Aftermath

x Hyperion

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    Era stata una lunga notte, Eloy non aveva dormito per niente poiché dovette stare di guardia alla stanza di Niniel e alle sue continue prove di fuga. Era stata molto astuta e furba, ma Eloy conosceva la sua casa in ogni minimo dettaglio e aveva rivestito di metallo ogni angolo della casa, così da poter percepire ogni minimo movimento sospetto in casa sua grazie al suo controllo magnetico. Fortuna che Eloy al momento era fisicamente più forte e veloce della cuginetta perché gli aveva dato filo fa torcere ma alla fine riusciva sempre a riuacciuffarla e richiuderla nella sua stanza. Niniel aveva urlato e urlato più volte, prima pregandolo di lasciarla andare, poi imprecando e insultandolo, alla fine smise di ribellarsi e rimase ferma in camera. Niniel non aveva mai visto suo cugino così serio e crudele come quella notte. Era spietato e impalacabile, non ascoltava le sue parole e le sue suppliche. Le diceva solo che era per il suo bene, che presto avrebbe capito e lo avrebbe ringraziato. Le disse che non voleva più perdere nessuno delle persone che amava e che lei non era in grado di capire il pericolo in cui si stava cacciando. Alla fine Niniel si arrese sperando di trovare un momento più propizio per fuggire. Dopotutto era normale che Eloy avesse la guardia alta i primi tempi, senza contare che era anche molto stanca, quindi decise di riposarsi. Anche se non gli credeva del tutto, Eloy le aveva detto che Alexander stava bene poiché era ancora un problema. Certo non si fidava molto poiché poteva essere una menzogna per tenerla buona, quindi Niniel non riuscì a smettere di preoccuparsi per Alexander. Stava bene? Che gli aveva fatto quella terrificante donna? Iceringer stava bene, lo avevano conciato male ma stava bene. E lei? Cosa doveva fare lei? Si decise infine a parlare con Eloy, gli confessò tutto, gli raccontò quasi tutto, sorvolando sulla pericolosa gestazione che aveva avuto. Gli disse che stava collaborando con Jack, che con lui avevano trovato una soluzione per la zoimina, che lo aveva aiutato a costruire Ultron, e che lui era l'arma che poteva fermare Alexander semmai fosse diventato troppo pericoloso. Gli fece credere che stava seguendo Alexander solo per conoscere ogni dettaglio dei suoi piani, studiandolo per poterlo fermare. Certo non era del tutto una menzogna, ma amava davvero Alexander ed era la cosa che più la faceva soffrire. Amarlo e tradirlo allo stesso tempo per il bene dell'umanità, non era affatto facile, poiché le stava facendo fare tantissimi errori. Aveva cercato perfino di convincere Eloy che dopotutto Alexander voleva solo conquistare l'inferno e lo stesso Eloy la fece riflettere sui mezzi che avrebbe usato. Era terribile ovviamente e non aveva ancora del tutto chiaro come Alexander aveva intenzione di farlo. Corrompere con la zoimina possibili guerrieri forse? Non poteva credere che invece si sarebbe messo a ingravidare ogni donna del pianeta per costruirsi un esercito. Era assurdo, ma Niniel aveva imparato che tutto era possibile, sopratutto con demoni ed entità sovrannaturali. Così pensò di sfruttare anche la sua prigionia per riflettere su cosa doveva fare. Non si mosse dal letto nemmeno quando sentì la porta riaprirsi e vide l'ombra di Eloy avanzare dentro la stanza.
    Fra poco riceverò qui a casa un nuovo agente, mi dispiace ma devo rivestire la tua stanza. fece allargando le braccia mentre sulle pareti, sul pavimento e sul tetto il metallo si piegava e rivestiva la stanza coprendo ogni foro e ogni porta.
    Questo è sequestro di persona lo sai vero? Non è contro la legge una cosa del genere? borbottò infastidita.
    Al momento sono io la legge qui a Roma. le rispose Eloy serio, spavaldo, e sotto sotto anche divertito dalla sua battuta mentre usciva dalla stanza, colpito dall'ennesimo oggetto contundente lanciato da Niniel. Se solo avesse avuto la sua Pandora sarebbe stato uno scherzo da ragazzi uscire da lì. Eloy sospirò stanco, massaggiandosi dolente la spalla una volta richiusa e siggillata la porta. Un pochino gli dispiaceva comportarsi in quel modo con Niniel, ma doveva essere lui quello innamovibile se voleva risolvere quella faccenda. Si preoccupò di preparare il suo studio per ricevere il nuovo agente, un certo Gabriel.
     
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    Una domanda rimbombava nella sua mente in quel momento: perché a casa sua? Questo genere di incontri si fanno sempre in ufficio, sotto l'autorità del corpo di polizia stesso, quasi una cerimonia solenne. Un incontro in villa era decisamente più degno di... un boss mafioso, o un ricco industriale. In spiaggia poi? Decisamente poco professionale. Si piega così facilmente il "monarca d'acciaio"? Questi pensieri Gabriel li avrebbe tenuti per sé ovviamente, ma mentre avanzava verso il portone con la valigia piena dei suoi documenti e vestito nella più elegante delle sue sfaccettature, non poteva fare a meno di domandarsi se aveva fatto la scelta giusta. Forse era proprio per colpa di un capo incompetente che Roma aveva così tanto bisogno di agenti forti e risoluti, e forse l'uomo con il completo bianco, la camicia azzurra e la cravatta rossa era quello che faceva al caso loro. Gabriel si fermò davanti alla porta d'entrata, fermo, eretto, una vera e propria statua: quell'abito ingessato non rendeva giustizia al suo fisico, ma a compensarlo ci avrebbe pensato il suo volto: capigliatura e barba curate, viso limpido, sguardo gelido e fermo senza occhiali o occhiaie, puro e incontaminato come una lastra di vetro appena uscita dal forno. Sapeva di essere atteso, ma suonò comunque il campanello per attirare l'attenzione, aspettando pazientemente l'arrivo di Eloy. Nell'atteso, si ritrovò a pensare che forse era stato troppo frettoloso, che la prima impressione non era tutto e forse quel famoso monarca meritava una possibilità di dimostrarsi quantomeno serio. Non si sarebbe lasciato cogliere dai dubbi e dai pregiudizi, quindi sospirò, tirò il petto all'infuori e con lo sguardo alto attese che la porta si aprisse. Quando se lo sarebbe ritrovato davanti però, la situazione precipitò di nuovo, almeno nella sua testa: pelle olivastra, tipica di chi si abbronza un sacco e lavora poco. Biondo chiaro, probabilmente non naturale, aria da fighetto di strada che non sa neanche cosa significa farsi il culo e che ha avuto un sacco dalla vita senza dare mai niente. I pregiudizi Gabriel... i pregiudizi!
    Gabriel Langdon. Ero atteso, signore.
    Aveva davvero bisogno di dargli una possibilità, ma Eloy non gli stava rendendo assolutamente la vita facile. Magari si sbagliava, magari avrebbe avuto un opinione diversa alla fine del loro incontro, ma mentre fissava quella figura e la contestualizzava in quella villetta l'unica cosa che poteva pensare era quanto forte poteva sbatterlo in una cella per piccolo furti da teppista.
     
