Casa di Sona

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    Casa di Sona



    La dove vive Sona è una casa a due piani[+], comprata dopo l’incontro con Gil così da poter vivere a Roma. Questa si presenta all’inizio con una stanza aperta, molto larga. Subito davanti la porta vi è un attaccapanni, più uno spazio dove inserire oggetti vari. A sinistra della porta d’entrata, vi è una scala, che porta al piano superiore, attualmente inutilizzato e completamente vuoto. A destra della porta, si apre il salotto.[+] E a nord di questo, vi è un corridoio molto lungo e largo, dove ci sono altre quattro porte. Il salotto è molto moderno, con divani molto comodi a sfoggiare la loro bellezza. Questi sono messi a L e al centro di questi vi è un piccolo tavolino. Subito dopo il salotto vi è un muro che una finestra, dove solo gli abitanti all’interno possono vedere l’esterno.

    Le porte sono tre per il lato sinistro e una molto larga per il lato destro. Quella al lato destro porta alla sala da pranzo[+], confortevole alla vista e con luci non troppo chiare ma nemmeno troppo scure. Subito di fianco alla sala da pranzo vi è una cucina[+], sempre molto illuminata, provvista di tutto quel che serve per cucinare. Inoltre, nella stessa cucina, vi è pure un frigo.

    Le porte a sinistra cominciano col bagno[+], molto lungo e provvisto di una doccia e di una vasca. Ovviametne vi è pure un vater, così come due lavandini e, sopra di questi, uno specchio. La vasca è abbastanza grande per poter contenere due persone, così come la doccia ne può contenere facilmente quattro.

    La seconda porta è quella che porta alla camera da letto di Sona[+], una stanza di media-grandezza. Il letto è a tre piazze, morbidissimo, vicino a questo vi sono due comodini e sotto di quello un tappetto morbidissimo. Il pavimento stesso, è fatto in legno. Il letto si trova proprio di fianco al muro, dunque davanti la porta.

    La terza porta è quella che conduce alla stanza dei giochi[+]. Questa è stata cambiata dalla camera da letto com’era in una stanza dove ormai Sona passa gran parte del suo tempo. Subito dopo l’entrata, a sinistra, così come davanti e sul muro della porta vi sono diversi strumenti erotici, così come alcuni macchinari speciali. Sul muro di fianco alla porta, quello a destra, ci sono degli attrezi per sostenere una persona, tenuti su da dei tubi di ferro molto resistenti. Inoltre, questi attrezzi, possono essere sostituiti con altri, più particolari. In questa stanza ci sono ogni genere di giochi esistenti, comprati con l’aiuto di Gil.



     
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    Continuo role Calda stagione, riprende dalla fine...
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    Il non-morto poteva entrare dentro la casa di Sona grazie a delle chiave che gli aveva fornito la stessa Sona, per lasciargli campo libero di entrare come e quando voleva dentro di quella. La casa di Sona aveva i muri insonorizzati, almeno così da non farli sentire fuori quel che accadeva dentro. La giovane musicista, dopo un incontro con Gil, era ancora nella posizione di quando Gil l’aveva lasciata, nella stanza dei giochi. Sin da quanto il ragazzo sarebbe entrato dentro, avrebbe sentito i lamenti continui di Sona, lamenti di piacere e di dolore. Questa era appesa, senza nulla sotto di lei, tenuta in alto da delle catene e poggiata contro il muro dietro lei. Le mani erano in alto, tenute unite da un pezzo di legno, chiuso a chiave, posseduta da Gil, mentre le gambe erano piegate, con le caviglie attaccate alle cosce, tenute distanti da un tubo di ferro. Legate al tubo di ferro, però, vi erano diversi giocattolini che davano un piacere enorme alla povera Sona. Due vibratori, di modeste dimensioni, erano dentro il sedere della ragazza e dentro la sua vagina, in costante movimento. Sul clitoride, era posto uno di quei vibratori strani, adatti per dare una stimolazione continua ma che non faceva raggiungere l’orgasmo. Altri piccoli ovetti, poi, erano posti sui seni, sui capezzoli, per mantenerli dritti e duri, pure quelli stimolati senza sosta. Intorno agli occhi della donna, inoltre, vie era una bandana nera così come intorno alla bocca uno di quei strani cosi, per tenerla aperta, senza la pallina all’interno, ma che le forzava la bocca a una forma a “O”. I capelli lunghi di Sona erano tenuta in una treccia, leggermente sfatta. Tutta la casa di Sona, comunque, era pulita e libera da ogni cosa. C’era solo la donna, che era rimasta torturata da Gil per molte, troppe, ore senza venire. Inoltre, il suo corpo era coperto dal seme di Gil, ovviamente quello all’interno era ancora all’interno, grazie ai vibratori. La donna era all’estremo. La porta della sala giochi, poi, era completamente spalancata, lasciando uscire da questa i lamenti che fuoriuscivano. La stessa Sona, era esausta mentalmente, desiderava venire oltre ogni limite e la cosa la frustava, lacrime continuavano a scendere lungo le guance della ragazza, simbolo del suo scontento e del suo piacere. Alexy, al contrario, era addormentata profondamente e sembrava che per un po’ non si sarebbe svegliata. Il suo viso sarebbe parso angelico, ben diverso da quel che il ragazzo aveva visto, inoltre il suo respiro era calmo.
     
