[Lavoro] Il trono della lussuria

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    Entrare in un giro del genere non era per nulla facile in quei posti, specialmente per qualcuno che da poco si stava facendo notare a Roma come lui, Doflamingo. Grazie a delle conoscenze, era riuscito a diventare il gestore di un bordello della città, il nome di quel locale era "Il trono della lussuria" ed era piuttosto trafficato sia da uomini vogliosi che da donne disposte a cedere il proprio corpo pur di far soldi ed in una certa misura di provare piacere e divertirsi. "Fufufufu! Farò soldi facili qui... Poi dando soddisfazione ai clienti si ha doppio vantaggio, sono favori in più che mi spettano." pensò Doffy facendosi una risatina mentre si guardava attorno nel locale. Era la mezzanotte, l'orario di apertura che dava il via alle danze. Parecchie donne entrarono, pronte per essere alla mercé dei loro clienti, per farsi sbattere per qualche minuto o per tutta la notte. Un paio d'essere puntarono il loro nuovo capo. "Siamo sicure che uno vestito così possa essere veramente il nuovo boss di questo posto? Sembra più una di noi..." commentò con tono ironico una delle prostitute che si era piazzata vicino al bancone del bar all'interno del bordello. A sentire quelle parole, Doflamingo si avvicinò molto lentamente a quella donna, afferrandole di forza entrambi i seni. Sentendo quel tocco deciso, la prostituta emise un forte gemito che richiamò l'attenzione delle sue colleghe nel locale e fermò anche il barista. "Ascoltami attentamente, lurida puttanella. Chi ti da il lavoro sono io, se ti concedo un posto comodo ed accogliente come questo, dovresti essermi solo riconoscente, al di là di come io possa essere vestito, d'accordo? E poi potrei sfondarti dove e quando voglio, del resto a guardare ognuna di voi, mi è venuto il cazzo duro." Replicò Doflamigo e subito dopo aver pronunciato tali parole, leccò il collo della prostituta che sembrava piuttosto intimorita da ciò che gli disse il suo nuovo capo. Una delle prostitute presenti nel locale si piazzò dietro a Doffy, posando una sua mano sul pacco del gestore del bordello e cominciando a massaggiarlo. Doflamingo si girò lentamente verso di lei, dipingendo in volto un ghigno di soddisfazione. "Tu sei una dipendente modello. Che vi sia d'esempio a tutte!" Disse l'uomo, per poi spingere via delicatamente la sua dipendente e dirigendosi verso il suo posto, il famoso trono della lussuria. Gli uomini iniziarono ad entrare, alcuni già sapevano con quale donna darsi al sesso sfrenato, del resto quel locale aveva anche i suoi clienti abitudinali. Doflamingo osservava compiaciuto come le sue prostitute si stavano comportando nei confronti dei loro clienti. "Tutto sommato, se la cavano bene... Fufufufu!" Pensò ridacchiando. Più il tempo passava e più i clienti aumentavano, tant'è che le stanze dove consumavano le loro performance erano sempre meno e a poco a poco molti di loro l'avrebbero fatto nella stanza principale del bordello. Così accadde. Alcune di loro iniziarono a spogliarsi davanti al loro capo e davanti ai loro clienti e presero a lavorare di bocca sul sesso degli uomini che le avevano pagate. L'eccitazione di Doffy, alla vista di ciò crebbe, tant'è che si guardò in giro per vedere se una delle sue dipendenti fosse in quel momento "disoccupata". Ne trovò una. Anch'essa alla vista delle sue colleghe che si stavano dando da fare, cominciò ad eccitarsi e a toccarsi l'interno coscia con una mano, mentre con l'altra si palpava un seno. Vedendo quella prostituta, Doflamingo si avvicinò furtivamente, finché non si pose davanti a lei. "Signore... Non ho clienti... Cosa posso fare?" le chiese la donna, una ragazza piuttosto giovane, capelli neri ed occhi azzurri, con un seno piuttosto prosperoso ed un culetto alla vista sodo. "E' un peccato che