Diplomatiche relazioni

Per Mr.

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  1. GiocoDiOmbre
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    Una settimana prima



    Possibile che solo io lavoro in questa dannata banca? Che fine ha fatto Sakata? Si è preso una giornata di riposo? Bene allora vorrà dire che io me ne concederò una settimana a partire da domani!
    Elettra era enormemente urtata e dal suo volto traspariva una tesa irritazione mentre lanciava alcuni fascicoli contro il povero sottoposto gobbo e occhialuto di nome Antonio.
    Sono disgustata da questo resoconto impreciso e fallace, come hai potuto sottopormi un lavoro così pessimo? Io vorrei sapere chi ti ha assunto, visto che non sei buono neanche a fare due semplici conti.
    Il giovane ragazzo alto più di lei, ingobbito dalla paura di essere a cospetto della temibile vice direttrice, si era inchinato posando le ginocchia a terra nell’affannoso tentativo di raccogliere in fretta e furia la miriade di fogli sparpagliati per tutto l’ufficio.
    Mi… mi… scusi Dott.ssa Leven, sono profondamente desolato, correggo immediatamente il tutto.
    Occhi rivolti a terra, sguardo fisso ed impenetrabile, fare sussiegoso e tremolante, era esattamente quello che ci voleva per farla imbestialire ancora di più. Dove erano finiti gli uomini con le palle? Dio quanto ne volevo uno, uno solo, uno sporco misero uomo che avesse gli attributi e la mente sopraffina. Quel giorno la vice - direttrice si sentiva un’arpia. Forse il fatto che si stesse avvicinando di gran carriera il giorno del suo ventiseiesimo compleanno, forse il fatto di non avere nessuno con cui festeggiarlo, o forse più semplicemente il fatto che quella mattina aveva intravisto allo specchio un piccolo quanto invisibile capello bianco. Solo quello era bastato a mandarla fuori di testa.
    Mi scusi Dottoressa Leven bla bla bla blaaaaaaa…… mi fai pena! Esci immediatamente da qui!
    Elettra avrebbe gridato sempre più irritata con un tono di puro schifo mentre con le gambe si sarebbe data una spinta per far girare la poltrona su cui sedeva, il tutto per dare repentinamente le spalle a quello spettacolo disgustoso.
    Drinnnnnnnnnnnnnnnnn…. drinnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnn……
    Sbuffando si girò di scatto per afferrare aggressivamente il telefono sopra la scrivania, chiunque fosse al di la della cornetta avrebbe ascoltato una voce più che cordiale. Elettra era pronta a dare il meglio di se in quanto a sfrontatezza.
    Si pronto….
    Sig.na Leven mi scusi sono riuscita a mettermi in contatto con il sig. Kyosuke appena è pronta glielo passo sulla linea due.
    Finalmente la sua fidata assistente l’aveva trovato. Era una settimana che tentava di rintracciarlo, poiché era venuto il momento di fare due chiacchiere con quel giovane ragazzo. Elettra non lo conosceva minimamente, ma aveva saputo per vie traverse molte cose sul suo conto, e dopo gli sviluppi imprevisti che si erano succeduti a Kurayami, non poteva far altro che tessere una rete sottile di alleanze in vista della prossima mossa. Si perché il comunicato della sig.na Tex non le era andato per niente giù. Non solo non le era piaciuta lei, ma neanche le sue parole misurate e attente. Quindi per iniziare avrebbe dovuto concentrarsi su nuove conoscenze e chi se non lui era il più adatto? Buona reputazione, ottimo curriculum, sopraffina tecnica di combattimento. C’era solo un piccolo piccolissimo dilemma: avrebbe il sig. Kyosuke accettato la proposta che Elettra voleva fargli?
    Sono pronta passamelo sulla linea tre per cortesia, non sulla due, lo voglio sulla linea protetta dalle intercettazioni.
    Clik…. ..
    Pronto? Sig. Kyosuke sono la sig.ina Leven, Elettra Leven. Lei non mi conosce ma io, invece, ho molto sentito parlare di lei. Se è libero per la prossima settimana mi piacerebbe avere un colloquio riservato a quattr'occhi.
    Elettra lo sentiva respirare nella cornetta, era elettrizzata e speranzosa che il giovane le desse una chance.
     
