Qualcosa da bere?

x Shirosaki Ogihci™ (Duncan)

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    Io non le ho scritto nulla, te lo giuro!
    Ah si? Allora questo "stasera vediamoci che ho voglia" di chi è secondo te?
    E io che ne so! No ti prego, sulle palle no!!!
    Così stava giungendo al termine la solita giornata noiosa di Sombra, guardando due ragazzi menarsi e lanciarsi brocche di birra, mentre lei si gustava una bistecca appena ordinata. Beh, diciamo che non si stavano propio picchiando, il più grosso picchiava l'altro e lui era rannicchiato a piangere come una bambina. Fortuna che nessuno dei due sapeva che la lite era iniziata per mano di Sombra. Vista la noiosa serata, aveva di nascosto preso il cellulare di uno dei due ragazzi, con le sue doti da hacker risalire al pin fu un gioco da ragazzi, e così scrisse alla ragazza dell'altro dei due amici una frase alquanto esplicità, per poi usare una scusa del tipo "prima ti è caduto questo" per ridare il cellulare al ragazzo. O almeno all'amico, che casualmente vide il dispositivo con una chat aperta molto fastidiosa ai suoi occhi. Inutile spiegare cosa sia successo in seguito.
    Sombra era vestita semplice, col suo solito cappotto, che copriva dei pantaloncini attillati di jeans che le lasciavano le gambe scoperte ma la coprivano fino a sopra l'ombelico. Un top bianco smanicato e degli stivali neri, lunghi sino a pochi centimetri sopra le ginocchia.
    Signorina vuole qualcosa da bere?
    Chiese a Sombra un cameriere, e lei subito rispose chiedendo solo un po di acqua fresca.
    Che giornata di merda!
    Disse sospirando e poggiando le sue frustrazioni sulla bistecca davanti a lei, cominciando ad attaccarla con continue forchettate guardando, nel mentre, il cameriere andarsene a passo svelto. Odiava annoiarsi e ciò la irritava enormemente. Che qualcuno o qualcosa potesse distrarla dalla noia che stava provando in quel momento?
     
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    Kurayami poteva definirsi per Duncan una seconda casa? In parte sì. Lì fu dove conobbe l'amico di famiglia che gli insegnò a destreggiarsi nel combattimento e dove ricevette la sua zanpakuto, l'arma che utilizza per poter tenere alto il suo credo, cioè salvare vite altrui se necessario. Solo che non era una passeggiata leggera come attraversare da una parte all'altra Londra. Doveva prendere l'aereo, farsi diverse ore di viaggio e poi camminare, spostarsi in treno o in metro perché anche Kurayami, come la capitale britannica, era una metropoli, enorme e dispersiva, ma affascinante. Per lui non era comunque un peso, ma un viaggio di svago, dove poter staccare la spina, come se ne avesse bisogno. Non aveva ancora deciso cosa fare della sua vita e del suo tempo libero, se impiegarlo in un qualche mestiere in particolare. Era ancora tutto in alto mare. Fortunatamente, alla morte dei suoi genitori, ottenne un bel po' di denaro dovuto alla cessione della loro attività di produzione di armi convenzionali che gli permettevano dunque di intraprendere tali viaggi in giro per il mondo. In una tranquilla giornata di inizio primavera si trovava a girovagare per la città con il suo solito abbigliamento casual: un giubetto nero, sotto al giubetto una t-shirt bianca ed un paio di jeans e la zanpakuto posta sotto al giubetto che gli attraversava la schiena legata ad uno spago che gli circondava il petto partendo dall'alto della spalla destra e passando sotto il braccio sinistro. Camminando per le strade della capitale giapponese il tempo passò abbastanza velocemente e si fece sera.
    "Mi dovrei fermare da qualche parte a cenare, sennò crollo. Ho camminato troppo oggi!" Esclamò un po' stanco dopo tutta quella giornata trascorsa ad osservare diversi angoli di quella metropoli. Si fiondò nel primo locale che trovò aperto e con una modesta quantità di gente al suo interno. Non appena entrò in quel bar, poté assistere ad una sorta di azzuffata fra due uomini, che già stava decretando chi avesse la meglio fra i due, di fatto uno era a terra che subiva i colpi dell'altro. Il personale del locale cercò di placare gli animi accesi attorno a quella rissa, ma molti sembravano entusiasti di vedere quei due darsele di santa ragione, o almeno vedere che uno dei due si stava sfogando sull'altro. Duncan era quasi intenzionato ad intervenire, a mettersi in mezzo, ma finché erano solo loro due il problema di quel trambusto e che non venissero coinvolte altre persone, concluse che probabilmente quella rissa aveva un motivo ben preciso. Cercando di ignorare la cosa, si andò a sedere ad un tavolo, dove venne subito raggiunto da un cameriere.
    "Vorrei una birra bionda e un panino con pollo, formaggio e lattuga, per favore." Disse Duncan senza consultare il menù. Alla fine non chiese qualcosa di così sofisticato, non dubitava del fatto che quel posto, come qualsiasi altro luogo di ristorazione, salvo casi eccezionali, potesse soddisfare il suo ordine. Il cameriere accolse l'ordine con un cenno del capo e si congedò dal londinese che si mise ad osservare poi la gente all'interno del locale. Molti erano distratti da quella rissa che pian piano si stava placando, ma i suoi occhi si soffermarono su una persona. Una ragazza, seduta tutta sola al tavolo dopo il suo che stava maltrattando la bistecca che aveva sul piatto, come se fosse frustrata da qualcosa o da qualcuno.
    "Che bel caratterino... Non mi stupisce sia tutta sola." Pensò, osservandola, ma non troppo intensamente ed alzando il sopracciglio sinistro, giusto per evidenziare la sua leggera perplessità nel notare lo stato d'animo non troppo tranquillo di quella tipa.
     
