La Mascherata

x Hina

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    Era riuscita ad attirare l'attenzione di Caius con ciò che aveva detto, finendo il suo brindisi da solo visto che lei non aveva ancora il suo calice fra le mani. Adesso che lo aveva così vicino notò che effettivamente non percepiva più alcun segno della sua aura energetica. Come se fosse sparita totalmente, eppure lo aveva guardato tutto il tempo, non era andato via, non si era sbagliata nel percepirlo ne era sicura, allora cosa diamine stava facendo? Riusciva davvero ad annullare la sua energia? Era così che ingannava i nemici facendosi sottovalutare per poi coglierli di sorpresa e vincere? Aveva voglia di schiaffeggiarlo e urlargli in faccia di non fare il finto tonto, ma ovviamente non poteva e doveva trattenere la sua voglia di menarlo. Anche se il viso di Caius era coperto da una maschera si vedeva chiaramente che era giovane, sopratutto dai suoi occhi così arroganti... che prima o poi gli avrebbe strappato via dalle orbite, ma pazienza, per gustarsi la vittoria doveva prepararla, coccolarla e viziarla e solo alla fine ne avrebbe goduto appieno. Stava per cercare un'altro argomento per non farselo scappare quando una nuova melodia attirò l'attenzione di Caius. Capì già dallo sguardo cosa stava per chiederle e dentro di sé già si ribellava all'idea di stare ad un contatto così diretto con lui. Posò lo sguardo verso Iwan quasi come a volergli chiedere assistenza, ma il ragazzo cercò di incoraggiarla. Strinse i denti con forza, fortunatamente con il tipo di maschera che indossava Caius non l'avrebbe mai potuto notare. Tirò fuori il suo sorriso più falso del repertorio e accettò la mano di Caius, sentendo già il ribrezzo per un tale atto. Era un ballo dopotutto, poteva resistere, aveva vinto i suoi impulsi più nefasti, poteva farcela ne era sicura.
    Non le sfugge nulla, sì sono una signorina senza impegni. disse con tono tranquillo. Nella sua ingenuità non si rese conto di avergli appena detto che era disponibile e felice di esserlo per lui. La recita tuttavia doveva andare avanti, e Rachel escogitò un metodo per non farsi beccare e allo stesso tempo non sentirsi soffocare dal contatto diretto con un uomo. Il vestito intero le permetteva di nascondere sotto la stoffa le porzioni di carapace fatta di fibre nere, anche se lui avesse sbirciato nella scollatura avrebbe potuto scambiarlo per un intimo molto nero e stuzzicante. Si unirono alle danze e nel momento in cui le mani si incrociarono e lo sentì così vicino, avvertì chiaramente l'impulso di spingerlo via ma lo trattenne con la forza, tant'è che sembrò un tantino più rigida nel ballo. Gli pestò perfino un piede, godette di quel piccolo incidente ma si finse dispiaciuta.
    Scusi la mia goffaggine, non sono una brava ballerina. disse abbassando lo sguardo come farebbe una qualsiasi donna timida, ma in cuor suo Rachel ghignava divertita.
    Ho notato che l'imperatore non è ancora arrivato, secondo lei ci degnerà di una sua visita o lascerà il piacere a sua eccellenza Zaborg? chiese giusto per intavolare un argomento e vedere che reazioni avrebbe avuto.

    Edited by AdolfHINA - 26/6/2015, 13:42
     
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    Rachel stava giocando su un misterioso campo minato che rischiava di non darle molte soddisfazioni. Dopo essersi unita a Caius nel ballo, il suo tentativo di sembrare impacciata non solo passò inosservato, ma divertì perfino il ragazzo che ridacchiando ,accolse quella dimostrazione di goffaggine come un invito.
    Non temete, seguite i miei passi... lasciatevi trascinare...
    Il suo tono di voce si abbassò e mentre il ballo raggiungeva il culmine l'imperatore si avvicinò a lei, mettendo a contatto ogni possibile parte del corpo e scandendo un ritmo incalzante e deciso, a meno che Rachel non avesse usato al forza le sarebbe stato impossibile anche solo pestargli i piedi, e non poteva assolutamente permettersi simili dimostrazioni in quel momento. Scambiando quel complesso di gentilezza e sottomissione per una disponibilità pressoché illimitata, Caius aveva già deciso che non avrebbe mollato la preda per nulla al mondo e cavalcando la scia del discorso appena preso confessò i suoi pensieri alla misteriosa danzatrice sbadata.
    L'imperatore ha ben altro a cui pensare, a differenza di quello che si dice egli combatte in prima linea contro gli oppositori e le minacce, ma non sempre lo fa alla luce del sole. Cos'è un'eroe senza i riflettori dopotutto? Solo un semplice uomo. Non mi fraintenda farò tutto meno che giustificarlo, ma fintanto che vivrò in questa nazione saprò avvalermi di un ragionevole dubbio a proposito di chi la protegge...
    Dopo quelle parole, Caius allontanò leggermente il volto dal corpo di Rachel per poterle scambiare un altro sguardo soddisfatto e furbesco, sembrava davvero contento di quel contatto fisico così intenso. D'altro canto Iwan stava iniziando a sudare freddo: fu un crescendo decisamente rapido a salire, prima la gelosia di Caius che toccava la sua padrona, poi la consapevolezza che tutto quel contatto rischiava di farla esplodere da un momento all'altro, infine entrambe le cose insieme. Ma proprio come si stava sforzando Rachel doveva trattenersi anche lui, quindi rimase in silenzio e in disparte nell'ignara speranza di poter ricavare qualcosa da quell'immane disagio.
     
