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    Quanto tempo sarà passato? Un ora? Due? Oramai aveva perso il conto di quanto tempo aveva passato girovagando per i corridoi di quell'immenso centro commerciale. Non era passato neanche un giorno da quando era stata congedata dalla Polar Route che già si era messa a fare delle ricerche. Avrebbe voluto dedicarsi unicamente alla ricerca della sua piccola amica scomparsa, ma sapeva bene che anche se fosse riuscita a trovarla, da sola non sarebbe riuscita a combinare niente. Doveva diventare più forte, acquisire abbastanza forza da poter proteggere le persone che gli erano care. Prima fra tutte la piccola Utsuru. Quella povera ragazzina aveva incontrato unicamente sofferenza nella sua vita. Soltanto dopo aver incontrato Lulu era riuscita a trovare un po' di pace. Ma adesso qualcuno stava cercando di rovinargli nuovamente la vita, per chissà quale motivo poi. Lei non aveva colpa di niente, era soltanto una ragazzina innocente che voleva unicamente vivere una vita normale. Per questo doveva proteggerla. Diventare più forte e proteggerla da qualsivoglia pericolo che avrebbe potuto incontrare durante tutta la sua vita. Adesso però le sue priorità erano altre. Traesto aveva promesso che l'avrebbe trovata, costi quel che costi. Lei si fidava di quel vecchio bonaccione e sapeva che in qualche modo sarebbe riuscito a trovarla, dovesse anche passare al setaccio tutto l'Impero Romano, anzi no il mondo. Per questo non aveva rimpianti nel abbandonare le ricerche della piccola Utsuru e passare così ad altri tipi di ricerche, che gli erano indirettamente state affidate: prima fra tutte la ricerca di quel ragazzo che secondo Traesto anche lui era un Diamante Grezzo. Non sapeva perché lo stava cercando, forse per semplice curiosità o forse perché sperava di riuscire a trovare altre risposte a quelle domande che per troppo tempo, mezza giornata, erano rimaste irrisolte. Per farlo però doveva prima trovare quel ragazzo di cui parlavano, anche se la cosa non sarebbe stata facile. Il vecchio inventore non gli aveva dato molti indizi su come rintracciarlo. Non aveva un nome, un cognome, un indirizzo, un posto di lavoro, niente. L'unica cosa che sapeva era che per trovarlo doveva indossare la maglietta di un qualche videogame; alla fine sarebbe stato lui a trovare lei. Gli aveva dato anche altri indizzi per riuscire a riconoscerlo, ma ora come ora non gliene venivano in mente altri. L'unico problema era che di stare ferma ad aspettare che arrivasse non è che ne avesse tanta voglia. Era noioso. Per questo, subito dopo aver comprato una maglietta presa a caso dal negozio di videogiochi più vicino ed essersela subito infilata sopra i suoi vestiti abituali, avrebbe cominciato a girovagare per il centro commerciale senza una meta precisa. Stranamente, in molti la fissavano perplessi, anche se lei non riusciva a capirne il motivo. E gira che ti rigira, alla fine era tornata al punto di partenza: il negozio di videogiochi. Aveva più o meno visitato tutta la struttura, da cima a fondo, senza però ottenere alcun risultato. Si appoggiò dunque con la schiena alla vetrina del negozio di videogiochi, continuando a leccare distrattamente il gelato che aveva da poco comprato; cioccolato, banana e stracciatella. Dopo aver atteso lì per un paio di minuti, tirò un forte sospiro di rassegnazione.
    Ahh~ Sembra proprio che qui non riuscirò a cavare una stagno dal buco.
    Si dice un ragno dal buco.
    Mi sa che è meglio cambiare posto.
    Scelta saggia, dopotutto era più da diverse ore che vagabondava per quell'immenso edificio, se davvero si fosse trovato lì lo avrebbe già incontrato da un sacco di tempo... forse. Si staccò così dalla vetrata, girando gli stivali e cominciando ad incamminarsi verso l'uscita, tenendo stretto in mano il suo gustoso gelato. Un momento, ma almeno si ricordava dov'era l'uscita?

