[Missione - H] La distruttrice di troni

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    Si sorbì l'arrabbiatura di Mobius senza dire nulla, lasciando che sbollisse un poco la rabbia. Non che non avesse ragione e su quello Hiruko aveva poco da poter ribattere. Aspettò quindi che Cusillu lo calmasse, stupendosi un poco nel vedere uno dei monarchi placarsi così facilmente dopo che qualcuno lo aveva rimproverato. Chiunque altro avesse provato a farlo, probabilmente si sarebbe ritrovato sotto terra ancor prima di poter finire la frase. Chi era dunque quel Cusillu, se aveva una simile influenza su Mobius?
    Continuò ad ascoltare le parole dello sconosciuto, cercando di rimanere impassibile. Fu divertito dal sentirsi definire "giustiziere mascherato". Di solito agiva per giustizia, è vero, ma i suoi abituali mezzi erano ben distanti da quelli di un eroe mascherato. Dovette quindi impedirsi di sorridere, concentrandosi su quanto stava dicendo. Fu quasi il colmo sentirsi chiedere da cui veniva protetto, quando lui aveva sempre agito da solo. E' vero che ora era un membro del Clan di Umbra, ma non doveva in alcun modo violare la segretezza a cui aveva accettato di sottoporsi. Oltretutto non era su ordine loro che si trovava lì, il che implicava a priori che quando avrebbe sostenuto non era una menzogna.

    Monarca, ciò che ho chiesto l'ho detto proprio perchè questa situazione è scaturita dai miei errori, e a pagarne è stata un'innocente! O almeno era ciò che lui sinceramente pensava, non avendo mai conosciuto nè visto Rasca prima di quella sera. E se Cusillu era così bravo a risolvere misteri, non avrebbe probabilmente impiegato più di mezzo secondo a capire che era sincero.
    Per rispondere a voi, signor Cusillu... E' vero, togliersi la maschera è spesso un controsenso e ammetto che di solito sono restio a toglierla innanzi ad un mio bersaglio. Sarebbe controproducente svelare ad un criminale la propria identità. Tuttavia, converrà con me che quando si tratta invece di voler offrire un aiuto, il presentarsi con indosso una maschera genera più distacco di quanto si vorrebbe, giungendo all'indesiderato risultato che tale aiuto viene quasi sempre rifiutato. Ecco perché ho ritenuto più adatto mostrarmi a volto scoperto, e non è stato facile per me. Prese dalla giacca la maschera, posandola poi sul tavolo. Ne seguì i contorni con un dito, picchiettandovi poi sopra con l’indice qualche volta.
    Non indosso questa maschera perchè mi piace, ma perché devo farlo. Rivelare la mia identità ai criminali è un problema, ma può esserlo ancora di più rivelarla ai membri della mia nazione, quando questi mi vogliono morto. Se mi sono ritirato dal lavoro di soldato è stato per sopravvivere! Mi hanno voluto con loro per ciò che sapevo fare. Quando però hanno messo il piede in fallo, invece che affrontarmi e risolvere pacificamente il problema, hanno tentato di uccidermi di nascosto. Loro, che dovevano essere i miei compagni… i miei commilitoni! Invece di fare ammenda per le loro colpe! Mi perdonerà quindi, signor Cusillu, se ho continuato ad agire da solo, nell’ombra. Tutto per aiutare la mia nazione e impedire a violenza e corruzione di dilagare, tutelando al tempo stesso la mia identità per non finire sotto una lapide. Oggi mi sono tolto la maschera perché era il modo più rapido di portare aiuto. Ho rischiato una sola vita, la mia, rispetto al numero potenzialmente alto di vittime innocenti che temevo vi potessero essere. Bhe... un rischio che dovevo correre.
    E ancor più importante, questa maschera è un "promemoria". Bianca e inespressiva, ogni volta che la indosso mi rammenta che vi sono situazioni in cui non devo farmi prendere dalle emozioni. In cui devo restare lucido e freddo, se voglio continuare a fare il mio dovere per impedire che altri patiscano tragedie che possono minare la loro serenità e purezza.
    Smise di picchiettare sulla maschera, per poi dare un colpo più forte a mano piena, sentendo la bianca superficie lucida scricchiolare sotto le sue dita, senza però arrivare a rompersi.
    Essere protetto da qualcuno? Oh no, non c’è nessuno. Per anni mi sono dovuto proteggere da solo, proteggendo al tempo stesso gli innocenti che avevo attorno. Non ho l'arroganza di definirmi un buon samaritano o un eroe mascherato... ho fatto troppo e ucciso troppe persone nella mia vita per definirmi tale. Faccio solo ciò che posso nella speranza che simili oscuritò svaniscano dal mondo, alla pari di uno spazzino che ripulisce le strade dalla spazzatura e dalla melma. Guardò prima Cusillu, chiedendosi se avrebbe colto la verità di quanto stava dicendo, poi si voltò verso "Mr. Ghiacciolo".
    Potete capire quindi, Monarca Mobius, perché sia così interessato a conoscere le condizioni di Rasca, a maggior ragione perché sono stato io a mettere in pericolo la sua vita.



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    .:Potere: .:Livello IV:.
    -Sarà possibile controllare liberamente l’aria in un' area di 25 metri di diametro, con al centro l'utilizzatore.
    -Di base il controllo sull’aria permetterà di muoverla al doppio della propria velocità.
    -Entro la distanza massima della manipolazione si potranno sentire le correnti d'aria e le loro variazioni, consentendo una più chiara "visione" del campo di battaglia, degli avversari e delle loro azioni, compresi elementi che altrimenti sarebbero celati alla vista.