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    A dispetto del suo disagio e di quello di Iwan, alla fine Rachel era riuscita ad attirare l'interesse dell'imperatore. Sentendosi stringere all'uomo si irrigidì ancora una volta, questa volta le mani spinsero un pochino ma prima che potesse mettere troppa forza si frenò. Trattenne il respiro e strinse i denti, alcune ciocche di capelli si mossero, la carapace nascosta sotto al vestito si strinse a lei. Il disagio iniziò a crescere sempre di più, le sembrava di percepire con più chiarezza le mani di Caius che la tenevano e la stringevano, per un attimo le sembrò perfino di percepire il suo respiro sulla pelle. Si sentì come bloccata dalla presa di Caius, ebbe la sensazione di soffocare, la mente vacillò, si voltò con la testa quasi come se volesse trovare una via di fuga e in quel momento vide Iwan, notò il suo sguardo. Ricordò ciò che aveva costruito con lui e le sue ragazze, ricordò che non era sola e che Iwan stava vegliando su di lei. Chiuse gli occhi e scacciò via ad una ad una le voci che sibilavano nella sua testa. Doveva domare quella paura, era lei la più forte, non poteva permettergli di sopraffarla così facilmente, non stavano danzando, stavano lottando. Grazie a quel pensiero la mano di Rachel si agganciò con forza alla mano di Caius, non era lui che la stava tenendo ma lei che lo aveva intrappolato, anche la mano sulla spalla dell'uomo lo afferrò con più decisione: era lui nelle sue mani, non il contrario. Lo sguardo di Rachel divenne molto più agguerrito di prima e ascoltò le parole dell'uomo, rimanendoci anche un tantino perplessa: si stava praticamente elogiando da solo, difendendosi da strane accuse del pubblico. Il messaggio che più gli fece ribrezzo era la motivazione per cui combatteva: difendere gli altri.
    So che l'imperatore è stato destinato al suo ruolo fin dalla nascita. Gli avranno insegnato tutto, anche a cosa pensare in quanto imperatore. Crede davvero che combatte per difenderci per suo volere e non perché è un suo dovere? Perché mai un giovane dovrebbe combattere per un popolo di sconosciuti? Pensa forse che il suo popolo lo ami? Abbiamo perso altri monarchi, non ho mai visto la città in lacrime. Farebbero un funerale costoso e sfarzoso, per una settimana se ne parlerebbe sui giornali e sul web, poi arriverebbe il nuovo imperatore, urleranno il suo nome augurandogli lunga vita. Cosa ne ha guadagnato Caius? Solo una lotta continua senza mai godersi la vita, quindi se Caius è intelligente quanto dicono, mi chiedevo: combatte davvero per noi? O lo fa per un personale appagamento? fissò negli occhi il suo interlocutore mentre parlava, curiosa e avida di poter leggere una reazione dal suo sguardo. Era davvero un idiota convinto di essere l'eroe della nazione, oppure erano più simili di quanto pensasse?
     
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    Il rinsavire di Rachel non turbò Caius, anzi ai suoi occhi sembrò una presa di posizione, per lui Rachel non aspettava altro che finire nel suo fascino e pur sbagliandosi non poteva assolutamente lasciarsela scappare. Le parole della donna però, non provocarono in lui nessuna reazione strana, se non una leggera risata di biasimo, come se in realtà Rachel non avesse capito assolutamente nulla.
    Ehehe... lei signorina parla come se un Imperatore potesse o anche solo desiderasse essere una persona normale...
    Non aveva ancora finito, ma si concesse una pausa durante la quale cercò il suo sguardo e si lasciò trasportare dalla melodia del valzer.
    Nel bene e nel male, non cambia niente. Puoi scegliere se essere un giusto e difendere il tuo popolo, oppure un tiranno e combattere costantemente per mantenere la tua precaria posizione. Conquistare non è un dono, non è una dimostrazione, è una maledizione.
    Per un attimo il suo sguardo parve farsi estremamente serio, ma dopo pochi passi sollevò rapidamente le spalle, ghignando serafico.
    Ma l'ordine è più importante dei bisogni del singolo, quindi è necessario. L'unica fortuna è che non sia capitato a noi, così che possiamo goderci questa splendida serata.
    L'ultima parte della frase non fu priva di enfasi e malizia. E proprio come lo aveva agguantato lei, Rachel si sarebbe sentita presa da lui, come se avesse accettato la sfida, un braccio di ferro elegante e leggiadro ma non privo della volontà di sopraffare l'altro. In quel momento erano legati indissolubilmente, molto più che dal mero destino. La carne e il sangue che presto si sarebbero versati iniziò a ribollire, ma nello sguardo dell'Imperatore non c'era spazio per la violenza ora, ma solo per il confronto.
    Concedetemi il resto della serata, solo io e lei. Sarà un ricordo da conservare o un momento da gettare via come queste maschere quando sarà tutto finito. Non importa, ciò che conta è assaporare il momento, e ciò che desidero ardentemente io è assaporarlo con lei. Nessun nome, nessun impegno, nessuna promessa.
    Abile nel leggere il labiale, Iwan osservava la scena ancora estremamente teso come la corda di un violino. Non temeva che Rachel potesse venire meno alla sua fiducia, bensì temeva nell'esplosione d'ira della donna. Cosa fare a quel punto? Consigliarle di andare avanti era il suo compito, ma non era del tutto sicuro che corrispondesse anche ai suoi desideri. Il solo pensiero che quel biondo potesse mettere le mani sulla sua regina lo faceva ribollire di rabbia, ma si erano spinti così avanti, così lontano. Valeva la pena lasciar perdere proprio ora?
     
