Un posto da chiamare casa

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    Shen stava girovagando per la periferia della città cercando un buon posto dove potesse sorgere la sua casa dei sogni, quando ad un certo punto in lontananza notò un piccolo capano abbanonato in legno che sembrava cadere a pezzi ed essere quasi completamente divorato dalla muffa ed al muschio.

    Pensa che bello abbattere quella catapecchia e costruirci sopra una bella villetta...

    Disse la ragazza mentre imboccava una strada sterrata che conduceva a quel capanno fatiscente.
    Scese dalla sua calda macchina e si immerse nel freddo glaciale di Nuova Britannia iniziando a tremare per il freddo per poi iniziare ad incamminarsi passo dopo passo verso il posto dove sarebbe cresciuta la sua casa, non ora magari ma in futuro.
    Osservava con curiosità le piante che circondavano il terreno, cercando di immaginarlo sgombro dalle stesse così che ci sarebbe stato più spazio. Magari avrebbe potuto installare una iacuzi all'aperto, prendere un cucciolo oppure mettere su qualsiasi cosa le passasse per la mente.

    Che bello...


     
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    Più si va al nord e più l'inverno è rigido, è un dato di fatto. Londra era più rigida di tutte le altre capitali rimaste nel mondo durante il periodo invernale, poiché era la più a nord. Se a Roma nei periodi di dicembre, gennaio e febbraio le temperature si aggiravano attorno agli zero gradi, a Londra andavano anche sotto lo zero. Eppure, più che nevicare, ghiacciava, la neve da un po' di anni era diventata un evento più unico che raro. Questo però non avrebbe certo fermato Duncan. A lui piaceva uscire, fare passeggiate, divertirsi, perciò non si sarebbe lasciato intimorire dal freddo di quella sera di gennaio. Per proteggersi dalle rigide temperature, indossava un giubbotto imbottito grigio scuro, con sotto un maglione blu, un paio di jeans e degli scarponcini con all'interno una pelliccia. Attorno al collo si era avvolto una sciarpa rossa ed alle mani indossava un paio di guanti in pile neri. Nonostante abitasse in centro a Londra, Duncan volle passeggiare fuori città, nelle zone meno rinomate e lussuose della capitale, ma che possedevano comunque un certo fascino. Dopo un quarto d'ora di cammino, mantenendo il suo sguardo sempre attorno a sé, poté vedere una figura erigersi vicino ad un capanno abbandonato che faceva capolinea ad una strada sterrata. Non c'era anima viva quella sera, molti forse non sembravano così tanto coraggiosi da sfidare il clima vigente. Quella figura fu l'unica che il ragazzo vide in quella zona e, spinta da un certo senso di curiosità, volle controllare chi fosse. Si incamminò su quella strada, finché non si pose a pochi metri da quella che gli parve una ragazza, dalle strane sembianze.
    "Orecchie di lupo? Come può essere?" Si chiese Duncan, rimanendo sorpreso dall'aspetto che presentava quella persona.
    "Non mi sembra il clima ideale per contemplare una catapecchia rovinata." Commentò il londinese giusto per attirare l'attenzione su di sé della ragazza. Magari se si fosse girata, avrebbe potuto mostrare a Duncan il suo aspetto nel suo insieme. Nonostante fosse un punto della città non molto bello, era pur sempre abbastanza illuminato, perciò non gli risultò difficile distinguere la figura di una femmina man mano che si avvicinava ad essa.
     
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    Come al solito, la ragazza lupo era talmente concentrata sul motivo che l'aveva spinta sin lì che non si rese conto della figura che le si era piazzata alle spalle e che improvvisamente proferì parola prendendo la ragazza di sorpresa e facendola sobbalzare dallo spavento chiedendole come mai si trovasse in mezzo al ghiaccio.
    Al che la lupacchiotta si voltò di scatto e, mentre osservava con curiosità il suo interlocutore iniziò a parlargli.

    Eheheh bhe si, tu vedi una catapecchia...Però prova ad immaginare cosa si potrebbe fare buttandola giù...