     
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    Si prospettava davanti a lui un dilemma esistenziale colossale. Una delle promesse più importanti che aveva fatto a Nariko era diventare più responsabile, quindi doveva imparare ad essere risoluto, o in ogni caso non poteva prenderle entrambe perché il salario di un super-eroe è tipo una miseria. Così con la mano destra sotto il mento e lo sguardo più serio che aveva a disposizione, fissava quello scaffale con serietà assoluta. Indossava come suo solito un paio di larghi jeans neri infilati dentro dei scarponi poco allacciati, una shirt nera particolarmente in tema con la sua attuale situazione, giacca di pelle scura e l'immancabile custodia della chitarra piazzata sulla spalla destra, contenente tutto meno uno strumento musicale.
    Hey Ice... ce ne sarà ancora per molto?
    E ovviamente non era da sola. Da poco aveva incontrato dopo tanti anni sua sorella Elimona, diventata suora con molte virgolette intorno, difatti non andava nemmeno in giro con il saio ma con un vestito decisamente poco casto. A differenza del fratello che era molto concentrato, lei invece teneva le braccia conserte nel vano tentativo di tenere su il proprio corpo spinto verso il basso dalla noia.
    Dai mi hai chiesto tu di fare qualcosa come ai vecchi tempi.
    Si ma non intendevo venire al centro commerciale per comprare una nuova console!
    Ebbene si, Iceringer aveva trascinato la sua sorellona vogliosa di attenzioni in un centro commerciale, costringendola a fargli compagnia mentre sceglieva cosa fare della sua intera esistenza. Perché da quella scelta dipendeva la sua intera esistenza.
    Ma come puoi non capire? Questo per me è importante! Non avresti voluto che io ci fossi quando hai preso i voti?!
    Non puoi paragonare il matrimonio con Dio e la scelta di una maledettissima console!
    Infatti non è la stessa cosa: non hai avuto due divinità tra cui scegliere, qui invece la cosa è diversa!
    E mentre Elimona sbuffava distogliendo lo sguardo urtata e incapace di replicare di fronte a tanta stupidità, Iceringer le spiegava come la Xbox Neo vantava prestazioni migliori mentre la PS Log vantava un online meglio organizzato e soprattutto gratis, che per lui non era poco. Elencava ed elencava e più sua sorella si faceva piccola per non morire di vergogna in mezzo a quella marmaglia di nerd, più lui attirava l'attenzione. Non che servisse: già vedere una ragazza dentro un negozio di videogiochi era un evento sufficiente a fomentare gli animi di tutti i presenti lì dentro. Mentre esponeva le sue tesi, Iceringer si ritrovò a farle esempi pratici con videogiochi in esposizione, e proprio mentre lo stava facendo una ragazza decisamente singolare uscì dal negozio dopo aver comprato una maglietta lì in quel negozio. Quando Iceringer notò quella cosa un groppo in gola gli bloccò il respiro. Questo non doveva succedere.
    Devo fare una cosa, tu aspettami qui.
    Cosa? No aspetta...!
    Ma prima che Elimona potesse capire cosa stava succedendo, suo fratello era già sfrecciato via lasciandola da sola in mezzo a quella massa di nerd tramutati in zombie delle poppe, circondata e incapace di scappare. Iceringer correva come un disperato per il centro commerciale, cercando con lo sguardo quella ragazza armata di gelato che svoltava sempre l'angolo un istante prima che il sedicente eroe potesse perderla. La inseguiva come se fosse di vitale importanza, no anzi la cosa più importante di sempre, come se ne dipendessero le sorti dell'umanità: salva la lupacchiotta, salva il mondo. Cambiò addirittura un intero piano per poterla inseguire, quando sollevando lo sguardo riuscì a scorgere le sue orecchiette vicine a tutt'altri negozi. Sbuffò rumorosamente, per poi sistemarsi la custodia sulla spalla e riprendere a correre. Dopo aver attraversato praticamente tutto l'edificio un paio di volte riuscì a ritrovarla vicina al negozio di videogiochi stesso, altra cosa che lo fece quasi impazzire per la disperazione: tanta fatica per nulla. Per lo meno però, adesso poteva raggiungerla.
    Hey! Hey tu aspetta!
    Incredibili i progressi che aveva fatto con le ragazze, un tempo non l'avrebbe mai chiamata in quel modo e a stento sarebbe stato in grado di parlarle senza digrignare i denti. Ma ora invece era più maturo e soprattutto doveva compire il proprio dovere. Dopo aver attirato la sua attenzione l'avrebbe raggiunta, piegandosi in avanti e appoggiandosi sulle sue ginocchia con le mani per riprendere fiato. Tentò anche di parlare subito ma si limitò a sollevare l'indice della mano destra, chiedendole un attimo.
    Scusa... scusa, non volevo inseguirti, ma non posso lasciar correre: sei stata ingannata. Quella maglietta non è originale, mentre il commesso te l'ha fatta pagare a prezzo pieno. E' una violazione bella e buona, dovresti farti rimborsare, anche perché mi sa che non è la taglia giusta visto che...
    E nel preciso istante in cui sollevò lo sguardo si ricordò che persona era. Lui non era l'impavido giustiziere mascherato che quando abbandona la caccia al crimine frequenta più donne sorseggiando champagne e lanciando battute argute ai festini. No. Lui era quello che ogni tanto si dimenticava di avere una problema di timidezza, ma che un seno prosperoso intrappolato dentro una maglietta qualche taglia più piccola glielo faceva ricordare immediatamente. Eccolo tapparsi la bocca come se le labbra si fossero cucite da sole istantaneamente, mentre il volto gli diveniva paonazzo come non mai. Presero perfino a fischiargli le orecchie, ma quello probabilmente era dovuto alle macumbe che gli stava lanciando sua sorella.
     
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    Non fece nemmeno due passi che subito venne fermata da qualcuno. Sembrava che qualcuno la stesse chiamando, anche se non riusciva a capirne il motivo. Per caso aveva fatto qualcosa di male? Eppure questa volta indossava una maglietta, quindi nessuno poteva dirgli che vestiva in maniera troppo provocante. Evidentemente si era dimenticata del motivo per cui si trovava lì: altrimenti una domanda del genere non se la sarebbe mai fatta. Ma tralasciando questi dettagli di poco conto, sentendosi chiamare la ragazza-lupo si girò finalmente di spalle, guardando negl'occhi l'uomo che l'aveva chiamata. Era un ragazzo apparentemente muscoloso, vestito con una giacchetta in pelle nera sopra ad una strana maglietta nera decorata con un bizzarro disegno giallo al centro. Aveva dei lunghi capelli bianchi, raccolti in una vistosa coda, e una singolare quanti appariscente cicatrice sul volto all'altezza del naso. Un tipo decisamente singolare, e non solo per via dell'aspetto. Anche in ciò che diceva era veramente strano. Dopo essersi avvicinò alla giovane lupacchiotta, visibilmente affaticato da quello che sembrava essere stato un tour de force, il ragazzo dai capelli bianchi si piegò in avanti, aggrappandosi alle ginocchia con le mani nel tentativo di riprendere fiato. Chissà che cosa gli era successo per finire ridotto in questo stato?
    Tutto bene? Non hai una bella cera.
    Si piegò in avanti anche lei, mettendosi anch'essa le mani sulle ginocchia. La differenza era che lei lo faceva per potersi abbassare al livello dell'altro ragazzo. Quest'ultimo alzò il dito indice, quasi a chiedergli un attimo di tregua per riprendere fiato. Lulu rimase ad aspettare che il ragazzo avesse finito, ascoltando poi ciò che aveva da dire. Non che ci avesse capito molto a dirla tutta, aveva solo capito che la stava inseguendo e che la maglietta che aveva comprata era qualche ragione difettosa. Certo era un po' piccola e gli stringeva molto sul petto, ma in fin dei conti non l'aveva comprata perché gli piacesse. Era fatta anche di materiale sintetico, quello che lei odiava di più al mondo. La teneva solo per riuscire a completare la sua ricerca, per cui non c'era bisogno di preoccuparsi. Si mise a ridacchiare divertita, pensando a come poteva essersi creata quella situazione.
    Ahahah! Grazie del consiglio, ma non c'era bisogno di preoccuparsi. Avevo comprato questa maglietta solo per cercare una persona, ma sfortunatamente non sono riuscita a trovarla.
    Parlò con tutta la naturalezza di questo mondo, senza accorgersi dell'evidente imbarazzo del ragazzo di fronte a lui. Non subito per lo meno. Appena notò il suo volto rosso come un peperone cominciò ad avere qualche sospetto, ma solo dopo averlo esaminato per un po' capì che era veramente imbarazzato. Da che cosa poi non si capiva?
    Sei rosso.
    Schietta come sempre. Dopo avergli detto la verità nuda e cruda, decise di seguire il suo sguardo, capendo così dove per tutto il tempo la stava fissando: il suo seno. Non che lei avesse dei problemi in questo senso. Non era una ragazza normale, e non si faceva troppi problemi a mettere in mostra le sue prosperose forme, anche se non in maniera esplicita. Anzi, quasi non si accorgeva dell'effetto che certi suoi atteggiamenti potevano avere nei confronti di terzi. Guardando il suo stesso seno si accorse di un piccolo particolare: per sbaglio il gelato si era sciolto, riversando sulla maglietta un po' della sua dolce crema, macchiandolo di bianco stracciatella.
    Ah! Mi sono sporcata!
    Premio come miglio osservatrice dell'anno, complimenti. Mentre disse quella ovvietà, cominciò a pulirsi la maglietta raccogliendo tutto il gelato sparso in essa con il dito indice per poi mangiarselo una volta finito. Metodo semplice ed efficace, anche se le macchie poi sarebbero rimaste lo stesso.
    Grazie per avermelo fatto notare.
    Ringraziò il ragazzo, credendo fermamente che quelle piccole macchie di gelato fossero ciò che aveva attirato la sua attenzione. Quanto si sbagliava.