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    Stava per venirle un tic nervoso all'angolo delle labbra quando lo sentì parlare dell'imperatore in quel modo sicuro di sé, affermando che era superiore a qualsiasi altra persona. Non aveva reagito alla sua piccola provocazione, come se fosse abituato a certe cose: quel maledetto si divertiva in quel modo spesso a quanto pare. Ghignò divertita alla bugia che aveva detto parlando di desideri che non avrebbe avuto come gli altri. Altroché se aveva desideri di uomini normali altrimenti non sarebbero stati così appiccicati e non l'avrebbe tenuta stretta a sè come se volesse sentire il morbido dei suoi seni. Le disse una cosa che attirò la sua attenzione: conquistare era per lui una maledizione. Così aveva detto, quindi lui non amava stare al potere ma era comunque comodo starci. Combattere per il popolo non era che un modo per tenersi il suo ruolo senza rischiare che la gente si lamentasse di lui o si ribellasse. Era sprecato, avere così tanto potere e non sfruttarlo era un enorme spreco. Caius quindi compiva il suo dovere perché gli toccava e pensava fosse giusto farlo, non perché era un suo desiderio innato, doppio spreco secondo il parere di Rachel. Che non si godesse la vita però iniziava a dubitarne, stava lì che tentava di sedurla e non perse tempo a chiederle di dedicargli il resto della serata solo loro due. Si irriggidì, ebbe la forte tentazione di cercare Iwan e ordinargli di intervenire con lo sguardo ma si trattenne. Era un'occasione unica, non le sarebbe capitato di stare da sola con l'imperatore. Maledì se stessa per non aver pensato di portarsi Vladimir, lei poteva assumere il suo aspetto e sedurlo in modo migliore e ucciderlo proprio mentre si univano nelle carni. Avrebbe raccolto anche preziose informazioni mentre lo uccideva, invece il destino volle che toccasse a lei. Iniziò a pensare che quella battaglia interiore sarebbe stata molto più dura di una battaglia fisica a suon di poteri. Si sforzò tanto ma riuscì a sorridergli, fortuna che portava la maschera che mostrava solo i suoi occhi di ghiaccio. Non doveva infuriarsi perché Caius cercava di sedurla, doveva cogliere la palla al balzo, e nessun trauma al mondo poteva impedirle di pensare che era un'occasione parecchio ghiotta per lasciarsela sfuggire.
    Solo io e lei... nessuna promessa... fece soppesando quelle parole a voce alta e recitando la parte della fanciulla affascinata da cotanto abbordaggio.
    Qui sarà difficile stare da soli, dove vuole portarmi? chiese con un tono malizioso. Si sorprese di se stessa, non aveva mai provato a fare una cosa del genere, e doveva ammettere che era dannatamente difficile. Stando attenta che non la guardasse, cercò lo sguardo di Iwan, quando lo avrebbe incrociato avrebbe cercato di fissarlo seria muovendo lo sguardo da lui a Caius. Sapeva che lo sguardo avrebbe attirato l'attenzione del suo compagno, e sapeva che avrebbe capito che doveva stare all'erta e attento. Avrebbe voluto dirgli di seguirli di nascosto ma non sapeva esattamente come mandargli il messaggio. Confidava nel fatto che Iwan non avrebbe mai permesso a nessuno di portarla via come se nulla fosse.
     
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    Lo sguardo di Rachel arrivò ad Iwan forte e chiaro, il ragazzo scambiò rapidamente gli occhi con la sua padrona puntandoseli con l'indice e il medio, per poi indicare lei con gli stessi, il messaggio era chiarissimo: "ti tengo d'occhio". Poteva stare tranquilla, Rachel non avrebbe fatto un solo passo senza Iwan, a costo di imparare a diventare invisibile. D'altro cento l'Imperatore sfoggiò un sorriso molto trattenuto, forse non voleva farsi vedere troppo entusiasta ma comunque era soddisfatto. Continuò a guidarla delicatamente nel ballo, per poi avvicinarsi di più a lei per poterle sussurrare all'orecchio le prossime mosse da fare.
    Vedete quelle porte che danno sui corridoi? Non sono adibiti per i visitatori, bensì per le persone che vogliono ottenere un minimo di intimità e di quiete, sono state messe lì appositamente e non vedo perché non sfruttarle. Seguitemi, troveremo qualcosa di interessante da bere lì.
    Finito di sussurrare quelle parole, essendo così vicino ne approfittò per lasciare un bacio sulla candida pelle del suo collo, giusto per un assaggio di cosa li aspettava. Un bacio caldo e soave, estremamente piacevole in fin dei conti, ma Rachel non sarebbe mai stata capace di provare piacere da un simile gesto, purtroppo però questo Caius non lo sapeva. Dopodiché la rapì letteralmente, approfittando della disattenzione del pubblico immerso nel ballo e dirigendosi verso uno di quei corridoi. Effettivamente erano poco illuminati ed estremamente più silenziosi, quasi come se quei luoghi fossero insonorizzati. Caius la teneva per il polso senza tirarla troppo e tenendola sempre vicino a sé, facendolo sembrare un semplice accompagnatore molto impaziente. Rachel avrebbe dovuto staccarsi un braccio per liberarsi da quella morsa. La transizione del luogo fu estremamente brusca e improvvisa, la stanza che raggiunsero sembrava non avere niente a che fare con il salone di prima: sfarzoso e illuminato, brillante come non mai. La stanza che Caius aveva scelto per loro invece era scura, tenebrosa e soffusa. Neanche le decorazioni brillavano, erano d'oro si ma opache, quasi come se fossero vecchie ma perfettamente ben tenute. La stanza era munita perfino di un camino per le stagioni fredde, risultava illuminato da delle luci sulle pareti a forma di candelabro che illuminavano ben poco. Forse l'oscurità avrebbe messo meglio a suo agio Rachel.
    Posso portarti qualcosa di forte oppure preferisci non perderti nulla di questa serata?
    Fu l'unico commento di Caius subito dopo aver lasciato Rachel sul grosso divano al centro della stanza per poi dirigersi verso un ampio mobile che sembrava dedicato alla conservazione dei liquori. Rachel si sarebbe ritrovata su un divano molto largo, comodo e sfarzoso, probabilmente sopra potevano dormirci comodamente un paio di persone. Ala sua destra la porta d'entrata, alla sinistra il camino, davanti a lei il mobile dei liquori e Caius che le dava le spalle, dietro di lei invece c'erano altre decorazioni: quadri scuri, busti, statue e anche qualche mobile antiquato. Non c'erano molti punti dove Iwan poteva spiarli, ma sicuramente il ragazzo avrebbe trovato un'idea.
     
