Quel tuo viso sgomento, anche se vinto, non mi tormenta più

Per Doom

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  1. †_†yun yun †_†
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    Non appena furono usciti dal suo appartamento Misaki si pentì di non essersi messa qualcosa di più coprente sulle spalle. Era scesa la sera e una lieve brezza si era alzata, rinfrescando l'aria. Sapeva che il non morto non amava particolarmente i viaggi in moto, ma per andare dove voleva lei avevano bisogno di muoversi velocemente. E dopo le esperienze della giornata, non aveva nessuna voglia di tornare in metropolitana. Ormai non pioveva più e le stelle si affacciavano pigre sulla volta celeste. Era una notte bellissima. Se lei e Thresh fossero stati una coppia normale avrebbero potuto sedersi su una panchina e guardare la luna e a confidarsi frasi sdolcinate da telenovela di quarta categoria. Ma non lo erano. Quella notte Misaki doveva recapitare un messaggio. Ancora non sapeva come avrebbe dovuto fare, ma era determinata più che mai. Dopo qualche evidente reticenza partirono sulla sua adorata due ruote e si infilarono nel traffico romano. Era ebbra di gioia. Guidava quasi a folle velocità, come chi non ha paura di alcun rischio. Sapeva dove andare. Ne avevano parlato una volta insieme, lei e il giovane apprendista. L'aveva anche invitata ad andarci insieme, ma lei, piena d'amore per il suo zombie, non l'aveva nemmeno calcolato. Si sentì un'infame. Accelerò ancora, sgommando tra le macchine.
    Dopo nemmeno mezz'ora giunsero davanti alla discoteca. Era un locale molto ampio che richiamava un sacco di giovani per gli sballi notturni. Fuori, oltre la fila, c'erano di già diversi tipi accasciati su se stessi che rimettevano anche l'anima. Misaki storse la bocca. Non capiva che divertimento ci potesse essere nell'andare di fuori con droghe o alcool. Molto meglio il sesso. Aveva paura a guardare Thresh. Non voleva ancora conoscere la sua idea personale, avrebbero avuto tempo dopo. Una volta raggiunta l'entrata si trovarono due omoni più grandi dello zombie pronti a sbarrare loro la strada. Misaki si avvicinò ad uno di loro per chiedere del suo amico. L'uomo assentì col capo e li lasciò entrare senza ulteriori scambi di parole. Evidentemente la sua vittima era davvero conosciuta come si vantava. Meglio così, avevano risparmiato fatica. Una volta entrati furono assaliti da un branco di fattoni che non si reggevano in piedi, dall'odore pungente di alcool e sigarette, dalla musica assordante e dalle luci stroboscopiche. Un vero inferno per lei che amava la solitudine e i luoghi tranquilli. Erano anni che non metteva piede in una discoteca. Per darsi coraggio avrebbe bevuto volentieri un bicchiere di squalo, la bevanda tradizionale del suo paese natio, ma sapeva che non l'avrebbe trovata. Un enorme peccato. Cercò a lungo tra i volti della gente, cercando quello che voleva, ma con quella folla non era affatto facile. Si chiese se i suoi poteri potessero essere utili in una circostanza del genere. Stava già per chiedere al suo mentore spiegazioni, quando venne abbracciata da dietro. Si voltò pronta ad allontanare il folle avventore, quando vide che era Giacomo. La salutò con trasporto, baciandola su una guancia martoriata, mentre dondolava il suo corpo. "Misaaaaa! Non mi avevi detto che saresti venuta? Ti hanno trattato bene all'ingresso? Spero di sì, altrimenti dovrò discuterci" Cosa altamente improbabile visto la sua corporatura esile. Giacomo la fissava felice, con occhi languidi. "Stai benissimo stasera. Sono davvero contento tu sia qua" E detto questo la baciò senza troppi preamboli. Misaki rimase per un attimo spiazzata da quella reazione. Certo, aveva capito che il ragazzo era interessato a lei, ma non credeva fino a questo punto. Ricambiò il bacio con un contenuto trasporto. Anche se era curiosa. Anzi curiosissima di vedere come il non morto accanto a lei avrebbe reagito e come si sarebbe presentato...
     
