L'umile dimora di Duncan

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  1. Shirosaki Ogihci™
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    Appaio per un po', scompaio per molto...

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    Si dice che la fortuna aiuti gli audaci e Duncan fu veramente aiutato dalla fortuna dopo lo scontro con Lady Drake a New Vegas. Se fosse rimasto ancora in quel ghetto di affamati di sesso, probabilmente né di lui e né della sua sfidante non ci sarebbe stata più traccia. Non a caso prese subito al volo il consiglio di lei di non comportarsi a cuor leggero con gente così, riuscendo con le forze rimaste a caricarsela sulle spalle e a scappare via da quel postaccio. Alcune persone provarono a seguirli, altri delusi dal non aver approfittato delle condizioni della combattente rimasero in quel luogo, ma probabilmente quei pochi che provarono ad acciuffarli potevano vantare di essere forti quanto i due che invece diedero spettacolo in quel ring con le loro tecniche ed i loro poteri. Preso il primo aereo disponibile, Duncan e Lady Drake approdarono a Londra ed il primo posto che venne in mente al ragazzo per poter portare colei che fronteggiò fu proprio il suo attico. Ci viveva poco in quella casa, forse c'erano troppi ricordi dei suoi genitori che non voleva scordare, ma tanto meno voleva assorbirsene troppo la nostalgia da stare male. Non si fece problemi a portarsi sulle spalle la ragazza per tutto il tragitto, dall'aeroporto fino alla sua abitazione, nonostante avesse comunque il suo peso, ma l'agente disponeva di una forza fisica notevole, perciò non sentiva più di tanto la fatica. Riuscì perfino a fare tutte le scale del palazzo in cui abitava e finalmente arrivò davanti alla porta di casa sua.
    "Siamo arrivati eh?! Un po' di pazienza che apro..." Disse, estraendo le chiavi del suo attico con un po' di fatica, ma alla fine la porta si aprì e prima di richiuderla, Duncan a passo svelto e stringendo un po' i denti, appoggiò nel modo più delicato possibile la ragazza sul divano del soggiorno e poi corse a chiudere la porta.
    "Dovrei avere qualche garza cauterizzante, provo a curarti almeno le ferite alle gambe così potrai tornare a camminare." Disse, dirigendosi in cucina, dove teneva in un mobiletto tutti i medicinali e ciò che serviva per medicare ferite di varie entità, del resto capitava delle volte anche a lui di doversi curare dopo uno scontro o missioni in cui riportava delle ferite piuttosto significative. Trovò dopo poco le garze di cui parlava e senza perdere tempo le portò alla ragazza. Con fare sempre delicato, avrebbe srotolato le garze, cominciando ad avvolgerle le gambe, soprattutto nella zona delle cosce dove sembravano piuttosto mal ridotte, cercando né di tenerle troppo allentate, né di stringere troppo per non provocare ulteriore dolore a Lady Drake. Di tanto in tanto, i suoi occhi forse istintivamente, si sarebbero diretti verso una zona del tutto scoperta ovvero i seni della combattente, rimasti tali per tutta la durata del viaggio che riuscì in qualche modo a coprire con delle coperte racimolate nelle vicinanze del ghetto da cui scapparono e che poi abbandonò prima di arrivare a casa. Dentro di sé sapeva che prima o poi essa probabilmente si sarebbe opposta al fatto che non avesse pensato per prima cosa a coprire permanentemente quelle generose forme, ma faceva finta di nulla, anche se la sua preoccupazione principale in quel momento era quella di curare le sue ferite.
    "Ecco fatto. Spero non siano troppo strette. Forse non ti conviene rialzarti subito, ma è meglio che resti sdraiata o seduta, riposandoti un po'. Vuoi che ti preparo qualcosa di caldo da bere?" Avrebbe chiesto poi, volgendo il suo sguardo verso gli occhi della ragazza, cercando di non abbassarsi a guardare nuovamente il seno scoperto di lei, anche se la tentazione era molto forte e difficilmente poteva essere ignorata tale abbondanza, oltretutto bella da vedere. Del rossore si sarebbe palesato infatti sulle gote di Duncan, fra sé e sé provava un po' di imbarazzo a lasciarla in quelle condizioni, ma non sembrava voler farci nulla per rimediare a quella "nudità".
     
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19 replies since 10/2/2017, 14:38   256 views
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