Riconciliazione e pentimento

Per Demi

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    Eccola la, con la mano sul volto del ragazzo che amava, in fin di vita. Digrignando i denti avrebbe continuato a medicare le ferite del ragazzo mentre nella mano libera formava un telefono-cellulare. Con quello avrebbe chiamato il suo servo, Sebastian, che al primo squillo avrebbe risposto.
    COSA DIAVOLO TI È VENUTO IN MENTE? Dove ti trovi? Come stai?! Arrivo subit-.
    La voce preoccupata del demone l'avrebbe quasi assordata, si sentiva la sua preoccupazione da ogni singola sillaba che pronunciava.
    Ci troviamo a un cimitero, fuori Roma. A Ovest. Sbrigati ad arrivare.
    Alexy, mentre parlava, aveva dato importanza al fatto che non fosse sola e che probabilmente il servo avrebbe dovuto portare delle robe abbastanza importanti visto che qualcuno era ferito. Così, la ragazza, dopo aver parlato avrebbe chiuso la chiamata. Senza lasciargli informazioni o altro.
    I vestiti che aveva Dan in quel momento erano completamente ricoperti di sangue, cosa che fece intristire la volpina. Avrebbe, per il momento, smesso di curare il biondo, per prenderlo per le spalle e provare ad alzarlo verso di lei, in modo che si appoggiasse contro la sua spalla. Con la mano destra sarebbe andata alla spalla dove si era conficcato il pugnale, per estrarlo con un gesto secco e deciso. Nello stesso istante avrebbe poggiato la mano contro la ferita per rimarginarla.
    Stupido Dan.
    Appena fu sicura che i danni più gravi si fossero rigenerati completamente, avrebbe provato ad alzare il ragazzo peccato che da davanti non riusciva fare nulla. Così dovette per forza metterlo in una posizione abbastanza imbarazzante, per lei, per poterlo caricare in spalla. Praticamente l'avrebbe messo a gambe larghe per poi girarsi e afferragli le cosce per alzarlo. Con la schiena lievemente inclinata per non far cadere Daniel la volpina si sarebbe guardata intorno, avrebbe notato una macchina, forse quella che aveva usato Daniel stesso per arrivare la. Così, mentre si dirigeva la, avrebbe notato un “piccolo” dettaglio per terra. Le cuffie del ragazzo completamente distrutte. Era così arrabbiato con lei da distruggere le cose a cui più teneva?
    Avvicinandosi alla macchina notò come, questa, fosse aperta e come le chiavi fossero messe all'interno di questa. Essere erano ancora nel quadro d'accensione, probabilmente il ragazzo non si aspettava questo tipo di svolta. La macchina era pure aperta. Così, aprendo la sportiera che avrebbe portato ai sedili di dietro, avrebbe poggiato Dan all'interno, seppur con gran difficoltà. Appena ci riuscì, per puro colpo di culo, avrebbe chiuso la portiera stando attenta di non prendergli le gambe nel mentre. Lei si sarebbe messa al posto di guida, pronta per la sua prima esperienza da guidatore peccato che... non sapeva dove mettere le mani. In più la macchina era intrisa dell'odore del ragazzo e avere lui dietro la metteva in agitazione. Con un sospiro e le mani sul volto si sarebbe lasciata cadere sul sedile, aspettando. Solo in quel momento notò come le sue mani erano coperte di sangue. Dopo un paio di minuti sentì un lieve bussare sul vetro della macchina, al che la ragazza immediatamente aprì. Si ritrovò due braccia che le alzavano il volto e abbassavano il volto, per controllare se fosse ferita o meno.
    Alexy! Come mai tutto quel casino? Cosa è successo? Di chi è quel sangue? E questa macchina?! Oh merda, che hai fatto?!
    Spalancando gli occhi, il suo fidato maggiordomo, avrebbe finalmente notato il ragazzo dietro. Così, guardando negli occhi la volpina avrebbe chiesto spiegazioni.
    ... Robe. Ora portaci in albergo.
    Così dicendo la volpina si sarebbe spostata sul sedile del passeggero, lasciando il posto del guidatore al demone. Questo dopo aver sospirato e alzato gli occhi al cielo si sarebbe seduto, accedendo la macchina e chiudendo la portiera. Iniziarono il viaggio, nel silenzio più totale, dirigendosi verso la spiaggia di Roma.
    L'albergo che aveva scelto Alexy era uno di quelli molto economici, dove ti lasciavano cucinare se volevi e le stanze erano doppie. Il maggiordomo avrebbe preso il ragazzo, ignorando se la sua padrona stesse uscendo o meno. Infondo era colpa sua se quel giovane era ridotto in quel modo. Senza farsi vedere da nessuno l'avrebbe portato nella camera dei due peccato. Fortunatamente Lapuree stava dormendo, tranquillo sul letto di Sebastian. Alexy li seguiva silenziosamente, come un ombra, osservando il comportamento del servo.
    Io vado a lavarlo, tu crea dei vestiti nuovi e mettili davanti alla porta del bagno.
    Fece quel che le aveva chiesto, senza ribattere. Stranamente tranquilla. Quando il maggiordomo finì tutto poggiò Daniel sul letto di Alexy, visto che il suo era occupato.
    La stanza era semplice, formata con due letti e un bagno. Era anche piuttosto piccola, come stanza, ma abbastanza per due persone. Era rettangolare, munito di un piccolo corridoio che portava fuori e, di fianco, che portava al bagno. Questo occupava molto spazio dentro la stanza, praticamente vi era sei muri. I letti erano messi parallelamente, uno di fianco alla finestra e l'altro al muro. Quello di Alexy era vicino alla finestra.
    Alexy, quasi immediatamente, gli ordinò di andare a cercare qualcosa per rimpolpare il sangue velocemente. Così, dopo aver sbuffato, il maggiordomo sarebbe uscito per andare nelle cucine e cercare quel che gli serviva. Alexy, nel mentre, sarebbe andata in bagno togliendosi i vestiti sporchi di sangue per poggiarli la dove erano messi quelli del ragazzo.
    Sul suo corpo si sarebbero formati altri vestiti che assomigliavano molto a quelli di un'infermiera. Ma, purtroppo, senza cappello. Quel vestito era assai comodo, peccato che rendeva più evidente il gonfiore del ventre della ragazza.
    Appena uscì dal bagno la prima cosa che fece sarebbe stata andare a sedersi vicino al ragazzo, per prendergli la mano e osservandolo con dolcezza mista a preoccupazione.