     
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    Ooohhh ma quella era crema di cioccolato... dolcissima stracciatella e deliziosa banana e... si stava spalmando tutta su quelle devastanti e magnifiche tette... no, questo non doveva succedere. Il rossore di Iceringer aumentò a dismisura senza che neanche se ne accorgesse, ed iniziò a fare caldo. Ora che la sua affinità con i poteri di Stark Hollow era così grande inevitabilmente iniziava a diventare incandescente quando era imbarazzato o fortemente eccitato, proprio come durante il combattimento durante la quale finiva non di rado per spellarsi vivo. Sembrava quasi che quella ragazza lo stesse facendo apposta, bellezza più nessun senso del pudore uguale nemica naturale di Iceringer, non in senso brutto intendiamoci ma semplicemente non riusciva a gestire una cosa del genere. Un conto è se la donna in questione la conosce ed è già entrato in intimità con lei, tutt'altro invece se è una perfetta sconosciuta ed è pure una bellissima ragazza. Le mani gli finirono inevitabilmente intorno alla testa e i rannicchiò su se stesso infilando la faccia tra le ginocchia, non prima di aver lanciato un grido disperato in aria che quasi gli tolse il fiato.
    Devi stare calmo... parlare alle donne non può essere più difficile che attivare un congegno demoniaco... stai calmo maledizione. Forza Iceringer... cosa avrebbe fatto il vecchio Traesto in quelle situazioni? Concentrazione... calmati!
    L'obbiettivo era parlare tra sé e sé, ma il suo tono di voce era decisamente troppo alto perché Lulu non lo potesse sentire. Un rumoroso sospiro che gli fece gonfiare il petto e poi eccolo che si rialzò di colpo, sempre rossissimo come un peperone e con la bocca serrata, tuttavia il petto esageratamente gonfio e lo sguardo vagamente più sicuro gli davano un'aria risoluta, sembrava il tipico ragazzo che si avvicina con nonchalance alla bellona della situazione pronto a conquistarla con quel non so che e portarsela a spasso tenendo quello sguardo da triglia in calore per tutto il tempo. Molleggiò con le spalle in quel surrogato di risolutezza avvicinandosi a lei, per poi sollevare l'indice destro ed indicandola sempre con quella tattica da marpione fallito, tattica che lo avrebbe certamente portato a guadagnare fiducia ma nel momento in cui aprì la bocca non fece altro che uscire il verso sfiatato di una vecchia capra morente, mentre il petto si sgonfiava di colpo e la sua espressione tornava normale e devastata.
    F-figurati... niente di c-che.
    E nello stesso istante si afflosciarono sia il collo che l'indice puntato verso di lei, come delusi da loro stessi. Ben altro però non si era affatto afflosciato, e questo lo fece diventare ancora più paonazzo.
     
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    Fu un attimo, che il ragazzo che l'aveva approcciata cominciò a comportarsi in modo decisamente strano. Improvvisamente si mise le mani tra i capelli, rannicchiandosi e cominciando borbottare qualcosa tra se e se, il tutto condito da un bell'urlo disperato che diede il vi a quella assurda scena. Vedendo quella scena, Lulu cominciò a guardare il ragazzo con un misto di perplessità e curiosità, non capendo cosa gli fosse accaduto tutta d'un tratto. Parlava di donne, congegni demoniaci e maledizioni, concludendo il tutto con un nome che attirò l'attenzione della ragazza: Traesto. Da lì in poi il suo minuscolo cervello cominciò a mettersi in motto, sforzandosi non poco per cercare di ricordare quello che gli aveva detto il vecchio inventore.
    Mhhh...
    Aveva come la sensazione di essersi dimenticata qualcosa di importante, però non riusciva a ricordarsi cosa. Decisamente una brutta sensazione. E per sua sfortuna il ragazzo non lo aiutava affatto a ricordare, anzi fece proprio l'esatto opposto. Tirò un forte sospiro, gonfiandosi il petto poco prima di rialzarsi di colpo. Cominciò così un buffo tentativo del ragazzo di darsi un aria più risoluta e seria, fallito in partenza a causa del suo perenne rossore in volto. Non aveva idea di cosa avesse in mente, ma di certo non era niente di buono, metaforicamente parlano. Cominciò così a molleggiare le spalle e a fare una serie di gesti decisamente poco naturali di cui non si riusciva a capire il motivo, che però davano al ragazzo un aria vagamente seria e risoluta. Il tutto però venne rovinato da una voce balbuziente e palesemente imbarazzata, facendo crollare l'immagine del ragazzo come un castello di sabbia. Lulu provò a trattenersi il più possibile, portandosi una mano davanti alla bocca seguita a ruota dalla sua gemella, nel tentativo di fermare la risata che stava per uscirle. Uno. Due. Tre. Tre secondi riuscì a resistere, prima di scoppiare in una fragorosa risata, talmente forte da attirare l'attenzione di molti. Quella scena era talmente comica ch gli sembrava impossibile non mettersi a ridere di una cosa del genere. Cominciò addirittura a fargli male lo stomaco per quanto stava ridendo. Fu addirittura costretta a piegarsi in avanti tenendosi stretta la pancia per quanto questa gli stava facendo male, sacrificando così il gelato che andò a sfamare la pavimentazione di quel colossale centro commerciale. Eppure anche così non riusciva a smettere di ridere.
    Ahahahahahahah!!! Cosa sarebbe quello!?
    Quella risata gli fece completamente scordare tutta la storia di Traesto, resettando completamente tutti i ragionamenti logici che con tanta fatica era riuscita a farsi poco prima di scoppiare a ridere. Gli ci volle un minuto intero prima che la ragazza si riprendesse dal colpo subito. Provò a ricomporsi, rimettendosi in posizione eretta asciugandosi le lacrime che già da un po' gli stavano offuscando la vista.
    Ahahah!! Scusa, non volevo ridere tanto. È solo che la tua faccia era troppo buffa. Avresti dovuto vederti.
    Ripensando ancora una volta a quella scena non poté fare a meno di rimettersi a ridere, questa volta in maniera decisamente più contenuta. Era da tanto che non rideva così di gusto, e non pesava di riuscirci dopo gli avvenimenti della notte precedente. In un certo senso gli era grata di avergli fatto dimenticare i problemi che da una decina di ore a questa parte la assillavano. Ricompostasi una seconda volta, la ragazza-lupo riprese a comportarsi normalmente, guardando il ragazzo e sorridendogli come suo solito.
    Sei un ragazzo strano, sai? Mi piaci.
    Il tatto non era di certo una delle sue qualità migliori, questo è poco ma sicuro. Continuava a comportarsi in maniera naturale, parlando come se stesse parlando con un amico di vecchia data. Sembrava non essersi minimamente accorta che quello davanti a lui era un perfetto sconosciuto, ne tanto meno si era accorta della sua particolare eccitazione. Chissà come avrebbe interpretato un tizio così strano quel "Mi piaci" che Lulu aveva detto con tanta disinvoltura.

