Loft di Massimiliano Rescinetti

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    Roma è una città ormai sviluppata ed estremamente ricca, ed è difficile definire una periferia o una zona borghese. Salendo verso la zona Nord troviamo delle palazzine estremamente moderne ma non di lusso i cui attici vengono svenduti e con alcuni tocchi di ristrutturazione possono risultare perfetti luoghi per personaggi come Massimiliano. Sfruttando i fondi derivati dai reperti archeologici del Nord Europa, e un minimo di conoscenze, lo studioso è stato capace di mettere le mani su questo loft e arredarlo a dovere. Le misure prevedono uno sviluppo a "L" con un disimpegno di accesso sul lato più lungo: salendo di 6 piani col tipico ascensore/montacarichi si raggiunge questo attico, 5 metri quadrati di ingresso con porta blindata di colore nero metallico, di seguito si accede più o meno al centro del loft che ha una lunghezza totale di 30 metri; la sala principale è divisa dalla cucina all'estremo più lungo da un piano bar completo di luci e sgabellini, due divani di pelle bianco latte che fanno da cornice ad un tavolino ed un megaschermo piatto decisamente costoso. Scendendo verso la parte finale della "L" un separè vetrato con tendine crea un disimpegno nel quale Massimiliano ha abitudine di posizionare i reperti della sua collezione personale, insieme a svariate piante che donano un tocco di atmosfera al mattonato delle mura. La camera da letto si compone di un letto matrimoniale con spalliera classica di metallo, tono retrò e ottocentesca, ma con scomparto nascosto che fa da armadio per il vestiario; a parte da alcune lampade a stecca e di comodini ai lati del letto, solo un grosso specchio verticale compone il resto dell'arredo di questa stanza.
     
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    Massimiliano aveva preso una decisione facile nella sua apparenza ma difficile nella sua essenza: aveva passato una prima serata decisamente rocambolesca nel salvataggio di una ragazza braccata da un'uomo sinistro, ferito e sanguinante era riuscito nell'obbiettivo ma la ragazza necessitava un posto sicuro e delle attenzioni alle ferite che aveva accumulato, la sua casa era in un quartiere abbastanza isolato e dove i vicini non erano interessati a rapporti stretti, essendo un loft anche privato. Erano passate delle ore e qualcosa sfrigolava sul fuoco, probabilmente verdure e carne. Se la ragazza avesse aperto gli occhi si sarebbe ritrovata stesa su un letto a doppia piazza, materasso piacevolmente rigido e coperto morbidissime e paffute, doppio cuscino sotto la nuca, il tutto di un colore vagamente ambrato e di fattura curata e setosa. Escluso il rumore di sottofondo della cucina che le poteva far capire di essere in un'abitazione privata, un dettaglio interessante era il fatto che le ferite che aveva riportato erano state medicate a dovere con una certa precisione, le bende e gli eventuali cerotti finivano sotto i suoi vestiti quindi probabilmente era stata spogliata, medicata e rivestita. A conferma di questo era il piacevole odore di lavanda che aveva sui suoi capi, privi ora di ogni macchia di sangue, alcune lacerazioni c'erano ancora ma quelle più grosse erano state rammendate egregiamente. Un lavoro preciso e pulito fatto da una mano gentile ed elegante. A quel punto un'ombra si sarebbe stagliata sul muro lontano dal letto e poco dopo sarebbe comparso Massimiliano dal corridoio: piedi scalzi sul parquet, pantaloni di seta appartenenti sicuramente ad un pigiama di colore nero ma lucido, varie bende sul petto nudo, sguardo sorpreso e due tazze di liquido caldo fra le mani.
    Oh! ... Ben svegliata. Ti ho portato qualcosa da bere, è un pò caldo quindi fai attenzione...
    Si sarebbe seduto sul bordo del letto accanto a lei, porgendole la tazza. Avrebbe preso dalla sua invece il primo assaggio portandosela alla bocca e gioendo del sollievo. Portava i capelli all'indietro tenuti solo da un laccetto e la ragazza poteva notare come fossero lunghi e lisci. Scendevano sulla sua schiena come acqua.
     