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    Sembrava una mattina come tante a Londra, il freddo di quella nazione stava via via diminuendo con l'avvicinarsi delle stagioni più calde, ormai non vi era quasi più neve e i lavori per la sua nuova dimora stavano procedendo piuttosto bene, in breve tempo era sicuro che si sarebbero conclusi e finalmente lui e il suo gruppo avrebbero iniziato ad agire.
    Osservava in lontananza da una piccola baita in legno i lavoratori che lavoravano come matti, tutti rigorosamente londinesi, era stato lui stesso a chiedere che non ci fossero stati estranei alla costruzione di quel luogo, era stato preciso perchè quel luogo sarebbe dovuto diventare un tempio della giustizia per Londra.
    Di tanto in tanto sorseggiava il suo tè da quella tazzina di porcellana mentre alcuni piccoli biscotti erano stati posati con certosina perfezione su un piccolo piatto argentato, per il momento si stava godendo la pace di quel momento, non aveva nessun tipo di impegni e l'unica cosa che poteva fare era aspettare, la l'attesa non era di certo qualcosa di piacevole in questi momenti, doveva incontrare ancora alcuni Lord londinesi ma nessuno di essi si era mostrato per il momento disponibile o rintracciabile e per questo non ebbe potuto mandare avanti i suoi affari interni.
    Dark Moon Blade... Tra non molto le mie Lame Oscure potranno iniziare a svolgere i loro compiti... L'Umbrella pagherà il prezzo delle sue azioni... Soprattutto Tex...
    Era immerso nei suoi pensieri, ma lo squillo di un telefono lo distolse da essi, chi poteva mai essere? Si avvicinò e tirò su la cornetta portandola poi all'orecchio, curioso di sapere chi fosse stato a chiamarlo.
    Pronto? Con chi stò parlando?
    L'interlocutore a quanto pareva era un membro della Banca Romana, la Midas. Non si aspettava chiamate da Roma, aveva alcuni legami con quella nazione ma nulla di estremamente importante, non aveva debiti o simili per cui la banca avrebbe dovuto cercarlo, quindi perchè? La risposta fu molto repentina, sembrava che la Vice diretrice della struttura volesse parlare con lui. Altre domande, cosa aveva mai fatto per attirarsi le sue attenzioni? Era curioso di sapere il motivo di ciò. Non passò molto tempo prima che la donna si presentò lasciando che la persona con cui aveva parlato prima le cedesse il posto. Si chiamava Elettra Leven e anche se non l'aveva mai sentita nominare lei sembrava conoscerlo e sembrava volesse un incontro con lui. Sul viso di Raphael si accese un leggero sorriso, era felicemente incuriosito da quella proposta e stava quasi per rispondere positivamente senza nemmeno riflettere, ma qualcosa lo fermò, non poteva buttarsi senza nemmeno riflettere un secondo, doveva sapere di più prima.
    Elettra Leven... E' un piacere fare la sua conoscenza, apprezzo molto il suo invito, però... Per quale motivo mi vuole incontrare? E soprattutto dove? Non credo di avere nessun tipo di accordo con la Midas, quindi non credo mi stia chiamando per contro della banca. Quindi, per quale motivo è interessata ad incontrare la mia persona?
    Era curioso, ma non stupido. Raphael non aveva nessuna relazione con la banca e se la vice direttrice lo stava chiamando voleva dire che qualcosa bolliva in pentola. Chissà se avrebbe detto qualcosa in più.
     
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  3. GiocoDiOmbre
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    Dall’altro capo del telefono il sig. Kyosuke rispose prontamente alle parole di Elettra. Il ragazzo aveva una voce molto bassa con una tonalità assai grave, sintomo di un carattere più che determinato. Questo deponeva a suo favore ed Elettra era sempre più intenzionata a volerlo conoscere di persona. Tuttavia come era prevedibile il giovane sembrava restio ad accettare così su due piedi l’invito. Raphael, perché questo era il suo nome, voleva saperne di più. Legittima aspettativa ma non proprio la più facile da esaudire. Elettra sorrise comunque soddisfatta, almeno una cosa l’aveva ottenuta: la sua attenzione, il resto sarebbe venuto da solo.
    Suvvia sig. Kyosuke certi discorsi, come Lei ben saprà, non possono essere affrontati per telefono. E comunque la sto contattando a titolo personale, nessuna pendenza bancaria le verrà imputa.
    Una piccola risata divertita. Elettra si stava servendo di una linea più che riservata ma i tentacoli dell’Umbrella erano molto potenti dei suoi mezzi; neanche la Midas poteva ritenersi salva, per cui non poteva affrontare quel genere di discorso a cuor leggero e per giunta attraverso il telefono. Sospirò teatralmente.
    Le basti sapere che ultimamente, dovendo regolare alcuni affari, sono stata qualche giorno a Kurayami, e li ho notato molti cambiamenti che… che mi hanno lasciata insoddisfatta… m o l t o....i n s o d d i s f a t t a.
    Elettra calco le ultime parole ad una ad una. Se il giovane non era stupido, e lei sapeva per certo che non lo era, avrebbe inteso immediatamente il discorso e avrebbe capito che si stava riferendo all’Umbrella.
    Mi è giunta voce che Lei ha con quella nazione molti conti in sospeso. Ma la prego mi conceda un incontro. Se per lei è un problema, vengo io, non c’è bisogno che si sposti. Stia tranquillo posso prendere l’aereo in qualsiasi momento, anche oggi stesso volendo. Ma preferirei la prossima settimana se per lei va bene.
    Elettra doveva prima finire di raccogliere il dossier su quell’organizzazione e poi sarebbe partita alla volta di Londra se lui le avesse dato carta bianca. Mentre attendeva la sua risposta ella prese a giocherellare con il filo della cornetta.
     