nessuno ti abbia presa in considerazione... Lascia che il tuo capo ti dia una ricompensa per questa sera." Rispose Doflamingo che cominciò a leccare il collo alla ragazza, portando nello stesso tempo entrambe le mani sui suoi seni e palpandoli vogliosamente. Ma quelle azioni vennero interrotte da una discussione intensa che si accese in quel momento nel locale. Una delle donne si stava rifiutando di rendersi disponibile ad un cliente che le stava offrendo pochi soldi rispetto alla quota che essa aveva richiesto. L'uomo, non contento, prese a mettere le mani addosso alla prostituta, così che essa cominciò ad insultarlo e ad urlare. "Mollami bastardo!! O mi dai i soldi che ti ho chiesto o non mi farò mai scopare da te!!!" Gridò la dipendente, dimenandosi per cercare di sfuggire alla presa dell'uomo. "O questi soldi o a gratis, stupida baldracca!! L'altra volta mi hai fatto una pompa scadente! Adesso mi ripagherai con una riduzione del prezzo!" Replicò l'uomo che iniziò a strappare quei pochi indumenti che la donna possedeva, denudandola del tutto e toccandola in ogni punto. Alla vista di ciò, Doflamingo smise di porre le sue attenzioni sulla ragazza con cui stava per cominciare a fare del sesso e si diresse verso quei due. Bloccò con una mano entrambi i polsi dell'uomo e con l'altra tenne a distanza la sua dipendente. "Ohi! Che intenzioni hai? Siamo in un bordello, mica in mezzo alla strada... Se non ti sta bene, vattene da qui!" Disse il gestore di quel locale, spingendo via l'uomo. "Ma... Ma quella troia ha lavorato male l'ultima volta!" Rispose l'uomo, indicando la prostituta che abbassò lo sguardo, disegnando comunque un'espressione irritata nei confronti del suo mancato cliente. Allorché Doflamingo si girò verso la dipendente maltrattata. "Quell'uomo sta dicendo la verità?" Le chiese, alzandole di forza la testa con un dito per far incrociare il suo sguardo con quello del suo capo. "Beh... Se lui non sa godere, non è colpa mia." Rispose la donna con un tono sarcastico. Quando sentì tali parole, Doflamingo prese di forza la donna e la scaraventò contro l'uomo, tant'è che i due sbatterono contro la porta d'ingresso. "Non voglio né clienti che pretendono un rimborso né prostitute che non sanno fare il loro lavoro! Adesso fuori di qui!! Non voglio più vedere le vostre schifose facce!!!" Gridò Doffy, spaventando così i due che dalla paura, si diedero alla fuga, uscendo in velocità fuori dal locale. Tutto il bordello osservò la scena e calò un silenzio a dir poco imbarazzante. Doflamingo si guardò attorno per rendersi conto di ciò che aveva fatto in seguito a ciò che accadde fra quei due. "Tutto ciò non lo posso tollerare nel mio bordello. Ed ora fate finta che non sia successo nulla, continuate con le vostre cose." Disse il capo del posto tornando a sedersi sul suo trono e distogliendo così l'attenzione su di sé. Le restanti persone del locale ripresero ciò che fu interrotto da quella sconcertante scena, mentre la ragazza a cui Doflamingo mise gli occhi addosso, si avvicinò al suo capo. "Signor Doflamingo... Io..." Disse per poi fermarsi, abbassando lo sguardo con un'espressione intimorita, anche per ciò che vide qualche istante prima. "Aspetta il tuo turno, qualche cliente fra un po' arriverà. Ho bisogno di soldi in questo momento e la puttana della tua ex collega mi ha fatto perdere una potenziale quota, oltre che la voglia di scoparti. Ci saranno comunque altre occasioni, vedrai." Rispose Doflamingo che congedò la sua dipendente, così che essa, annuendo con la testa, si girò e si allontanò da lui. Non appena fece ciò, Doffy le diede un colpetto con la mano sul sedere e si fece una risatina di compiacimento. "E' stato un bene prendere in gestione questo posto. Fufufu!" Pensò, continuando a godersi gli spettacoli erotici fra le sue dipendenti ed i suoi clienti.
     
