Cucinare è un modo di dare

Per Deva

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    Sapevi d'un sapore buono. Di quei dolci coperti di zucchero,
    di quelle fette stracolme di marmellata.
    Di quelle torte spesse di cioccolato.
    Avevi un sapore che bisognava imparare a gustare
    con calma e fino in fondo.
    Sapevi di dolce...


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    Misaki non sopportava entrare a lavoro dopo pranzo. C'era sempre troppo traffico per le strade, spesso il suo parcheggio era occupato e il centro commerciale era pieno zeppo di gente che transitava a casaccio da un negozio all'altro. Poteva essere un bene per l'economia questo, ma certamente non per il suo umore. Rassegnata a come era andata nel retrobottega il giorno prima, aprì la porta sospirando. Fu con enorme sollievo che si accorse di essere sola. Tanto meglio. Avrebbe avuto da fare diverse cose durante quelle ore di lavoro e nella solitudine sapeva che avrebbe lavorato più serenamente. La sua capa le aveva lasciato una foto di alcune tortine al cioccolato che avrebbe dovuto riprodurre per un evento che si sarebbe tenuto di lì a pochi giorni nel negozio. Si trattava di un dolce al cioccolato, ripieno al cioccolato fondente liquido e caldo, ricoperto da una glassa al cioccolato e adornato con cioccolato a scaglie, girigogoli e cuori. Insomma il paradiso del diabete. Solo a misurare il quantitativo di quel cacao si sentì svenire. La sua datrice avrà anche avuto molti difetti, ma certamente la sua qualità sull'organizzazione spiccava come poche. Aveva importato addirittura un tipo di cioccolata particolare da chissà quale paese del mondo, pur di averne la qualità migliore. Misaki lo assaggiò, inebriata da quel profumo. Era veramente la fine del mondo. Lasciò la porta socchiusa per permettere a quell'odore sublime di invadere la zona davanti della bottega e anche il lungo corridoio di fronte. E aprì la porta del retro per garantire un maggior ricircolo d'aria. Sicuramente questa sua mossa avrebbe attirato un maggior numero di clienti. Mentre la crema al cacao bolliva pigramente sul fornello, la glassa al cioccolato si raffreddava lentamente accanto al ventilatore. Il pan di spagna al cioccolato cuoceva placido nel forno. Misaki decise che poteva concedersi una sigaretta in tutta tranquillità. Si controllò i vestiti e si sistemò i capelli in due code. Si lavò il viso al lavandino passando delicatamente le mani sopra alle sue due cicatrici. Era passato un po' di tempo, ma erano ancora violacee e ben visibile. Sorrise immersa nei ricordi. Uscì nel retro e si accese una sigaretta. Quella giornata stava andando meglio del previsto. Mentre si rilassava pensava a cosa avrebbe potuto far ein serata, dopo il lavoro. Ma non si preoccupò più di tanto. Qualcosa le sarebbe venuto in mente..
     
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    David da appassionato di cucina qual’era viaggiando sul web aveva trovato un’offerta di un volo che lo avrebbe portato in Italia patria del buon cibo e dato che voleva diventare un cuoco abbastanza bravo un viaggetto in Italia per scoprire le loro ricette e i modi di fare gli avrebbero fatto più che bene e gli avrebbero fatto crescere la sua esperienza in campo culinario, prenotò quindi il biglietto che da quello che c’era scritto sul sito sarebbe arrivato nella casella postale due giorni dopo la prenotazione. Era già carico e pronto tanto che non stava più nella pelle e non vedeva l’ora di partire.
    Il giorno seguente arrivò il postino che aveva con se un pacco misto ad altre buste che evidentemente erano bollette o pubblicità cartacee ed insieme a quel piccolo ammasso di roba spiccava una piccola busta rossa con la bandierina italiana intestata ad David Hollow, era arrivato prima del previsto il biglietto che aveva ordinato dall’agenzia di viaggi online, corse subito nella sua camera prendendo un piccolo borsello dove mise poca roba come il portafogli, il cellulare e ovviamente il biglietto senza il quale non sarebbe mai partito. Uscì di casa chiamando il taxi che lo portò infine all’aeroporto, una volta all’aeroporto dopo una fila di circa 1 ora era finalmente in procinto di salire sull’aereo diretto verso l’italia. Il viaggio durò alcune ore nelle quali David si era praticamente addormentato come un ghiro svegliandosi solo mezzora prima rispetto alla fine del viaggio in aereo, finalmente era arrivato in Italia e quello per lui era praticamente un mondo nuovo dato che non c’era mai effettivamente stato, iniziò a incamminarsi per le strade italiane rimanendo piuttosto sorpreso e da quello che aveva visto l’italia era proprio un bel paese, continuava a camminare guardandosi attorno mentre sfoggiava un sorrisino soddisfatto.
    A forza di camminare era giunto davanti a quello che sembrava aver l’aria di un grande e grosso mega centro commerciale, entrò dunque per farci un giro, entrato notò che c’era un enorme numero di gente , continuò ad camminare finchè non vide sulla sua destra un negozietto che riportava la scritta “Sweet Honey” con tanto una icona a forma di muffin al cioccolato e ad occhi e croce aveva tutta l’aria di essere una pasticceria, decise allora di entrare in negozio anche perché usciva un profumino niente male da li dentro.