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    Fantastico XD

    Il suo uomo era puntuale quanto un orologio svizzero. Suonò all'orario esatto in cui avevano l'appuntamento. Ciò fece segnare sul suo taccuino dei punti in più per il suo nuovo uomo. Quando aprì la porta la prima cosa che gli si piazzò davanti fu il petto ampio del suo collega. Era altissimo e ben piazzato, una figura che attirava subito l'attenzione e ciò lo scoraggiò un pochino per il compito che voleva assegnargli. Non sarebbe stato facile farlo passare inosservato, incuteva timore, sopratutto quella faccia seria e quegli occhi penetranti. Si vedeva chiaramente che lo stava osservando con un leggero disprezzo. Conosceva bene quello sguardo, non era il primo che vedeva da quando aveva avuto il suo ruolo e sicuramente non l'ultimo. Gli sorrise cordialmente e gli fece spazio per entrare.
    Benvenuto signor Langdon, prego si accomodi. lo fece accomodare per poi richiudere la porta alle sue spalle. Gli porse la mano per presentarsi a sua volta, senza perdere ovviamente il suo tipico sorriso solare, che probabilmente avrebbe continuato a far storcere il naso a Gabriel.
    Io sono Eloy Suarez il comandante della difesa. fece, evitando accuratamente di dire "monarca d'acciaio", lo stava già guardando storto, non voleva rendersi antipatico con titoli onorifici di quel tipo. Gli chiese di seguirlo nel suo studio. Una stanza confortevole con il pavimento rivestito di moquette, una ampia scrivania di mogano, con una poltrona ampia di pelle, mentre davanti alla scrivania c'erano due comode sedie dello stesso tipo. Dietro la poltrona appeso al muro c'era uno stemma della famiglia reale con qualche piccolo riconoscimento per le sue piccole missioni compiute da Eloy. In un angolo c'era un tavolino con sopra delle foto di compagni ormai caduti, fra cui Apu, Thestalos e Zaphira una vampira di ghiaccio che era stata ingannata da Vidoq e che ELoy stesso aveva ucciso inconsapevole. C'erano dei piccoli ceri funebri accesi vicini. In un'altro angolo c'era un piccolo frigobar e sulla scrivania c'era già un vassoio con biscotti, tè, caffè e quant'altro per servirsi. Eloy prese posto sulla poltron e invitò Gabriel a prendere posto davanti a lui.
    Deve esserle sembrato strano che io l'abbia ricevuta direttamente in casa mia, invece che farlo in ufficio alla falange. Se l'ho fatto però è per un ottimo motivo che le spiegherò a breve. fece versandosi una tazza di caffè per tenersi sveglio, si preoccupò anche di servire Gabriel chiedendogli cosa avesse preferito. Sulla scrivania vicino ad un telefono vi era un fascicolo che portava il nome di Gabriel.
    Mi hanno detto che ha delle abilità speciali sorprendenti e che il suo operato nell'esercito sia stato impeccabile. Ha una moglie ma non avete ancora avuto figli. Si è sottoposto a degli esperimenti per delle nuove tecnologie avanzate, non ha mai avuto reati di nessun genere... probabilmente nemmeno una multa per il divieto di sosta. Dico bene? sorseggiò il suo caffè, poi si accomodò posando i gomiti sul tavolo per guardare negli occhi l'uomo davanti a lui.
    Come mai ha deciso di entrare nella falange? La sua carriera militaresca sembrava andare bene, ha avuto molti successi, ma invece di far carriera ha pensato di tornare in patria. Posso chiederle il motivo? chiese gentilmente e con un sorriso. In realtà Eloy sospettava qualcosa di strano riguardo a quell'uomo, rinunciare ad una carriera militaresca per entrare in polizia dopo i suoi successi era strano. Forse voleva iniziare a mettere su famiglia? Pensando magari che lavorare con la polizia fosse meno rischioso? Oppure si era interessato a qualcos'altro? Doveva capire che tipo di uomo aveva davanti.
     
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    Come poteva uno degli uomini più potenti e influenti dell'impero dargli una sensazione così sconveniente? Gabriel si sentiva quasi a disagio, quando quello a disagio in realtà doveva essere lui. Fece un passo avanti, meccanico quasi, afferrando la mano del monarca e stringendogliela con decisione. Se non altro aveva una bella presa.
    Il piacere è mio.
    Disse e basta, senza aggiungere altro, seguendolo poi in quel piccolo excursus nella sua abitazione che lo faceva sempre più sentire un pesce fuor d'acqua. aveva indubbiamente sbagliato, doveva seguire l'istinto e arruolarsi a Londra, lì si che c'era gente seria, non ne dubitava minimamente. Quando arrivarono nel suo ufficio, la curiosità prese il sopravvento e Gabriel staccò un attimo gli occhi da quel punto fisso immaginario per concedersi una curiosa occhiata lì intorno. Aveva più stile di quanto volesse far sembrare, c'era eleganza ma soprattutto solennità: decorazioni, riconoscimenti e anche un piccolo altare per i caduti. Il monarca Thestalos era inconfondibile, ma l'identità degli altri era oscura agli occhi di Gabriel. Non volle comunque fare domande, non gli interessava veramente, ciò che voleva erano ben altre risposte. Si avvicinò alla sedia, occupandola con una certa compostezza aprendo la giacca bianca con un solo bottone chiuso, in modo che non sembrasse troppo ingessato. Non rispose alla prima affermazione, non ne sentì il bisogno, si limitò ad alzare la mano destra verso l'offerta del caffè, rifiutandola scuotendo leggermente il capo. Solamente alla seconda affermazione notò che Eloy aveva fatto i compiti e aveva raccolto informazioni. Stava guadagnando rapidamente nuovi punti, questo era un bene.
    Non ci sono grossi meriti nel rispettare le regole, dal mio punto di vista.
    Rispose secco, a tono, sembravano quasi lusinghe quelle, ma in realtà per lui erano state cose di poco conto. Non aveva affrontato il vero pericolo, o meglio, non aveva mai fronteggiato la vera minaccia ed era in quella stanza proprio per quel motivo. Pertanto non esitò a spiegare le sue motivazioni.
    In guerra non ci sono successi Comandante Suarez, ci sono pezzi di metallo sul petto, chi dentro la carne e chi fuori sulla giacca, non c'è molta differenza. Se ho accettato di fare da cavia e sottopormi ad addestramenti speciali è perché voglio proteggere l'Impero dalle minacce al suo interno, non da quelle che potrebbero entrare e che anzi... dal mio punto di vista sono già entrate.
    Il suo tono di voce era calmo, il suo sguardo risoluto, non sembrava voler insinuare nulla dal suo discorso ma sapeva bene quello che stava dicendo, non aveva dubbi.
    La carriera, i riconoscimenti, le belle parole... non fanno per me. Io voglio i fatti, voglio le cose messe nero su bianco, e se togliamo lo sfondo di fantasticherie e belle intenzioni lasciando solo un foglio bianco, quel foglio si macchia così tanto di sangue che a stento riesco a vederci un barlume di luce attraverso. Sono qui per questo. Non è la speranza ad avere bisogno di una possibilità, ma i malfattori che ne hanno avute abbastanza. Non sono qui per andarci leggero, voglio la prima linea e voglio fare la differenza.
    A quel punto rimase in silenzio, tenendo le mani sul ventre con fare ordinato, aspettando un responso da parte di Eloy. Un giudizio.
     