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    Supponendo che si tratti di lavoro in nero e non impresa privata (visto che comunque è un giro di prostituzione), ecco a te 200 bigliettoni per il nostro pappone in erba. Buon divertimento! :mia:
     
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    "Fufufu! Tutto sommato Roma non è poi così male. Di giorno pesti a sangue dei luridi idioti e di notte vedi le tue dipendenti farsi montare senza limiti dai loro clienti. Comincia a diventare tutto così fottutamente divertente. Fufufufu!!" Pensò, ridacchiando Doflamingo. Una giornata stava volgendo al termine, ma di certo non per lui, perché il suo compito di organizzare il lavoro nel "Trono della Lussuria" stava per cominciare. Si recò, come faceva fin dal primo giorno, con largo anticipo al locale. Già c'era qualche sua dipendente che si stava cambiando e mancava più o meno mezz'ora all'orario d'apertura del locale. Il barman del bordello era già dentro che preparava i cocktail da servire a coloro che attendevano il loro turno per darsi da fare con le prostitute. Doflamingo entrò e le quattro dipendenti presenti, più il barista si fermarono a guardarlo. "Buona sera, signor Doflamingo!" Dissero le cinque presenze. "Fatemi un favore, chiamatemi solo Doffy. Queste formalità mi danno fastidio." Rispose il biondo, sorridendo loro e sedendosi sullo sgabello ai pressi del bancone del bar interno. "Fammi uno shottino di amaro." Disse al barista che con la testa annuì per esaudire la richiesta del suo datore di lavoro. Nel mentre, Doffy si guardò attorno. Le donne che lavoravano in quel locale non si facevano alcun problema a spogliarsi e a cambiarsi davanti a lui o davanti al barista. Il proprietario posò gli occhi su una delle prostitute, una giovane ragazza, dai capelli castani corti, occhi color nocciola ed un fisico piuttosto asciutto, una terza scarsa di seno ma un sedere fatto piuttosto bene. Si stava infilando il perizoma e alla vista di quel breve spettacolino, Doflamingo si stava leccando le labbra. "Ecco lo shottino, Doffy." Disse il barista, posando il bicchierino sul bancone. Con la coda dell'occhio, il biondo prese il bicchierino e, mantenendo lo sguardo sulla prostituta che aveva adocchiato, sorseggiò alla vecchia maniera l'amaro, leccandosi poi nuovamente le labbra e si avvicinò lentamente alla giovane. Essa, notando la presenza imponente del suo titolare, si girò leggermente intimorita. "C-C-C'è... Qualcosa che posso fare per te... Doffy?" Chiese la prostituta, tenendo il reggiseno fra le mani e posandoselo sul seno nudo, abbassando leggermente lo sguardo. "Qual è il tuo nome?" Chiese in quel momento l'uomo. "M-M-Mi chiamo... Laura..." Rispose la ragazza, senza però guardare il viso di Doflamingo che, alla rivelazione del suo nome, si portò una mano sotto al mento, tenendo larghe indice e pollice e piegando leggermente la testa in obliquo verso destra. "Ti andrebbe di fare del lavoro extra col tuo capo?" Domandò ulteriormente Doffy. A quella richiesta, Laura sobbalzò, capendo le chiare intenzioni del suo titolare e attirando su di sé l'attenzione delle sue colleghe che la osservarono con un'aria che sembrava quella di colleghe invidiose per il trattamento che il loro capo aveva intenzione di riservare alla giovane. "Come desideri... Doffy." Rispose la prostituta. Dopo che Laura pronunciò quelle parole, Doflamingo si fece una breve risata e con un cenno di capo, invitò la sua dipendente a seguirlo in uno dei camerini privati, riservati ai clienti e alle prostitute che si rendevano disponibili per essi. Non appena entrarono nella stanza, il biondo chiuse la porta e si concentrò esclusivamente sulla ragazza che manifestava un atteggiamento non certo di una persona a proprio agio in quella situazione. "Devi rilassarti, Laura. Non puoi lavorare con quell'aria agitata e timorosa. Ci faresti perdere preziosi clienti. Su forza, siediti sul divano." Disse Doflamingo indicando con la mano il divano alla dipendente. Essa si sedette subito ed osservò Doflamingo che si sedette accanto a lei. Successivamente, l'uomo prese entrambe le mani di lei con la sua mano sinistra che era visibilmente più grande delle sue, dapprima con delicatezza, ma poi alzando di colpo le braccia di lei, tant'è che la giovane emise un gemito quasi di spavento per questa azione improvvisa. A quel veloce movimento, le cadde dalle mani il reggiseno e rimase col seno scoperto. Doflamingo si avvicinò e cominciò con la lingua a leccarle e a stuzzicarle i capezzoli, inizialmente lentamente ma poi aumentando l'intensità e la decisione dei colpi di lingua. Laura gemeva sempre più forte ad ogni azione del suo titolare, ma poteva