    Buongiorno! C’è nessuno?
    Chiese cordialmente entrando in negozio notò anche ce non c’era minimamente l’ombra di nessuno, che fossero andati in pausa? O che fossero impegnati a preparare qualche dolce? Decise quindi di aspettare qualche minuto per vedere se fosse mai arrivato qualcuno oppure se ne sarebbe andato.
     
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    La sigaretta stava ormai per finire. Misaki aspirò le ultime boccate di tabacco e assaporò il fumo che lentamente le scendeva giù per la gola. Faceva male, certo, ma Dio, quanto era buono! Stava spegnendo la cicca nell'apposito contenitore quando sentì una voce chiamare dal negozio. Controllò l'ora e si accorse che effettivamente le addette alla vendita erano ancora in pausa pranzo. Sospirò mentre ad alta voce rispondeva:"Mi scusi solo un secondo, arrivo subito!" E detto questo controllò che la sua creazione fosse ad un buon punto della cottura e che tutto stesse filando per il verso giusto. Solo allora fece cambio di grembiule e si rassettò le maniche a palloncino. Sistemò i capelli ed uscì nella bottega. "Buongiorno, mi dispiace averla fatta aspettare, ma dovevo controllare dei dolci in forno" Sorrise, amabile; il tipico sorriso del venditore porta a porta. "Prego, mi dica pure" Continuò sempre gioviale. E per la prima volta fissò il cliente che le si parava davanti. A prima vista sembrava uno dei tipici teppisti di strada, anzi aveva in sé proprio tutti quei canoni tipici: tatuaggio sull'avambraccio, cappellino a cuffietta, vestiti di jeans scuro e aspetto in linea generale da trasandato. Per un attimo temette di subire una rapina. Il secondo sguardo, mentre lo scrutava attentamente, le permise di capire ben altre cose, come ad esempio il fisico asciutto e gli occhi seri e concentrati. Era un bel ragazzo, forse un po' bassino per i suoi standard, ma sicuramente molto piacente. E mentre lo analizzava da quel punto di vista, si accorse che la sua lanterna si stava comportando in modo strano, come se volesse davvero metterla in guardia su qualcosa. Prese a pulsare ritmicamente al contrario dei battiti del suo cuore. Misaki la guardò per un secondo come se volesse cercare di capire qualcosa di più su quello strano comportamento, ma subito tornò a guardare il suo interlocutore. Sembrava concentrato, come se avesse un obiettivo preciso in testa. "Cielo, se decidesse di rapinarmi non avrei niente con cui difendermi!" Pensò atterrita. Poi si ricordò che lei non era più un'umana "debole e indifesa": Thresh le aveva donato un potere e lei adesso sapeva come usarlo. In qualche modo se la sarebbe cavata. Ma adesso doveva mantenere la sua facciata di commessa, quindi decise di assumere un tono amichevole e cordiale. "La vedo molto concentrata, magari non sa cosa scegliere? Posso suggerirle una delle nostre crostate di lamponi e more? Oppure preferirebbe prendere qualcosa dalla nostra pasticceria mignon? Le garantisco che è tutta roba di ottima qualità e dal sapore unico." Adesso ovviamente lui avrebbe dovuto fare qualcosa, chiedere o comprare, o anche solo attaccare bottone. Altrimenti Misaki era più che decisa a entrare in azione difensiva. Sperava che però non ce ne fosse bisogno e che tutto filasse per il meglio..
     
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    Finalmente arrivò qualcuno per servilto, la persona che arrivò per servirlo in realtà era una ragazza forse più giovane di lui ma sicuramente non di tanto al massimo gli avrebbe dato 1 o 2 anni in meno da lui, vestita con quella che appariva essere a primo impatto sembrava essere l’uniforme che usavano in quel negozio o almeno era convinto che quella fosse la loro uniforme lavorativa. Ovviamente oltre a notare il vestiario della ragazza l’occhio si era fermato maggiormente sul suo aspetto dovendo ammettere dentro di sé che quella era proprio una ragazza carina, aveva dei capelli color simile al nocciola sistemati anche in due lunghe code, la cosa che però lo sorprese di più era invece la sua carnagione olivastra troppo perfetta per fare un vago riferimento ad una possibile abbronzatura sulle spiagge italiane, descrivere quella ragazza in poche parole era un’impresa abbastanza difficile anche se poteva dire senza ripensamenti che era d’avvero carina. Era anche molto cordiale, quando gli sorrise David capì che evidentemente le sapeva proprio fare il suo lavoro dato che con i clienti bisognava essere sempre pazienti e ben disposti ad accogliere le loro richieste, si accorse solo dopo tornando con la mente nel mondo reale che lei lo stava fissando come se fosse impaurita, causa che senza pensarci collegò immediatamente al suo tipico modo di vestire che lo faceva apparire come un teppista di strada.
    Hei hei tranquilla non ho cattive intenzioni, piuttosto si sarei tentato a provare le vostre leccornie anche se ad essere sincero quello che mi ha attratto di più era quell’inebriante odorino che usciva dalla porta.
    Comunque come prima cosa potrei provare la crostata che mi ha proposto, grazie. Vedo che questo negozio e fornito di bella roba, sarà un privilegio per me mettere il mio palato a vostra disposizione

