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Mistral si trattenne a stento dal guardarlo male una volta di troppo. Se non aveva intenzione di andare con lei cos'era stata quella mole di parole sulla rabbia e il fatto che "da sola non avrebbe potuto indirizzarla alla perfezione" e bla, bla, bla? Lasciò correre soltanto perché quella era una notizia fantastica, sublime, e lei non avrebbe resistito un secondo di più con quella presenza fastidiosa.
Assimilò tutte le informazioni che le vennero date e, senza neppure attendere che Thresh concludesse, i suoi occhi si illuminarono di rosso mentre dal sinistro si proiettava -a qualche centimetro di distanza dal suo viso- una mappa satellitare. Le occorsero 0,99 secondi tra zoom e scorrimento vario per trovare il luogo indicato e memorizzarne la posizione, cosicché le fosse facile raggiungerlo al momento opportuno. Conclusa l'operazione, i suoi occhi tornarono normali e la proiezione venne "risucchiata" dalla sua retina come se non ci fosse mai stata. L'uomo aveva finito il suo discorso e lei aveva registrato ogni cosa.
Per la cronaca, sarebbe bastato mi rispondesse così fin da subito ed entrambi ci saremmo risparmiati del prezioso tempo sprecato. In ogni caso, credo d'aver ottenuto tutto ciò che mi occorre. Agirò immediatamente.
Senza contare la sua comprensibile impazienza, agire di notte le avrebbe permesso di sfruttare il buio a proprio favore qualora si fosse rivelato possibile un approccio "furtivo". Senza contare che l'avrebbe avvicinata più velocemente alle informazioni riguardanti alla sua famiglia... sempre se quell'individuo aveva detto il vero. In caso contrario, perlomeno avrebbe avuto un buon motivo per avere voglia di ucciderlo. In entrambi i casi avrebbe ottenuto qualcosa.
A lavoro ultimato tornerò qui per consegnarle le informazioni che cerca; a meno che non abbia preferenze in proposito. Se non mi vede tornare entro 24 ore ingaggi pure qualcun altro.
Fece per voltarsi.
Se è tutto, la saluto.
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L'utilità di ribadire l'ovvio spesso sfugge agli immortali, per questo Thresh non aggiunse altro alla loro conversazione, limitandosi ad alzare il bicchiere quasi vuoto come e volesse brindare. Non c'era più bisogno di ulteriori dettagli. Il "favore delle ombre" è un cliché che non morirà mai, ma essendo i suoi obbiettivi i cattivi, Mistral doveva aspettarsi che con tutta probabilità ci sarebbero stati più pericoli di notte che non di giorno, o per lo meno possiamo parlare dell'affluenza di materiale da immagazzinare.
Il luogo era esattamente come descritto da Thresh, leggermente rialzato dal terreno grazie ad un ripiano di cemento di circa 2 metri, accessibile con delle rampe laterali che volgevano verso il centro con una porta alta circa 3 metri e ampia 5, mentre sul retro c'era un grosso garage per consentire a mezzi più importanti di entrare. Il lato sinistro era totalmente murato, mentre sul destro c'erano altri garage più piccoli. Sulla porta principale c'erano due tipi abbastanza eleganti ma con i vestiti trasandanti, si stavano scambiando fumo e accendini proprio davanti alla porta. I garage laterali erano privi di guardie anche se chiusi, mentre la zona sul retro era sorvegliata da un solo uomo chiuso dentro una lunetta di cemento con tanto di finestra di vetro per permettergli di controllare il posto, leggendo il giornale in attesa di qualcuno. Probabilmente stavano aspettando qualcosa. Cosa avrebbe fatto Mistral? Carica a testa bassa, o avrebbe atteso l'arrivo di qualche distrazione?. -
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Con ultimo cenno del capo piuttosto sbrigativo, Mistral si congedò dalla presenza di quella personalità tanto irritante e si "affrettò" (senza darlo troppo a vedere) fuori dal locale.