    .:Tecniche: //

    .:Equipaggiamento: Gospel (colpi: 15/15) nella fondina destra, Sodomy (colpi: 15/15) nella fondina sinistra, Astil Manuscript appeso al collo, Gemma Alfa x10 nella giacca (Spada Serpentina, Ninjato, Barret, Maglio Mercuriale, Red, Over Titan), Void nella giacca, un dissector nascosto nella giacca, un dissector nascosto in ogni manica; caricatore per Barret nella giacca; Pillole varie e gemme per l'energia nella giacca.

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    Al di fuori della filosofia spicciola sul colore della sua maschera, Hiruko non poteva pretendere che i funzionari del governo da cui lui tanto scappava poiché timoroso di morire, bevessero una storia simile. Si, era la verità, ma davanti a lui c'era un Monarca: se ci fosse stato un mandato di cattura così importante su Hiruko lui di sicuro lo avrebbe saputo. Appurato ciò, le parole di Hiruko diventavano estremamente inconsistenti e tanto per sottolineare il concetto Mobius lo fissò con sguardo incredulo, posizionando la mano destra a "pera" scuotendola leggermente con fare interrogativo, domandandogli con una forte cadenza romana:
    Ma chi ti si incula?
    Che tradotto significava: non esiste nessuna materiale ragione per Hiruko di nascondersi, poiché nessuno "dei piani alti" gli stava dando la caccia. Forse era quel ristrettissimo gruppo governativo di cui aveva fatto parte, ma di fronte ad un Monarca, che di sicuro aveva molta più giurisdizione di loro in tutto l'impero, una simile costatazione non aveva il minimo peso. Quello segnò la totale mancanza di fiducia da parte del monarca, e l'immenso affiorare di dubbi da parte di Cusillu.
    Infatti io non mi preoccupavo dei tuoi alleati, ma delle persone con cui hai bisogno di portare la maschera. Se le tue parole fossero vere non avresti mai tolto la maschera davanti ad un luogo come il Colosseo, io credo che tu sia qui per due motivi: o perché hai un compito da assolvere, o una qualsiasi ragione per cui potrebbero condannarti a morte. E fidati non sono affatto garbati quanto me.
    Mobius chiuse di nuovo i pugni sbattendoli sul tavolo, e con la foga di chi vuole pugnalare qualcuno puntò l'indice verso l'indiziato, facendogli capire che le chiacchiere stavano a zero.
    Chiedimi ancora come sta Rasca e ti assicuro che non ci sarà bisogno di un processo per giustiziarti.
    Ancora una volta Cusillu lo ammonì con lo sguardo. L'uomo calvo sapeva che Hiruko non stava mentendo, ma le sue parole erano comunque poco credibili e troppo vaghe, non aveva dato loro niente su cui lavorare, non gli aveva dato motivi per non fidarsi, ma soprattutto nessun motivo per fidarsi. Erano ad un punto morto e cercando di restare neutrale, Hiruko non avrebbe fatto altro che rendersi ulteriormente sospettoso.
    Ho bisogno di sapere chi ti protegge o chi ti da gli ordini. Ho bisogno di qualcosa, cerca di capire che io voglio aiutarti perché la tua situazione non è rosea come sembra. Ma se tu non mi dai nemmeno un buon motivo per giustiziarti e mandarti in tribunale, io ho le mani legate. Sei capitato in un momento in cui fidarsi non è un bene, e non fidarsi è assolutamente d'obbligo.
    Esattamente com'era per Cusillu, anche Hiruko avrebbe sentito chiaramente dal suo tono di voce che quell'uomo non aveva ragione per mentirgli e non stava cercando di metterlo nei guai, ma solo di aiutarlo. Finché ci girava attorno loro non potevano fidarsi.
     