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    Sembrava quasi il ritorno del cacciatore dalla lunga notte nel bosco. L'adorata mogliettina aspettava impaziente il suo amato che portasse il prelibato pasto, il cacciatore invece sfoggiava la sua preda in spalla come se fosse il migliore dei trofei, e quest'ultimo rimaneva immobile, destinato a nutrire la famigliola con tutto il suo succo vitale. Quando arrivò nella stanza dove aveva lasciato Sona, Gil si preoccupò prima di tutto di chiudere a chiave la porta alle sue spalle, così da impedire a chiunque di uscire e di entrare. Adagiò poi Alexy sul divano nero posizionato all'estremità opposta del muro su cui era sistemata Sona, ben conscio che per il momento la volpe non si sarebbe svegliata. Sona invece era più vispa che mai e a giudicare dai suoi lamenti aveva raggiunto il limite già da un bel pezzo. La cosa divertì non poco Gil che, ridacchiando, lanciò la sua maschera sul tavolino che divideva Sona e il divano, lasciando scivolare la sua borsa dei strumenti a terra e arrivando finalmente davanti alla sua preziosa compagna di giochi.
    Ti ho fatto aspettare, vero? Mi spiace... ma sei stata davvero brava, hai tenuto tutto come ti avevo chiesto. Ti sei meritata un premio Sona.
    Mentre parlava a distanza zero dalle sue labbra, Gil le liberò prima di tutto la bocca, così da lasciarla respirare e parlare con calma. Poi liberò la sua intimità del vibratore che ne costringeva lo sperma all'interno, lasciandolo così finalmente fluire fuori e darle un attimo di pace, solo il necessario per farle sentire la sua di cappella, di nuovo eretta e calda come non mai, sfregarsi tra le sue grandi labbra, pronta a farle sentire il sapore della sua ricompensa.
    Ti ho anche portato una nuova compagna di giochi... voglio che facciate amicizia chiaro? Dovete diventare amiche, perché è una ragazza interessante almeno tanto quanto te, e insieme possiamo divertirci un sacco...
    Solo a quel punto avrebbe liberato anche il suo sguardo, concedendole la possibilità di vedere Alexy svenuta sul divano. Anche se forse non era il suo tipo, perfino Sona avrebbe dovuto riconoscere la sua bellezza e forse poteva darle una possibilità. Ma Gil vantava di ben altro deterrente, un'arma che avrebbe impedito a Sona di dire di no o di rifiutarsi: il cazzo turgido, enorme ed eccitato che massaggiava le sue grandi labbra, pronto ad impalarla da un momento all'altro. Gil si aspettava una risposta in stile "tutto quello che vuoi basta che mi scopi", così da annullare ogni margine di discussione e dare a Sona esattamente ciò che desiderava...
     
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    Sona sentì i rumori di casa sua che si apriva, di qualcuno che entrava, sapeva perfettamente però, chi era quel qualcuno. I gemiti della donna divennero più serrati, chiari e lamentosi. Un sospiro di piacere lasciò la bocca della giovane musicista, quando il non-morto le libero la bocca. Sona si leccò le labbra, passando la lingua su entrambe, per poi deglutire. Le labbra di Sona erano estremamente rosse, piene, grazie a tutta l’eccitazione che provava in quel momento.
    ti prego metti il tuo cazzo dentro di me...
    Avrebbe mormorato, con voce estremamente piccola, bassa per via di tutti i lamenti che aveva fatto fino a quel momento. Si lasciò andare in un gemito, quando finalmente i vibratori al suo interno vennero tolti, lasciando che il seme fluisse fuori da lei, ovviamente tale sensazione provocò piacere alla donna ma mai quanto quando sentì il cazzo di Gil posarsi di nuovo alla sua entrata, a quel punto si lasciò sfuggire gemiti frustrati oltre ogni limite. Gil, da così vicino, avrebbe potuto notare come le guance della donna erano bagnate dalle lacrime, così come pure la benda. Appena questa le venne tolta, gli occhi di Sona scattarono immediatamente a guardare il viso di Gil, poi il suo membro e infine la ragazza che era sul divano. Il corpo della volpe era completamente nudo e quasi completamente rimarginato, ma era perfetto, la coda e le orecchie si muovevano a ogni suono, scattando, mentre il viso era disteso in un’espressione tranquilla. Se Sona aveva qualcosa da ridire, però, non l’avrebbe mai fatto.
    Saremo amiche… però infilami quel tuo grosso cazzo dentro di me, non ce la faccio più!
    La voce di Sona era ringhiante, quasi, ma col suo tono soave e buono che vi era sempre. La donna era rimasta in quello stato per troppo tempo, la dolcezza era stata sostituita dalla perversione e desiderava solo che il ragazzo la penetrasse, completamente, e la facesse venire. Alexy, nel mentre, aveva ricominciato a rigenerare anche grazie al suo stesso potere le sue ferite, grazie anche al fatto che il seme di Gil era completamente uscito dal suo corpo. Lo stesso Gil poteva percepire, nell’aria, quella leggera tensione energetica data da un potere che veniva usato. Era molto leggera, infatti solo lui l’avrebbe percepita, mentre Sona al contrario ignorava tutto, mentre le lacrime scivolavano lungo le guance.
     