     
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    La reazione quasi esagerata della ragazza lo mise ancora più a disagio, ma il disagio non fu più grande del suo stupore, questo no di certo, dato che era la prima volta in vita sua che vedeva una ragazza ridere di tanto gusto per... per cosa stava ridendo poi? Iceringer si passò una mano sulla guancia, grattandosela e distogliendo lo sguardo con fare imbarazzato, di sicuro quella tipa era strana, al di fuori delle orecchie da lupa stesse tra l'altro! Doveva ammettere che le tipe come lei avevano sempre attirato la sua attenzione, anche solo per curiosità o volontà di scoprire e in questo aveva sicuramente ereditato qualcosa dal suo vecchio maestro. Quindi mise da parte l'imbarazzo e provò ad ordinare i suoi pensieri.
    T-ti ringrazio anche tu sei... si sei una ragazza che potrebbe piacermi diciamo.
    Un discorso ordinato era impossibile farlo in quella situazione, e si aggrappò all'unica cosa che aveva senso in quel preciso istante: l'educazione. Si chiarì la voce e allungò una mano verso di lei. In quel preciso istante la sua mano sembrava quasi volesse afferrarle un seno e saggiarne la morbidezza, ma riuscì abilmente a trasformare quella distrazione in un cordiale gesto di amicizia.
    Mi chiamo Iceringer, è un piacere conoscere una ragazza come te. Sai... sono sempre stato curioso riguardo a quelle... non so come dirlo senza farlo sembrare un offesa.
    E nel parlare portò le mani sulla propria testa mimando attraverso le dita la forma delle orecchie, tanto per farle capire di cosa parlava nella speranza di non sembrare un maniaco feticista. Che in realtà lo era, ma cercava sempre di evitare che le persone si facessero un'impressione sbagliata di lui. Aveva gusti particolari ma non era una cattiva persona. Ed ecco che quei pensieri accendevano di nuovo il suo rossore. Aveva bisogno di un dottore bravo per lavorare su questa cosa.
     
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    La risposta del ragazzo fu inaspettatamente normale, ma allo stesso tempo la più naturale che una persone potesse dare in una situazione del genere. Era ancora visibilmente imbarazzato da qualcosa che non riusciva a spiegarsi, ma lentamente stava facendo progressi. Forse non era il tipo di persona che parlava facilmente con gli estranei, e gli ci voleva del tempo per abituarsi alla presenza di persone estranee. Esattamente l'opposto di Lulu, espansiva con tutti, senza fare distinzioni di sesso, età o di razza. E non si fece alcun problema a stringere la mano al ragazzo, presentatosi come Iceringer, quando questo gliela porse. In realtà a lei non piacevano questi tipi di formalità, li vedeva come modi indiretti per dire cose che in realtà si potevano dire anche a voce senza farsi alcun problema. Però il mondo degli esseri umani girava anche dietro a queste convenzioni, e se voleva restare in quel posto doveva adattarsi alle sue regole. Strinse così la mano del ragazzo, mettendoci forse più forza del dovuto.
    Io invece mi chiamo Lulu.
    Disse semplicemente. Il "piacere" ovviamente era sottinteso nella stretta di mano, se doveva seguire le regole degli umani che ne seguisse una che andasse bene per tutte le occasioni. La presentazione di Iceringer però non si fermò al semplice "come mi chiamo". A quanto pare il ragazzo trovava assai curiose le sue orecchie da lupo, che istintivamente si mossero come se si sentissero chiamare in causa. E in effetti era proprio così. Non era la prima persona che rimaneva impressionata dalle quelle sue particolari orecchie, cosa che ovviamente per lei pareva essere completamente normale. Anche Edward ai tempi del torneo era rimasto incantato e incuriosito da quelle sue protuberanze, sebbene inizialmente lui le aveva scambiate per orecchie da gatto.
    Le mie orecchie dici? Perché, cosa c'hanno di strano?
    Una domanda che si era posta più e più volte. Cosa ci vedevano di strano gl'altri nelle sue orecchie? Eppure erano delle normalissime orecchie da lupo. Quelle degli umani erano un po' più piccole, tonde e rosee, ma sostanzialmente erano la stessa cosa. A quel punto però si accorse di un'altra cosa strana: Iceringer era nuovamente arrossito. Questa volta cosa aveva da arrossire? Non aveva fatto niente di così particolare da poter attirare la sua attenzione in quel modo. Adesso gli stava veramente venendo il dubbio che quel ragazzo fosse realmente malato.
    Come mai sei di nuovo rosso? Non è che per caso hai veramente la febbre?
    Mentre disse quelle parole si avvicinò a lui, allungando la mano con il preciso intento di mettergliela in fronte. Forse un po' antiquato come metodo visto che adesso gli umani utilizzavano degli aggeggi apposta per controllare se una persona aveva la febbre o meno, ma che comunque non perdeva la sua efficacia. Gli avrebbe messo una mano sulla fronte con il preciso intento di controllare il suo stato di salute, ma improvvisamente tirò la mano indietro, come se si fosse appena scottata. E in effetti era proprio così.
    Ahia! Ma tu sei veramente bollente. Devi avere la febbre altissima. Dovresti andare a riposarti da qualche parte, sai?
    Se ne avesse avuto la possibilità lo avrebbe accompagnato lei stessa in un posto dove potersi riposare, soltanto che non ne conosceva nessuno, e in più non aveva nemmeno una casa in cui poterlo portare. Ora che ci pensava, non aveva ancora pensato ad un posto dove passare la notte. Di soldi ne aveva abbastanza per potersi permettere una stanza d'albergo, però anche dormire nel parco non sarebbe male una volta ogni tanto, giusto per non perdere le vecchie abitudini. L'unico problema era che non poteva accendere un falò in mezzo ai parchi romani. L'ultima volta che l'aveva fatto era quasi stata messa in gattabuia. Ma questi erano problemi secondari, adesso la salute di quel ragazzo aveva la priorità.