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    Forse dovrei ravvivare la serata un altro po...
    Disse a bassa voce fra se e se. Dopo aver trangugiatoil resto della bistecca in pochi secondi come un animale, si alzò lentamente dal suo sedile ed andò verso i due uomini che ancora si azzuffavano, o almeno verso il loro tavolo. Senza dar troppo nell'occhio infilò la sua piccola mano destra nel cappotto dell'uomo più grosso, e gli prese il cellulare per poi tornare al tavolo per risedersi ed ordinare una seconda bistecca.
    Secondo round!
    Disse senza preoccuparsi di urlare o no, tanto nessuno sembrava cagarla di striscio. Possibile che non abbia dei giga gratuiti questo manzo di muscoli? pensò fra se e se notando la mancanza di internet sul dispositivo dell'uomo. Nel momento stesso così hackerò la rete wifi del bar e scrisse un messaggio inviato all'unico ragazzo palesemente transessuale dell'edificio. Nel girone dei giocatori di poker, di quale lui era capo, lo chiamavano "Badessa, l'allarga fessa". Ogni riferimento ad atti sessuali è puramente casuale.
    - Ehi allarga fessa come stai? La tua faccia mi ricorda molto il mio maiale prima che lo cucinassi e me lo gustassi per bene. Che ne dici di farmi tu da maiale stasera?
    Ci vollero pochi secondi che Badessa prese il cellulare e lesse il messaggio, mentre nel frattempo Sombra rimetteva a suo posto il cellulare e ritornava a sedersi per gustarsi ciò che sarebbe succeso... E la seconda bistecca.
    Tu omuncolo credi di potere trattare così me?
    Si udì in tutto il bar così la voce di Badessa, che Sombra capì essere russa dall'accento. Badessa si alzò in piedi lentamente facendo scricchiolare il pavimento sotto ai suoi piedi. Si girò verso l'uomo muscoloso che confuso teneva ancora per la gola il ragazzino mingherlino che lo aveva irritato poco prima. Badessa corse, anzi camminò... Anzi, diciamo che si avviò verso l'uomo. Vista la sua stazza le era difficile fare movimenti veloci: 220cm di altezza per 220kg. Praticamente era un cubo. Se fosse stata una palla avrebbe potuto rotolare, ma essendo un cubo ci aveva già provato tempo prima ma rimase bloccata da un fianco per 6 giorni. Dopo circa dieci minuti di attesa, finalmente Badessa arrivò davanti all'uomo e protese verso di lui la sua man... Una pala, che aveva al posto della mano. E inutile dire che cominciò a dargliele.
    Io essere tua maiala eh!? Kvarda come picchia forte maialona!
    Bastarono 5 minuti che Badessa stese a terra l'uomo completamente inerme. Tutto muscoli e niente arrosto alla fine.
    Tu guardare me mentre io fotto tuo culo marcio!
    Urlò Badessa per poi alzarsi la gonna e dando sfogo, in tutta la sua glorosità, ad un membro di più di 30 centimetri grosso e venoso come una larva. Il tutto naturalmente seguito da un "ooooooh aaaaah" generale di tutti i ragazzi del bar.
    Vai fottilo! Non si uccidono i maiali buzzurro!
    Urlò con ancora in bocca un pezzo di bistecca Sombra.
    E tu, come fare a sapere cosa lui avere scritto in messaggio?
    Chiese curiosa ed irritata Badessa, girandosi e cominciando a camminare verso la ragazza sola soletta seduta in fondo.
    Cazzo!
    Disse solo Sombra sottovoce grignando i denti. Se non avesse trovato una soluzione, Badessa l'avrebbe di certo massacrata.
     