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    Uno spettacolo quasi toccante: Sona piangeva per l'eccitazione, ed era disposta a tutto pur di provare piacere. Gil l'aveva decisamente addestrata a dovere, quindi la dolce musicista meritava indubbiamente un premio. Il ragazzo continuò a muovere il suo enorme cazzo tra le labbra grondanti di Sona, usando la mano destra per poter dare l'idea che fosse pronto ad infilarlo in qualsiasi momento e scoparla selvaggiamente. Il pugno però non lo fece subito, si prodigò nel risalire completamente la mazza per poter infilare un paio di dita dentro la sua intimità, raccogliendo ciò che restava dello sperma lasciato dentro di lei e gli umori che Sona stava producendo così copiosamente in quel momento. Li raccolse assaporando il suo calore, lasciandosi sfuggire un sorriso compiaciuto.
    Mi piace quando sei così eccitata da diventare volgare... ti va un assaggio?
    La risatina che precedette la sua prossima mossa lasciava intendere che quella fosse una domanda ben più che retorica. Il ragazzo sollevò la mano che aveva raccolto quel perverso mix di fluidi, e le fece attraversare tutta la pelle di Sona, passando per i suoi seni e la sua gola, fino ad arrivare alle labbra della ragazza. Le concesse un assaggio infilandole indice e medio tra le labbra, spingendole sulla lingua, e quando Sona sarebbe stata inebriata dalla loro perversa unione, ecco che il non morto l'avrebbe presa a tradimento, in maniera del tutto inaspettata, penetrandola di colpo con tutta la sua mole, molto più che in maniera classica. Di solito si prodigava in una penetrazione graduale, ma in questo caso la sua verga di carne la riempì del tutto in un colpo solo, spalancandole l'utero e lasciando che la cappella pulsasse direttamente nella sua più profonda intimità, lasciando che le sue palle vibranti e cariche di perversione le stimolassero le grandi labbra in tutta la loro energica potenza.
    Faresti di tutto per avere questo grosso cazzo dentro di te vero? Lasciami indovinare... non vedi l'ora che ti riempia di nuovo... ti piace sentire il seme che ti scorre nella figa non è così?
    Trattenere il suo tono sghignazzante era assolutamente impossibile, e adesso che poteva percepire la carne di Sona avvolgerlo completamente la sensazione era ulteriormente amplificata. Prima del risveglio di Alexy si sarebbe concesso una rapida sessione con Sona, giusto per riprendere da dove si erano lasciati in bellezza.
     
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    Sentire le dita di Gil, dita che anche se morte erano umane e calde, entrare dentro la sua intimità fu un duro colpo per Sona, peggio di un pugno. Sopratutto perché lei voleva il cazzo di Gil. Anche se queste erano state dentro di lei pochi attimi, bastarono per farle fare gemiti di lamento, sempre più frustrata e desiderosa. Il suo corpo, poi, cominciò a tremare oltre ogni limite quando il giovane non-morto fece scivolare le dita bagnate lungo il suo corpo, già sensibile di suo, reso ancora più ricettivo dal piacere estremo negato in quelle ore. Non rispose alla domanda di Gil, in quanto non ne era capace, non riusciva più a parlare ma solo a singhiozzare. Accolse con desiderio le dita del ragazzo dentro la sua bocca, assaggiando i suoi stessi umori e il sapore di Gil, che non le dispiaceva per nulla. Era uno di quei sapori strani, piacevoli, che lei avrebbe voluto bere sempre. Chiuse gli occhi, nel mentre, per gustarsi meglio quel sapore, passando la lingua tra le dita e succhiando leggermente. Proprio mentre stava pensando a quanto era buono, però, sentì finalmente la cosa che desiderava entrarle dentro, facendole spalancare gli occhi e aprire la bocca, lasciando che finalmente un urlo di piacere risuonasse all’interno della stanza. Strattonò le catene che la tenevano su, inarcandosi e offrendo in quel modo il suo petto al non-morto, tirando però in quel modo pure la testa all’indietro. L’urlo di piacere fu prolungato, come se avesse avuto un orgasmo, e in effetti era a poco per raggiungerlo. Ma si era trattenuta, non voleva venire subito, non così, solo con la penetrazione, avrebbe fatto capire quanto era diventata perversa. Ma certi segnali del suo corpo, ormai, erano ben conosciuti da Gil. I capezzoli duri e eretti tremavano quanto il corpo della ragazza, mentre il suo sesso si stringeva quasi in modo soffocante intorno al sesso del ragazzo, come se lo stesse spremendo. L’interno di Sona, poi, pulsava oltre ogni limite, così come l’entrata dell’utero di Sona avrebbe stretto l’asta del non-morto. Tutto avrebbe lasciato presagire che Sona sarebbe venuta con solo quello, ma la donna aveva ancora un po’ di resistenza alla perversione. Alla domanda di Gil, Sona avrebbe cercato di rispondere anche se la sua voce era completamente alterata, ora, non era più soave ma solo piena di piacere e desiderio.
    "Tutto… tutto! Mi piace sentirti venire dentro di me, mi piace sentire il tuo grosso cazzo che si spinge così dentro…!"
    Avrebbe abbassato lo sguardo, tornando a guardare negli occhi il giovane non-morto, mostrando quanto gli occhi blu di Sona erano lucidi, assenti, e sopratutto quanto desiderava Gil. Nello sguardo di Sona, poi, vi era una muta richiesta. Quella di farla venire e quella dove chiedeva, esplicitamente, SE poteva venire. Non voleva, Sona, portare dispiacere a Gil venendo prima di lui. Anche se era consapevole che questo aveva un’enorme stamina, lei comunque manteneva quella sua caratteristica speciale, di sottomessa completa, che chiedeva prima di agire.
    Puoi farmi venire? Ti prego, posso venire?
    Chiese, con voce quasi disperata, con le lacrime che ormai non smettevano di scendere. Gil stesso poteva vedere come Sona voleva muoversi, ma ovviamente com’era legata non ci riusciva. Il suo corpo esprimeva quel che non diceva a voce, era ovvio e palese, ma per non recare tristezza non avrebbe mai espresso quel che voleva fare a voce, sopratutto se questo andava contro il desiderio del suo compagno di giochi -Gil-.
     