    Il ragazzo che aveva di fronte era piuttosto carino ed avvenente, il classico tipo che le poteva andare a genio.

    Ho cambiato lavoro ed ora mi si presenta questo bel bocconcino...Ma ti pare giusto?

    Pensò fra se e se la lupa mentre tornava a voltarsi verso la catapecchia e continuando ad ammirarla con intenzioni distruttive verso la sua esitenza.

    Ti va di accompagnarmi?
    Non mi fido tanto di quel legno marcio...


    Gli si rivolse nuovamente per invitarlo ad accompagnarla per una prima occhiata a quella che sarebbe divenuta la sua futura dimora.


     
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    In un certo senso, Duncan si aspettava che la ragazza si spaventasse un po' per la sua improvvisa entrata in scena, ma lui era così curioso di osservare più da vicino quella tipa dall'aspetto non del tutto umano che volle parlarci. Fra l'altro, voleva capire cosa ci facesse in un posto come quello con un freddo così rigido, non sembrava avere molto senso stare lì ferma ad osservare un capanno che a malapena si reggeva in piedi. Ebbe una risposta strana, ma che tutto sommato aveva il suo senso. Essa stava fantasticando su un progetto che sostituisse quella catapecchia, così che la sua presenza in quel luogo ebbe una valida motivazione.
    "Cos'è? Una sorta di architetto?" Si chiese un po' perplesso Duncan che annuì semplicemente alle sue parole, comprendendo a grandi linee quali fossero le sue intenzioni. Però i suoi occhi continuarono ad osservare l'aspetto di lei che mostrava chiaramente d'essere una lupa, per metà o forse per un quarto di sé, perché per gli altri tre quarti aveva comunque sembianze umane. Il suo sguardo denotava il suo stupore nel vedere una creatura simile. Ad un tratto, la ragazza sembrò volersi addentrare in quello stabile abbandonato e chiese al ragazzo se la potesse accompagnare al suo interno. Quella catapecchia non poteva definirsi sicura, nemmeno per poterci semplicemente girare al suo interno, dunque entrambi dovevano stare attenti a dove avrebbero messo i piedi.
    "Non che sia un luogo tanto sicuro ma... Ok, ti accompagno." Rispose Duncan, affiancandosi a lei ed accennando un piccolo sorriso, giusto per mostrarsi cordiale e gentile agli occhi della lupa. Chissà cosa avesse in mente dal spingerla a voler osservare internamente quello stabile fatiscente. Forse stava progettando la costruzione di qualcosa, forse di un luogo di lavoro o di una casa. Magari, una volta entrati, il londinese le avrebbe chiesto quali fossero le sue intenzioni riguardo a quel capanno.
     
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    Il ragazzo accettò con un po di titubanza la proposta della ragazza, avvicinandosi così alla lupa con un fare piuttosto curioso nei suoi confronti, anche troppo curioso perché la ragazza non se ne accorgesse.

    Senti...So che ho un aspetto singolare e che questo può incuriosirti parecchio...

    Disse la ragazza con fare molto gentile anche se leggermente imbarazzato.

    Quindi se hai qualche domanda spara pure...

    E, terminato di parlare si rivolse con lo sguardo verso di lui per osservare la sua espressione mentre si accingevano a raggiungere l'entrata del capanno abbandonato.
    Erano ormai arrivati di fronte alla porta e la ragazza si fermò un attimo osservando bene la porta che avreebbe aperto, per vedere se ci fosse qualche segno che preannunciava un crollo imminente: un asse fuori posto, un rumore sospetto, qualsiasi cosa. Del resto era andata li per osservare la proprietà non per rimanere orribilmente ferita e mutilata.


