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x Hina

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    Il fuoco non purifica, annerisce.

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    Doveva succedere prima o poi, una pericolosa bestia selvaggia non rimane impunita nella società attuale, i problemi vanno risolti sia nel bene che nel male, sia dai buoni che dai cattivi. Le scorribande di Shyvana e Vladimir non erano passare inosservate, oramai in città si vociferava con terrore che delle creature prevenienti dal bosco facevano razzia di carne e persone ignare, facendole sparire per sempre. E come degne alunne di un'insegnante come Rachel le due creature puntavano sempre più in alto, a prede sempre più succulente e potenti soprattutto. Non ci volle molto prima che Vladimir facesse a pezzi un piccolo delegato della malavita locale, finendo su uno di quei fogli per ricercati che suscita sempre l'attenzione degli scagnozzi più avidi e dei cacciatori di taglie. E ne valeva la pena, data quella sfilza enorme di zeri che precedeva quel "9". Rachel avrebbe potuto ammirare questo piccolo foglio lasciato da qualcuno sul tavolo del loro salotto. Non era difficile immaginare chi lo avesse lasciato lì, dato che quella sera Iwan e Shyvana non sarebbero stati con loro. La parte superiore del foglio era strappata, parte della scritta WAN-ED era illeggibile, probabilmente perché appesa ad un albero proprio per quella lettera. L'immagine ritraeva una silhouette femminile molto ambigua con delle protuberanze che le uscivano dal corpo e gli occhi assetati di sangue rivolti verso l'obbiettivo. Impugnava il corpo di una persona, non tutto con la stessa mano ma i dettagli più interessanti erano nascosti dalle tenebre. Oltre alla lauta ricompensa, il manifesto dava informazioni precise su dove trovarla: lei e Shyvana sono sempre state molto brave a non attirare l'attenzione e per questo la zona di caccia designata non era adiacente alla loro abitazione o base segreta, ma dislocata un bosco leggermente più distante, ma comunque non lontano dalla proprietà di Rachel. La luna piena, alta nei cieli, rossa più che mai, sembrava voler sancire un patto con tutti i guerrieri. Le belve l'avrebbero venerata, gridando verso di lei per aumentare la loro sete di sangue. I cacciatori l'avrebbero scelta come presagio, aumentando le loro capacità belliche e il loro coraggio. E un Dio sceso in terra, cosa può desiderare dalla luna, la regina del cielo notturno? Vlad sperava che Rachel potesse rispondere a questa domanda.
    La boscaglia designata come campo di caccia risultava particolarmente fitta e tenebrosa, tutti gli alberi convergevano in un altezza crescente verso la quercia secolare posta proprio al centro di quel luogo tenebroso, era un albero colossale e dai rami intricati, perfetto come nascondiglio di una belva selvaggia. Da lì sopra, Vladimir poteva osservare con i suoi occhi praticamente tutto il bosco, la cui ombra era interrotta solo dalla fioca luce delle lanterne impugnate dai cacciatori. Oh si, per loro poteva essere una luce molto affidabile, che dava loro sicurezza, ma vista dall'alto nella posizione in cui si trovava Vlad... quelle lucine non erano che mere speranze immerse in un mare oscuro semplicemente invalicabile. In molti la stavano cercando: veri cacciatori di taglie, avidi guerrieri, poliziotti corrotti, squadre organizzate, team di scienziati appartenenti ai privati, mafiosi e perfino qualche studente che aveva preso la cosa come uno scherzo da fare per spaventare qualche ragazza e magari portarsela a letto. Vladimir osservava quel delizioso pasto con i suoi occhi colmi di fame e di lussuria, standosene sdraiata su un ramo con il ventre adagiato su di esso e gli avambracci incrociati proprio davanti al petto. Una gamba continuava a percorrere la lunghezza, mentre l'altra se ne stava piegata verso l'alto, ciondolando pazientemente. Era tutto perfetto, ora non restava che aspettare il suo ospite più importante. Vlad sapeva che semplicemente lasciando quel manifesto avrebbe attirato la curiosità di Rachel, e lei soltanto grazie alla loro immensa affinità l'avrebbe trovata subito anche semplicemente al buio. Così si sarebbero ricongiunte su quell'albero, e Vladimir le avrebbe spiegato perché un invito tanto romantico in una notte così meravigliosa. Non vedeva l'ora di iniziare, ma doveva essere paziente perché senza Rachel... tutto questo non avrebbe avuto senso.

