Dolcezza in polvere

x Yun

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    Congedata l'infermiera che aveva annusato chiaramente il pericolo, Thresh si dedicò al prelievo, ascoltando attentamente le parole della dottoressa. Un maschio quindi, non sapeva se esprimersi di parte oppure no, effettivamente il senso non avrebbe influito sul suo modo di rapportarsi a lui, semmai sarebbero cambiate le priorità. E poi parliamoci chiaro, non esiste fisicamente un limite, e chi lo sa che in giro per il mondo non ci sia qualche altra figliastra già matura pronta per essere addestrata. Tutta quella situazione lo elettrizzava che neanche si rese conto di aver riempito più del dovuto la siringa e per poco non l'aveva smontata. Non che per lui fosse un problema perdere sangue, sia chiaro.
    Molto bene, allora pare che abbiamo preso un impegno più che serio Misaki. Allora, sei soddisfatta di questa notizia? Penso proprio che i miei compagni ne saranno entusiasti. Specialmente mio fratello.
    Eh già, chissà come l'avrebbe presa il buon vecchio Vidocq. Di sicuro se ne sarebbe uscito con le solite chiacchiere sulle priorità, sulle inutilità non previste, sugli errori di calcolo, ma a Thresh non importava e in fondo fargli qualche dispetto non era un passatempo che annoiava. Non che Misaki fosse solo un passatempo, questo no, la ragazza aveva oramai un ruolo importante nella sua attività e quel bambino ne era la dimostrazione.
    Sei più tranquilla?
    Si limitò a posarle la mano su di una spalla, cercando di trasmetterle la sua immane calma e sicurezza.
     
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  2. †_†yun yun †_†
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    Thresh non sembrava propriamente soddisfatto del responso. Avrebbe forse preferito una bimba dagli occhi neri che avrebbe stravisto per il padre? Che gli avrebbe chiesto di portarla con sé, di insegnarle le cose che conosceva? Da una parte Misaki era contenta che fosse un maschio: non avrebbe mai voluto sapere che la propria bambina aveva perso la verginità mentre torturava dei suoi coetanei. Forse con un maschio sarebbe stata meno apprensiva. "Sono molto contenta di essere venuta qui. Adesso almeno non abbiamo più dubbi al riguardo e deciderò su come procedere." Disse. Ovviamente si riferiva al lavoro e alle varie cose da comprare. Il suo appartamento avrebbe subito dei cambiamenti nel corso dei mesi futuri. Ma non le importava. Sul viso le si dipinse un sorriso caldo e molto materno che stonava un po' con le cicatrici. Ma forse il non morto lo avrebbe apprezzato di più proprio per quelle deturpazioni. "Thresh, tu hai un fratello. Non lo sapevo... Ma ecco... Non è che potrei conoscerlo? Mi farebbe piacere incontrare uno della tua famiglia. Vedere se vi somigliate..." Il resto dei discorsi finì in un borbottio imbarazzato. Aveva il permesso per fargli una domanda del genere? E poi chi erano i suoi compagni? Sperò che lo zombie avesse voglia di parlare ancora un po' di sé.
    Anche perché quel fare così protettivo e complice era nuovo e non era sicura di riuscire a non innamorarsi ancora di più di lui. Poi una volta ascoltate le sue parole, avrebbero richiamato la ginecologa, curiosi di sentire eventuali novità.
     