     
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    Lulu ricambiò con scioltezza il saluto di Iceringer che forse sottovalutò e idealizzò fin troppo la figura della ragazza che aveva davanti a lui, dato che nel preciso istante in cui si scambiarono quella piccola convenzione, Iceringer si ritrovò con gli occhi sgranati e le labbra serrate dal dolore. Non voleva darlo a vedere, ma quella tipa aveva una stretta di ferro che contrastò con non poca fatica. Affrontò con finta indifferenza la situazione immediatamente dopo quella stretta di mano, apparendo all'esterno come uno che non aveva sentito niente, ma che invece stava soffrendo nel profondo. Chi diavolo era quella ragazza dotata di una simile forza erculea? In ogni caso, parve meravigliata di constatare che qualcuno potesse definire strane le sue orecchie, evidentemente per lei era normalissimo e questo rese il fatto ancora più affascinante agli occhi di Iceringer che si avvicinò quasi con ritrovata disinvoltura. Parlare di cose curiose come quelle lo aiutava a sconfiggere la timidezza, anche se lui di sicuro non se ne era mai reso conto.
    Bhe prima di tutto sono molto diverse dalle mie, questo le rende interessanti. La diversità è una cosa curiosa, non brutta, io per lo meno la vedo così.
    Una ragazza spontanea come Lulu poteva riconoscere in lui qualcosa di molto simile alla sua personalità. Al di fuori della timidezza Iceringer era gentile, premuroso e soprattutto molto spontaneo, non aveva pregiudizi o preconcetti, tutti per lui erano ugualmente strani e interessanti, e non per questo degni di sfiducia. Capì subito che Lulu non era affatto diversa da lui nel momento in cui iniziò a preoccuparsi per lo status di salute del ragazzo che non doveva sembrare esattamente normale da fuori, al punto che Lulu si scottò nel toccarlo. Iceringer si guardò le mani leggermente incuriosito, era già la seconda volta che gli succedeva da quando aveva messo sotto controllo il suo demone grazie all'aiuto delle streghe, e ne era immensamente incuriosito, ma non allarmato.
    Ma no sto benone, non devi preoccuparti. Per me essere così caldo è un pò come le tue orecchie. E' la mia particolarità, non ti dico che comodità possa essere quando fa freddo! Ehehehehe!
    Iniziò a ridacchiare soddisfatto, pensando a quante ragazze avrebbe potuto attirare con il suo dono dell'eterno calore notturno, considerando che di solito le donne sono molto freddolose rispetto agli uomini. El a sua risata si affievolì gradualmente in un verso di disappunto quando realizzò che un potere del genere avrebbe dovuto possederlo prima, magari quando andava ancora a scuola, per sfruttarlo a dovere. Chinò le spalle e la testa verso il basso, demoralizzato, e il suo calore corporeo scese un pò.
    Traesto poteva anche dirmelo che una cosa del genere poteva aiutarmi nel conquistare le ragazze...
    Pensò ad alta voce, pensando che in effetti il caro e saggio Max non gli avrebbe mai dato un consiglio del genere con i suoi metodi da bonaccione, gentile e altruista. Probabilmente quel tipo non poteva capire la bellezza delle tette e i piaceri della carne per chissà quale motivo, Iceringer non aveva avuto il più stereotipato dei maestri pervertiti. Certo come poteva immaginare il povero ragazzo dalla chioma argentata che in realtà il caro Ma se la faceva con una anche più grande di lui. I casi della vita.

    Mi sa che se Lulu non si becca un vaso in testa e magicamente si ricorda cosa deve fare rimarremo bloccati in un loop eterno di gentilezze e complimenti XD
     
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    Non preoccuparti, ci siamo quasi. Ancora un piccolo sforzo e dovrebbe riuscire a ricordarsi tutto.

    Iceringer continuava ad insistere dicendo che le sue orecchie erano molto diverse dalle sue, ma in realtà per la ragazza-lupo erano perfettamente uguali alle sue. Non in senso estetico, sia chiaro. Sapeva benissimo che quelle sue orecchie così appuntite e pelose erano ben diverse da quelle tonde e spelacchiate di un essere umano, però ai suoi occhi erano sempre un paio di orecchie il cui unico scopo era quello di percepire i suoni. Niente di più niente di meno. Però anche così la giovane lupacchiotta non percepì alcun sentimento razziale o discriminatori, e come aveva detto lui quella era solo una semplice curiosità. Non sapeva perché, ma aveva come la sensazione che con quel ragazzo si sarebbe trovata molto bene, che entrambi erano sulla stessa lunghezza d'onda. E questo non poté che fargli immensamente piacere. Al suo commento sullo stato di salute del ragazzo, quest'ultimo rispose semplicemente che per lui era normale essere così accaldato, paragonando addirittura quella sua anomalia corporea alle sue orecchie: normale per normale. Quindi per tutto quel tempo il rossore che aveva caratterizzato il volto del ragazzo era una cosa normale? Buono a sapersi, così in futuro si sarebbe risparmiata un sacco di gaffe assurse per quanto riguarda il suo apparente imbarazzo, causato solo da una sua malformazione corporea.
    Capisco. Allora scusa se fino ad ora ho pensato che fossi in qualche modo in imbarazzo? Quel tuo perenne rossore stava cominciando a preoccuparmi, sai.
    Dopo quella che sembrava essere una fugace battuta sul suo status corporeo, Iceringer cominciò a ridere come un ebete, risata che pian piano cominciò a scemare diventando sempre più ridicola fino a scomparire diventando così un verso di disappunto. Lulu lo guardò dubbiosa, inclinando la testa in un gesto confuso come suo solito. Non capiva cosa stesse passando per la testa di quel ragazzo, ma di certo stava pensando a qualcosa di spiacevole. Cominciò dunque a parlottare tra se e se, visibilmente demoralizzato per qualcosa.
    Ancora la ragazza-lupo non riusciva a capire a cosa stesse pensando il suo compagno, ma una cosa l'aveva capita, o almeno un nome: Traesto.

    Conosci Max?
    Una domanda decisamente stupida, che per gli servì da input per riaccendere il suo cervello. Quell'incontro improvviso e inaspettato gli aveva fatto dimenticare il motivo per cui aveva comprato quella maglietta, oramai sporca di gelato, e del perché aveva passato la giornata girando in lungo e in largo per il centro commerciale. Orecchie e coda improvvisamente si rizzarono, sintomo che qualcosa era scattato nel cervello della giovane.
    Ah! Mi stavo quasi dimenticando! Devo cercare una persona!
    Bravo genio, ti sei appena ricordata il motivo per cui sei venuta qui. L'unico problema era che di tutti gli indizi che gli aveva dato il vecchio inventore per riuscire a trovare se li era completamente dimenticati eccetto uno, il più particolare. Non era stata molto attenta durante le spiegazioni, credeva di poterlo trovare più facilmente.