    Cercò in un certo senso di attaccar bottone con la ragazza mentre gli chiese cosa effettivamente voleva provare ad assaggiare, da quello che aveva visto il negozio era pieno di molti dolcetti dalla forma e dall’aspetto molto invitante e la cosa non poteva di certo non fargli venire l’acquolina, aveva anche notato con un certo dispiacere che quella commessa era l’unica a mandare avanti quel negozio e di certo gli aspettava un grande e grosso lavoro per proporre tutto quello che era messo in mostra in quel momento.
    Ma per caso sei da sola a lavorare in questo negozio? Se la risposta e positiva non posso far altro che farti i miei complimenti, devi metterci d’avvero molto impegno e passione in quello che fai
    Gli ricambiò stavolta un sorriso soddisfatto mentre attendeva di essere servito dalla ragazza.
     
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    Finalmente il ragazzo si riscosse e per la prima volta da quando aveva messo piede lì dentro si mostrò un po' più cordiale e benevolo. Misaki poté rilassarsi. I suoi sensi si distesero e smise per un attimo di prestare attenzione alla lanterna, a cui si rivolse silenziosamente:"Visto? Tutto tranquillo!" Sorrise al cliente mentre si dirigeva verso le crostate. Ne tirò fuori una e la guardò come una mamma guarda una figlia, cosa che in maniera metaforica era. Tagliò un'abbondante fetta e la sistemò su un piattino di porcellana finissima con degli intarsi lavorati sui bordi. Tenendolo sempre in mano passò oltre il bancone, dirigendosi verso uno dei tavolini e lo fece accomodare con un gesto delicato della mano. Sorrise di nuovo, non sembrava che al suo interlocutore dessero fastidio quelle cicatrici violacee. "Prego si accomodi pure signore. Desidera qualcosa da bere? Posso prepararle un ottimo tè leggero e dolce da accompagnare con la crostata." Se avesse ricevuto una risposta affermativa, Misaki si sarebbe diretta verso i barattoli di spezie dolci e con dei calibratori appositi avrebbe creato sul momento una bevanda calda personalizzata per lui. Il ragazzo sembrava anche abbastanza loquace e bendisposto alle chiacchere, così rispose educatamente:"Mi dispiace deluderla, qui io sono solo un'umile pasticcera. Qui con me lavorano due commesse, una pasticcera come me e una stagista. La signora direttrice in questo momento è nell'altro negozio, in centro." Si rivolse a lui in modo cortese ed educato, anche se una nota di frustrazione colorò le sue parole. "Comunque un giorno vorrei davvero aprire una mia pasticceria. Mi dica se il dolce le piace, sa l'ho fatto io." Detto questo, se il suo interlocutore fosse stato disponibile, si sarebbe aperta ancora di più ad una piacevole ed innocua conversazione, in cui avrebbero potuto parlare dei loro dolci preferiti, magari il giovane avrebbe potuto esprimere dei pareri o confessare di essere anche lui un pasticcere. Forse se fosse stato ben disponibile e nessun cliente li avesse disturbati, lui avrebbe potuto chiedere di vedere il suo regno, e lei ne avrebbe approfittato per non lasciare incustodito troppo a lungo il suo dolce.
     
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    Mentre non staccava per un attimo gli occhi da dosso vide la ragazza prendere una fetta della crostata che David aveva ordinato sotto consiglio proprio di lei, dope che finalmente aveva preso la fetta di crostata era finalmente tornata da Davi dicendogli di accomodarsi ad un tavolo e senza pensarci due volte si accomodò al tavolino anche perché mangiare in piedi cibo di quella manifattura era una sorta di insulto alle pratiche culinarie mondiali dato che non si trattava di un pasto veloce come poteva essere un panino o derivanti, era una fetta di dolce servita su un piatto di porcellana dentro ad un negozietto molto accogliente. Si accomodò quindi al tavolino mentre prese il piatto dalla giovane commessa ricambiando un sorriso di ringraziamento.
    Certamente signorina, mi prepari il tè che ha appena detto, non essendo espertissimo di abbinamenti mi appoggio alla sua esperienza.
    Ah comunque ben dicevo, cioè portare avanti un negozio come questo è di gran lunga un bell’impegno e se vuoi ascoltare un mio consiglio, quando sarà che aprirai un tuo negozio intendo ti conviene prenderne uno più piccolo se non hai intenzione di assumere dipendenti