    Edited by White Raven - 5/7/2015, 23:50
     
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    Dopo aver perso i sensi, Dan non sarebbe entrato in uno stato di puro svenimento, ma piuttosto, avrebbe cominciato a sognare, o almeno era ciò che gli sembrava. In realtà non sapeva neppure se era morto. Si sarebbe ritrovato, chiusi appunto gli occhi, in una distesa di erba alta, riaprendoli, ora in un mondo completamente nuovo. Dove era? C'era nessuno? Voleva parlare ma non poteva. Ciò che non sapeva era che in realtà, il suo subconscio stava involontariamente riproducendo con metafore e piuttosto vagamente ciò che in realtà gli stava accadendo. Fintato che rimase con almeno una mano attaccato ad Alexy il campo verde sarebbe perdurato, donandogli una sensazione di pace e benessere, ma non appena venne posto nel sedile anteriore della macchina, dal terreno sottostante si sarebbe cominciate a formare crepe, spaccando quella distesa bellissima in due. Nonostante avesse tentato di fuggire, inevitabilmente sarebbe caduto anch'egli in essa, ma la sua caduta non sarebbe durata molto: la macchina, partita, avrebbe dato vita nel suo mondo ad un gigantesco e fighissimo razzo-incrociatore-megazord. Non era uno come quello che avevano tutti i bambini, perché ovviamente la sua mente gli stava suggerendo che lo avessero tutti, un razzo-incrociatore-megazord. No, il suo era più figo, percHé era suo, e perché stava volando lontano da terra, portandolo nella sicurezza del cielo. Il volo sarebbe perdurato fintato che il viaggio all'albergo. Raggiunta la destinazione, inspiegabilmente il RIM (Razzo-Incrociatore-Megazord) si sarebbe inavvertitamente spento, precipitando, ma Daniel non aveva paura: sotto di lui vi era il mare. Dolce, rinfrescante acqua che l'avrebbe ripulito dallo sporco accumulato a causa della caduta precedente, e, non appena ebbe finito di ripulirsi, come se per magia, tutto quel fresco mare sarebbe svanito e Dan, dopo una manciata di secondi passati in caduta libera, si sarebbe ritrovato, dopo essere bellamente rimbalzato, su un comodo e morbido letto. Un sonno tuttavia lo avrebbe invaso e, chiudendo gli occhi nel suo mondo dei sogni, li avrebbe riaperti nella realtà, ma ovviamente lui non poteva saperlo. La prima cosa che avrebbe visto sarebbe stata il soffitto e, subito dopo, girando il capo mentre rimaneva disteso, quella che pareva essere un'infermiera, sentì un calore piacevole arrivargli dalla mano, la ragazza glie la stava tenendo. Il suo volto gli era familiare, ma nonostante l'avesse curato la volpina sicuramente non aveva potuto restituirgli le ingenti quantità di sangue perso e, proprio a causa dello scarso numero di globuli rossi nel suo sistema circolatorio, era stato indotto in una sorta di stato simile ad una sbronza, o meglio, stordimento. Il volto della volpina, tuttavia, nonostante ancora non riuscisse a riconoscerla, lo riempiva di felicità. Quasi perdendosi quindi nei suoi occhi, affascinato così come lo era stato la sua prima volta da Alexy, fissandola le avrebbe chiesto.
    "Sono morto?"
    Beh il ragionamento, nella sua mente, filava: era stato infilzato in diverse zone, ricevuto innumerevoli ferite, perso una disumana quantità di sangue ed ora era morto. Quella era l'entrata del paradiso o comunque di qualsiasi cosa vi fosse oltre i cieli e la bellissima ragazza che gli ricordava forniva un così forte sentimento di nostalgia e benessere era lì per dargli il benvenuto, ma un'altra domanda, allora, sorse nella sua ormai mal funzionante mente.
    "Sei... sei un angelo, vero? Solo un angelo potrebbe farmi sentire così bene solo toccandomi la mano..."Alexy avrebbe dovuto capirlo che il il suo amato non era esattamente nella migliore delle condizioni, specialmente dal fatto che il suo tono della voce fosse lievemente più fioco, quasi come se non fosse sicuro nemmeno lui di cosa stesse dicendo, ma forse quello stato di ebrezza non alcolica poteva usarlo anche a proprio vantaggio, dopo tutto, quale ubriaco riuscirebbe a mentire? Specialmente uno infatuato da lei, completamente perso.
     
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    Mentre continuava a tenergli la mano Alexy ripensava a quello che era successo, aveva fatto il suo dovere di lama, certo, però... ora? Il ragazzo sarebbe stato sicuramente arrabbiato con lei. Proprio mentre era immersa in quei pensieri sentì la voce di Daniel, fioca e lieve, che domandava se era morto e se lei era un angelo, visto che lo faceva stare bene solo toccandogli la mano. Alexy a quello avvertì le guance arrossarsi, imbarazzata dalle ultime parole ma felice che si fosse svegliato.
    Per fortuna no, non sei morto. E io non sono un angelo, sono tutt'altro.
    Non si sentiva un angelo, no, si sentiva un mostro per aver infierito così. Poco dopo aver parlato la porta si sarebbe aperta, lasciando entrare Sebastian. In mano aveva due tazze, in una del succo di carote e altre robe con vitamina A e nell'altra una tazza di cioccolata fredda, sperando che Alexy almeno quella non la rigettasse.
    Ecco, questa è per te. Te la lascio sul comodino. Quest-.
    Glielo do io, tu e Lapuree uscite.
    Il maggiordomo la guardò severo, fissando il volto ora incolore della ragazza. Dopo aver sospirato si diresse verso il proprio letto, prendendo il povero Lapis in braccio. Questo, per via dello spostamento, si sarebbe svegliato.
    Eh, che succede? Dove andiamo?
    E come al solito avrebbe incominciato a porre domande su domande, per fortuna il Demone avrebbe portato il familio fuori, come ordinato.
    Quando fu sicura che fosse sola Alexy si sarebbe alzata, per andare a prendere la tazza di Daniel dal comodino, di fianco al letto, per poi risedersi, sta volta più vicino al fianco del ragazzo. L'avrebbe aiutato ad alzarsi, poggiandoselo contro, per poi dirgli dolcemente “bevi” mentre gli portava alle labbra la tazza. Sperava che lo bevesse, così si sarebbe ripreso presto... sperava. Infondo, lei non lo sapeva, ma il demone aveva usato un trucchetto. Entro poco tempo il ragazzo sarebbe tornato lucido, grazie a quello, e con il sangue rimpolpato completamente.
    In ogni caso Alexy non avrebbe infierito oltre, non se la sentiva di fare domande, così si sarebbe presa cura del ragazzo fino a quando non si sarebbe ripreso completamente.
    Mi dispiace...
     