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    Le sue parole giunsero sino a Cusillu, di questo ne era certo. Tuttavia, sembrava come se ciò non bastasse. Capiva la necessità di potersi fidare l'un l'altro, specie dopo quanto successo. Però riusciva a comprendere a cosa lui stesse facendo riferimento. Era sempre stato abituato ad organizzazioni criminali, spesso di stampo mafioso, ma mai più di quello. Mobius, dal canto suo, sembrava sempre più impaziente di infilare una testa su una picca. Non c'era da sorprendersi che girassero voci in merito alla sua testardagine e impazienza, sebbene vederlo dal vivo dava un' impressione quanto mai amplificata. L'unico punto fermo in quella discussione, che riuscisse a dare un poco di sicurezza ad Hiruko, era la fermezza delle parole di Cusillu. Poteva dirlo con certezza, non era un suo nemico. Pensò un po' a quanto gli avevano detto, ponderando parola per parola. Una delle parti più "strane" era il fatto che non gli dicessero nulla su Rasca. In fondo aveva cercato di fare ammenda. A meno che... l'esistenza di Rasca non fosse un segreto che volevano proteggere. Gli sembrò di colpo di avere un quadro più chiaro: Rasca e le sue immense sembianze. Falco e il suo albero. Lo stesso Cusillu, ora innanzi a lui, che a detta sua collaborava assieme ad altri con Roma, contro un nemico comune. Un nemico tenuto segreto, a quanto pareva. Lì per lì si sentì stranito, principalmente perchè non aveva conoscenze in quegli ambiti. Mai gli era capitato di avere a che fare con simili individui...
    Eccezion fatta per Umbra! Solo perchè LUI non conosceva altri gruppi segreti, non voleva dire che non ve ne fossero a priori. E se uno di questi fosse stato in contrasto con gli intenti di Cusillu e Mobius, era logico che loro non venissero a dire segreti su Rasca o chi per lei ad un loro membro. Ecco dunque quale poteva essere il loro punto di vista, dettato dall'impossibilità di quel momento di fidarsi gli uni degli altri. Dovette trattenersi per non andare ad afferrarsi con le mani il grimorio che teneva appeso al collo. Se voleva che si fidassero di lui, doveva dire loro di Umbra. Però questo avrebbe equivalso infrangere gli ordini di segretezza a cui aveva giurato di sottoporsi. Tra le due opzioni però, in quel momento vi era poco che potesse fare.
    ...Umbra... Il Clan di Umbra. E mentre lo diceva, nella sua mente prese forma l'immagine di Cia con in mano chissà quale strumento per la fustigazione, pronta a ridurre a carne viva e sanguinolenta la sua schiena affinchè facesse ammenda per quel peccato.
    Mi hanno chiamato loro per i miei servigi, fino a quando non ho deciso di entrare nel loro Clan nella speranza di poter avere maggiore influenza con i miei obiettivi. Non so che mire o finalità abbiano, non mi è stato mai detto. Loro ordinavano e io eseguivo. Tutto ciò che so è che non si è mai trattato di coinvolgere innocenti nè far loro del male. Ogni volta si è trattato di salvaguardare loro così come Roma stessa. Cose come ciò che stava facendo quel folle arboreo... no, mi sono totalmente oscure. Non disse altro per il momento, e Cusillu avrebbe probabilmente potuto notare come le sue parole fossero sincere, ma che al tempo stesso il parlarne fosse un grave peso. La situazione gli imponeva di essere chiaro con i suoi interrogatori e rivelare del Clan a loro due, ma non sarebbe andato oltre. Provare a fidarsi, come diceva Cusillu? Ok. Ma parlare oltre, anche se ciò avesse significato tradire le sue padrone e "colleghe"? Assolutamente no. Non sarebbe diventato come i suoi compagni, che anni prima lo avevano tradito e assalito.


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    -Sarà possibile controllare liberamente l’aria in un' area di 25 metri di diametro, con al centro l'utilizzatore.
    -Di base il controllo sull’aria permetterà di muoverla al doppio della propria velocità.
    -Entro la distanza massima della manipolazione si potranno sentire le correnti d'aria e le loro variazioni, consentendo una più chiara "visione" del campo di battaglia, degli avversari e delle loro azioni, compresi elementi che altrimenti sarebbero celati alla vista.

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    .:Equipaggiamento: Gospel (colpi: 15/15) nella fondina destra, Sodomy (colpi: 15/15) nella fondina sinistra, Astil Manuscript appeso al collo, Gemma Alfa x10 nella giacca (Spada Serpentina, Ninjato, Barret, Maglio Mercuriale, Red, Over Titan), Void nella giacca, un dissector nascosto nella giacca, un dissector nascosto in ogni manica; caricatore per Barret nella giacca; Pillole varie e gemme per l'energia nella giacca.

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    Edited by Palk - 2/6/2015, 01:45
     
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    Quando Cusillu sentì nominare le streghe di Umbra, il suo sguardo si fece leggermente sorpreso e anche abbastanza confuso. Lo lasciò comunque finire, rimanendo perplesso al termine del discorso per poi portare entrambe le mani serrate davanti alla bocca, con fare pensieroso. Poi fece scivolare la sedia all'indietro, allontanandosi un pò dal tavolo per fare cenno a Mobius di avvicinarsi a lui. Il Monarca era estremamente più confuso di Cusillu, come se non avesse idea di cosa stesse parlando Hiruko. Mobius coprì il volto del suo compagno con l'orecchio, lasciandosi bisbigliare qualcosa di impercettibile per Hiruko.
    Le Streghe di Umbra sono estinte da secoli oramai, distrutte da un clan avversario di stregoni. Ogni tanto salta fuori qualche fanatico che uccide i discendenti di questi "saggi" in memoria di Umbra ma niente di più. Ci sta mentendo e non capisco il perché: è troppo sincero.
    Mobius chiuse gli occhi e fece cenno di sì con il capo, poi iniziò a passeggiare intorno al tavolo tenendo d'occhio Hiruko. Il povero indiziato avrebbe sentito chiaramente l'istinto omicida del Monarca iniziare a tagliargli la gola semplicemente con lo sguardo, ma per sua fortuna era la serata degli imprevisti. La porta alle spalle di Cusillu si spalancò, e da essa entrò un guerriero nascosto da un'armatura nera che si voltò subito verso Mobius.
    E' sveglia, vuole sapere come sta il Monarca.
    Mobius chiuse gli occhi e tirò un sospiro di sollievo.
    Ti è andata bene per ora. Dario controllalo tu, io e Cusillu ci allontaniamo per poco.
    Cusillu e Mobius lanciarono un ultimo sguardo ad Hiruko, la questione non era ancora finita ma decisero di lasciarlo lì. Non sembravano esserci buone notizie per lui. Rimase solo con il tipo in armatura che non esitò a togliersi il casco e sedersi davanti al povero indiziato.
    E tu? Cosa dovresti essere... una specie di imprevisto?
     