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    Se Misaki era tranquilla, allora anche Thresh era tranquillo, quindi in fin dei conti era stata una mattinata proficua. Certo non aveva guadagnato nessuna scappatella e aveva anche portato la moto ad un punto di non ritorno, ma per lo meno sapevano che dentro Misaki c'era vita... o qualcosa del genere. La cosa che destabilizzò di più Thresh però fu la richiesta di Misaki di conoscere suo fratello. In un primo momento non seppe cosa rispondere, la prima cosa che gli venne in mente era che conoscere Vidocq significava inevitabilmente conoscere anche il resto della combriccola. Non che fosse un male, ma essendo tutti tipi molto esuberanti di sicuro non avrebbero avuto gli stessi riguardi di Thresh nei confronti della ragazza.
    Sai... mio fratello è un tipo molto più dedito al lavoro di me, non è un farfallone come il sottoscritto che ama divertirsi. Non credo sia una buona idea, anche perché di sicuro non giocheremo alla famigliola con le altre lanterne. Tra di noi c'è chi i neonati li usa come ingrediente per i frullati, ti sorprenderesti nel constatare quanto sono sano di mente io in confronto a loro.
    Sperava di averla scoraggiata del tutto con quelle affermazioni, non che in fondo gli desse fastidio mischiare la sua vita "umana" con... il resto della sua vita sempre umana perché dopotutto non faceva troppe distinzioni, ma Misaki era una grande eccezione e Thresh risultava uno dei seguaci di Apocrypha più pazienti. Senza la minima ombra di dubbio non sarebbe stata a suo agio con loro. Cambiando discorso, si voltò verso la dottoressa, alla ricerca di qualche informazione in più.
    Quando sapremo di più sulla natura del bambino? E che precauzioni dobbiamo prendere?
    Nel mentre, meditava sulla possibilità di dare a Misaki una sistemazione vagamente più consona ad una madre. Non aveva nemmeno un letto nel suo appartamento, figurarsi il posto per un bambino. Poteva sistemarla a scuola, dove si era piazzato anche lui, Leben non avrebbe avuto problemi con la sicurezza e lì sarebbe stata priva di ogni problema... certo, forse avrebbe fatto i conti con la libidine di quel posto, ma era pur sempre meglio di un buco di appartamento.
     
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  4. †_†yun yun †_†
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    Misaki non era propriamente convinta delle affermazioni appena sentite. E lui la conosceva abbastanza bene da capire da solo che non si sarebbe arresa così facilmente. Era una tipa decisamente testarda se si metteva a picca. Forse non riusciva a vedere bene la gravità e la pericolosità della situazione, ma per lei era una questione di principio. Era nata in una famiglia molto attenta alle tradizioni e al rispetto altrui. E anche se loro non si sarebbero mai sposati, lei era convinta che non avrebbe mai amato altro uomo all'infuori di Thresh. E adesso che aspettava un figlio da lui, sentiva il dovere di presentarsi ufficialmente a quello che era il suo parente più prossimo. "Non sono d'accordo con quello che mi stai dicendo. Sono sicura che non mi farebbero niente di male per due motivi: primo perché tranne l'essere morta, sono come te. Secondo perché te glielo impediresti." Disse con sicurezza. Ormai era convinta che la sua fine sarebbe stata per mano dello zombie e per quanto lo negasse, anche lui era convinto di ciò. Era certa che fin quando non avesse portato a termine la gravidanza, lui l'avrebbe protetta e aiutata. Era interessato a quel figlio più di quanto immaginasse. Inoltre Misaki sentiva che in un modo o in un altro avrebbe dovuto incontrare il fratello, anche a costo di farlo da sola. Certamente non era il caso di mettersi a fare scampagnate in solitaria, ma era talmente tanto determinata che difficilmente a questo giro Thresh sarebbe riuscito a farle cambiare idea. "Sappi che l'argomento non è chiuso." Disse sottovoce prima dell'arrivo della dottoressa.
    Questa aveva un'aria veramente sconvolta e la futura mamma si chiese se stessero per arrivare le cattive notizie e si preparò psicologicamente al peggio: "Bene, abbiamo i risultati. Dunque, posso affermare con certezza che lei è il padre biologico, i test lo confermano. Tuttavia non trovo alcuna traccia di lei nel DNA del feto. Intendo della sua natura di morto che cammina." Disse fissando quegli occhi vacui. Certamente la ginecologa era davvero una con gli attributi quadrati, per poter parlare in quel modo. Eppure Misaki non riusciva a capire che cosa intendesse dire. Di genetica non aveva mai aperto nemmeno un libro e quei discorsi proprio non riusciva ad afferrarli. Lasciò quindi che fosse il suo amante a porre le giuste domande, sicuramente ne avrebbe avute. La dottoressa avrebbe poi spiegato come meglio poteva la situazione: "Allora. Il feto è ancora molto piccolo, quindi non è niente di definitivo. Tuttavia non presenta i tratti specifici della sua razza, ma di quella umana. Quindi potrete stare tranquilli che crescerà e svilupperà normalmente. Si vede benissimo che la sua base è quindi prettamente umana ma non come la madre: la struttura e la composizione sono come quelle del padre. E' come se avesse preso tutto dal maschio, ma che poi sia stato modificato dal DNA della femmina." Quindi lasciò un po' di tempo necessario ai due per assimilare la notizia e poterle porgere eventuali altre delucidazioni. Lilith prese allora i risultati delle analisi appena ottenuti e li porse ai due. Misaki controllò di avere i valori nella norma, in vista soprattutto dei mesi successivi e chiese quali alimenti era meglio evitare di ingerire, quali assumere regolarmente e così via. Poco prima di congedarsi diede loro le ultime informazioni: "Sono sicura che intorno al sesto mese otterremo altri dettagli utili, quindi non angosciatevi troppo sulle cose che non sapete. Le precauzioni sono tutte scritte nelle ultime pagine dei fogli che vi ho dato. Ah, signor Faust. Non è sicuro al 100%, ma le consiglierei di tenere particolarmente a questo figlio. Misaki è fertile, mentre lei risulta avere qualche mancanza dovuta alla sua natura. Non so se riuscirete a concepire ancora. Quindi abbiatene cura." Concluse con un sorriso di raccomandazioni sul volto. La donna aveva decisamente travisato un po' il legame che li teneva uniti. Le possibilità che in futuro decidessero di avere un altro figlio erano praticamente inesistenti. Finiti i convenevoli di rito e le ultime rassicurazioni uscirono dalla stanza, inoltrandosi per i corridoi. Tuttavia Misa non vi fece caso. Aveva troppi pensieri, troppe domande per la testa, ma poche di queste riguardavano la gravidanza e solo una persona avrebbe potuto dissiparle i dubbi...