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    Di Sona, la caratteristica migliore non era la bella formosità del suo corpo. Era sensuale certo, con quei fianchi abbondanti e il seno da urlo che appena balzò in avanti venne afferrato da Gil con entrambe le mani, iniziando a stringerlo e massaggiandolo così energicamente da spingere i capezzoli all'infuori, rendendoli estremamente sensibili. Quelle tette enormi erano invitanti, ma per quanto Gil si divertisse a morderle e tirare i capezzoli con i denti, non era ancora il massimo. Cosa dunque? La sua carne bollente che si stringeva intorno a quel cazzo enorme come se fosse stata intenta a spremerlo? Oh si, anche quello era fantastico, Gil poteva percepire il desiderio perverso di Sona tentare di donargli piacere per riceverne in cambio altrettanto, dalle grandi labbra fino alla parte più profondo dell'utero, tutto di lei desiderava l'estremo piacere che solo Gil poteva donarle. Ma neanche questo era l'aspetto migliore. La risposta era... la sua voce, il suo sguardo, la sua mente sottomessa, totalmente schiava di Gil, dei suoi capricci e del suo cazzo. Sono non si sarebbe concessa neanche un gemito o un sospiro di troppo senza l'approvazione di Gil, e questo lo eccitava da impazzire, perché era esattamente ciò che desiderava dalle sue vittime. Allargò un sorriso perverso mentre stringeva i seni della ragazza e li mordeva in fasi alterne, fissando quegli oceani perversi blu con le sue stille di sangue rosse, facendole capire che stava apprezzando molto il suo comportamento, e l'avrebbe quindi ricompensata.
    Ti farò venire... ma stavolta devi tenerti tutto dentro... devi stringere così tanto la tua figa che non deve uscire neanche un goccia di sperma... se non lo farai dovrò punirti...
    Iniziò a ridacchiare, stringendo e tirando così forte i suoi seni che unendoli riuscì a portare i capezzoli della ragazza estremamente vicini, e spalancando la sua vorace bocca poté azzannare entrambi i capezzoli in una volta sola, leccandoli e tirandoli energicamente per strapparle altri gemiti di piacere, mentre finalmente la sua verga iniziava a pulsare intensamente, ricoperta da densissime e vibranti venature che ne aumentarono di molto le dimensioni. Con la carne di Sona tra i denti, prese a muoversi con decisione, uscendo poco più della metà dalla sua carne per poi piombarle di nuovo dentro l'utero, fino in fondo, andando ben oltre il limite della ragazza al punto che era possibile vedere il suo ventre deformarsi leggermente sotto quelle spinte. Ghignava e ridacchiava divertito con le sue tette tra i denti, perché sapeva benissimo quanto poteva venire in una sola volta e anche con tutta la buona volontà del mondo, Sona non sarebbe mai riuscita a trattenere tutto, era impossibile. Per questo si muoveva, pulsava forte dentro di lei, voleva portarla a quanti più orgasmi di fila spingendo con una mostruosità tale da farle dimenticare anche il suo nome, e solo quando Sona avrebbe iniziato ad invocare il suo nome con fare perverso, allora le avrebbe concesso l'orgasmo. Venne volontariamente prima del previsto, perché semplicemente voleva continuare con lei quel gioco perverso, ma non per questo l'orgasmo fu poco intenso: fortissimo, abbondante, una vera e propria eruzione di piacere dentro di lei, così tanto da deformarle leggermente il ventre e farla traboccare in maniera addirittura rumorosa. Prima di andare avanti però, voleva gustarsi la sua faccia mortificata per non essere riuscita a soddisfare la richiesta fatta da Gil.
     