     
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    Quei due si stavano per accingere ad entrare in quel luogo che di sicuro aveva ben poco o forse nulla. Già faceva freddo e, anche se fossero entrati anche solo per fuggire dalla temperatura esterna glaciale, con tutti i vetri rotti e qualche buco presente nei muri, non avrebbero comunque avuto via di scampo da quel rigido clima. Ad un tratto, prima ancora di mettere piede in quel capanno fatiscente, la ragazza assecondò per così dire la possibilità che Duncan potesse avere di farle delle domande in merito al suo aspetto non del tutto umano. In effetti, oltre che essere curioso per le intenzioni che avesse in merito a quel luogo, il ragazzo era curioso per come fosse possibile che avesse quell'aspetto del tutto singolare.
    "Beh... Non vorrei risultare troppo invadente..." Disse subito, portandosi una mano dietro la testa e grattandosi la nuca, come a volersi scusare per aver mostrato così tanto il suo interesse verso l'esteriorità di quella ragazza. Per molti, soffermarsi su dettagli troppo evidenti del proprio corpo, poteva risultare fastidioso, già lo stesso Duncan non era molto favorevole al fatto che le persone, appena lo vedessero, notassero subito la cicatrice che gli attraversava l'occhio destro. Però magari quella ragazza aveva un'indole diversa dalla sua, probabilmente era abituata a tanta curiosità altrui.
    "Immagino che tu appartenga a qualche razza in particolare, giusto?" Chiese successivamente, mentre erano ormai giunti all'entrata di quella catapecchia che non ispirava molta fiducia a Duncan, ma non ne era eccessivamente intimorito. Più che altro, la sua attenzione era volta a conoscere meglio quella persona, a capire chi fosse e perché si trovasse in un posto come quello. Prima ancora che lei potesse dargli una risposta, il ragazzo avanzò un passo dentro quel luogo decadente, osservando che non era poi così rischioso come potesse sembrare. L'edificio era pur sempre fatto di cemento, probabilmente non sarebbe stato tanto sicuro girare vicino a superfici sporgenti come terrazzi o solai con buchi, ma per darci una veloce occhiata, era fattibile, almeno così sembrava per lui. Priva di ogni mobile, c'era solo qualche sacchetto dell'immondizia aperto riversato sul pavimento, diverse ragnatele qua e là e qualche topolino che di tanto in tanto sgattaiolava da un punto all'altro della catapecchia.
    "Sì, questo posto è meglio buttarlo giù che sistemarlo." Pensò Duncan, guardandosi attorno, traendo una conclusione piuttosto drastica, ma secondo il suo punto di vista, inevitabile.
     
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    Il ragazzo colse al volo l'occasione, iniziando a sparare la prima domanda riguardo alla sua appartenenza a qualche razza in particolare, dopotutto quelle particolari e singolari tratti quali coda ed orecchie da lupo che aveva, portavano sempre tutti a pensare che fosse qualcosa di diverso rispetto ad un normale essere umano.

    Ihihih sono le orecchie e la coda che te lo fanno pensare vero?

    Disse la ragazza mentre indicava con il suo idice le orecchie da lupo accennando un'espressione dolce e divertita, del resto le succedeva di continuo ed ormai aveva imparato a riderci su per sdrammatizzare.

    E' un errore che fanno quasi tutti quelli che mi conoscono ahahah

    Questa volta la ragazza non riuscì a trattenere una risatina dolce e timida che le fece arrossare il volto.

    Umana al 100%...Bhe o quasi...

    Disse la lupacchiotta muovendo la coda e le orecchie in modo piuttosto carino mntre si aggingeva ad osservare l'interno di quel capanno che appariva abbandonato e dismesso. Una bella demolizione cercando di recuperare il possibile dai materiali con cui era fatto il capanno e voilà, si parte con la costruzione.
    Il lavoro che avrebbe dovuto fare la ragazza sarebbe stato notevole, del resto avrebbe dovuto demolire completamente lo stabile per poi partire dalle fondamente per fare la sua nuova dimora, tuttavia avrebbe impiegato il tempo dovuto per fare un lavoro accurato con le proprie mani.

    Avrei bisogno di una mano...


     
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    Scusa per l'attesa.


