Il Primo Pasto

x Kirìto²

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    Finalmente in quel giorno il povero Paolo avrebbe dovuto sostenere la sua prima e vera prova in qualità di nuovo vampiro sotto però la guida di una insegnante di tutto rispetto, era vero si che si era intrattenuto con lei in alcune piacevoli circostanze ma purtroppo per lui era arrivato finalmente il tempo di assaggiare il suo primo e vero pasto umano della sua “nuova vita”.
    Era visivamente ed emotivamente teso dato che in fin dei conti sapeva la procedura ed aveva avuto anche la fortuna infine di provarla sulla sua stessa pelle ma facendo anche due piccoli conti quello era il suo primo vero omicidio, oltre a quello in fine si aggiungeva il pericolo di compiere lo stesso errore che aveva fatto Nanami quando lo aveva morso nello spogliatoio della scuola, doveva cercare comune di calmarsi in modo tale da poter tornare nuovamente lucido anche dopo tutto il trambusto che era successo negli ultimi giorni da quando era arrivato a Kurayami.

    Oddio stasera e arrivato il giorno della prima prova, Nanami ha detto che mi aspetta al parco spero solo di non perdermi… Meglio prepararsi va
    Era finalmente giunta l’ora di raggiungere finalmente il parco dove avrebbe trovato Nanami sicuramente ad aspettarlo, uscito da quella sorta di casa diroccata nella quale era stato portato e anche curato sempre dalla dolce Nanami iniziò a dirigersi verso il parco.
    Appena fuori da quella casa diroccata notò perfettamente l’oscurità della notte scesa su Kurayami e le luci delle case unite a quelle dei grandi negozi decorare quell’oscurità provocandogli anche un leggero senso di malinconia, vedere Kurayami illuminata di notte gli fece tornare in mente la sua adorata Roma che non vedeva da parecchi giorni, si scrollò per qualche secondo la testa cercando anche di scacciare quei pensieri malinconici tornando su i suoi passi e sentendosi anche in qualche modo più rilassato dato che oramai aveva in mente un obbiettivo ben preciso, farsi addestrare da Nanami così da imparare a controllare il suo status di vampiro e finalmente fare ritorno a casa.
     
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    Erano passati appena due giorni da quando ero tornata nella mia solita casa a Kurayami. Come insegnante non potevo assentarmi a lungo e perdere soldi dalla paga. Sapevo già che per quei pochi giorni che mi ero fatta supplire avrei dovuto stringere la cinghia per l'intero mese. Il mio ritorno alla vita quotidiana sanciva l'ennesimo inizio della mia vita. Oramai avrei dovuta essere ancora più cauta del solito, cercando di attirare sempre meno l'attenzione. Se io ero tornata a vivere la vita di tutti i giorni per Paolo, invece, non era così. Ero stata costretta a lasciarlo nella casa abbandonata, facendomi promettere che non avrebbe tentato la fuga. Gli avevo concesso di uscire qualche ora all'alba e al tramonto per abituarsi alla luce solare, sulla quale ci eravamo allenati per bene. Quella era la base per il suo rientro nella società. Dopo le lezioni mi dirigevo direttamente lì per assicurarmi che non fosse scappato e per rifornirlo di cibo. Erano stati due lunghi giorni stressanti ed incredibilmente faticosi. Non avevo neanche il tempo per respirare oramai. Delle feste del paese non mi ero mai interessata ma, quando una collega mi disse che quella sera avrebbero sparato i fuochi d'artificio, capì che quello era il momento di agire. Solitamente in Giappone i fuochi duravano dall'una alle due ore, tempo più che sufficiente per ciò che avevo in mente di fare. Comunicai a Paolo, attraverso un SMS, di trovarci all'ingresso del parco per le venti in punto. Lo spettacolo pirotecnico era visibile solamente dal luna park ed attirava sempre un'enorme percentuale di residenti. Qualcuno che però non assisteva agli spari nel cielo c'era sempre. Quella sera Paolo avrebbe dovuto affrontare la sua prima prova, quella per il ritorno alla vita. Rispetto ai precedenti giorni la giornata volò come non mai. In men che non si dica arrivarono le sei e mezza. Prima dell'appuntamento ebbi il tempo di tornare a casa per darmi una rinfrescata e per indossare qualcosa di pulito. Avevo bisogno di qualcosa di comodo e leggero, in fin dei conti eravamo a Luglio e il caldo si faceva sentire. In caso di pericolo sarei dovuta essere veloce ad intervenire. Optai quindi per un semplice vestitino, comprato a poco, molto elastico e leggermente sensuale. (vestito) Le linee del vestito mettevano in maggior evidenza i seni, rendendoli più sodi del solido. La corta gonna era perfetta per essere agile. Per le scarpe optai per qualcosa di comodo e, assolutamente, senza tacchi. Arrivai all'ingresso principale del parco nel mentre controllavo che avessi tutto il necessario nella piccola borsetta nera. Paolo, notai non era ancora arrivato. "Dovrebbe volerci ancora una mezz'oretta prima dell'inizio..."
     