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    Non fu troppo sicuro di cosa accadde esattamente. In quel momento la vista era lievemente sfocata così come la sua voce non era per nulla nella migliore delle sue condizioni. Vide qualcuno entrare e parlare, per poi prendere un... coso con quelle che parevano essere ali ed andarsene. Erano per caso gli aiutanti di babbo natale? No, aspetta, lui non era al polo sud, lui era in paradiso. Proprio mentre cercava di risolvere questo dilemma a dir poco assurdo, si sentì alzarsi, per poi appoggiarsi contro qualcosa di soffice e candido, che superava di gran lunga il letto di prima. La sua espressione era beata, felice di essere lì, credente ancora di essere ormai passato a miglior vita anche se l'infermiera gli aveva detto di no. Dopotutto come poteva sentirsi così bene e così in pace con sé stesso se non essendo giunto finalmente nel regno dei beati? Bevve felicemente quel succo che gli era stato così gentilmente offerto, ma nonostante fosse particolarmente buono, giunto alla fine della tazza dovette tossire non a causa appunto di un cattivo sapore ma perché le sue funzioni cerebrali e motorie sarebbero ricominciate a fungere. Guardandosi attorno spostando non il capo ma solamente gli occhi, avrebbe potuto nitidamente vedere che ciò che lo circondava era una stanza d'albergo, e le sue ferite erano completamente scomparse, assieme ai suoi vestiti, sostituiti da un paio completamente nuovi di zecca. La cosa più importante, tuttavia, non era dove si trovavano, ma con chi si trovava lì. Vista la volpina, l'avrebbe immediatamente stavolta identificata come la ragazza per la quale quella sera aveva deciso di arrivare fino al cimitero e quasi uccidersi pur di non vederla soffrire. Alexy era lì di fianco a lui, e lui era tutt'altro che arrabbiato, cupo o altro. No. Non appena vide il suo volto avrebbe mollato qualsiasi altra cosa per fiondarsi su di esso, abbracciandola e lasciandosi andare in un bacio che di diverso aveva tutto e nulla dagli altri che sinora si erano scambiati: le sue labbra gli erano mancate, lei gli era mancata, e tutto ciò che fino a quel momento voleva era proprio una dimostrazione che per lei, lui importasse qualcosa, e tale prova glie l'aveva data proprio quella stessa sera, impedendogli di raggiungere la soluzione ultima. Dopo aver passato una buona manciata di secondi a crogiolarsi in quella infinita sensazione di puro gaudio, lentamente si sarebbe staccato dalle sue labbra, pur rimanendo attaccato a lei con la fronte, per poi andarle a sfiorare il volto con una mano, carezzandola.
    "Non ti devi dispiacere di nulla. Va tutto bene, ti amavo e ti amo ancora, non posso farci nulla."
    E con ciò le avrebbe preso la tazza di mano per poggiarla per terra, per poi abbracciarsela di nuovo ma questa volta portandosela con sé sul letto per farla sdraiare di fianco a lui. La presa era salda, che stava perfettamente a rappresentare come lui vedesse quella relazione: irrinunciabile. Non voleva farla allontanare di nuovo, mai più.
     
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    Fortunatamente la roba che aveva fatto Sebastian funzionò, facendo tornare Daniel lucido. Appena questo avrebbe recuperato del tutto le sue funzioni celebrali la prima cosa che fece il ragazzo sarebbe stato abbracciare Alexy, facendo passare le sue mani sul bacino della ragazza. Il braccio davanti, quello che passava sul frontale di Alexy, avrebbe avuto un leggero piegamento vista la situazione di lei. Quando questo, poi, poggiò le labbra contro quelle di Alexy questa si sciolse come cera. Avrebbe avvertito le guance diventare rosse, mentre il senso di colpa che provava all'inizio scompariva per essere sostituito da una sensazione di felicità che venne rafforzata ancora di più dalle sue parole. L'amava ancora? Non riuscì a trattenere un sorriso estremamente felice, non si oppose quando le prese di mano la tazza per metterla via e neppure quando l'abbracciò di nuovo per tirarla con lui a letto. Alexy per evitare di finire in una posizione scomoda si sarebbe spostata insieme al ragazzo, fino a trovarsi girata su un fianco per poterlo guardare bene negli occhi. Purtroppo non avendo abbastanza coraggio per farlo si sarebbe limitata ricambiare l'abbraccio, non preoccupandosi se sentiva o meno le stranezze del suo corpo. La coda, che fin'ora era rimasta immobile, si sarebbe spostata sopra al ragazzo, per poggiarsi sopra i fianchi di lui.
    ... Sei uno stupido. Cosa diavolo ti è venuto in mente? Toglierti la vita... che gesto stupido.
    Si sarebbe stretta ulteriormente contro il ragazzo, per stargli il più vicino possibile. Le era mancato, quella sensazione di calore e felicità, le era mancato tutto. Avrebbe volentieri passato il resto della settimana abbracciata a Daniel. Ormai non c'era più problema, non era più un peccatore di Londra... ah, per caso doveva dargli quella notizia? In più nell'aria vi permaneva l'odore della cioccolata, cosa strana visto che di solito la volpina la mangiava o beveva prima che questo accadesse, che stesse accadendo qualcosa di strano?
     
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    Ora che erano entrambi distesi sul letto e abbracciati l'un l'altro Daniel poté chiaramente sentire il gonfiore presente sul ventre della ragazza, mentre lo ammoniva per la sua pessima scelta di aver optato per il suicidio. Quella novità, il fatto che fosse incinta, non lo aveva per nulla allarmato né messo a disagio, anzi, semmai il suo sorriso si sarebbe allargato. Dopotutto, a chi sarebbe potuto dispiacere avere un bambino con la persona che si ama? Dan non era esattamente il meglio del meglio quando doveva avere a che fare con i bambini, ma in quel caso era diverso, in quel caso il bambino, o la bambina, sarebbe stato frutto dell'amore che provava per la ragazza con la quale aveva scelto di unirsi. La strinse ancora di più a sé, quasi schiacciandola contro di lui.
    "Lascia stare, è tutto passato, piuttosto..."
    Avrebbe spostato un braccio da dietro la schiena della ragazza, portandolo invece sul suo ventre.
    "Sei incinta, vero? Me ne sono accorto."
    Dopotutto, perché altro aveva scelto di nascondere il proprio ventre al parcheggio? Conosceva Alexy, se fosse stato un semplice ingrassamento a lei non sarebbe importato nulla, e invece aveva deciso di nascondere quella parte del corpo quando lo aveva rivisto per la prima volta. Portando l'altro braccio, libero, alla sua nuca, avrebbe cominciato a massaggiarle tranquillamente quelle morbidose orecchie che tanto gli mancavano, per poi darle un ennesimo bacio. Non riusciva a trattenere l'affetto che voleva continuare a darle, specialmente dopo tutto quel periodo passato senza di lei.
    "Non ti abbandonerò, sta' tranquilla. Semmai, ora ho solamente un motivo in più per non allontanarmi neanche per un istante."
    E con ciò, avrebbe atteso un'eventuale risposta da parte della volpina, dandole una gioconda ma dolce leccata sul naso con la propria lingua, quasi come se stesse tentando di dimostrare il proprio affetto in modo un pò più animalesco. Non lo aveva notato sino ad ora, ma quel vestito che la ragazza portava, da infermiera, era davvero... provocante. Si chiese per un momento se stesse implicitamente tentando di dirgli qualcosa, ma avrebbe atteso, prima di fare altro.
     