    Disse una cosa probabilmente ovvia riguardo al negozio, la vide poi dirigersi verso a dei barattoli e in men che non si dica era tornata da lui con evidentemente il tè già pronto dentro ad una ennesima tazzina anche lei di porcellana con tanto dell’apposito posa tazzina anche lui di porcellana con un motivo floreale circolare che decorava il resto, mentre la parte dove andava appunto posata la tazzina era sempre circolare ma di colore bianco. Era comunque il momento di assaggiare quella invitante leccornia, David prese la forchetta che era stata posata dalla commessa poco prima rimanendo sorpreso dalla sua manifattura, era una forchetta molto più piccola di quelle che si potevano usare nei pranzi normali e dai lineamenti più delicati e al tempo stesso sofisticati da notare inoltre il suo peso ridotto rispetto alle forchette normali, sembravano proprio forchette esclusivamente create per assaggiare e gustare i dolci.
    Con la forchettina in mano andò a tagliare un pezzetto di quella soffice crostata che si tagliò immediatamente segno che la pasta evidentemente era stata fatta a pennello e senza commettere errori, mangiò quel piccolo boccone di crostata sentendosi immediatamente inebriato dal sapore fresco dei frutti constatando anche che la combinazione fra lamponi e more era qualcosa di veramente appagante al palato il tutto condito con una delicata crema chantilly, era un dolce probabilmente facile da preparare ma estremamente buono e in un certo senso anche appagante quando lo si mangiava, finì poi con sorseggiare quel leggero e delicato tè che gli era stato appena preparato sempre dalla commessa.

    Devo ammettere che questo dolce e veramente strabiliante, la combinazione fresca e appagante delle more e dei lamponi e come una botta estiva che ti entra dritta in bocca, il tè che mi hai proposto e si buono ma a dir la verità e un po’ troppo delicato per i miei gusti, diciamo che secondo me sarebbe meglio qualcosa di un pochino più forte e che abbracci il sapore che lascia in bocca la crostata dopo che l’hai mangiata. Comunque ribadisco che il dolce e veramente notevole, la cottura della pasta a mio parere e presso che perfetta, quindi i miei complimenti e veramente buona
    Ed eccolo li, era da parecchio tempo che non tirava fuori la sua formidabile linguaccia iniziando a parlare manco fosse un politico che stava facendo un discorso alla sua nazione, fatto stava che mentre stava facendo quel discorso tirò fuori ad insaputa il suo lato diciamo professionale che aveva quando si metteva hai fornelli sembrando anche in un certo senso più sciolto nei modi di parlare. Quello che però ammesse erano le indiscutibili abilità che aveva quella ragazza nel fare i dolci, e sicuramente se quello era così buono non immaginava quanto realmente fossero buoni anche gli altri.
     
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  7. †_†yun yun †_†
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    Dalla sua reazione, Misaki comprese che il suo dolce era piaciuto. Non apprezzò molto invece la critica fatto al suo tè. Aveva sempre indovinato i gusti dei suoi clienti, era una specie di sesto senso che le apparteneva. E ora un perfetto sconosciuto lo criticava. Si adombrò vistosamente. "Signore, il tè è così leggero perché non deve coprire troppo il sapore del dolce. Se le avessi preparato un infuso troppo forte, non avrebbe potuto assaporare l'aroma di vaniglia nella crema, e nemmeno la freschezza dei frutti." Disse in un sorriso tirato. No, proprio quel commento non era stato di suo gusto. Anzi, oggi l'uomo era stato fortunato: si sentiva in buona e non aveva replicato più di tanto. Se avesse ricevuto un commento simile in altre circostanze, probabilmente adesso ne avrebbero discusso in una stanza dei giochi. "Inoltre, quando aprirò un negozio mio, ho intenzione di assumere del personale alla vendita e almeno un paio di aiuti. Riconosco le mie possibilità e so quali possono essere i limiti" Decisamente il suo tono cordiale era svanito. Quel ragazzo doveva averla urtata più del necessario.
    Si inchinò brevemente, come a prendere congedo, mentre ritornava alla sua postazione. Quel ragazzo era stato davvero sfrontato. Cercò di rilassarsi e scacciare via quel fastidioso stato d'animo, mentre aspirava a pieni polmoni l'odore del cioccolato. Aprì la porta e si diresse sul retro, lasciando l'uscio accostato in modo da tenere sotto controllo la situazione. Aveva abbandonato la sua povera creatura, ma in sua assenza non era successo niente di dannoso. Il dolce continuava a cuocere lentamente mentre la glassa si induriva. Spense il ventilatore, perchè voleva che mantenesse una consistenza elastica e malleabile. Si mise poi ad osservare il ragazzo dentro al negozio e senza capire il perché iniziò a credere che non avesse ricevuto una buona istruzione. Oppure che aveva avuto problemi in famiglia da piccolo. Stava mangiando con il cappello. Non era una legge, ma ogni persona con un minimo di buon senso se lo sarebbe tolto. Non era così freddo da dover essere costretti a tenerlo. Però la sua faccia mentre mangiava con gusto il suo dolce era attraente. Non era una di quei volti belli oltre l'inverosimile, che ti fanno voltare lo sguardo, ma aveva dei lineamenti regolari e piacevoli da guardare. Si chiese se poteva esistere un modo per portarselo a letto senza destare troppo scalpore. Dopotutto era ancora a lavoro e tra un'oretta circa sarebbero tornate le colleghe, oltre che i clienti. Sospirò, sperando che fosse lui magari a dimostrare qualche apprezzamento. Oltre che a cambiare modo di essere.
     
