La tavola (più) calda di Roma

x samurai_girl

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    Minah arrossì quando ricevette il complimento della ragazza, definondola una macchina del godimento, tanto bastò per sentirsi appagata per il momento. Inoltre la scomodità del luogo cominciava a farsi sentire sulla sua schiena e anche Mec sembrava della stessa idea che forse era meglio levare le tende, domandandole cosa si faceva ora.
    Minah si alzò in piedi mentre le rispose, "Beh, se non ti avessi incontrata probabilmente ora sarei in una pista da ballo. Se vuoi puoi accompagnarmi, ci divertiamo o prendiamo solo qualcosa da bere. Oppure... continuò la frase mentre poggiava una mano sul muro dietro a Mec, proprio di fianco al suo viso che cominciò a guardare con occhi seducenti e da molto vicino, "...possiamo continuare la serata in altro modo. Magari fecondoti vedere casa mia. Il salotto. La cucina. La camera da letto", concluse con le ultime quattro parole sussurrate nel suo orecchio mentre allo stesso tempo posò la mano libera proprio sulla vulva di Mec, muovendo tre dita un po' all'interno e solleccitandola lentamente per darle modo di ragionare alle opzioni che Minah le aveva appena dato.
     
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    Minah le stava dando due alternative...la seconda era ovviamente la più allettante. Poi, tanto per aiutarla nel decidere, continuava a solleticarle l'intimità con movimenti esperti delle dita. I loro volti erano vicinissimi, proprio come quelli di due amanti che si scambiano parole dolci.

    Accetto volentieri il tuo invito a casa...però devi mostrami tutto...tutto quello di cui sei capace...voglio che questa sia la notte più perversa della mia vita!

    Detto questo annullò la poca distanza che c'era tra loro e portò le sue labbra contro quelle di Minah dandole un bacio passionale e carico di promesse.

    La carica erotica di quella donna aveva contagiato anche Mec, voleva farsi guidare da lei e scoprire tutti i piaceri più perversi che quella donna poteva darle. Era pronta a tutto.
     
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    Mec era decisamente entusiasta per l'invito di Minah ad andare a casa sua, esprimendolo a parole e con azioni baciandola appassionatamente, talmente poca era la distanza fra i loro volti in quel momento che era scontata una cosa del genere.
    Minah si sentiva ancora carica e vogliosa, un fuoco che sentiva in corpo e che le riscaldava il cuore e la spingeva a lasciarsi trasportare dall'emozione del momento. La sua mente pensava a voler sbrigarsi a mettersi di nuovo i vestiti addosso e andare con la sua nuova conoscente a casa sua, ma il suo corpo si stava trattenendo e continuava a pulsare umori fuori dal suo sesso mentre lo sollecotava con una sua mano, facendo la stessa cosa sul sesso di Mec con l'altra mano.
    Alla fine però riuscì a togliersi dalla piacevole distrazione e si rimise i vestiti sentendoseli un po' scomodi e tendenti ad aderirsi sulla sua pelle a causa del sudore e degli umori che si erano impregnati su di lei; probabilmente era lo stesso anche per Mec.
    Una volta che le due ragazze finirono di sistemarsi, Minah uscì insieme a Mec fuori dal bagno e poi dal locale, ma non prima di aver dato un saluto con l'occhio ammiccante a Marcello che era indaffarato dietro al banco a fare pulizie e che replicò con un sorriso.
    Minah fece strada alla meccanica per accompagnarla fino alla porta d'entrata del condominio dove viveva, tenendole la mano infilata nei suoi pantaloncini e massaggiandole le soffici natiche per cercare di trattenere la sua libido, la sua voglia di possederla, almeno fino a quando non fossero giunte a destinazione.
    Varcato l'ingresso e addentratesi nell'atrio Minah notò che l'ascensore si trovava al pian terreno e pensò bene di usare quello piuttosto che le scale, visto che casa sua si trovava in cima all'edificio. Minah fece accomdare Mec per prima dentro alla cabina dopo averle aperto le porte, per poi seguirla a ruota e selezionare l'ultimo piano. Minah oramai si era fatta un'idea del tempo che l'ascensore avrebbe impiegato per raggiungere il sesto piano, l'ultimo appunto, partendo dal pian terreno e, tenendo a mente questo fatto, le scattò un'idea ancora prima che le porte si chiudesserò davanti a loro. Con un gesto improvvisò e una espressione che mostrava la sua voglia da ninfomane, Minah si voltò di scatto verso Mec e la spinse contro una parete, iniziando a baciarla e far entrare a forza la sua lingua nel palato delle donna, mentre con una mano iniziò a pressarle un seno e con l'altra a infilarla nei suoi pantaloncini, nelle sue mutande bagnate toccarle la sua vulva colante di umori, per poi infilarci tre dita e sollecitarle le pareti vaginali interne. Minah era troppo eccitata per fermarsi, continuando a dirle libidinosamente "ti voglio! voglio il tuo corpo per me! voglio la tua passera per me! volgio tutto di te!". Minah si rendeva conto che nell'ascensore avrebbero avuto una finestra temporale di un minuto o giù di lì prima di raggiungere l'ultimo piano, quindi stava dando il massimo in quello che stava facendo in quel momento.
     