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    Si godette quell'abbraccio, tranquilla, fino a quando non sentì la mano di Daniel spostarsi dalla schiena al ventre. Alexy, a quel punto, avrebbe incominciato ad agitarsi ma sarebbe durato pochissimo, visto che il ragazzo stesso aveva capito che cosa nascondeva. Con il viso rosso d'imbarazzo avrebbe deviato lo sguardo, puntandolo sul petto del biondo.
    Uh-hm, prima avevo solo un sospetto però andavo sempre a istinto... solo ieri ho scoperto, o meglio, ho avuto una certezza su questo. Anche se non era difficile immaginarlo...
    Infondo, stare male come in quei giorni, ingrassare pur non mangiando beh, se non sei stupido o un malato mentale non è così difficile capirlo. Peccato che Alexy in quei giorni era straziata dal dolore, quindi non ci aveva nemmeno pensato. Il suo lieve stato d'agitazione venne totalmente calmato dai massaggi alle orecchie, tanto che incominciò, senza rendersene conto, ad andare con la testa incontro alle mani per poi spingersi verso il volto di Daniel quando questo la baciò, pure a lei erano mancate le sue labbra. Quando disse che non l'avrebbe mai abbandonata Alexy sentì uno scoppio di felicità, che dal petto si estendeva dentro tutto il corpo.
    Grazie...
    Gli occhi di lei scintillavano dalla felicità, per poi stranirsi un poco quando il biondo le leccò giocosamente il naso. Stava... provando ad essere più animale? Le stava implicietamente dicendo di lasciarsi andare e mostrare tutta la sua parte animale? Non capiva. Però una cosa la fece e di cui non si sarebbe di certo pentita. Reclinando un poco la testa e abbassando le orecchie avrebbe avvicinato la bocca al mento del ragazzo, per poi mordicchiarlo piano. Sembrava quasi un gesto di sottomissione, da un occhio esterno. La volpina, subito dopo, avrebbe spinto la testa contro quella del ragazzo, come a chiedergli più coccole. Non riuscendo più a trattenersi la ragazza avrebbe detto, piano ma decisa, quel che pensava in quel momento.
    Uff, è inutile. Per me credo sia impossibile arrabbiarmi contro qualcuno, sopratutto contro di te... Mi mancavi.
    Infine, per sottolineare le sue parole, avrebbe avvolto la sua coda intorno ai fianchi del ragazzo, per stringerlo un poco più a se. Il vestito, grazie ai suoi veri movimenti, si sarebbe lievemente aperto, visto che questo aveva una spaccatura, scoprendo un fianco e la gamba della ragazza . Praticamente a tenerlo su vi era solo il bottone davanti alla spalla sinistra della ragazza. Sotto, Alexy, portava solamente il suo intimo. Ecco perché stava comoda, perché quel vestito, per quanto sembrasse stretto, non lo era. Era come un lenzuolo intorno alla figura della volpina.
     
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  8. QuerulousDemi
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    Immediatamente dopo averle offerto quel buffo pegno di amore, leccandola, Alexy avrebbe risposto piegando il capo verso il basso, le orecchie mimando quel gesto abbassandosi, per poi mordergli il mento lievemente. Afferrò quel gesto immediatamente e, seppur inizialmente sgranò gli occhi lievemente sorpreso, un sorriso malizioso velocemente si sarebbe fatto strada lungo il suo volto, mentre una vampata di calore cominciava ad invadergli il corpo, riscaldandosi, aiutato dalla temperatura estiva. Abbandonò le orecchie della volpina per portare la mano sotto il suo mento, per alzarlo e dirigerlo di nuovo verso la sua bocca, per consumare di nuovo un bacio questa volta assai più gustoso e passionale, invadendo la bocca della sua amata per poi attorcigliare la propria lingua alla sua, saggiando soddisfatto la sua saliva mentre non accennava a voler chiudere gli occhi, fissandola dritta in volto mentre sempre più voglioso notava con piacere il rossore presente su quel faccino che ormai lo teneva infatuato. Dopo un buon mezzo minuto passato puramente a degustare pienamente quel sapore del quale era stato privato per un periodo che gli sembrò un'eternità, finalmente decise di staccarsi dalle labbra della ragazza, rimanendo tuttavia a guardarla, sul suo volto sempre dipinto quell'espressione maliziosa e perversa che non accennava a volersene andare.
    "Tranquilla, neanche io sono arrabbiato, però..."
    Mentre lasciava ponderare la volpina, instaurando dubbio nella sua mente, magari tormentandola che qualcosa fosse andato storto, avrebbe lasciato scivolare la mano che precedentemente era sul ventre lungo la sua schiena dopo averla apparentemente riabbracciata vicino al bacino, per poi, tuttavia, raggiunto il rialzo che si era creato verso la fine dell'indumento da infermiera a causa della coda che fuoriusciva, avrebbe inserito la mano all'interno del vestito, andando a fermarsi sull'attaccatura dalla quale cominciava la morbida coda della ragazza, cominciando a massaggiarla, stimolarla, e giocando con essa, mentre continuava a tenerle il mento, curioso di osservare quel dolce faccino il quale ciò nonostante amava vedere occasionalmente sognante e parzialmente deformato dalla pura goduria.
    "Sei stata un'infermiera cattiva. Mi hai punito... è solo giusto che io punisca te, ora. No?"
    Daniel non era esattamente conosciuto per la sua perfidia, ma a letto, nonostante dopo aver incontrato la dolce Alexy non avesse più avuto contatti con altre ragazze né rapporti se non solo lei, precedentemente gli era stato insegnato ad essere assai più selvaggio, lascivo e soprattutto dominante. Il fatto che tutto ciò non gli dispiacesse affatto durante il rapporto era indice che effettivamente questo era il suo vero volto nelle coperte. Una belva perversa che voleva possedere a tutti i costi la sua partner. Senza preavviso si sarebbe fiondato sul collo della ragazza per prima baciarlo poi quasi morderlo, per poi scendere, dirigendosi su quel maledetto bottone che gli impediva di vedere in tutto il suo splendore la sua amata, mentre si poneva sopra di lei e non più al suo fianco, quasi come a volerle bloccare la fuga. Con una forza quasi famelica lo avrebbe strappato con i denti e gettato lontano dai due, aprendo il vestito con la mano che precedentemente era sotto il mento della ragazza, finalmente poteva vedere quel corpo che così come colei che risiedeva in esso tanto bramava. Se Alexy aveva potuto notare come l'astinenza e il tempo per identificarsi avessero reso il suo compagno assai più bestiale del normale, il suo compagno d'altro canto sicuramente si era accorto che se la gravidanza aveva leggermente rigonfiato il ventre della volpina, aveva anche notevolmente 'rigonfiato' anche i suoi seni. Affamato di piacere ma soprattutto dell'ibrida si sarebbe gettato con la bocca sui suoi seni, lappandoli e succhiandoli, mentre la mano libera andava a tormentare la bocca della giovane, infilando in essa il pollice mentre la mano teneva saldo il capo, prepotentemente. Cominciando a raggiungere l'apice della sopportazione mentre nei suoi pantaloni un disagio sempre più crescente cominciava a farsi sentire, la mano che prima stava tormentando l'attaccatura della coda ora avrebbe cambiato obiettivo, decidendo invece di andare in mezzo alle gambe della volpina. Con foga avrebbe preso a stimolarla anche lei, strofinando indice e anulare contro le mutandine. Il ragazzo era chiaramente molto più voglioso del solito, probabilmente ad essere colpevoli erano proprio quel periodo di tempo passato in solitudine e il ritrovato amore per Alexy.
     