    Chiunque avrebbe azzardato che quella ragazza fosse tutto fuorché umana, non ci voleva un genio per fare una simile osservazione. Eppure Duncan non voleva andare troppo sul sicuro, anche perché, se fosse come diceva lui, voleva capire comunque a che tipo di razza lei appartenesse. Non era usuale trovare qualcuna che avesse orecchie e coda di lupo. Ma mai dare per scontato qualcosa, soprattutto se non si sa assolutamente cosa si dice o cosa si pensa. Lui non lo diede per scontato, ma era una di quelle domande volte ad avere una conferma ed essa non si avverò, bensì il contrario.
    "Cosa??? Umana lei?? Com'è possibile? Forse... Una qualche mutazione che ha ottenuto nel corso del tempo... Ah, magari mi sto facendo troppe seghe mentali. Non è così importante alla fine!" Pensò il londinese, fissando dapprima per qualche secondo la ragazza e poi scuotendo il capo, volendo non far divenire quei suoi pensieri e ragionamenti delle paranoie volte semplicemente a capire con chi avesse a che fare. La sua attenzione fu nuovamente rivolta allo stabile dov'erano entrati i due, un posto piuttosto spazioso, nonostante fosse abbandonato ed in condizioni pietose. Se anche ci fosse stata la possibilità di buttare giù tutto e costruirci qualcosa sopra, sarebbe stato sicuramente un lavoro immane e faticoso, di certo lei da sola non ce l'avrebbe fatta.
    "Comunque, qualsiasi siano i tuoi progetti per questo posto, avrai bisogno di un aiuto nei lavori, da sola è un'impresa impossibile, ma non per te, per chiunque voglia farlo con le sole proprie forze. Se vuoi, posso darti una mano..." Disse Duncan, sempre osservando la catapecchia e, quando pronunciò l'ultima frase, il suo sguardo puntò a lei, accennando un'espressione sincera e rincuorante, confermando così il suo appoggio per lo svolgimento di quel lavoro che lei avrebbe voluto fare. Certo, solo una persona in più non avrebbe cambiato molto le cose, però avrebbe forse alleggerito un po' il carico che quella ragazza avrebbe dovuto sopportare da sola. E poi, Duncan non si tirava certo indietro se c'era bisogno di aiutare qualcuno, il suo atteggiamento altruista non lo abbandonava mai, nemmeno nelle situazioni più disperate.
    "Ah, che idiota, non mi sono nemmeno presentato... Mi chiamo Duncan, molto piacere." Aggiunse poi, tendendo la mano verso di lei, così da presentarsi. In effetti, esordì prendendola un po' alla sprovvista, senza nemmeno rivelare chi fosse, probabilmente perché era così curioso di capire chi fosse quella ragazza dal particolare aspetto e cosa ci facesse in un posto come quello, che le presentazioni passarono in secondo piano.
     
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    La ragazza, che ora si trovava all'interno dell'edificio, si sentiva alquanto osservata da quel ragazzo che aveva incontrato poco prima e che ora gli stava facendo da scorta mentre in quello stabile regnava ormai il silenzio più assoluto ed imbarazzante che fosse mai esistito sulla faccia della terra. Fortunatamente le parole di Duncan lo spezzarono con un pretesto alquanto interessante e cioé la demolizione di quella catapecchia.
    Shen aveva parecchi, anzi troppi progetti per la testa e non aveva dedicato nemmeno un secondo a pianificarne l'attuazione e, come le evidenziò il ragazzo inizialmente, demolire quello stabile con le proprie forze sarebbe stata una fatica immane per una persona sola anche se ben attrezzata o dotata di poteri sbalorditivi.

    Bhe si, in effetti hai ragione...

    La lupacchiotta si limitò a questa singola frase, mentre diede un leggero colpo ad un'asse che era caduta a terra ormai da parecchio tempo, dato che la polvere che vi giaceva sopra si dileguò, al colpo di punta della ragazza-lupo, in una nuvola grigiastra espandendosi nell'aria che odorava di chiuso che li circondava.
    Al che il ragazzo interruppe Shen con delle scuse per poi passare subito alle presentazioni di dovere che però non vennero fatte quando di dovere. Così l'attenzion della lupa tornò di nuovo alla sua nuova compagnia, che a quanto pareva aveva il nome di Duncan, il quale le porse la mano in segno di saluto al quale la ragazza rispose con un'energica stretta di mano ed un sorriso seguito dalla pronuncia del suo nome.