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  4. samurai_girl
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    Mec si rivestì e si lasciò guidare da Minah verso il suo appartamento. Era scomodo e fastidioso indossare i vestiti sulla pelle umida di sudore e umori, ma si consolava sapendo che a breve se li sarebbe di nuovo levati di dosso.
    Arrivati nel palazzo dove abitava la escort entrarno nell'ascensore per salire fino al sesto piano. Appena le porte si chiusero Minah le saltò praticamente addosso, era troppo impaziente di averla di nuovo e anche Mec viveva ogni minuti di attesa come una punizione.
    Le loro bocce si unirono e le loro lingue ripresero a danzare assieme. Le mani della ragazza di colore andarono decise sul seno e tra le gambe di Mec, lei rispose portandole entrambe sul sedere di Minah e iniziando a palparlo con forza.
    L'ascensore saliva spedito ma Mec si ritrovò a pensare a cosa sarebbe successo se un altro inquilino del palazzo lo avesse chiamato. Si sarebbe trovato davanti quella scena sconcia e conturbante. La meccanica aveva perso tutti i suoi fresi e si accorse che quasi ci sperava! Sarebbe stato bello vedere la reazione dello sconosciuto, di sicuro lei e Minah non avevano intenzione di fermarsi, qualsiasi cosa fosse successa.
     
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    Il corpo di Minah ebbe un sussulto e dalla sua bocca uscì un gemito secco quando Mec le afferrò le natiche palpandole e affondandoci le dita come fosse un cuscino.
    Minah provava una forta eccitazione, non solo per i loro corpi avvinghiati l'uno sull'altro, presi a scaldarsi e strusciarsi con i seni che si pressavano e le lingue che danzavano nelle loro bocche, ma anche per il contesto in cui stava accadendo tutto questo. L'idea che quelle porte si potessero aprire da un momento all'altro e che magari qualche residente del condomonio, persone che conosce e che incontra a ogni rinunione o quando esce di casa, era qualcosa che la faceva sentire sporca dentro; una cosa buona secondo lei.
    Quando suonò il campanello e l'ascensore finì la sua corsa aprendo le porte, Minah diede un rapido sguardo con la coda di uno degli occhi, senza fermarsi nel suo atto di passione con la meccanica. Vedendo che la via era libera sfilò le mani dalle zone intime di Mec, leccando e succhiando le dita di quella impegnata a sollecitare la sua passera, facendolo con grande sfoggio di passione e piacere proprio davanti agli occhi della ragazza. Una volta pulite le mani accompagnò Mec verso l'uscio della porta del suo appartamento e frettolosamente infilò le chiavi nella serratura, aprendo così l'ingresso e facendo accomodare Mec spingendola con una mano sul sedere, tastandolo leggermente allo stesso tempo.
    "Fa come se fossi a casa tua" disse Minah alla ragazza mentre richiudeva la porta a chiave dopo essere entrata anche lei. Minah aspettò che Mec si ambientasse, lasciandola esplorare l'ingresso, il soggiorno e la cucina per poi avvicinarsi a lei di soppiato da dietro, prenderle nuovamente una natica con una mano mentre con l'altra mano prese un seno. Appoggiò il suo mento sulla spalla della meccanica per avvicinae le labbra a lobo dell'orecchio e sussurarle "la camera da letto e di là" facendo cenno con la testa per indicare una porta e iniziando a baciarla sul collo e a farle dei succhiotti, mentre con le mani iniziava a massaggiare le sue parti del corpo che erano già nelle sue grinfie.
     