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    Mentre stava camminando per arrivare al parco gli venne in mente la prima volta nella quale incontrò Nanami e si ricordò anche si sentisse imbarazzato ed impacciato allo stesso momento quando era con lei, non gli era mai capitata una simile situazione come se fosse “uscito” per la prima volta con una vera donna e non con una ragazza della sua età o più piccola, non si era nemmeno sentito così la prima volta che ebbe avuto l’occasione di intrattenersi con un’altra professoressa ma stavolta di Roma la bellissima Chaterine.
    Stava divagando forse troppo coi pensieri e doveva tornare ancora una volta alla realtà, ovviamente gli sarebbe piaciuto molto sapere come mai Nanami gli faceva quello strano effetto ma probabilmente l’unico modo per farlo era stargli accanto il più possibile e di certo il susseguirsi degli avvenimenti da dopo che l’aveva conosciuta lo avrebbero portato a stare in sua compagnia per tanto e probabilmente molto tempo, dato che la sua per così dire riabilitazione avrebbe richiesto parecchio tempo. Si mosse per qualche secondo la chioma bionda con la mano sinistra scrollandosi anche leggermente la testa cercando ancora una volta di non farsi troppi piani mentali in testa tornando di conseguenza alla normalità, raggiunse finalmente dopo alcuni minuti il parco notando una sagoma dalle prosperose e invitante forme vestita con un vestitino nero attillato che metteva maggiormente in risalto le sue forme, sorrise nel vederla sempre vestita in maniera elegante ma al tempo stesso fin troppo sensuale, gli si avvicinò sempre di più.

    Buona sera bella signorina, sta per caso aspettando qualcuno in particolare?
    Disse quella frase con tono molto sensuale anche se sapeva che sicuramente Nanami lo avrebbe riconosciuto, nel vederla a quella piccola distanza notò ancora maggiormente le sue delicate e sinuose forme che ogni volta lo lasciavano sbalordito ma allo stesso tempo abbastanza eccitato ma quella sera doveva concentrarsi su altro e non sul corpo di Nanami oppure avrebbe perso quella piccola lezione, non che gli sarebbe dispiaciuto molto ma i lati negativi erano che se si sarebbe intrattenuto di più con Nanami invece che addestrarsi ad essere un vampiro non pericoloso le probabilità di commettere degli errori o nel peggior delle ipotesi perdere il controllo diventando di conseguenza un pericolo e quindi doveva tenere per quanto possibile i suoi istinti maschili sotto controllo.
     
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    Continuavo ad osservare impaziente le lancette del piccolo orologio da taschino che sbucava leggermente dalla borsa. Alzai lo sguardo solo quando riconobbi la sua voce. - Sei in ritardo, la prossima volta non dovrà accadere. - Mi ero rivolta, molto probabilmente, con un tono fin troppo duro e minaccioso. Alla fine era in ritardo di appena due minuti. Quella sera però avremmo avuto bisogno di tutto il tempo possibile. Anche un solo secondo perso sarebbe potuto essere decisivo. - Andiamo... - Sussurrai, prendendo sotto braccio il giovane. Il parco, così come il resto della città, era quasi deserto. Il sole era ormai calato da un pezzo e la gente si stava già riversando tutta verso il luna park. Tutto sembrava andare secondo i miei piani. C'incamminammo lentamente attraverso le diverse biforcazioni del parco. Paolo era all'oscuro della prova che avrebbe dovuto affrontare. - Stasera, mio caro, è la prima della tua nuova vita. - Questa volta cercai di essere un po più dolce. In fin dei conti ciò che avrebbe dovuto fare non era per niente facile e stressarlo non era l'inizio più adatto. Ogni tanto controllavo l'orologio all'interno della borsa a mano, ansiosa. Il mio sguardo, più sul terreno, si spostava sulle panchine e sui prati attorno a noi. Tutto vuoto. Per un certo senso era un lato positivo, per un'altro eravamo nella merda più che totale. Come diavolo avrebbe fatto Paolo a nutrirsi senza un'umano!? Ero nervosa come non mai. Possibile che qualcuno non andasse ad assistere allo spettacolo pirotecnico!? Stavo per mettermi a gridare dal nervosismo quando, dopo aver girato un cespuglio, notai la nostra salvezza. Una giovane ragazza sulla ventina era intenta a leggere, comodamente seduta sulla panchina, alla luce del lampione. "Perfetto!" Freneticamente afferrai l'orologio. Mancavano ancora dieci minuti. Quantomeno eravamo sicuri di avere la nostra preda, ora tutto ciò che dovevamo fare era aspettare. Indicai al giovane Paolo una delle tante panchine vuote. Rispetto alle altre però era leggermente più coperta e il lampione che avrebbe dovuto illuminarla era rotto. Da dietro la anchina, anche, sarei riuscita a tenere d'occhio la giovane senza che ci notasse. Ci accomodammo uno affianco all'altra. Con una mossa felina scavalcai con una gamba il ragazzo, finendo per sedermi a cavalcioni si di esso. - Sei pronto per ciò che ti aspetta? - Chiesi, senza aspettare risposta afferrai il suo volto con forza e lo baciai. Un bacio lungo e interminabile a cui si unirono lentamente anche le lingue di entrambi. Nel mentre lo baciavo però i miei occhi erano fissi sulla giovane ragazza che, non sapendo ciò che le sarebbe successo, continuava a leggere.
     