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    Si lasciò coccolare tranquilla fino a quando la mano dalle sue orecchie si sarebbe spostato sul suo mento, alzandolo. Avrebbe rilasciato un gemito deluso peccato che il bacio che arrivò non avrebbe permesso che questo nascesse. Senza aspettare minimamente la ragazza avrebbe portato le mani sul collo del ragazzo, ricambiando il bacio con altrettanta passione. Però, invece di tenere gli occhi aperti come il Reyes, lei li avrebbe chiusi. Intrecciando le loro lingue e i loro sapori fece accendere un poco la volpina. Il ragazzo, dopo essersi staccato da lei, le disse che non era nemmeno lui arrabbiato lasciando comunque un “Però” finale. Alexy l'avrebbe guardato stranita, non capendo fino a quando il ragazzo portò di nuovo la mano dietro la sua schiena, la stava di nuovo abbraccaindo? No, la mano si sarebbe spostata più in basso, andando verso l'attaccatura della sua coda. Visto i vari movimenti che stavano capitando nel letto il vestito si sarebbe aperto completamente sul fianco, così pote percepire le dita di Daniel su quel punto. Un gemito di pura estasi lasciò la bocca della ragazza mentre inarcava la schiena di scatto. Il viso della ragazza non era contorto dal piacere, aveva sempre quel minimo di eleganza, almeno prima di distruggersi completamente. Avrebbe provato a scuotere la testa, visto che il piacere era troppo. Poteva sembrare come una risposta negativa alla domanda secondaria che fece Daniel stesso ma lei non ci fece caso. Sentì il suo collo baciato per poi essere morso dalla bocca del biondo, si sentì incredibilmente piccola quando il ragazzo si alzò sopra di lei, togliendole il bottone che teneva unito quel vestito. Poi, con la mano che era sul collo, sarebbe sceso per aprire quel, ormai, lenzuolo di scorta. Visto che Alexy sotto portava solo le mutandine e non il reggiseno questo si sarebbe mostrato in tutta la sua bellezza davanti agli occhi famelici di Dan. Esso si era gonfiato, insieme al suo ventre, rendendolo assai più appetibile. Spiccavano sulla pelle bianca due bottoncini rosa, quelli che erano i capezzoli della ragazza. Alexy con voce acuta avrebbe espresso il piacere che provava quando questo le succhiò i capezzoli, resi molto sensibili sia dalla gravidanza che dalla stimolazione dietro. Non si ribellò quando questo le infilò il pollice in bocca, tenendole così la testa, troppo persa in quel mare di sensazioni. Il suo corpo, prima teso grazie alle stimolazioni, si sarebbe rilassato per qualche attimo quando questo abbandonò la sua posizione dalla coda di lei. Però non sarebbe durato molto visto che avrebbe percepito le dita del biondo strofinare contro il suo sesso, coperto dall'intimo. Daniel avrebbe potuto tranquillamente percepire come il pezzo di cotone che stava toccando si stava bagnando velocemente. Per istinto allargò le gambe in modo che il ragazzo potesse infilarcisi all'interno.
    La coda della ragazza era ancora legata ai fianchi del ragazzo e non era intenzionato di lasciarli.
    Alexy, prima di guardare negli occhi l'amato avrebbe pronunciato il suo nome in tono lamentoso, trovava ingiusto che fosse lei l'unica svestita.
     
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    Alexy si stava pacatamente abbandonando ai desideri di Daniel, assecondandolo, o meglio, non resistendo neppure per un istante a ciò che il ragazzo le stava facendo. Mentre con una voglia sempre più crescente e famelica continuava a lappare i deliziosi capezzoli della volpina, con piacere avrebbe potuto notare che in mezzo alle gambe, le sue mutandine avevano cominciato ad inzupparsi piuttosto rapidamente. Sorrise ancora di più, malizioso, quando notò che aveva allargato le gambe. Non importava se fosse stato per istinto o meno: nella mente ormai completamente persa nella lussuria del biondo quello era un altro chiaro gesto di pura sottomissione. Non voleva fermarlo, ma anzi, stava praticamente pregandolo di continuare. Nel frattempo la coda legata ai suoi fianchi lo invadeva di una dolcezza che tuttavia a causa di quello spettacolo stava lentamente venendo meno, sostituita solamente dalla voglia di sesso sfrenato e completamente incontrollato. Si sarebbe staccato da lei momentaneamente per ergersi sopra d'ella, il suo volto quasi distorto ormai dalla malizia.
    "Hai ragione, così non è giusto."
    Sorridente, avrebbe portato la mano, quella il cui pollice era precedentemente stato occupato a violare la bocca della ragazza, di fianco a sé, per poi schioccare le dita. Immediatamente da dietro la schiena di entrambi avrebbe cominciato a risonare un sigillo, che Dan aveva applicato su sé stesso tempo prima, mentre sulla ragazza solo poco tempo fa, nel parcheggio. I vestiti di entrambi scomparvero immediatamente, andando a misteriosamente rifugiarsi dentro quel misterioso simbolo. Ora tutt'e due erano completamente nudi, e se da una parte il Reyes poté notare con piacere che il sesso della sua ragazza fosse completamente bagnato, probabilmente pronto all'azione, allo stesso tempo Alexy avrebbe potuto vedere fra le gambe del suo amante ergersi più pulsante e grande che mai il membro d'egli, visibilmente pronto anche lui a darci dentro. C'era anche da notare, tuttavia, che oltre a quel mastodontico affare, vi era anche una peculiarità nel fisico di Dan, che la volpina aveva potuto notare, probabilmente, anche al parcheggio. Sul suo petto vi era visibile un'enorme cicatrice a forma di X, la quale tuttavia appariva essersi ormai richiusa. L'ibrida tuttavia non avrebbe avuto il tempo di ponderare o farsi domande. Immediatamente Daniel si sarebbe fiondato sulla sua vagina, non con la propria verga come ci si sarebbe potuto aspettare bensì con le proprie labbra. Mentre con le braccia teneva allargate le gambe di lei, spalancandole quasi prepotentemente, con la bocca avidamente avrebbe cominciato a saggiare quella zona dal dolce sapore, immergendo prima la lingua nel sesso della ragazza, degustando i suoi umori, andando poi a stuzzicare il clitoride con morsi e leccate varie, per poi passare poi ad una vera e propria penetrazione con la lingua.
     