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    Fu come risalire da un mare in tempesta che fino ad un attimo prima ti stava trascinando nell'abisso. Gli incubi provocati dagli incantesimi di quel saggio la tormentarono fino alla fine, facendole spalancare gli occhi di soprassalto. Sembrò quasi voler scendere dal letto al volo, ma le ferite dolevano ancora e non poteva muoversi così rapidamente. Come se non bastasse Massimiliano era davanti all'entrata, pronto ad offrirle oltre che alle dovute cure anche qualcosa di caldo. Zelda non disse nulla, rimanendo con gli occhi sgranati e l'espressione tesa fino alla fine. Afferrò rapidamente la tazza strappandola di mano al biondo, per poi infilarci dentro l'indice della destra, finendo per scottarsi dolorosamente.
    Ahia!
    Uno scontato commento di dolore seguito dallo spalancarsi della bocca della ragazza per poter dare un tiepido rifugio al suo dito dolente. Agli occhi di una persona normale quel gesto poteva sembrare insensato, ma le streghe vivono in un mondo dove inganno e realtà sono decisamente difficili da distinguere. Solamente un forte e improvviso dolore l'avrebbe salvata da una potente illusione del nemico.
    Per fortuna non è un'illusione... sono salva.
    Sospirò rumorosamente, rilassata, lasciando la tazza vicina al letto e crollando di nuovo sui cuscini, poteva smettere di trattenere il respiro. A quel punto girò lo sguardo verso Massimiliano che sicuramente doveva essere spaventato, o quantomeno confuso. Zelda avrebbe ammiccato un sorriso spensierato, cercando di tranquillizzarlo.
    Scusami, solo una precauzione. Non volevo spaventarti, anzi devo ringraziarti... mi hai salvata e non sai nemmeno chi sono. Ti sono debitrice.
    Aiutandosi con le mani si sollevò dal letto mettendosi in una posizione più comoda, seduta piuttosto che sdraiata, dopodiché afferrò di nuovo la tazza, soffiandoci sopra e sorseggiando con più calma il contenuto.
    Mi chiamo Zelda Berringer, pastiera di giorno e persona molto fortunata di notte a quanto pare.
    Completò la frase ridacchiando. Non sembrava a disagio con l'idea di essere stata spogliata, anzi nei suoi occhi c'era solo riconoscenza e se Massimiliano voleva una giusta spiegazione, Zelda avrebbe risposto ad ogni sua domanda. Anche se era una strega, conosceva il significato della parola "riconoscenza".
     
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    Massimiliano rimase con una espressione che mostrava sconcerto e curiosità, inebetita e non troppo sicura di come mostrarsi. Prese un sorso più lungo per poi dare la sua risposta.
    Si, le presentazioni sono un buon punto di inizio. *Avrebbe gesticolato con l'indice della mano destra verso l'alto dando dei colpetti all'aria* Mi chiamo Massimiliano, Massimiliano Rescinetti. ... Max se ti fa più comodo. Questa è casa mia, quello che stai bevendo è semplice brodo di cottura della carne. Rimedio da nonna ma è la cosa più nutriente ed energetica che potevo offrirti senza sapere le tue reali condizioni.
    Massimiliano si prese una pausa giusto per permettere a Zelda di assimilare le prime informazioni.
    ...E siccome hai parlato di illusioni penso che la febbre e gli "spasmi" che avevi mentre ti riposavi siano un effetto delle stesse... Mi sono preoccupato di asciugarti il sudore e pulire i vestiti, oltre a medicarti le ferite. Ehmm.... Sei stata priva di sensi per parecchie ore. Ormai è notte fonda.
    Avrebbe indicato il soffitto della stanza con la mano destra, quindi Zelda avrebbe visto il lucernario con finestroni a piramide che sovrastava la camera da letto di Massimiliano. Stava anche cominciando a piovere. Letto morbido, ambiente caldo e sereno. Quel giorno era davvero fortunata.
    Prima delle domande che vorrei porti, sarei intenzionato ad offrirti la cena ed eventualmente un posto per stare finchè non ti sia ripresa del tutto. Per la prima parte ci vuole ancora...
    Max si sarebbe allungato con lo sguardo nel corridoio, dove vi era un'orologio a pendolo in legno molto decorato con intarsiature fini. Zelda poteva sentirne i movimenti degli ingranaggi con un minimo di attenzione, da questo poteva capire come potesse essere antico.
    ... Una buona ventina di minuti. Quindi godiamoci le tazze di brodo e nel mentre ascoltiamo in che guaio mi sono andato a ficcare mettendo il naso negli affari di un Saggio di Lumen e una strega... Non so neanche di quale precisa fazione o allineamento siccome il termine "strega" è così generico che non mi aiuta affatto...
    Max avrebbe lasciato lo sguardo sospeso nel vuoto, verso il muro. Avrebbe chiuso gli occhi leggermente, cercando di concentrarsi per trovare le parole più adatte, poi si sarebbe rivolto a Zelda con sopracciglio destro alto e sinistro corrugato. Teneva la tazza nella mano sinistra, inarcava le spalle facendo leggermente perno con la mano destra e il braccio steso tenendola sulla coscia, prendendo fiato, per poi allungare la stessa come se stesse "servendo" ciò che stava per dire facendo un movimento largo col braccio e posando la mano sul materasso per rilassare la schiena. Era davvero il tipico gesticolare italiano dove ogni punto ha quel suo tradizionale tocco artistico per essere espresso.
    Cosa è un Saggio di Lumen? Oltre al fatto pubblico di mancare di un pelo lo Stronzolino d'Oro. Cavolo! *Avrebbe scosso la testa per sottolineare la parola* Quel tizio era sinistro forte...
     