    Piacere, io mi chiamo Shen e per concludere il paragrafo orecchie e coda una volta per tutte...

    Esordì la ragazza-lupo con fare simpaticizzante sorridendo con dolcezza.

    ...Sono un'anomalia genetica e nulla di più, sono umana e non sono un ibrido ahahahah

    E la dolce risata della ragazza riecheggiò così per tutto lo stabile producendo un eco alquanto inquietante.


     
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    Alcune perplessità avvolsero un po' Duncan, perché ritrovarsi da solo con una ragazza in un posto così isolato e poco illuminato poteva essere il luogo ideale per qualsiasi altra persona, forse mal intenzionata per approfittare di una giovane come lei. Certo, lui non era quel tipo di individuo, non era un depravato che ci provava con tutte o metteva le mani addosso a qualsiasi ragazza, però il pensiero che una come lei si trovasse tutta sola in un posto come quello se la stava facendo. Ma la ragazza, che dalla presentazione rivelò il suo nome, chiamandosi Shen, non sembrava affatto a disagio nel trovarsi in compagnia di Duncan, perlustrando quella catapecchia che non si sapeva ancora come fosse possibile che rimanesse in piedi. Forse il ragazzo si stava facendo un po' troppe paranoie su di lei, una fra l'altro venne del tutto smorzata quando disse che le orecchie e la coda da lupo furono solamente un'anomalia genetica, ma che si trovasse senza qualcuno che la proteggesse in un punto di Londra così isolato, risultava ancora un piccolo mistero, che comunque non valeva la pena che risolvesse.
    "Ah capisco... Un'anomalia. Però devo dire che... Come anomalia, non è affatto male." Rispose, arrossendo leggermente Duncan che diede un'altra occhiata a quella strana esteriorità che Shen mostrava senza alcun problema. In effetti, fra le varie anomalie, c'erano malformazioni anche brutte da vedere. Lei capitò bene, perché come disse proprio lui, era visibilmente godibile.
    "Ma... Con i brutti ceffi che ci sono in giro, non hai un po' di timore a girare da sola in posti così isolati?" Aggiunse, guardandosi attorno e ponendo quella domanda come se si stesse preoccupando veramente di lei e della sua incolumità, del resto era anche un motivo per poter soddisfare quella sua curiosità che lo stava attanagliando, dopo che risolse il mistero delle orecchie e della coda da lupo. Non capitava spesso che Duncan fosse così assorto da una persona da voler fare tutte quelle domande, forse Shen aveva qualcosa che gli stava suscitando dell'interesse, anche se non sapeva ancora che tipo di interesse fosse.
     
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    Quel ragazzo di nome Duncan ora sembrava più preoccupato per l'incolumità della lupacchiotta, chiedendogli se non fosse intimorita dal fatto di trovarsi da sola in un luogo così deserto ed al tempo stesso fin troppo pieno di gente temibile e di teppisti. La risposta che le avrebbe dato la ragazza l'avrebbe fatto rimanere a bocca aperta per lo stupore, oppure passare alquanto inosservata come se non avesse detto nulla di nuovo alle sue orecchie ormai abituate a tutt'altre cose sorprendenti.

    Bhe, paura è normale averne...

    Disse la giovinotta mentre gli sorrideva e si scostava una ciocca di capelli che le era caduta davanti agli occhi, portandola dietro al proprio orecchio.

    Però sono abbastanza sicura di sapermi difendere bene...

    Disse la ragazza mentre strizzava l'occhio nella sua direzione con fare goliardico e per poi dirgli.

    Perché vuoi provare?
    Avanti maschiaccio fatti sotto ahahahah


    Disse la ragazza mentre scoppiava a ridere imitando le movenze di un pugile professionista che assestava un paio i ganci e di diretti colpendo solamente l'aria per poi ritornare a camminare allegramente per la baracca abbandonata, chiudendo gli occhi e piorettando in quello che sarebbe potuto essere il suo nuovo salone per gli ospiti.