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    Se il corpo di Sona era morbido, invitante e sensuale, quello di Gil non scherzava; un corpo duro, allenato e prestante. E per quanto fosse giovane, rispetto a Sona, era decisamente più uomo rispetto a molti che lei aveva visto. Questo bastava, alla giovane musicista. La stimolazione che fece al seno, strizzandolo e succhiandolo, attirò l’attenzione di Sona verso il non-morto, guardandolo negli occhi non riuscendo a distoglierlo. La sua richiesta la rese impaziente, impaziente di conoscere la ricompensa in caso ci fosse riuscita e della punizione se non ci fosse riuscita. La curiosità era semplicemente troppa, dunque semplicemente annuì.
    V-va bene, Gil-
    Provò pure a parlare, prima di sentire il suo seno venir preso, avvicinato e poi stimolato insieme. Ovviamente tale cosa la portò inevitabilmente a gemere ad alta voce, incapace di trattenersì. Però, quel che la fece urlare, fu decisamente quando Gil cominciò a muoversi, finalmente, dentro le sue strette, calde e bagnate carni. Neanche poche spinte, la giovane Sona venne, urlando a pieni polmoni, liberandosi di tutto lo stress che aveva accumulato fino a quel punto grazie ai giochi di Gil. Ma non fu l’unico, tra un orgasmo e l’altro vi era quel lasso di tempo che permetteva a Sona di dimenarsi un poco, di deliziare le orecchie di Gil con la sua suoave voce contorta dal piacere. Più volte ribaltò gli occhi all’indietro, inclinando pure la testa, assecondando le scosse di piacere che provava. Lo sentiva perfettamente, strusciare sulle sue pareti bagnate, stimolandola, e allargare l’entrata di quel posto che solo lui, col suo mastodontico cazzo, riusciva a penetrare. Una penetrazione di tale profondità, per Sona, era micidiale, le massacrava la sanità mentale.
    Ancora, ancora, ancora, Gil, di più, più forte!
    Esclamava, ogni volta che raggiungeva l’orgasmo, fino a raggiungere il limite, e esclamare solo il nome del ragazzo. Le vagina della donna sarebbe stata perennemente stretta, grazie agli orgasmi che provava, ma Sona continuava pure a stringere di sua volontà, per quando il ragazzo veniva. Non si era dimenticata il suo ordine, la sua richiesta, mai l’avrebbe fatto. Portò la testa in posizione normale, guardando davanti lei, con la bocca completamente spalancata e la lingua poggiata sul labbro inferiore, con gli occhi completamente assente mentre raggiungeva nuovamente l’orgasmo. Ovviamente la giovane donna cominciò a chiamare con voce esausta ma eccitata il nome di Gil, cercando di convincerlo a venire con la sua voce, e infatti quello accadde. Sona strinse con tutta la forza che le fu possibile, strizzando gli occhi e chiudendo la bocca, stringendo pure i denti. Ma non servì a nulla, il seme del non-morto era semplicemente troppo. Il suo ventre ne fu ben presto pieno, regalando altro enorme piacere alla ragazza, così come la sua vagina era occupata dal cazzo di Gil. Non riuscì a stringere abbastanza, non riuscì a trattenere dentro di lei l'incredibile presenza dello sperma del ragazzo. Terminato l’orgasmo di Gil, guardando negli occhi di Sona, avrebbe visto un’espressione estremamente triste, scontenta di non essere riuscita a eseguire l’ordine di Gil, non tanto perché doveva essere punita ma proprio perché voleva fare quel che il ragazzo le diceva.
    N-non sono riuscita… ci ho provato… Sei venuto tanto.
    La voce di Sona era un mormorio rauco, esausto. Ma, i suoi occhi, esprimevano completamente quel che dovevano esprimere: voglia di essere punirla per non aver ascoltato quel che il ragazzo le aveva detto. Sì, secondo Sona era giusto. Non ci era riuscita, se lo meritava. Però era pure vero che il suo corpo era sveglio da più di un giorno, visto che era “normale” cominciava a sentire quella stanchezza mortale su di lei. Però faceva forza sulla sua forza di volontà, per non svenire. In ogni caso, comunque, Alexy cominciò a dare i primi cenni di risveglio. Almeno, di corpo. L’odore di tutto quel sesso, del cazzo di Gil e dei umori di Sona unito a quello che comunque era il suo calore, che non sarebbe terminato per abbastanza tempo, aveva risvegliato l’eccitazione del suo corpo. Ovviamente, però, la volpina si limitava a fare un sogno estremamente erotico visto che comunque, era ancora molto stanca. Però comunque, il suo sesso cominciò a far presente il suo odore eccito e eccitante per chi l’annusava.
     
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    Ancora una volta, non fu tanto il corpo di Sona a dare grandi soddisfazioni a Gil, ma la sua faccia profondamente dispiaciuta e sottomessa. La carne di Sona si deformava intorno alla sua mazza enorme e pulsante per far fuoriuscire quel caldissimo e denso sperma, il che la portava ad emettere rumori deliziosi e perversi che non facevano altro che eccitare il ragazzo. Ma il volto mortificato di Sona e le sue parole arrese furono davvero un brutto colpo per l'autocontrollo di Gil, la ragazza infatti lo avrebbe sentito pulsare più forte come se quella verga di carne enorme le stesse prendendo a pugni lo stomaco per quanto era dura ed eccitata in quel momento. Ma lui aveva il controllo, lui impartiva le leggi, doveva assolutamente rispettarle e contenersi altrimenti il gioco non avrebbe avuto senso. A malincuore, abbandonò la carne di Sona, poiché doveva punirla, e per questo la lasciò nuovamente vuota e persa in quella bollente intimità, oramai incapace di provare piacere se non con il suo adorato padrone non morto.
    Che peccato... avrei voluto venire dentro questa figa ancora e ancora fino a darti il mio dono, ma evidentemente preferisci la punizione non c'è alcun dubbio... molto bene allora.
    Gil mosse rapidamente le mani per sciogliere le fasce che bloccavano Sona e lasciarla cadere in avanti, stanca com'era e indolenzita per la posizione scomoda probabilmente sarebbe finita faccia a terra, ma prima che questo potesse succedere, Gil la afferrò per le sue adorabili code, costringendola ad appoggiare il prosperoso seno sul tavolino e mettersi in una posizione inginocchiata. Con il sedere all'infuori, Sona creava una perfetta coppa di carne dove Gil poteva appoggiare la sua verga enorme, lasciandola scivolare tra le natiche della ragazza per farle sentire ogni pulsante vena sul suo corpo. Da quella posizione, Sona e Gil potevano vedere chiaramente Alexy intenta a riposarsi sul divano.
    Ho davvero un debole per queste tue code... mi piacciono i tuoi capelli Sona, ma non è il momento dei complimenti. Dovrai redimerti, altrimenti darò il dono che era solo per te a questa ragazza, e ti assicurò che ti renderà molto invidiosa...
    Gil ridacchiò malefico, sapeva che non c'era niente come la gelosia per stuzzicare una donna. Si fece leggermente indietro col bacino, così che la cappella della sua enorme verga potesse appoggiarsi davanti al buchino posteriore di Sona ed entrare di qualche millimetro, per poi fermarsi e limitarsi a pulsare intensamente, facendo crescere il suo desiderio.
    Voglio che ti impali da sola... e ti fai scopare il culo per me... voglio che ti muovi forte, più veloce che puoi. Devi farmi venire prima che la volpina si svegli o dovrò punirti ancora...
    Sarebbe stato davvero difficile per Sona scandire un ritmo sufficientemente stimolante in quelle condizioni, e in fondo Gil sapeva anche questo. Tuttavia voleva osservare fin dove la devozione di quella ragazza potesse spingersi, quindi si limitò a tenerla per la testa dalle sue adorabili code, e la lasciò fare...