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    Oramai ci stava facendo l'abitudine, e comunque la moto era senza ombra di dubbio meglio della barca, quanto meno non c'era acqua profonda falde oceaniche in giro, più che sufficiente per far star tranquillo il non morto. Teemo se ne stava adagiato dentro il suo largo cappotto nero, al riparo dal vento forte e dai pericoli della strada. A quanto pare Misaki sapeva bene dove dirigersi per questo il non morto non disse nulla: niente a proposito della zona scelta, un posto pessimo per reperire anime che contassero qualcosa. Un anima gustosa è quella colma di vita, un pò come quella di Misaki. I due omoni colmi di cliché davanti all'entrata della zona non migliorarono la situazione, lo zombie avanzava con fare annoiato e sufficiente tenendo in spalla il suo peloso amico e le mani in tasca, non si fermò nemmeno quando uno dei due provò a fermarlo, ritrovandosi davanti ad una massa di muscoli più piccola di lui, ma perfettamente in grado di spostarlo con facilità semplicemente con una spinta. Fortuna che Misaki tranquillizzò le acque, o ci sarebbe stata una rissa prima del dovuto. Avanzarono, di nuovo marciume, niente che potesse davvero valere qualcosa. Non era annoiato per la situazione, più che altro aveva l'impressione che Misaki non avesse fiuto per le anime da scegliere, e questo lo demoralizzava. Quanto si sbagliava. La ragazza non aveva solo fiuto, ma un vero e proprio talento, perché in quella distesa di erba marcia trovò l'anima più nera, e gustosa. Quando lo vide avvinghiarsi intorno a Misaki quasi non ci credeva: era andata molto meglio di lui la prima volta, non che in prigione avesse una grande scelta, ma indubbiamente come inizio era notevole. Rimase così sorpreso che non diede molta importanza alle attenzioni del ragazzo, sebbene durante il bacio più audace il primo a farsi avanti fu Teemo. La palla di pelo scattò saltando dalla spalla di Thresh a quella di Misaki, allontanando subito i due dal bacio con le sue flebili e piccole braccia.
    Hey testa quadra cuoi guai? Non lo vedi che Misaki è in compagnia? Ti faccio nero, ti aro le chiappe, ti schiaffeggio così tanto che mi pregherai così che io non ti schiaffeggi così tanto!
    Ma sul più bello venne interrotto da Thresh che lo afferrò per la collottola, tirandolo a terra un pò per rabbia, un pò per punizione. Il suo sguardo era rimasto immutato, ma fissava Giacomo con degli occhi mai visti. Si vedeva che non era soddisfatto, ma non disse nemmeno nulla. Alzò la mano destra, in segno di amicizia.
    Professor Faust Carnovash, dalla Sapienza. Sono il mentore di Misaki.
    Si era presentato come professore, la parola "mentore" poteva essere facilmente scambiata per un insegnante privato, impossibile immaginare che si riferisse più specificatamente ad "educatore all'omicidio". In sostanza, ancora una volta, non aveva mentito ma semplicemente confuso la realtà dei fatti. Ora era proprio curioso di sapere perché proprio lui...
     
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  3. †_†yun yun †_†
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    Giacomo, visibilmente scocciato dalla reazione del piccolo esserino peloso, impiegò qualche secondo di troppo a reagire alla presentazione del non morto. Lo fissò per qualche attimo, poi si presentò in maniera cordiale:"Un professore! Misa, non sapevo che studiassi ancora. Comunque molto piacere signor Faust, io sono Giacomo, un collega di lavoro della sua allieva." E mentre con una mano stringeva la poderosa stretta, con l'altra abbracciava i fianchi della poveretta in mezzo. Si sentiva stranamente desiderata. Ed era davvero, davvero piacevole. Forse avrebbe potuto divertirsi. Poi rispose, senza sciogliersi dall'abbraccio. "Diciamo che ho iniziato a prendere delle ripetizioni solo da poco. Magari dopo ne potremmo parlare, ma non in mezzo a questa bolgia" La musica intorno a loro rendeva difficile comunicare e lei stava già sforzando troppo la voce. Giacomo, da bravo gentleman le fece un gesto rassicurante e dopo averle preso la mano la trascinò con sé in mezzo alla folla. Misaki ebbe appena il tempo per voltarsi e vedere se il suo "mentore" la stava seguendo. Era un po' arrabbiata con lui. Avrebbe preferito che la sceneggiata di Teemo l'avesse fatta il non morto, ma ormai era abituata ai suoi rarissimi casi di appartenenza. Dopo varie spintonate giunsero in una specie di saletta privata, non molto ampia e con una porta sola. L'arredamento era costituito solo da alcuni divanetti di pelle e un tavolino per le bibite. Una parete era composta solo da grandi finestre di vetro scuro. La luce era bassa, molto soft e la musica arrivava solo in sottofondo. Le orecchie di Misaki poterono rilassarsi. Dopo poco che si erano accomodati entrò una cameriera che prese le ordinazioni direttamente da Giacomo e poi sparì. La videro ritornare poco dopo con quattro bicchieri contenenti chissà cosa. I due pasticceri si sedettero, mentre parlavano animatamente del lavoro. Entrambi si lamentavano della propria capa e i quanto li sfruttasse sul lavoro. Pian piano che andavano avanti, il giovane prese a narrare sempre più aneddoti, anche extra lavoro sulla sua vita da diciannovenne. Infine giunsero ad argomenti un po' più consistenti quando chiese con poco tatto:"Misa, ma come ti sei fatta quelle cicatrici? Professore non crede anche lei che Misa sia una ragazza meravigliosa? Dio, quando la vidi la prima volta, tutta concentrata a impastare, con la farina sul naso e i capelli in disordine... Cavolo" La stava guardano con due occhi talmente languidi che per un attimo Misaki si sentì toccata nel profondo. Avrebbe voluto essere guardata a quel modo da qualcun'altro. Giacomo scosse il capo, come per riordinare le idee. Poi decise di cambiare argomento:"Mi scusi, credo di non ricordare: cosa ha detto che insegna a Misa?" Eccola la palla super veloce che aveva temuto fin dall'inizio! Sapeva che sarebbe arrivata. Ma ormai conosceva Thresh, sapeva che ancora una volta si sarebbe inventato qualcosa che corrispondeva alla verità, ma non tutta.
     