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    Massimiliano le spiegò com'era andata dopo il suo svenimento, Zelda si guardò attorno incuriosita, sorseggiando quella brodaglia non proprio gustosa ma che sicuramente non poteva rifiutare. Si era fatto buio oltretutto, e dulcis in fundo stava anche per piovere, quindi quel letto comodo era diventato unicamente l'unica opzione possibile per una tipa comoda come Zelda. Massimiliano le stava anche offrendo la cena quindi la decisione era già presa, un sorriso spontaneo le spuntò sulle labbra quasi inconsciamente, quella sera era stata davvero fortunata. Si limitò ad annuire di fronte all'invito del ragazzo, senza interromperlo, facendogli capire che era più che felice di fermarsi lì per quella sera. Continuò a sorseggiare il brodo prima di sentire tutti i commenti del ragazzo che la divertirono e per poco non le fecero traboccare la tazza per la leggera risata che le aveva provocato.
    Sinistro non è proprio il termine che usiamo per loro, ma non posso che essere d'accordo.
    Delicatamente portò la tazza verso il mobile più vicino a li, tenendosi il fianco dolente senza fare espressioni troppo esplicite, non voleva abusare della gentilezza del ragazzo. Scivolò un pò verso di lui prima di rimettersi sul cuscino, cercando di riposare il corpo il più possibile.
    Purtroppo la situazione è molto più banale di quello che sembra. Faccio parte di un clan molto riservato di Streghe, con Streghe non intendo delle ragazze che si incontrano ai pigiama party, oppure una di quelle manipolatrici che controlla il governo. Noi siamo delle tipiche streghe col cappello ampio, il calderone e molti incantesimi da fare. Evochiamo demoni, raccogliamo manufatti magici, cose così.
    A differenza di Max, lei non gesticolava molto, non era Romana dopotutto e più che altro si affidava ad un tono di voce calmo e pacato. Non stava rivelando nessuna informazione riservata dopotutto, e quel ragazzo meritava di conoscere la verità.
    Tuttavia, dato che prendiamo i nostri poteri dalle tenebre, ci sono i dovuti oppositori: i Saggi di Lumen ritengono che l'oscurità debba rimanere confinata all'inferno, e che noi streghe di Umbra che ne facciamo uso meritiamo solo di essere giustiziate a dovere. Un gruppo di fanatici... molto potenti certo, ma sono solo degli esaltati. Stasera dovevo fare un lavoro per la nostra strega superiore, ma il saggio mi pedinava già da un pò e mi ha preso in contropiede. Ho fatto un'evocazione frettolosa e lui me l'ha rubata e mi sono ritrovata nei guai.
    Afferrò poi rapidamente la tazza, usandola per nascondere un sorrisetto contento e serafico, abbassando anche lo sguardo. Non era imbarazzata, ma non era abituata a ringraziare qualcuno.
    Ma fortunatamente una cavaliere nero è riuscito a salvarmi giusto in tempo. E io che non ho mai creduto alla favole...
     
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    Max ascoltava in maniera calma Zelda, sorseggiando fra una pausa e l'altra il brodo. Effettivamente il discorso era chiaro: due gruppi non si piacciono per le rispettive credenze ed abitudini e hanno relazioni contrastanti. Stava per collegare queste rivelazioni alle proprie opinioni quando Zelda ebbe un comportamento non solo elegante ma anche piacevolmente solare. Non si trattenne dallo sfoggiare un sorriso sincero portando poi la tazza alla bocca con tutte e due le mani socchiudendo gli occhi similmente ad un gatto sornione.
    Le favole hanno sempre un fondo di verità... Non che un cavaliere nero vada in giro a salvare principesse, ma errando può capitare di tanto in tanto.
    Aveva un tono scherzoso, stando un pò al gioco della ragazza sulle definizioni, ma Zelda poteva notare come un'orecchio si fosse rizzato quando il discorso era finito sulle attività delle Streghe di Umbra, sopratutto riguardo agli oggetti magici.
    Anche se "nero" o "oscuro" non è proprio un modo che uso per definire le cose... Questi Saggi avranno anche le loro ragioni e convinzioni, ma anche volendo scegliere serve sempre qualcuno di esperto in certi campi se si vogliono conoscere alcuni segreti.
    Avrebbe lasciato lo sguardo correre in quello di Zelda tenendo la tazza bassa fra le mani e i gomiti poggiati sulle cosce.
    Ok, i demoni o gli angeli sono due bei gruppi di estremisti dai nomi eclettici e sfarzosi e giocherellarci insieme non è proprio il più sano degli hobby, ma se facciamo l'elenco di tutto ciò che potrebbe scatenare l'Armageddon, non per minimizzare i vostri scontri sia chiaro, possiamo attestarvi fra un'invasione aliena e il crollo della finanza mondiale. Purtroppo l'epidemia zombie è una delle mie preferite, ma non raggiunge il podio neanche quella...
    Max ha un punto di vista molto pratico sulle faccende generali, ma Zelda non sapendo del suo background da archeologo e studioso non poteva immaginare quanto profonda fosse sia la sua indignazione verso i gruppi oppressivi alla conoscenza al pari della sua neutralità riguardo a chi o cosa fosse davvero pericoloso nella vita.
    Ma così su due piedi mi sento di dire che ho fatto bene ad aiutarti. Quindi principessa, questo cavaliere nero accetta i suoi ringraziamenti con piacere, fin tanto che sono accompagnati da quel sorriso elegante che indossa il suo bel viso.
     