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    Vederlo li, sorridere, per lei era come acqua fredda in un deserto. Alexy si scopriva sempre più innamorata del suo sorriso, in ogni sua forma. Dopo che il biondi si saziò dei suoi seni si staccò dalla ragazza, spostando la mano che era a tenere fermo il capo della ragazza, la volpina avrebbe posato le proprie mani sul materasso, in modo da darsi una lieve spinta così che il busto si alzasse un poco per osservare quel che faceva. Corrugando la fronte avrebbe osservato come schioccava le dita e i vestiti, suoi e di Daniel, scomparivano. Che avesse un potere simile al suo? Si domandò immediatamente per poi smentirsi, nei giorni precedenti aveva notato una roba strana sulla schiena, come se fosse un sigillo. Probabilmente era un'arte magica quella che aveva usato. Peccato che non ebbe molto tempo per pensarci visto che venne rapita dalla visione di una cicatrice, presente sul petto dell'amato. Una a forme di croce, quella che aveva intravisto al parcheggio. Avrebbe volentieri fatto domande, vista la sua natura curiosa, ma si trattene notando il membro del biondo. Non se lo ricordava così grosso. Le gote di Alexy s'accesero di un intenso rosso, facilmente notabile, mentre questa deviava lo sguardo. Però di nuovo non ebbe modo di fare molto, visto che il ragazzo si fiondò contro il suo sesso. Spalancando gli occhi e reclinando indietro la testa, il corpo scosso da brivi continui. Chiamò il nome di Daniel un paio di volte mentre percepiva il proprio bassoventre riscaldarsi e lasciar colare i suoi umori. Daniel, immergendo la lingua dentro il sesso della volpina, avrebbe potuto percepire come fosse diventata stretta. Infondo, pure lei, l'ultimo rapporto che aveva avuto era con lo stesso ragazzo che ora la stava stimolando.
    DAh-dan, Ah-spetta! Ti vogliOh dentro...
    Non ebbe nemmeno bisogno di allargare bene le gambe, visto che questo gliele aveva allargate di prepotenza. Come la prima volta avrebbe provato ad alzarsi, stavolta invece di prenderlo per i capelli e tirarlo su gli avrebbe schioccato vicino alle orecchie le dita, attirando la sua attenzione verso la ragazza. Qual l'ora l'avesse fatto avrebbe potuto notare, dalla sua posizione, come gli occhi della volpina fossero lucidi e carichi di piacere, come le sue labbra fossero arrossate e lucide. Era chiaro l'intento di Alexy, voleva baciarlo ma prima di fare qualcosa l'avrebbe chiesto. Praticamente si era completamente sottomessa al ragazzo, non avrebbe rifiutato nulla e prima di fare qualcosa avrebbe chiesto. Chiaro segno che quella volta non avrebbe preso il "comando". Anche perché oramai non vi era la parte folle che l'aiutava a essere intraprendente.
     