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    Non poteva essere più d'accordo di così: quel posto era fin troppo rumoroso, e non così piacevole come normalmente avrebbe apprezzato Thresh. Troppi arti liberi, troppi arti attaccati ai corpi dei loro legittimi proprietari, e le grida provenivano da macchinari, non dalle voci delle persone. Era proprio come se un artista fosse finito dentro la macchina stampante per giornali... un incubo. Fortuna che si spostarono, raggiungendo un luogo assai più silenzioso e tranquillo. Thresh si accomodò, ma il suo sguardo non era cambiato: perplesso, atono, forse annoiato addirittura. Non aveva ancora capito il piano di Misaki, per ora aveva soltanto scelto la vittima giusta, ma era davvero un merito? No anzi... era davvero la vittima? Fosse per lui, non ci sarebbe stata nemmeno la fase di tortura: ora che Misaki era una sua allieva ne era estremamente geloso, ma non poteva rischiare di compromettere la sua prima esperienza solamente per uno scatto d'ira, per questo era rimasto composto. Non disse né fece nulla fino a che non venne interpellato.
    Sono un insegnante di recupero, Misaki ha delle mancanze a cui deve sopperire.
    La risposta fu secca e quasi atona, ma non mancò di scambiare uno sguardo col ragazzo, dandogli giusto il tempo di capire che le chiacchiere stavano a zero. Tuttavia, non risparmiò un commento sulle sue parole.
    Misaki è una ragazza colma di meraviglia, ma la sua bellezza non è che l'involucro per qualcosa di estremamente migliore.
    Non aggiunse altro, lui aveva visto nel cuor di Misaki, non era solo un corpo da riempire di piacere e lussuria, celava la forza per qualcosa di migliore, di superbo, qualcosa che calzasse a pennello col suo maestro. E l'avrebbe tirato fuori ad ogni costo, coltivato e cresciuto come un padre benevolo, e una guida perfetta.
     
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  5. †_†yun yun †_†
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    Misa sorrise alle parole del suo uomo. Sapeva che cosa celavano e ne era pienamente compiaciuta. Inoltre le dettero la forza quel coraggio in più che le mancava per andare avanti. Non aveva paura né si sarebbe mangiata la parola data. Aveva fatto la sua scelta. Si era buttata. E adesso si sentiva coinvolta. Non solo emotivamente, ma anche dalla curiosità. Era affascinata dai suoi nuovi poteri e voleva capire come sfruttarli al meglio, come generare piacere e come riceverlo. Si sentiva come una spugna asciutta ma pronta ad essere riempita di conoscenza. Era visibilmente elettrizzata. Tuttavia non sapeva come procedere. Quindi decise di buttarsi. Prima che il silenzio della stanza diventasse imbarazzante, si rivolse a Giacomo, assumendo un tono di voce modulato e sensuale:"Tutte queste parole.. Questi elogi alla mia persona, mi fanno pensare che io ti piaccia, non è così?" Si avvicinò al ragazzo, muovendosi felpata sul divano come una pantera. Il giovane, completamente preso in contropiede strabuzzò gli occhi, arrossendo vistosamente. Prese a balbettare parole senza senso, mentre deglutiva a fatica. "Oh poverino ti senti la gola secca? Vuoi che ti aiuti?" E senza aspettare una risposta lo baciò appassionatamente sulle labbra. Giacomo, seppur sorpreso, cedette subito al primo attaccò, lasciando che la sua collega facesse di lui qualsiasi cosa, abbandonandosi al quel caldo scambio di salive. Misaki morse delicatamente le labbra e il mento, guardandolo come una leonessa guarda l'antilope un attimo prima di mangiarsela. Il giovane gemette, completamente arreso al suoi occhi. "Oddio Misa..." Finalmente si rese conto che la donna che più desiderava al mondo era tra le sue braccia e completamente disponibile. L'accarezzò lungo la schiena, saggiando il corpo tonico e muscoloso. La dolce pasticcera però non era ugualmente coinvolta. La cosa più eccitante era sapere che Thresh la stava guardando, per il resto non provava altro. Chissà se il non morto era geloso a questo punto... Chissà se invece trovava la scena intrigante e eccitante. Dalla sua posizione non poteva vederlo, ma avrebbe voluto che entrambe le ipotesi fossero corrette. "Giacomo... Ti va di giocare un po' con me.. Per rendere tutto più... Eccitante!" E gli soffiò l'ultima parola direttamente all'orecchio, facendo perdere sicuramente un paio di battiti al giovane, che prontamente annuì, incapace di resisterle. Misaki allora avrebbe guardato il suo mentore chiedendo conferma con lo sguardo e per capire le sue reazioni. In caso positivo avrebbe usato il suo potere, facendo comparire dei lunghi lacci da lettino, provenienti direttamente dal soffitto e dal pavimento. Avrebbero afferrato gli arti del giovane lasciandolo sospeso nella stanza. Infine Misaki avrebbe giocato con i suoi attributi... Sicuramente sarebbe stata una scena degna di nota..
     