Raggiunta la sua moto (inseparabile veicolo che non aveva proprio potuto lasciare a casa) e dunque il luogo appartato dove l'aveva lasciata, non poté trattenersi oltre e tirò un possente pugno contro un muro, contenendo la propria forza quanto bastava per evitarsi danni alle nocche. Si concesse persino di sospirare sonoramente, visto che nessuno la guardava, tenendo fermo il braccio che continuava a tremare e facendo dei lunghi e profondi respiri per tentare calmarsi. A quanto pareva era stata sconvolta dalla notizia dei suoi genitori molto più di quanto avesse dato a vedere, ma sapeva perfettamente di dover riprendere il controllo per affrontare la missione con la freddezza che richiedeva. Era la prima volta dopo mesi di ricerche in cui si avvicinava a una minima speranza di ottenere informazioni concrete; non poteva sprecare quella possibilità, per quanto piccola fosse.
Le occorse qualche minuto per ritrovare la "serenità" e mettersi in viaggio. Parcheggiò la moto distante dal luogo per evitare rumori che potessero annunciare il suo arrivo e, una volta arrivata, stette ben attenta a studiare la situazione senza farsi notare. Riuscì a contare tre guardie in tutto; poi cercò un luogo nascosto in cui appostarsi che le permettesse di tenerle d'occhio il più facilmente possibile, possibilmente tutte e tre insieme. Una volta trovato, attese.
Dal momento che il suo scopo era innanzitutto recuperare informazioni, non poteva permettersi di lanciarsi in un combattimento diretto troppo presto.
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Mistral trovò un punto rialzato di fronte al lato in cui c'erano diversi garage, da lì poteva osservare tutto, e non le fu difficile sentire il rumore di un grosso camion avvicinarsi alla zona, in direzione del grande garage posteriore sorvegliato dal singolo uomo con la lunetta. Il furgone era piuttosto grosso e anche abbastanza ampio, per questo si muoveva lentamente e sarebbe presto arrivato davanti al garage. Lì, l'uomo dentro la lunetta si sarebbe affacciato per verificare l'identità del pilota, infine avrebbe gradualmente azionato i comandi per aprire il garage, anch'esso molto lento. Dal momento in cui avrebbe sentito avvicinarsi il camion, come avrebbe agito Mistral? . -
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Mistral non avrebbe mai sperato in tanta fortuna; era solita affidarsi alle sue sole forze e per questo stava già organizzandosi per trovare il modo di distrarre gli uomini e farli allontanare, ma non ce ne fu bisogno. Sentì il grosso camion avvicinarsi e l'occasione perfetta si presentò quando questo si avvicinò lentamente all'entrata, fermandosi per permettere alla guardia di accertarsi dell'identità del guidatore, per poi rimettersi in moto. Dopo essersi gradualmente e silenziosamente avvicinata all'angolo, la ragazza avrebbe utilizzato quel momento di stasi per infilarsi sotto il camion, sempre molto attenta a non farsi notare, aggrappandosi agli ingranaggi; felicitandosi con se stessa per aver indossato guanti in pelle che -forse- le avrebbero evitato alcune ustioni.
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Una mossa da manuale, difficile rintracciarla per colpa del buio e della posizione scomoda del tipo nella lunetta. Il camion si fece strada nel magazzino, spegnendosi mentre Mistral era ancora lì sotto, lasciando che i due alla guida toccassero il terreno, per poi abbandonarsi a commenti vari sbattendo rumorosamente la portiera del camion mentre si allontanavano.
Non hai idea di quanto ho piene le palle, non vedo l'ora di scaricare questa immondizia da mummie per andare a farmi una scopata in quel nuovo locale, sai dove ci sono le ragazzine.
Sei scemo? Lì non ti fanno entrare se non hai meno di 20 anni, è tipo roba per studenti.
Tranquillo ho un invito, mi hanno detto che mi mandano direttamente alla sala del proprietario, lì ci saranno sicuramente le gnocche più belle!
Vedi di non beccare un altro travestito come l'altra volta... ahahahahahaha!