    Edited by †_†yun yun †_† - 8/1/2015, 17:54
     
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    Misaki era testarda, non aveva ancora molto chiaro del con chi aveva a che fare evidentemente, dava per scontato che anche accettandola l'avrebbero lasciata in pace, oppure che poteva difendersi. No, la storia nelle lanterne non era così facile, c'era rispetto è vero ma non era affatto semplice come pensava lei. Ad ogni modo, non insistette più di tanto, rimanendo in silenzio per evitare di fare scenate proprio in quel momento. La dottoressa si fece subito vedere, pur restando impassibile sembrava visibilmente allarmata, ma di sicuro non riuscì a smuovere Thresh. La notizia della mancanza di DNA non lo stupì minimamente, non si può nascere morti, è un controsenso perfino grammaticalmente, figurarsi per natura, senza contare che prendere la costituzione di uno zombie e la vita di una umana non poteva che significare una cosa sola. Thresh sorrise soddisfatto, esternando il suo pensiero con tutti i presenti.
    Sarà un superuomo... nascerà già con le abilità che servono per sopravvivere, e chi lo sa, magari svilupperà da sé un potere.
    Non era ancora nato ed era già orgoglioso del suo figlioletto, davvero un colpo niente male per il non morto. Il monito della dottoressa passò del tutto in secondo piano, non si aspettava di risultare ultra fertile ma di sicuro non era un ostacolo, anzi era convinto senza la minima ombra di dubbio che qualche altro piccolo Thresh scorrazzava per il mondo pronto per essere scovato. Il non morto si lasciò trascinare dall'entusiasmo e parve quasi saltellare mentre uscivano dalla stanza, aveva prestato attenzione alle precauzioni da prestare, tuttavia la sera prima era stata un test abbastanza chiaro riguardo alla voglia di vivere di quella creatura.
    Sei troppo silenziosa Misaki, dovresti essere soddisfatta.
    Una tacita richiesta di avere spiegazioni.
     
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  6. †_†yun yun †_†
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    Chiedo scusa, mi sono accorta solo ora di non aver messo la parte terminale per chiudere il colore nel post precedente. Posso modificarlo? Oltre a una "i" rimasta nella tastiera