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    Compiaciuto? Si. Soddisfatto? Non ancora. Misaki stava trascendendo le percezioni umane riguardanti i patti, le promesse e i legami. Tra di loro c'era qualcosa? Non importava, che fosse vero come la fede o una mera menzogna ora l'unica cosa che aveva senso era semplicemente portare a termine quel lavoro. Un lavoro semplice in realtà, un sacrificio, un rituale, un semplice gioco. Inutile definirlo in molti modi senza trovarvi un senso, l'unica cosa veramente degna di spessore era il loro desiderio. Il desiderio di Thresh di vederla sbocciare, il desiderio di Giacomo di possederla, il desiderio di Misaki di compiacere il suo maestro.
    Hai sempre avuto ragione fratello mio... non c'è niente di più divino della carne...
    Un pensiero, o un sospiro, difficile dirlo perché nemmeno lui stesso si rese conto di aver appena sussurrato quelle parole. Restava sul divano ,seduto forse troppo scomodo ma incapace di sistemarsi, la sua attenzione era totalmente dedicata a Misaki. La scrutava con la schiena piegata da un lato, laddove la sua testa si appoggiava direttamente sul pugno chiuso, appoggiato in verticale per mezzo del gomito sul bracciolo della poltrona. Gli occhi completamente immersi in quell'immagine si mossero soltanto quando Misaki cercò la sua approvazione, trasmettendole un tacito accordo che le permise di andare avanti, vincolando Giacomo al loro perverso gioco, trasformandolo da mera vittima a vero e proprio protagonista. Come avrebbe reagito? Come avrebbe agito Misaki? Lo aveva baciato, lo aveva assaporato, gli aveva trasmesso passione. Ora sarebbe stata in grado di trasmettergli dolore e paura? Fin dove poteva spingersi la sua sofferenza? Migliaia di domande attanagliavano Thresh ma quello non era il suo momento, lui aveva solo il privilegio di assistere in prima fila, e lo fece in silenzio.
     
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  7. †_†yun yun †_†
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    Giacomo si sentì afferrare dai dei lunghi lacci neri come pece e trascinare lontano da quel comodo divanetto. Stordito e confuso guardò Misaki, cercando di trovare delle risposte in lei. Era ferma immobile di fronte a lui, gli occhi socchiusi mentre cercava di concentrarsi. A dire la verità, la lanterna si era mossa subito, fremente, desiderosa e languida. Misa aveva solo dovuto seguire il suo istinto più recondito. Adesso osservava il risultato. Il giovane era appeso esattamente come lo aveva immaginato. "Giacomo... Mi piace vederti così..." E volutamente non finì la frase, preferendo di gran lunga avvicinarsi a lui e baciarlo di nuovo, trasmettendogli tutta la lussuria di cui era capace. Il ragazzo, ancora in balia della paura e del piacere, ricambiava a stento le sue attenzioni. Poco male. Servendosi nuovamente del suo potere, fece comparire delle unghie finte, attaccate alle sue, affilate come rasoi e robuste come lame. Squarciò i vestiti del suo aiutante, lasciando la maglietta a brandelli e i jeans strappati nella zona lombare. "Misa... Ma che diamine stai facendo..?" Ebbe coraggio di chiedere. "Dai su lo scherzo mi sembra sia durato abbastanza. Ora possiamo finirla no..?" Cercava di aggrapparsi ad una flebile quanto effimera speranza, mentre l'oggetto del suo desiderio prese in bocca il suo membro. Quelle labbra voraci assaggiarono l'asta in tutta la sua lunghezza, assaporando le gocce di liquido preseminale che sgorgavano incontrollate. Il pasticcere prese a gemere violentemente. Era ancora un ragazzo, forse non aveva avuto molte esperienze di quel genere. Addirittura poteva essere il primo lavoro di bocca che riceveva. Misaki decise che sarebbe stato qualcosa di memorabile. Si tolse uno dei propri fiocchi e lo legò strettamente alla base del membro, facendo attenzione a prendere anche la base dello scroto. Legò così forte che subito assunse un colore violaceo, per nulla rassicurante. Adesso il dolore si faceva sentire. "Misa, ti prego... Smettila. Togli quel coso, mi fa male! Cazzo!" Ma lei aveva ben altre intenzioni. Mentre con una mano si prendeva cura del membro, con la bocca prese a giocare con i suoi capezzoli, mordendoli fin quasi portarli a far sangue. Il ragazzo stava perdendo lentamente le speranze e cercava di dibattersi sempre di più, come un pesce nella rete. "Giacomo, rilassati. Io voglio solo darti il piacere... Estremo... Stai tranquillo" E detto questo riprese in bocca quell'affare venoso e dolorante, mentre dall'alto provenivano dei gemiti senza senso: dolore e piacere già mescolati in quella bocca stupefatta. Misaki si compiaceva. Fino ad allora non aveva avuto problemi e credeva di comportarsi in modo degno. Compiacere il suo maestro sarebbe stata la più grande delle gioie.. Unico problema? Sentiva che le sue mutandine si stavano lentamente bagnando. Evidentemente non era immune alle sue azioni nemmeno lei. Non riusciva a godersi ancora a pieno la sua prima esperienza di quel genere, tanto era occupata a cercare nuove cose da poter fare subire a Giacomo. Non aveva idea che avrebbe potuto ricevere un aiuto inaspettato. Magari un suggerimento che le aprisse gli occhi, sarebbe stato certamente molto gradito.
     