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    Sentì la sua volpina lamentarsi vogliosa, affermando di fermare quelle provocazioni e passare al vivo dell'azione. Continuava imperterrito tuttavia a gustarsi i suoi dolci liquidi, e probabilmente avrebbe continuato a lungo, se non fosse stato per un richiamo, quasi, ricevuto grazie allo schiocco delle dita vicino alle sue orecchie. Leccandosi le labbra ancora bagnate dagli umori di lei avrebbe finalmente destato il capo dal sesso della ragazza, per tornare a guardarla in volto. I suoi occhi erano sognanti e pieni di puro piacere, e le sue labbra invitanti e sensuali come non mai. Voleva gettarsi e reclamare di nuovo quelle labbra che ormai aveva marchiato come sue, ma un'idea ancor migliore gli passò per la mente. Con fare accattivante e malizioso più che mai avrebbe portato la mano sinistra di nuovo sotto il mento della volpina, alzandolo verso l'alto, per poi non consumare di nuovo un bacio bensì provocarla, limitandosi a leccare lentamente le sue labbra, dal basso verso l'alto, per poi sussurrare con voce perversa.
    "Chiudi gli occhi."
    E non appena avrebbe fatto ciò, Daniel in un attimo avrebbe materializzato nella sua mano destra cinque pillole, ognuna di un colore diverso, rispettivamente una Maiden, XLR8, Sense, Milkyway e Maso. Senza nemmeno un filo di dubbio nella sua mente, senza esitare le avrebbe messe in bocca senza tuttavia ingoiarle e, baciata la ragazza, affondando di nuovo la lingua dentro la sua bocca, le avrebbe spinte tutte e cinque dentro di lei, per poi staccarsi rapidamente da ella e godersi il cambiamento. D'altro canto, tuttavia, proprio mentre osservava lo spettacolo, anche lui avrebbe sfruttato le droghe: con enorme piacere avrebbe questa volta fatto apparire nella sua mano non cinque, ma ben sei pillole. Una Zoozoo, una XXL, una XLR8, una Sado, due Ditto. Dopotutto, aveva dato alla ragazza una combinazione che sicuramente non l'avrebbe spinta terminare il rapporto troppo presto, e lui doveva essere in grado di soddisfarla, o meglio, di sopraffarla dal piacere. Doveva farla annegare nella soddisfazione, voleva farla svenire a causa dell'eccessiva goduria. Tutto d'un fiato avrebbe buttato giù le sei pillole, e gli effetti sarebbero stati mostrati alla ragazza sin da subito: Daniel raggiunse il metro e novantacinque di altezza, e, mentre le sue caratteristiche fisiche cambiavano, una coda dietro di lui spuntava, le sue unghie e i suoi denti si facevano affilati come rasoi e i suoi muscoli diventavano assai più scolpiti e possenti, l'obiettivo principale del cambiamento sarebbe stato proprio il membro che aveva fatto arrossire e distogliere lo sguardo alla ragazza. Diventato più grosso e quasi imponente grazie alla trasformazione in belva felina, raggiungendo già di suo una grandezza che nessun uomo avrebbe mai potuto neanche sognare, grazie alla XXL tale grandezza sarebbe stata persino raddoppiata, arrivando ad una enormità che metteva un serio dubbio: sarebbe riuscito ad entrare? Scherzando e ridendo la misura raggiunta dall'affare di Dan era più o meno simile a quella dell'avambraccio di un uomo adulto ben allenato. Largo, lungo e insomma mastodontico. Come se non bastasse, rispettivamente dietro Alexy e di fianco a Dan sarebbero comparse due copie portanti anche loro le stesse 'prestazioni' dell'originale, fameliche e vogliose proprio come lui, ora più che mai. Oltre a quei cambiamenti fisici tuttavia, nella mente del Reyes si sarebbe cominciata a fare largo anche una sensazione di estremo sadismo. Con occhi sempre più maliziosi, sì, ma questa volta maliziosamente alla ricerca di dolore nella sua compagna, fissava la ragazza. Le avrebbe dato tempo giusto per verificare cosa le era successo, dopodiché, le sarebbe saltata addosso, senza pietà. Il desiderio che provava ora non era più simile ad uno di pura e semplice lussuria, di abbandonarsi e diventare lascivo, ma il suo cervello ora gli imponeva di bramare qualcosa di più violento, più nocivo... quasi un vero e proprio stupro. Se prima il suo pensiero era di far provare più piacere che poteva alla sua partner, ora invece era puramente quello di svuotarsi dentro di lei, completamente, ma a causa dell'XLR8 nessuno dei tre Dan, probabilmente, avrebbe presto finito di completamente svuotarsi all'interno della forse sfortunata volpina. Mentre i due davanti a lei attendevano impazienti, quello dietro già si sarebbe fiondato, su d'ella, andando ad afferrarla violentemente, passando il braccio destro lungo il suo ventre per poi tirarla a lui, mentre con il sinistro le alzava il volto verso il proprio. Bramoso di sentire ancora una volta la sua lingua avrebbe affondato la propria nella bocca della ragazza, ma Alexy avrebbe potuto notare un piacevole, o forse spiacevole, particolare: la lingua della mutata copia era assai più grande del normale, proprio come quella di un vero e proprio leone, e le stava interamente riempiendo la bocca, quasi raggiungendole la gola per strozzarla, mentre dall'esterno gli altri due avrebbero potuto chiaramente vedere, e percepire, che la possente lingua quasi sfigurava la pelle del volto della ragazza a causa dell'eccessiva grandezza.
     
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    Rilassò impercettibilmente il ventre appena il ragazzo smise di stimolarla, si guardarono per un attimo negli occhi e la ragazza pote notare come si fosse leccato le labbra, ancora bagnate dai suoi umori, facendola arrossire ancora. Si trovò spaesata quando questo si alzò, lasciando le sue gambe, per afferrarle il viso con una mano in modo da alzarglielo. Peccato che non la baciò ma bensì provocò, leccandole le labbra, per poi sussurrale con un tono di voce che raramente aveva sentito dal ragazzo di chiudere gli occhi. Corrugando gli occhi lo avrebbe fatto, nascondendo le iridi azzurrognole, dopo poco tempo avverti le sue labbra aprirsi, per accogliere la lingua di Daniel insieme a qualcos'altro. Pillole? Un breve flesh, che vedeva il suo passato dopo il suo primo combattimento, dove il capo dell'Umbrella aveva fatto più o meno la stessa cosa, facendole ingerire una strana pillola. Peccato che tale capo nella sua mente non aveva forma o viso, chiaramente o si era dimentica di lui o semplicemente non era importante per lei. Appena Alexy sentì scivolare in gola le pillole - ne aveva prese cinque? - si sarebbe staccata si scatto, per tossire un poco.
    Cos-
    Nemmeno il tempo di chiedere che sentì il proprio corpo cambiare, non avvertiva stanchezza o altro, il suo corpo era estremamente sensibile tanto che i capezzoli si sarebbero immediatamente inturgiditi facendo uscire pure del latte! Cosa diavolo le aveva dato? Per di più la pillola maso, nella sua attuale situazione col sigillo, non era decisamente una delle migliori idee. Alexy avvertì un senso di sottomissione, voglia di sentire dolore sempre più crescente, voglia di essere dominata. Il suo corpo ebbe un ulteriore “evoluzione” se si può dire... Le pupille della volpina divennero a fessura o meglio, allungate. Probabilmente era l'influenza della parte folle, che come fumo provava a uscire dalle fratture che si erano create grazie a quel periodo stressante. Dopo aver capito, più o meno, quel che era accaduto al suo corpo avrebbe guardato quello di Daniel trovandosi a fissare un essere decisamente più alto di lei, che quasi la schiacciava con la sua stessa ombra. L'aspetto del ragazzo era mutato, diventando più animalesco e decisamente appetibile. Probabilmente quest'ultimo pensiero le era stato dato dall'influenza della parte folle che seppur sigillata osservava quel che accadeva. Si sentì esaltata, senza apparente motivo, vedendo altri due Daniel. Uno dietro di lei e un altro di fianco al ragazzo originale. Con un gemito di sorpresa accolse la mano intorno al suo ventre, avrebbe per un attimo guardato negli occhi l'amato copia che le aveva girato la testa verso sinistra. Spalancò gli occhi per poi chiuderli con forza appena questo la baciò, la lingua della copia riempiva completamente la bocca della ragazza peccato che... questa, invece di dimenarsi o fare altro, allungò le mani verso il volto del ragazzo per poterlo indirizzare meglio contro di lei, così che il bacio non fosse difficoltoso per entrambi. Si sarebbe lasciata soffocare, non importandole se il suo volto si deformava o altro, mentre percepiva il suo sesso grondare incessantemente umori.
     