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    Osservò attentamente le reazioni di Cusillu e Mobius, notando come quanto aveva appena detto avesse generato una particolare curiosità e confusione nell'elegantone in bianco seduto davanti a lui. Si aspettava che se un individuo come lui era abituato ad avere a che fare con misteri e segreti, forse era già a conoscenza dell'esistenza del Clan, e questo poteva giocare a suo favore. O almeno era quel che credeva fino a che non sentì gli intenti nefasti provenire da Mobius. Non sapeva di preciso cosa gli avesse detto Cusillu, ma a quel punto non vi era altro che potesse dire loro. Sincero lo era stato, e a meno che non iniziasse ad inventare assurdità, le sue conoscenze si fermavano lì. Volevano forse una dimostrazione pratica? Parlare degli incantesimi del clan gli era ancora più vietato che il semplice menzionarlo. Volevano che arrivasse a tanto?
    Si aspettava il sopraggiungere di un qualche verdetto, ma in quel momento fece capolino nella stanza un individuo interamente celato da una scusa armatura. La sorpresa per sua comparsa venne immediatamente sbalzata via dalle sue parole, che salvo incomprensioni improbabili erano riferite a Rasca: si era svegliata, quindi forse era fuori pericolo adesso. Hiruko dovette trattenersi per non alzarsi di scatto, artigliando con le mani il bordo della sedia e stringendo il legno sino a perdere la sensibilità sulle dita. Sebbene fosse preoccupato per lei, non voleva che la sua insistenza lo ponesse in una luce peggiore agli occhi di Cusillu... e di Mobius, che più volte gli aveva urlato contro quando chiedeva di lei. Si limitò a guardarli con un espressione più serena di prima, sospirando e accennando un leggero:

    Meno male... Osservò i due uscire dalla stanza, restando solo con il misterioso individuo in armatura. In silenzio, si limitò inizialmente ad aspettare un poco, finchè l'uomo -chiamato da Mobius Dario- non si sedette innanzi a lui dopo essersi liberato dall'elmo. Non sapeva chi fosse, nè la sua armatura poteva fornire un qualche indizio. Era un combattente, questo era chiaro, ma non vi era nulla che lasciasse intuire di cosa si occupasse. La domanda che gli rivolse, invece, era abbastanza prevedibile. Oramai era diventato il tormentone della serata: "chi era lui?". Si permise di sorridere alla parola "imprevisto"... quella giornata era decisamente costellata di casualità ed avvenimenti di natura ignota, almeno a lui.
    Un imprevisto...sì, credo mi si possa definire così. Un "passante" che si è trovato in mezzo a qualcosa più grande di quanto pensasse, e che desideroso di aiutare ha commesso un orribile errore. Sono felice però di sapere che si sia svegliata e che ora stia meglio...


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    .:Status Psicologico: Più sereno, ma pensieroso
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    Dario lo fissò per altri diversi istanti di silenzio, come se fosse lui il crudele boia che doveva eseguire la sentenza finale. Po esplose in una divertita risata, dando qualche colpetto con la mano destra sulla spalla di Hiruko come se fossero buoni amici.
    Dai che si sistema tutto, non temere! Qui fanno tutti i duri ma sono dei pezzi di pane, sciogliti. Non importa se sei amico o nemico, se sei amico sei utile, se sei nemico sei ancora più utile, non ti ammazza nessuno dai!
    Ridacchiò ancora per un pò, concedendosi qualche altro incoraggiamento o battuta su quella falsa riga. Se non altro Hiruko poteva provare a rilassarsi finalmente. O così avrebbe pensato. Un violento sisma seguito da quella che sembrava una sorta esplosione scosse le fondamenta di quel luogo, facendo sbiancare Dario che a quanto pare non aveva idea di quello che stava per succedere. Balzò in piedi e si fiondò alla porta di uscita, ma prima di scappare si frenò da solo sullo stipite, tornando indietro per puntare un dito verso Hiruko.
    Non muoverti! Cioè... lo so che tanto non ti guarda nessuno quindi lo farai comunque, però non muoverti troppo lontano, cioè resta nei paraggi e dico... bho cazzo!
    Il povero Dario avrebbe dovuto sorvegliarlo, ma non aveva modo di essere in due luoghi contemporaneamente, quindi si rassegnò all'idea di vederlo scappare e corse comunque alla ricerca di una spiegazione. Hiruko ora era rimasto da solo, senza nessuno a bloccarlo lì: Dario era andato a destra del corridoio principale, e anche se uscendo non lo avrebbe intercettato era un indizio. Una volta uscito fuori dalla stanza però, Hiruko si ritrovò immerso in un buio quasi totale, perché le luci si spensero come se fossero andate in corto-circuito nello stesso istante in cui stava per scattare l'allarme. LE luci di emergenza piazzate in basso in tutto il corridoio mostravano le vie, ma non in maniera del tutto chiara. Quel luogo spettrale e silenzioso allo stesso tempo perdeva il suo fascino sfarzoso diventando estremamente inquietante. Cosa avrebbe fatto Hiruko?
     