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    Se c'era una cosa che Rachel aveva capito in quell'occasione era che odiava recitare. Era faticoso, sopratutto quando si aveva voglia di menare le mani e di ringhiare feroce la rabbia, e invece si doveva trattenere, fingere di sorridere e che trovava tutto piacevole. L'unica cosa piacevole di quel momento però fu il messaggio di Iwan che la fece sentire sollevata. Non che temesse per la sua vita o quella del ragazzo, temeva di fare un'enorme stupidaggine proprio quando invece doveva frenarsi. Trattenne il respiro quando Caius si avvicinò a lei così stretto, e sentire il fiato caldo nel suo orecchio la disgustò, sentiva i nervi di nuovo farsi sempre più vividi ma strinse con forza i denti quasi a farli stridere. Guardò verso la direzione indicata da Caius e capì che non aveva modo di prendere tempo nel tragitto da quel posto ad un'altro. Per un solo attimo si sentì in trappola: aveva pensato di distrarlo mentre Iwan lo fregava, oppure di aggredirlo in un momento in cui aveva le difese abbassate, come per esempio quando avrebbe voluto un bacio fra le strade. Un bacio che Caius invece rubò a tradimento sul suo collo. Divenne rigida come una lastra di marmo, brividi intensi di orrore attraversarono il suo corpo. Fortuna che agli occhi di Caius potevano essere scambiati per brividi di "calore" e "piacere". In quel esatto momento capì a pieno a cosa stava puntando Caius. Avrebbe dovuto arrivarci subito ma dopotutto Rachel non era abituata a pensare in modo malizioso e lussurioso. Imprecò mentalmente più volte mentre percorrevano la strada che li condusse nella stanza adibita per gli ospiti impazienti. Certo come no, era ovvio che Caius aveva pensato a se stesso per quella serata, chissà magari avrebbe voluto portarne una a stanza e segnare sul suo taccuino da "straccia fighe" il numero e il nome delle sue vittime. Altrimenti nelle feste non avrebbero dato occasioni del genere agli ospiti, non era di buon gusto.
    La stanza incontrava i gusti di Rachel, luci soffuse e arredamento retrò la misero un pochino a suo agio.

    Grazie ho sete, quindi qualcosa di forte va bene. disse guardandosi attorno non tanto per ammirare l'ambiente ma per studiarsi la conformazione della stanza e magari riuscire a capire da dove li stava guardando Iwan. Attese con pazienza che Caius le portasse da bere, intanto pensava che doveva trovare il momento adatto per poterlo prendere alle spalle. Dopotutto era un abile guerriero e di sicuro non si sarebbe fatto prendere di sorpresa così facilmente. Doveva pazientare e resistere, cercare di non cedere alla follia quando l'avrebbe toccata con le sue mani o con le sue labbra. Era un'occasione unica non avrebbe potuto più avvicinare in quel modo l'imperatore senza imbracciare armi.
    Fra tutte le dame che erano presenti alla festa, perché ha scelto me? Non ero di sicuro la più prosperosa, non ha visto il mio viso, eppure è venuto da me....perché? chiese a bruciapelo sperando che smettesse di fare il tizio qualunque ad una festa qualunque, sapeva che aveva percepito la sua energia, e sapeva benissimo ciò che aveva sentito guardandolo. Fin quando nascondeva di essere un imperatore era più che plausibile, ma il fatto che nascondesse perfino la sua energia a quel modo dopo averla travolta con essa era assurdo.
     
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    Esitò, in maniera anche piuttosto evidente, quando Rachel gli fece quella domanda così diretta. Le sue spalle si fermarono e per un istante parve sospirare, anche se non un singolo fiato sfuggì dalla sua gola. Appoggiò rumorosamente le bottiglie con cui stava armeggiando fino a quel punto, poi lentamente iniziò a voltarsi, tenendo lo sguardo basso e alzandolo man mano che la sua arringa andava avanti.
    Nel preciso istante in cui i nostri sguardi si sono incrociati... io ho sentito chiaramente la sensazione di essere aggredito alle spalle. E' stato come lasciarsi scivolare una stalattite ghiacciata dentro la schiena che oltre a gelare la pelle la lacera e la strazia dolente. Nel preciso istante in cui i nostri sguardi si sono incrociati... ho capito subito che anche solo avvicinarmi a te era una pessima idea, scambiarti una parola poteva diventare una condanna a morte e il solo sfiorarti si sarebbe rivelato un peccato imperdonabile. Nessun seno prosperoso può darmi una cosa del genere, nessun volto serafico attirerebbe la mia attenzione in questo modo. La paura... la vera paura, quella di morire, di essere impotente... mi attrae. C'è una parte di me immersa nelle tenebre che ogni tanto ho bisogno di sfogare, altrimenti rischio di uscire di testa... e faccio sempre la scelta sbagliata. Ma non posso farci nulla.
    Mentre parlava prese i bicchieri e senza incrociare lo sguardo di Rachel li portò fino a lei, avvicinandosi al divano. Solo alla fine, solo quando furono di nuovo faccia a faccia, sfoggiò un sorriso furbesco e un'espressione risoluta, forse timorosa ma in realtà profondamente stimolata sul volto. Somigliava vagamente all'espressione che faceva Rachel quando pregustava un omicidio, un istante prima dello spargimento di sangue.
    Le scelte sbagliate sono le migliori.
    LE consegnò quindi il bicchiere, come a volerle passare la palla del discorso, senza però aggiungere altro. Nonostante quelle parole però, nonostante la grande pericolosità che ispirò in quel momento, Rachel non riusciva a captare la minima traccia di energia. Non l'aveva spenta, non la stava trattenendo, niente di niente, era come scomparsa, svanita verso il cielo per mai più ritornare. Caius avvicinò il suo bicchiere a quello di Rachel per invitarla ad un brindisi silenzioso, poi restando in piedi davanti a lei si sarebbe concesso un primo sorso, seguito poi dalla lenta discesa sul divano al fianco sinistro della donna.
     