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    Aveva già un controllo notevole di quel potere: prima i lacci, ora le lame, Thresh rimase affascinato da tale dimostrazione al punto che non riuscì ad esprimersi se non tramite lo sguardo, sempre più sgranato ed interessato verso di lei. Era rapito, colto alla sprovvista addirittura, come uno spettatore di fronte ad un colpo di scena. Con quelle unghie affilate era meravigliosa, adesso il tatuaggio e le cicatrici prendevano forma. Si stava trasformando... in qualcosa di unico. Giacomo sembrava disperatamente alla ricerca di una risposta, man on c'era: Misaki desiderava unicamente soddisfare il proprio desiderio di dolore, e colmare l'assenza di Giacomo che lo rendeva incompleto, incapace di provare il vero piacere. Thresh lo invidiò nel vedere Misaki succhiare quell'affare spaventato ma turgido, intrappolato in una morsa perversa che sembrava così piacevole da sperimentare, il tocco finale fu il nastro che lo costrinse del tutto, facendo letteralmente impazzire il torturatore. Si eccitò anche lui e non lo nascose, era estasiato, quasi saltò dalla sedia, afferrando con entrambe le mani i braccioli. Misaki si aspettava un suggerimento? Non ne aveva bisogno ,che altro poteva aggiungere? In realtà c'erano mille cose che poteva fare, ma per una prima esperienza questo era già un capolavoro. E nonostante tutto Misaki sembrava incerta, perplessa, perché esitava? Non era soddisfatta? Non le sembrava abbastanza? Dunque non era solo promettente, ma un geni odi quell'arte! Thresh non riuscì a trattenersi: balzò giù dalla poltrona mettendosi in piedi, per poter osservare meglio quello spettacolo.
    Non capisci Misaki? Ti vede ancora come una persona, non come il messaggero del suo culmine. Finché potrà parlarti avrà un legame con la tua mortalità, privagli la possibilità di conferire con te come se fossi una semplice umana, dagli il potere di comunicare solamente col suo corpo!
    Non severità, aveva alzato la voce si ma quello era entusiasmo. Un chiaro invito ad interagire con la lingua di Giacomo, Thresh non le aveva detto come perché non ne aveva bisogno: Misaki sapeva perfettamente come gestire la situazione, le serviva solo una piccola indicazione...
     
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  9. †_†yun yun †_†
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    La presenza di Thresh così vicina alla sua, in un primo momento l'aveva spiazzata. Non si aspettava che avrebbe interagito, né aveva sperato davvero in un suo aiuto. Ma ne fu estremamente felice. Soprattutto perchè il non morto sembrava apprezzare i suoi lavori: la voce, alta e perentoria, trasudava di gioia, come quella di un bambino fuori dal negozio dei dolci. Misaki, con la sua indole tremendamente materna, avrebbe risposto più che volentieri a quel desiderio fanciullesco. Il suggerimento poi, le aveva fatto venire in mente una piacevole idea. E adesso non vedeva l'ora di realizzarla. La lanterna vibrò e si illuminò debolmente sul suo polso, fremendo, mentre nella mano della ragazza compariva un ago di metallo, lungo circa 10 centimetri. Sorrise soddisfatta del proprio risultato. Abbandonò all'aria l'asta pulsante e dolorante, mentre afferrava con la propria bocca la lingua di Giacomo. Non aveva avuto bisogno di rispondere al suo uomo. Ogni parola in quel momento le sembrava superflua: era avida di conoscenza. Voleva sapere, scoprire, sperimentare su quel giovane corpo. Voleva capire quanto la sua immaginazione e la sua lussuria si potevano spingere lontano. Il ragazzo sembrava essersi tranquillizzato, come se il sapore della sua saliva possedesse proprietà di un calmante. Allora attirò la sua attenzione, mordendogli il muscolo del gusto. "Ahia Misa, fai piano, cavolo... O no.. NO!!" Subito la sua voce tornò a quella di puro terrore quando infine vide il grosso ago. Non era tanto spesso, nemmeno 4 millimetri, ma le due punte acuminate avevano un loro perchè di paura. "Stai calmo... Vedrai che ti piacerà" Cercava di sembrare seducente, ma la sua voce non fu abbastanza convincente. Non aveva paura di quello che faceva, solo temeva di non riuscire a fare come desiderava. Poi immaginò che la lingua non fosse altro che un pesce, e che nella sua mano teneva una fiocina. Con un colpo rapido e preciso trapassò la lingua da parte a parte, da sinistra verso destra: tutta la larghezza di quel pezzo di carne era attraversata orizzontalmente. Grida di puro dolore si alzarono al cielo, mentre il sangue scendeva copioso verso il basso, schizzandole anche sul volto. Si prese qualche secondo per osservare soddisfatta la scena. Si sentiva rapita. Forse ora riusciva a capire come si sentiva Thresh, forse si rendeva finalmente conto di quante porte del piacere aveva chiuso con lui fino a quel momento. Capì che prima di procedere doveva fare una cosa. Si avvicinò al non morto e lo baciò fervidamente sulle labbra. Quanto avrebbe voluto averlo dentro di sé in quel momento! Ma disse soltanto:"Grazie per avermi aperto gli occhi. Ora mi sento viva come non mai" E gli sorrise con il suo solito modo fanciullesco. Ma che ormai non aveva più niente di infantile. Le gocce di sangue rappreso e le cicatrici sulle guance le davano un'aria molto meno ingenua...
     