muoversi poco, visto che la presa che Doflamingo esercitava sui polsi di entrambe le sue braccia era parecchio forte. Spostò le sue attenzione a poco a poco verso il basso ventre della ragazza, sfilandole con la mano destra il perizoma ed iniziando a dare colpi di lingua all'intimità della giovane prostituta. "Nooo!!" Gridò la ragazza. "Che c'è?? Manco ti avessi penetrato..." Rispose subito Doflamingo, interrompendo il sesso orale e guardando la sua dipendente. "D-D-Doffy... Io... In realtà... Sono... Sono vergine..." Disse Laura, quasi piangendo. Un requisito fondamentale che quel locale richiedeva alle sue lavoratrici era che non fossero affatto vergini, ma una che sgarrò a quel regolamento si scoprì proprio quella sera. "Tzè... Questa stupida troietta è ancora vergine?? Come cazzo ha fatto ad entrare a lavorare qui??" Si chiese Doffy, disegnando in volto un'espressione di disappunto. In quell'esatto momento, il biondo si slacciò i pantaloncini a pinocchietto e si abbassò leggermente i boxer, quanto bastava per scoprire il suo membro non del tutto eretto. "Mi deludi Laura. Pensavo avessi capito che qui, nel MIO locale, non accetto verginelle. Ma comunque, per un problema simile, si può sempre rimediare. Fufufufu!" Commentò Doffy, mantenendo sempre la presa con la mano sinistra sui polsi della ragazza e con la destra masturbandosi il pene, raggiungendo l'erezione ed avvicinando il membro al sesso di Laura. Essa scuoteva la testa non approvando ciò che il suo padrone stava per farle, probabilmente non si sentiva ancora pronta. Ma lui non esito ed infilò di scatto il suo pene eretto dentro di lei. "Oddio!!! Noooo!!" Gridò la prostituta che inarcò di colpo la schiena e strinse i denti, sentendo quella dura presenza dentro di sé. Non appena raggiunse la penetrazione completa, Doflamingo cominciò a muoversi avanti ed indietro, con intensità e velocità, non curandosi del sangue che fuori uscì dalla vagina di Laura, segno che aveva perso la verginità in quel modo. "Ti prego Doffy!!! Stai andando troppo forte!! Fermati!!" Supplicò la dipendente, facendo scendere anche alcune lacrime dai suoi occhi, mostrando la sua sofferenza per quel trattamento così brusco. Ma Doflamingo sembrò non sentirla, continuava a scoparsela con foga e con cattiveria. La sua mano destra la usò per prendere di forza il viso di lei e costringendola a guardare il viso del suo titolare con lo sguardo. "Considerala una benedizione che il tuo datore di lavoro ti dà. Se avessi applicato il regolamento, a questo saresti là fuori al freddo a farti battere come una puttana qualsiasi. E questo non è ciò che vuoi, vero???" Chiese con tono rigido Doffy che non smetteva di sbattere il suo membro dentro l'intimità di Laura. Il rossore divenne evidente sulle labbra esterne del sesso di lei, stando ad indicare con che forza Doflamingo la stesse penetrando. "Sei fortunata che avendo una fica così stretta, io fra pochissimo debba venire subito. Altrimenti ti avrei sbattuta per tutta la notte, lurida troia." Disse l'uomo, per poi farsi una risatina, continuando comunque col suo deciso operato. Ormai Laura era stremata per la sofferenza che stava provando, aveva perso la verginità col suo titolare così improvvisamente ed il modo con cui fece sesso non fu dei più dolci o romantici. "Ahh!! Ecco che vengo!" Esclamò Doflamingo per poi lasciare che il suo sperma riempisse le pareti interne della sua dipendente ed un po' di quel liquido fuori uscì dalla vagina di lei. Non appena terminò l'orgasmo, il biondo prese di forza la ragazza e le fece avvicinare il viso al suo pene sporco di sperma. "Non abbiamo molto tempo, fra poco i clienti arriveranno, perciò puliscilo, datti una pulita anche tu e preparati per il lavoro di stanotte." Disse Doflamingo, prendendosi il sesso con la mano destra ed avvicinandolo alla bocca della giovane che, con un'espressione sofferente e rassegnata, lo prese in bocca e succhiò il liquido presente sul membro del suo titolare. Dopo pochi secondi, Doffy sfilò il suo arnese dalla bocca della ragazza e, sempre tenendola con la mano sinistra per i polsi, la alzò in piedi e lasciò la presa. "Fufufu! Bene, ora sei idonea per lavorare qui da noi. Adesso tornatene di là." Ordinò Doflamingo alla prostituta che senza dire una parola, si diresse nell'atrio principale del bordello. L'uomo la seguì, andandosi poi a sedere sul suo trono, il trono che lo stava aspettando. "Bene! Un'altra notte di sane trombate sta per cominciare! Datevi da fare, mie puttanelle! Fufufufu!" Commentò ridacchiando Doffy e osservando i clienti entrare nel locale, pronti per portare ulteriori soldi nelle casse dell'attività e nelle tasche del suo proprietario.
     