    Thresh camminava quasi un paio di palmi da terra, sembrava decisamente soddisfatto, per non dire euforico. Tutto il contrario di Misaki che sembrava essere stata appena giudicata colpevole di un delitto mai commesso. Ora che la gravidanza era certa, sentiva tutto il peso sopra di sé, come se dovesse portare da sola un macigno con la forza delle braccia. Stava per diventare madre. Era un concetto enorme da accettare così: nelle settimane precedenti aveva avuto dubbi, pensieri folli e idee malsane, ma adesso era tutto vero. Una vita cresceva dentro di lei e viveva grazie a lei. Il solo pensiero bastava a fare tabula rasa nella sua mente. Si avviarono fuori camminando fianco a fianco, ma la futura mamma non si accorse di niente. Non vide se il non morto si era messo a fare il bellone in mezzo alle infermiere, né se stava per sbattere contro qualcuno. Non si accorse neanche che erano usciti fuori dall'ospedale, né se lo zombie le avesse rivolto parola. Poi alla fine come in trance mugugnò: "C'è scritto che devo smettere di fumare..." Aveva sul volto un'espressione talmente sconsolata che quasi gli alberi intorno si misero a piangere per lei. Poi porse i fogli al non morto in modo che potesse leggere anche lui tutte le raccomandazioni della ginecologa e tutti i conseguenti sacrifici che avrebbe dovuto affrontare. "Ma davvero diventare madri comporta tutto questo? Sai comincio a pensare che tuo figlio ti assomigli troppo fin da adesso. Già mette i bastoni nelle ruote." Sbuffò facendo sollevare il ciuffo sulla fronte. Era già arrivata ad usare l'epiteto 'tuo': tipico di tutti i genitori che litigano per colpa dei figli. Effettivamente la lista dei divieti era abbastanza lunga: niente fumo nè alcool, niente sforzi pesanti, niente guida oltre il V° mese, niente lavoro oltre il VI°; doveva astenersi dal mangiare uova crude, verdure non cotte, carni al sangue, pomodori e fragole. Per lei sarebbe stato un vero e proprio incubo. Decisamente troppe cose sarebbero cambiate nei mesi successivi. "Ma come fa una madre a mantenersi in forze se non può mangiare niente?" Disse imprecando rivolta verso il suo amante. Poi continuò a lamentarsi piagnucolando tra sé e sé.
    Solo alla fine ritrovò il buonumore e capì che dovevano affrontare un ultimo argomento. "Ehi, Thresh. Che nome gli daremo?" Era proprio curiosa di sentire cosa avrebbe proposto.
     
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    Ma certamente.


    Thresh non riuscì a trattenersi, i lamenti di Misaki non facevano altro che divertirlo e alla fine esplose a ridere mentre consultava quel foglietto, facendo spuntare di nuovo Teemo dalla spalla che oramai non doveva più nascondersi. Il non morto non ci pensò due volte a dire la sua, dato che Misaki sembrava decisamente troppo preoccupata.
    Per come la vedo io, se quel piccoletto ha resistito agli eventi di ieri sera, allora sicuramente qualche sigaretta lì dentro non gli farà male. E' riuscito a respingere perfino me, cosa vuoi che gli faccia un pò di nicotina o... chessò, fragole? Ahahahaha!
    Lo divertiva la grande mole di preoccupazioni che si facevano le persone normali, si certo: la salute di un nascituro è qualcosa di fondamentale e delicato, ma il non morto non riusciva proprio a prenderla sul serio. Poi, quasi a bruciapelo, la domanda di Misaki riportò Thresh al silenzio, spingendolo a scambiare uno sguardo perplesso con Teemo.
    Chiamalo Teemo. E' un nome virile.
    Non volle degnare nemmeno di una risposta la proposta di Teemo, si limitò a fare qualche passo avanti, sospirando ed infilandosi le mani in tasca, con fare pensieroso e piuttosto perso.
    Non ho mai pensato ad una cosa del genere, e ad essere sincero non mi importa. Sono abituato a dare soprannomi e riceverli. Faust è qualcosa che non ho scelto io, Thresh invece mi calza molto più a pennello, e non l'ho di sicuro chiesto ai miei genitori il permesso.
    Era la verità, non sapeva che nome dargli, non sapeva nemmeno se doveva pensarci seriamente oppure se un qualsiasi nome dal suono vagamente accettabile andasse bene.
    Tu cosa ne pensi? Il nome dovrebbe avere una storia, oppure deve essere semplicemente un compromesso tra di noi?
    Si voltò infine verso di lei, facendole quell'ultima domanda, cercando anche di capire quale fosse il punto di vista di Misaki. Teemo, da canto suo, era ancora convintissimo delle sue parole.
     
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  8. †_†yun yun †_†
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    Grazie. Sistemato tutto.