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    A quanto sembrava la donna voleva parlare di argomenti abbastanza importanti riguardanti Kurayami e probabilmente l'Umbrella, iniziava a capire la riservatezza di quella chiamata e del desiderio di parlare faccia a faccia, di certo non erano discorsi che l'Umbrella avrebbe gradito.
    Capisco. Non si preoccupi non ci sarà bisogno che sia lei a scomodarsi, verrò io. Non avrei posto dove accoglierla al momento e una persona del suo calibro di certo merita un luogo d'incontro adeguato ed inoltre non vorrei distrarla dai suoi compiti. Mi dica solamente dove vuole che ci incontriamo e a che ora. Mi farò trovare la puntuale.
    Smise di parlare per qualche secondo in modo tale che la ragazza potesse comunicargli tutte le informazione che le aveva richiesto, dopo di che avrebbe continuato, non aveva ancora finito di parlare.
    Le chiedo solamente una cosa, quando sente delle "Voci" ci pensi due volte prima di credergli e magari chieda al diretto interessato, ci sono molte persone che amano diffamare gli altri e sarebbe un peccato se simili notizie venissero poi diffuse. Un vero peccato.
    Non aveva detto che quelle voci erano false, ma nemmeno confermato la loro veridicità. Poche persone conoscevano l'odio di Raphael per l'Umbrella e in particolare Tex, e avrebbe preferito che rimanesse così, la sua battaglia doveva passare al momento nell'ombra, solamente quando le sue Lame Oscure sarebbero state pronte avrebbe potuto rivelare al mondo il suo scopo, i suoi obbiettivi. Sino ad allora avrebbe mantenuto un basso profilo.
    Quindi... Siamo d'accordo?
     
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  5. GiocoDiOmbre
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    Mentre Raphael parlava sul volto di Elettra comparve un grande sorriso soddisfatto. Lui aveva capito al volo ed ora era disposto a raggiungerla il prima possibile.
    Sono lusingata dalle sue parole, ma sappia che io sono l’ultima ruota del carro per cui non mi sarebbe costato nulla raggiungerla, non sono poi così importante e, in verità, mi sto per concedere una settimana di riposo. Comunque tra sette giorni troverà il mio aereo personale ad attenderla all’aeroporto di Londra. All’arrivo a Roma sarà accolto da un mio fidato servitore, il quale l‘accompagnerà da me. Se non le dispiace vorrei incontrarla fuori delle mura della banca… Si da il caso che da noi sia ormai primavera inoltrata per cui vorrei cogliere l’occasione per mostrarle uno dei gioielli di Roma. Sono sicura che apprezzerà il mio pensiero.
    Ella non voleva affrontare il discorso in quella struttura, anche i muri avrebbero potuto origliare, era meglio un luogo aperto in cui potevano conversare senza la paura di essere sentiti da orecchie indiscrete. Elettra già sapeva dove condurlo. Lo avrebbe portato in uno dei luoghi più suggestivi della capitale. Li all’interno avrebbero avuto il necessario isolamento per affrontare un discorso che avrebbe potuto cambiare le sorti di molte persone.
    Comprendo il suo riservo… se vorrà quando saremo l’uno di fronte all’altra mi potrà confermare o smentire quanto ho appreso. Sappia che qualsiasi notizia rimarrà assolutamente riservata, può contare sulla mia assoluta discrezione.
    Elettra assunse un tono grave e risoluto.
    Siamo d’accordo. La ringrazio per avermi concesso la sua pregiatissima attenzione, l’aspetto tra una settimana.
    Ella avrebbe atteso cortesemente la sua eventuale replica dopo di che avrebbe riagganciato la cornetta emettendo un lungo sospiro.
    Clik…
    Finalmente le cose stavano marciando nel verso giusto. Si accasciò sulla poltrona immersa nei suoi pensieri. Era ora di darsi da fare e non le solite pratiche. Seduta sulla poltrona chiuse gli occhi riflettendo su come avrebbe dovuto affrontare l’argomento. Avrebbe dovuto usare tutta la sua innata delicatezza e diplomazia per introdurre il discorso, non era il caso di urtare la sua suscettibilità. Sarebbe riuscita la mora a cambiare il corso degli eventi? Elettra si alzò e si diresse verso l’ampia vetrata che affacciava sulla capitale. Non era il caso di titubare, l’idea era troppo allettante ed anche se ci fosse voluto del tempo lei avrebbe percorso tutte le vie possibili.


    L’incontro


    La vice direttrice della Midas stava camminando avanti ed indietro con le mani incrociate dietro la schiena nel più bel giardino di Roma. Si trovava nel monastero di clausura di S. Apollinare in Classe. Un convento dove nessuno poteva entrare senza essere prima presentato a dovere o conosciuto perfettamente. Un luogo di meditazione e di riservatezza assoluta anche perché tra i voti pronunciati delle sorelle vi era anche quello del silenzio: nessuna di loro poteva parlare se non per lo stretto necessario e solo per assolvere i compiti più difficile. Un voto quello del silenzio perpetuo che affascinava molto la giovane banchiera. Quel giorno in particolare le innumerevoli suore che abitavano la struttura avevano ricevuto l’ordine dalla Madre Badessa di rimanere confinate dentro le mura della casa generalizia: i giardini erano stati vietati appositamente per esaudire i desideri di Elettra. La vice direttrice conosceva le persone giuste e non era stato un problema avere a disposizione quel luogo. Sorrise al pensiero, in fondo era sempre un piacere rivedere gli amici e Elimona era più che una amica. Li in quel posto si poteva godere della vista più bella di Roma ed Elettra lo aveva scelto anche per quello. Ella aveva fatto piazzare in un angolo suggestivo un piccolo tavolo su cui era stato sistemato un tovagliato bianchissimo di puro lino ricamato della consorelle, su di esso svettavano una teiera in argento; una piccola brocca con del latte; due tazze di finissima porcellana; un piattino sempre in argento con delle fettine di limone; uno con delle graziose zollette di zucchero a forma di fiori, e per finire una serie dei più pregiati tè provenienti da tutto il mondo. Era pomeriggio, più esattamente le 16,40 e tra qualche minuto il suo ospite avrebbe varcato l’ingresso e percorso a piedi l’ampio viale di fronte a lei, giusto in tempo per il tè. In quel momento non c’era nessuno se non una piccola suora che stava finendo di apparecchiare, ma appena terminato il suo compito si sarebbe dileguata discretamente rientrando nelle sue stanze. Elettra era vestita con un paio di pantaloni neri attillati ed una camicia bianca su cui era legata una cravatta anch’essa di colore nero.