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    :asd: La tristezza di 'sta prima volta... Doffy cattivo. :nono:
    Ahimè, il post è scritto bene ed è lungo, dunque anche se è stato crudele 200 dindi non te li leva nessuno. :fifi: Divertiti. :riot:
     
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  5. darlene79
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    Ad un certo punto entrò una ragazza alta e bionda, darlene. L'abbigliamento era al solito sexy: camicetta e minigonna fasciante non nascondevano molto il suo seno e il suo culetto che lei sapeva molto apprezzato dagli uomini e dalle donne con cui era stata in passato. Era in cerca di lavoro e anche se un pochino incerta ed intimorita da quel posto, iniziò a guardarsi intorno, in cerca del proprietario del locale. Non sapendo quale fosse il suo aspetto, si recò al bar "Ciao! sono darlene e sono in cerca di lavoro... vedo tante belle ragazze qui ma non vedo nessuna come me... dove posso trovare il proprietario?" disse con voce sensuale mentre si toccava la lunga ciocca bionda. Aveva appena finito di parlare che sentì una mano morta sul culetto: come un riflesso condizionato si voltò e colpì l'uomo fra le gambe, facendolo cadere in terra k.o. "cazzo vuoi !" urlò.. rendendosi conto di aver colpito uno sconosciuto, che avrebbe potuto essere proprio l'uomo che cercava...

    Edited by darlene79 - 12/3/2016, 23:44
     
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    Preso da contrattempi ed impegni durante il giorno, quella sera Doflamingo arrivò un po' dopo rispetto al personale del suo bordello. Ormai era anche l'ora dell'entrata dei clienti, perciò il suo ritardo fu notevole ed insolito. Era anche assonnato, non aveva dormito molto la mattina, forse si sarebbe addormentato quella notte. Aprendo le porte del suo locale, la maggior parte della gente presente si fermò, osservandolo. Ma non lo fecero due persone. Un uomo che si accasciò a terra, lamentandosi per il dolore di un qualcosa che subì ed una ragazza che guardò in malo modo per l'appunto quella persona. Doflamingo si avvicinò a questi due, guardandoli. "Che diavolo è successo qui? Tu sei nuova, non ti ho mai vista prima o sbaglio? Sei una nuova dipendente oppure sei venuta qui perché vuoi godere con una delle mie donne?" Chiese il biondo, ignorando completamente l'uomo che giaceva a terra, tenendosi le mani fra le gambe, come se avesse subìto un calcio proprio in quel punto. Era più curioso di capire chi fosse quella tipa bionda dall'abbigliamento semplice ma sensuale.
     