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    Forse aveva parlato un po’ troppo facendo anche infastidire la ragazza, lo aveva capito proprio quando la ragazza proferì parola riguardo al tè che poi si congedò per ritornare di là nella stanza dov’era uscita prima di servirlo, sentì nuovamente quel delicato ma invitante profumino espandersi nuovamente nel negozio evidentemente era un ennesimo dolcetto che la ragazza era andata a controllare così da costatare se era tutto secondo i piani della ricetta, David nel frattempo oltre ad essere attirato dal profumino finì anche la porzione di dolce che era rimasta nel piatto anche perché lasciarla li sarebbe stato uno spreco di cibo per niente e pensava maggiormente ciò perché il dolce era effettivamente una bontà e se avesse saputo che qualcuno non lo avrebbe mangiato tutto ovviamente si sarebbe preso una dose capitale di sceffoni da parte sua.
    Finì anche di sorseggiare il restante tè che era rimasto nella tazzina per poi alzarsi e sistemarsi un poco i jeans e il giubbotto di jeasn mentre pensava a che mossa fare per riallacciare discorso con la ragazza, non voleva di certo che quella ragazza provasse del rancore nei suoi confronti solo perché aveva espresso un parere personale .

    Ehm scusa se sembro impertinente ma questo buon odorino da dove viene? Cioè anche prima non era difficile notarlo ma ora e come se si fosse in un certo senso ampliato, non e che per caso e uno de tuoi nuovi dolci vero?
    Chiese in modo curioso mentre cercava di riallacciare quel diciamo piccolo rapporto con la commessa, non sapeva se la cosa avesse funzionato ma almeno cercò di provarci e poi a dirla tutta quella ragazza era veramente brava a fare i dolci che sarebbe stato curioso di assaggiarne altri purchè fatti dalle manine di lei, anche se oltre alla scusa dell’odorino poteva anche approfittarne almeno per fare conoscenza in modo tale da tenergli compagnia finchè non fossero tornate le sue college ed in un certo senso aveva accolto quell’idea come una sorta di responsabilità dato che lei era stata così cordiale nei suoi confronti.
    Scusa un’altra volta se sembrerò scortese, ti và se rimango quì finchè non tornano le tue colleghe?
    Buttò in fine il lamo, ora doveva vedere come avrebbe reagito la ragazza.
     
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    Tempo fa -non ricordava dove-, qualcuno le disse che se un ospite finisce di buon grado quello che gli viene messo davanti o nel piatto, allora non può essere una cattiva persona. Fu grazie a questo ricordo che Misaki si ricredette riguardo al suo giudizio sull'attuale cliente. Mangiò e bevve di buona lena, prendendosi il suo tempo e senza strafogarsi. Quando il ragazzo parlò, quasi venne colta di sorpresa. Adesso sembrava più educato e disponibile al dialogo, forse si era accorto che in qualche modo prima non era stato sufficientemente educato. Si affacciò ulteriormente dalla porta per rispondere:"Sto creando un nuovo dolce, per la prossima settimana. Organizzeremo un choccolate party. E l'odore che senti, proviene dal nostro dolce di punta:"il paradiso del cioccolato". Lo sto facendo adesso per la prima volta e sono un po' in ansia sul suo risultato" Sorrise imbarazzata per quell'improvvisa rivelazione di sé. Le cicatrici brillarono alle luci del neon mentre alzava la testa per sistemarsi un ciuffo ribelle. Effettivamente però quel dolce le stava dando diverse preoccupazioni, perché non lo aveva mai visto fare né lo aveva mai assaggiato, quindi non era sicura di quale aspetto e sapore dovesse avere una volta terminato. Stava per invitarlo di là, nel suo regno, quando a sorpresa il ragazzo chiese il permesso di passare dell'ulteriore tempo con lei. Sorrise benevola:"Certo che puoi restare. Anzi perché non vieni di qua? Ti faccio vedere dove la mia magia è più potente e dove i sogni di un amante dei dolci diventano realtà." E detto questo aprì ulteriormente la porta, consentendo a quell'aroma sublime di disperdersi amorevole nell'aria. Se il ragazzo avesse accettato magari avrebbero potuto anche presentarsi e dopo gli avrebbe mostrato tutti. Non sembrava essere a digiuno di conoscenze dolciarie, quindi poteva anche aiutarla nella preparazione di quel dolce. Magari anche solo dandole dei consigli.
     