     
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    Lulu aveva collegato il suo rossore all'imbarazzo, ecco un'occasione d'oro per poter risollevare il suo status! Gonfiò il petto piazzando i pugni sui fianchi, facendo in modo da sembrare più fiero possibile.
    Chi? Io? In imbarazzo? Nooo... sono uno risoluto io, non mi faccio condizionare da niente. Imbarazzo? Naah... macché, no decisamente no... na. Non darti pena per me, sono un uomo duro io, davvero. Niente imbarazzo. Proprio no.
    Che gran pezzo di figo. Quando mai qualcuno figo quanto lui aveva parlato in modo tanto risoluto con una ragazza? Si, è così che si fa Iceringer, ma smettila di pensarci o ti sentirai sempre più ridicolo. Fortunatamente ci pensò Lulu, "rizzando il pelo" come se si fosse ricordata qualcosa di molto importante nel preciso istante in cui parlò di Massimiliano Traesto. Subito suscitò l'attenzione di Iceringer, il ragazzo non sapeva effettivamente quanti contatti avesse il vecchio maestro tuttavia era abbastanza certo che non si era dimenticato di lui e se Lulu si trovava lì a nome suo, molto probabilmente doveva essere chiamato in causa. Correva forse qualche pericolo? Traesto non lo contattava praticamente mai, e l'unica cosa che gli aveva detto era di stare attento al governo di Roma che stava ancora cercando le sue armi demoniache. Proprio come Lulu, balzò sull'attenti piantando la custodia della sua finta chitarra a terra, assumendo uno sguardo più serio.
    Non è che... stai cercando me?
    Distratto dalle tette, Iceringer non aveva valutato minimamente la possibilità che quella ragazza potesse essere una combattente sotto l'ala protettiva del suo vecchio maestro, ma volle farle capire subito che non aveva cattive intenzioni in ogni caso: piazzando davanti a sé la sua arma demoniaca avrebbe iniziato ad emanare una densa aura energetica, se Lulu aveva dubbi di sicuro avrebbe collegato i pezzi, ma da quella posizione e soprattutto con quella custodia non poteva impugnarla, non era in grado di combattere istantaneamente. Un pò come appoggiare la propria pistola a terra.
    E' successo qualcosa di grave?
    Divenne frettoloso, si era da tanto tempo che non veniva immischiato in qualcosa di grave e importante, dopo i problemi con Alexander la situazione si era appiattita un sacco e sentiva puzza di guai. Se Traesto e Lulu avevano bisogno di lui, di sicuro non si sarebbe tirato indietro.
     
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    D'improvviso lo sguardo di Iceringer si fece serio, come se volesse parlare di qualcosa di importante. Era visibilmente preoccupato per qualcosa, anche se non si riusciva a capire cosa. Si era appena ricordata dell'incarico che gli aveva affibbiato il vecchio inventore, e non appena lei disse ad alta voce che era lì per cercare qualcuno lo sguardo del ragazzo cambiò radicalmente. Se prima sembrava un ragazzino impacciato adesso aveva l'aria del vero uomo, pronto a tutto pur di aiutare il prossimo. E sarebbe stato davvero figo se non se ne fosse uscito con quella domanda assurda. Così, di punto in bianco gli domandò se non fosse lui la persona che stava cercando. Ma stava scherzando? Non gli aveva nemmeno detto che genere di persona stava cercando e già lui si era proposto come colui che la ragazza-lupo stava cercando. Inutile dire che quel cambio di umore praticamente ingiustificato suscitò l'ilarità della giovane, che sentendo quella frase non poté non mettersi a ridere pensando a quanto fosse assurda.
    Ahahah! Ma cosa dici non puoi mica essere tu la persona che sto cercando!
    STONK!
    E a quel punto un rumore interruppe la conversazione dei due, o almeno la interruppe solo per Lulu. Era il rumore tipico che faceva una mano quando colpiva la fronte di qualcuno in un gesto di disperazione. Qualcuno che aveva assistito a tutta la scena sembrava essere sull'orlo di una crisi di nervi. La stupidità della ragazza-lupo sapeva mettere alla prova la pazienza delle persone, e se questa la seguiva sempre, giorno e notte non c'era da stupirsi se ogni tanto sbottava.

    Ma sei idiota!! Capelli bianchi, cicatrice sul naso, nome strano e ti ha pure inseguito mentre portavi quella ridicola maglietta! Come fai a dire che non è lui!?!?
    Da quando aveva accettato l'accordo di quello spirito il legame fra le due parti era diventato molto più solido, e per sua sfortuna questa poteva sfogare più spesso il nervoso che il comportamento del suo campione gli faceva salire. Questo era uno di quei momenti. Fin da quando Lulu era stata battezzata alla nascita, quello spirito che aveva sempre vegliato su di lei poteva vedere e sentire tutto ciò che percepiva la sua protetta, e a differenza di quest'ultima lei aveva una memoria di ferro. Sentendo le parole del suo spirito guardiano, nella mente della giovane si accese una lampadina.
    È vero, hai ragione!
    Grazie all'intervento di Teren adesso si ricordava quali erano i tratti che contraddistinguevano l'altro Diamante Grezzo. Però prima di trarre conclusioni affrettate doveva confermare i suoi sospetti. Cominciò così a scrutare per bene il ragazzo davanti a lei. Capelli bianchi? Ci sono. Cicatrice sul naso? C'è. Nome straniero? Beh, per lei tutti i nomi che utilizzavano gli umani erano strani, quindi questo non faceva molta differenza. Mettiamola per buona e diciamo che anche quel tratto c'è. Poi come aveva giustamente fatto notare lo spirito della terra, il giovane l'aveva avvicinata mentre stava indossando quella strana maglietta quindi in teoria anche quel tratto era presente. E come ciliegina sulla torta conosceva anche Traesto. Un punto in più per lui. Sembrava proprio che quello di fronte a lei era proprio il ragazzo che doveva abboccare all'amo. La certezza che fosse lui non ce l'aveva ancora, ma provò comunque a fidarsi di Teren e in parte anche del suo istinto. Si ricompose immediatamente, facendo finta che niente fosse successo.
    Mi correggo, sei tu la persona che sto cercando.
    E solo in quel momento si accorse di ciò che in tutto il tempo in cui lei lo osservava il ragazzo aveva fatto. Aveva appoggiato quella strana borsa che portava in spalla per terra, e tirato fuori da chissà dove una specie di lunga spada rossa. Emanava una forte aura sinistra, che Lulu riconobbe subito come qualcosa di malvagio e pericoloso. Fortunatamente la persona che la impugnava non era affatto così, anzi era l'esatto opposto. E per dimostrargli che non aveva cattive intenzioni, la tenne in una posizione in cui sarebbe stato difficile attaccare. Ovviamente la giovane lupacchiotta gli credeva, non c'era bisogno di una dimostrazione del genere per conquistarsi la fiducia di una ragazza così semplice come lei. La prima cosa che il ragazzo fece fu chiedergli se era successo qualcosa di grave, ma sfortunatamente per lui la sua compagna con le orecchie da lupo non aveva molte informazioni con se.
    Mmm... In realtà non è che sappia molto. Quello che so' è che qualcuno è entrato a casa di Max al Polo... Quale Polo era? Sud mi sembra. Si, al Polo Sud e ha rapito una mia cara amica che si trovava lì. Poi sono successe altre cose, ma non ne so' molto.
    A quel punto intervenne Teren a risolvere la situazione suggerendo alla sua protetta argomenti di cui non aveva capito niente, o semplicemente era distratta.
    Ricordati del rapimento di quell'Immortale...
    Nel dire la parola "Immortale" si poteva notare una nota di disgusto, quasi lo stesse dicendo contro voglia. Lulu però non ci fece molto caso.
    Ah! Giusto! Il capo degl'Immortali è stato rapito da una banda di criminali, ma in qualche modo è riuscito a fuggire.
    Spiegazione un po' approssimativa, ma sempre meglio di niente. Dopotutto quell'evento gli era solo stato raccontato in maniera per lei troppo approssimativa. Se Iceringer conosceva Uru poteva tirare le somme e capire quanto la situazione fosse grave.