    Edited by GiocoDiOmbre - 10/4/2014, 14:13
     
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    Quando la chiamata si concluse Raphael poggiò il telefono, prese un lungo respiro ed espirò. A quanto sembrava stava iniziando ad attirare attenzioni, ed ottenere quelle di una persona che era in carica alla banca era una buona notizia, avrebbe finalmente potuto ritirare la somma che gli era stata promessa da Gintoki, aveva bisogno di MOLTI fondi, si sarebbe goduto la futura giornata cercando di capire le idee della donna, chissà, magari avrebbe trovato in lei una possibile alleata, tutto poteva succedere.
    Sarà meglio che inizi i preparativi, devo essere pronto per tempo.
    E così Raphael iniziò i suoi preparativi, il tempo passò e finalmente arrivò il giorno della partenza, come da programma un aereo privato lo aspettava, puntuale al secondo seguiva una rigorosa scaletta, passo dopo passo, tutto calcolato dal semplice gesto usato per pagare il Taxi al riporre il bagaglio nel suo scompartimento, non restava che godersi il viaggio, abbastanza breve ma comunque un viaggio interessante.
    Mi chiedo che genere di persona sarà... Hehe... Chissà...
    Approfittò il viaggio per rilassarsi e squadrare ogni singolo centimetro dell'aereo rimanendo naturalmente seduto al suo posto, voleva farsi un idea sui gusti della donna, ma non percepì molto, forse guardare un aereo non era l'idea migliore.
    A quanto sembra... Siamo già arrivati.
    Passò poco più di un ora e l'aereo arrivò a destinazione, Roma. Come detto una persona alla guida di una auto di lusso lo stava aspettando e dopo i regolari saluti partì con velocità verso la zona in cui si sarebbero incontrati con la donna. Un monastero di suore, un luogo curioso per incontrarsi, ma alla fine era sicuramente il migliore un luogo tranquillo ed immerso nel verde dove nessuno avrebbe potuto disturbarli o sentirli, ma si sa tutto poteva accadere.
    Procedeva a passo deciso, nella mano destra stringeva una valigetta nera, il contenuto era un mistero al momento, ma si poteva vedere come un misterioso stemma dorato fosse impresso su entrambe le facciate della valigetta. Quando finalmente arrivò vide che una suora se ne stava andando via, mentre davanti a lui una donna molto elegante sembrava aspettarlo.
    Buon pomeriggio. Presumo che lei sia la signorina Elettra Leven. Io sono Raphael Kyosuke. Piacere di conoscerla finalmente dal vivo.
    Attese la riposta della donna.
     
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  7. GiocoDiOmbre
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    Elettra sentì dei passi sul selciato e di scatto si voltò dalla parte del rumore. Un uomo molto elegante e raffinato si stava avvicinando a passo più che deciso verso di lei con in mano una ventiquattrore. A guardarlo bene mentre avanzava si poteva notare un certa aristocratica tendenza come solo gli inglesi sapevano sfoggiare. Tutto sommato un gran bel tipo. Meglio pensava Elettra, meglio perché in questo mondo non serviva solo astuzia e forza fisica, ma anche un discreto fascino per arrivare in alto. Ella avanzò verso l’ospite tendendo la mano destra per salutarlo e sfoggiando un sorriso impeccabile e accogliente.
    Il piacere è tutto mio sig. Kyosuke, il piacere è tutto mio.
    Elettra avrebbe stretto la sua mano se lui avesse acconsentito.
    Spero che il viaggio sia stato comodo e che non ci siano stati inconvenienti. Mi sono raccomandata con i miei uomini di esaudire ogni suo desiderio.
    Elettra continuava a sorridere mentre fissava negli occhi il nuovo arrivato.
    Ma la prego si accomodi…
    La ragazza si girò lievemente verso destra allungando la mano sinistra in direzione del tavolino. Con grazia lo incitò a prendere posto.
    Ho fatto preparare un poco di te visto che è l’ora giusta. Spero sia di suo gradimento. Come spero sia di suo gradimento questo luogo. Ho ritenuto fosse il più adatto all’occasione. Si goda il panorama perché questa è una rarissima opportunità che non si ripeterà facilmente.
    Elettra sarebbe stata impeccabile, del resto non le difettavano le buone maniera. Pur essendo di origini umili era cresciuta nella ricchezza e nell’istruzione. Non era stato facile avere accesso a quell’luogo ma pur tuttavia ella ci era riuscita, dubitava però che le riconcedessero un nuovo permesso: non era poi così influente da arrivare a tanto. Elettra avrebbe atteso che Raphael si avvicinasse per primo al tavolo scegliendo la sistemazione più comoda, lei l’avrebbe seguito senza indugio.
     
