Il Primo Pasto

x Kirìto²

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    Il Kashu non era molto affollato. Le luci, come al solito, erano abbassate al minimo, rendendo l'aria più scura di quello che era. L'acre odore di alcool e sigarette era però ben percettibile. Trovai posto su uno sgabello posto dinanzi al bancone. Ordinai subito un Jack Daniels. Avevo sicuramente bisogno di qualcosa di altamente forte e quel tipo di whisky era perfetto. Venni subito servita dal barista, un giovane sui venticinque dalla folta chioma castana e un fisico fin troppo scolpito. Feci finta di non notare lo sguardo pieno di eccitazione che mi riservò. Scolai in fretta il bicchierino per poi ordinarne subito un'altro. Dopo il secondo la testa iniziava già a farmi qualche scherzo. Mi sentivo la mente leggera e, sicuramente, avevo le guance leggermente arrossate. Stavo per tornare a casa quando il giovane barista dal feromone decisamente alto mi si avvicinò, porgendomi l'ennesimo bicchiere. - Offerto dal signore laggiù... - disse, sbuffando leggermente. Mi voltai guardando dove il ragazzo aveva indicato. L'alcool e la fievole luce non erano certo di mio aiuto. Ciò nonostante riuscì a vedere l'uomo che mi aveva donato l'ennesimo cicchetto. Media altezza, quasi sulla quarantina, capelli scuri e fisico più che normale. La cosa che però mi attirò maggiormente però era il suo abbigliamento. In locali del genere solitamente s'indossavano abiti per uscire, invece indossava uno smoking fin troppo costoso. Nonostante la distanza riuscì a vedere la firma del vestito. "Quell'abito è decisamente troppo costoso per moltissime persone..." Ricco, aspetto niente male e locale di merda. Sicuramente quella era una combinazione insolita. La giornata di merda che avevo passato però non m'impediva di provarci. Qualche soldo in più mi avrebbe fatto sicuramente comodo e, assieme ad una sbronzata, una bella scopata era il massimo che avessi potuto desiderare. Avevo pensato di fare sesso con Paolo al mio ritorno a casa, ma mi sentivo fin troppo arrabbiata con il ragazzo. Mi ravvivai i lunghi capelli che, per una volta, portavo sciolti. Abbassai leggermente gli occhiali verso la punta del naso, osservando l'uomo in maniera sensuale. Ero una bella donna e potevo sicuramente sfruttare le mie innumerevoli arti di seduzione. Mi sollevai dallo sgabello in maniera fin troppo sensuale, lasciando il bordo del vestito leggermente sollevato per dargli il solito effetto vedo e non vedo. Sculettai lentamente verso il divanetto sul quale era seduto. Per tutto il cammino i suoi grandi occhi scuri erano fissi sul mio corpo. L'eccitazione nel suo sguardo era fin troppo visibile. - Grazie per il drink. - Sussurrai, parlando lentamente e sottolineando ogni parola. Senza aggiungere altro mi sedetti al suo fianco. Più su di lui che al suo fianco. Accavallai le lunghe gambe, facendogli capire che da sotto non indossavo niente. Sorrisi maliziosamente e bevvi in un sorso il Jack Daniels. Una goccia di whisky fuoriuscì dalle mie labbra finendo per scorrere sul mio corpo fino allo spacco superiore del vestito, dritto fra i miei seni. I suoi occhi si sgranarono leggermente seguendo il liquido e infine le mie forme prosperose. La mano libera scivolò sulla sua gamba, irrigidendolo leggermente. Gli accarezzai l'interno coscia, fin troppo vicino alla patta dei pantaloni La sua eccitazione esplodeva al di sotto dei pantaloni firmati. Bastarono tre parole da parte sua, macchina sul retro. In men che non si dica ero sul sedile posteriore di Audi A8 exclusive intenta a farmi chiavare da uno sconosciuto. In seguito di quella mezz'ora non ricordavo niente, a parte quei cinquecento dollari che straripavano dal portafoglio della borsetta. Alla fine tornai a casa che doveva essere passata circa un'ora. Mi diressi subito in bagno con l'intento di liberarmi dei miei bisogni. Il bagno, notai, era un disastro. Paolo doveva essersi fatto la doccia visto che il mio accappatoio era umido e, sopratutto, gettato sul pavimento. Mi ero completamente dimenticato che il neo vampiro era a casa mia. Mi struccai con forza e furia, lasciando gli occhiali sul lavandino. Trovai Paolo nello studio intento a dormire sul divano. Merda quant'ero arrabbiata. Gli effetti dell'alcool adesso erano più forti che mai. Come sempre alteravano i miei pensieri e il mio stato d'animo. La mia rabbia nei confronti di Paolo era alle stelle così come la mia eccitazione. Mi posizionai a cavalcioni sul petto del giovane e lo schiaffeggiai in volto con forza. - Ti farò pentire di ciò che hai fatto... - Annunciai , guardandolo con freddezza negli occhi. Era la prima volta che lo vedevo senza occhiali e, probabilmente, era lo stesso per lui.
     