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    Si sarebbe aspettato di tutto come risposta, perfino che era l'unica alla festa che poteva sembrare annoiata, magari una risposta stupida come per esempio che non gli piacevano donne troppo abbondanti. Qualsiasi cosa sarebbe andata bene ma il suo discorso la stupì e non poco. Lo ascoltò attentamente senza mai interromperlo. Aveva provato la medesima cosa guardando lui, solo che lei non se ne sentiva attratta come invece succedeva a lui. Lei si lasciava trascinare dalla paura ed entrava in simbiosi con il suo potere che la rendeva selvaggia e instabile, capace però così di vincere la sua paura con la mera forza bruta. Improvvisamente le tornò alla mente il suo sguardo, anche lui faceva la stessa cosa? Se ne sentiva attratto perché voleva domare la paura con la forza? Era quello il motivo per cui erano finiti in quella stanza e perché aveva cercato di contrastarla con la sua energia? Le domande si affollavano nella mente. Inoltre Caius le confessò di questa sua parte immersa nelle tenebre che faceva uscire per non impazzire. Che diamine significava? Possibile che fossero più simili di quanto pensasse? Lo fissò tutto il tempo e quando le pose il bicchiere lo prese in silenzio portandoselo vicino. Era un tantino confusa, e allo stesso tempo la sete di sangue si era affievolita. Aveva un'altro simile vicino? Qualcuno come Iwan, Vladimir e Shyvana? No, c'era qualcosa di strano, qualcosa che non le quadrava.
    Non si è mai pentito di una scelta sbagliata? Le è andata sempre bene? E' per questo che mi ha fatto sentire la sua energia? disse voltandosi a guardare Caius. Quando vide la sua espressione dipinta sul volto si sentì di nuovo in pericolo. Per un attimo pensò che in realtà Caius sapeva benissimo chi era e cosa voleva fare, era quindi una sfida? Stava giocando per vedere fin dove si sarebbe spinta lei a fingere? Maledizione che voleva fare?
    Anche io ho percepito una sensazione molto simile a quella che mi hai descritto prima provenire da te. passò a dargli del tu, ma parlò comunque in modo pacato e tranquillo.
    Volevi farmi capire che non saresti stato una preda? Vuoi forse sfogare la tua parte oscura su di me? fece con un tono leggermente malizioso, sollevò leggermente la maschera per scoprire solo le labbra e portarsi il bicchiere alle labbra. Era giunto il momento di scoprire in cosa consisteva la sua parte oscura: era solo questione di sesso sfrenato occasionale o anche lui aveva bisogno di uccidere e bearsi della morte? Se quel bicchiere era nocivo e le sarebbe successo qualcosa sapeva che Iwan era pronto ad intervenire. Caius le aveva detto chiaramente che aveva percepito la sua natura, quindi era inutile recitare ancora la parte di una docile fanciulla in cerca di una notte di piacere in compagnia di qualcuno altolocato. Sorseggiò la bevanda alcoolica, poi abbassò di nuovo la maschera.
    Adesso però non sento più nulla da te, perché? Mi vorresti forse dire che ti vado bene come la tua predatrice? chiese mentre avvicinò la mano al collo dell'uomo, le sue unghie si affilavano e si allungarono grazie alle fibre nere, si posarono dolcemente sulla pelle visibile dell'uomo, scese con le unghie rigando la pelle di Caius fino a fargli apparire minuscole gocce di sangue, poi scese ancora più giù ma si limitò a fargli saltare via un bottone della camicia prima di allontanare la mano da lui.
     
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    L'imperatore rimase in silenzio per tutto il tempo, lasciando che la donna di fronte a lui sfogasse ogni curiosità, domanda e giusta riflessione a proposito di una situazione tanto unica quanto rara. L'uomo si avvicinò a lei gradualmente, quasi stregato, avvicinando il volto alle labbra di Rachel man mano che le scopriva. Poi, le unghie nere di quella mano sensuale e letale si avvicinarono a lui, ferendolo e dandogli un assaggio di ciò che lo aspettava, scoprendo la carne della preda come se Caius fosse veramente l'agnello sacrificale. Il suo sangue era così denso che pareva risplendere nella luce soffusa della stanza, invitante come un banchetto prelibato agli occhi di Rachel, al punto che probabilmente si sarebbe pentita di non averne versato altro.
    Per un attimo ho pensato che semplicemente non te ne fossi accorta... eppure l'hai sentita, non è così? No, non era un messaggio, non volontario per lo meno, è qualcosa che mi perseguita e che ho allontanato con ogni mezzo a mia disposizione, ma per quanto sia lontano puntualmente si ripresenta e si fa risentire. Questo porta le persone come te ad evitarmi, eppure... tu non sei scappata.
    Il suo volto sembrava imperturbabile ma i suoi occhi apparivano totalmente presi, catturati da quelli di Rachel che cercava disperatamente di non dargli soddisfazioni. Eppure non poteva più nasconderlo: era interessata, forse anche attratta da quella tenebra appena accennata che Caius le stava facendo pregustare ma che ancora non aveva mostrato ampiamente.
    Se sarai una degna predatrice dovrai dimostrarmelo tu, ma io... ho un buon presentimento...
    Esattamente come Rachel aveva scoperto il petto di Caius, lui fece altrettanto, abbassandolo con l'indice quanto bastava per portare la scollatura all'altezza dei capezzoli e scoprire quindi il grosso della dolce carne di Rachel. Si avvicinò a lei come se stesse lambendo una coppa, lasciò scivolare le sue labbra su quella pelle cerulea solo per qualche istante. Sfoggiò l'indice della mano destra con una certa decisione, infilandolo nel bicchiere che aveva riempito alla donna fino a farlo gocciolare. Lasciò scivolare quel nettare alcolico tra le carni della donna, così da riempire quella coppa quanto bastava per poterne bere, poi finalmente passò al piatto forte, baciandola ancora e succhiando avidamente tutto quello che c'era da prendere. La baciò, intensamente, facendole assaggiare la sua carne e il calore del proprio corpo. Con la mano ancora umida di liquore avrebbe ripreso a far scendere il vestito della donna, col preciso scopo di scoprirla finalmente del tutto, almeno dal ventre in su. Se questo gli fosse stato concesso il bacio dell'Imperatore sarebbe risalito sul collo della donna, con l'obbiettivo ultimo di raggiungere le labbra.
    La paura di morire mi eccita così tanto perché perdere la vita è l'ultima cosa che desidero... è proprio l'attaccamento alla vita che ti fa gustare l'ebbrezza di fiondarti a capofitto nell'oblio, conscio che farai di tutto pur di risalire disperatamente dal baratro... questo è il mio unico vero vizio...
     