     
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    Iceringer tirò su la custodia sulla spada, in modo da nasconderla di nuovo mentre il suo sguardo perplesso scrutava Lulu con fare interrogativo. Sembravano entrambi confusi, e un pò come se una presenza esterna li stesse indirizzando verso la giusta via cercavano di rimettere a posto i pezzi per capire che diavolo stesse succedendo. Lulu aveva un disordine mentale perfino più colossale di quello di Ice, non era raro che un tipo del genere si scordasse le cose, quante volte la madre lo aveva mandato in soffitta spiegandogli cosa doveva prendere e lui era sceso di nuovo in cucina a mani vuote chiedendole cosa doveva portarle. Il ragazzo non disse nulla, si limitò a piazzare entrambi gli avambracci sull'estremità della custodia, per poi sporgersi in avanti e usarla come sostegno. Ascoltandola non capì chiaramente quale fosse il messaggio, parlava di una casa al Polo Sud, forse si riferiva al sud d'Italia ma francamente Iceringer non sapeva se Traesto aveva o meno un villa nelle zone di Napoli o Palermo, figurarsi immaginare che il suo vecchio maestro fosse in realtà Babbo natale. Purtroppo per Lulu, Ice non conosceva nemmeno gli immortali terrestri quindi il discorso per lui si fece solamente più confuso quando aggiunse informazione riguardo ad Uru, ed ecco la sua espressione sprofondare inevitabilmente nello sconforto. Quella era la tipica ragazza che se doveva mandare messaggi probabilmente faceva prima a scriversi tutto sulla fronte.
    Ok, calma... un passo indietro. Cerca di spiegarmi le cose con calma, io non vedo Traesto da qualcosa come due o tre anni, non ho idea di cosa si occupi ora, so solo che è arrivato ai piani alti del governo e a Natale mi manda sempre un panettone con sotto un biglietto che mi invita a guardare meno porno.
    Forse l'ultimo dettaglio poteva tralasciarlo ma il lusso dei pensieri è qualcosa di difficile da arrestare.
    Traesto ti ha portato a casa sua ed è stata attaccata. Partiamo da qui: come lo hai conosciuto tu e perché ti ha portata a casa sua? L'attacco e il rapimento sembrano cose serie, spiegami cosa è successo e...
    Si fermò di colpo, guardandosi intorno circospetto. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Abbassò il tono di voce e riprese il discorso.
    Ti dispiace se ci spostiamo? Non credo siano discorsi da tenere al centro di un luogo così affollato.
    E dopo che il suo spirito cavalleresco fece in modo da fargli offrire il pranzo, Iceringer la portò all'interno di un Mc Donald dove potevano sedersi in un angolo più isolato per poter continuare il loro discorso. Come poteva immaginare che Lulu avesse il potenziale di fargli sparire il suo stipendio trimestrale in un solo pranzo?
     
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    Perfetto, lui sapeva ancora meno di lei. Se la comprensione della situazione di Lulu era bassissima, quella di Iceringer era completamente inesistente. Non sembrava sapere niente di niente, nemmeno chi fossero gli Immortali Terrestri. In realtà nemmeno lei lo aveva capito tanto bene. Per lei erano un gruppo di persone molto potenti che da tempi immemori proteggono la terra da non si capisce quali minacce. Oltre a questo non aveva capito praticamente niente su quale ruolo realmente ricoprivano, o se avessero qualche altra funzione. Forse era meglio se il ragazzo non gli chiedesse a proposito degli Immortali, altrimenti ne sarebbe uscito con la stessa confusione mentale della giovane lupacchiotta. Fortunatamente però era molto più intelligente di quest'ultima, e sapeva gestire situazioni del genere meglio di lei. Gli chiese di ricominciare da capo, facendogli questa volta domande più mirate e meno generiche rispetto alla prima. Poi però, come se fosse preoccupato da qualcosa cominciò a guardarsi attorno circospetto. Lulu lo guardò dubbiosa, non capendo il motivo di tanta preoccupazione. Dopo essersi guardato un po' attorno il giovane si avvicinò alla lupacchiotta quel che bastava da potergli sussurrare qualcosa che solo lei poteva sentire. Voleva spostarsi, ritenendo poco sicura l'entrata di un negozio di videogiochi per affrontare argomenti del genere. Per lei non faceva alcuna differenza, non le sembrava un argomento così segreto da dover nascondersi da qualche parte per affrontarlo. Però se il ragazzo la pensava diversamente, che era lei per contraddirlo? Francamente a lei non faceva alcuna differenza spostarsi da lì o meno, per cui accettò di buon grado la proposta dell'altro Diamante.
    Per me va bene. Fai strada.
    Si fece scortare da Iceringer senza muovere obiezioni, ovunque voleva andare gli andava bene. Se poi il posto in cui voleva portarla era un meraviglioso fast food allora poteva anche mettersi a fare la hola. Era quasi ora di pranzo, e il suo stomaco stava già cominciando a svegliarsi dal suo breve letargo durato solo un paio d'ore. Una volta entrati nel negozio i due si divisero, lui si sarebbe messo in coda ad ordinare, mentre lei sarebbe andata a cercare un posto isolato. Ovviamente non prima di aver lascito detto al suo nuovo amico la sua apparentemente folle ordinazione: venticinque hamburger più due bibite grandi che poteva scegliere a sua completa discrezione. Non aveva preferenze particolari per quanto riguarda il bere, gli sarebbe andata bene anche della semplice acqua. La sua ricerca di un posto libero appartato non durò molto dacché il piano superiore del fast food era quasi completamente vuoto. Prese un posto a caso, possibilmente lontano da altri già occupati e attese lì seduta, o meglio sdraiata, l'arrivo del suo compagno. Si, perché il posto che aveva occupato, oltre ad essere per quattro persone, aveva le poltrone a muro, sopra le quali ci si poteva beatamente spaparanzare. Se l'era presa decisamente comoda, nel vero senso della parola.