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    La ragazza aveva fatto preparare un delizioso tavolino e a breve sarebbe stato servito il te, chissà che fragranza aveva scelto, quale qualità e con quale acqua sarebbe stato preparato? Naturalmente erano solamente pensieri passeggeri e fugaci questi, nulla che avesse sorvolato la mente del biondo per più di qualche attimo, non era venuto qui per bere qualcosa, era li per discutere di argomenti importanti.
    Molto bene. La ringrazia di cuore ancora una volta in questo caso.
    Prese posto a sedere, prendendo la sedia che gli desse la possibilità di vedere il panorama davanti a lui, poggiò la valigetta vicino a se, mettendola su quel verde prato. Si sistemò comodamente sulla sedia per poi iniziare ad osservare i dintorni.
    Davvero un bel luogo, nemmeno a Londra possiamo vantare di un panorama tanto splendido, è proprio vero che l'Italia è un luogo speciale, quasi magico.
    Si soffermò poi sul volto della ragazza, analizzandolo in ogni suo singolo dettaglio, quasi come se stesse cercando di leggere nella sua mente, sino a quando un sorrisetto comparve sul suo volto e porto la destra a tenere il mento.
    Credo che, possiamo anche iniziare. Mi dica, che cosa la lasciata tanto insoddisfatta del suo viaggio a Kurayami?
     
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    Il giovane londinese prese posto osservando il luogo. Elettra era sicura che lui avrebbe apprezzato, ed infatti dalle parole sembrò tutto di suo gradimento.
    Tutto e niente.
    Elettra sfoggiò un sorriso enigmatico mentre versava l’acqua nella propria tazzina. Si era seduta subito dopo di lui accavallando la gamba destra.
    Prima di intraprendere questo discorso le volevo fare i complimenti per il suo piazzamento al torneo sull’isola di Cypher . Ho seguito con molta attenzione le fasi finali in cui lei è stato protagonista.
    Era vero la sua performance era stata una delle migliori. Certo era stato battuto ma la sua bravura era indiscussa. Come era indiscussa la sua influenza in certi ambianti. Certo con lui aveva un conto in sospeso ma non era il momento di rivangare certe cose, non ora che mirava ad una possibile alleanza. Prese una bustina di tè e la immerse nel liquido incolore che prese subito un bel colore dorato.
    Come avrà avuto modo di vedere, qualche tempo fa c’è stato un comunicato di una certa dott.ssa Shambles. Non può non averlo visto dato che è stato mandato in mondovisione e a reti unificate, cosa che ho trovato di pessimo gusto. Beh diciamo che il tono, l’argomento e tutto il contorno non mi ha convinto assolutamente. Anche perché quell’organizzazione sta reclutando troppe persone e si dice facciano esperimenti su umani e non, al fine di creare una nuova razza di elite. In breve quella nazione sta diventando troppo potente e naturalmente dove c’è molta gente girano anche molti soldi, quelli veri. Non mi nasconderò ulteriormente dietro parole futili, vengo subito al sodo. Da qualche tempo ho notato un calo dell’afflusso di denaro nelle casse della Banca, non solo, molti giovani hanno lasciato le nostre file per andare verso Kurayami. In breve tempo, se qualcuno non argina questa cosa, diventeremo semplici pedine di un gioco che si svolgerà altrove…
    Elettra immerse una piccola zolletta di zucchero nel suo bicchiere osservandola poi sciogliersi con calma. Non doveva avere fretta, voleva sentire la sua opinione e poi avrebbe continuato il discorso.
     
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    La donna si complimentò per il suo piazzamento al torneo, certo era arrivato lontano ma non era riuscito ad affrontare e sconfiggere Tex, era quello il suo obbiettivo, il torneo era solamente un mezzo per arrivare ad un fine, la gloria della vincita non gli importava affatto.
    La ringrazio ancora, ma non ho fatto nulla di speciale, chiunque con il giusto allenamento sarebbe potuto riuscirci, forse sono stato semplicemente fortunato... O preparato.
    Una leggera folata di vento avrebbe mosso i capelli di Raphael mostrando un paio di corna metalliche che spuntavano dal suo capo, un souvenir del torneo, un piccolo potere donatogli da quella strana e gigantesca statua.
    La ragazza proseguì esponendo le sue preoccupazioni sulla Umbrella mentre Raphael iniziava a preparare il proprio te, proprio come aveva fatto la ragazza poco prima. Non sembrava felice del fatto che il denaro stesse girando solamente a Kurayami e tutte le nuove possibili reclude andavano a cercare di entrare all'Umbrella, di certo era un brutto colpo per uno stato veder scappare i propri cittadini, inoltre le voci sul fatto che stessero sperimentando per la creazione di una razza superiore... Chissà dove rimediava tutte queste informazioni.
    Capisco perfettamente le sue preoccupazioni, la manovra della signorina Tex è stata piuttosto... Diretta, se si può dire in questi termini. E' una donna decisa e che sa cosa vuole. Per il fatto delle dicerie che parlano di esperimenti... Non saprei se siano vere o meno. Certo, potrebbero avere i mezzi, ma perchè farlo? Mi spiego meglio, se avessero qualcosa del genere in cantina non penserebbe che qualcuno avrebbe già preso delle misure contro di loro? Eppure non ho sentito nulla al riguardo. Sarei davvero curioso di sapere da dove ottiene queste informazioni, è sempre meglio non fidarsi di una singola fonte, a mio avviso bisogna andare personalmente a scoprire ciò che si vuol sapere.
    Il te era pronto, smise di girare il piccolo cucchiaio all'interno della tazzina dopo aver messo due zollette di zucchero e prese nuovamente la valigetta, aprendola e tirando fuori qualcosa, rimase aperta solamente per pochi secondi, in modo tale che fosse impossibile capirne il contenuto al momento. Quello che tirò fuori era un giornale di economia londinese, un interessante articolo riportava la differenza della forza della moneta di questi stati, Roma e Kurayami sembravano quasi pari, mentre Londra era ben sotto di loro.
    Anche il discorso denaro, se guarda con attenzione noterà come la vostra Nazione e quella nipponica non siano tanto diverse, Kurayami grazie al nuovo governo ha ottenuto un boom economico, ma accade ogni volta che un nuovo governo entra in carica, la situazione si stabilizerà entro poco tempo, di mio non sono preoccupato.
    Nascondeva le vere informazioni e mentiva su alcune, Raphael stava sondando il terreno tentando di mantenere un basso profilo sulle informazioni di cui era in possesso, non poteva andare a riportare al primo che capitava queste informazioni, non si fidava ancora della ragazza, o almeno non così tanto.
     