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    Vedere la ragazza reagire in modo così lascivo e sottomesso, addirittura accogliendo quella lingua che di grandezza era seconda solo all'erezione del 'ragazzo', fece ghignare perversamente divertiti i tre. La copia impegnata a soffocare con un semplice bacio la ragazza le avrebbe preso le braccia, stringendole, mentre le portava lievemente via dal propri viso. Allo stesso tempo tuttavia avrebbe completamente allungato la lingua dentro di lei, raggiungendo in profondità la gola, per degustare appieno quel sapore e marcarla sino in fondo, nemmeno una parte della volpina doveva rimanere inviolata o non sua. Lei avrebbe potuto percepire chiaramente l'aria che cominciava a mancarle, iniziando a soffocare, le forze che le sarebbero venute sempre meno, ma proprio sull'orlo dello svenimento l'enorme lingua che la stava senza pietà invadendo si sarebbe ritirata, lasciandola respirare. Divertito avrebbe ancora tenuto il suo volto alzato con la mano per osservare la sua espressione un altro pò. Proprio mentre stava riprendendo fiato, tuttavia, anche il l'originale a l'altra copia si sarebbero messi in azione: senza preavviso o avvertimento alcuno avrebbero girato Alexy a pancia in giù, per poi strattonarla brutalmente verso di loro, alzandole il bacino. Per come era rivolta adesso il volto della ragazza si sarebbe non più ritrovato poco sotto il capo della copia che precedentemente la stava più che passionalmente baciando, bensì all'altezza del suo bacino. Davanti a lei ora avrebbe potuto nitidamente vedere il mastodontico membro della belva che, se già da prima appariva ben più grande e eccitato del solito, ora era il quadruplo più grosso, raggiungendo grandezze che sfioravano, anzi, andavano ben oltre il ridicolo. Mentre dietro di lei Alexy avrebbe potuto cominciare a percepire il suo orifizio posteriore iniziare ad essere stuzzicato dalle dita, o meglio, gli artigli dell'altra copia che con sempre maggiore veemenza muoveva senza troppi complimenti prima uno, poi due e poi tre dita dentro di lei, impaziente, l'originale si sarebbe diretto sotto di lei posizionandosi con lo stomaco rivolto verso l'alto, ma data la sua eccessiva altezza, avrebbe ben raggiunto il volto della ragazza, potendo ora anche lui godersi appieno la sua espressione sognante e persa nella lussuria, mentre con sempre maggior voglia strofinava il suo cazzo contro le labbra vaginali d'ella, bagnando il suo affare con quei dolci umori che prima aveva potuto gustarsi appieno. Non era abbastanza, tuttavia. Prima aveva visto il risultato delle pillole che egli le aveva dato, vedendo latte cominciare ad uscire dai turgidi capezzoli. Voleva assaporarlo, voleva saggiarlo. Con uno scatto quasi famelico le avrebbe afferrato i fianchi con entrambe le mani, per poi gettarsi a capofitto su quei seni che tanto amava. Questa volta, tuttavia, non si sarebbe limitato a leccarli e stuzzicarli. Prima con una violenza inaudita avrebbe morso uno dei capezzoli per tirarlo verso di sé quasi a volerlo staccare, per poi, dopo averlo lasciato andare, fiondarsi nuovamente su di esso e cominciare a succhiarlo proprio come un famelico cucciolo che voleva il latte della madre. Solo che qui vi era una netta differenza: il cucciolo si sarebbe presto saziato, lui no. Rimaneva a poppare sempre di più, e con ogni poppata anziché avvicinarsi alla sazietà la sua voracità, famelica, aumentava, mentre si poteva distintamente udire il suono del liquido colare giù per la gola sempre più assetata che per nulla accennava a fermarsi. Come se non bastasse, il membro davanti a lei si sarebbe fatto più vicino, mentre la copia che lo portava le avrebbe afferrato impetuosamente i capelli per portarla più vicino ad esso, fermandosi poi tuttavia non appena avrebbe toccato le labbra.
    "Ora, dimmi, Alexy... cosa vuoi?!"
    Le avrebbe quasi ruggito, gridandole. Il suo timbro vocale era assai più profondo e mascolino, non più giovane e arrogante come prima. Sapeva benissimo che la sua partner ora più che mai bramava l'unione, ma proprio per questo ne avrebbe tratto maggiore divertimento nel provocarla ancor di più. Voleva sentirselo dire, voleva sentire le parole che avrebbero marcato la sua influenza su di lei. Giusto per rafforzare il concetto, la copia davanti lei avrebbe preso a lentamente allontanare il suo enorme membro da lei ogni secondo che non avrebbe risposto, e questa volta non se la sarebbe cavata con uno scatto improvviso, dato che era tenuta ferma sia per i capelli che per i fianchi, mentre dietro di lei gli altri due aumentavano il ritmo di stimoli, pur non inserendo i propri giganteschi affari all'interno della ragazza.
     
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    Con maggior sottomissione si lasciava soffocare dalla lingua del Dan-copia, sentendo qualcosa di impercettibile ai tre dentro di lei. Il sigillo stava tremando. Percepì con abnorme garbo le sue mani venir allontanate dal viso della copia mentre la lingua dentro la sua bocca si allungava fino in gola. Mugolando piano di piacere avrebbe incominciato a muovere piano i fianchi, vogliosa. Quando incominciò a sentire le forse venir meno visto che non aveva più a disposizione molta aria il Daniel copia si allontanò, permettendole di respirare. Con la bocca lievemente aperta avrebbe fissato gli occhi del ragazzo, cercando di capire se si fossero schiariti o meno. Non ebbe però molto tempo per cercare di scoprirlo in quanto venne girata in modo da avere il ventre rivolto verso il basso per poi essere strattonata verso l'altra copia e l'originale. La ragazza punto le mani sul materasso, per non finire malamente a faccia in giù. Così facendo però si trovò davanti l'erezione del ragazzo copia con cui si stava baciando poco prima. Sotto di lei, invece, percepì un altro Dan, probabilmente l'originale visto che iniziò a strofinare il suo membro contro le labbra vaginali di lei. Sentirlo strusciare contro di lei, non sapendo di essere tornata vergine la sotto, la fece gemere. In più l'altra copia iniziò a toccare con le dita e a violarle l'ano, da un dito a tre. Gli umori di lei scendevano incessantemente e abbondantemente, lubrificando in modo a dir poco sublime l'erezione del compagno. Poco dopo si sentì afferrata per i capelli per poi avvertire la bocca famelica dell'originale andare sui suoi seni, mordendoli quasi come per staccarli per poi fiondarsi a bere il latte che usciva. Gemiti a dir poco acuti ornavano quelle stimolazioni mentre coda e orecchie erano rizzate in aria. La copia davanti a lei la prese per i capelli, avvicinando il suo sesso alla sua bocca fino a poggiarci le labbra. Voleva così tanto leccarlo, voleva lasciarsi soffocare... voleva che la distruggessero, che la violassero fino a farla svenire.
    Il ruggito del compagno mandò brividi lungo la schiena della ragazza, lo voleva sempre più...
    Dentro, vi voglio dentro...
    Mormorò sognante, prima che il membro della copia si allontanasse di molto. Non poteva nemmeno muoversi molto visto che la tenevano ferma.
     
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20 replies since 5/7/2015, 15:33   233 views
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