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  7. darlene79
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    darlene guardò l'uomo che si stava rivolgendo a lei e si sentì sollevata, perchè capì che era la persona che stava cercando "buongiorno Signore, sono darlene e sono in cerca di lavoro: mentre attendevo quel tipo mi ha messo le mani addosso e mi sono difesa: quando non sono in servizio pretendo rispetto." si accarezzò i capelli e sbattendo le palpebre continuò "ci sono tante belle ragazze qui ma... a quanto ho sentito dire c'è una parte di clientela facoltosa che non è molto soddisfatta, ovvero quello dei Padroni e delle Padrone che cercano una ragazza da poter legare e/o frustare e far soffrire per il loro piacere. Quindi se le interessa una ragazza per questo tipo di servigi, penso di essere quella giusta" concluse sorridendo. "posso se vuole raccontarle la mia storia, ma non qui, davanti a tutti"

    Edited by darlene79 - 19/3/2016, 15:25
     
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    La ragazza aveva attirato l'attenzione di Doflamingo. Si chiamava Darlene ed era in cerca di lavoro. "Non ho ricordi di aver messo continuamente annunci di lavoro in giro..." Pensò in quel momento il biondo che si mise una mano sotto al mento, mentre udiva ciò che aveva da dirgli quella tipa. Ogni tanto capitava qualche nuova dipendente nel locale, ma il personale era sufficientemente completo, anche se qualche figura in più non guastava. Specie se era una schiavetta come si stava qualificando appunto la nuova arrivata. E di schiavette, che si facevano fare qualunque cosa, ne servivano, perché la stanza del sadomaso all'interno di quel bordello era praticamente inutilizzata. Doffy sorrise a quelle parole, una sottomessa che si rendeva disponibile per lavorare nel suo locale non era certo cosa da poco. E pareva anche che Darlene avesse voglia di una sorta di "colloquio" conoscitivo, volendo raccontare la sua storia, anche se, a detta sua, non era il caso che la sapessero i presenti in quel posto. "Fufufu. D'accordo, parliamone in privato." Rispose Doflamingo, incamminandosi, facendo cenno alla ragazza di seguirlo, verso una delle stanze private. Era proprio curioso di capire che tipo di ragazza fosse lei, se era veramente una schiavetta o se lo diceva tanto per accaparrarsi un posto da dipendente nel bordello di Doffy.
     
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  9. darlene79
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    darlene lo seguì nel suo ufficio. "grazie per avermi ricevuta privatamente Signore". Rimanendo in piedi iniziò a raccontare di se: "forse si sta chiedendo se ho veramente la vocazione di schiava o se per me il sadomaso e il bondage sono solo giochini strani.. beh le assicuro che sono molto seria" e a sorpresa sollevò la gonna: sotto non portava le mutandine ed era ben evidente vicino alla vagina una A rossastra "questa è una marchiatura a fuoco Signore: attualmente divido un appartamento con una ragazza e sono divenuta ben presto sottomessa a lei. Il segno non è profondo e pian piano sbiadirà, così potrà marchiarmi nuovamente ribadendo la mia appartenenza a lei continuò con la voce un po' rotta dall'emozione. mi sento schiava, molto schiava e non recitando una parte, ma per vocazione e anche nel privato non riesco a raggiungere l'orgasmo senza essere almeno legata. Sono attratta fisicamente sia dagli uomini che dalle donne e a differenza di molte altre schiavette presunte tale, mi piace essere sempre imbavagliata per non poter chiedere di smettere o suscitare pietà con le mie sofferenze. Ho dei limiti riguardo a cosa sono disponibile a fare, ma una volta accettate queste condizioni che sono sicura concorderà con me perchè riguardano principalmente cose illegali o che possono danneggiarmi in maniera permanente, possono farmi qualsiasi cosa Si fermò un attimo, sperando che queste condizioni non pregiudicassero le sue possibilità di avere il lavoro e quindi le disse subito: "non accetto cose che coinvolgono animali, persone minorenni o non consenzienti, cose con la pipì o la popò (accetto però eventuali clisteri punitivi se fatti in condizioni igieniche) e attività che possano lasciarmi segni o danni permanenti" Detto questo, si mise in silenzio ad occhi bassi, in attesa
     
