Un Destino in comune

x Shorai

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  1. Shorai no ha
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    Forse, e diceva forse, il fatto che non gli scendeva dipendeva dal fatto che non fosse propriamente vivo.. ma nemmeno propriamente morto. Comunque, era una cosa strana, parecchio, e non riusciva a spiegarsela. Osservò Faust titubante a quelle parole, non intendeva tirarsi indietro, ma una o due anticipazioni non sarebbero state male... avete presente il programma che si da a inizio semestre all'università? Quello. Almeno sapevi cosa ti aspettava. Restare nel dubbio e non sapere non la rassicurava troppo.

    Cosa andremo a fare?

    Domandò timidamente, mentre lui teneva la mano sul capo e lei socchiudeva un occhio mentre si alzava, restando a carponi mentre si alzava e cambiava posizione, rabbrividendo. Gemette leggermente, tirando fuori man mano una voce più profonda e mentre la stimolava e preparava alla prossima "sessione", ancora piuttosto controllata. Ormai si muoveva in automatico, spingendo il bacino verso di lui e strusciandosi a mala pena contro la sua grossa mazza. Che voleva fare? Imparare cos'altro, poi? Forse si era dimenticata con chi stava parlando, lui che di conoscenza se ne intendeva, in diverse cose e in modo molto ampio e approfondito.

    Va bene.. guidami.. professore..

    Si strusciò ancora un po' contro ti lui, sentendo maggiormente tutta la sua consistenza, voltandosi appena con la nuca per guardarlo, cercando il contatto visivo. Se quello era un viaggio, allora dovevano e potevano farlo in due. Voleva sentirlo ancora, voleva i loro corpi e le loro anime unite e fuse ancora, non ne aveva abbastanza, e finché anche lui era affamato, era tutto perfetto.
     
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    Qualsiasi altra preparazione sarebbe stata superflua a quel punto, Gloria era preoccupata per via della sua inesperienza, ma Thresh le avrebbe dimostrato che l'unica cosa più spaventosa del non sapere era proprio il non provare, e fare l'esatto opposto portava ad un unica inevitabile conclusione: il piacere. Le dita e il membro del professore erano fradici di umori e saliva, così come l'intimità di Gloria e le sue natiche, sembrava tutto lubrificato a dovere al punto de le loro carni scivolavano facilmente come se fossero delle serpi sensuali in un rituale di accoppiamento. Non poteva più resistere. Il suo sguardo si accese di una luce tetra mentre la lingua del professore solcava quel sorriso perverso. La punta della sua grossa mazza scivolò quindi tra le grandi labbra di Gloria, come se volesse penetrarla ma si limitò a raccogliere quanti più umori possibili per poi risalire fino al suo buchino posteriore. I pollici affondarono e si allargarono il più possibile per divaricare quell'entrata proibita, normalmente sarebbe stata una dolorosa impresa, ma Faust aveva lubrificato tutto a dovere, l'aveva rilassata e soprattutto aveva guadagnato la sua fiducia... a stento se ne sarebbe accorta del dolore iniziale. La virilità del professore spinse, trovando un minimo di resistenza all'inizio, poi un gemito divertito e finalmente la punta aveva già violato la corolla di carne, dilatandola definitivamente e concedendo così al resto della mazza di passare. Per lubrificarla ancora Faust lasciò colare un sottile filo di saliva sul suo membro così che non avesse nessun tipo di difficoltà. ma si fermò in ogni caso a poco più della punta, tenendo saldamente ferme le natiche di Gloria così da impedirle di sfuggirgli, ma esitando le avrebbe concesso il tempo di metabolizzare. All'inizio ci sarebbe stato dolore, poi solo piacere, e per farglielo sentire Faust prese a pulsare con la punta del membro dentro di lei per farglielo sentire fin dentro allo stomaco.
    Adesso sei completamente mia... ho preso tutto di te... e per ricompensarti ti concederò un piacere che non saresti mai in grado nemmeno di immaginare...
    Iniziò a spingere ancora più lentamente e placido dentro di lei, sarebbe arrivato fino infondo col giusto ritmo, ma voleva che Gloria si abituasse a quella mazza vigorosa dentro il suo stretto culetto, così da dimenticare il dolore e la confusione, lasciando solo spazio alla lussuria.
     