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  11. GiocoDiOmbre
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    Stava per complimentarsi per il bel paio di corna quando si zittì istantaneamente, lei adorava certi ornamenti particolari e quelli lo erano senza ombra di dubbio ma il giovane stava replicando alle sue parole in una maniera troppo guardinga per interromperlo con un discorso così futile. Era si l’ora del tè ma l’argomento imponeva di essere diretti non di girarci intorno per sondare il terreno. Elettra storse il naso, questi inglesi erano troppo diffidenti e riservati. La risposta di Raphael era tutt’altro che incoraggiante ed ella avrebbe dovuto faticare non poco per conquistare la sua attenzione e fiducia.
    Le informazioni… ohhh non sono mica così difficili da ottenere, sono sotto gli occhi di tutti, ma comunque si da il caso che conosca persone ben informate sui fatti. E poi la mia rete di spionaggio non è dilettantistica.
    Elettra alludeva al suo amico Edward e alle sue conoscenze a Kurayami, non era poi stato difficile venire a sapere cosa stava combinando l’uno e cosa bolliva in pentola li. Ma era vero per sapere fin dove si spingeva quella gente avrebbe dovuto andarci a dare un’occhiata di persona. Ma ora come ora era impensabile.
    Suvvia ma veramente lei crede che presentandosi alla porta la mettano al corrente di quello che avviene li dentro? Lei è troppo intelligente per prendersi gioco di me. Non è questo il metodo per arrivare alla conoscenza. E comunque chi vuole che li ostacoli? Forse lei non ha ben presente la loro sede e la loro influenza su quella nazione, beh sappia che non si muove paglia se la sig.na Tex non vuole.
    Elettra si sporse dal tavolino verso di lui sorridendo amabilmente. Il giovane afferrò la valigetta e estrasse con molta calma e circospezione un giornale. Mentre attendeva le sue parole ella non potè non notare lo stemma molto singolare stampigliato sopra. Mentre lui parlava di monete Elettra pensava allo stemma e al contenuto della valigetta che ora era nuovamente riposta ai suoi piedi.
    Vero, verissimo ma sia lei che io sappiamo veramente che questo flusso di denaro non si placherà, non è questione del cambio di governo, ma di tutt’altro. Senta…
    Elettra posò la tazza e lo guardò dritto negli occhi.
    E’ inutile che fingiamo o mentiamo perché tanto la sua nazione sarà sempre più degradata e tormentata e Roma farà presto la stessa identica fine. Ma non è solo questo. Io voglio di più non mi accontento di rimanere alla finestra spettatrice di eventi e decisioni che mi influenzeranno. Io voglio esattamente quello che vuole lei. Per cui ora è venuto il momento di calare la maschera o ci fidiamo l’uno dell’altra o il suo viaggio sarà stato solo un dolce intermezzo prima della fine. E per fine intendo quella materiale.
    Elettra tirò un sospiro e posata la schiena contro la sedia continuò fissando la sua tazza ancora fumante.
    E poi che ne dice di darci del tu? Lo trovo più comodo in fondo abbiamo più o meno la stessa età.
     