Da lì sotto non si poteva vedere chiaramente cosa c'era tutto intorno, tuttavia Mistral poteva notare che il camion si era fermato pochissimo dopo l'entrata, lasciando quindi davanti al veicolo tantissimo spazio nel magazzino. Una cosa piuttosto curiosa in effetti. I due uomini si piazzarono sul retro del furgone iniziando ad ispezionarlo: uno rimase a terra mentre l'altro salì nel veicolo. Ora di entrare in azione.. -
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Reggersi agli ingranaggi del camion si rivelò abbastanza facile, tanto che Mistral quasi non percepì la fatica, mentre pazientemente attendeva che esso si fermasse. Immobile e in perfetto silenzio, si concesse solo in parte di ascoltare il deplorevole discorso dei due ceffi, concentrandosi piuttosto sui loro movimenti. Attese che questi si spostassero nel retro del veicolo, per poi calarsi con estrema lentezza a terra finché non percepì il pavimento sulla propria schiena. Fatto questo avrebbe dovuto trovare il modo di metterli fuori combattimento tutti e tre insieme (uomo della lunetta compreso) se voleva continuare a non attirare l'attenzione, ma prima di quello trovò un particolare piuttosto curioso a bloccarla: il punto in cui si era fermato il camion. Non poteva permettersi dubbi di alcun tipo se voleva elaborare una strategia e, per questo, ritenne necessario poter prima dare uno sguardo all'interno del magazzino. Per far questo, si lasciò scivolare silenziosamente a terra, in avanti, cercando di raggiungere il muso del grosso veicolo per potersi sporgere abbastanza da controllare cosa l'aspettasse. Il tragitto non sarebbe dovuto essere un problema dal momento che lei stessa si trovava in una posizione più vicina alla parte anteriore del camion piuttosto che al retro; in ogni caso fu minuziosa, controllò attentamente che sul pavimento non vi fosse niente che potesse intralciarla e, in caso di problemi, si premunì preparando il modulo Handcannon per essere attivato.
In fin dei conti, se anche ci fosse stato bisogno di uscire velocemente da là sotto e abbandonare il tentativo "pacifico" di penetrare là dentro, era prontissima a farlo.
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Il tipo fuori dalla lunetta forse non era un problema grosso in fin dei conti, dato che non aveva visone dell'interno. Davanti al camion, Mistral avrebbe potuto vedere una grande quantità di scatole di legno, cuoio e cartone aperte, svuotate, riempite con cose di poco valore o imbottiture. Il magazzino non era molto grande ed effettivamente sembrava strano che ci fosse ben poca roba di valore, per non dire nulla. Forse si trovava ancora sul furgone? Mentre i due trafficavano all'interno del veicolo. Mistral avrebbe potuto rendersi conto di una sorta di botola davanti al furgone, a circa 15 metri di distanza. Era una vera e propria porta piazzata sul terreno, abbastanza grande da farci passare dentro anche cinque o sei persone contemporaneamente. Che fosse lì sotto in realtà il vero "tesoro"? . -
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Niente di niente. Da quel che poteva vedere, in bella vista all'interno del magazzino c'erano solo un mucchio di scatole e spazzatura inutile. Non poteva certo dire di non esserselo aspettato, in effetti. L'unica cosa interessante là dentro sembrava essere la botola posta a una quindicina di metri dalla sua posizione, dettaglio che la sua "super" memoria documentò, come tutto il resto.
Una volta guardatasi intorno, le rimaneva soltanto da eliminare i due tizi impegnati a scaricare materiale misterioso che probabilmente era destinato a finire proprio al di là della botola; disfacendosi eventualmente anche del terzo uomo alla lunetta qualora si fosse accorto di qualcosa. Non sembrava troppo difficile, ma era pur sempre da vedere quanto quei tizi fossero svegli e preparati. Dubitava fossero due semplici scaricatori di scatolame...
In ogni caso, era pronta a scoprirlo.
Avvicinarsi a loro da sotto le avrebbe forse permesso un'entrata in scena più inaspettata, ma tutto sommato se ci fossero stati dei problemi si sarebbe potuta ritrovare come il topo in trappola, quindi optò per l'opzione più nel suo stile: uscire da quel buco e muoversi su due piedi. Cercò di non far rumore mentre si tirava fuori da quell'antro oscuro e subito si mosse, accovacciata su un lato del veicolo, per avvicinarsi silenziosamente al suo retro. L'idea era quella di prenderli alla sprovvista approfittando del loro essere indaffarati, ma non sapendo quanto fossero allenati poteva andare solamente a tentativi. E il primo tentativo, se fosse riuscita ad avvicinarsi senza farsi notare, sarebbe stato quello di scattare velocemente verso l'avversario afferrandogli il collo da dietro con il palmo sinistro (e dunque la "canna" dell'Hancannon) puntato dritto alla sua nuca, posizionandosi alle sue spalle con il resto del corpo in modo tale da tenere anche l'altro sotto tiro, puntandogli la destra alla fronte. E se fosse riuscita ad arrivare sino a quel punto, di certo non avrebbe esitato un solo istante a sparare prima ancora che potessero dire "ah".