    Edited by Hyperion Arcade - 20/2/2017, 12:51
     
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    Sona si intristì parecchio quando Gil uscì da lei, lasciando però il suo seme sgorgare fuori dalla figa della donna. Questo provocò altro piacere alla donna, un piacere strano, che aveva cominciato ad apprezzare proprio grazie a Gil. In ogni caso, appena libera, la giovane Sona sarebbe caduta proprio come aveva detto il ragazzo, visto che di forze lei non ne aveva. Intorno ai polsi aveva dei segni violacei, così come intorno alle gambe, la sua pelle sensibile era oltremodo stanca delle costrizioni che aveva subito. Una volta sul tavolino, avendo cura di poggiare il seno in modo che il seno avesse i capezzoli in avanti e non completamente poggiato sul tavolino, la giovane musicista sentì perfettamente il cazzo di Gil strusciarsi contro di lei, provocandole desiderio. Non le diede nemmeno fastidio che Gil l’avesse presa per i capelli, anzi, sapere che gli piacevano la riempì di gioia. Però, con le sue parole, non avrebbe mosso la gelosia dentro la sua mente ma bensì la curiosità. Tanta, enorme, curiosità. Voleva sapere che dono e sopratutto, se lo sarebbe guadagnato.
    Quale dono?
    Avrebbe chiesto, infatti, prima di gemere appena quando il non-morto si poggiò sul suo buchino, fermandosi senza penetrarlo completamente. La musicista spalancò gli occhi, sentendo solo di poco le parole di Gil, concentrandosi di più sul piacere mancato. Annuì frettolosamente, Sona, facendo entrare lentamente Gil dentro di lei, per sentirlo completamente. Ogni centimetro che il cazzo di Gil conquistava, era un gemito da parte di Sona.
    Mi piace sentire il tuo cazzo dentro di me...
    Mormorò, assorta, una volta che Gil sarebbe stato completamente dentro il suo corpo. Prese immediatamente a muovere il bacino velocemente, strusciando in quel modo il seno sul tavolo, stimolandosi dunque ulteriormente. Il piacere invase la mente di Sona, che sentiva il membro del ragazzo arrivare in profondità dentro il suo corpo. Il suo stesso sedere, inoltre, stringeva con quanta più forza aveva tale cazzo, cercando di spremerlo, di dargli piacere e di stimolarlo sempre più. Le mani di Sona erano poggiate sul tavolino, mentre spingeva con forza il suo bacino dietro di lei e poi avanti, ogni volta sempre più veloce, arrivando però velocemente al limite che poteva raggiungere, visto che comunque il suo corpo non era speciale come quello di Gil. Nel mentre, da Alexy, le cose non cambiarono molto. Era ancora immersa nel mondo dei sogni. Il suo viso si corrucciò in un’espressione confusa e poi arrabbiata, prima di tornare distesa e tranquilla. Ma, insieme a quello, la giovane volpina si mise su un fianco, dando così il viso verso i due, mentre portava le gambe al petto, in una posizione fetale, con la coda bianca che subito dopo andò a coprirle il corpo nudo, fungendo quasi da coperta. Le orecchie della volpe, inoltre, si abbassarono contro la nuca, mentre il viso diventava leggermente arrossato.
    Sono brava, sto facendo la brava?
    Invece, Sona, il viso rosso lo aveva sin dall’inizio. Le labbra diventarono ancora più rosse, mentre si muoveva con estrema velocità, cercando l’approvazione nella voce di Gil, provò pure a raggiungere con gli occhi il viso del ragazzo, così da vedere che effetto aveva su di lui. In ogni caso, comunque, Gil in quel modo si sarebbe trovato davanti la schiena perfetta e rosea di Sona, con le fossette di venere ben in vista, con i muscoli di Sona che si contraevano a ogni movimento volontario e involontario sotto al perfetta pelle.
     
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    Sona sapeva di certo come muoversi per mettere in evidenza quel corpo perfetto. mentre il suo buchino si dilatava intorno a quella mostruosa mazza, le natiche la avvolgevano e la sua schiena perfetta si mostrava in tutta la sua magnificenza, facendo allargare un ghigno perverso e soddisfatto sul volto di Gil. la carne della ragazza che lo avvolgeva gli dava immense soddisfazioni, e nonostante le sue dimensioni Sona non esitò un solo istante, impalandosi completamente ed iniziando a muoversi di sua spontanea iniziativa. I suoi gemiti, i suoi seni gonfi che si sfregavano sul tavolino e i suoi fianchi perversi che ne chiedevano ancora erano uno stimolo irrefrenabile per Gil, che quando la vide cercare il suo sguardo, col volto perso nella perversione, non poté fare a meno di sentirsi tirato in causa. Non voleva stare fermo e basta, non poteva più trattenersi.
    Si... ho un dono speciale per te se mi farai godere come si deve Sona, ma devi meritartelo. Devi resistere nonostante la stanchezza, hai capito? Sei pronta? Guarda che non mi fermerò neanche se mi supplichi poi, questa è una prova che devi superare assolutamente!
    I polsi di Gil si rigirarono rapidamente, fortificando la presa sui suoi capelli come se fossero le redini di uno stallone. La tirò a sé molto forte, così che i loro bacini schioccassero rumorosamente uno contro l'alto, e l'eccitazione di Gil crebbe dentro di lei, dilatandone la corolla di carne e tutto il resto di Sona, facendole sentire quella mazza pulsante direttamente fin dentro lo stomaco. Il ragazzo era vigoroso come non mai quel giorno e Sona poteva percepire la differenza dal loro primo incontro. Sfruttando la presa sui capelli, Gil iniziò a muoversi con grande forza dentro di lei, la sua mazza era diventata rapidamente e norme, si gonfiava e sgonfiava contorcendosi rapidamente come se fosse pronta ad esplodere, un cuore pulsante di pura perversione solo per lei. Prese a scoparla con grande forza, tirandola a sé e soprattutto lo fece molto velocemente, così che Sona non avesse un solo istante di respiro.
    Sei molto brava Sona... ti piace farti scopare il culo dal tuo padrone non è vero? Scommetto che i vibratori che ti ho lasciato non ti davano le stesse soddisfazioni... sei stata tutto il giorno a desiderare un cazzo come questo no? Un cazzo vero, grosso... che potesse darti tutto ciò di cui hai bisogno.
    Continuò a scoparla, forte, pulsando dentro di lei senza mai fermarsi, senza mai smettere di ghignare. Voleva sentirla gridare, venire più e più volte, voleva godere della suo nuovo adorabile giocattolo e farlo impazzire dal piacere.
     