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    A Raphael scappò una leggera risatina a sentire le parole della ragazza, una risatina divertita ma non rivolta ad offenderla, era d'accordo con la maggior parte del suo discorso, ma una parte lo aveva fatto divertire parecchio. La ragazza voleva quello che voleva lui. Questa era la parte divertente per Raphael.
    Mi scusi... Anzi, scusami. Sono d'accordo, forse sono stato fin troppo "cauto" con qualcuno che non è ancora un mio nemico. Va bene, da adesso in poi parlerò più chiaramente.
    Si sarebbe messo molto più comodo sulla sedia poggiando entrambe le braccia sua braccioli della sedia mentre un ciuffo di capelli cadde sul suo viso coprendone un occhio. Sul suo viso un'espressione ben più divertita di prima e in un certo senso... Quasi più maligna.
    Esperimenti... Si, l'Umbrella fa sicuramente molti esperimenti. Tuttavia... Non sono che spazzatura. La forza di quelle creature è davvero... Eheheh... Ridicola. Non sono che bestie, magari con forme simili a quelle umane, ma comunque bestie. Lei avrebbe paura di un cagnolino? Io no.
    L'aria iniziava a farsi letteralmente pesante, anche se in maniera estremamente ridotta Raphael stava rilasciando i suoi poteri, stava rilasciando come delle radiazioni Energia Oscura, nulla di realmente dannoso sia chiaro, ma abbastanza da dare una brutta sensazione a chiunque fosse stato intorno a lui.
    La minaccia non sono le bestie, ma i padroni. Neppure gli altri appartenenti all'Umbrella sono minimamente paragonabili a loro. Io non li temo minimamente perchè adesso che hanno uno stato da governare... Non danno molta importanza a Londra.
    Sorseggiò il te per poi rimettere la tazzina sul tavolino, ormai completamente vuota. Una mano sul viso rimise a posto il ciuffo e tornò poi a rimettersi in una posizione certamente più elegante ed allo stesso tempo l'aura opprimente che sino ad un momento fa lo circondava adesso era sparita.
    Hai detto che vuoi esattamente quello che voglio io. Quindi dimmi, cosa voglio io secondo te? Sono curioso, magari sai cosa voglio realmente.
    Interessato attese una riposta dalla ragazza.
     
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  13. GiocoDiOmbre
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    Le parole di lui furono un grandissimo colpo basso. Se stava tentando di innervosirla ci stava riuscendo alla perfezione. Quel “non è ancora mio nemico” a le parole seguenti stavano per mandarla su di giri, ma si trattenne. Sospirò profondamente e contò fino a cento per far scemare i bollenti spiriti che le salivano alla testa; doveva farlo altrimenti avrebbe dato una di quelle sue risposte taglienti da far impallidire chiunque. Lo lasciò parlare, voleva proprio vedere dove andava a parava il suo discorso. Mentre ascoltava la sua voce iniziò a provare una strana sensazione di disagio. Alzò immediatamente gli occhi verso di lui e, benché non si vedesse niente, come un alone di pura oscurità lo avvolgeva rilasciando una sgradevolissima sensazione di oppressione e di angoscia. Quando odiava i demoni, non li poteva sopportare da quando aveva conosciuto quel cretino di un finto maggiordomo. Tuttavia lo lasciò fare non aveva nessuna paura di lui. Fece finta di nulla e ripresa la sua tazza continuò a sorseggiarla aspettando gentilmente che concludesse il suo discorso.
    Pura e semplice vendetta condita con una certa dose di desiderio di grandezza per arrivare in alto.
    Elettra non lo guardò neanche negli occhi, le parole erano state chiarissime, semplici ma con molto sottointeso. Attorno alle gambe di lei spuntarono dei rovi che ben presto la circondarono, sulla sommità di ognuno sbocciò un fiore carnivoro, che istantaneamente prese a ringhiare contro di lui. Nulla di preoccupante solo molto spettacolare, ma che denotavano la sua mancanza di paura per qualsiasi nemico o amico che fosse. Se lui poteva rilasciare energia oscura, lei poteva contaminare l’aria, la terra, tutto anche lui volendo. Certo per ora non era abbastanza forte ma ci stava arrivando. Elettra allungò la mano sinistra e iniziò ad accarezzare uno dei tanti fiori intorno a lei per farlo placare.
    Io non ho paura di nessuno figuriamoci di cagnolini scodinzolanti privi di cervello. Sono d’accordo su tutto tranne su un punto: ora che hanno da governare non si fermeranno certamente a quella nazione. Ohh no. Questo è solo l’inizio perché scommetto quello che vuoi che tra poco tempo li vedremo spuntare dappertutto. E non parlo di semplici subalterni ma di pezzi grossi. Non farmeli nominare ad uno ad uno perché è inutile li conosciamo entrambi benissimo. Forse tu ancora meglio di me. Questo è solo la punta di un disegno molto più ambizioso e complesso. Possibile che lo veda solo io?
    Appena finito di accarezzare i suoi delicati fiorellini questi scomparvero, come sparirono i rovi riassorbiti nel terreno.
    Non pretendo che ti fidi di me all’istante ma per ora non c’è altra soluzione che unire le forze e le menti perché ben presto non potremo più arginare la loro avanzata. Anzi a dirtela franca già ora sarà molto difficile, ma… non impossibile.
    Elettra posò la tazza ormai vuota e lo guardò dritto in volto senza lasciare trapelare nessuna emozione.
     