    Thresh riuscì a farle tornare subito il sorriso. Era vero che la sera prima non avevano fatto proprio i bravi genitori consapevoli e attenti, anzi. Ed effettivamente vista la veemenza con cui si era opposto il feto al padre, si poteva dedurre che il piccoletto aveva non solo fegato, ma anche una discreta resistenza. "Secondo me faceva resistenza perché era geloso di te." Disse sghignazzando. Nel mentre si avvicinò a lui, baciandolo sulla bocca. E Teemo si intromise subito, tirando fuori un nome che non avrebbe mai dato al figlio. Non per cattiveria, semplicemente perché ognuno doveva avere il suo e non passarlo a qualcun'altro. Quando era piccola aveva sempre trattato male una bambina che si chiamava Misami, solo perché i loro nomi si somigliavano!
    Notò che il non morto stava prendendo la domanda abbastanza seriamente, mentre lei si inoltrava nei propri pensieri. Tuttavia dopo un attimo tornò ad indossare i suoi modi bruschi e strafottenti, ma lei non avrebbe ceduto. "Ti ricordo che dal momento che non siamo sposati, il bambino avrà il mio cognome... Speravo che almeno il nome volessi darglielo tu..." Disse con un tono a metà tra il mellifluo e il cucciolo bastonato. In fondo, Misaki amava entrambi i suoi nomi: Faust, perché gli dava autorità e lo identificava come il torturatore; Thresh perché raccoglieva tutto ciò che era lui, compreso come si comportava. Quindi a lei sarebbe piaciuto molto se almeno il nome di battesimo lo avesse scelto il padre. Gli prese una mano tra le sua prima di rispondere: "Credo che un nome debba suonare bene alle orecchie di chi lo ascolta. Ma non debba sembrare né troppo altisonante o imperioso, ma nemmeno debole. Ci vuole un nome che rispecchi magari le nostre qualità. Qualcosa che farà dire alla gente:'quello è il figlio di Thresh e Misaki'. Poi se da grande lo vorrà cambiare o vorrà usarne uno diverso, sarà liberissimo di farlo." La giovane donna stava già mostrando una diplomatica accortezza tipica delle madri, segno che la gravidanza non solo avrebbe influito sul suo corpo, ma anche sulla sua mente.
     
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    Misaki teneva duro, non voleva far perdere a Thresh il minimo di responsabilità su quel nome, e come darle torto? Il problema era che per il non morto non aveva davvero significato, né per il cognome, né per il nome. Lui era la dimostrazione fisica che sono le azioni e le inclinazioni a darti un nome degno di essere conosciuto. Thresh dopotutto non lo aveva scelto lui: era il nome che gli avevano affibbiato in prigione. Misaki lo strinse e lo avvicinò a sé, per lei sembrava davvero importante, e chi era Thresh per togliersi quella responsabilità per affibbiarla a lei? Dunque avrebbe preso la cosa sul serio, e con imperativo assoluto.
    Molto bene, allora il nome lo sceglierò io.
    Sciolse la presa dalle mani di Misaki, e Teemo scese subito dal suo cappotto, avvicinandosi alla ragazza mentre il non morto si allontanavano, con le mani dietro la schiena e il fare pensieroso.
    Questo figlio non appartiene alla mia razza, ma lo accoglierò come se fosse mio. Mi viene in mente una sola figura mitologica delle mie origini che possa incarnare alla perfezione questo nome, nella speranza che invece di tradire il padre, ne seguirà le orme.
    Si voltò infine verso Misaki, ma senza incrociare il suo sguardo. Era insolitamente solenne, anche più di quando enfatizzava una tortura.
    Mio figlio si chiamerà Loki.
    Enfatizzò molto la prima parte, facendo capire a Misaki che non aveva intenzione di togliersi nessuna responsabilità o lasciare il peso di quell'evento solo a lei. Quello era suo figlio tanto quanto lo era di Misaki, lo avrebbe partorito lui stesso volendo senza troppi complimenti, stava iniziando a diventare davvero importante, e non vedeva l'ora di conoscere il suo "Loki".
     
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  10. †_†yun yun †_†
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    Misaki era felice di vederlo comportarsi così: in quel momento forse stava raggiungendo il massimo dell'umanità possibile per uno come lui. E lei ne era profondamente orgogliosa. Forse questa era la giusta dose di dolcezza che una col suo carattere fiero e indipendente bramava. Una via di mezzo accettabile per ambe le parti, un giusto compromesso basato su un legame forte.
    "Loki." Pensò. Provò a pronunciarlo sottovoce, come a saggiarne l'effetto che faceva con il suo tono. Lo pronunciò poi completo, aggiungendo il cognome. Magari fu solo una sua impressione, ma le parve che il feto avesse reagito alle sue parole, muovendosi dentro di lei. Che cosa buffa. "Era una divinità ambigua se non ricordo male. Spesso raffigurata con una fiamma, le cui azioni andavano contro il senso comune. Tuttavia le sue azioni erano necessarie e costruiva spesso delle macchine ingegnose, in grado di aiutare gli altri. Era il male stesso che doveva combattere per far ristabilire il bene cosmico." Da piccola aveva sempre avuto una passione smodata per i miti e le leggende, frutto forse della sua doppia provenienza. Amava ascoltare i genitori che raccontavano le storie dei loro paesi. Misaki si chiese cosa sperava veramente in un nome come quello: certamente la parte delle creazioni e delle macchine riguardava molto la sua natura, ma che desiderasse un figlio così ambivalente tra bene e male era curioso. "Allora che Loki sia!" Disse radiosa scoccando un sorriso luminoso al suo amante. Tutti questi risvolti positivi le avevano messo dentro una gran voglia di fare compere. "Visto che ho ancora 4 giorni di ferie, stavo pensando di iniziare a fare qualche spesuccia: lettino, vestitini... Cose così. Te vuoi seguirmi... O hai altri piani...?" Chiese tranquilla. Non si aspettava niente di che, ma era curiosa di sapere le sue intenzioni, per potersi al limite comportare di conseguenza.
     