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    Il locale era in subbuglio, perché nonostante la rissa fra i due uomini stava per placarsi, qualcosa ancora stava per succedere. Duncan mantenne la sua attenzione sulla tipa seduta al tavolo davanti a lui che divorò in un sol istante la bistecca e, con un fare da scaricatore di porto, ne ordinò subito un'altra.
    "Ma quanto cavolo mangia quella?" Si chiese sorpreso nel vedere dei modi di fare a primo impatto poco femminili. Nel mentre, il cameriere portò la birra bionda al londinese e con un sorriso di approvazione, prese il boccale e cominciò a sorseggiarla di gusto. Durante l'atto, il ragazzo ripose i suoi occhi ancora una volta sulla ragazza che si allontanò dal tavolo, dirigendosi furtivamente verso i protagonisti della rissa e, prendendo il cellulare al tizio che stava avendo la meglio, cominciò a smanettare su di esso. Dopo pochi istanti, vide avvicinarsi ai due un energumeno che aveva un aspetto tutt'altro che maschile, ma era un mix di femminilità mal riuscita con un'evidente mascolinità, vista la sua imponente stazza. Ed a seguito di un brevissimo dialogo, quell'essere cominciò a menare l'uomo che stava picchiando l'altro partecipante alla rissa. Ciò che ne conseguì fu alquanto osceno.
    "Oh mio dio. Non voglio vedere!" Esclamò dentro di sé Duncan, girandosi, dopo che capì cosa stava per succedere. Tutto il locale rimase stupito della mossa di quell'armadio donna che mostrò la sua vera natura. Stava per "montare" l'uomo che menò. Il londinese non voleva assolutamente volgere lo sguardo verso quel punto, altrimenti avrebbe di sicuro vomitato la birra che poco prima gustò con tanto piacere.
    "Ma dove diavolo sono capitato???" Si chiese, sentendosi piuttosto a disagio, per essersi ritrovato in un contesto simile, ma cercò di far finta di nulla. Non avrebbe ignorato a lungo però la cosa, poiché la ragazza seduta al tavolo davanti a lui stuzzicò quella donna/uomo, come se fosse stata lei stessa ad istigarla a fiondarsi in mezzo a quella rissa. In quel frangente, Duncan volse lo sguardo verso loro due, l'armadio semi femminile si stava avvicinando minaccioso alla ragazza e se avesse lasciato correre, probabilmente per lei non sarebbe finita affatto bene, vista anche la differenza di stazza fra le due. Posò la birra sul tavolo e lentamente si alzò in piedi.
    "Ehi, che sta succedendo qui? C'è qualche problema?" Chiese il ragazzo, avvicinandosi pian piano a loro due, cercando di non alimentare ulteriormente gli animi accesi, ma volendo placare l'aria bellicosa che si poteva chiaramente respirare in quel bar. Sebbene anche lui non fosse imponente come quell'essere, non aveva paura, perché se le cose si fossero aggravate, avrebbe avuto un asso nella manica per risolvere tutto, malgrado dovesse usare la forza.
     