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    Gabriel era un tipo parecchio rigido, lo aveva già intuito dal fatto che gli piaceva molto seguire le regole, oltre al fatto che non aveva mai ricambiato un sorriso di Eloy, facendolo sentire un poco a disagio. Eloy dopotutto era un tipo solare e alla mano, ma Gabriel era così serio che gli veniva parecchio difficile alleggerire l'atmosfera. Sembrava che fosse Gabriel stesso a desiderare che rimanesse quel muro fra di loro di gradi. Gabriel parlò chiaro e conciso, spiegando perché voleva entrare nella falange, a quanto pare aveva capito che se voleva fare qualcosa di concreto la carriera militare non lo avrebbe portato da nessuna parte, confindandolo sempre al suo ruolo di soldato, incanalato sui binari degli ordini da cui non poteva deragliare senza essere sbattuto fuori dall'ordine. Sembrava un tipo acuto e perspicace, di sicuro non aveva i paraocchi e osservava bene ciò che lo circondava. Insomma ancora una volta gli avevano mandato un ottimo candidato. Magari questa volta non rischiava di finire stuprato da chi doveva indagare senza volerlo denunciare. Eloy ghignò soddisfatto dalle risposte dell'uomo, finì di sorseggiare il suo caffè, così da ritrovare un poco di energia dopo la notte insonne.
    Bene, mi ha convinto. Le spiego perché ho deciso di incontrarla qui e non in ufficio. Ho quasi la certezza che alla falange ci sia qualche spia doppiogiochista, qualcuno che conosce le azioni che compiamo alla falange. Ci hanno sempre attaccati in momenti fin troppo propizi, in luoghi inaccessibili per i semplici civili. Abbiamo un nemico nella tana, e sto cercando di scoprire chi possa essere. Ho una lista di sospetti che ti consegnerò e che dovrai tenere per te. Se ti assumo vorrei che lavorassi in incognito, non ti darò una divisa, ma ti procurerò tutto ciò di cui hai bisogno. Per i rapporti, per ogni altra cosa che discuteremo lo faremo qui in questo ufficio e non al quartier generale. Sarai a tutti gli effetti un poliziotto della falange, ma questa informazione è riservata solo a me, all'imperatore Caius e Massimiliano Traesto. si alzò in piedi avvicinandosi al piccolo tavolino, raccogliendo la foto di Zaphira per osservarla e carezzarla con il pollice. Gli occhi di Eloy divennero tristi, mentre la sua mascella si serrò un momento per la rabbia.
    Lei ha un volto sconosciuto, potremo giocare dall'esterno per capire chi sia il traditore. Non le nascondo che sarà rischioso, i nostri nemici sono dotati di poteri molto subdoli e particolari. Se dovessero scoprirla sono sicuro che non esiterebbero ad ucciderla. E' sicuro di volersi esporre ad un rischio simile? gli chiese mentre rimetteva al suo posto la foto per poi voltarsi a guardare negli occhi Gabriel. Eloy non era mai stato così serio e diretto in vita sua. Era determinato, voleva giocare anche lui qualche carta vincente e ce l'aveva seduto davanti alla sua scrivania.
     
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    Si aspettava una spiegazione, e non tardò ad arrivare. Eloy voleva un agente segreto, una spia da usare contro i complottismi che avvenivano sotto il naso del monarca d'acciaio. Accuse forti quelle, ma non aveva esitato ad ammettere che forse c'era qualcosa che non andava proprio sotto il suo controllo, e questi erano altri punti in suo favore. La verità però, era che quella proposta non entusiasmava minimamente Gabriel, principalmente perché lo avrebbe costretto ad agire in incognito, mentre lui avrebbe preferito di gran lunga gettarsi nella mischia. Inoltre le sue abilità erano tutt'altro che utili ad uno scopo di spionaggio, ma poteva comprendere perfettamente la posizione di Eloy. Non era un semplice reclutamento, era una questione di necessità. Eloy dava l'idea di essere uno che aveva perso molto nella sua vita, questo ispirava fiducia in Gabriel.
    Sono il suo uomo.
    No, non lo era, era la persona meno adatta, e il suo desiderio cozzava completamente con l'idea di restare in incognito. Ma se si era unito alla Falange, era perché voleva sanare la sua patria a qualsiasi costo, voleva sistemare i conti non importa a che prezzo o in quale difficoltà, pertanto indipendentemente dal compito lui sarebbe andato fino in fondo.
    Non sono il più adatto per questo compito, ma sono quello che potrà ottenere i migliori risultati, perché lo farò come se fosse il mio ultimo compito. Se ha qui la lista e non vuole che nessuno la controlli, la prego di mostrarmela immediatamente e distruggerla subito dopo. Io la memorizzerò qui e ora.
    Le sue nanomacchine avevano amplificato di molto la sua capacità mentale, in particolare gli avevano conferito una memoria estremamente sviluppata e focalizzandosi a dovere sulle immagini e sulle scritte poteva memorizzarle e associarle a immagini e fotografie. In quel modo non avrebbe lasciato spazio a nessun margine di errore.
    Le faccio solo una domanda... se avessi tutto ciò di cui dispongo per assicurarmi di avere sottomano il colpevole... come dovrei agire? Ha detto che si tratta di persone subdole e calcolatrici, se esitassi per aspettare un mandato d'arresto potrebbe diventare troppo tardi. Quanta libertà d'azione ho in caso dovessi pensare molto velocemente?
    Gabriel era un tipo pragmatico, non gli interessavano le possibilità ma i fatti. Voleva una risposta concreta da Eloy e ad essere sinceri, l'avrebbe accettata anche se il monarca d'acciaio gliela avesse data con rabbia e non con giudizio.
     