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  6. samurai_girl
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    Mec entrò in un appartamento elegante e ben ordinato, a differenza sua Minah curava l'ambiente domestico e si poteva capire che la ragazza aveva stile e gusto. Probabilmente incontrava molti dei suoi clienti in quella casa e Mec si trovò a chiedersi quanti uomini erano stati li dentro. Si immaginava che Minah avesse fatto sesso in ogni angolo di quell'appartamento e, con un po' di fantasia, quasi poteva vederla nuda e in posizioni erotiche sul divano, sul tavolo della cucina, nella doccia...
    Minah la raggiunse da dietro e iniziò di nuovo a palpeggiarla e baciarla, Mec non poteva più resistere e con movimenti veloci e quasi violenti si tolse di dosso il giubbino, il cappello e il reggiseno. Si aprì anche i gli shorts facendoli così cadere ai suoi piedi.
    Con la ragazza di colore alle spalle si incamminò verso la camera da letto e una volta li si staccò da lei. Con fare sinuoso salì sul materasso e si sdraiò girandosi verso l'amica. Indossava ancora gli stivali, le calze e gli slip, il resto se lo era tolto nel tragitto fino a li.
    Restò per un attimo sdraiata sul letto a guardare Minah che era in piedi di fronte a lei.

    Prendimi tesoro...fammi tua...fammi impazzire...volgio godere come non ho mai goduto...sono certa che tu sai come fare e che sei più brava di 100 uomini messi assieme...

    Mentre parlava si mordicchiava un dito con fare malizioso, era veramente persa per quella tipa, voleva tutto di lei e voleva godere fino in fondo di quell'esperienza sessuale finalmente libera dai fantasmi del suo passato e dai sensi di colpa.
    Minah era tutto quello che lei non era: una donna davvero sicura di se e libera a letto, la invidiava e per questo desiderava che i loro corpi di unissero come se fossero uno solo.
    Mec non aveva molta esperienza con le donne, ma stasera era pronta a tutto, non avrebbe detto di no a nulla.

    Voglio essere tua...voglio fare tutto quello che mi chiederai, senza freni...usami e fammi godere!
     