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    Perchè devi intrometterti? pensò Sombra tirando un occhiataccia a Duncan. Però alla fine riflettendoci da sola questo mostro mi farà a pezz... aspetta un secondo! Badessa era conosciuta per tante cose nella zona, tralasciando stupri e le dimensioni della sua verga, era anche risaputo quanto era femminista. Perfino se una donna le diceva di essere stata picchiata dal papa lei le avrebbe creduto senza dubbi e avrebbe perfino ucciso di botte il papa stesso.
    Me lo ha detto lui Badessa!
    Disse Sombra puntando il dito verso Duncan. Meglio lui che me pensò ghignando.
    Tu eh! Voi uomini tutti uguali! Io spezzare tue ossa e fottere tua carcassa dopo!
    Urlò arrabbiata Badessa verso Duncan, alzando un tavolo con una mano sola e avvicinandosi al ragazzo con l'intenzione di attaccarlo. Nel frattempo Sombra sarebbe sgattaiolata verso la porta d'ingresso, con l'intento di uscire e scappare a gambe levate. Ma qualcosa la bloccò. Aveva cambiato idea? Ci aveva ripensato? Voleva salvare quel povero uomo? No...
    La mia bisteccaaa!
    Si, voleva solo quella. Urlò correndo disperata per prendere la sua bistecca nel tavolo vicino a Badessa, che se avrebbe cominciato a menare il ragazzo, avrebbe sicuramente schiacciato l'amata carne di Sombra.
     
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    Avvicinandosi a quell'armadio a due ante, Duncan si stava pian piano rendendo conto che la differenza di altezza era evidente e perfino la larghezza delle spalle. La guardò come probabilmente Davide avrebbe guardato Golia, ma senza alcun timore. Un'occhiata la lanciò anche alla ragazza che sembrava visibilmente in difficoltà, appunto sembrava, ma non era proprio così, perché la situazione si capovolse in un attimo. Essa istigò quell'imponente donnone col membro maschile, asserendo che il londinese avesse detto qualcosa di scomodo sul suo conto e subito scappò via, lasciando quella che si chiamava Badessa a confrontarsi con Duncan.
    "Eh?? Cosa??" Chiese il ragazzo ignaro di quale fosse la causa che avesse scatenato l'ira di quella donna dalle visibili sembianze mascoline. La sua mascolinità la mostrò non appena sollevò senza alcuna difficoltà un tavolo, minacciando verbalmente e a breve fisicamente il giovane che, preso dallo stupore e forse da un pizzico di timore, indietreggiò, non capendo ancora in che pasticcio s'era cacciato. Ma arrivato a quel punto, scappare sarebbe stato da vigliacchi, doveva affrontare la cosa come sapeva fare solo lui.
    "Ok..." Pensò Duncan che, non distogliendo nemmeno per un attimo lo sguardo da Badessa, si levò la giacchetta nera, scoprendo così la katana che aveva alle sue spalle e sfoderandola, impugnandola con la mano destra. Alla vista di quell'arma, qualcuno si sorprese, emise versi di allarmismo, come se la rissa stesse per sfociare in una fase più sanguinolenta del previsto, ma il londinese non era assolutamente intenzionato a colpire mortalmente l'avversario, non finché esso non l'avesse messo nella condizione costretta di farlo.
    "Non so cosa ti abbia detto quella ragazza da farti incazzare così tanto, ma ti conviene mettere subito giù quel tavolo prima che la tua situazione si complichi! Giuro di non aver detto nulla sul tuo conto, sono appena entrato nel locale, non so nemmeno perché sono venuto qui a questo punto. Ma te lo chiederò una volta sola, metti giù quel tavolino!" Disse, con voce ferma Duncan che prese a far roteare la sua arma bianca sulla mano, aspettando che Badessa ascoltasse le sue parole, seppur non fosse così convinto che quel donnone fosse così accondiscendente. Dopo ciò che fece con uno dei due che si menavano poco prima, un po' dubitava che si calmasse tutto d'un tratto e smettesse di minacciarlo in quel modo. Ma lui sapeva il potenziale del suo potere, che se attivato avrebbe fatto in un certo senso la differenza in quell'incombente scontro.
     
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