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    Gariel gli disse che era il suo uomo, accettò subito il compito senza esitazione. Tuttavia precisò che non era molto adatto, sicuramente perché pensava alla sua abilità altamente difensiva. In effetti sarebbe stato poco utile allo spionaggio, ma non era ciò di cui Eloy aveva bisogno esttamente, i nemici dopotutto avrebbero fatto fuori facilmente qualcuno che non avesse abilità combattive. Gabriel gli chiese poi come avrebbe dovuto agire in caso avesse avuto sottomano i colpevoli. Sembrava aver intuito il suo compito e lo chiese senza tanti giri di parole. Era contento di avere in squadra qualcuno sveglio come quell'uomo. Non era solo tutto muscoli.
    Se riesci ad avere le prove, sei autorizzato anche ad uccidere i traditori. Non devi risparmiarti nei loro confronti, se ti metteranno alle strette puoi agire per danneggiarli il più possibile. Una volta ottenute le prove dei colpevoli non verrai condannato per l'omicidio. Hanno sfruttato e ucciso molti fratelli monarchi sono considerati i più alti traditori della corona. ammise con una fredezza inaspettata perfino da lui stesso. Aveva già pianto i morti e aveva sfogato la sua rabbia, adesso voleva solo toglierli di mezzo. Vendicare la morte dei suoi cari e dei suoi compagni.
    Credo invece che lei sia molto adatto signor Langdon, so che avete una difesa potente e servirà contro i possibili assassini che dovrà affrontare in questa avventura. Le mostro i dettagli. fece tornando alla scrivania tirando fuori da un cassetto i fascicoli sui suoi sospettati. Aprì tre fogli in particolare con delle foto che ritraevano in ordine Vidoq, Thresh e Leben. Vi erano annotate i ruoli di Thresh e Leben e altri indizi su Vidoq. Fece scivolare il foglio su Vidoq davanti all'uomo.
    Il principale indiziato è questo Vidoq, un misterioso uomo che porta la maschera per nascondere la propria identità. E' conosciuto anche come "l'uomo delle lanterne" a causa sua sono morte delle persone che collaboravano con il governo. Il suo potere gli permette di creare delle dimensioni alternative che lui stesso ha chiamato "labirinto" dove blocca il prescelto e lo costringe a combattere seguendo assurde regole. Porta con sé sempre quattro lanterne che emanano un colorito violaceo. Non sappiamo chi sia, ma è ovvio pensare che se nasconde la sua identità è perché è molto più vicino di quanto non voglia far credere. Si è fatto conoscere promettendo patti interessanti in cambio delle loro anime. La cosa strana è che le persone che accettano il patto proposto spariscono. I suoi patti in realtà sono una grossa fregatura. Sono solo degli inganni, una mia amica ingenuamente ha accettato il patto, chiedendo un potere in grado di... si fermò un attimo, sentendo di nuovo la profonda amarezza salirgli su per la gola, la rabbia gli fece premere le dita sul tavolo, mentre gli oggetti di metallo attorno a loro iniziarono a tintinnare, per poi placarsi poco dopo.
    ... in grado di proteggere me. L'ha fasciata completamente in un abito di metallo nascondendo la sua identità e l'ha costretta a combattermi, non sono riuscito a riconoscerla e sono stato costretto a fermarla... per sempre, con le mie stesse mani. Vidoq è il più pericoloso fra tutti perché può arrivare ovunque. gli faceva ancora molto male parlarne, ma dovette raccontarlo per fargli intendere la gravità dell'inganno dei suoi patti. Spostò il foglio con Thresh portandoglielo davanti.
    Quest'uomo è uno zombie, è un professore della Sapienza, fa parte del culto delle lanterne, e anche lui possiede una lanterna magica molto simile a Vidoq. E' stato processato per le similitudini ma le prove lo hanno scagionato, e per la legge al momento risulta innocente. Tuttavia non mi convince, sono sicuro che lui sappia molto di più su queste lanterne magiche ma in qualche modo riesce sempre a girare la frittata in suo favore. Non ha mai fatto nulla di così eclatante da poterlo accusare, gli interrogatori non hanno alcun effetto su di lui. Tuttavia Thresh è in possesso di una Lanterna magica guarda caso come quelle che possiede Vidoq, ed entrambi adorano una divinità che si chiama "Apocrypha". Troppe coincidenze e il fatto che quel professore gode di speciali immunità diplomatiche potrebbe rendergli le cose troppo facili per poter aiutare questo Vidoq. Il potere della sua lanterna gli permette di evocare macchine della tortura, il che la dice lunga su cosa gli piaccia fare. Visto che gode dell'immunità diplomatica non posso indagare ufficialmente su di lui. Così come su questa donna... gli mostrò un foglio con i dati di Leben.
    La preside della sapienza, non si sa molto su di lei, ma a quanto pare è molto intima con il professore e credo che sia stata eletta come preside per la sua abilità con i ragazzi più problematici e con poteri da dover contenere. Anche lei è una zombie come il professore e ultimamente ha avuto un cambio di aspetto radicale che mi ha fatto sospettare che abbia usato i poteri delle lanterne per riuscirci. tornò a poggiarsi con la schiena sulla sedia poggiando le mani sui braccioli della sua poltrona.
    Sei libero di approcciarti come vuoi e di usare i mezzi che ritieni opportuni. Voglio darti piena fiducia e tutto il mio appoggio. Non fidarti di nessuno se le informazioni non provengono da me, o da Traesto potrebbero essere una trappola. Hai domande? concluse attendendo che Gabriel memorizzasse tutte le informazinoi che gli aveva dato.
     