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    Massimiliano volle mettere le cose in chiaro. Inizialmente Zelda temette un giudizio più che contaminato da un'etica che lei non condivideva, ma Max si rivelò ben più forbito di quello che si potesse immaginare, era molto intelligente e pur non conoscendo la sua storia Zelda realizzò che aveva molta storia alle sue spalle, non le serviva altro per poter contare sulla sua fiducia. Continuò a sorridere anche dopo la conclusione di quella convincente arringa, portando sul mobile la tazza di brodo oramai quasi del tutto vuota. Si sentiva ancora immensamente in debito con lui e voleva ricambiare il favore, tuttavia in quelle condizioni non poteva fare granché. Quindi approfittò del loro momento di conoscenza per incuriosirlo e allo stesso tempo magari riuscire a recuperare le sue forze. Cosa che poteva essere vantaggiosa per entrambi.
    Non farti un'idea strana Max, non sono il genere di strega che oscurerebbe i cieli per vedere il mondo bruciare, anzi nessuna di noi lo è. Però visto che mi hai salvato sono disposta a condividere con te uno dei miei segreti, in cambio ti chiedo solo una cosa.
    Completò quel discorso sollevando l'indice della mano destra, portandolo vicino al suo sguardo. Voleva una cosa sola.
    Cioccolata. Una barretta, una merendina, una fetta di torta, anche del latte al cacao va benissimo. Ne basta poca e potrò mostrarti una delle mie magie e ricompensarti a dovere.
    Concluse il discorso con un occhiolino molto malizioso, poi portò entrambe le mani sul ventre aspettando una risposta. Con una buona quantità di cioccolata poteva rigenerare velocemente le sue ferite e tornare in forze, quel trucchetto le sarebbe costato caro se le sue consorelle l'avessero scoperta, ma Max era stato sincero e altruista con lei, doveva sdebitarsi.
     
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    Cioccolata?
    Max era rimasto sorpreso dalla richiesta. Alzò le spalle chiudendo gli occhi, comunque accettando di buon grado la peculiare missione. Avrebbe recuperato la tazza di Zelda e si sarebbe allontanato dalla stanza percorrendo il corridoio. Zelda ne poteva seguire i passi con l'udito: scricchiolii di parquet, rumore di stoviglie, dell'acqua che scorre in un lavandino e poi viene chiusa, frigo che si apre e si chiude, Max che rovista in qualche dispensa e poi altri scricchiolii in segno di ritorno. L'uomo biondo tornò con un vassoio nella mano destra con sopra metà Sacher, nell'altra alcune barrette di cioccolata sia fondente che bianca, di quelle a blocchetti molto spessi e grossi, da circa 250 grammi.
    Bhè, il macrobiotico non è il mio forte, di solito tv e schifezze nel weekend è un programma abbastanza comune quando sono a casa. Serviti pure!
    Avrebbe posto sul comodino accanto a lei le due opzioni, vi era un coltello ed una forchetta sul vassoio quindi poteva prenderne quanta ne voleva. Max sembrava intenzionato ad assaggiare la cioccolata bianca ma avrebbe aspettato che la sua ospite saziasse per prima i suoi bisogni. Sorrideva e si sarebbe messo al bordo del letto più vicino al comodino, più o meno all'altezza del ventre di Zelda contandola stesa sul letto. Avrebbe incrociato le gambe una sull'altra e posato le mani dietro la schiena tenendo le braccia tese per rimanere eretto.
     