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    La meccanica fu ben più che lieta di ricevere così tante assuefazioni da parte di Minah, tanto che fu lei ad accompagnarla fino alla camera da letto, mentre si spogliava degli indumenti superiori lungo il tragitto, rimanendo così in topless. Anche Minah fece altrettanto, sebbene lei cominciò dal basso, dalle scarpe per poi proseguire con la mini gonna e il top e poi ancora il reggiseno sotto di esso, rimanendo solo con le calze a rete e le mutandine bianche e ancora umide. La stanza era parzialmente illuminata dalle luci delle città che filtravano dal finestrone sull'altro lato dell'ambiente rispetto alla prota da dove le due ragazze erano entrate. Il letto, matrimoniale, era in ordine e con le coperte tirate verso il fondo per far prendere aria a cuscini e lenzuola.
    Minah non fece niente all'inizio, limitandosi a osservare come la ragazza si fosse gettata sul materasso e posando lo sguardo voglioso sulla escort pregandola di farla sua, di farla impazzire, di farla godere insomma al che Minah non esitò a mettersi in ginocchio davanti al bordo del letto e iniziando a spogliarla degli indumenti che ancora indossava; cominciando dalle scarpe.
    Slacciò il lacci e sfilò le calzature, una per volta e gettandole alle sue spalle, non solo perché sarebbero state molto scomode e forse anche fastidiose una volta che si fosse portata su di lei, ma anche perché non gradiva molto che fossero così pericolosamente vicine alle coperte. Minah ci teneva alla cura del suo corpo così come a quella dell'appartamento in quanto ordinata come personalità, ma in ogni caso non mostrò alcun cenno di fastidio per questa cosa, non volendo certamente rovinare l'atmosfera incalzante del momento.
    Dopo aver fatto con le scarpe, e i calzini insieme ad esse, Minah procedette a risalire il corpo della ragazza sinuosa come un serpente, strusciando lungo le gambe di Mec fino a giungere sul bacino dove interruppe la salita per abbassarle i calzoncini insieme alle mutande che portava sotto. Naturalmente per spogliarla del tutto si dovette rialzare per lasciare che Mec potesse sollevare le gambe così da sfilare gli indumenti appena menzionati, per poi ritornare giù e proseguire con la salita, arrivando faccia a faccia con la meccanica.
    "Vuoi essere mia? Farai tutto quello che ti chiederò?" le domandò davanti ai suoi occhi per osservare la sua reazione, se diceva sul serio o tanto per dire, mentre con la mano iniziò a massaggiarle ancora una volta le sue parti intime.

    Edited by Yalara - 5/2/2017, 00:58
     
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    Minahsi spogliò fino a restare in calze e slip, poi si dedicò al corpo di Mec togliendole gli ultimi indumenti che ancora indossava. Strusciando il suo corpo formoso la escort risalì le gambe, il bacino e il petto delle meccanica fino a trovarsi faccia a faccia con lei e li fece le sua domanda che sembrava un po' come un ultimo avvertimento.

    Mec si sentiva quasi prigioniera in quella posizione, sdraita sul letto sotto il corpo sodo e caldo di Minah. Non aveva vie di scampo ma quella prigionia le piaceva tantissimo. In quella posizione i seni abbondanti e scuri della ragazza pendevano sopra i suoi, i loro capezzoli si sfioravano generando un contatto che dava i brividi a Mec.
    Minah la guardava intensamente negli occhi in attesa di una sua risposta, il tono con cui aveva parlato era serio e il suo sguardo era pronto a cogliere i sentimenti di Mec dietro alle parole.
    Aspettò un attimo prima di rispondere, voleva far capire a Minah che le sue non erano parole avventate dettate dall'eccitazione del momento. La guardò con sguardo serio, determinato, quasi di sfida. Per neanche un attimo staccò gli occhi dai suoi, sarebbe stato un segno di indecisione e insicurezza. Quando fu sicura di aver stabilito un legame visico che trasmettesse tutta la sua determinazione disse:

    Faro tutto quello che mi dirai, sarò come un oggetto di piacere nelle tue mani. Voglio essere tua, fammi quello che vuoi, dimmi quello che vuoi e fammi fare quello che vuoi...devi solo ordinarmelo!

    Parlò con calma, con rilassatezza, come se dicesse una cosa ovvia e scontata.
    Mec era completamente persa negli occhi di Minah, era catturata dalla sua personalità forte e disinibita. Libera dai vincoli del suo passato voleva buttarsi in quell'abisso di piacere che lei poteva offrirle, e voleva farlo quasi a peso morto, sottomettendosi pienamente alla sua volontà ed esperienza.
     