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    Meno male che quello che aveva pensato prima evidentemente erano solo brutti pensieri campati per aria anche se ora la ragazza si mostro nuovamente cordiale nei suoi confronti, l’aveva ascoltata parlare e in quelle parole era molto chiaro sentire la passione che provava quella ragazza per il suo lavoro da pasticcera e a David non potè far altro che piacere sentire quelle parole gli avevano in un certo senso scaldato il cuore, non era facile trovare persone che ci mettessero passione nel proprio lavoro dato che purtroppo e come era ormai ovvio coi tempi che correvano si pensava più hai soldi che ad altro ma ogni tanto si era anche davanti ad individui come la commessa che coltivavano effettivamente una passione con tutto il loro essere.
    Notò immediatamente il sorriso imbarazzato della ragazza che nel frattempo alzando la testa con la luce del neon aveva messo in risalto due piccole cicatrici che David non notò la prima volta che l’aveva vista chiedendosi anche chi mai gliele avesse fatte, aveva per caso subito qualche maltrattamento da qualche intenzionato? Ovviamente non poteva di certo saperlo anche perché come segno di cortesia non gli avrebbe certamente proferito argomento riguardo alle due piccole cicatrici, fù contento quando si sentì accettare la proposta venendo anche invitato dalla commessa nella zona cucina dove prendevano forma quelle belle e invitanti creazioni che erano esposte in negozio, raggiunse la porta dove sarebbe entrato poi con la ragazza e mentre era pronto per varcare la porta venne investito nuovamente da quel profumino invitante di cioccolato che si sentiva in quel momento ancora più forte.

    Permesso! Comunque e un vero peccato che non possa partecipare al tuo evento scommetto che andranno letteralmente a ruba i dolcetti che stai facendo
    Si interruppe un attimo mentre entrò definitivamente nella stanza si trovò davanti un localino piccolo ma con tutti gli oggetti adatti per eseguire le mansioni che servivano ad un pasticciere mentre si sentiva anche il rumore di uno dei forni che era intento a scaldare probabilmente il dolcetto che aveva quel bel profumino.
    Come hai detto che si chiama quel dolcetto? Dal profumino comunque credo stia cuocendo perfettamente, non trovi?
    Si era per un attimo scordato il nome del dolce mentre chiese curioso alla ragazza cosa ne pensasse dell’odorino che si poteva chiaramente sentire, secondo David ancora alcuni minuti e probabilmente quel dolcetto era bello pronto e da servire, così da assaggiare la sua consistenza e quanto realmente fosse buono.
     
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    Aveva notato che il giovane si era messo a fissare le sue cicatrici. Lei non le copriva più e non se ne vergognava, ma vedeva le reazioni che aveva la gente quando la guardava per la prima volta o la incrociava per strada. Tutti erano convinti che fosse uno spreco, come se qualcuno avesse volutamente fregiato un bel quadro. Misaki non se ne preoccupava. Sapeva che lui non le avrebbe chiesto niente a riguardo -era una questione di buon senso-, quindi decise che sarebbe stata lei la prima a rompere il ghiaccio, cercando comunque di intavolare una discussione che forse avrebbe portato ad un altro tipo di sviluppo. "Stavi guardando le mie cicatrici poco fa, vero? Se hai delle domane, non ti fare scrupoli." Sorrise e nuovamente le cicatrici divennero violacee. Gli avrebbe spiegato per sommi capi come stava la faccenda, sneza però entrare troppo nel dettaglio. Forse in un secondo momento avrebbe potuto dare qualche spiegazione in più ma tutto dipendeva da come si sarebbero svolte le cose. Lo fece accomodare intanto nella stanza, mentre sciorinava informazioni sul dolce "il paradiso del cioccolato". Lo osservò un attimo e capì che avrebbe voluto assaggiarlo. "Non so quanto ti tratterrai qui, ma se proprio dovessi mancare alla settimana del cioccolato... Magari potresti aspettare che finisca di cuocere. E dopo potresti darmi un parere, o perché no, dei consigli! Ti farebbe piacere?" Era più che sicura che avrebbe ricevuto una risposta positiva. Poi capì che per infondere maggiore simpatia, doveva almeno presentarsi:"Comunque, io sono Misaki, piacere di conoscerti." E gli tese la mano, sicura che non sarebbe rimasta sospesa in aria troppo a lungo. Si chiese quindi come avrebbe potuto continuare quel primo pomeriggio, quando le venne in mente un'idea. Afferrò una zangola dove era rimasto ancora un po' di impasto, quello avanzato. Certo era crudo, ma un vero intenditore di torte lo avrebbe apprezzato lo stesso. E se era riuscita a capire un po' gli sguardi che si erano lanciati, avrebbe apprezzato di giocare con lei. Prese un cucchiaio e lo immerse nella ciotola, prendendone un po'. Se lo portò alla bocca e con fare molto civettuolo lo assaggiò, amplificando i versi e le smorfie di piacere per far capire che era davvero buono. Il tutto mentre fissava il cliente/teppista. Poi intinse di nuovo il cucchiaio nell'impasto e lo avvicinò al viso del giovane. Se lo avesse accettato, si sarebbero scambiati un bacio indiretto di prima categoria!
     