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    Zelda pazientò silenziosamente, tenendo l'estremità più alta della coperta vicino al proprio ventre con le mani. Lo sentì cercare non poco in giro, aveva preso molto a cuore la richiesta della ragazza e sarebbe stato ben ricompensato per la sua gentilezza. Quando tornò sfoggiando quelle prelibatezze avrebbe visto sul volto di Zelda un'espressione differente, non più la silenziosa malizia di un sorriso ma l'espressione sognatrice di una bambina che vede il fiocco più bello del mondo su un pacco regalo solo per lei. Aveva gli occhi sgranati e illuminati da una golosità unica, la punta della lingua scivolò lentamente fuori dalle labbra, leccandole senza fretta pregustando già quella cioccolata che sembrava decisamente appetitosa. Strinse le mani al petto come un segno di preghiera, ringraziandolo senza staccare gli occhi dal suo obbiettivo principale.
    Grazie mille, è più che sufficiente! Lascia che ti mostri!
    Zelda sembrò afferrare le posate ma per una come lei anche magiare diventa un'arte. Afferrò la barretta di cioccolato fondente, spezzandola di lungo in modo da ricavarne una sorta di "asta". Non utilizzò la forchetta ma sfruttò il pezzo di barretta al cioccolato come cucchiaio per portarsi un pezzo di sacher alla bocca. Quando il cioccolato raggiunse le sue papille gustative l'espressione della ragazza mutò ancora, trasmettendo a Max una beatitudine unica, sembrava quasi che stesse godendo semplicemente nel gustare quella golosità. Ogni pezzo di torta portato alla bocca era un morso alla barretta-cucchiaio, che quindi esaltava i sapori e li mescolava non lasciando nulla allo sterile metallo. Come ultimo peccato di gola, Zelda si leccò le labbra sporche di cioccolata tenendo un occhio chiuso verso Max, come a voler prolungare l'occhiolino di prima, dopodiché si scoprì dal grosso delle coperte, preparandosi a mostrargli uno dei sui trucchi.
    Ora sta a vedere...
    Portò le mani sul suo vestito, all'altezza dei seni, aprendolo in verticale ma lasciando coperti i capezzoli. Le fasciature si sciolsero lentamente, le ferite sotto di esse stavano guarendo a velocità impressionante,come se il tempo stesse accelerando sempre più velocemente. Perfino l'espressione di Zelda passò da afflitta a piena d'energia, più vigorosa che mai. Un semplice assaggio di cioccolata era sufficiente a farla rinsavire: in pochi istanti era guarita del tutto, come nuova.
    La mia affinità è con la cioccolata. Mangiandone anche poca posso ripristinare le mie forze e riprendermi completamente, può perfino sostituire il sonno e la necessità di mangiare. La mia vita dipende letteralmente dalla cioccolata.
    Gli spiegò il suo potere, mantenendo un sorrisetto malizioso e soprattutto on richiuse il suo vestito, come a voler rimanere volutamente in parte nuda, come se volesse farsi ammirare. Doveva capire se Max gradiva lo spettacolo ,e se era il caso di ringraziarlo a modo suo.
     
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    Tutto aveva un senso ora. Un singolare potere per una singolare strega che sapeva peccare non solo di gola ma anche di giustificato orgoglio. Di base un tipo come Massimiliano avrebbe esordito con una battuta sulla linea di "Svizzeri... Non ti danno mai le istruzioni su come funziona la roba che producono...", ma in questo peculiare caso mantenne un certo contegno: avrebbe osservato con piacere le molteplici espressioni della ragazza, la stava registrando nella sua mente dandole valore sia per i modi così personali sia per l'estrema eleganza con cui sapeva dimostrare il suo piacere nell'affogare i propri sensi nel prodotto ricercato. Era un piccolo mondo spigliato che si stava aprendo davanti a lui, uno show privato che rappresentava egregiamente la difficoltà per goderlo. Rimase in silenzio sorridendo e Zelda poteva notare come la sua struttura e i dettagli del suo corpo venivano rapiti con avidità dagli occhi azzurri di Massimiliano. Avidità e curiosità in egual misura, un desiderio quasi primitivo di conoscenza e partecipazione. Dopo l'ultima affermazione della ragazza l'uomo non proferì parola ma rimase con lo sguardo in quello di Zelda, alzandosi dal letto si sarebbe avvicinato alla cioccolata rimasta dalla quale era stato ricavato il cucchiaio per tagliarne un mezzo cubetto, abbastanza da poterlo tenere fra due dita e contenuto da poter essere mangiato come un cioccolatino da caffè. In confronto a quella ingurgitata dalla ragazza era decisamente poca ma lei poteva subito capire cosa aveva in mente l'uomo: sedendosi vicino a lei al bordo del letto erano decisamente più a "contatto" e nel completo silenzio rotto solo dallo scrosciare della pioggia sui vetri Max avrebbe usato solo l'indice e il pollice della mano destra per porgergli l'assaggio, a portata della bocca le sarebbe bastato semplicemente accogliere il "pacchetto" rubandolo alle sue dita, mentre la mano sinistra era sotto al suo mento ad accompagnare il dolce dono. Era un gesto elegante e per nulla forzato o altezzoso, anzi quasi giocoso come l'atteggiamento della strega. Sembrava che Massimiliano avesse preso gusto nell'idea di partecipare a quel piccolo show culinario e magico, e anche "saggiare" che gusti avesse Zelda in certe situazioni.
     