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    Thresh parve sufficientemente risoluto per trasmettere le sue emozioni a Misaki, ci riuscì eccome e la convinse praticamente subito. Teemo ghignò soddisfatto, trasformandosi in una leggera nebbia grigia che poi tornò vicino al non morto, lasciando che chiudesse il suo cappotto a dovere. La proposta seguente di Misaki però, non avrebbe avuto risvolti positivi: sollevò il braccio destro come in segno di fermo, tenendo il sinistro dietro la schiena.
    Spiacente ma questo invito devo declinarlo. Il mio lavoro mi concede poco tempo e potrei anche dover correre in caso serva, non posso farlo ovunque devo restare nei paraggi e devo restare disponibile. Inoltre, e non prenderlo a male, ma mi annoia da impazzire una prospettiva del genere.
    Purtroppo Thresh restava pur sempre un uomo, e indipendentemente dalla situazione qualsiasi tipo di shopping o spesa provocava una spontanea repulsione. Ma riprese subito a parlare per correggere il tiro, portandole le dita sotto il mento per poterle togliere la parola e tenere la concentrazione su di lui.
    Tu divertiti pure, io preferisco cercarti una sistemazione vagamente migliore per una mamma. Senza scale magari, senza vicini rompiscatole e magari più spaziosa.
    Una casa insieme? No, niente del genere, ma forse una casa per lei si. Qualcosa di speciale dove avrebbe potuto portare avanti una gravidanza in maniera decoroso, e magari attirare qualche altra deliziosa vittima per sfogare i suoi istinti e dare pace alla sua lanterna. Nascondere cadaveri e uccidere persone diventa più facile in una casa chiusa, insonorizzata e magari non troppo in centro.
     
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  12. †_†yun yun †_†
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    Si aspettava una cosa del genere, per questo non aveva sperato più di tanto. In realtà aveva posto la domanda con molta naturalezza dando al non morto la possibilità di svicolare senza sentirsi fuori luogo. Era normale per un uomo abbandonare con stile certe proposte poco allettanti e Thresh evidentemente aveva ancora diversi caratteristiche umane che ogni tanto riaffioravano. Si lasciò quindi avvicinare senza opporsi, convinta di ricevere un bacio di commiato o qualcosa di simile. E invece aveva dedotto male vista l'idea sparata dal compagno: voleva forse creare il loro nido d'amore? Come idea era abbastanza allettante. Certo andare a convivere con lui significava zero relax e ben poche occasioni per riposare determinate parti del suo corpo, ma sarebbe stato estremamente eccitante e stimolante. Si stava calando nel ruolo del padre molto facilmente. Forse anche troppo. Misaki incominciò a dubitare della propria supposizione ancor prima di finire di pensarla. Però l'idea di una nuova casetta non era male: avrebbe potuto arredarla un po' più a modo in vista dell'arrivo del neonato, magari avrebbe vissuto meno in periferia e più vicina al centro, o ancora una bella casetta in campagna, in mezzo al silenzio e alla natura. Certo, se le avesse preso una casina vicino al mare, avrebbe potuto morire di gioia. "Bene allora mentre cerco qualche vestitino carino, ti lascio alle tue faccende più mascoline" E detto questo gli scoccò un sonoro bacio sulle labbra, salutò Teemo con una carezza al folto pelo e salì sulla moto. Era ancora troppo presto per potervi rinunciare. Infilò il casco e mise in moto. Si inoltrò nel traffico impennando selvaggiamente, mentre un grido di gioia squarciava la monotonia cittadina.
     
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101 replies since 10/11/2014, 23:31   661 views
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