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    Paolo dopo essersi posato sul divano dello studio di Nanami era stato colpito in pieno da una crisi di sonno improvvisa, decise quindi di togliersi gli occhiali e posarli in fine sulla scrivania per poi tornarsene bello e buono sul divano e di conseguenza addormentandosi anche di conseguenza. Iniziò a sognare nuovamente il primo incontro che aveva fatto con Nanami, la prima volta che l’aveva vista si sentiva estremamente imbarazzato e impacciato dato che a lunghi tratti assomigliava molto alla sua vera madre ad eccezione che Nanami era più scura di pelle rispetto alla madre di Paolo, ovviamente la storia con quella bella donna non era finita dato che si erano divertiti molto nello spogliatoio dell’istituto di Kurayami facendo della sana attività fisica tranne l’unico problema derivato dalla fine del loro rapporto sessuale dato che Nanami si era fiondata sul suo collo mordendolo e anche vampirizzandolo per sbaglio, ricordarsi però pienamente il momento in cui aveva fatto sesso con Nanami lo aveva fatto eccitare non poco tanto che dentro ai suoi boxer andò a formarsi una vistosa erezione, sentì qualcosa di morbido e caldo sedersi sul suo petto e la cosa lo fece eccitare di più dato che pensò che in realtà fosse stata Nanami a sedersi sopra il suo petto.
    Venne poi colpito da uno schiaffo forte sul volto che lo fece anche svegliare in malo modo, aprì lentamente gli occhi massaggiandosi la guancia con la mano destra e appena aprì completamente gli occhi si accorse di avere veramente Nanami sopra di lui, era per la prima volta senza occhiali e il suo sguardo invece aveva assunto un’espressione non di certo rassicurante, Paolo rimase per qualche secondo ammutolito e senza parole mentre il suo membro era visivamente più eretto che mai.

    Ehm… Ben tornata Nanami…. Che ti succede?
    In Nanami c’era qualcosa che non andava e il tono freddo con il quale aveva parlato non lasciava presagire nulla di buono, ora come ora era completamente in balia del corpo di Nanami dato che non poteva nemmeno alzarsi o avrebbe rischiato di farla cadere e di farsi male specialmente dopo quella sera che aveva combinato in troppi danni.
     
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    Oltre al giovane qualcos'altro si risvegliò da sotto le mutande. La sua eccitazione era a dir poco assurda e, nonostante fossi seduta sul suo petto, riusciva a sfiorarmi le natiche. - Zitto. - Risposi, minacciosa, schiaffeggiandolo nuovamente. In una mano stringevo la cintura dell'accappatoio che avevo precedentemente preso dal bagno. Intimai Paolo si stendere le braccia sopra la testa e, dopo averlo schiaffeggiato nuovamente, gli legai i polsi con l'estremità della cintura, per poi bloccare l'altra parte alla scrivania, posizionata dietro al giovane. Un Paolo eccitato, legato ed intontito, perfetto per placare la rabbia e l'eccitazione. - Se parli, t'imbavaglio. - Minacciai, stringendogli il capezzolo sinistro il pollice e l'indice. Le mie mani si muovevano sul suo petto, soffermandosi fino alla molla dei boxer che, oramai, sembravano pronti a scoppiare. Mi mossi anch'io, scavalcando la sua asta e sedendomi sulla parte inferiore delle sue gambe. Mi piegai in avanti e leccai avidamente l'ombelico del giovane. "Questo è solo l'inizio." Per sua sfortuna, o fortuna, il giovane non aveva la minima idea di come lo avrei torturato. Nel mentre gli leccavo l'ombelico feci scivolare una mano sotto i boxer, toccandogli l'intimità. Feci circolare il pollice sulla cappella, soffermandomi sul buchino sopra ad essa. Caldo liquido pre-seminale stava già uscendo. M'inumidì il dito con esso e lo leccai lentamente e sensualmente, incendiando il suo sguardo di passione. - Assaggia... - Dissi, questa volta in maniera più docile, porgendogli la mano.
     