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    Sona si sentiva sempre più distrutta, mentre sentiva l’enorme cazzo di Gil penetrarla, allargandola. Una distruzione però piacevole, estremamente piacevole. Semplicemente l’adorava, adorava Gil, così come quel che le dava, tutto quel che le dava. Il viso di Gil, perfetto, era qualcosa che soddisfa particolarmente la giovane musicista. La voce di Gil riscosse Sona dal suo contemplamento, lo osservò con viso incantato prima di rispondere.
    Sì, sono pronta...
    Comunicò, la giovane donna, con lo sguardo supplicante. Pure la voce, aveva quel tono che attirava, melodico e piacevole. Subito dopo, gemette a voce alta, di dolore e di piacere. Dolore per via dei capelli, piacere per la spinta. Ormai, stava esplorando sempre di più il suo corpo e aveva sperimentato piaceri che solo Gil era in grado di offrirle. Non che avesse avuto altre esperienze. Il ritmo frenetico del rapporto portò Sona a sentire le spinte in tutto il suo corpo, facendola tremare di piacere, gli occhi completamente assenti guardavano adesso il corpo della ragazza addormentata, accompagnando lei stessa i movimenti del non-morto con voracità. Voleva venire, era ingorda del piacere che le offriva.
    Sì, sì! Non ho desiderato però un cazzo qualsiasi… volevo il tuo!
    Esclamò, Sona, con voce rotta dai sospiri e dai gemiti. La carne intorno all’erezione di Gil si strinse con forza, molta forza, mentre la giovane raggiungeva ben presto il limite del piacere che la divideva dall'orgasmo. Sintomi che Gil poteva conoscere perfettamente, in quanto questi erano chiari segnali del corpo di Sona. Un leggero tremolio, il corpo che si contraeva ritmicamente intorno a lui, il calore del suo corpo che aumentava e il leggero colore rossastro che compariva sulla sua pelle.
    Adoro, ti adoro! Non voglio, non voglio giocattoli, voglio sempre, sempre, solo te!
    Anche a questo giro la voce di Sona era interrotta dai gemiti e dalle spinte, ma era più desiderosa che mai nel far conoscere a Gil il suo pensiero riguardo lui. Le mani di Sona andarono a posarsi sul tavolo, poggiandosi sopra di quelle alzando un poco il busto, lasciando che solo i capezzoli toccavano la superficie del tavolo, così da stimolarsi di più. Infondo, era proprio quel che voleva, ricevere più piacere mentre resisteva, mentre aspettava che Gil si riversasse dentro di lei.
     
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    La sentì contorcersi, venire, supplicarlo di averne ancora e di non abbandonarla mai a meri giocattoli. Era persa, persa di lui in un sentimento assai più forte del semplice amore, era persa in una perversione incontrollabile e semplicemente non poteva più farne a meno. Gil allargò un ampio sorriso mentre il suo membro spingeva sempre più forte dentro di lei, allargandosi e pulsando impaziente di venire. Ma Sona stava mantenendo la sua promessa, stava rispettando i patti, quindi Gil doveva assolutamente prestare attenzione alla parola data. Sona meritava il suo premio, ma per darglielo doveva per forza di cose spingerla oltre il limite del piacere.
    Brava Sona... adoro il tuo piacere incondizionato... ti darò il premi oche ti ho promesso, sei pronta?
    Ridacchiò, per poi allargare le natiche della ragazza con le mani senza mai abbandonare la presa dei capelli, in modo che si contorse non solo per il piacere ma anche dalla posizione in cui Gil la stava costringendo, perfetta per tendere ogni suo muscolo e spingerla oltre il piacere. Si mosse così veloce che la carne interna dell'orifizio di Sona prese a deformarsi, seguendo i movimenti del suo cazzo enorme sempre più veloce e fedelmente, rendendo il piacere irresistibile. Quando ogni angolo del culo di Sona sarebbe stato spinto oltre il limite, Gil tirò con forza i capelli di Sona verso di sé, costringendola ad alzarsi in verticale o quasi verso di lui, movimento che fece scivolare fuori dal suo sedere il cazzo di Gil, portandolo invece di fronte alla sua intimità un momento prima dell'orgasmo. il ragazzo spinse quindi tra le grandi labbra di Sona, e nel preciso istante in cui le sue grandi labbra lo avrebbero accolto, eccolo quindi iniziare a venire, spingendo l'eruzione di piacere della sua verga direttamente nel ventre di Sona, andando sempre più a fondo, conquistando il suo utero e riempiendola a dovere, cercando di raggiungerei suoi punti più sensibili, e soprattutto... più fertili...
    Saremo uniti da qualcosa di molto più grande... il miracolo della vita concesso dalla perversione... e potrò spingerti verso un piacere che nessun altro potrebbe darti. Ecco il tuo premio... accoglilo tutto... assapora il mio cazzo mentre viene dentro di te...
    Continuò a riempirla a dovere, stringendola a sé con una mano sui capelli e con l'altra intorno al suo seno, continuando a stringerla con forza fino a che non l'avrebbe riempita del tutto, fino a deformarle leggermente il ventre, per poi lasciarla nuovamente cadere rovinosamente a terra. Se Sona avesse accettato il suo dono, il legame sarebbe stato finalmente suggellato, e un perverso tatuaggio nero intorno al suo collo sarebbe comparso, influenzandole definitivamente con l'energia di Gil.
     