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    Ferire leggermente il nemico diede a Rachel un piccolo brivido che alimentò una forte tentazione di rendere la sua mano molto più letale, tuttavia doveva trattenersi e lo sapeva bene. Non poteva colpirlo in quel momento, Caius si sarebbe difeso egregiamente impedendole di ferirlo seriamente. Doveva resistere, anche se vederlo avvicinarsi la inquietava doveva continuare a recitare e resistere. Si concentrò sulle sue parole cercando di non far caso alla vicinanza dell'uomo e di come continuava a invadere il suo spazio personale. Dunque anche lui aveva questa sorta di "entità" che lo rendeva succube dell'oscurità? Qualcosa di molto profondo e spaventoso che lo ha portato ad allontanare da lui il proprio potere? Rachel invece lo aveva accolto e assimilato, faticava ancora a piegarlo al suo completo volere e ne veniva ancora influenzata, la differenza era che a Rachel piaceva, si sentiva più a suo agio assecondando le tenebre piuttosto che combatterle. Finito di dire le prime parole Rachel notò il suo sguardo perso, sicuramente voglioso, molto simile a quello di Shyvana quando la toccava ma in qualche modo lo percepiva in modo diverso. La infastidiva che la guardasse a quel modo, nessuno ne era degno a parte i suoi compagni. Quella sensazione si fece sempre più forte quando sentì le labbra dell'imperatore vagare sulla sua pelle. Ne sentiva il calore ma ebbe la sensazione che la stesse insudiciando. Strinse i denti con tutta la sua forza, cercò di resistere ma quando le scoprì i seni afferrò con la mano artigliata e libera la camicia dell'uomo con forza e lo spintonò contro il divano con violenza. Caius si sarebbe accorto dell'affanno di Rachel poiché si sentiva rimbombare all'interno della maschera. Le voci si fecero risentire, le sibilavano parole di odio, alimentavano la sua sete di sangue. Scosse la testa per scacciare via quelle sensazioni che iniziarono ad inebriarla. Gettò via il bicchiere facendolo rompere al di là del tavolino. Si accorse che aveva agito di istinto e che probabilmente si era scoperta troppo, doveva rimediare in qualche modo e non sapendo cosa fare e agendo ancora una volta di istinto allontanò la mano dal petto di Caius ma non aveva lasciato la presa sulla camicia finendo per strappargliela via. Tornò ad afferrarlo con entrambe le mani sulle spalle ma le dita divennero artigliate.
    Sei uno sciocco, allontani da te ciò che potrebbe renderti invincibile, poi però cerchi il brivido rischiando la vita. Tu non hai idea di cosa significa il tocco della morte! lo rimproverò mentre i suoi artigli si conficcarono nella pelle dell'uomo. Aveva la sensazione che Caius prendesse per i fondelli la morte, come osava avvicinarsi a qualcosa del genere solo per farselo venire duro? Non lo sopportava. I suoi capelli iniziarono a muoversi, la sua aura oscura fiammeggiava attorno a lei: desiderò strappargli via il cuore e inglobarlo tramite i suoi serpenti. I capelli ondeggiarono violenti, stavano per prendere la forma dei serpenti, tuttavia prima che potesse succedere il moto delle fibre ruppero l'elastico che reggeva la maschera facendola cadere. Grazie a quel piccolo inconveniente Rachel rinsavì. Imprecò mentalmente, doveva assolutamente recuperare, doveva fargli capire che non voleva ucciderlo altrimenti si sarebbe difeso mandando all'aria tutto il tentativo di fargli abbassare la guardia. Così si mosse in automatico scivolando sul divano per mettersi a cavalcioni su di lui e posare le sue labbra sulla bocca di Caius. Con una mano andò ad afferrargli i capelli rudemente come a volergli tenere ferma la testa con prepotenza. Il suo non sarebbe stato un normale bacio poiché le fibre nere sarebbero entrati in Caius, non lo avrebbero ucciso, ma l'uomo si sarebbe sentito più debole. Avrebbe voluto essere più dolce e maliziosa per ingannarlo ma proprio non ci riusciva, non sarebbe mai stata capace di essere un'amante passionale e disponibile, ancora meno quando l'oggetto che riceveva le sue attenzioni la aberrava. Ma chissà... la furia di Rachel poteva benissimo eccitare maggiormente l'imperatore che aveva detto già più volte di sentirsi attratto dal pericolo, e in quel momento Rachel lo era e baciandolo poteva fargli sembrare che in realtà fosse un'amante "particolare" e non qualcuno che voleva ucciderlo.
     
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    Rachel fermò subito il suo impaziente amante prima che potesse andare fino in fondo, Caius subì il rifiuto della donna come se fosse stordito, lasciandosi schiacciare contro il divano come se fosse privo di forze. Rachel capì immediatamente che quel comportamento poteva sembrare sospetto, così cercò di recuperare il più rapidamente possibile, mettendosi a cavalcioni su di lui così da potersi gustare il petto scoperto dell'Imperatore che dopo un semplice attimo di esitazione la strinse di nuovo a sé, stavolta con le mani sui glutei per poterla a tirare verso il proprio corpo. Gli piaceva?Senz'altro, Rachel poteva sentire chiaramente il suo calore e la sua erezione attraverso i vestiti, la situazione era così palese che chiunque, conoscendola, si sarebbe chiesto perché ancora non lo stava uccidendo. Eppure era interessata ad andare fino in fondo, e decidendo di accoglierlo tra le sue labbra Rachel gli concesse l'occasione per afferrare di nuovo il suo vestito e tirarlo verso il basso, stavolta raggiungendo l'impresa e scoprendole il seno quel tanto che bastava per poterli afferrare entrambi con le mani, stringendoli energicamente mentre quel bacio diventava più profondo. Rachel poteva sentire le sue fibre iniziare a penetrar e nel corpo di Caius, ma non era qualcosa di piacevole e simbiotico com'era sempre stato con le altre vittime, era qualcosa di forzato, faticoso ed estremamente improduttivo. Caius spalancò la bocca, scoprendo un denso fumo energetico che stava venendo generato dal loro bacio, e allontanandosi leggermente da lui Rachel avrebbe potuto ammirare le sue fibre venire bruciate da fiamme nere carbonizzanti che non ne lasciavano nemmeno le ceneri. Caius allargò lentamente un sorriso soddisfatto, mentre con le dita giocava ancora con le meravigliose forme del suo corpo.
    Non mi sbagliavo... sei pericolosa sul serio... forse non letale, altrimenti mi avresti già ucciso, ma una cosa è certa: tu puoi mettermi nei guai... hai detto che ho rinunciato a qualcosa, ma non è così... l'unica cosa a cui rinuncio è l'esitazione... e ora ti voglio...
    Caius stava dunque per tornare sulle sue labbra, stringendola e attirandola verso di sé per poterla baciare ancora. MA fu proprio in quell'istante che una delle statue alle spalle dell'Imperatore si mosse di scatto, rivelando una figura ammantata di nero simile ad un ninja che attendeva pazientemente lì da chissà quanto tempo. Un assassino, senza ombra di dubbio, che subito si fiondò dietro l'imperatore con l'intento di infilare la spada appena sguainata all'interno della sua schiena. Il colpo fu netto, un affondo che attraversò la poltrona, si infilò nella schiena dell'imperatore e lo trapassò senza esitazione, facendo capolino dal petto per poi infilarsi anche nel petto di Rachel, fermandosi ad un passo da uno dei suoi cuori. Il sangue della donna iniziò quindi a coprire la spada, trasformatasi in un ponte per la sua nera essenza che lentamente si mischiava col sangue di Caius, fermatosi solo per un istante per colpa del colpo ricevuto. Ma esattamente come Rachel... anche il Ninja era destinato all'insuccesso.
    Tsk... questo invece non è niente. Non è pericoloso, non è soddisfacente, non sento niente... e niente è polvere.
    La spada iniziò a bruciare attraverso fiamme nere, partendo dalla base e ustionando le mani dell'assassino per costringerlo ad alzarsi. L'imperatore però non gli concesse nemmeno un sospiro di dolore, perché i suoi occhi si accesero di un bagliore tetro, e con un rapido movimento della mano infilò due dita sotto il mento dell'assassino, strappandogli il collo e facendogli pendere la lingua dalla gola, sgozzandolo senza pietà e trasformandolo in una fontana di sangue che iniziò a zampillare sui due amanti sul divano, facendo diventare tutto estremamente diverso. La spada che lentamente venne consumata dalle fiamme di Caius lasciava spazio alle ferite dei due che si rigeneravano in maniera molto simile tra di loro. Attraverso quel bagliore oscuro negli occhi di Caius, Rachel poté avvertire chiaramente una sensazione molto simile a quella di Rex, ma anche profondamente diversa: pur non avendo traccia di pressione energetica, Caius risultava temibile e pericoloso. Lei che ora li conosceva bene entrambi avrebbe dovuto chiedersi che speranze contava di avere Rex contro una mostruosità del genere? Dunque non si trattava di semplice furto del trono... Caius era veramente superiore a Rex. A quel punto non c'era più spazio per altra esitazione... ancora una volta l'Imperatore si fiondò sul corpo di Rachel, risalendole il collo per bere il sangue che la insozzava, fino a raggiungere le sue labbra e farle assaggiare i frutti del suo violento raccolto.L'imperatore non era un santo, non era un saggio, non era un tiranno... semplicemente era un guerriero, e indubbiamente il più potente sulla superficie dell'Impero. non serviva pressione energetica per capirlo.
     