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    La donna era decisa, non si fece intimorire da nulla, ma di certo non le stava andando a genio Raphael, forse se lo immaginava diverso, e sicuramente le voci che le erano arrivate non erano poi così accurate. Raphael rimase ad ascoltarla fino a quando non ebbe finito, aveva incrociato le braccia e ascoltava, certo non erano cose a lui sconosciute ma al momento lo riguardavano molto meno di quanto la ragazza potesse immaginare.
    Vendetta. Uhm, no, non è sicuramente la vendetta quella che voglio, almeno non più. Probabilmente prima del torneo era quella che mi spingeva contro l'Umbrella... Ma adesso della vendetta non me ne faccio assolutamente nulla. Ho ragionato a fondo e ho capito quanto la vendetta sia inutile, a cosa serve mai vendicarsi alla fine? A provare una sensazione di piacere interna alla nostra testa? Che motivo egoistico!
    L'ultima parte era una vera esclamazione, ababstanza seccata e un certo senso carica di rabbia repressa, diversi pensiero attaccarono la logica vendicativa di Raphael quando si trovava al torneo, iniziando a fargli cambiare idea, iniziando a far nascere in lui un'idea diversa dalla precedente, la vendetta era pura indecisione e lui se ne doveva sbarazzare e adesso il suo obbiettivo era un altro, la stabilità.
    Quello che io desidero adesso è solamente la stabilità di Londra, i miei obiettivi sono ben lontani dalla vendetta, la mia è giustizia, The Guilty Will Pay The Price, I Colpevoli pagheranno il prezzo dello loro azioni!
    Si alzò dalla sedia guardando la ragazza negli occhi, il sua sguardo era parecchio serio, le idee dei due erano diverse, magari poteano anche coincidere in più punti, ma l'aproccio che ogniuno voleva utilizare era sicuramente ben diverso.
    Non vedi sicuramente solo tu i loro piani. E' certo che attaccheranno altre nazioni prima o poi, ma di certo non colpirò per primo senza avere un piano di riserva, Londra è debole e io devo proteggerla, solamente quando sarà al sicuro i colpevoli dell'Umbrella pagheranno.
    Lei propone di unire le forze, ma mi dica di quale forza dispone lei? Quante delle loro bestie ha eliminato? Con quanti di loro ha combattuto e vinto? Perchè vuole combatterli? Vuole difendere Roma da una possibile distruzione? Bhe, le consiglio di stare attenta allora, ho visto dalle vostre parti gente davvero forte, in combutta con l'Umbrella, il nome Rachel Frühling le dice nulla?

    Raphael non era interessatoa d un'alleanza che non potesse darli nulla, la ragazza non era di certo in una posizione molto importante e lui già conosceva il capo della banca, che di fatto gli doveva un bel po di soldi, se non aveva altro che parole da ofrire Raphael non avrebbe mai accettato una simile allenza.
     
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  15. GiocoDiOmbre
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    Raphael non voleva assolutamente intendere il discorso che la ragazza stava facendo. Elettra ascoltò attentamente la sua replica e in più di una occasione avrebbe voluto interromperlo per porgli delle questioni, ma non lo fece non solo perché era poco cortese ma perché voleva capire fino a quanto poteva spingersi con le parole.
    Non puoi farcela da solo, perché tu sei solo. Ohh si magari potrai scalare qualche posizione, potrai avvicinarti a qualche Lord ma se non ti allei non potrai mai ottenere la stabilità che dici di volere. Londra è troppo debole, ha poche risorse sia economiche che umane, come pensi di farcela? Tu vuoi stabilità: sia chiaro la stabilità è una pura e semplice conseguenza del potere riflesso che uno esercita sulla nazione. Dove c’è un potere forte e centralizzato li troverai stabilità. E tu cos’hai? Hai questo potere? Io non penso, non penso proprio. Certamente non voglio attaccare alla cieca l’Umbrella e quella nazione, sarebbe un suicidio preannunciato, bisogna fare altro, pianificare una strategia a lungo respiro, qui non si tratta di sconfiggere uno o due o forse tre persone. Qui si tratta di acquisire forza e rilevanza, giocarsela alla pari.
    Le parole di lui bruciavano come lame, per arrivare in alto non contava solo la forza.
    Io non ho ucciso nessuno di loro, non posso non sono ancora in grado di farlo. E tu quanti ne hai distrutti? Chi di loro hai battuto? Io voglio vedere Roma non subalterna e di conseguenza non voglio vederli acquisire potere. Ovviamente e dico ovviamente il potere deve essere nostro, come tu tieni a Londra io tengo a Roma, ma sono consapevole di non avere un ruolo molto importante, ma non è questo che conta. Non in questo momento in cui bisogna solo tessere e tramare un disegno per arrivare alla vittoria. Ora conta altro: la volontà, l’abnegazione, la perseveranza di seguire uno scopo. Ma questo tu sono sicuro che l’hai. Certo puoi rivolgerti a persone più influenti come il mio capo ma… se ti accontenti di semplici esecutori…
    Non che ella non avesse un buon concetto di lui ma su determinate cose lo riteneva troppo attendista e guardingo. Elettra era e sarebbe rimasta uno spirito molto difficile da comandare a bacchetta vuoi per il suo carattere sfrontato, vuoi per la sua educazione.
    Quindi come vorresti affrontarla tu la cosa? Intuisco che pensi che una alleanza non possa portare a nulla. E lo so che già stanno qui, lo so perfettamente, li conosco ad uno ad uno anche se non li ho mai affrontati di persona. Quindi è inutile che ti parli della mia idea… vedo che non sei interessato a prescindere… un gran peccato…
    Elettra avrebbe parlato tranquillamente guardandolo e lasciando intendere che aveva un piano ben definito. Un piccolo sorriso fugace le affiorò sulle labbra. Anche se l’incontro stava per volgere al termine viste le premesse nulla era perduto anzi, nella sua mente Elettra era più che contenta perché comunque ora lui avrebbe avuto tutto il tempo per pensare alla cosa mentre lei avrebbe comunque messo in atto la prima parte del piano.
     
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