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    La ragazza aveva notato che David si era perso per un attimo a guardare quelle cicatrici che aveva sulla bocca la ragazza gli chiese se voleva spiegazioni a riguardo di quelle cicatrici appunto, era curioso si di sapere che gli era successo ma quello non era il momento infatti gli fece segno con la mano come per dirgli di aspettare che prima di tirar fuori quell’argomento avrebbe preferito conoscerla dato che non ci teneva ad urtare la sua sensibilità com’era successo prima quando erano seduti al tavolino. La ragazza disse di chiamarsi Misaki un bel nome adatto proprio ad una ragazza come lei che tra l’altro si era anche proposta di fargli assaggiare in anteprima il dolce che stava preparando e David sorrise alla frase ricambiando anche il gesto di cortesia che aveva fatto Misaki dandogli di conseguenza la mano.
    Molto piacere signorina Misaki, io sono David e sarò molto felice di darti il mio parere riguardo al dolcetto, anche se da profumino che viene dal forno probabilmente dirò una cosa ovvia e scontata
    Gli sorrise soddisfatto finchè non vide Misaki prendere da una ciottola dove evidentemente era ancora rimasto l’impasto che era poi infine servito per creare il dolce che ora era intento a cuocere nel forno, Misaki in quel momento aveva preso proprio dalla ciottola con un cucchiaio una piccola porzione d’impasto per poi successivamente mangiarla facendo nel frattempo alcune smorfie che David trovò sinceramente abbastanza strane ma forse Misaki le aveva fatte apposta per fargli capire che l’impasto evidentemente era buono allo stesso livello del dolce in forno, anche se era crudo. Dopo averlo assaggiato Misaki prese sempre dalla ciottola dell’altro impasto ponendo poi di fronte a David il cucchiaio come per invitarlo ad assaggiarlo, non ci pensò due volte ovviamente prima di avvicinarsi per poi andare a mangiare quella piccola parte d’impasto che c’era sul cucchiaio e senza minimamente accorgersene si era anche fatto una piccola macchia di cioccolato sulla parte destra della bocca e precisamente vicino all’attaccatura del labro superiore con quello inferiore, nel frattempo che masticava l’impasto iniziò a gustare in modo molto soddisfatto il sapore del cioccolato che avevano usato, lasciava dentro la bocca un gusto difficile da descrivere ma veramente molto buono rimanendone anche piuttosto colpito e soddisfatto.
    Era molto chiaro che in quel momento aveva trovato una ragazza che di dolci evidentemente ne sapeva parecchio, e quell’impasto certamente ne era la giusta prova rimanendo anche senza parole.
     
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    Scusami davvero per questi giorni di assenza! Spero di recuperare il tempo perduto scrivendo un bel pezzo. Posso solo darti un consiglio? Mi sembra che ultimamente hai un po' eliminato la punteggiatura...xD Secondo me se fai discorsi più brevi, intervallati da punti e da virgole, il lavoro scorre meglio ed è anche più piacevole. Spero di non averti offeso!!


    David sembrò apprezzare l'impasto che aveva preparato, ma non seppe dirlo con precisione perché non si pronunciò al riguardo. Anzi sembrava stare molto sulle sue. Non è che si aspettasse chissà quale reazione, ma almeno un minimo sindacabile se lo sarebbe aspettata. E pure il suo giochetto con cucchiaio non aveva sortito chissà che effetto. Misaki cominciò a chiedersi se per caso avesse sbagliato a giudicarlo e quello fosse solo un normale cliente. Per un attimo pensò addirittura che potesse appartenere all'altra sponda. In quel caso non avrebbe avuto davvero speranze di alcun tipo. Sospirò rumorosamente, sperando che l'altro si accorgesse del suo modo di fare e del suo disappunto. Mentre lo osservava si accorse che gli era rimasto un po' di impasto attaccato all'angolo della bocca e si chiese se fosse stata fortunata, se era un invito malizioso, oppure se semplicemente aveva sbagliato tutte le sue ultime considerazioni. Allora decise di buttarsi, male che andava non si sarebbe divertita. Si avvicinò a David guardandolo in faccia e poi all'ultimo poggiò le labbra accanto a quelle dell'avventore, accogliendo dentro la propria bocca quella traccia solitaria di impasto. Fu un contatto abbastanza veloce, ma lo stesso inequivocabile. Non ci sarebbe stato spazio per recriminare quel gesto. Chissà cosa avrebbe fatto? Chissà quale sarebbe stata la sua faccia, la sua reazione! Sarebbe corso via intimidito? L'avrebbe allontanata malamente? L'avrebbe fissata imbarazzato? Oppure l'avrebbe avvicinata a sé, deliziato da quel gioco, cercando di incastrarla tra le sue braccia? Misaki si allontanò di un paio di passi per studiare le sue reazioni a seconda della quale si sarebbe comportata di conseguenza. Tutto dipendeva da lui. Misaki lo guardò, sperando ardentemente che lui capisse cosa voleva in quel momento.
     