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    Quello che sino a poco prima stava per essere l'ennesimo colloquio serio e potenzialmente pericoloso, si trasformò in un attimo in una risata generale. O meglio, Dario rideva. Hiruko dal canto suo si limitava a guardarlo stranito, non sapendo in un primo momento se prenderlo sul serio o no. Tutti lì dentro erano dei pezzi di pane? Difficile crederlo, dopo aver sentito l'istinto omicida di Mobius. Oh, non dubitava che anche da nemico poteva essere utile... In fondo servivano a quello i carcerieri che si occupavano di torturare i prigionieri. Vi era solo un piccolo problema: lui non era un nemico, ma loro ancora non volevano crederlo. Se non altro a giudicare da quanto detto da Dario, poteva sperare di campare ancora un po'. Provò a chiudere gli occhi e respirare profondamente, cercando di calmarsi... e la calma non arrivò! In quel preciso istante l'intera stanza ebbe un forte tremito, come se qualcuno avesse afferrato il Colosseo e se lo fosse rigirato un po' tra le mani. Per quanto simile, era impossibile prenderlo per un terremoto. Senza considerare il boato che giunse subito dopo, simile ad una deflagrazione. La reazione di Dario fu la conferma che quel sisma non era nè voluto nè previsto. Schizzò via fuori dalla stanza, fermandosi solo per dare un "avvertimento" abbastanza confusionario ad Hiruko.
    Oh, perfetto. Non c'erano già abbastanza problemi in una sola serata?! Con quella novità imprevista, fare un passo falso era divenuto molto rischioso. La fuga non doveva prenderla in considerazione, almeno non in quel momento. Se fosse fuggito, sarebbe stato ritenuto ancor più sospetto e lo avrebbero potuto braccare in futuro. Sapeva in che direzione era andato Dario e seguendolo avrebbe potuto scoprire cosa stava succedendo. Ma muovendosi da lì, cosa avrebbero pensato se fossero tornati in quella stanza a cercarlo? Sembrava che tutti si aspettassero che lui approfittasse della situazione per fuggire. Se si fosse mosso, sarebbe stato sospetto. Se fosse rimasto, potevano pensare che fosse in combutta con l'eventuale colpevole e che sapesse cosa stesse accadendo, e che di conseguenza non si fosse mosso perchè sapeva di non essere in pericolo.
    Se lo seguo, il farsi trovare sul "luogo del delitto" non gioca a mio vantaggio. Al tempo stesso però se resto qui... Oh, al diavolo! Si alzò dalla sedia, girando per la stanza con fare nervoso. Era visibilmente preoccupato, sia per la sua situazione ma soprattutto per quella dell'intero Colosseo. Un'esplosione lì dentro era tutt'altro che normale. Agire di sua iniziativa quando lui era uno dei sospettati non era l'idea migliore, ma chi resterebbe fermo in una situazione simile? Si portò quindi alla porta d'uscita, per poi iniziare a camminare nell'oscurità seguendo la strada che aveva preso Dario. Avanzò camminando rapidamente, nella speranza di riuscire a raggiungere Dario. Forse seguendolo poteva scoprire cosa stava accadendo, e da lì valutare il modo migliore per agire.
    In fondo nessun essere umano resterebbe fermo in una situazione di pericolo, scegliendo di restare all'oscuro di quanto gli accade attorno. E andando contro quell'istinto umano, restando in quella stanza, rischiava di essere ancora più sospetto.

    E poi cavolo, questo è l'Impero! Non possono non avere un sistema di sicurezza che resti attivo in caso di black-out e che possa mostrare loro che sono innocente. Un sistema a circuito chiuso... per la miseria, è la base di qualsiasi ufficio governativo!



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    Edited by Palk - 3/6/2015, 20:46
     
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    Come sarebbe stato bello se quello fosse stato un semplice corto circuito o un momentaneo black-out. Hiruko decise che se proprio doveva fare qualcosa allora doveva essere la meno sospetta, andando alla disperata ricerca di una fiducia che oramai non sarebbe sopraggiunta tanto facilmente. Tuttavia ripercorrere quei corridoi al buio era come gettarsi in un labirinto e più volte svoltando vari angoli, Hiruko si sentì spesso come se avesse già attraversato quei luoghi, la netta sensazione di star girando intorno. Cosa doveva fare? Gli serviva una guida, una luce, e che forse il destino avesse deciso finalmente di aiutarlo?
    Da questa parte...
    Una voce confusa, ridondante e gutturale, non arrivò da nessuna direzione in particolare ma Hiruko la sentì rimbombare chiaramente nella sua testa. All'ennesimo crocevia confuso, oltre alle due strade opposte a quella da cui era venuto, una terza via risultava caratterizzata da una fioca luce in lontananza. Sembrava la luce di una lanterna brillante, con una fiamma azzurra al suo interno. Aveva un'aria spettrale e lo inviava ad avvicinarsi. Se Hiruko avesse scelto di seguire la lanterna si sarebbe ritrovato ad un nuovo crocevia, dove avrebbe trovato un'altra luce ad indicargli la strada. Se invece avesse scelto una qualsiasi altra strada, solo tenebra. Una cosa che non doveva sfuggirgli era che nell'oscurità di quel luogo sembrava che le pareti fossero scomparse, come se non rimanesse che il pavimento a fare da passerella nella pura tenebra.
     