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    La reazione iniziale di Nanami fece rimanere in un certo senso in colpa il povero Paolo che evidentemente era arrivato troppo tardi al loro appuntamento, di tutta punta però il ragazzo non sapendo come controbattere sorrise forzatamente grattandosi la nuca con la mano destra notando anche che quando Nanami voleva tirare fuori le unghie aveva un bel caratterino ma le cose cambiarono immediatamente quando venne preso sotto braccio e il tono di Nanami si fece invece più gentile e dannatamente troppo dolce, ma doveva pensare ad altro dato che i suoi istinti avevano ben altre intenzioni, seguì ovviamente Nanami dato che era praticamente incollato a lei fino ad una panchina dove si sedettero entrambi facendo rimanere per un attimo Paolo abbastanza spaesato e al tempo stesso anche incuriosito.
    Ma non dovevamo….
    Non ebbe nemmeno il tempo di rispondere alla domanda di Nanami che si ritrovò con lei completamente a cavalcioni su di lui, con l’intimità di lei invece adagiata proprio sul pacco di Paolo che di conseguenza iniziò ad eccitarsi mentre senza pensarci due volte iniziò a ricambiare il bacio di Nanami facendo interagire anche la sua lingua con quella della donna, oltre al bacio con gioco di lingua Paolo di certo non e ne rimase fermo infatti alzò leggermente il vestitino in modo tale da far uscire un po’ del sedere di Nanami sul quale andò ad affondare le mani iniziando a massaggiarlo in modo molto frenetico e allo stesso tempo anche molto eccitante. Continuò ancora per qualche secondo a palpeggiare il sedere della donna mentre continuava a baciarla per poi smettere vedendo la mancata partecipazione di lei rimase un po’ deluso e decise quindi di staccarsi la sua bocca da quella di Nanami guardandola dritto negli occhi col solito sguardo eccitato che lei aveva imparato a conoscere fin troppo bene
    Ma che succede Nanami? Non sento la tua minima partecipazione stavolta e in questa posizione puoi chiaramente anche sentire quanto mi stò eccitando…. Quindi che sta succedendo?
    Il membro di Paolo inoltre era sempre più eretto e il rigonfiamento data la posizione di Nanami andava proprio a posarsi sulle mutandine di lei, mentre nella sua mente si chiedeva come mai Nanami non ricambiasse quelle “coccole” un altro pensiero si instillo nella sua mente, infatti aveva constatato che la percentuale delle volte che stava insieme a Nanami un buon 85% delle volte erano intenti a divertirsi facendo sesso e la cosa lo fece anche sorridere ma doveva tornare alla realtà, la dura realtà dove Nanami sembrava proprio non voler rispondere almeno per ora di alcuno stimolo e non riuscendo a capire come potersi comportare optò per il ritorna alla stimolazione corporea dove probabilmente aveva sbagliato qualcosa, almeno nella sua testa il pensiero era quello. Iniziò da sotto di lei a strofinare il proprio bacino così da far sentire all’intimità di Nanami la bella erezione che si era formata dentro ai suoi pantaloni, iniziando a giocare col le dolci e prosperose natiche della donna mentre come ultima cosa stavolta prese lui l’iniziativa iniziando a baciare nuovamente Nanami con più irruenza di prima ma anche con molta più voglia del suo corpo.
     