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Mistral sfruttò l'effetto sorpresa per portarsi in vantaggio rispetto alle sue potenziali vittime, nessuno si aspettava un attacco così rapido e diretto, il primo tipo davanti al margine del furgone non si accorse nemmeno del laser che gli perforò la nuca, facendolo morire in un istante. L'altro, che si voltò subito dopo con estremo terrore mentre sollevava uno scatolone di legno, dovette abbandonare il suo obiettivo facendolo cadere rovinosamente nel vano tentativo di afferrare un'arma, ma tutto ciò che riuscì ad ottenere fu un buco sulla fronte che bloccò qualsiasi tentativo di chiamare aiuto. Mistral aveva eseguito un'operazione da manuale, tuttavia la scatola caduta sul pavimento del camion fece un rumore metallico particolarmente intenso.
Hey dementi, vedete di non rompere niente, i capi ci sciolgono nell'acido se fate danno!
Il tipo nella lunetta non sembrò notare niente, dato che non aveva visione di ciò che succedeva nel garage, tuttavia si era accorto di qualcosa e oltre al rumore metallico aveva anche dato un indizio su quanto fosse importante quella roba dei scatoloni. Eppure non erano molti, né voluminosi, di sicuro non trasportavano oggetti di valore come lingotti o gioielli. Lo scatolone lasciato cadere dalla seconda vittima si era leggermente incrinata, chiunque sfruttando un minimo di curiosità avrebbe potuto osservare il suo contenuto. Anche... Mistral?. -
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Si concesse un istante per osservare i due cadaveri, non senza una punta di rammarico. Non che avesse rimorsi o qualcosa del genere, ma non apprezzava uccidere un uomo con un colpo alle spalle, nemmeno quando lo meritava. Guardare un nemico negli occhi mentre si batteva con lui faccia a faccia era un conto, lasciava una sensazione del tutto diversa quando il duello aveva fine. Ma in quel modo... non restava un bel niente. In ogni caso, il tempo per simili pensieri durò ben poco. Era lì per lavoro, non per sentimentalismi o ricordi.
Osservò l'interno del camion e della scatola che uno degli uomini aveva fatto cadere, scattando foto a ogni singolo battito di ciglia. Avrebbe potuto salire immediatamente sul camion per osservarne il contenuto e raccogliere informazioni, ma preferì prima controllare la situazione voltandosi verso l'uomo alla lunetta. Stupidamente non si era nemmeno voltato a vedere cosa i suoi compagni stessero combinando, e Mistral la considerò una fortuna da sfruttare al volo. Forse non era necessario ucciderlo, ma non era tipa da lasciare dettagli al caso. Anche se avesse voluto controllare con calma l'interno della scatola caduta (e intendeva provarci), non avrebbe potuto farlo se l'avesse lasciato lì, con la possibilità di girarsi in qualsiasi momento e chiamare eventualmente rinforzi. Dopo una breve valutazione, scelse il modo più semplice e veloce per liberarsene: approfittando del vetro da cui poteva osservarlo, semplicemente alzò il braccio e fece fuoco, dritto alla sua nuca. Solo a quel punto, se non ci fossero stati problemi di sorta, si sarebbe concessa di ispezionare i cadaveri alla ricerca di qualsiasi cosa potesse servirle (pass, chiavi, documenti o che altro), infine sarebbe salita sul camion per controllare con circospezione il contenuto della scatola caduta, stando attenta a toccare il meno possibile.