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    Esitò un solo attimo quando si sentì afferrare dalle forti mani di Caius, a quella sensazione tirò più forte i capelli, più che delle effusioni Rachel iniziò a figurarsi coinvolta in una sorta di battaglia in cui entrambi volevano prevalere sull'altro. Percepì le sue fibre fare parecchia fatica nel penetrare le carni dell'imperatore, come se qualcosa glielo stesse impedendo. Meravigliata da ciò che stava accadendo si allontanò da lui e vide le sue fibre prendere fuoco e svanire nel nulla. I suoi occhi si allargarono stupiti e increduli. Le fibre non lo intaccavano? Si era accorto subito di ciò che stava facendo? Come diamine era possibile? Le aveva bruciate prima che potessero raggiungere la sua carne. Inorridì quando per un solo attimo pensò ad una possibile battaglia: le avrebbe bruciate tutte.... ecco ciò che pensò Rachel quando vide quella scena. Capì quanto fosse ancora lontana dal riuscire a battere Caius da sola. La sorpresa per il suo fallimento fu tale che non fece nemmeno in tempo a reagire quando una delle armature si mossero per colpire l'imperatore. Per un solo attimo le venne istintivo dire un grosso "No", non perché non voleva che morisse ma perché si stavano prendendo la sua preda, l'attimo dopo pensò che fosse Iwan, ma non lo percepiva quindi scartò subito l'idea, così guardò Caius per capire se quel colpo fosse stato letale, quasi con speranza. Se moriva il grosso del suo lavoro era stato fatto, invece Caius sorrideva, spaventando anche un tantino Rachel. Sentì il freddo metallo nel suo petto, accorgendosi di essere stata trafitta anche lei. Non poteva aver visto male, Caius era stato impalato, ma lui continuava a parlare come se niente fosse. Si allontanò con il busto per far uscire il metallo dal suo corpo e si preparò a massacrare l'intruso, ma ciò che vide la lasciò di stucco. Come se fosse stata una scena a rallentatore vide gli occhi di Caius infiammarsi di una oscura energia, un'immagine a lei molto famigliare. Le dita saettarono sul collo dell'uomo bucandogli la carne come se le dita fossero state delle lame affilate. Guardò negli occhi l'assassino gustandosi il momento in cui la disperazione lo invase per poi cedere alla morte. Espirò con forza quando il suo sangue la imbrattò. Non poteva negare a se stessa che quella piccola esperienza la eccitò. Si lasciò andare, formò i suoi serpenti con i suoi capelli mentre veniva afferrata da Caius. Non reagì, non lo respinse più, si sentiva come sospesa in un limbo di incomprensione, tuttavia assaporò il sangue che si mischiò con la loro saliva avida e confusa.
    Caius non era affatto ciò che pensava, non era un uomo giusto e retto che guidava il suo popolo per il bene di tutti. Era un guerriero, assetato di sangue almeno quanto lei. Forse in quel momento stava prendendo un abbaglio ma il sangue che continuava a bagnarli e l'oscurità che aveva visto in lui, non riuscì a non pensare ad una cosa: erano uguali. I suoi serpenti si attorcigliarono attorno alle cosce dell'uomo, altre strisciarono sulla schiena, altri leccavano avidi il sangue sulle braccia o su altre parti del corpo.

    Ancora.... fece ormai persa nei meandri del delirio, i serpenti lo morsero sulle spalle, sulle cosce e quando sentì il sapore del suo sangue tramite i serpenti le sfuggì un gemito.
    Voglio vederlo ancora... disse ancora prima di tornare a baciarlo e a bere dalla sua bocca il sangue che aveva raccolto prima. Voleva vedere ancora e capire, voleva provare di nuovo quelle strane sensazioni di paura e stupore.
     