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    Non si aspettava una risposta diversa dal monarca d'acciaio, era più una conferma dei suoi pensieri, anzi sarebbe rimasto deluso del contrario: in caso la situazione fosse propizia, avrebbe potuto tranquillamente passare all'esecuzione degli indiziati senza troppi convenevoli. E non avrebbe esitato un solo istante a farlo, lo promise a sé stesso. Non aggiunse nulla, neanche sulla considerazione a proposito delle sue capacità "difensive", si utili ma non altrettanto versatili per inseguire un nemico, ma anche quella era una sfida per Gabriel, non si sarebbe appellato ad inutili scuse. Inoltre era totalmente concentrato sul suo compito, quindi si staccò dalla poltrona con la schiena per potersi avvicinare ai fascicoli e consultarli con ala dovuta calma. Gabriel prestò la massima attenzione a tutto ciò che uscì dalla bocca di Eloy, senza dimenticare una sola virgola. Osservò il primo indiziato, il famoso "Uomo delle lanterne" che ogni tanto saltava fuori nelle notizie di cronaca più assurda. Eloy riteneva che, portando una maschera, probabilmente era lui la talpa e quel ragionamento non faceva una grinza. I suoi poteri potevano essere fastidiosi per uno come Gabriel, ma a giudicare dall'amareggiato racconto di Eloy poteva ben poco senza colpire il cuore delle persone. E Gabriel era disposto a qualsiasi sacrificio pur di portare avanti il suo stendardo di giustizia. La sua unica preoccupazione andava alla moglie, ma lei era una tipa sveglia e inoltre fintanto che lui restava in incognito, alla sua dolce metà non sarebbe accaduto nulla.
    L'uomo delle Lanterne ha un che di leader aggiungerei, credo dovrebbe essere la nostra massima priorità.
    Ma fintanto che la sua identità restava celata, indubbiamente non potevano puntare direttamente ad un fantasma che manipolava dimensioni artificiali. Ma se Vidocq era misterioso, gli altri due erano decisamente interessanti: due non morti legati alla Sapienza che godevano di una certa "immunità diplomatica". Essendo rientrato a Roma da poco, Gabriel non poteva sapere del grande successo che stava riscuotendo la Sapienza in quel periodo, e le parole di Eloy fecero suonare tutto molto più strano nella sua testa. Loro due avevano sicuramente qualche storia da raccontare, e il primo commento che partì dalla bocca di Gabriel, quasi di getto, una volta terminato il discorso di Eloy, furono le seguenti:
    Un criminale che si nasconde è pericoloso... ma un criminale che non ha bisogno di nascondersi... è alla stregua di un Dio malvagio.
    Alzò lo sguardo, sapeva perfettamente da dove iniziare.
    Mi concentrerò sulla scuola tanto per iniziare e prenderò in esame tutti gli elementi e gli eventi che collegano le lanterne a Roma, e cercare di capire cosa nascondono questi due infallibili non morti. Farò in modo di fare rapporto ogni volta che scopro qualcosa, anche di poco significativo. Se dovesse succedermi qualcosa nel mentre affido a lei il compito di mettere assieme i pezzi.
    Detto questo tornò con la schiena sulla poltrona, era risoluto. Il suo sguardo sembrava voler chiedere "c'è altro?" ma non aggiunse nulla. Avrebbe potuto tranquillamente congedarsi a quel punto se Eloy non aveva altre direttive o raccomandazioni.
     
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    Gabriel fu attento e ascoltò con attenzione tutte le informazioni che Eloy aveva raccolto sui tre personaggi. Sembrava risoluto e anche deciso, stranamente non aveva altre domande. A quanto pare gli premeva di più sapere fin dove poteva spingersi con i nemici. Gli diede un numero privato su cui contattarlo, e si preoccupò di completare i documenti che dopo averglieli fatti firmare archiviò sotto chiave.
    Immagino sia superfluo dirgli di essere prudente. Io al momento non ho altro da dirle, se non ha domande per oggi abbiamo finito. concluse alzandosi in piedi per poi porgere la mano verso l'uomo, così da suggellare con quel gesto la loro "alleanza". Tornò a sorridergli affabile.
    Benvenuto nella Falange detective Langdon. dopo aver stretto la mano all'uomo, lo avrebbe accompagnato verso la porta.
    La inviterei volentieri a pranzo, purtroppo ho altri ospiti da dover ricevere, quindi sono costretto a salutarla. Le invierò a casa le armi di ordinanza se ci sono altre cose di cui ha bisogno ha il mio numero. La ringrazio per la sua discrezione. lo salutò cordialmente attendendo che uscisse dal cancello prima di richiudere la porta e tirare un sospiro di sollievo. Niniel non aveva fatto la matta ed era andato tutto bene. Gabriel Langdon sembrava determinato, sperava che il suo senso di giustizia fosse abbastanza forte da non farsi corrompere. Non lo conosceva ancora, ma era disposto a correre quel rischio. Il suo prossimo ospite arrivava da New Vegas. Non aveva idea del motivo per cui aveva chiesto un incontro con lui. Sapeva che Jack aveva ospitato Alexander e Niniel per tenerli al sicuro dalla umbrella, sicuramente perché in accordi con Alexander. Gli puzzava che volesse "parlare". Eloy dava per scontato che Alexander avesse mandato il suo fidato amico per intercedere e chiedergli in modo pacifico di lasciare andare Niniel? No, impossibile che Alexander sapesse che aveva portato lì Niniel con la forza. Probabilmente volevano assicurarsi che Niniel avesse fatto la sua scelta? Oppure erano andati lì per ricordare chissà quale ricatto a Niniel che doveva tornare? Non aveva importanza, se aveva accettato di vederli era solo per dire loro chiaro e tondo che Niniel non sarebbe più tornata da Alexander. E che ci sarebbe stato lui a proteggerla. Insomma se serviva una dimostrazione di forza non si sarebbe tirato indietro.
     