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    In men che non si dica Paolo era eccitato come non mai. La arte inferiore del vestito venne sollevato, mettendo in mostra mostra il mio sedere e il nero tanga di pezza striminzito. L'eccitazione che il giovane cercava di trasmettermi però, in quel momento, non mi raggiungeva. Ero fin troppo concentrata sulla bionda giovane al di là dei cespugli e, molto probabilmente, sarei riuscita a sfogarmi solamente dopo aver completato la missione. Che quel gioco erotico non mi coinvolgesse era fin troppo chiaro anche per Paolo che, deluso, mi allontanò leggermente. - E-Ehm... io... - Stavo giusto per spiegargli la situazione e l'intero scopo della mia mossa quando il giovane tornò ad affondare il suo viso nel mio. Questa volta però lo fece con maggior eccitazione, come se avesse fame di me. Immediatamente il suo bacino iniziò a muoversi avanti e indietro sulla panchina, strusciando con forza contro il tessuto della mia intimità. "Merda!" Da quando era diventato vampiro Paolo si era fatto nettamente più temerario e intrigante. La calda aria del parco e i suoi tentativi, dovetti ammettere, mi eccitarono. I minuti passavano velocemente, ma il mio sguardo era sempre fisso su di lei. Le labbra di Paolo mi divoravano, aumentando sensibilmente la mia salivazione. Un secondo, me ne serviva solo uno per dimostrargli che mi stava facendo eccitare. Abbassai lo sguardo sul suo volto. Freneticamente e selvaggiamente gli passai le mani mani sui corti capelli biondi, ricambiando quel bacio interminabile. Iniziai a muovermi sempre più velocemente sul suo membro mentre caldo liquido iniziava a formarsi sulle mie grandi labbra. un secondo, solo uno. Il cannone di preavviso dei fuochi sparò. Alzai immediatamente lo sguardo. La giovane donna aveva lo sguardo alzato al cielo. Subito dopo chiuse il libro e si alzò in piedi sistemando le pieghe sul jeans. Spalancai gli occhi, facendomi prendere dall'agitazione. Mancava solamente un minuto dall'inizio dello spettacolo e la nostra preda era pronta per allontanarsi dal parco. "No, no, no!" Un'occasione così non sarebbe mai più capitata. Non avevamo tempo per trovare qualcun'altro solo e soletto nel parco. Dovevamo agire subito. Questa volta fui io a staccarmi dal volto di lui, afferrandogli con estrema forza le gambe per bloccare i suoi incessanti movimenti con il bacino. Il mio sguardo era serio come non mai anche se infondo c'era un pizzico di compassione, quasi a chiedergli scusa. - Non abbiamo tempo... - Scesi dalle sue ginocchia, sedendomi sulla fredda panchina senza neanche sistemarmi il vestito. Indicai alle mie spalle la giovane che raccoglieva la borsa sulla panchina. - Quella è la tua prova. Dovresti capire ciò che devi fare... - Dissi, facendo in modo che notasse dalla mia bocca i canini molto più lunghi ed affilati del normale. Mi alzai in piedi, abbassando la gonna del vestito e sistemandomi i capelli. Ora toccava a me iniziare i giochi. Tutto ciò che avrei dovuto fare era distrarre la giovane con la speranza che iniziassero a riempire il cielo con i noiosissimi fuochi. Iniziai ad incamminarmi verso la ragazza per poi girarmi nuovamente verso Paolo. - Un'ultima cosa... cerca di non ucciderla. - Mi voltai nuovamente e, con passo deciso, mi diressi verso la povera ragazza. Sapevo perfettamente che sarebbe stato estremamente difficile per Paolo risparmiarla. Il primo pasto era sempre tragico. Col tempo s'imparava a cibarsi fino ad un certo limite senza uccidere e ne trasformare. - Scusami! - Gridai, alzando il braccio verso la ragazza. Ora che ero ad una certa distanza potevo osservarla meglio. La mia analisi iniziale si era rivelata sbagliata. Bionda, occhi azzurri, corpo mozzafiato e... neanche diciott'anni. " Mi dispiace cara..." Pensai, ricordando la mia prima vittima. Eravamo a metà strada dalla panchina sulla quale stava precedentemente leggendo e la luce del lampione era minima. - Sapresti dirmi che ora sono? - Chiesi, sorridendole dolcemente. La giovane abbassò lo sguardo verso l'orologio da polso d'argento. - Sono le otto e mezza. - La sua voce, così come la sua pelle, era candida come la neve. Non ebbe neanche il tempo di guardarmi negli occhi che il rumore assordante dei fuochi d'artificio le riempì le orecchie.
     
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    Finalmente Paolo ottenne una reazione da Nanami, fu molto contento vederla finalmente partecipe di quel piccolo antipasto di un possibile gioco ancora più invitante ed appagante, ma quello per il ragazzo era già abbastanza soprattutto dato che il suo membro era sempre alzato e turgido poteva chiaramente sentire sopra di lui il leggero calore dell’intimità della donna che si stava sempre eccitando formando anche sui pantaloni di Paolo una leggerissima macchiolina, sentire inoltre le gambe della donna che si erano strinte per fermare il giovane così da mettere ancora più a contatto la sua prorompente erezione con l’intimità della donna lo avevano fatto ancora di più eccitare ma purtroppo per lui i piani erano diversi e vedendo Nanami spostarsi da quella posizione indicando infine una ragazza biondina seduta anche lei su una panchina gli fece capire che molto probabilmente quello che era successo pochi secondi prima non era altro che un piano architettato da Nanami per cercare di attirare su di loro l’attenzione della ragazza.
    Cercherò di fare del mio meglio Nanami….
    La lasciò andare per poi sbuffare abbastanza rumorosamente, la prova del nove per il povero Paolo era pronta finalmente ad iniziare, mentre Nanami si stava dirigendo verso la ragazza in modo da attaccare bottone così da distrarla mentre le parole “cerca di non ucciderla” risuonavano fastidiose e al tempo stesso pesanti dentro la testa del povero Paolo, il senso di agitazione che aveva provato prima di raggiungere il parco aveva iniziato a farsi risentire iniziando anche a preoccuparlo non poco, non era molto sicuro di riuscire a controllarsi e dato che nella sua “nuova” vita da vampiro l’unico sangue che in realtà aveva provato era proprio quello di Nanami e a detta proprio della donna il sangue umano era differente, molto più saporito e invitante per un vampiro specialmente se alle prime armi come il povero Paolo.
    Si alzò da quella panchina massaggiandosi per un attimo il viso con la mano destra ed iniziò ad incamminarsi verso Nanami e la ragazza che in quel momento gli stavano dando le spalle, alzò per un attimo lo sguardo mettendo a fuoco meglio la situazione e rendendosi anche conto che la ragazza che aveva scelto Nanami, intanto in cielo lo spettacolo pirotecnico era appena iniziato facendo anche apparire in cielo diverse forme colorate e anche molto belle ma doveva ritornare coi piedi per terra e compiere la sua missione, quando fu abbastanza vicino a Nanami e alla ragazza si scrollò lo testa indeciso inizialmente sul da farsi si fece un piccolo esame di coscienza facendo in fine quello per cui era stato chiamato li, prese con forza la bionda così che non potesse muoversi andando ad avvinghiarla con le proprie braccia sotto il seno di lei per poi morderla sulla parte sinistra del collo iniziando a bere il suo sangue.
     