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    Mec sembrava proprio convinta di voler soddisfare le voglie di Minah, di accontentarla in qualunque suo capriccio, di farle passare una notte piena di scintille insomma. Minah non se lo fece ripetere due volte e prese in mano le redini sollevandosi in piedi sopra il materasso per sfilarsi le mutandine, inzuppate di tutto il suo calore e dei suoi umori e gettarle letteralmente addosso al petto di Mec. "La vuoi tutta per te, non è vero?" fece provocante Minah mentre con le mani allargava le labbra vaginali per mostrare tutto il suo sesso alla meccanica, sdraiata lì osservandola sempre più eccitante e fremente di voler cominciare. Minah tornò seduta sopra Mec, ma non prima di aver sollevato la gamba sinistra di lei in modo che potese insinuarsi con la sua sotto così da poter avere la strada libera verso il suo obiettivo: la passera della meccanica.
    Minah non aveva praticamente mai smesso di far bagnare e fremere di piacere l'intimità di Mec con le sue dita quindi entrambi i loro sessi erano pronti quando le si avvicinò con la vulva fino ad aderirsi completamente su quella della meccanica. I loro corpi avevano formato due forbici che si erano incastrate a vicenda e Minah inziò lentamente a muovere il suo bacino per fare attrito sulla calda passera di Mec, gemendo e facendo gemere, arrossando e facendo arrossare. Minah si aggrappò con un braccio attorno alla gamba di Mec, baciandola e leccandone tutto il gusto salato del sudore che aveva accomulato sulla pelle, mentre il movimento sulle loro vulve si faceva sempre più incisivo, sempre più intenso, come intensi diventavano sempre di più le loro urla, respiri e gemiti.
    "Sì! Sì! Ah! Ti piace!? La mia figa ti piace Claudia!? Ti piace come ti stai bagnando!? Oh sì! Sei una meraviglia! La tua passera è una meraviglia! Dovevi fare la troia come me! È vero che sei una troia adesso!? La mia troia!? Sì! Ah! Ah!" Urlò e incitò Mec senza freni e senza peli sulla lingua, voleva portare l'atmosfera della libido al massimo e gridare volgarità come quelle appena dette aiutava. Le mancava poco, davvero molto poco prima che Minah sentisse arrivare il treno dei suoi umori partire dal ventre e uscire dalla sua passera per riversarsi su Mec, era solo una questione di secondi e le grida non facevano che anticipare quanto sarebbe accaduto. "Oddio! Sei fantastica! Sì! Sto per schizzare! Ti schizzo addosso! La vuoi in faccia!? Ti dò tutta la mia acqua in faccia Mec!? La vuoi!? Sì! Sì! Oddio....!"
     
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  10. samurai_girl
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    minah aveva evidentemente preso per buone le sue parole, si era alzata sopra di lei spogliandosi completamente e facendole cadere sul petto gli slip fradici. Mec li prese con una mano e se li portò sul seno e poi fino alla bocca, le leccò e morse come farebbe un cagnolino con il guinzaglio.
    La donna di colore intanto si era posizionata in modo da metere a contatto i loro sessi già ben stimolati, iniziando a sfregarli uno contro l'altro modo paradisiaco. Evidentemnte anche lei stava godendo molto, il suo linguaggio divenne più volgare e Mec fu travolga dall'eccitazione. In passato aveva avuto partner che amavano il turpiloquio durante il sesso, e a volte pure lei lo aveva apprezzato. Sentire quelle parole dette però da un'altra donna era qualcosa di unico che le dava alla testa.

    Si mi stai facendo impazzire, godo come una troia..la tua troia...peggio...sono la troia di una troia!

    mentre urlava muoveva anche lei il bacino per assecondare i movimenti di Minah amplificando il piacere. Gli slip bianchi della escort le caddero di bocca e le sue mani strinsero le lenzuola fino a stropicciarle. L'orgasmo esplose senza preavviso, la sua vagina si bagnò in modo esagerato riversando fuori rivoli di liquindo che bagnarono il bacino di entrambe le donne per poi colare sul letto.

    Anche Minah stava per venire.

    Sì! Lo voglio in faccia, voglio il tuo sapore su di me...schizza in faccia alla tua puttanella ti prego!

    Mec aveva completamente perso la ragione, non si sarebbe riconciuta se si fosse vista da fuori, ma la carica erotica di Minah era come una droga per lei, e ora non ne poteva fare a meno.
     