     
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    Se non altro, Duncan aveva trovato casualmente una ragazza che aveva una personalità vivace e questa cosa a lui piaceva parecchio. Nonostante la zona non fosse delle migliori da perlustrare in solitaria, Shen non si faceva fermare da possibili pericoli che poteva sbucare da dietro l'angolo ed evidentemente sapeva cavarsela proprio come disse. A seguito di quelle parole, il ragazzo venne rassicurato, tanto più in quel momento che poteva essere lui una spalla per lei nel caso fossero sorti dei pericoli. Avendo soddisfatto la sua curiosità, non restava altro da fare che capire che intenzioni avesse la ragazza per quel posto desolato.
    "Magari sta solo fantasticando, però effettivamente il luogo si presterebbe per tanti bei progetti..." Pensò il ragazzo guardandosi attorno ancora, provando a pensare a cosa potesse fare Shen per sostituire radicalmente quella catapecchia a pezzi. Probabilmente lei era traboccante di idee e non si era ancora decisa su cosa fare esattamente. Chiaro che Duncan non poteva decidere per la ragazza, ma forse qualche suggerimento avrebbe potuto darlo. Lasciarsi andare a troppi pensieri comunque, stava distogliendo i due da quelle che potevano essere le insidie del posto. Proprio sopra la testa di Shen, stava per crollare una trave che era in un equilibrio assai precario, forse a motivo delle movenze e del peso dei due, quell'equilibrio stava per venire meno. Duncan si accorse di ciò che stava per succedere e l'istinto stava agendo in lui.
    "Attenta!!" Avrebbe esclamato, tuffandosi come se volesse gettarsi in mare, verso Shen per ripararla da quella trave che, se non si fosse mossa in tempo, avrebbe potuto colpirla e crollarle addosso, provocandole dei danni davvero significativi. L'intervento del ragazzo avrebbe potuto sventare un pericolo possibile e soprattutto presente.
     
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    Improvvisamente un rumore sinistro ruppe il clima rilassato che ormai si era instaurato il quel capanno fatiscente, introducendo così la caduta di un'oggetto di modeste dimensioni al di sopra della sua testa. Quell'oggetto di così grandi dimensioni si rilevò essere una delle travi che reggeva il tetto dell'edificio e che, a causa degli spostamenti dei due all'interno dell'edificio, stava crollando sulla povera ragazza.
    La disgrazia venne fortunatamente evitata da uno scatto ferino del ragazzo che si proiettò sulla ragazza, così da far cadere entrambi a terra mentre la trave impattava con il terreno sottostante innalzando un polverone che oscurò la visuale di entrambi i ragazzi.
    Appena la polvere si diradò la ragazza si trovava con la schiena a contatto con il pavimento mentre il ragazzo le stava sopra, con gli occhi chiusi a causa della polvere che li irritava e lo faceva tossire.
    La ragazza, che aveva riacquistato la vista prima del suo amichetto iniziò ad arrossire mentre osservava la posa in cui si ritrovavano lì a terra ma, sopratutto, nel notare che entrambe le mani di quello splendido ragazzo che l'aveva salvata da un pericolo così grande, erano entrambe saldamente arpionate ai suoi seni.

    Ma perché ci troviamo in questa situazione...

    Pensò la ragazza mentre si limitava ad arrossire ed a distogliere lo sguardo dal viso del ragazzo e volgendolo verso la trave che era ormai ferma al suolo.
    Il cuore le martellava nel petto e non accennava a fermarsi per l'imbarazzo dovuto alla presa del giovane sulle sue gioie e, come se non bastasse, il contatto delle loro zone intime separate l'uno dall'altra solamente dai reciproci indumenti.
    La ragazza era imbarazzata e non sapeva come reagire, anche perché dentro di lei si scontravano il sentimento di volersi togliere da quella situazione ed il desiderio che quel tipo andasse oltre.