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    Un secondo dopo avermi detto l'ora i suoi occhi si spalancarono. I candidi occhi della ragazza si riempirono di paura e angoscia. Paolo l'aveva afferrata dalle ascelle e, subito dopo, aveva affondato il volto nel suo collo. Gli affilatissimi canini del ragazzo si fecero strada nella pelle puntando dritti sulla giugulare. "Scusami..." Pensai, osservando la scena. La vita della ragazza si stava lentamente spegnendo mentre Paolo si nutriva per la prima volta. La presa sul collo era tutt'altro che perfetta e il sangue iniziò a schizzare fuori dai profondi tagli dal collo. In un primo momento la biondina cercò di gridare. L'urlo però le si strozzò in gola. Anche se fosse riuscita a gridare però, sicuramente, non l'avrebbe sentita nessuno. Il rumore dei fuochi d'artificio era assordante. Lo sguardo di paolo era colmo di eccitazione, l'eccitazione che solo un pasto adeguato poteva garantirti. Il sapore del sangue umano era fantastico. Dolce ed estremamente dissetante. Se iniziavi a berne non potevi farne più a meno. Troppe volte si finiva con il consumarlo tutto. Questa era una di quelle. Era fin troppo ovvio che la ragazza non sarebbe sopravvissuta. Mi era chiaro fin dall'inizio. Lentamente la giovane iniziò ad accasciarsi al suolo con Paolo che scendeva con essa. "Morirà..." Sapevo perfettamente che sarebbe successo ma, dentro di me, volevo che non accadesse. Afferrai Paolo per una spalla cercando di staccarlo dal suo collo. Nutrendosi, solitamente, i poteri di un vampiro arrivavano al massimo della propria forza. Quello era uno di quei casi. Erano settimane che non mi nutrivo adeguatamente e la mia forza era nettamente inferiore a quella del giovane. - Paolo! - Gridai, tirandolo per i capelli. Dopo minuti che sembrarono un'eternità riuscì a staccarlo a fatica dal corpo inerme di lei. La vita nei suoi occhi azzurri, così come nel suo corpo, si era spenta. Il poco sangue rimasto nel suo corpo continuava a fuoriuscire lentamente dalla ferita alla giugulare creando una pozza di sangue attorno al cadavere. Tardi, troppo tardi. Avevo le mani ricoperta da caldo sangue umano e lo sguardo fisso sul corpo sdraiato innaturalmente sul terreno. Paolo, ora come ora, non era più la mia priorità. Il mio compito ora era quello di manomettere il corpo. Dalla borsa estrassi dei guanti in lattice e un bisturi chirurgico. Far trovare un cadavere con due buchi sul collo era troppo rischioso. Demoni o creature oscure sarebbero potute venire a sapere della scoperta e iniziare ad indagare. Avere una creatura demoniaca alle calcagna era l'ultima cosa che ci serviva. Incisi maggiormente il collo della ragazza rendendo i due buchi un'enorme squarcio. Con estrema attenzione le sbottonai i pantaloni e glieli sfilai leggermente. Uno stupro andato a male. Questa sarebbe stata l'idea degli agenti una volta trovato il cadavere. I guanti servivano per non lasciare traccie. Per quanto riguardava le impronte di Paolo, beh, quelle non erano un problema. Il giovane non era della nazione e, vista la sua scomparsa, nessuno avrebbe potuto ipotizzare un suo innesto nell'omicidio. Per sicurezza però avrei dovuto fargli cambiare identità. Conoscevo qualcuno in grado di creare dei documenti falsi che, in cambio di alcuni favori, me li avrebbe sicuramente procurati. Finito il lavoro mi sfilai i guanti e li rigettai nella borsetta assieme al bisturi. Mi voltai verso di Paolo che, nel frattempo, si era seduto su una panchina. - Dobbiamo andare! - Gli gridai. tra non molto lo spettacolo pirotecnico si sarebbe concluso e, ovviamente, saremmo dovuti essere il più lontano possibile.
     