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    Minah sentiva il calore e la fluidità con cui scorrevano le loro due vulve, l'una sopra l'altra, esternando sempre più liquidi mentre Mec rispondeva a tono ai torpiloqui e alle provocazione della escort. Minah sentiva vampate di calore che le invadevano il viso, ondata dopo ondata, ogni volta che le sue orecchie udivano le zozzerie che la bocca di Mec faceva uscire, definendosi troia, la troia di una troia, urlando e gemendo sempre più forte, finché la meccanica sputò fuori l'ennesimo urlo di godimento e con esso una cascata di umori che dalla passera si riversarono su quella di Minah appena fuori, per poi colare sulle lenzuola formando una macchia sempre più ampia.
    Minah poteva sentire gli odori molto forti che dal basso risalivano tutto il suo corpo e si impermeavano su di lei incentivandola a muoversi più velocemente con il suo bacino finché non cominciò anche lei a sentire il calore che stava per riversarsi fuori.
    Minah aveva sentito e giovato per la preghiera di Mec di schizzare i suoi umori in faccia quando sarebbero giunti e non volle deluderla spostandosi rapidamente sulle sue ginocchia dal bacino di Mec fino a portarsi sopra lo sguardo perso nel piacere della ragazza, con la sua passera perpendicolare a lei e che già stava facendo calare ingenti quantità di liquidi.
    "Ti vengo in faccia Mec! Lo voglio anche io! Sì! Eccolo! Tieni aperta la bocca! Ah! Prendi tutto il mio amore in bocca Mec! Si! Siiì! Vengooo!" gridò senza freni con lo sguardo fisso sulla scena che si stava creando sotto di lei, una scena dove le dita di Minah furiosamente sollecitavano gli interni della sua passera e le labbra all'esterno, riversando una pioggia di caldi e inebrianti liquidi che bagnarono la pelle sul viso e sul collo di Mec ed entrando dentro la sua bocca.
    Minah era al settimo cielo, con i polmoni e il cuore che sembravano scoppiare da un momento all'altro e che la obbligavano ad appoggiarsi con le braccia e la testa sul muro lì vicino al letto, respirando affannosamente mentre osservava sotto di lei come Mec si stesse godendo gli umori appena ricevuti dalla passera della escort, che ancora stava facendo dei movimenti incondizionati a causa dell'eccitazione, aprendo e chiudendo le labbra e facendo colare ancora dei rimasugli di liquidi vaginali sulla ghittoa bocca della meccanica. "Ah...ah...ti...ah...ti piace il sapore?...ah...ah...ne vuoi ancora, vero?"
     
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  12. samurai_girl
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    Minah si portò sopra il suo viso e un secondo dopo le innondò la faccia di umori. Mec aprì la bocca e cercò di ingoiare quanto più potesse di quelle pioggia. Tirò fuori la lingua per aiutarsi e si godette quel rivolo caldo che le colava in faccia e in bocca. Minah tremava sopra di lei per l'intensità dell'orgasmo. Mec portò le mani sulle natiche sode della escort e iniziò a stringergliele con forza mentre quell'indondazione di umori non accennava a fermarsi.

    MMMMMhhhhh..quanto è buono il tuo spore tesoro, dammi tutto, dammi tutto il tuo amore e il tuo sesso.

    la sua voce era impastata dal liquindo che le occupava la bocca, lo deglutiva ma Minah ne aveva sempre dell'altro con cui riempirla. Faceva quasi fatica a respirare ma finalmente l'orgasmo delle escort iniziò a calare di intensità permettendole di godersi quel liquido fino a ingoiarlo tutto.

    Sì, non sono ancora sazia...ma c'è una parte del mio corpo che ha più bisogno di te...il mio culo ha voglia di te...ha voglia di essere scopato da te...e non si accontenta di certo delle tue dita e della tua lingua....

    mentre diceva queste parole incredibilmente volgari per lei sgusciò tra le gambe della ragazza riuscendo a girarsi a pancia sotto. Col ventre poteva sentire la macchia umida prodotta dai suoi umori sulle lenzuola, mentre dala bocca le colavano fuori ancora i liquidi della ragazza che non era riuscita a ingoiare. In quella nuova posizione Minah le stava seduta sulla schiena e il sedere della meccanica era in bella mostra dietro di lei.
     