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Non ebbe problemi a freddare anche il terzo uomo, prendendosi tutto il tempo e tutta la calma per poter ispezionare i corpi dei suoi avversari: trovò i pass necessari per poter sbloccare alcuni passaggi ,e nella lunetta del controllore avrebbe trovato anche la fessura dove farli passare in modo da ottenere lo sblocco. In caso lo avesse fatto, avrebbe sentito chiaramente la botola disposta sul terreno poco più avanti del camion sbloccarsi in maniera rumorosa, come se dei grossi pistoni la stessero assicurando e sigillando. Nella scatola invece, avrebbe trovato quello che sembrava un pezzo di una stele, con delle misteriose incisioni sopra. Facendolo risplendere alla luce, avrebbe notato che il riflesso era di un rosso particolarmente acceso, folgorante, quasi energetico. Anche conoscendo tutte le lingue del mondo, il contenuto di quella tavola non più grande di un piccolo libro era incomprensibile, e si vedeva chiaramente che era parte di una stele più grande. Era preziosa, immensamente, e forse era proprio quello che Thresh voleva farle trovare. . -
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Tutto come calcolato. Quel lavoro si stava rivelando fin troppo semplice, e persino avvicinarsi alle scatole per osservarne il contenuto fu facilissimo. Peccato non fosse altrettanto semplice capire cosa stesse osservando. Sembrava il pezzo di una stele, con diverse incisioni al suo interno, eppure non poteva trattarsi di qualcosa di comune o famoso, poiché nemmeno il super computer che aveva in testa riuscì a tradurre una sola lettera di quegli strani geroglifici. E la cosa la incuriosì non poco, perché era certo abituata a non conoscere qualcosa, ma era altrettanto abituata a ricevere tempestivamente informazioni su informazioni da quella macchina che, suo malgrado, era ormai diventata un compagno fidato e costante. Osservò a lungo l'oggetto, portandolo infine alla luce artificiale, notando solo in quell'istante le luminescenze rosse che emanava e rimanendone per qualche assurdo motivo incantata. Ben presto sentì una voce, la propria voce, rimbombare nella sua testa con un tono distorto e cantilenante.
Prendilo... Prendilo... Prendilo...
E se non avesse già sentito in precedenza quella voce di certo avrebbe pensato a una qualche influenza magica proveniente da quello strano oggetto, ma in quel caso non le rimase che smettere di fissarlo e -con una smorfia- infilarselo in uno dei portaoggetti che teneva al braccio. Non era stupida. Quella voce c'entrava probabilmente con Sousuke e ciò che le aveva fatto, ma forse c'entrava anche con il misterioso uomo che l'aveva assoldata e quindi non le restava che proseguire e indagare il più possibile.
Dopo aver terminato l'ispezione (controllando anche il resto del camion e i cadaveri) si diresse dunque verso la lunetta e il terzo uomo, ritrovandosi davanti a un pannello di controllo che, se solo fosse stata la se stessa di un tempo, le avrebbe causato non pochi problemi di comprensione. Ma non con il suo nuovo corpo, con esso le fu estremamente facile comprendere cosa fare e azionare l'apertura della misteriosa botola poco più avanti, spingendola a voltarsi subito per ammirare l'opera. Infine dette un'ultima occhiata al magazzino, scannerizzando l'ambiente, e si diresse senza ripensamenti verso l'ignoto, attenta a non far rumore.
Avrebbe forse potuto terminare l'impresa lì, con quel misterioso oggetto in mano da portare al suo "datore" di lavoro, eppure non ci riuscì. Era come se una forza maggiore la spingesse a proseguire. Da una parte voleva indagare il più possibile per scoprire cosa c'entrasse quel luogo con i suoi genitori, ma dall'altra non poteva sapere che, dentro di lei, una forza diversa dalla sua volontà fosse pronta ad agire in qualsiasi momento. Shuruki, infatti, aveva visto i geroglifici rossi che il suo nuovo padrone le aveva segnalato, e attendeva pazientemente di vedere cosa fosse successo, pronta a eseguire gli ordini ricevuti.