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    Gabriel non aggiunse altro, si limitò ad alzarsi come al solito in maniera composta, chiudendo di nuovo la giacca con l'unico bottone che aveva davanti e con la stessa risolutezza di prima, strinse la mano ad Eloy per la seconda volta, ma stavolta lo fece in maniera più serena, quasi ammorbidita. Non cercò la prova di forza: Eloy aveva guadagnato la sua fiducia. Si era sbagliato, la prima impressione non significava tutto ed il monarca d'acciaio aveva indubbiamente le sue cicatrici. Col tempo avrebbe imparato a conoscerlo ne era certo, e dopo quell'incontro ne sarebbe stato più che felice.
    Non si preoccupi, sono già sul caso. E comunque non avevo appetito. Avrà presto mie notizie.
    E con la stessa calma con cui era entrato, andò verso l'uscita. Quel caso si prospettava già da subito estremamente complicato, aveva bisogno di tutta la concentrazione possibile per poter andare fino in fondo e soprattutto doveva darsi una mossa per poter capire con chi interagire. Tuttavia, un fastidioso ronzio, simile al borbottare di una persona, gli impediva di pensare lucidamente mentre si accingeva ad aprire il cancello.
    Non posso credere che qui non ci sia un cazzo di Taxi con il frigobar integrato, possibile che devo portarmelo dall'america? Ma che follia è questa?! Gente mi fate passare? Sono nervoso. Dov'è Niniel? Sono impaziente!
    Un tipo decisamente frettoloso finì quasi per scontrarsi contro Gabirel mentre usciva. L'agente lo fissò quasi come se volesse azzannarlo, Jack invece per niente intimorito lo fissò con la sua solita faccia da schiaffi, sembrava quasi volerlo provocare.
    Hey David di Michelangelo mi fai passare? Stai in mezzo. Stai lì a fare la statua o sgusci diventando una tartaruga ninja? Aria!
    Bastò quel poco per far spuntare una grossa vena di rabbia sulla tempia di Gabriel, ma due cose lo fecero desistere dal riempirlo di botte: la prima, che probabilmente si trattava di uno degli ospiti di Eloy e non voleva creare problemi al suo nuovo capo. Secondo, quel tipo non andava in giro da solo. era seguito da due tipi che sembravano le sue guardie del corpo o qualcosa del genere. Una era una ragazzina dai capelli argentati che portava sulla schiena un'ascia più grande di lei. L'altro sembrava un invitato ad una serata di gala, vestito perfino più elegante di lui in abito nero e farfallino rosso. Era enorme e massiccio, ma la cosa più stravagante era la sua faccia: indubbiamente un essere artificiale, dato che sembrava proprio un robot. Meglio non fare troppo casino.
    Tolgo il disturbo.
    Gabriel si sarebbe quindi fatto da parte, senza aggiungere altro. Kaller osservò quella scena portandosi una mano davanti alla faccia, vergognandosi della performance di Jack, mentre invece Ultron si guardava attorno incuriosito, tenendo le dita delle mani intrecciate dietro la schiena, quasi nervoso. Jack sbuffò, sistemandosi la giacca annuendo con il capo come a voler dire "gliene ho dette quattro" e dopo essersi sistemato i capelli approfittò del cancello già aperto per farsi avanti, puntando subito lo sguardo verso Jack.
    Eccolo qui! Il grande monarca d'acciaio! Cavolo che onore, la gente non vive abbastanza per assaporare questi momenti. Ragazzi salutate con un pò di entusiasmo cavolo quest'uomo protegge una nazione intera non so se mi spiego!
    Jack si fiondò prima che Kaller e Ultron potessero parlare, avvicinandosi ad Eloy per potergli stringere la mano. Che lui volesse o no.
    Sappia poi che io sono un grande fan di cuba e di tutti i suoi abitanti, quel fascino sudamericano che è davvero troppo, cioé io non sono donna ma se lo fossi cavolo lei sarebbe tra i miei preferiti. No anzi lo è anche se sono uomo, so riconoscere quando uno è bello è figo, posso starci. Se lo merita.
    Parlava come al solito a sproposito tanto per ubriacare di parole il suo interlocutore.
    E' permesso? Dov'è Niniel? Si è staccata quel terribile ragno di dosso? Una ragazza dolce come lei non dovrebbe starsene con demoni così cattivi. Io sto dalla sua parte, davvero. Le ho anche portato un amico.
    Era impaziente di vederla, andava molto, molto di fretta e questo Eloy lo poteva capire chiaramente. Jack aveva finalmente una possibilità reale di strapparla dalle grinfie di quel demone maledetto e per tutti i congegni di manipolazione mentale lo avrebbe fatto.
     
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    Niniel lo aveva detto che Jack era esuberante, un poco tanto megalomane ma di una intelligenza unica. Si vide arrivare questo famoso Jack in compagnia di altre due figure, una ragazzina pesantemente armata e un cyborg alto due metri vestito elegantissimo, il che lo lasciò parecchio perplesso. Jack si fece subito avanti, allegro e pimpante ubriacandolo di chiacchiere inutili.
    Non sono sudamericano... fece perplesso mentre Jack aveva già afferrato la sua mano senza stare lì a soppesare l'umore di Eloy. Beh di certo era un tipo deciso e che sapeva quello che voleva. Eloy tuttavia non li stava guardando con buon occhio. Perché aveva tutta quella fretta? Eloy non si spostò dall'uscio di casa rimanendo a braccia conserte e guardando accigliato Jack e gli altri.
    Ho acconsentito a ricevervi solo perché Niniel mi ha assicurato che potevo fidarmi, ma vedo che è arrivato con le guardie del corpo ben armate per giunta. Certo forse non dovevo fidarmi di lei, viste le ultime cose che sono successe. fece serio, guardandoli ad uno ad uno. Non aveva alcuna intenzione di far entrare quei tre armati in casa. Non era solo questione di sicurezza, ma anche di educazione, dopotutto erano a casa sua. Aveva praticamente dato il suo personalissimo indirizzo all'uomo concedendogli fiducia, ma non stava ripagando la stessa fiducia e ciò lo deluse profondamente.
    Sorvoliamo i convenevoli e andiamo al dunque: siete qui per conto di Alexander? Volete negoziare il rilascio di Niniel? Vi fermo in partenza, non avete nulla che possa interessarmi per lasciarla andare. Se Alexander rivuole Niniel deve passare sul mio cadavere. fece sciogliendo le braccia e sprigionando il suo campo magnetico giusto per mettere in chiaro che non stava scherzando.
    Niniel riuscì a sentire la voce di Jack dal sottile strato di metallo che copriva la finestra.

    Jack?! Sei tu Jack? si sentì il suono della voce lontana e ovattata di Niniel.
     