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    Minah continuava a massaggiarsi la passera e ad osservare come sotto di essa Mec si nutriva di tutto il nettare che fuoriusciva copiosamente, di come teneva ben aperta la bocca e la lingua era fuori per assaporare gli umori della escort con ogni singola pappilla gustativa. Minah era estasiata per aver trovato una ragazza così piena di energie e di calde voglie, seguire il suo istinto che le diceva di avvicinarsi a quella ragazza seduta alla tavola calda è stata la cosa migliore che potesse fare.
    Minah le lasciò spazio per potersi muovere sotto di lei e posizionarsi a pancia di sotto questa volta, in una posa dove sembrava che Minah la stesse cavalcando, cosa che la escort stava apprezzando molto, specie quando Mec la invitò a "scoparle il culo". Minah per tutta risposta allungò un braccio verso un comodino per aprire un cassetto che Mec avrebbe visto occpato da svariati accessori di natura sessuale. Minah ne prese uno in particolare dalla forma chiaramente fallica attaccato a un sistema di cinghie e cinture; non ci voleva un genio a capire che servissero per fissare quel fallo nero al bacino di Minah. Un'altra particolarità di quell'attrezzo era la presenza di un'altra forma fallica posta verso l'interno del sistema delle cinture, più precisamente nell'area dove si sarebbe dovuta posare la vagina di Minah. Un giocattolo sessuale che serviva a dare piacere ad entrambe le ragazze insomma, e che Minah lo mise per un attimo proprio davanti allo sguardo di Mec mentre lei si avvicinava al suo orecchio sussurrandole "il tuo culo ha voglia di questo, non è vero?"
    Indipendentemente dalla risposta di Mec, Minah procedette a montarsi l'attrezzo attorno al suo bacino, avendo molta cura di incastrare il fallo che dà sull'interno dentro la sua passera, provocandole inevitabilmente delle piccole esclamazioni di piacere. Minah cominciò poi ad allargare con le dita le natiche di Mec, mostrandole così il suo piccolo ano. "Vedremo se riusciremo a ficcare questa bestia dentro il tuo buchetto" riferendosi ovviamente all'accesorio che aveva appena indossato, prima di cominciare a mettere un dito indice dentro l'orifizio appena scoperto della Meccanica, lentamente ma insistentemente sempre più a fondo. Minah era vogliosa ma anche esperta e ficcare così a freddo quell'enorme giocattolo nell'ano senza avero prima preaparato a dovere voleva dire far più male che bene. Minah cominciò a muovere avanti e indietro il dito nell'ano di Mec, cercando di capire quanto scorresse bene ad ogni movimento, per poi mettere un secondo dito non appena si fosse sentita pronta, per poi passare a un terzo dito. Si diede da fare anche con il suo arnese, anche quello andava lubrificato e il modo più eccitante per farlo era mettere la seconda mano nella passera bagnata di Mec che si trovava proprio lì davanti, eccitarla, strofinarla, massaggiarla per poi portare la mano intrisa di umori sul dildo e spalmarlo come se fosse crema solare.
    Quando tutto era pronto Minah appoggiò il giocattolo di gomma bagnato sulle natiche di Mec, muovendolo avanti e indietro come se stesse fottendo una passera immaginaria, mentre isitigava Mec con frasi provocatorie. "Sono pronta. Dove lo vuoi? Devi dirmelo chiaramente e forte Mec. Devi dirmi cosa vuoi e dove vuoi che metta quella cosa. Devi dirmelo, o io non lo farò."
     