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    Rachel si ritrovò ben presto stretta tra le mani di un Caius totalmente trasformato, forse non molto diverso da prima ma assai meno loquace, più impulsivo ed estremamente più impulsivo: non le avrebbe più permesso di temporeggiare, oramai la desiderava, l'aveva ricoperta di sangue e spogliata di ogni inibizione, sarebbe stata sua a costo di farle del male. Le ferite che gli provocavano i serpenti non duravano molto, venendo rapidamente rigenerate e lasciandogli solo il sangue a sporcare il corpo, fiamme nere bruciavano le ferite che provavano ad estendersi più del necessario. Caius era semplicemente inarrivabile, l'unico modo era assecondarlo e l'Imperatore fece del suo meglio per portarla verso i suoi desideri.
    Basta parlare... voglio adempiere alle nostre parole...
    Strinse con forza il vestito di Rachel alla base mentre con le mani le teneva i glutei, scansò tutto con forza forse anche strappandolo leggermente in modo da scoprirle l'intimità e portarla vicinissima alla più virulenta mascolinità che avesse provato da molto, molto tempo. Ancora un bacio, un altro, sempre più intensi, caldi e affamati, era un continuo senza sostane dopo aver lottato molto per riuscirci, finalmente anche la patta dei suoi pantaloni cedette, facendo si che i loro sessi si sfiorassero. Caius la sentiva, lo desiderava, e laddove non sarebbe giunta l'eccitazione della donna ci avrebbe pensato il sangue per un'ambivalenza da non sottovalutare. Anche se avesse avuto tutta la forza dei suoi poteri Rachel non avrebbe avuto modo di respingere quell'abbraccio e molto probabilmente, dopo lo spettacolo offerto da Caius, la volontà di sottrarsi sarebbe stata ancor minore.
    Nessun nome, nessun impegno, nessuna promessa...
    La carne di Caius avrebbe iniziato ad affondare dentro di lei, tenendola saldamente con le mani, le labbra e il mento per assaporare ogni singolo istante della loro unione.Caius sapeva perfettamente cosa desiderava e lo pretendeva subito. Rachel avrebbe avvertito quel caldo tizzone come una spada avvolta da quelle fiamme nere: niente poteva ostacolarne il cammino e faceva male esattamente come quando aveva perso la verginità, tuttavia non era umiliante o degradante, non c'era paura, solo dolore. Un dolore così intenso da far impazzire, un male così pieno e crudele che ben presto, nel corpo della donna, si sarebbe trasformato in un lenitivo balsamo colmo di un afrodisiaco piacere. L'estasi ad un semplice passo dal dolore, proprio come avrebbe detto Thresh. Il primo dei suoi nemici la stava possedendo e Rachel non aveva un solo motivo per farlo smettere... in ogni senso...
     
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    Forse quella notte non sarebbe riuscita ad uccidere Caius, ma aveva suscitato qualcosa in lui da spingerlo a comportarsi in quel modo strano. Afferrandola saldamente come se temesse che potesse sfuggirle, non le stava dando modo di agire sovrastandola con la sua forza e la sua mole. Rachel era come stordita dalla velocità degli eventi che si erano susseguiti. Stava andando tutto troppo veloce e presto si ritrovò nuda fra le braccia di un uomo che l'aveva travolta completamente senza nemmeno darle il tempo di assimilare l'esperienza. Quando avvertì la carne di Caius sfregarsi contro il suo sesso, si irrigidì di nuovo, nonostante fosse eccitata dal sangue e dalla morte non si aspettava di sentire sulla sua carne il potere di quell'oscurità che aveva visto prima negli occhi dell'uomo. Non ebbe nemmeno il tempo di prepararsi, si sentì come trafitta da un tizzone rovente, le scappò un forte gemito di dolore mentre la sua schiena si inarcava e il suo viso si sollevava separandosi così dalla bocca avida e focosa dell'uomo. Strinse le sue mani con forza sulle spalle di Caius spingendolo per via del dolore, conficcando i suoi artigli nella carne fino a toccare nervi e ossa. I serpenti strinsero con forza i denti sulla carne dell'imperatore. La mente vacillò: si sentiva soffocata e bloccata, era una sensazione orribile che le riportava alla mente orrendi ricordi di impotenza. Sentiva la rabbia invadere le sue membra come quella volta, avrebbe voluto urlare che lo avrebbe ucciso, prima che potesse farlo però avvertì altro sangue sul suo palato, un sapore ferroso e vischioso sulla lingua e fra i denti, ma non era solo il sangue che aveva saggiato prima, ma quelle nelle bocche dei serpenti. Il sapore del sangue dell'uomo che l'aveva presa, in tutti i sensi. Seguì una sensazione strana, in un certo senso famigliare. Sentiva le sue fibre rigenerare ogni piccola parte lesa, lenivano la paura ricordandole che non era inerme, poi sentì le fiamme oscure fra le bocche dei serpenti, la sensazione dell'oscurità dentro la sua intimità, quella stessa sensazione che riusciva a percepire solo con le fibre nere. Passato il primo attimo di dolore iniziò ad avvertire il piacere della carne che leniva la brutta sensazione di prima. Il piacere era diverso dal solito, le permetteva di percepire la natura oscura dell'uomo e le fibre che circondavano quell'oscurità cibandosi a sua volta della loro essenza. Capì che poteva usare il suo corpo per capirci qualcosa, esattamente come faceva Vladimir anche se in modo totalmente diverso. Sollevò le gambe circondando i fianchi dell'uomo, tirò fuori le dita dalle spalle dell'uomo espirando quando sentì le gocce di sangue colarle addosso calde e dense. Si leccò le dita avida per poi condividere il sapore del sangue con il suo improbabile amante in nuovi e avidi baci.
    Allora dammi il piacere, quello che altre non riuscirebbero a sopportare.... fece con voce ansante e lo sguardo poco lucido, come se fosse stata in trance. Ovviamente si riferiva al fatto di usare la sua energia, di ubriacarla con l'oscurità che possedeva. Conoscere la natura di Caius l'aveva completamente sorpresa e smarrita, per un attimo pensò addirittura di penderselo e usare la sua potenza secondo i suoi desideri, seducendo la sua parte più oscura e tenebrosa. Sul momento però stava accadendo qualcosa di impensabile e nuovo per Rachel poiché scoprì di sentirsi attratta da lui.
     
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