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    Il delizioso e fresco sangue della prima vittima di Paolo scorreva incessante dentro la bocca del giovane che si sentiva sempre più appagato e in uno stato di extasy fuori dal comune, si sentiva apparentemente imbattibile e sembrava aver ripreso anche il vigore che aveva evidentemente perso quando era diventato vampiro, aveva sentito anche la presa di Nanami che con tutte le forze che aveva stava cercando di staccarlo da quel dolce pasto, ma nulla non si era nemmeno mosso di qualche centimetro anzi continuava con più foga a nutrirsi della giovane ragazza. Le parole che gli aveva detto Nanami riguardo al sangue umano non avevano reso l’idea pienamente, anzi il sangue umano era qualcosa di fantastico, era talmente inebriante che pensava solamente che fino ad ora non era in realtà mai vissuto pienamente, purtroppo per il suo lato vampirico la povera giovane ragazza si era spenta aiutando Nanami così a staccare Paolo da quella preda, mentre deglutiva gli ultimi sorsi di sangue era ritornato il “vecchio” Paolo che si accorse in effetti di aver ucciso la sua prima preda ci rimase un po’ di stucco e allo stesso tempo anche molto amareggiato. Non era per nulla molto facile per lui in quel momento capire bene come comportarsi in una situazione sfuggita dalle sue mani e poi a dirla tutta quello era stato il suo primo vero e proprio omicidio.
    Anf… Anf…. Che stai facendo Nanami?
    Nanami non si fece evidentemente molti scrupoli e con quello che sembrava un bisturi che veniva usato per le operazioni chirurgiche e sempre con quell’oggetto aveva creato un bel solco profondo mentre Paolo si coprì il volto con le mani scuotendo la testa e chiedendosi come mai non fosse riuscito a nutrirsi ma allo stesso tempo lasciar in vita la vittima? Ma purtroppo per lui quello non era il momento di pensarci, anzi Nanami lo stava esortando a scappare da quel luogo prima che lo spettacolo fosse finito, e non che avesse in fin dei conti tutti i torti ed iniziarono a fuggire insieme, durante però il tragitto Nanami avrebbe probabilmente notato anche il leggero cambiamento emotivo da parte del ragazzo. Quel susseguirsi così improvviso di cose che gli erano successe da quando era arrivato a Kurayami lo aveva segnato non poco e sommandoci anche quello che era successo pochi istanti prima non lo avrebbe aiutato di certo.
    Ma che ho fatto….
    Esordì con un’ultima frase massaggiandoci la fronte con la mano destra mentre camminando e camminando si erano anche allontanati dalla scena del crimine.
     
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    Camminammo per un tempo non definito per le strade meno frequentate della città. Il parco era ormai molto lontano. Ad ogni passo che mettevo avanti non potevo non girare la testa a destra e sinistra, preoccupata che qualcuno potesse vederci. Di persone per la città non c'era nemmeno l'ombra. I negozi avevano chiuso tutti in anticipo per sviare la popolazione verso il luna park. Tirai Paolo in un vicolo alquanto buio. Aveva ancora le mani e il volto sporco di sangue. Afferrai una salvietta umida dalla borsetta e, con calma e cura, lo ripulì da ogni traccia di sangue. Naturalmente il giovane Paolo era scioccato. Quello era stato il suo primo omicidio e, ovviamente, era sopraffatto dai sensi di colpa e dalla paura totale. "Forse ho esagerato..." Forse era troppo presto per effettuare questa prova. Forse avevamo fatto un passo troppo lungo, ritrovandoci nell'oblio. Prima o poi però sarebbe dovuto succedere e, sinceramente, era un bene che fosse accaduto subito, quanto meno potevo recuperarlo. Gli accarezzai i biondi capelli, guardandolo con tenerezza. - Va tutto bene Paolo, hai fatto del tuo meglio... - Probabilmente mentre si nutriva non aveva la minima idea di ciò che stava facendo. Capitava tutt'oggi anche a me di trovare delle prede così buone da annebbiarmi il cervello. Solo che io, grazie ad anni ed anni di esercizio, ero riuscita a controllarmi. Con il passare del tempo avrei insegnato al ragazzo a controllare se stesso e i suoi poteri. Continuai a parlargli per diversi minuti, cercando di calmarlo e tranquillizzarlo, inventando scuse tipo il fatto che era inebriato dal sangue della ragazza o che non era colpa sua ma mia. - Andiamo, da oggi hai una nuova casa. - Sorrisi, sperando che si risollevasse di morale. Per arrivare al mio appartamento ci sarebbero voluti ancora un paio di minuti e qualche quartiere d'attraversare.
     
