assurda e concedendosi lamenti crescenti. Come facesse quel perverso demone a gestire una situazione del genere con tanta perversione, malizia ma soprattutto spirito organizzativo (se così vogliamo chiamarlo) era un vero mistero. L'unica cosa certa era che, per diventare una creatura così lussuriosa e insaziabile, doveva averne passate davvero, davvero parecchie nel posto da cui proveniva.

     
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    Vega

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    Non preoccuparti, sono stato impegnato anche io questi giorni.

    Hazel era incorruttibile dal suo fare, anzi più Lucia e Gabriel tentavano di porsi un freno, più lei cercava di aumentare la dose nella maniera più perversa ed estrema possibile, divertendosi anche nel farlo. Normalmente Gabriel sarebbe stato perfino colpito da quanto squilibrata quella donna potesse risultare, ma oramai quel poco di sanità che gli restava in testa la sfruttava per altro, non aveva la minima concentrazione da concedere a quella madre degenerata e al suo modo di fare. Fortunatamente il gesto audace e quasi folle delle nanomacchine di Gabriel servirono a zittirla o se non altro dargli un freno, un buon punto di partenza se l'agente voleva riprendere in mano la situazione, anche se quel metodo non gli piaceva minimamente. Al contrario, l'intelligenza artificiale malefica che ora dominava il corpo di Gabriel sembrava gradire non poco il trattamento che la madre stava serbando al suo amante sfruttando la stessa figlia, dato che appena Lucia scivolò sotto il ventre di Hazel, i movimenti del bacino si fecero ancora più forti ed intensi, come un bambino che entusiasta del suo nuovo gioco non solo non vuole più smettere di usarlo, ma decide anche di sfruttarlo al massimo delle sue possibilità. Purtroppo per lui e per Lucia però, che oramai stavano raggiungendo un ritmo affiatato e piacevole per entrambi, Hazel decise che doveva avere la sua parte, e per quanto piacevole fosse sentire quella mazza enorme strusciarsi tra le sue carni mentre la figlia lo faceva vibrare con la sua gola profonda, anche a lei spettava una buona dose di quel cazzo enorme e succulento. Gabriel non aveva modo di opporsi, figurarsi tirarsi indietro proprio a quel punto. Impensabile. Quindi mentre la sua verga scivolava tra le grandi labbra di Hazel e il loro bacio perverso si consumava, eccolo prendere l'iniziativa deciso a darle esattamente quello che voleva, ma solamente secondo le sue regole. Una mano sola rimase sul petto di Hazel, intenta a stringerle il seno sinistro con forza, come a non volerle far dimenticare quanto fosse sotto il suo giogo. le altre tre braccia invece si mossero in maniera differente. Due si ancorarono sui glutei di Hazel, afferrandola mentre lo cavalcava in quella posizione scomoda, riuscendo a gustarsi solamente una cappella decisamente grossa da lasciar entrare del tutto e impaziente di aprirla come un ariete da sfondamento. le mani scivolarono sotto le sue cosce per sollevarla con forza e tirarla infine contro di sé. Hazel venne sbattuta al muro, finendo tra le braccia di Gabriel che con un movimento fluido si spinse a sua volta contro di lei, allargandole l'intimità in un colpo solo con quella mazza gonfia, pulsante e semplicemente esagerata, in parte rivestita da nanomacchine che ne aumentavano la consistenza, le dimensioni e soprattutto il calore. Hazel l'avrebbe sentita chiaramente sbattere contro l'entrata del suo utero, che spingeva come se volesse impalarla fino a farlo uscire dalla sua bocca, non trovando modo di entrare più di così senza farle del male, un barlume di sanità mentale che gli impedì di far entrare anche l'altro pezzo di quella mazza enorme rimasto saggiamente fuori da quell'intimità grondante e vogliosa, altrimenti l'avrebbe sul serio riempita fino allo stomaco. Quel barlume di bontà però, svanì quando l'ultima mano rimasta libera si avvinghiò intorno ai capelli di Lucia, iniziando a tirarla verso il suo scroto, reso turgido dalla sua eccitazione ma che pulsava intensamente come il suo cazzo per via delle nanomacchine esaltate che ne percorrevano la struttura. Voleva fargliele ingoiare come aveva fatto col suo membro fino a poco prima, privandola di ogni possibilità di respirare. In quella posizione poteva scandire lui il ritmo di ogni movimento, così da iniziare a scoparsi Hazel senza permettere a Lucia di riprendere fiato, un ritmo decisamente troppo lento per la demone forse, ma l'agente cercava ancora disperatamente di trattenersi. Certo era che oramai si trovava sul limite del baratro, perfino nel suo bacio si potevano percepire gli spasmi di chi prova a trattenersi. Una piccola spinta e non sarebbe più riuscito a fare un passo indietro. A quel punto, le due ragazze avrebbero trasformato quella stanza e quell'uomo in un nuovo inferno di lussuria. Una. Sola. Spinta.
     
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