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  3. Shorai no ha
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    Però la stava facendo aspettare parecchio, come se volesse affamarla allo sfinimento prima di soddisfarla finalmente. Da una parte sapeva che stava spianando la strada a quello che sarebbe venuto in modo da non incontrare troppi intoppi. Ma comunque era logorante. Solo il fatto che gli piaceva sporcarsi in quel modo con i suoi umori la faceva sentire tutta strana.
    Si passò una mano sulla fronte, togliendo una ciocca di capelli e lentamente rimettendolo con gli altri, mentre le sfuggiva un lieve sospiro. Se non si muoveva avrebbe finito per venire solo per il modo in cui la toccava, fanculo.
    Tenendosi ancora sui gomiti inarcò la schiena quando sentì la punta della sua virilità premere contro il buchino del suo sedere, violandola come aveva fatto con le dita, fortunatamente Faust la stava tenendo ferma.

    S-Sì.. hai preso tutto... continuiamo..

    Supplicò quasi, trovando la lentezza con cui prese a muoversi estenuante.
     
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    Riuscì a percepirlo, Gloria non voleva più la conciliante attesa, bensì il piacere nel suo stato più puro e delizioso. Perché farla attendere ancora? Il professore si concesse solo qualche centimetro di gentilezza, poi tenendola saldamente ferma prese a forzare, spingendo ancora più a fondo continuando con quella mazza titanica ad invaderle il corpo. Non poteva andare troppo in fondo, non subito o rischiava di farle male sul serio, tuttavia si sarebbe fermato solo a metà strada, a metà della sua lunghezza, continuando a parlarle mentre rapidamente la violava nel suo più proibito anfratto.
    Non puoi più concederti il lusso di trattenerti con me mia cara... voglio sentirti impazzire... dimmi come ti senti, voglio sentire la perversione che sto spremendo dal tuo corpo uscire da quelle deliziose labbra... dimmi cosa senti... dimmi quanto ti fa male... dimmi quanto lo ami...
    Faust si leccò le labbra, ingordo e impaziente nel sentire ciò che Gloria aveva da dirgli, avrebbe atteso una sua risposta muovendosi con il bacino in maniera circolare, scivolando con le dita verso la sua intimità, in particolare sulle labbra e il clitoride, massaggiando il tutto con abilità e tatto senza però perdere la sua irruenza. Sapeva che stimolandola a dovere anche lì il suo corpo si sarebbe rilassato, concedendogli più spazio per penetrare ancora più a fondo e farla completamente sua. Per poterle toccare anche le grandi labbra Faust si avvicinò a Gloria di molto: la ragazza poteva sentire chiaramente il suo respiro impaziente sul proprio corpo. Quando finalmente i suoi umori avrebbero ripreso a grondare, ecco il non morto iniziare a muoversi con decisione all'interno di quello stretto anfratto, scopandola lentamente senza uscire troppo da dentro di lei, lasciando che la corolla di carne che lo aveva inghiottito si deformasse verso l'esterno, per poi prenderla di nuovo affondando ad ogni colpo sempre di più. Presto i loro bacini si sarebbero incontrati e Gloria avrebbe assaporato quella mazza di carne bollente tutta dentro di sé, fino in fondo, quasi come se l'avesse dentro lo stomaco, impaziente, pulsante come un cuore iperattivo. Voleva sentirla gridare e fare a pezzi la sua calma apparente, voleva liberare tutta la perversione e trasformare quella chioma vermiglia in una fiamma di passione.
     
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48 replies since 6/11/2015, 21:08   320 views
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