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    I sensi di colpa avevano iniziato a prendere campo dentro alla testa ma soprattutto al cuore del giovane Paolo che si chiedeva in continuazione il perché non era riuscito a fermarsi in quella situazione, il suo corpo mentre beveva il sangue della ragazza era come se fosse pervaso da forti vibrazioni emotive che gli avevano mandato come in pappa il cervello, si passò diverse volte la mano destra dato che era l’unica rimasta libera dopo che Nanami lo aveva preso a braccetto, diverse volte sul volto come per cercare di tranquillizzarsi anche se la cosa non era facile proprio per niente. Era talmente tanto fuori di testa che non si era minimamente accorto di essere stato portato in un vicolo buio dove Nanami lo aveva ripulito per bene dal sangue, il suo cervello però fece mente locale quando iniziò a sentire le parole dolci e affettuose di Nanami.
    Ma cosa del mio meglio? L’ho uccisa….. sono un idiota potevo controllarmi ma non l’ho fatto…. IO ho ucciso quella povera ragazza
    Non si mise a piangere per non lasciar andare quell’ultimo briciolo di dignità che ci teneva ancora ad avere mentre il senso di colpa era sempre più presente sulle sue spalle, le coccole però di Nanami lo avevano fatto un po’ calmare tanto che abbassò il capo per guardare un secondo a terra scuotendo anche in modo vistoso la testa, i “poteri” che aveva ricevuto si erano rivelati una bella gatta da pelare e di certo doveva imparare a controllarsi oppure avrebbe finito per uccidere ancora ed ancora mentre da quello che aveva sentito dalle parole di Nanami sembrava proprio che Paolo avesse trovato un posto da vivere a casa della donna fino a quando probabilmente fosse stato autosufficiente e che non desse problemi alla società.
    Cosa? Ma aspetta un attimo questo e troppo non credi? Penso di essere diventato un inutile peso per te in questo momento….
    Divenne ancora più confuso, non sapeva più come comportarsi l’unica cosa che gli sarebbe probabilmente servita come aiuto sarebbe stato un pasto caldo e qualche ora di sonno profondo, ma era sicuro che anche quello in fin dei conti sarebbe servito a poco, l’unico suo desiderio per ora sarebbe stato quello di farsi accompagnare a casa da Nanami una volta per tutte
     
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    Avrei dovuta essere dolce e compassionevole, invece fui fredda ed estremamente dura. Ero stanca del suo comportamento da debole e pieno di momenti bui. - Sai una cosa, mi hai stancato! Sapevo perfettamente che l'avresti uccisa, punto. Noi vampiri siamo questo, assassini! - Gridavo a squarcia gola in preda alla rabbia totale. Quantomeno lo spettacolo pirotecnico, giunto quasi al termine, copriva la mia voce. - Oh, si. Non hai idea di quanto tu sia pesante in questo momento. Avrei dovuto ucciderti, ecco cosa avrei dovuto fare... - Mentre parlavo gli puntai innumerevoli volte l'indice contro, toccandolo con forza sul petto. Mi voltai con indifferenza e me ne andai, lasciando il povero Paolo solo con i suoi pensieri. "Alcool..." Tutto ciò che volevo adesso era una bella sbornia. Prima però sarei andata a casa, giusto per far vedere a Paolo dov'era la sua tana. Durante il breve tragitto non mi voltai minimamente. Che mi stesse seguendo o meno era un'incognita, la scelta era solo sua. Salì le scale di casa per poi fermarmi dinanzi alla porta d'ingresso alla ricerca delle chiavi. (click) Setacciai l'interno della borsetta e, una volta trovate, spalancai la porta. Solo dopo questa miriade di gesti mi voltai, con una minima speranza che Paolo fosse dietro di me.
     
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    Notando la durezza con cui Nanami stava facendo la ramanzina a Paolo per portarlo nuovamente alla realtà si accorse che probabilmente lei non ave a tutti i torti, lei lo aveva avvertito anche in precedenza sul fatto che avrebbe rischiato di uccidere la sua prima vittima, le parole della donna furono molto pesanti da sopportare ma aveva avuto sempre ragione fin dall’inizio e lui invece si era fatto trascinare troppo dalle sue emozioni, dal tronde anche Nanami stessa la prima volta che aveva provato a nutrirsi uccise la sua preda dato che non c’era nessuno che gli avesse effettivamente insegnato come fare ma Paolo era stavo in un certo senso baciato dal destino dato che avrebbe avuto una insegnante di tutto rispetto come Nanami.
    Paolo vide Nanami poi andarsene a passi lenti da lui, rimase ancora per qualche secondo appoggiato con la schiena contro un muro del vicolo in cui erano entrati pensando a come si sarebbe dovuto comportare in quel momento dato che aveva fatto infuriare anche la sua mentore, ma in fin dei conti l’unica opzione che gli rimaneva era andare con Nanami dato che non aveva altri luoghi dove poteva passare la notte, si incamminò di conseguenza rimanendo diversi metri di distanza da Nanami, rimase con sguardo abbastanza basso per quasi tutto il tempo della camminata fino a quando arrivò davanti alla casa della sua mentore, gli si avvicinò nuovamente dopo aver salito le scale andandogli nuovamente vicino.