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    Venne colto di sorpresa da quella presa di iniziativa da parte di Misaki, gli capitava di rado di venir sorpreso da qualcuno ma quella ragazza evidentemente era riuscita nel suo intento e poi si allontanò da lui indietreggiando di qualche passo. Si passò successivamente la mano destra sulla parto dove avevano interagito le labbra della ragazza sorridendo soddisfatto, non capitava tutti i giorni di vedere una ragazza con così tanta iniziativa e la cosa non gli dispiaceva, anzi la situazione iniziava a farsi interessante per certi versi.
    Notevole Misaki, sono piacevolmente colpito sai? Non mi è ancora capitato che qualcuno mi sorprendesse, quindi ti faccio i miei complimenti anche se ho da chiederti solo una cosa…..
    Sei sicura di volerlo fare?

    Domandò a Misaki mentre si avvicinò sempre di più a lei mantenendo un passo lento arrivando infine davanti a lei iniziando a guardarla negli occhi, David non era il tipo da prender subito l’iniziativa anche se a conti fatti lo si poteva ritenere una testa calda, era abituato a pensare sempre prima di agire ma con Misaki era in un certo senso diverso, era come se non servisse pensare ma direttamente agire.
    Prese di colpo il volto di Misaki con entrambe le mani guardandola un’ultima volta negli occhi prima di andare a posare le proprie labbra su quelle di lei, iniziò a baciarla vigorosamente cercando di insinuare la propria lingua dentro la bocca di lei con l’intento di cercare un contatto con la lingua della ragazza, mentre era intento a baciarla spostò le mani fino ad arrivare a posizionarle sui fianchi di Misaki. Iniziò ad eccitarsi essendo così a stretto contatto col corpo di Misaki, e sicuramente pure lei avrebbe iniziato a sentire sotto i pantaloni di David qualcosa che si stava sempre più gonfiando, in fin dei conti Misaki era a tutti gli effetti un gran pezzo di donna e averla così a stretto contatto mentre era intento a baciarla David avrebbe sfidato tutti ad non eccitarsi nel farlo, altamente impossibile pensava. David iniziò poi a spingere dolcemente Misaki verso il tavolino che era posizionato rispettivamente sulla destra di lei, una volta infine arrivati davanti al tavolo David si sarebbe poi abbassato leggermente prendendo con entrambe le braccia le cosce di Misaki facendola sedere sul tavolo.

    Allora che ne dici Misaki, vuoi spingerti oltre?
    Domandò eccitato mentre aveva ancora entrambe le mani sulle cosce di Misaki, voleva sapere cosa avrebbe detto Misaki alla sua domanda anche se aveva probabilmente già intuito che idea aveva la ragazza e per di più David iniziava ad essere sempre più pronto ad alzare il livello di quel gioco, diede un ultimo bacio a stampo a Misaki continuando a rimanere incollato a lei.
     
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  15. †_†yun yun †_†
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    Aveva fatto colpo. Sorrise compiaciuta a se stessa, gongolandosi. "Quando vedo qualcosa che mi piace, faccio di tutto pur di averlo. Di che sicurezze dovrei aver bisogno?" Lo fissava intensamente mentre aspettava che si avvicinasse. E non oppose resistenza quando le prese il viso per baciarla. Docilmente accolse la lingua di David nella propria bocca, ricambiano quel bacio appassionato. Si strinse a lui, circondandogli le spalle con le proprie braccia. I corpi, seppur vestiti, erano a strettissimo contatto e ben presto Misaki si rese conto che un rigonfiamento le premeva nella zona del bacino. Si sentì soddisfatta e molto desiderata. Si lasciò poi spostare senza opporre alcun tipo di resistenza. Perché avrebbe dovuto? In fondo era lei che aveva desiderato quel rapporto tra di loro! Venne adagiata sopra ad uno dei piani da lavoro che circondavano la stanza. Per fortuna lo aveva pulito poco prima! Su queste cose era molto puntigliosa. Quando si staccarono lo guardò felina, desiderosa di continuare da dove si erano interrotti. David invece sembrava titubare un'ultima volta, chiedendole di nuovo se voleva andare oltre. "Ehi, mettiamo bene le cose in chiaro: sei tu che interessi a me, ok? Ovvio che voglia spingermi oltre!" E detto questo gli appoggiò una mano dietro a nuca, per avvicinarlo a sé e stringerlo di nuovo contro il proprio corpo. Lo fissò un secondo ancora poi si avventò con rinnovato ardore sulle sue labbra, mordendole sui bordi, come se volesse mangiarlo. Nel mentre prese a spogliarlo, con studiata lentezza, di tutto ciò che poteva frapporsi tra la loro pelle. Si prese il proprio tempo, gustandosi i pezzi di vestiario che pian piano cadevano a terra, sparsi sul pavimento. Lo palpò per bene, apprezzandone la corporatura e le fattezze. Tastargli il corpo, mentre le loro bocche continuavano a scambiarsi saliva, le fece fremere il basso ventre, portandola a desiderare sempre di più quel corpo. Già nella sua immaginazione gustava gli atti successivi allo svestimento. Ma lei indossava ancora tutto, compreso il grembiule. Toccava a David spogliarla. "Sai finché non mi togli questi, sarà difficile portare avanti questo gioco nuovo" Così lo invitava a farsi avanti.
     
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