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  14. samurai_girl
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    Minah sapeva come soddisfare tutte le voglie di Mec, e glilo dimostrò quando estrasse dal cassetto un'attrezzo strano ma inequivocabile. Glielo agitò davanti agli occhi e Mec sorrise per farle capire che era proprio li che voleva arrivare. Con entusiasmo la escort si preparò "indossando" quella cintura, ma prima di mettersi all'opera si dedicò alla preparazione del buchetto di Mec. Mentre la penetrava con uno e poi due dita, la meccanica iniziò a gemere per comunicarle il piacere che provava in quella operazione.
    Era piacevole sentire le dita della ragazza dentro di se, ma Mec voleva di più, era impaziente.

    Si...è proprio quello che voglio...sono sicura che se ti impegni riesci a farcelo stare tutto dentro...

    Mentre lei continuava a stimolarla Mec si morse il labbro con fare malizioso, non vedeva l'ora di entrare nel vivo di quella pratica. Non era nuova al sesso anale, ma non aveva mai nemmeno immaginato di farlo con una donna. Con Minah però sapeva che tutto era possibile e infatti lei non l'aveva delusa.
    Sentì che la ragazza di colore raccoglieva i suoi umori baganti per lubrificare quell'enorme coso di gomma, poi iniziò a strofinarglielo tra le natiche per provocarla. Finalmente il momento era arrivato, Mec si mise a quattro zampee e inarcò la schiena come un felino. Minah voleva sentirselo dire e lei non aspettava altro che urlare la sua voglia.

    Mettimelo nel culo! Mettimelo nel culo ti prego...lo voglio, ne ho bisogno...voglio che mi scopi il culo come solo tu sai fare...ti prego!

    Disse queste parole girando la testa indietro in modo da fissare negli occhi l'amica, voleva dimostrarle che faceva sul serio, aveva veramente una gran voglia di tutto questo!
     
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    Mec la pregava, pregava Minah di metterle il giocattolo nel suo buchino anale che oramai era pronto grazie all'eccitante lavoro fatto dalle dita della escort. Minah non indugiò oltre e mentre con una mano teneva saldo il fondoschiena della ragazza, con l'altra aiutava a psizionare l'estremo del dildo sull'ingresso all'ano di Mec per poi cominciare a spingere con il suo bacino, lentamente.
    Sebbene lubrificato, l'ano di Mec mostrava una certa resistenza e durezza di fronte all'impeto di Minah che non si sentiva affatto scoraggiata, era del tutto normale una cosa del genere. Certamente Mec doveva sentire un certo fastidio se non addirittura dolore, nonostante allo stesso tempo sentisse anche la libido, e Minah godeva tantissimo a sentirla emettere urla di piacere mischiate a grida di sopportazione. "Vuoi che mi fermi?" domandò con un tono chiaramente malevolo perché sapeva bene che Mec a questo punto era assueffata e che come un drogato non poteva fare a meno della sua dose nonostante il male che poteva procurare. Ci siamo quasi! Ecc...olo!" gridò Minah quando sentì che, finalmente, il dildo era entrato tutto dentro l'orifizio di Mec.
    Minah si sentiva in pieno controllo della ragazza in quel momento, come l'aver messo quell'arnese dentro di lei avesse dimostrato che era lei a dettare le regole del gioco e questo le diede una sferzata di goduria e di volontà tali da spingerla a mettersi con tutta se stessa mentre cominciava a muovere il dildo dentro Mec. Spingeva e ritraeva, spingeva e ritraeva, sempre più a fondo, sempre più velocemente mano a mano che sentiva il canale anale della ragazza diventare più liscio. Minah si diede da fare anche con le mani massaggiandole tutto quello che di Mec riusciva a raggiungere, natiche, cosce, schiena, scapole, addomme, la passera che ancora grondava di liquidi umorali, tutto pur di rendere la serata una memoria indimenticabile, anche a parole che Minah riprese a izzare verbalmente la ragazza girdandole contro. "Essere sottomessa da una troia come! Sei il massimo Mec! Ti piace nel culo vero? O preferisci nella fica!? Lo vuoi nella fica dopo? Eh!? Sono meglio di tanti umoni che te lo hanno messo nel culo, dì la verità...quanti cazzi ti hanno spazzolato la fica!?"
     
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