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    Il silenzio di Massimiliano valse più di migliaia di parole. Il suo sguardo diceva tutto: curioso, intrigato, Zelda era riuscita a conquistare la sua attenzione e sperava anche di dimostrargli la sua gratitudine. Non si scansò né diede cenno di disapprovazione quando il ragazzo si posizionò di fianco a lei, risultando anche piuttosto entusiasta di quel contatto fisico. Ancora nessuna parola, solo sguardi e sorrisi maliziosi. Zelda si lasciò trasportare dalle sue dita, sollevando leggermente il mento mentre la cioccolata offertale da Massimiliano lentamente arrivava verso le sue labbra. la ragazza non disse nulla a sua volta, si limitò a tenere gli occhi puntati su di lui ed a spalancare la bocca, avvicinandosi leggermente per non perdere neanche un pezzetto di cioccolata. Volutamente, le sue labbra scivolarono morbide sulle dita del ragazzo, come a volerlo provocare, mentre poteva gustarsi altra cioccolata sulla sua lingua, facendogli sentire il proprio respiro che si faceva più caldo seguendo quel gusto prelibato. Era davvero golosa, non poteva farci niente. Si gustò quel pezzetto molto lentamente, ritrovandosi però tra le mani l'arto usto dal ragazzo per imboccarla. A quanto pare anche lui aveva piuttosto caldo, visto che un pò di cioccolato si era sciolto tra i suoi polpastrelli: senza esitare la strega tirò fuori la lingua dalla bocca, leccando la punta delle sue dita fino a portarle tra le sue labbra, succhiandole avidamente senza esagerare né col tempo né con la saliva, un fugace assaggio che venne concluso con un sorriso assai più malizioso degli altri. Le mani che prima trattenevano il polso di Max finirono sul suo petto, accarezzandolo lentamente.
    Max ti devo la vita, forse anche di più... voglio dimostrarti che non ti sono solo riconoscente, ma che mi piaci anche un sacco...
    Maledettamente onesta come sempre, Zelda non esitava mai a tirare fuori i suoi desideri e le sue emozioni, le condivise col ragazzo senza esitare, poi iniziò a socchiudere gli occhi, cercando di avvicinarsi il più possibile alle sue labbra. Se Massimiliano non si fosse tirato indietro avrebbe assaggiato le labbra di Zelda e la sua lingua. La pelle, la carne, la saliva stessa, tutto di lei sembrava un dolce, zuccherino e piacevole da assaggiare. Se fosse stato sufficientemente audace da farsi guidare, Zelda avrebbe preso le sue mani, invitandolo a toccarla a sua volta, così che finalmente anche lui potesse assaggiare il corpo della strega. Era sua ora, non doveva fare altro che gustarsela.
     
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    Massimiliano sentì chiari brividi corrergli la schiena, brividi piacevoli scatenati dalla manifestazione della golosità della ragazza che aveva di fronte. Non si trattava solo di saggiare un pasto, si trattava di fare del gusto una ragione di vita e di tramutarla in altra forma per scatenare energia e calore. L'uomo non poteva negare quanto l'audacia di Zelda lo avesse colpito per la sua dolcezza, dolcezza che avrebbe ritrovato in quelle labbra succose che incontrarono le sue pochi attimi dopo. Un sorriso gli era scappato per la schiettezza della ragazza, si sentiva quasi lusingato, ma essere inebriato da quel sapore di dolce lo aveva colto piacevolmente in contropiede. Quelle labbra così morbide e quel respiro caldo venivano "condite" da un gusto lungi dall'essere esagerato o sturbante come un'eccesso di zucchero; derivavano dai suoi poteri ed era chiaro come l'affinità con la cioccolata fosse davvero assoluta ma c'era qualcosa di più in fondo a quella sensazione: soddisfazione. Il sapore della saliva bollente che ora si mischiava alla sua non era solo l'assaggio di un dolce molto buono, era come se la sensorialità del gusto venisse ipnotizzata e illusa del sapore più buono e desiderato che si potesse avere. Sentiva quel bacio quasi violento per come si appropriava della sua psiche e delle sue attenzioni, ed era piacevolissimo. Dopotutto era una strega? No, nella mente di Max era chiaro come qualsiasi incantesimo necessiti della persona adatta per essere officiato e Zelda lo era: rendeva partecipe della decisione di perdersi nel suo ritmo e ora le sue mani venivano portate su quella pelle così morbida e setosa, incatenando qualsiasi freno a un recesso remoto della volontà porgendo il miele più prelibato a portata di presa. La verità è che Massimiliano tremò un'istante di eccitazione, e si lasciò sfuggire un bacio decisamente più profondo mentre le mani non resistettero a cingere il seno di Zelda portandolo allo scoperto dai vestiti: la lingua avrebbe cercato quella della ragazza che si sarebbe resa conto di come l'uomo di fronte a lei stesse provando una crescente ingordigia ma dai modi ritmati, un compagno di ballo improvvisato ma volenteroso di esserlo. Le mani di Massimiliano cingevano il seno saggiandone la consistenza nella sua interezza, ma i polsi tenuti da Zelda erano morbidi a segnalare come l'esuberanza era anche curiosa di essere guidata dove più la ragazza volesse condurre. Poteva sentire man mano la massa del busto dell'uomo avvicinarsi alla sua mentre le distanze si annullavano e il calore dei corpi cominciava a scambiarsi mutualmente. Il cuore batteva ritmato ma rumorosamente.
     