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    Che spettacolo meraviglioso. Misaki aveva scelto l'approccio giusto, non solo perché lo aveva privato della capacità di parlare, ma soprattutto perché gli aveva mostrato il suo vero volto: insanguinato, coperta del suo stesso dolore, e come se non bastasse cambiò l'obbiettivo delle sue attenzioni su Thresh, baciandolo così rapidamente e con tale trasporto che il non morto rimase stupito, totalmente incapace di ribattere se non dandole il giusto compenso: un bacio ancor più sentito, perfettamente ricambiato, lussurioso ed intenso: leccò avidamente la sangue dal suo volto quando si staccarono, lei lo ringraziava, ma in realtà era lui a dovere molto nei confronti di quella ragazza.
    Non devi ringraziarmi. Adesso hai un compito più importante: non lasciare insoluto il tuo lavoro... io sarò qui a guardarti.
    Si, anche lui aveva la tentazione di possederla, ma cedere significava portarla verso il baratro del fallimento e ad un passo dalla perfezione sarebbe stato semplicemente imperdonabile. Quindi fece un passo indietro, concedendosi come sempre un posto in prima fila ma lasciandole del tutto carta bianca. Giacomo era ancora nelle sue mani, non poteva lasciarlo così, doveva completare l'opera fino in fondo e Thresh l'avrebbe guidata ancora.
     
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  11. †_†yun yun †_†
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    Misaki guardò nuovamente la sua prima vittima: si sentiva carica di potere. Aveva nelle sue mani la possibilità di giocare con la vita di una persona. Fino a poco tempo prima il solo pensiero l'avrebbe annientata. Ma il non morto aveva operato lentamente intorno a lei, plasmandola e convertendola. Il bacio che si erano scambiati aveva contribuito a rendere le sue mutandine ancora più zuppe. Lo desiderava. Lo bramava davvero. Per questo motivo decise di non concedere le sue intimità a Giacomo. Voleva che dopo il non morto si accorgesse di quanto era eccitata dalla sua battuta di caccia. Guardò il giovane e le parve desiderabile. Teneva la lingua martoriata in avanti, con l'ago che manteneva aperta la bocca e che poggiava all'esterno sulle guance: sembrava un cane che teneva tra le fauci un osso. Calde lacrime gli rigavano il volto, mescolandosi al sangue ferroso. Misaki gli si avvicinò gongolando e leccò con la punta della lingua quei rivoli rossi, saggiandone l'amara consistenza. Le guance dolevano per la recente ferita, ma ogni fitta sembrava di volta in volta sempre più piacevole. Giacomo urlava dal dolore, sofferente come non mai. E ogni verso era una musica soave. Era bellissimo in quel momento. Come un'opera d'arte da ammirare. E lei avrebbe commesso il peccato di toccarla e profanarla. "Mio caro Giacomo, sei splendido. Vederti contorcere dal dolore ti rende estremamente affascinante. Adesso però voglio darti il piacere che desideri" E detto questo prese a stuzzicarlo nei capezzoli martoriati con una mano, mentre con l'altra toccava la sacca carica di sperma. La bocca corse all'asta fremente. Era bollente e pulsava in maniera compulsiva, tant'era desiderosa di esplodere. Più quel lembo di carne spariva dentro alle sue fauci più ingrossava. Sicuramente il ragazzo rischiava di avere un infarto se avesse continuato a quel modo. Allora decise che era arrivato il momento dei saluti. Giacomo urlava, con gli occhi rovesciati all'indietro mentre un rivolo di saliva gli colava lungo il petto. Misaki tolse il fiocco che cadde a terra. Nello stesso momento aprì ancora di più la bocca per permettere allo scroto di entrare nella sua bollente cavità orale e una volta raggiunta la base, strinse i denti per un'ultima, finale stimolazione. Il ragazzo inarcò all'indietro la schiena mentre raggiungeva il piacere, riempiendo la gola della sua torturatrice con il suo bollente sperma. Il corpo venne attraversato da violenti spasmi mentre lei risaliva fino alla sua altezza. Lo guardò negli occhi e vi lesse piacere smisurato e soddisfazione. Era così che lei appariva agli occhi di Thresh? Lo baciò un'ultima volta trasferendogli parte dello sperma ricevuto. Il ragazzo rantolò di piacere. "E' stato un onore e un vero spasso giocare con te" E detto questo sfilò con forza l'ago, provocando urla di disumano terrore. E in quel momento la lanterna brillò guidandola in quello che doveva fare: il braccio sembrava quasi che si muovesse da solo, mentre i due erano circondati da un alone azzurro pallido. Poggiò la mano sua bocca del ragazzo, soffocandone i gemiti. Misaki si sentì fremere e venne scossa da dei brividi che culminarono quando il ragazzo cadde a terra privo di sensi. La fiamma tatuata si muoveva viva, carica di energia per il primo acquisto fatto. Misaki crollò in ginocchio a terra, stanca. Aveva raccolto così tante informazioni che si sentiva traboccare. Adesso spettava la parte più difficile e la più bella. Aveva compiaciuto abbastanza il suo mentore? E dopo le avrebbe regalato altro piacere? Sperava vivamente di sì...
     