     
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    Quando vide Lulu sdraiata come una regina dietro quella montagna di panini e bibite gassate, Iceringer ebbe un mancamento. Era senza ombra di dubbio la sua ragazza ideale a giudicare all'appetito e dalla sua spontaneità. Avevano anche lo stesso livello di "scemo-power" estremo che contraddistingueva i tipi ingenui e altruisti come loro, ma ciò che lo fece tornare alla realtà era il suo portafogli misteriosamente svuotato. Meno male che le streghe costano decisamente meno. Tuttavia la perplessità dalla sua faccia non scomparve nemmeno per un istante, che cercò di mascherare con qualche ciocca bianca davanti al volto.
    Non mangi da un pò eh? A proposito.
    Come se avesse ricordato all'improvviso qualcosa di molto importante, Iceringer infilò la mano destra nella sua custodia nera, cercando qualcosa e facendo anche non poco rumore. Dopodiché tirò fuori una maglietta bianca di riserva, forse non era della sua misura ma sicuramente meglio di andare in giro con quella macchia di gelato addosso.
    Non è il massimo, ma così potrai cambiarti. Non farti problemi, ne ho un sacco di magliette.
    Non era questione di freddo o di imbarazzo, ma semplicemente Iceringer amava aiutare il prossimo e anche un gesto banale come quello per lui significava molto. Ora che si trovavano in un luogo più appartato, potevano riprendere il discorso. Il ragazzo si lisciò le mani nervosamente, tenendo lo sguardo piantato su di lei.
    Allora conosci anche tu Traesto? Come hai fatto, e perché ti trovavi a casa sua? Sembra una cosa seria...
    Era ansioso, in parte voleva aiutare il suo vecchio maestro dato che aveva già capito che c'erano guai all'orizzonte, dall'altra non poteva fare a meno di pensare che una nuova battaglia fianco a fianco con Traesto poteva significare solo una cosa... una sfida epica! Non doveva essere entusiasta per cose pericolose e gravi, ma un occasione di migliorare il suo status di Super Eroe non capita ogni giorno. Aspettava impazientemente la risposta di Lulu, sperando che avesse fatto ordine nel suo cervello.
     
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    Fortunatamente per Lulu, l'attesa durò molto più del normale, dandogli così il tempo di riordinare le idee e cercare di ricordarsi più cose possibili. Cominciò così una lunga serie di viaggi mentali, nei quali esplorava gli eventi passati e in particolare quelli inerenti ad Uru e al vecchio Traesto. Specie quest'ultimo dato che era la chiave che univa Iceringer e Lulu. Dopo se e no dieci minuti di attesa, il ragazzo si rifece vivo con una montagna di panini più delle bibite gassate che teneva in cima a tutto il mucchio. Era davvero sorprendente che fosse riuscito a portare tutta quella roba da solo, superando addirittura l'ostacolo della rampa di scale. Non appena la giovane lupacchiotta sentì il rumore dei vassoi che venivano poggiati sul tavolo scattò sull'attenti, mettendosi seduta come una persona normale. Va bene che era un mezzo-animale, ma mangiare da sdraiati era qualcosa che non si faceva, o meglio gli veniva estremamente difficile. Guardò estasiata tutto quel ben di dio che gli era stato poggiato davanti agl'occhi, assumendo la tipica espressione da bambina che guarda i regali la mattina di Natale. Adesso però quei regali doveva scartarli, e non si sarebbe fatta attendere più del dovuto.
    Che meraviglia! Questi panini sono davvero squisiti!!
    Ancora non li aveva assaggiati e già poteva dire che erano squisiti? Era davvero così potente il suo naso? Poteri soprannaturali di Lulu a parte, la ragazza-lupo non perse tempo e senza fare troppi complimenti scartò il primo panino cominciando a sbranarlo come suo solito. Con un semplice morso aveva divorato più della metà del panino. Fortuna che non aveva tanta fame, altrimenti se lo sarebbe mangiato tutto d'intero senza farsi troppi problemi. Una volta finito i primi due il ragazzo seduto di fronte a lei gli fece una domanda decisamente strana dal suo punto di vista, ma normale per qualsiasi essere umano normale che viveva in questo mondo. Mandò giù l'ultimo boccone prima di poter rispondere con spaventosa naturalezza.
    Veramente non faccio un pasto decente da stamattina a colazione. Mentre giravo per l'edificio mi sono mangiata tre gelati, ma niente di sostanzioso.
    No comment. Stupore di Iceringer a parte, il suo compagno tirò fuori da quel grosso scatolone che si portava sempre appresso una maglietta bianca, con uno strano disegno sopra. Lulu non capì di cosa si trattasse, ma questo gli fece venire in mente un piccolo dettagli a cui non aveva fatto caso per tutto il tempo: perché stava ancora tenendo quella maglietta? Il suo obiettivo l'aveva trovato quindi non c'era più bisogno di tenersi quella fastidiosissima maglietta.
    Non preoccuparti, non preoccuparti. In realtà a me le magliette non è che piacciono tanto. Questa me la sono messa perché Max mi aveva detto che se l'avesse indossata saresti accorso subito da me. E aveva ragione! Comunque adesso questa non mi serve, per cui posso anche togliermela.
    E mentre lo diceva avrebbe preso i due lembi della maglia tirandoli su in modo da togliersi in un solo gesto quella fastidiosissima maglietta e rimanendo con il suo solito completino in pelle che copriva lo stretto necessario per non finire dritti dritti in galera. Adesso che era libera da quella prigione ambulante poteva finalmente muoversi come meglio credeva, e mangiare in santa pace. Riprese a mangiare i suoi venticinque panini, ascoltando ciò che il suo compagno aveva da dire. Ma non aveva ordinato niente? Era soltanto lei a mangiare? Almeno un panino poteva anche prenderselo. Questione cibo a parte, era arrivato il momento di mettere le carte in tavola e spiegare ad Iceringer tutto ciò che sapeva. Prima domanda: come conosceva Traesto?
    Allora, qualche mese fa un suo amico di cui non ricordo il nomi mi ha contattato dicendomi che gli serviva una guardia del corpo per proteggere il vecchio Max durante la presentazione di un suo libro o qualcosa del genere. Da lì ci siamo tenuti in contatto e qualche giorno fa mi aveva chiesto di incontrarci a Roma. Da lì poi siamo andati a casa sua al Polo Sud. Non puoi sapere che sorpresa sapere che Max vivesse in un posto tanto freddo. Mi si rizzano ancora tutti i peli pensandoci. Comunque, tornando a noi, a casa sua c'era rifugiata anche una mia cara amica che Max ha preso sotto la sua custodia, però giusto ieri sera è stata rapita da uno strano individuo con la maschera di nome Vidoq. Adesso Max la sta cercando con tutte le sue forse, mentre io mi sono messa a cercare l'altro Diamante Grezzo di cui mi aveva parlato, ovvero tu.
    Una spiegazione rapida e precisa, anche se molto ambigua e piena zeppa di buchi. Non aveva spiegato granché, e forse da quella pseudo-spiegazione Iceringer ne sarebbe uscito con più dubbi di prima, ma prima era meglio spiegare la situazione anche se erano troppe informazioni tutte assieme. A tappare i buchi provocati da essa ci avrebbe pensato dopo, sempre se non fosse stata in grado.

     
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