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    Max non si fece pregare, si lasciò trasportare dalla strega fino in fondo a quel tugurio di piacere che oramai erano diventate le sue labbra, accogliendolo appassionatamente. La lingua della strega danzò sempre più celere ed intensa, sembrava quasi volerlo rapire, ma in quel momento era lui ad avere il controllo. Cinse i seni di Zelda e la fece sussultare, la sua carne era morbida e calda, ma soprattutto abbondante. Forse l'aveva già vista prima perché medicandola l'aveva anche spogliata, ma adesso era tutta un'altra cosa: soda e dai capezzoli turgidi, eccitati. Non stava nascondendo i suoi desideri: lo voleva davvero. Il bacio stava per trasformarsi in qualcosa di selvaggio, ma Zelda aprì lentamente gli occhi, interrompendolo iniziando a ridacchiare, concedendosi una pausa, brevissima pausa, per mostrare un altro trucco al suo salvatore.
    Ecco un altro segreto... questi vestiti sono un incantesimo che noi streghe di Umbra facciamo incantando i nostri capelli...
    Un rapido schiocco di dita e i lembi scuri che le coprivano il corpo si trasformarono in argentate ciocche di capelli legati alla sua testa. Ora sembrava coperta dai suoi stessi setosi capelli, ma l'incantesimo li riportò anche la loro stadio originale, mediamente corti, lasciandola completamente nuda sul letto. Frettolosa, Zelda afferrò di nuovo Max per i polsi tirandolo a sé, sdraiandosi sul letto e facendolo finire su di lei per baciarlo ancora rapidamente sulle labbra. Il suo sguardo era malizioso, ma sincero.
    Quel saggio mi avrebbe uccisa o peggio, mi avrebbe trasformata in una bambola per il sesso. Io ho visto cosa sai fare, sei forte... mi piacciono i tipi forti, sono quelli che scopano meglio... fammi tua Max...
    Mentre parlava lo avrebbe accarezzato per le cosce, i fianchi, le spalle e la testa, arrivato ai capelli del ragazzo lo avrebbe spinto verso di sé, baciandolo ancora più intensamente di prima. Le gambe di Zelda erano divaricate sotto di lui, lasciandogli perfettamente tutto lo spazio di cui aveva bisogno per potersi gustare un'intimità totalmente scoperta, glabra e già umida per la cioccolata e per il bacio del ragazzo. Non voleva più trattenersi.
     