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    Eloy cercò di sembrare tagliente agli occhi di Jack, che però gli riservò solo un'espressione di sufficienza. Alzò le mani, fingendosi dispiaciuto e mostrando una faccia vagamente riluttante, come se non fosse affatto d'accordo ma non poteva proprio opporsi. Con un tono di voce quasi cantilenante rispose a tono ad Eloy, tutt'altro che impressionato dalla sua voce grossa e il suo fare risoluto.
    Oh... chiedo scusa. Pensavo che il monarca d'acciaio potesse apprezzare anche le persone fatte di metallo. Mi spiace Ultron, mi sa che non puoi vedere Niniel, le armi devono restare fuori. E portati anche l'ascia di Kaller. Non vorrei che il potente monarca d'acciaio si sentisse minacciato da una lattina, una bambina e il loro affascinante leader supremo...
    Ultron e Kaller si scambiarono uno sguardo confuso, a differenza di Jack loro non avevano preso troppo sul personale le parole di Eloy. Jack però non poteva rifiutare una sfida quando gli veniva proposta, che si trattasse di qualcosa di mentale fino anche solo a delle mere frecciatine. pertanto appena percepì la sua aura energetica espandersi si avvicinò ad Eloy, sfoggiando uno sguardo più risoluto quando si sentì accusare di essere in combutta con Alexander.
    Sia ben chiaro, monarca, che io e quell'insetto abbiamo davvero poco da spartire. E se proprio vuole saperlo ero io quello ad insistere perché Niniel tornasse a casa. Non sono mai stato un grosso fan delle fughe d'amore. Quindi... si rilassi. Siamo qui per parlare e come le ho già detto... per far incontrare a Niniel un caro amico.
    Ultron non riuscì a fare a meno di pensare che evitare di sfidare così apertamente Eloy poteva solo essere meglio, ma Jack non aveva assolutamente intenzione di farsi mettere i piedi in testa, né di strisciare ai piedi di qualcuno che non aveva accettato il suo garbo iniziale. Tuttavia, Jack non allargò nessuna pressione energetica, non sfoggiò nulla che non fosse una faccia tosta e completato quel discorso a stento sussurrato, fece un passo indietro, allargando le braccia e concludendo con un tono più gioviale.
    Oh e per la cronaca, loro non sono guardie del corpo. Pensavo che per i sudafricani la famiglia fosse importante almeno quanto me...
    Tanto per metterlo ancora un pò di più a disagio. Non ebbe bisogno di abbassare le braccia perché in quel preciso istante si sentì la voce di Niniel uscire da una porta che sembrava decisamente chiusa bene.
    E' un'impressione mia o quella che sento è una voce ovattata dal peggior tentativo di camera insonorizzata della storia?
    Jack era un tipo davvero molto sveglio, non Eloy non poteva nascondergli nulla in quel modo, e il suo sguardo sembrava proprio volerlo accusare di star facendo qualcosa di molto sbagliato. Realizzò subito che molto probabilmente Eloy non solo non voleva farla scappare, ma non si fidava più neanche del tutto della sua adorata Niniel. Ma Jack non era lì per ricattarlo, quindi decise di avanzare una controproposta.
    Forse abbiamo iniziato col piede sbagliato. Niniel mi piace e vorrei che questa fosse un'amicizia. Che ne pensa se... ci parlassi io con lo zuccherino sfuggente? Penso di avere ottime argomentazioni per convincerla a non scappare più e tornare sulla retta via dimenticandosi di quel demone. Ammesso che io abbia fatto una brutta impressione, mi permetto di dire che queste argomentazioni potranno essere sicuramente più efficaci di un banale "ti chiudo in casa finché non smetti di fare la cattiva".
    Un offerta difficile da declinare.
     
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    Jack non si scompose minimamente mentre gli altri due non aprirono bocca. A quanto pare l'energumeno altissimo e di metallo era Ultron. Gli tornarono alla mente gli occhi di Niniel quando parlò di lui. Si era immaginato una specie di robottino piccolino e dalla faccina carina, una specie di pupazzetto tenero, non un cyborg che sembrava fatto per uccidere ogni essere vivente sulla faccia della terra. Niniel era intenerita da quel coso? Sul serio? Sua cugina aveva seri problemi di gusti personali. All'inizio Eloy si irritò dalla faccia tosta di Jack.
    Io vi ho invitati a casa mia e voi vi portate armi? Dalle mie parti è considerato molto scortese signor Atlas! E se vuole il mio favore questo è un pessimo metodo per iniziare. affermò per poi essere assalito verbalmente da quella faccia di bronzo, che probabilmente era seriamente di bronzo a giudicare dagli innesti che aveva sulla faccia. Mentre parlava iniziò a capire perché Niniel si trovasse in sintonia con quell'uomo erano praticamente uguali: faccia tosta, senza peli sulla lingua e spesso anche incoscienti del pericolo. Se Eloy fosse stato un tipo serio come Gabriel probabilmente lo avrebbe già pestato, ma c'era qualcosa nel suo modo di fare, nella sua arroganza, qualcosa che fece sorridere Eloy. La sua ultima battuta poi gli fece scappare una mezza risata. In effetti si stava comportando davvero come un padre severo con la sua bambina mettendola in punizione, non poteva negarlo. Sciolse la sua aura magnetica: lo aveva convinto. Forse la rabbia che ci mise quando insinuò che stava in combutta con Alexander, o forse perché aveva davvero tanta fretta per parlare con lei.
    Era da tempo che qualcuno non mi parlava in quel modo. D'accordo, vi lascio vedere Niniel. L'ascia però la voglio qui fuori, nessuno la toccherà non si preoccupi. Seguitemi. Su quello Eloy sarebbe stato inamovibile, se Kaller non lasciava fuori la sua arma non l'avrebbe fatta entrare. Li guidò verso la stanza dove stava Niniel, aprì la porta ma ci trovarono una lastra di metallo a chiudere il passaggio. Eloy ci posò sopra una mano per aprirci un varco piegando il metallo e deformadolo con i suoi poteri.
    Non volevo insonorizzarla, solo renderla una cella sicura. affermò per poi indicare loro con un gesto della mano la via aperta. Prima di farli andare però li fermò ancora una volta.
    Signor Atlas, vorrei fare due chiacchiere con lei in privato, preferisce adesso oppure dopo aver conversato con Niniel? gli chiese sereno.
    Jack, Ultron! la voce di Niniel sembrò piena di speranza, i suoi occhi si illuminarono di gioia, sopratutto quando vide Ultron.
     