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    Scusa per eventuali errori di battitura. Sono da cellulare. Appena posso rileggo ed eventualmente correggo


    Più volte girò tra quei corridoi, al punto che il tempo stesso sembrava aver perso consistenza, e più il tempo passava, più quel vagare incessante si faceva opprimente. Si sentiva schiacciare da quella lunga attesa, e più vagava più gli sembrava di riconoscere dei tratti familiari: un angolo già visto, un corridoio lungo come il penultimo percorso, una deviazione verso destra... tutti elementi che la sua mente creava da sé, nel tentativo di fare ordine in quello che sembrava un labirinto senza fine. In un primo momento gli era parso più che strano il non vedere altri individui in giro. In fondo erano dentro al Colosseo, o al massimo sotto di esso. Forse però erano stati attratti via dall'esplosione, e li avrebbe trovati andando avanti. L'idea che non fosse più il colosseo non lo toccò minimamente. Attribuì quel vagare continuo al semplice fatto di non conoscere la strada, per quanto dopo l'ennesimo giro a vuoto la cosa iniziò ad apparire in tantino sospetta. C'era un limite a quante volte potesse sbagliare strada.
    Andò ancora avanti, ma più avanzava e più la realtà attorno a lui perdeva "spessore". I muri iniziarono a svanire, dapprima quelli dietro di lui, poi sempre più vicini. Quanfo infine vide l'unico segnale dopo un eterno girovagare, i muri che da dietro arrivavano sino a lui erano svaniti. Davanti a lui vi era ancora il corridoio, e in fondo una tenue lanterna con una fiamma al color blu. Una scelta curiosa per rischiarare le tenebre, ma pur sempre efficace. L'unica cosa che anticipò la comparsa di quella luce fu un verso gutturale, oscuro, ma per quanto strano quella luce era la sua unica indicazione, e doveva seguirla. Camminò verso di essa, e quando la raggiunse ne vide in lontananza una seconda. Impossibile dire chi le avesse lasciate, nè se volesse guidarlo o farlo persere ancor di più. Si girò indietro, ma non vide altro che l'oscurità più nera, apparentemente impenetrabile eccezion fatta per quelle lanterne. Nel mentre anche i muri attorno e avanti a lui iniziarono a svanire, lasciando il pavimento come unico "sostegno" in quel mare oscuro. A quel punto, non aveva altre scelte. Si incamminò verso la seconda lanterna, ovunque essa o eventuali altre fiaccole conducessero.



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    .:Status Fisico: Illeso
    .:Status Psicologico: Attento e molto cauto
    .:Energia: 200/250
    .:Potere: .:Livello IV:.
    -Sarà possibile controllare liberamente l’aria in un' area di 25 metri di diametro, con al centro l'utilizzatore.
    -Di base il controllo sull’aria permetterà di muoverla al doppio della propria velocità.
    -Entro la distanza massima della manipolazione si potranno sentire le correnti d'aria e le loro variazioni, consentendo una più chiara "visione" del campo di battaglia, degli avversari e delle loro azioni, compresi elementi che altrimenti sarebbero celati alla vista.

    .:Tecniche: //

    .:Equipaggiamento: Gospel (colpi: 15/15) nella fondina destra, Sodomy (colpi: 15/15) nella fondina sinistra, Astil Manuscript appeso al collo, Gemma Alfa x10 nella giacca (Spada Serpentina, Ninjato, Barret, Maglio Mercuriale, Red, Over Titan), Void nella giacca, un dissector nascosto nella giacca, un dissector nascosto in ogni manica; caricatore per Barret nella giacca; Pillole varie e gemme per l'energia nella giacca.

    .:Note: //



    Edited by Palk - 4/6/2015, 14:30
     
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    Hiruko scelse di seguire la lanterna, una decisione giusta in fin dei conti, perché avventurarsi nelle tenebre quando aveva una guida? Non sapeva se era affidabile, ma ne valeva la pena in ogni caso. Man mano che svoltava in quel dedalo oscuro seguendo le luci, si avvicinava sempre di più alla figura che le trasportava: sembrava quasi un fantasma, vestito di un drappo oscuro con sopra legate diverse catene. Il volto e i lunghi capelli erano celati da una fiamma spettrale che fuoriusciva da una maschera di ossa nera sul volto. La figura dava sempre le spalle ad Hiruko, voltandosi di rado tanto per assicurarsi che lo stesse seguendo, poi finalmente si fermò al termine del corridoio, di fronte ad una porta dalla quale provenivano rumori sordi.
    Stai cercando la ragazza, non è così? Questa è la strada giusta.
    Ridacchiava, soddisfatto anche, sembrava felice di aiutare qualcuno nonostante la sua presenza inquietante. La lanterna pendeva dalla sua mano destra, ma non la teneva per la sua catena: teneva il palmo spalancato verso il basso, la lanterna levitava sotto quel palmo a pochi centimetri da esso senza il minimo contatto. Sembrava stesse indirizzando Hiruko verso la porta.
     
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    Sembrava di essere finito nel bel mezzo di una caccia al paranormale, inseguendo "fuochi fatui" lanternosi e frasi dal tono tutt'altro che vitale. L'unica differenza era che miracolosamente, in questa caccia, lo il fantasma si stava mostrando. Più andava avanti, più Hiruko si avvicinava alla lanterna che lo stava guidando, sino a giungere alle spalle di quello che sembrava un corpo evanescente, ammantato di oscurità e dal volto coperto. Il suo aspetto spettrale rendeva difficile definire se avesse effettivamente consistenza o fosse incorporeo, per quanto la sua voce fosse tutt'altro che inconsistente.
    Alla fine l'essere si fermò in prossimità di una porta, unica cosa "reale" illuminata dalla sua lanterna in mezzo a quelle tenebre. Tutt'attorno persisteva il buio più totale e persino le fiamme che coprivano la testa di quel fantasma sembravano fatte di oscurità, emanando bagliori privi di luce. Quando parlò, il suo tono sembrava divertito, felice. Il che stonava molto con la sua persona. Ancor più strani però erano i suoi intenti. Lo stava aiutando a trovare la via per Rasca? O si stava riferendo a qualcun'altra? Bhe, vi era un solo modo per scoprirlo: aprire la porta verso cui lo spettro lo indirizzava. Posò la mano sulla maniglia, fermandosi solo un attimo per porre una breve domanda.