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    Come avrebbe reagito Thresh di fronte a quello spettacolo sublime? Lo avrebbe guardato fino alla fine, immobilizzato, incapace di interagire con tanta bellezza che come il sangue che sgorga da una ferita diventa sempre più denso e immobile, fino a che non raggiunge il culmine coagulando, trasformandosi in un immagine immortale. Quando Misaki cadde in ginocchio non poteva aspettarsi una reazione del genere ,e probabilmente Thresh la colse di sorpresa: si buttò letteralmente addosso a lei, facendola schiantare a terra e trascinandola per qualche metro fino a che non la stese sopra il cadavere di Giacomo, mentre il non morto se ne stava sopra di lei, stringendola saldamente tra le braccia all'altezza della vita. Misaki poteva sentire solo due cose, perché i suoi occhi riuscivano a guardare unicamente Giacomo: il forte corpo di Thresh schiacciato sulla sua schiena, caldo come non mai e teso come se stesse facendo uno sforzo immane. Il suo respiro caldissimo e sconnesso infrangersi sul suo collo come se volesse morderla da un momento all'altro. Infine la sua grossa erezione, pulsare avidamente al centro delle natiche della ragazza, un'eccitazione che con Misaki non aveva mai provato e che ora lo faceva sembrare simile ad una bestia. Non era riuscito a trattenersi
    Ti sei meritata il tuo premio... Misaki.
    Le sue mani afferrarono la maglietta della ragazza strappandola ai lati, facendola letteralmente a pezzi, per poi portarle via anche il reggiseno, spogliandola. Fece lo stesso con il vestiario inferiore, non importa il materiale: in quel momento Thresh stava utilizzando una forza sovrumana per spogliarla e per tenerla a terra. Scoprì solamente le natiche e la parte inferiore della sua intimità, lasciandole il grosso dei pantaloni addosso, continuando a costringerla ad osservare il suo personalissimo primo cadavere, mentre la sua erezione scivolava fuori dai pantaloni, infilandosi tra le cosce della ragazza e facendo capolino all'altezza del suo ventre: era calda, gigantesca e venosa, Misaki sapeva bene che la bramava in quel momento e non ci sarebbe stato premio più gradito per lei. Era stata brava, se lo meritava.
    Dimmi cos'hai sentito... il suo sapore, la sua paura, la sua disperazione... parlami Misaki, ne ho bisogno...
    Non ce la faceva più a stare in disparte, voleva avere nache lui ciò che Misaki era riuscita a conquistare, per questo la spronò ad andare avanti muovendo il bacino in modo che il suo grosso affare sfregasse lentamente su quella calda intimità, iniziando a darle il piacere che tanto bramava...
     
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    Nemmeno nelle sue più rosee aspettative aveva mai immaginato che Thresh avrebbe reagito con così tanto... Calore. L'aveva abbracciata forte a sè, stringendola contro il su petto, lasciandosi travolgere dal momento, senza nascondere niente. Il suo corpo e i suoi gesti parlavano per lui. Misaki ne fu commossa. Solo un'altra volta l'aveva abbracciata così. Era accaduto solo poche settimane prima, ma per lei erano come passati anni. Quella volta erano appena scampati da un grosso pericolo. Ora erano sul cadavere della sua prima vittima. Guardò Giacomo, esanime e già avvolto nel pallore della morte. Era solo un ragazzo di 19 anni, pieno di sogni e di vitalità. E lei gli aveva tolto tutto. Non provava rimorso né rimpianto. Era felice perché aveva potuto godere dell'ultimo atto del giovane prima che morisse. Era una sensazione nuova e piacevole. Era ancora intenta ad osservare il cadavere, quando Thresh la spogliò con forza, strappandole i vestiti di dosso, rendendola nuda di fronte alla sua vittima. Chissà quanto sarebbe stato felice di vederla così, chissà quanto avrebbe goduto nel possederla. Mera immaginazione: il suo corpo apparteneva al non morto, non lo avrebbe svenduto tanto facilmente. Lo zombie in quel momento sembrava tutt'altro che morto: la sua eccitazione fremeva violentemente vicina alle sue calde intimità, desiderandola come non mai. "Thresh... Mi vuoi davvero così tanto?" Misaki era sbalordita. La reazione del compagno era più sconcertante di tutto quello che aveva passato durante la giornata. Possibile che per farsi accettare da lui doveva solo essere come lui? Era questa la chiave di volta nella loro storia? "Mi sento carica... Mi sento viva! Lui aveva paura, lo vedevo lo sentivo.. E provava dolore, molto. Ma quando è venuto nella mio bocca stava godendo come se non ci fosse un domani. E io dopo averlo sentito così vivo, non potevo non farlo mio" Non riusciva a spiegare bene come si sentisse, ma sperò che il suo mentore capisse ugualmente. Detestava l'idea di non poterlo guardare in faccia. Voleva baciarlo e guardarlo negli occhi. Ma forse per una volta andava bene anche così, accoppiarsi come due animali famelici e mortiferi. Facendo leva sulle braccia e alzando il bacino con tutta la forza che possedeva, Misaki si mise a quattro zampe, mentre con la schiena si muoveva dolcemente, come ad invitare il partner verso un piacere noto e ambito. Si sentiva come una fiera. Voltò il collo verso di lui, scambiando un lungo bacio di intesa e saliva che terminò con le sue parole rauche dal desiderio:"Fammi tua come mai prima di ora.."
    E certamente il non morto non avrebbe trovato un solo modo per resisterle... la loro voglia era talmente grande da ardere più di qualsiasi incendio.
     