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    Jack allargò un ampio e soddisfatto sorriso alle parole di Eloy, e prima di proseguire si voltò verso Ultron che nel mentre aveva già preso l'ascia di Kaller nel dubbio, non privo di una totale confusione dettata dalla situazione. Jack gli tolse dalle mani l'ascia apostrofandola con tono quasi solenne, alludendo al fatto che a quanto pare l'uomo di metallo poteva restare.
    Che fortunello, hanno scelto Barabba!
    Ridacchiò consegnando di nuovo l'ascia a Kaller, facendole cenno di restare lì dove si trovava, meglio tenere qualcuno a guardia in caso quel pazzo di Alexander si fosse fatto vivo sul serio. La ragazzina sbuffò gonfiando il volto, ma non ci pensò neanche a disubbidire. Ultron la salutò con una pacca sulla spalla e seguirono quindi il monarca verso la porta che conteneva la ragazza. La distrusse letteralmente con i suoi poteri e in quel momento Jack si rese conto che la sua cinghia di metallo era davvero troppo vicina ai suoi testicoli. Forse per quel giorno era meglio non provocarlo ulteriormente Eloy, e si diede una grattata per scaramanzia. Prima di procedere però, Eloy espresse il suo desiderio di parlare un attimo in privato con Jack, e proprio mentre l'uomo stava per rispondergli con fare risoluto, Niniel vide in lontananza il suo adorato Ultron che per tutta risposta ricambiò con un'espressione decisamente entusiasta.
    E' un sollievo vederti sana e salva, ho davvero temuto per il tuo bene, mamma.
    L'affermazione spontanea di Ultron fece ricordare quel piccolo dettaglio a Jack e che probabilmente avrebbe stupito non poco anche Eloy. Forse era meglio non farlo scendere troppo nei dettagli del suo rapporto confuso con Ultron.
    Ma sicuro! Anzi facciamolo subito, ho come l'impressione che Ultron sia impaziente di rivedere la sua... beh si insomma è strano.
    Ultron non avrebbe esitato a farsi avanti per raggiungere la stanza di Niniel e unirsi a lei, Jack invece si sarebbe mosso insieme al monarca d'acciaio. Aveva un buon presentimento a proposito di quella richiesta improvvisa, e dato che avevano un ragno nemico in comune sicuramente potevano raggiungere un accordo.
     
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    Sentire la voce di Niniel così smielata fece senso ad Eloy che la guardò arricciando il naso: non aveva mai fatto quella voce con lui. Nemmeno quando si erano ritrovati dopo tanti anni. Ultron si fece avanti e quando Niniel vide l'espressione entusiasta di Ultron le si sciolse il cuore, uccidendo completamente il suo barlume di resistenza quando la chiamò "mamma".
    Ma...mamma?! fece sbarrando gli occhi incredulo Eloy. Se non fosse stato artificiale probabilmente avrebbe pensato che quel demone avesse fatto qualcosa di strano a sua cugina. L'aveva chiamata Mamma! Non si era sbagliato. Lanciò una occhiata esterefatta a Niniel che ricambiò con una piccola scrollata di spalle e una faccia decisamente colpevole. A quanto pare c'erano cose che non gli aveva raccontato. Di sicuro le avrebbe chiesto spiegazioni. Niniel si fiondò subito ad abbracciare Ultron. Adorava sentire il suo corpo metallico, il suo adorato Ultron era lì per lei e ciò la riempì immensamente di gioia. Ad Eloy faceva decisamente senso vedere Niniel, con il suo aspetto minuto da bambina farsi chiamare Mamma da un energumeno come quello. Lei indossava una maglietta nera troppo grande che le scopriva una spalla, e dei shorts un pochino grandi per lei ma che sarebbero stati comodi quando avrebbe preso il suo aspetto adulto. Ed infine un collarino di stoffa e merletti tipico gotico che stonava totalmente con il suo abbigliamento casalingo e a piedi scalzi. Niniel aveva coperto i lividi sul collo per non vederli e non farli vedere ad Eloy. Ogni volta che li vedeva si arrabbiava tantissimo e non la ascoltava più.
    Eloy un poco confuso e perplesso richiuse con il metallo la stanza e poi invitò Jack verso il suo studio, dove ancora c'erano bevande e biscotti per gli ospiti.
    Niniel guardò Ultron felice e lo invitò a sedersi sul letto vicino a lei così da non avere troppa differenza di altezza, anche se in effetti la differenza c'era comunque. La stanza era arredata con ogni comodità: televisione che però giaceva a terra smontata, un letto ampio e comodo, un armadio in legno e vi era anche un'altra piccola stanza con il bagno.

    Come sei elegante, stai benissimo. Sei venuto fino a qui per me? gli chiese un poco emozionata, sorridendogli estasiata. Non riusciva a crederci che Ultron avesse già sentimenti così complessi. Più lo guardava più si rendeva conto della meraviglia che avaveno messo al mondo.
    Avete notizie di Alexander? Sta bene? chiese subito dopo in apprensione. Anche se Eloy le aveva detto che era sfuggito e quindi di sicuro stava benone, aveva un brutto presentimento che non la faceva dormire in pace.
    Intanto una volta preso posto in ufficio come successo dapprima con Gabriel. Eloy si schiarì la voce, portando le braccia sulla scrivania e piegandosi in avanti.

    Niniel mi ha parlato molto di voi, di Alexander e tutto ciò che avete fatto. Posso darti del tu Jack? Puoi chiamarmi tranquillamente Eloy, non sono uno che tiene alle etichette. fece tranquillamente prima di proseguire.
    Parlandone con lei, mi ha fatto capire una cosa fondamentale di lei, cioè te. Ovvero che non segui nessun ideale se non il tuo personalissimo interesse. Immagino che aver accolto Alexander e Niniel per proteggerli ti abbia portato dei vantaggi. Tuttavia se adesso è qui e afferma di non aver mai acconsentito a questo fuga d'amore, significa che è interessato a Niniel... che adesso è mia prigioniera. fece una pausa afferrando un biscotto e riempendosi un'altra tazza di caffè, chiedendo poi a Jack se gradiva anche lui caffè o altro.
    Adesso che sono riuscita a recuperarla, non ho alcuna intenzione di lasciare che Alexander la riprenda con sé. Vedi, non so come diavolo ci sia riuscito, ma Niniel farneticava. Non pensa più lucidamente e si è messa in testa di aiutare questo demone a conquistare l'inferno. Dice che ormai è andata troppo avanti per tornare indietro e insomma chiacchiere inutili di chi è innamorato perso. E questa storia mi puzza parecchio, con quale esercito vuole andare a marciare all'inferno? E' ovvio che Niniel non vuole guardare in faccia la realtà. Però qualcosa in lei sa che sta sbagliando poiché mi ha parlato dell'antidoto della zoimina e di Ultron. Vuole aiutarlo ma allo stesso tempo vuole fermare ogni suo tentativo di fare del male qui sulla terra. Mi sembra un tantino confusa, e io devo farla rinsavire. Però è anche vero che Niniel è la persona più vicina ad Alexander e ai suoi piani. Sarebbe utile sapere in anticipo le mosse di quel demone. Tuttavia se la lascio andare rischio di perderla di nuovo. Verrebbe di nuovo corrotta da quel demone immondo. Lei è la persona più vicina a Niniel e ad Alexander. Quindi mi chiedevo, chi dei due ti interessa di più? Il demone fissato con le conquiste infernali? O la dolce e fin troppo intelligente ragazza con cui ha costruito Ultron? terminò sorseggiando altro caffè, prendendo tempo apposta per sentire anche i commenti di Jack e capire cosa poteva interessargli lì a Roma.
     
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