     
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    Qualche attimo di confusione, un tonfo in concomitanza con un rumore di caduta più attenuato e poi quel suono quasi silenzioso della polvere che si dirada nella zona. La trave si ruppe nonostante fosse un grosso pezzo di legno pesante ed alzò una bella nube che ricoprì il punto in cui si trovavano i due. Duncan si gettò su Shen agendo d'istinto e fu abbastanza rapido da evitarle un incidente che avrebbe avuto delle conseguenze significative su di lei se non si fosse spostata o non fosse stata spostata da lui. Il ragazzo teneva chiusi ancora gli occhi, probabilmente per non farli irritare dalla polvere che ancora librava nell'aria a seguito di quel violento impatto del grosso pezzo di legno col pavimento. Ignaro di come si ritrovò sopra Shen, Duncan tossiva e doveva ancora realizzare la scena che si sarebbe palesata a lui non appena avesse riottenuto la vista.
    "T-Tutto ben-..." Non fece a tempo a completare la domanda, mentre riapriva gli occhi che vide com'era messo sopra la ragazza. Sbarrò gli occhi, le guance si arrossarono di colpo e rimase immobile, non sapendo come reagire, da quanto l'imbarazzo lo avvolse in quella situazione.
    "Oddio! Le sto strizzando il seno! Devo levarle subito le mani di dosso!" Pensò il londinese che spostò il suo sguardo sulle mani che tenevano saldamente le forme modeste di lei, aveva un seno piccolo, ma quelle modeste dimensioni potevano comunque farsi sentire sotto i palmi di entrambe le mani di lui. Eppure, sempre bloccato dall'imbarazzo, Duncan non riusciva a staccarle, come se qualcosa dentro di lui gli diceva di rimanere così com'era. Più ci pensava, più il rossore sul viso aumentava, ma non vi era alcun cambiamento di posizione.
    "S-S-Stai bene?" Chiese con un filo di voce, pur non rendendosi conto che i seni di Shen erano ancora coperti dalle sue mani, come se cercasse di concentrare la sua attenzione sulla salute di lei, cercando di ignorare il più possibile quella situazione alquanto imbarazzante, ma poteva chiaramente vedere il viso paonazzo della ragazza che molto probabilmente in quel momento provava le stesse sensazioni di lui.
    "Devo smettere di tenerle il seno, però... C'è qualcosa di piacevole in tutto questo. E poi lei, se avesse voluto evitare di rimanere in quello stato, forse si sarebbe subito messa a gridare. Non mi sembra disapprovi ciò..." Disse dentro di sé Duncan che era combattuto, in effetti dava quasi per scontato che Shen potesse reagire in malo modo, ma non ci fu alcuna reazione scontrosa da parte della ragazza, almeno non fino a quel momento.
     
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    L'imbarazzo che era calato su quella situazione era a dir poco insostenibile, mentre il ragazzo manteneva salda la presa sui seni della lupacchiotta, quest'ultima aveva i pugni serrati e non riusciva a proferire nemmeno una sillaba. Il suo respiro era affannoso a causa della caduta rovinosa per evitare la trave che avrebbe di sicuro fatto danni più gravi di qualche escoriazione.
    Arrivati però a quel punto la ragazza doveva togliersi da quella situazione alquanto imbarazzante.

    S-sto bene...

    Disse la ragazza mentre manteneva lo sguardo da tutt'altra parte rispetto alla posizione degli occhi del ragazzo sopra di lei, anche lui con un livello di imbarazzo pari se non superiore al suo.

    P-però...

    Continuò a rivolgersi al ragazzo balbettando per il senso di disagio che le pervadeva il corpo in quel momento di intimità con un ragazzo praticamente sconosciuto.

    P-potresti...Togliere...

    La ragazza non riusciva a completare la frase, tuttavia sperava che quello stesso ragazzo comprendesse da solo a cosa si stava riferendo.
    In quella situazione di totale imbarazzo la lupacchiiotta non riusciva a pensare lucidamente.


     
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