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    Entrando nella stanza, Darlene iniziò subito a parlare di sé, facendo subito vedere a Doflamingo quello che era un marchio stampato sulla sua vagina, era una lettera, la A. Da come lo spiegò lei, quel marchio era il segno di appartenenza ad una ragazza che viveva con lei. "Dunque è proprio una slave... Interessante." Pensò dentro di sé il biondo mentre continuò ad ascoltare ciò che la ragazza aveva da dirgli. Era disposta a diversi tipi di schiavitù, anche se comunque aveva delle condizioni che nonostante tutto erano piuttosto accettabili. Del resto, quello era un bordello, mica un locale dedicato esclusivamente a pratiche sadomaso estreme. Lei sarebbe stata unica nel suo genere. E a Doffy andava bene così, in quel modo avrebbe utilizzato la stanza sadomaso mai usata da quando lui si trovava lì come proprietario del locale. Darlene si reputava una vera schiava, non si sarebbe eccitata fino al punto di venire se non fosse stata legata ed imbavagliata. Era proprio una ragazza adatta per il suo ruolo. A quelle parole, Doflamingo si leccò le labbra, il suo interesse verso di lei crebbe molto. "Credo non ci sia da aggiungere altro, mia cara. Sei dei nostri. E un'altra cosa... Chiamami Doffy, odio essere chiamato con appellativi o titoli. Fufufu." Disse alla fine di tutto il biondo, avvicinandosi alla ragazza ed alzandole la testa con il dito indice sotto al mento, facendo in modo che i loro sguardi si incrociassero.
     
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  11. darlene79
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    darlene quando sentii che era stata assunta, arrossì un pochino e quando lui le alzò la testa e i loro sguardi si incrociarono, lei, che non era abituata, rispose un po' balbettando "grazie Signor Doffy"poi cercando di calmarsi aggiunse "il mio nome da schiava è sweet jasmine, o semplicemente jasmine. Quando dovrei cominciare ? quali saranno i miei orari di lavoro ? come desidera che mi vesta ? starò nella stanza apposita in attesa o cosa ? perdoni le tante domande ma l'ultima cosa che desidero è cominciare con il piede sbagliato"
     
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    Nonostante le disse che a lui non piacevano i titoli o simili, Darlene non smise dal dare del signore a Doflamingo. E successivamente tempestò di domande riguardo al lavoro il biondo. Doffy le posò quel dito che aveva messo sotto il suo mento fra le sue labbra per zittirla, mentre lui se la rideva per tutta quella curiosità mista a preoccupazione. "Puoi anche cominciare stasera stessa. Qua si lavora tutte le notti, da mezzanotte fino alla mattina alle 5 o le 6, dipende l'affluenza di clienti. Dato che sei una schiava, c'è anche una stanza riservata a pratiche sadomaso che finora non è stata affatto utilizzata ed ultima cosa, vestiti sempre nel modo più arrapante possibile. Qui i clienti vogliono che gli venga duro e basta, il resto vien da sé." Rispose Doflamingo, trovando risposta ad ogni domanda della ragazza. Si girò per un attimo, osservando che la porta di quella stanza era solamente socchiusa e non chiusa del tutto. Così si diresse verso la porta e la chiuse a chiave, in modo che in quel posto ci fossero solo lui e Darlene o Jasmine, come diceva di chiamarsi lei con il nome da schiava. Si voltò verso di lei, dipingendo un sorriso molto ambiguo e si infilò le mani nelle tasche. "Sai una cosa? E' la prima volta che incontro una schiavetta... Solitamente, per le mie nuove dipendenti, riservo una sorta di 'battesimo' come benvenuto nel locale. Ho intenzione di farlo anche con te." Disse, per poi estrarre le mani dalle tasche ed esse erano già ricoperte dai suoi guanti tecnologicamente avanzati. Piano piano, dai polpastrelli di ogni dito, fuori uscirono i suoi fili, quasi invisibili per quanto fossero sottili. Doflamingo aveva tutta l'aria d'esser pronto a testare le capacità della ragazza in quanto a sottomessa. Per farlo, poteva benissimo esaudire le sue condizioni, cioè di raggiungimento dell'orgasmo solo se legata o imbavagliata. Lui i mezzi ce li aveva, bastava solamente che li sfoderasse.
     