    Chi o cosa sei tu? Perchè fai questo per me? Sempre se lo faceva per aiutarlo... Non restava che giudicare da sè, aprendo la porta.



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    -Di base il controllo sull’aria permetterà di muoverla al doppio della propria velocità.
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    In mezzo a quelle fiamme spettrali neanche un tratto visivo faceva capolino, ma quando l'essere spalancò quel sorriso perverso, la luce emanata da quel fumo energetico parve venire risucchiata dalla malvagità di un tale gesto. Quel sorriso era talmente agghiacciante da gelare perfino le fiamme che provavano a nasconderlo.
    Perché sono maledettamente annoiato...
    Allargò il palmo della mano e spinse leggermente la porta, una fioca luce proveniva dal suo interno ,era sufficiente per illuminare tutto ciò che la circondava, eccetto quelle mura che sembravano sprofondare nel vuoto. Ma erano ancora mura? Lo spettro si fece da parte, affiancandosi alla porta per concedere ad Hiruko tutto lo spazio per attraversarla. Lo invitò letteralmente a farlo, tenendo bassa la lanterna e usando l'altra mano per indicargli l'entrata, non voleva vederlo esitare ulteriormente? Non sembrava esattamente un nemico, ma non gli aveva nemmeno detto che lo stava aiutando: la definì noia la sua motivazione. Bastava per fidarsi di lui? In caso Hiruko avesse provato a parlargli, lo spettro non avrebbe risposto, si sarebbe limitato a fissarlo e sorridere nell'oscurità.
     
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    Contro ogni previsione, una risposta giunse... Ed era meglio se non fosse giunta. Il sorriso che la precedette fu quanto mai gelido, con una notevole punta di malvagità. Per quanto il suo precedente atteggiamento non apparisse malvagio, quel semplice sorriso era bastato a cancellare qualsiasi calore vi potesse essere nella sua apparente gentilezza. Il fatto poi che lo facesse perchè era annoiato, poneva fin troppi dubbi sulla situazione. Hiruko poteva fidarsi di lui? Chi o cosa era? Era "vivo"? E soprattutto, da che parte stava?? Se davvero lo stava conducendo da Rasca, sempre se era lei la ragazza da lui menzionata, come faceva a sapere dove trovarla? L'unica cosa chiara era la sua intenzione di spingere Hiruko ad oltrepassare quella porta. La luce che ne fuoriuscì illuminò un poco anche loro, sebbene ciò non fu sufficiente a rischiarare le tenebre che li circondavano. E visto la piega che aveva preso la conversazione, ora come ora vedeva quell'essere sotto un'unica luce: sembrava uno spettatore, mosso forse dalla noia oppure da secondi fini, più personali. Impossibile però stabilire se questi eventuali fini fossero nefasti o no. Una cosa era certa, non bastava a fidarsi di lui. E al tempo stesso però non gli lasciava scelte. Tornare sui suoi passi? Non aveva modo di farlo, non attraverso quell'oscurità. Nè vi era modo di sapere se, rifiutando il suo "aiuto", questi lo avrebbe riportato indietro o lo avrebbe lasciato lì a vagare in eterno in quel nero mare. Gli restava quindi un'unica possibilità: la porta. Iniziò a spingerla pian piano curioso di ciò che avrebbe trovato. Rivolse giusto un cenno con la testa verso lo spettro, quasi a volerlo salutare, sebbene in quel momento l'unica emozione che riuscisse a provare per quell'essere era una piatta inquietudine, mista ad un poco di rabbia, al pensiero di essere diventato un possibile trastullo per il suo tedio.