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    Scusami del ritardo


    Nanami era veramente fuori di sé in quel momento e Paolo non l’aveva mai vista in uno stato simile, l’unica cosa che gli era parso di capire era che la donna era sia allo stesso tempo arrabbiata ma anche molto eccitata e probabilmente la causa di tutto erano evidentemente i bicchierini che si era bevuta quando lo aveva lasciato solo a casa. Un ennesimo schiaffo colpì la guancia di Paolo facendola diventare sempre più rossa mostrando anche una certa forza aveva intimato Paolo a stendere le braccia per poi legarlo sui polsi con un bel nodo stretto usando la cintura dell’accappatoio che aveva usato , era ancora un po’ intontito sia per via che si era appena svegliato da un leggero sonno sia per via che la seconda sberla di Nanami lo colpì per lo più sull’orecchio aumentando quello stato abbastanza confusionale di Paolo.
    Non c’era molto da dire dato che Nanami lo aveva legato come un salame con l’intento evidentemente di prendersi una bella rivincita sul giovane che l’aveva fatta arrabbiare, nel frattempo la sua erezione aveva raggiunto i massimi livelli tanto che sembrava che quasi gli stessero per scoppiare i boxer da quanto lo aveva fatto eccitare quel sogno e avere Nanami sopra di lui in quel momento era un ulteriore incentivo all’aumento di eccitazione sul suo membro, Nanami in modo molto sensuale e com’era ormai solito fare scavalcò l’asta di Paolo andando a sedersi sulle sue gambe iniziando a far interagire la sua lingua sull’ombelico del ragazzo, oltre al leccargli l’ombelico Nanami portò anche una delle sue mani sotto i boxer di Paolo andando a strofinare un suo dito prima sul prepuzio e poi andando a tastare sempre con un dito sul buchino del prepuzio facendo mugugnare Paolo dal piacere, Nanami aveva poi preso il dito con il quale aveva appena toccato il prepuzio del ragazzo andandolo a leccare pero poi porgerlo verso Paolo, Nanami glielo aveva chiesto con quel modo di fare che lo faceva eccitare e non poteva di certo non negarglielo e andò a leccare il dito della donna sentendo subito in bocca un strano sapore che non aveva mai provato prima.

    Che hai intenzione di fare ora Nanami?
    Chiese Paolo in modo molto interrogativo anche e sapeva evidentemente già dove sarebbe andata a finire molto presto quella situazione anche se però l’unica cosa che non gli piaceva e che doveva stare li fermo come un salame a subire le “cure” che aveva in mente la sua mentore vampira
     