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  13. darlene79
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    quando Doffy toccò le labbra di darlene per zittirla, immediatamente si mise in silenzio e abbassò lo sguardo mentre lui le dava le istruzioni che lei aveva chiesto. Era tremendamente precisina e ci teneva a fare sempre tutto per bene e questo probabilmente la rendeva diversa dalle altre prostitute che erano interessate unicamente al denaro. Anche darlene ne aveva bisogno, ma il suo oscuro passato e la sua indole le permettevano di prendere il lavoro come una parte della sua vita, come una cosa ineluttabile, che meritava. A differenza delle altre puttane lei non doveva fingere, recitare, poteva abbandonarsi completamente alla parte di se con cui avvea imparato a convivere fin da quando era bambina, oramai senza traumi. Non ebbe quindi particolari reazioni quando Doflamingo chiuse la porta a chiave e sorridendo venne verso di lei. Non potè non notare però quegli strani guanti, che Doffy stava indossando mentre le parlava di uno speciale battesimo per le nuove dipendenti: ora lui le avrebbe fatto qualcosa, qualcosa di cui aveva bisogno e sentì l'eccitazione immediatamente cominciare a salire, la paura di non essere assunta lasciò rapidamente il posto all'emozione di essere usata: forse lui l'avrebbe punita subito, per testare il suo grado di sopportazione... punita... punita... sempre punita... quella parola le ronzava nella mente mentre la sua micetta nuda sotto la gonna si inumidiva: divaricò leggermente le gambe e le braccia e chiuse gli occhi, in attesa di qualsiasi cosa lui avesse intenzione di farle.
     
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    Appaio per un po', scompaio per molto...

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    Avvicinandosi, Doflamingo poté osservare come Darlene si sentiva già pronta per ciò che quasi sicuramente si immaginava le accadesse. Sorrise e si leccò ancora una volta le labbra, si sentì soddisfatto ad aver trovato una schiavetta da sfruttare per sé stesso, ma soprattutto per il locale. Essa si posizionò, in modo da essere completamente alla mercé del biondo e chiuse gli occhi, attendendo. Doffy si portò a pochi centimetri col suo corpo da quello della ragazza, avvicinando il volto al suo e inspirando il profumo di femmina che quella schiava stava emanando. "Mi sa che me la spasserò molto con lei... Fufufu!" Pensò compiaciuto. Azionò subito i suoi fili che si legarono entrambi ai polsi della ragazza e lentamente le alzò entrambe le braccia fino a che non si incontrarono. A quel punto, fece un nodo ed in seguito mosse i suoi fili, legandoli al lampadario sopra di loro, così che "appese" Darlene. Successivamente, prese con il guanto della mano sinistra tutti e cinque i fili della mano destra e li raggruppò in un unico filo spesso e lungo circa un metro. Facendo pressione con il dorso della mani, divaricò maggiormente le gambe della ragazza e, non avendo l'impedimento delle mutandine, poté subito agire sull'intimità di lei. "Questo farà un po' male. Fufufu." Disse il biondo, per poi posare quel grumolo di fili sulle labbra esterne della vagina di Darlene e, tendendolo con entrambe le mani, fece pressione con quel mucchietto di filamenti su tutta la superficie carnosa del fiore di lei. Quei fili erano così sottili che erano anche abbastanza taglienti, forse avrebbe perso del sangue, ma in fin dei conti era una specie di test per capire fino a che punto poteva considerarsi una schiava a tutti gli effetti.
     
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  15. darlene79
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    darlene rimase ad occhi chiusi: non oppose nessuna resistenza quando sentì i suoi polsi iniziare a venire legati e la tensione pian piano la costrinse ad alzare le braccia, fin quando non furono assicurati sopra la sua testa. Con altrettanta docilità lasciò che le sue gambe venissero ulteriormente allargate e fissate, la sua micetta esposta e tenuta aperta da altri fili che pungevano la sua carne delicata. Il suo cuore iniziò a battere forte, in un misto di eccitazione e paura: lo aveva in fondo incontrato da pochi minuti e non sapeva cosa aveva in mente: questo da una parte la preoccupava, dall'altra l'ignoto la eccitava e in qualche modo la rassicurava il fatto che non avrebbe certo esagerato danneggiando la sua merce preziosa. Cercò quindi di rilassarsi, mentre la micetta iniziava a colare, attendendo di essere imbavagliata e che la punizione, che in qualche modo era una sorta di esame, cominciasse.
     
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