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  14. 999.Drifter.999
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    L'incantesimo dei capelli fu una sorpresa decisamente piacevole da scoprire: Zelda era divina, al suo occhio non era sfuggita mentre la medicava ma c'è un'abissale differenza quando il corpo che osservi ti sta letteralmente chiedendo di essere preso a dovere. La voce della donna che vuole colui che ha davanti è il petting per l'udito.
    Voi Streghe di Umbra avete degli studi di magia decisamente interessanti...
    Aveva poco tempo per parlare e meno per respirare data la foga della sua partner che se lo tirò addosso senza nessun dubbio per accoglierlo nelle sue grazie. Il calore e la morbidezza di quel corpo erano sublimi e le generose forme davano comoda posizione ai muscoli definiti dell'uomo per tendersi e irrigidirsi, schiacciandola nel materasso per baciarla profondamente e permettere al bacino di spingere sul pube di lei ora nudo e privo di difese. Ma la frase di Zelda fece scattare qualcosa: era innegabile come nei pantaloni di seta dell'uomo si trovasse a soffrire un'erezione massima reclusa, ma Massimiliano si sarebbe messo in ginocchio fra le sue cosce a busto eretto, con presa sulle caviglie che sarebbero state portate in alto obbligando il sedere a staccarsi leggermente dal materasso e tirandola leggermente via dai cuscini. Zelda non avrebbe fatto in tempo a capire cosa era successo che un sonoro sculaccione sarebbe arrivato sulla sua natica destra, ma non per punizione ma di quelli piacevolmente possessivi e che lasciano il tatuaggio rosso del semaforo della lussuria. Ritualismi da maschio alfa? Massimiliano era stato letteralmente infervorato dalle parole di Zelda, di fatto la mano destra avrebbe letteralmente strappato la seta dando pieno sfoggio del membro dell'uomo turgido e pulsante, generoso e maschio. Poteva ammirarlo e ne avrebbe avuto la possibilità siccome l'uomo le avrebbe lasciato andare le gambe per mettersi sopra di lei con le ginocchia ai lati del busto e il volto sormontato dall'asta.
    Prima di metterlo in forno mi affido alla tua esperienza per condirlo a dovere...
    Massimiliano sfoggiò un sorriso molto malizioso e la richiesta era chiara su ciò che desiderasse in quel momento dalla ragazza e dalla sua bocca. Per farla sua non avrebbe lasciato riposo a nessuna parte del corpo e avrebbe ritualizzato a dovere quell'unione donandosi a pieno alla sua compagna per quella notte.
     
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    Zelda era un'amante focosa, ma difficilmente trovava un partner che riuscisse a starle dietro. Con Max invece aveva fatto decisamente tombola: la sorprese enormemente quando si staccò dal bacio per poterla manipolare a suo piacimento, lasciandole un segno rosso sulla natica che la fece sussultare. Il versetto stridulo e femminile che le uscì dalla gola venne accompagnato da un'espressione che mutò rapidamente, passando dal sorpreso al malizioso. Era compiaciuta, tutt'altro che disturbata, aveva apprezzato quel gesto che le fece capire perfettamente come stavano le cose. Massimiliano non era un amante succube, ma attivo ed estremamente focoso. Quel gesto la eccitò immensamente e le accese la volontà di soddisfare ogni suo capriccio... qualsiasi esso fosse. E non passò molto tempo prima che Max lo esprimesse senza peli sulla lingua. La bloccò totalmente contro il materasso facendola sorridere mentre sfoggiava la sua asta perfettamente in tiro di fronte a lei. Il seno sodo e turgido della ragazza sembrava quasi volerlo afferrare, ma prima di tutto Zelda gli avrebbe concesso una stimolazione più psicologica che fisica, lasciando praticamente nulla al caso. Sollevò la mano destra per poterlo afferrare e stringere energicamente, iniziando a masturbarlo mentre con la sinistra invece si massaggiava le labbra delicatamente.
    Non temere, mi prenderò io cura di questo gioiello... forse non sarà di cioccolato, ma il pensiero di vederti mentre lo usi proprio come quando combatti è eccitante... sei un guerriero bollente, voglio sentire il tuo calore dentro di me... e anche su di me...
    Senza esitare ulteriormente gli concesse uno sguardo voglioso e colmo di lussuria, poi alzò il capo e utilizzando la mano libera per sostenersi alzò leggermente anche la schiena, così da portare le labbra sulla punta di quell'affare delizioso e spingere fino in fondo la sua pelle per metterlo in tiro al massimo. Zelda iniziò con qualche affettuosa lappata sulla punta, concentrandosi sull'uretra senza spingere troppo, poi portò le labbra intorno alla cappella chiudendola nella sua bocca. continuò il lavoro della lingua che divenne sempre più ampio, nel mentre la mano e la bocca scendevano sempre di più sull'asta. Non passò subito a metterlo fino in gola, voleva stimolarlo il più possibile e nel mentre gli faceva sentire la morbidezza del suo seno a contatto con i testicoli. Presto gli avrebbe fatto assaggiare ancora di più, ma per ora era il suo turno.
    Delizioso...
    Disse, interrompendo per un attimo il suo goloso da fare, mentre un sottile filamento di bava collegava ancora il membro col suo labbro inferiore.
    E' così caldo e vigoroso che mi viene voglia di morderlo... Max è fantastico.
    Detto questo tornò a prenderlo in bocca, stavolta però succhiandolo anche stringendo le guance e portando gli occhi verso il ragazzo, fissandolo con immensa lussuria. Avevano appena iniziato ed era già un lago tra le sue gambe. Non era più sicura che quello fosse un ringraziamento solo per lui...
     
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