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    Mi raddrizzai sulle sue gambe, fermando di fare ciò che avevo iniziato precedentemente. Lo fulminai con lo sguardo, minacciandolo in maniera bruta e sensuale. - Sbaglio o ti avevo detto di non parlare? - La mia voce era fredda e gelida, ma allo stesso tempo sensuale. La mia mano tornò sul suo volto. Questa volta però mi limitai fa fargli schioccare le labbra con l'indice, gesto che lo invitava a stare zitto. Non lo avrei imbavagliato, almeno per questa volta. Gli sfilai con forza i boxer facendo sbalzar fuori la sua asta. Lo afferrai con forza con entrambe le mani facendolo sussultare. - Se provi a venire non avrai questa. - Lo minacciai, sollevando l'orlo del corto vestito. Non indossavo le mutandine. La mia intimità aveva il mio stesso umore, anch'essa era più che eccitata. Là sotto era a dir poco bagnata. Spalmai la goccia di liquido su tutta la cappella e iniziai a masturbare il giovane lentamente con entrambe le mani. I miei occhi erano fissi nei suoi e, ogni volta che sembrava pronto a parlare m'irrigidivo e stringevo con forza il suo prezioso oggetto con le mani. Mi piegai maggiormente sul suo corpo e leccai avidamente la cappella come una bambina lecca il proprio gelato. Lo guardai un'ultima volta negli occhi ricordandogli con il solo sguardo di non venire. Subito dopo abbassai gli occhi ed iniziai ad inghiottire il suo membro, succhiando sempre più forte fino a quando non sentì i peli del pube solleticarmi il naso.
     
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    In quella situazione Paolo non poteva fare molto, anzi non poteva fare nulla nemmeno parlare dato che l’atteggiamento di Nanami non lasciava presagire nulla di buono venne poi strattonato con forza sempre dalla donna che gli sfilò di conseguenza i boxer facendo fuoriuscire il suo membro eretto al massimo che venne poi afferrato da lei con una presa molto calda con entrambe le mani, sentire le delicate mani di Nanami sul membro lo fece eccitare ancora di più di quello che in effetti non era di già, venne in un certo senso minacciato da Nanami sul fatto che non doveva per nulla far uscire un goccio di sperma dal suo membro oppure non avrebbe ricevuto la ricompensa più grande che potesse dargli, ovvero la sua intimità già fradicia ed eccitata al punto giusto.
    Mentre Paolo iniziò a godersi il gioco di mano che gli stava procurando Nanami iniziò anche a mugognare leggermente dal piacere anche se ad ogni mugugnio Nanami aumentava la presa sul suo membro stringendolo con forza facendogli anche delle volte male, la vide piegarsi iniziando a leccare il prepuzio del membro del ragazzo con una certa foga causandogli ulteriore piacere che andò ad annebbiargli anche la vista per quanto lui in effetti potesse vederci, ma ovviamente Nanami non si fermò di certo li dato che iniziò a prendere in bocca il membro di Paolo iniziando a succhiarlo in modo molto forte sin da subito percorrendo anche tutta la lunghezza di quella asta di carne nel giro di pochissimi secondi. Non era facile per nulla resistergli dato che il suo membro iniziava a pulsare in modo sempre più insistente costringendo Paolo a stringere i denti cercando di resistere per quanto gli era possibile mentre la vista gli si appannava sempre di più e il suo volto diventava sempre più rosso, la sua lucidità stava pian piano svanendo e i suoi mugugnii erano sempre più forti ed insistenti e non era nemmeno sicuro di quanto avrebbe resistito a tale stimolazione ma una cosa era certa se voleva l’intimità di Nanami l’unico modo era quello di tenere duro il più possibile e resistere.
     
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    La testa si muoveva con un ritmo ben preciso. Giù e su, giù e su. Un movimento continuo che rallentava solamente quando il giovane s'irrigidiva. Ogni volta mi soffermavo sul prepuzio, facendo vorticare la lingua intorno all'asta. Con una mano mi aiutavo nel masturbavo, con l'altra gli stuzzicavo i testicoli. Li strinsi, li morsi e li leccai, poi tornai a concentrarmi sull'asta. Non avrei voluto che Paolo venisse, ma il giovane era fin troppo teso ed eccitato. Il colpo di grazia lo diedi col la bocca, schioccando le labbra e facendogli sentire i denti. Caldo sperma mi riempì la bocca facendomi quasi strozzare. Da brava bambina non mi lasciai sfuggire neanche una goccia, anzi, alla fine gli ripulì per sino la cappella con la lingua. Tornai a guardarlo negli occhi, questa volta però con un'accenno di delusione. Mi allungai sul suo corpo iniziando a slegare la corda dell'accappatoio. - Peccato, sarà per un'altra volta. - Probabilmente avrei passato la notte a masturbarmi con l'intento di cancellare tutta quella scarica di adrenalina e di sesso che ancora avevo in corpo.
     
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