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    La vera domanda era... aveva scelta? In realtà si, ma la paura e l'inquietudine gli avevano impedito di domandarsi perché quelle pareti sembrassero tanto inconsistenti, ignorandole invece di esaminarle per un solo istante. Oramai Hiruko aveva scelto la sua strada, e la porta che lo conduceva al suo interno non gli avrebbe lasciato modo di tornare indietro una volta varcata. Si ritrovò all'interno di una stanza molto più luminosa e decisamente spaziosa, sembrava una sorta di infermeria per persone ricche dato che non c'erano solo strumentazioni mediche ma anche decorazioni sopraffine come quelle che aveva visto nel Colosseo. Inoltre c'era spazio per pochi lettini, quello doveva essere una specie di ospedale personale per i pezzi grossi del Colosseo. All'interno della stanza c'erano due persone a Hiruko non nuove: una era Rasca e l'altro era Mobius. Rasca sembrava stare decisamente meglio, sorrideva maliziosa ancheggiando lenta sul corpo di Mobius che, disteso sotto di lei, assaggiava la carne di una donna con immenso piacere. Il Monarca era steso con un sorriso infantile e strafottente su di un lettino, Rasca invece era inginocchiata sopra di lui, dandogli le spalle e lasciandosi penetrare dal suo reale fallo con una lentezza disarmante. Gemeva lentamente sotto gli spasmi divertiti del ragazzo, stuzzicandolo con dei movimenti estremamente ampi e lenti del bacino, così da fargli assaporare tutta la sua intimità.
    Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto. Avevi proprio bisogno di una pausa, non è così? Tuo fratello ti sta sempre addosso...
    Rasca aveva misteriosamente cambiato tono di voce, non sembrava più la fiera guerriera di poco fa, ma una semplice meretrice che non vedeva l'ora di farsi impalare per mero guadagno. E lo stesso non era diverso per Mobius.
    Odio mio fratello, si sente superiore solo perché è potente, ma presto anche io sarò Monarca... e allora dovranno portarmi rispetto tutti!
    Quell'affermazione era decisamente strana, che Hiruko stesse viaggiando nel tempo? No, inverosimile, Mobius era stato eletto Monarca in giovanissima età, doveva essere molto più piccolo di così e anche Rasca avrebbe dovuto avere fattezze diverse. Davanti a loro c'era un grosso armadietto in ferro, probabilmente dedicato ai medicinali, dalla quale provenivano rumori sordi. Subito davanti a quell'armadietto c'era un tavolino con sopra la famosa spada spezzata che aveva colpito Mobius, ancora arrugginita, ancora sporca di sangue, ancora perfettamente spezzata in due. Dalla lama stessa proveniva una strana influenza che perfino Hiruko non poté ignorare: non era molto diverso dal canto di una sirena. Poi, l'ovvio: Mobius e Rasca si voltarono verso di lui, con lo sguardo scocciato di chi viene interrotto sul più bello.
    Hey tu, che cazzo vuoi? Non lo vedi che sono impegnato?
     
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    Era logico che in un'arena vi fosse un'infermeria, o come minimo un ricovero per i feriti. Mai però ci si aspetterebbe un simile locale come quello in cui si ritrovò Hiruko. Finemente decorato e abilmente impreziosito nei più minimi dettagli, era l'ennesima ostentazione di una ricchezza pressocché illimitata. E nel bel mezzo di quell'infermeria vi erano Mobius e Rasca, uniti carnalmente in un atto lento e sensuale. Fu felice di vedere che Rasca stava meglio, ma in quella scena vi era decisamente qualcosa che non andava. In normali circostanze non sarebbe stato un problema un loro eventuale legame sentimentale, nè quella lenta unione carnale. Il fatto però che stesse avvenendo in quel momento, quando poco prima vi era stata un'esplosione, era un tantino fuori luogo. Ammesso e non concesso che l'esplosione vi fosse stata realmente, e non fosse dipesa da quell'oscuro essere che aveva condotto Hiruko lì.
    A colpire di più Hiruko però furono i loro discorsi. Mobius non era ancora un monarca? Questo non aveva il minimo senso. Erano passati molti anni da quando era stato nominato, su questo non vi era al cun dubbio. Era difficile che stesse assistendo ad una scena passata, dato che Mobius era uguale a come lo aveva visto poco prima. Che fosse la sua mente a credere di essere ancora nel passato?
    Un altro piccolo particolare era l'assenza di Cusillu, uscito dalla sala assieme a Mobius, sebbene questo potesse essere ampiamente motivato dal desiderio di intimità dei due piccioncini. Ciò che invece non era in alcun modo motivabile era la presenza di quella... Spada! Spezzata e arrugginita come l'ultima volta che l'aveva vista, stava ora emanando qualcosa di strano. Una sorta di ipnosi, di condizionamento mentale, simile ad un canto sensuale e soave, che attirava dritti in trappola. L'unica domanda che restava era "per chi è la trappola?". Iniziò di concentrarsi su altro, nel tentativo di non prestare attenzione a quel "canto" per non venirne influenzato. Misto a quel "suono" vi erano dei deboli rumori sordi, provenienti dal grosso armadio dietro la spada. Sospetti, ma forse di facile soluzione. Se non altro non doveva mettersi a urlare "Riddiculus" al vento...
    Il colpo finale a quella scena lo diede lo stesso Mobius. Dopo che si furono entrambi girati verso Hiruko, gli urlò qualcosa che non si sarebbe aspettato: lo trattò come chiunque altro. Si aspettava di vederselo arrivare alla gola, incazzato nero, dopo che lo aveva trattato come un sospettato e lo aveva quasi giustiziato. Invece sembrava non riconoscerlo. Che non fosse in sè? ...Oppure non era lui. Che dipendesse dalla spada? Bhe, poteva provare a scoprirlo. Cercò di assumere un atteggiamento il più possibile rigido e professionale, accennando un lieve inchino.

    Perdonatemi mio Signore, sono stato mandato a chiamarvi da Dario. Si è verificata un' esplosione nell'ala Sud. -o qualunque altra ala che non fosse quella in cui si trovavano già- E' richiesta la vostra presenza. Sì avvicinò a loro con passo marziale, raccogliendo da un lettino vuoto due lenzuola. Giunto davanti al lettino, porse un lenzuolo ai due infoiati con la mano destra, mentre con la sinistra gettò rapidamente il secondo sopra alla spada spezzata, spingendo sulla destra (dando le spalle al letto) il carrello su cui era posata, per distanziarla quanto più possibile dal letto. Allungò quindi la mano verso l'armadio, per aprirlo con forza il più rapidamente possibile. Voleva vederci chiaro in tutto ciò.



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