    Scusami Nanami, non volevo….
    Non disse altro, voleva solo entrare in casa di Nanami, farsi una doccia bollente per togliersi via di dosso la stanchezza e possibilmente anche i pensieri e poi anche per darsi una pulita del resto del sangue che gli era rimasto addosso, e poi sarebbe probabilmente andato a dormire, lasciò che la prima persona ad entrare in casa fù la stessa proprietaria così da essere in qualche modo cordiale, e poi entrò lui di conseguenza.
    La prima cosa che notò e che la casa in effetti non era grandissima e per massimo due persone andava più che bene, non fece nessuna per ora nessuna domanda ma si limitò a memorizzare dove si trovavano più o meno tutte le stanze, per poi interagire nuovamente con Nanami.

    Nanami hai per caso una stanza degli ospiti? Se si posso dormirci io li?
    Concluse il discorso con quella semplice domanda, non voleva tormentare ulteriormente Nanami quella sera.
     
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  14. Kirìto²
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    Abitavo in un mini appartamento, famosissimi in Giappone per il loro basso costo e per il numero di stanze minimo. Probabilmente per Paolo quella era la prima volta che entrava in uno di essi. Ricordo che nel mio soggiorno a Roma non ne vidi neanche uno. Nonostante la tensione precedente però non potei non reprimere una leggera risata. Casa Kuriyama possedeva dunque quattro camere senza considerare il piccolo ingresso nel quale entrava a malapena una persona. Cucina, bagno, camera da letto e una camera che utilizzavo come studio. - Certo, il divano nello studio sarà più che comodo... - Annunciai, con aria fredda, indicandogli la camera in quale risiedeva un'antica scrivania in legno e un divanetto a tre posti. Ovviamente non era minimamente una camera degli ospiti e il mio tono freddo e privo di divertimento serviva solamente a sottolineare il ciò. - Se hai fame puoi prendere qualcosa nel frigo, anche se credo che non ne avrai bisogno. Se vuoi fare una doccia il bagno è li, la caldaia impiega qualche minuto ad accendersi... - Sapevo perfettamente che Paolo non avrebbe toccato cibo, in fin dei conti si era appena nutrito e, sicuramente, non avrebbe toccato cibo fisico fino a domani. Mi sembrava comunque garbato fargli notare dove avrebbe potuto rifocillarsi e lavarsi, cosa di cui avrebbe sicuramente necessitato visto l'odore di sangue che si portava addosso. Mi sfilai con rabbia le ballerine, scaraventandole nella scarpiera. Al loro posto indossai delle scarpe con dei tacchi da dodici centimetri. Riafferrai la borsetta e mi diressi nuovamente verso l'uscita, fermandomi sull'uscio per guardare il ragazzo. - Torno tra qualche ora. - Dissi, chiudendogli la porta in faccia. Ad un'isolato di distanza c'era un locale malandato in cui avrei potuto tranquillamente trovare tutto l'alcool di cui avevo bisogno.
     
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    La casa di Nanami non era gradissima ma per una persona singola probabilmente era anche giusta, la donna inoltre disse a Paolo che per riposarsi poteva utilizzare il divano del suo studio e gli diede anche alcune dritte riguardanti la caldaia e dove poteva infine rifocillarsi se mai gli fosse venuta fame, ma per fortuna il frigo della donna sarebbe stato salvo dato che Paolo non sentiva minimamente i sintomi della fame e tutto ciò poteva essere chiaramente dovuto al nutrimento che aveva fatto prima, Nanami inoltre uscì anche di casa diretta verso non sapeva dove lasciandolo quindi da solo.
    Andò infine nel bagno accendendo la caldaia ed iniziando anche di conseguenza a spogliarsi completamente andando a mettere nella cesta dei panni sporchi gran parte dei suoi vestiti salvando solamente la maglietta nera e i suoi boxer bianchi andandoli a piegare e a posarli sulla lavatrice, aprì il box della doccia andando infine ad attivare la piccola maniglia che avrebbe permesso all’acqua di uscire portando il suo indice sul rosso per ottenere quindi un’acqua più calda e anche più bollente, appena sentì che l’acqua della doccia era calda come desiderava lui si tolse gli occhiali posandoli sui vestiti appena piegati e si fiondò subito dentro la doccia, entrato nel box si piazzò immediatamente sotto l’acqua calda che iniziò a scorrere su tutto il suo corpo, l’acqua calda evidentemente aveva qualche effetto terapeutico dato che la stanchezza subita in quei giorni da quando era arrivato a Kurayami stava lentamente scorrendo via, iniziò anche ad insaponarsi per tirarsi via di dosso l’odore della sua vittima e del sangue.
    Finì di fare il bagno dopo alcuni minuti chiudendo infine l’acqua, uscendo dal box doccia trovò un accappatoio che prese senza pensarci molto dato che non voleva bagnare tutta la casa di Nanami, si mise quindi quel accappatoio notando che gli era abbastanza stretto ma profumava di Nanami e la cosa lo fece eccitare e non poco anche se dovette stare calmo dato che lei era andata fuori e non aveva la minima voglia di soddisfarsi da solo, dopo essersi asciugato per bene e aver impregnato quel accappatoio col suo odore si rimise i boxer e la maglietta, raggiunse poco dopo lo studio di Nanami dove prese uno dei cuscini posizionati sopra di esso ed andò a stendersi.
     
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