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Mistral non aveva altro da fare lì se non entrare in quella misteriosa botola. Il magazzino sopra era un conto ma lì giù... era tutto un altro discorso. Quando scese la scala verticale che l'avrebbe portata al piano di sotto, la botola si richiuse, accendendo di nuovo il blocco di sicurezza, poi si fecero avanti le lampade al neon sul soffitto. Per sbloccarla di nuovo, Mistral avrebbe dovuto trovare un altro quadro comandi, ma non sarebbe stato esattamente facile visto che il magazzino sotto il magazzino... era decisamente interessante. C'erano numerosi reperti che riguardavano l'Egitto, per lo più dei grossi sarcofagi di pietra che decoravano la stanza in ogni angolo, alcuni sdraiati a terra, altri in piedi, alcuni in verticale. Alcuni erano aperti ma non tutti, ce n'erano forse una trentina tutti intorno. La stanza era un cubo di 30 metri, solamente il soffitto faceva eccezione visto che era alto solamente 10. Oltre ai numerosi sarcofagi sparsi un pò ovunque, la stanza era piena di casse con armi e munizioni di ogni genere, tutte scariche ovviamente e praticamente tute distrutte o intaccate in qualche modo. Di certo niente all'altezza dell'equipaggiamento di Mistral. La scala si trovava a circa 10 metri di distanza dalla parete principale, sul lato opposto invece c'era quello che sembrava una sala comandi a circa 15 metri di distanza da Mistral. Non era una stanza, ma semplicemente un grosso blocco di metallo con sopra diversi pulsanti, rialzato dal terreno per circa un metro e largo complessivamente 3. Le pareti erano addobbate con dei geroglifici particolari, neri però, non rossi. Infine appoggiata sulla console e quindi perfettamente davanti a Mistral una volta scesa, c'era la misteriosa stele di roccia brillante simile a metallo: era una lastra rettangolare larga circa 2 metri e alta 1 e mezzo, mancava visibilmente un pezzo e su tutta la superficie si potevano vedere delle incrinature. Forse anche altri pezzi erano stati riattaccati e quello che aveva Mistral era l'ultimo pezzo di un grosso puzzle. L'unica cosa strana e inconcepibile, era un misterioso vaso proprio davanti alla stele: sembrava un urna di terracotta non più grande di quelle che di solito si usano per conservare le ceneri. Apparentemente sigillato. Come agire, dolce Mistral? . -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Sicuro sto immaginando male la stanza o comunque ho fatto qualche casino. Nel caso mi scuso. =w=
Addentrandosi in quel luogo si era aspettata di trovare di tutto. Era pronta a combattere, a uscire allo scoperto se necessario, a trovarsi davanti nemici intenti a lavorare o che altro... ma non si era aspettata di trovare invece una stanza piena di oggetti enigmatici e, al contempo, senza alcun nemico a controllarla.
Se non guardava quella sorta di sala comandi a 15 metri da lei e le casse di armi, sembrava quasi fosse piombata in un'altra epoca. C'erano sarcofagi egizi, quell'enorme stele il cui pezzo mancante sembrava essere proprio il suo, e quell'urna dal contenuto misterioso. Questo fu ciò che riuscì a osservare dalle scale, ma non bastava. Con circospezione, prese ad avanzare nella stanza, conscia della chiusura della botola alle proprie spalle che, in verità, si era aspettata.
La sua intenzione era di passare in rassegna ogni cosa senza toccare molto. Passare vicino alle casse per osservarne il contenuto e capire magari perché tutte le armi apparissero danneggiate in qualche modo, dando un'occhiata anche ai sarcofagi aperti per capire cosa "ospitassero", osservando infine la stele e l'urna da vicino per controllare se potesse riuscire a tradurre anche solo qualche frase sopra di essi, aiutandosi ovviamente con il watcher nel farlo. Una volta davanti ad essa avrebbe preso dalla tasca il pezzo di stele raccolto in precedenza per osservarlo attentamente, comparandolo (da lontano) con la parte "mancante" dell'oggetto più grande, per capire se -avvicinandoli- i due pezzi avessero potuto combaciare perfettamente o meno. Appurato ciò, ci sarebbe stato da capire perché quella sorta di "puzzle" gigante fosse lì e cosa fosse successo completandolo, ma vista la sua eccessiva prudenza, Mistral avrebbe lasciato un'eventuale prova "pratica" per ultima. Prima avrebbe concluso il proprio "giro", controllando la sala comandi per capire se potesse interagire con essi in qualche modo, magari grazie i pass gentilmente offerti in precedenza dai cadaveri "al piano di sopra". Cercava un qualsiasi indizio che potesse aiutarla a comprendere meglio un luogo così enigmatico.
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