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    Il corpo di Sona per fortuna era ben allenato e flessibile, infatti non provò molto dolore quando dovette inarcarsi innaturalmente, esprimendo a voce alta il suo piacere e il suo dolore. In quel modo, la giovane musicista guardava il soffito, mentre il seno ora sbatteva ripetutamente contro la cassa toracica. Sona non stava pensando molto, in quel momento, voleva semplicemente raggiungere l’apice e venire, voleva far raggiungere l’apice col suo corpo a Gil. Il suo corpo si deformava, si adattava, a quello del ragazzo, designandolo come unico per darle piacere, cercandolo sempre di più.
    S-sono pronta!
    Esclamò, con voce rotta dal piacere, dalla goduria, mentre la sua mente si faceva via via più bianca, più nera, confondendo la giovane musicista di molto. Adorava quella sensazione, adorava quel corpo, adorava Gil. Sona stava raggiungendo velocemente l’orgasmo, stava per venire, e venne in effetti, quando Gil uscì da lei -gemito molto alto insoddisfatto-, per rientrare dentro la sua figa oltremodo bagnata e dipingendo le sue pareti di bianco. L’urlo di piacere di Sona fu molto alto, mentre il corpo le si tendeva, irrigidendosi dal piacere. Si lasciò cadere in avanti, sul tavolino, prima di essere abbandonata del tutto e girarsi, cadendo di nuovo, stavolta sul freddo pavimento, bagnato però dai suoi umori. In quel modo, il suo volto era rivolto verso Gil, con un sorriso felice, perverso, soddisfatto a decorarle il tenero volto. Il dono era più che accettato, da Sona, infatti il marchio si sarebbe presentato senza quasi che Sona se ne accorgesse, troppo persa nel guardare Gil, mentre il seme dentro il suo sesso fluiva fuori. Il silenzio, però, sarebbe stato palese dopo ciò. Sona non era più in grado di continuare, era semplicemente esausta. Provò ad alzarsi, facendo perno sulle sue mani, sembrava quasi sul punto di parlare prima di venir interrotta da una voce chiara. Alexy si era svegliata, gli occhi azzurri della volpe erano fissi sulla coppia, glaciali quasi, ma intorno alla pupilla vi era un velo arancione, timido, che cercava di espandersi.
    Non siete per niente silenziosi, voi due, come faccio a riprendermi se poi mi urlate nelle orecchie?
    La voce di Alexy era parecchio ironica, divertita, quasi perfida mentre si svegliava pacatamente. Le lunghe orecchie si sarebbero mosse quando la giovane parlò di loro, mentre tentava di alzarsi, spostando la coda e mostrando dunque il suo corpo nudo a Gil, Un corpo eccitato, ma il non-morto poteva facilmente capire che la giovane, in quel momento, aveva i nervi a fior di pelle, visto che comunque ogni tanto gli occhi scattavano da una parte all’altra della stanza, per cercare di capire dov’era. L’affermazione di Alexy, però, fece molto imbarazzare Sona, a cui il volto sarebbe stato di colore estremamente rosso, guardando Gil in cerca di supporto, quasi implorante.
     
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    Sona raggiunse facilmente il limite, Gil l'aveva chiaramente sfiancata e questo era un male, dato che il ragazzo aveva a malapena cominciato quella lunga sessione di perversione. Fortunatamente però Alexy si stava finalmente destando, e anche se appariva nervosa come una che era stata rapita (e lo era in effetti), Gil non avrebbe perso il volto sorridente colmo di entusiasmo, accendendo la sua lanterna di una flebile fiamma rossa che sembrava voler esprimere tutta la sua eccitazione.
    Oh ma buongiorno principessa, sembra proprio che tu sia bella sveglia e riposata altroché... sei nervosa? Non vorrai mica scappare, la festa è appena incominciata. Lei è Sona, la mia adorata compagna di giochi e come puoi vedere ci stavamo scaldando. Vuoi già andartene o preferisci unirti alla festa?
    Mentre parlava, Gil sfoggiò la sua enorme verga gonfia e pulsante, sporca di seme e umori femminili, come se volesse lanciare un invito difficilmente fraintendibile ad Alexy. Ancora non si era nemmeno presentata in fondo e non l'avrebbe lasciata andare senza quantomeno qualche informazione su di lei. E ovviamente non esisteva che le permettesse di scappare prima di aver accettato almeno un piccolo "spuntino" tra di loro, anche se l'obbiettivo era chiaramente farla divertire così tanto che non avrebbe più voluto andarsene per nessuna ragione al mondo. In quanto zombie oramai era instancabile e niente poteva mettersi tra lui e il piacere. Come se non bastasse, la sessione con Sona non lo aveva calmato minimamente, anzi lo aveva eccitato ancora di più: la sua mazza era massiccia ed esagerata, dritta come un palo d'acciaio, ricoperta di vene che pulsavano così forti da sembrare vive, perfettamente visibili. La cappella arrossata perdeva ancora qualche stilla di sperma e gli umori che la avvolgevano la facevano sembrare più lucida e appetitosa. Sona aveva avuto solo un assaggio, ma Alexy poteva averne anche di più.
     
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