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    Come poteva non capire? Era tutto così chiaro, lampante ai suoi occhi, talmente limpido che non c'era necessità di spiegarlo ancora, sarebbe servito solo a sottolineare un concetto che invece era più che chiaro. Scambiò con lei quel bacio intenso e voglioso, mentre col bacino si allontanava cercando la sua bollente intimità, colma di desiderio ora che la morte l'aveva eccitata a tal punto.
    Si! E' esattamente così! Aveva tutto, aveva l'esistenza davanti, ma ha concentrato tutta la sua essenza nel momento più alto del dolore, lì dove ha scoperto il piacere più estremo. Il culmine in un colpo solo e chi l'ha ricevuto? Tu, solamente tuo. Questa conquista è tua e non è che l'inizio. E' solo una piccola goccia nel mare di passione che puoi avvertire semplicemente desiderandolo! Ecco il mio mondo... la morte è un istante... noi dobbiamo preoccuparci di far si che venga resa meravigliosa.
    E dette queste appassionate parole la penetrò senza ulteriori esitazioni, entrando dentro di lei senza la minima difficoltà grazie a quella posizione. Inoltre per quanto dotato il non morto aveva già riempito quella carne lussuriosa più volte portandola allo stremo come mai nessun altro, oramai Misaki era abituata, per questo poteva spingersi oltre: perché non c'è mai limite alla perversione e al piacere. Il non morto arrivò praticamente davanti al suo utero, preparandosi a riempirlo come al solito, ma proprio mentre stava per farsi spazio nella sua più profonda intimità, Thresh passò le dita tra le proprie labbra, quelle della mano destra, in modo da poterle lubrificare ed infilare a coppia dentro il suo buchino posteriore. Indice e medio nel culetto, e il grosso affare di Thresh nella sua intimità. Misaki era pronta per ricevere un piacere mai provato prima?
     
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  15. †_†yun yun †_†
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    Finalmente Misaki capiva. Il non morto con quella sua breve ma concisa spiegazione era riuscito a dare un senso alle sue parole, ai suoi pensieri più reconditi che fino a quel momento vagheggiavano nella sua nebbia cerebrale. "Non è solo il tuo mondo... Da oggi... Sarà anche il mio" Rispose dopo aver ritrovato la giusta sicurezza nelle sue parole. Non ebbe alcuna difficoltà nel ricevere la grossa eccitazione di Thresh: era talmente calda e lubrificata e vogliosa che il suo corpo bramava la penetrazione. Fin da quando aveva legato il suo ex assistente aveva sperato che lo zombie la prendesse con forza. Tuttavia lo svolgersi successivo degli eventi aveva contribuito a renderla più desiderosa e la cosa non guastava affatto. Anzi, si sarebbe sentita doppiamente appagata. Le spinte si fecero da subito forti e poderose, atte solo a raggiungere le sue profondità più nascoste e segrete. Oddio, proprio segrete non erano visto che il suo compagno aveva preso abitudine di prenderla a quel modo. Si chiese come poteva ancora il suo corpo resistere. Forse aveva sottovalutato le sue possibilità. Sentì una mano staccarsi da intorno alla sua vita per poi sentire immediatamente la presenza proprio vicina alla sua entrata posteriore. Gemette, preparandosi al piacere che ciò le avrebbe provocato. Senza riguardi venne presa anche da dietro, in simultanea con il davanti: sentiva le dita che si muovevano dentro di lei e che attraverso la sottile membrana divisoria, sfregavano contro le pareti vaginali ripiene dell'essenza del piacere di Thresh. Misaki reclinò il capo all'indietro, ebbra di gioia, folle di piacere. Spinse verso di lui i propri fianchi, come a far capire che ne voleva di più, che non era né stanca né soddisfatta. E sapeva che il non morto non avrebbe saputo resistere a quel suo esplicito invito. Le sue urla di piacere echeggiavano nella stanzetta di quella sudicia discoteca. Erano talmente forti che avrebbero potuto risvegliare un morto. Guardò Giacomo sotto di sé, ormai freddo e immobile. Si pentì di non averlo usato ulteriormente, ma fu solo un pensiero fugace. "Di più... Dammi di più!!" Urlò al suo uomo. Ebbra di desiderio, si sentiva come un alcolizzato incapace di staccarsi dalla sua bottiglia di vino, se non quando ne ha bevuto fino all'ultima goccia. Ed era proprio quello che aveva intenzione di fare..
     
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