    Mi dispiace sorellina, questa sarà la mia caccia più bella che ho fatto qui a Roma ma non posso condividerla con te... per Rachel ho bisogno di qualcosa di molto speciale...
    E detto questo allargò un malizioso sorrisetto, infilandosi tra le labbra l'indice destro e mordendone la punta con i denti.
     
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    Da quando era tornata dal torneo Rachel si era rilassata parecchio. Voleva riposarsi e anche quella sera si era concessa un lungo bagno caldo. Fissava le bolle di sapone sulla superficie dell'acqua, mentre le mani distrattamente andavano a farle scoppiare con il semplice tocco.
    Cercò di raccogliere le idee e di pensare a cosa fare. Shyvana ultimamente stava dando da pensare. Usciva spesso sola e anche se non diceva esattamente dove andava, ormai aveva capito che cercava Uru. Non era per niente brava nemmeno a mentire, le diceva che andava a caccia, ma era strano che ci andasse da sola e senza la sua adorata sorellona Vladimir. Non le piaceva che continuasse a cercarlo. Si chiese anche se l'influenza di Vladimir su Shyvana fosse un bene o se fosse dannosa, disubbidiva spesso e non capiva se era per la sua fase di crescita mentale o se si sentiva protetta da Vladimir.
    Ricordava ancora quando vide i suoi tre compagni mischiati fra di loro in una danza oscena e peccaminosa. Ancora una volta si era sentita diversa. Aveva pensato di aver trovato dei compagni con cui condividere la gioia della morte, la perversione verso il sangue. Aveva pensato di aver trovato qualcuno che parlasse la sua stessa lingua. Eppure quando li vide tutti e tre insieme che giacevano a terra completamente avvinti dalla lussuria capì che in realtà era anni luce distante da loro. Li invidiò perché erano riusciti a sentirsi vicini e uniti nonostante la loro natura abbietta. Pensava di essere riuscita a trovare qualcosa del genere con Iwan, aveva giaciuto con lui due volte. No forse era meglio dire che lo aveva preso e reso suo anche fisicamente, ubriaca di potere e immersa nella follia lo aveva preso senza nemmeno chiedersi se potesse piacergli. Stranamente non la disgustò ripensare a quei momenti passati con Iwan. Eppure qualcosa la turbava quando rivedeva nella mente quei tre sulla terrazza. Se li rivedeva mentre invocavano il piacere come in una sorta di rito: divenne consapevole che non ci sarebbe mai riuscita, non a quel modo. Non avrebbe mai potuto desiderare il piacere carnale come facevano loro. Quel pensiero la fece sentire strana, incredibilmente sola. Sorrise amaramente e si sentì proiettata nel passato, in quella enorme villa piena di schiavi, di gente che andava e veniva ma che non riuscivano a colmare il grande vuoto che sentiva dentro di sé. Improvvisamente le venne voglia di partire, di andare a trovare Tex, magari chiacchierando con lei avrebbe potuto sentirsi stimolata, per tornare la belva affamata di potere che era sempre stata. Ironicamente lo aveva scoperto solo da quando si era risvegliata dal suo lungo sonno.
    Annoiata si alzò dalla vasca, e coprendosi con il suo accappatoio si avviò in cucina dove si servì da sola un bicchiere di tè freddo. Iwan e Shyvana non erano ancora tornati c'era uno strano silenzio in casa. Stava per andare nella sua camera ma un foglietto sul tavolo attirò la sua attenzione. Lo raccolse perplessa non riconoscendo subito la figura nell'immagine. Lesse il contenuto e improvvisamente le parse tutto chiaro e limpido. Vladimir aveva preso quel foglio come una sorta di sfida ed era andata sul luogo designato in attesa dei suoi cacciatori. Sapeva che si sarebbe scatenata, avrebbe sicuramente fatto qualcosa per seminare ulteriore terrore. Non poteva perdersi lo spettacolo di Vladimir che scatenava la sua furia, proprio come era successo alla umbrella. Si sentì come una ragazzina che era stata invitata ad un gioco divertente. Non si cambiò nemmeno, lasciò scivolare via l'accappatoio mentre la pelle si ricopriva di un sottile strato di carapace nera, composta da fibre nere. Raggiunse il luogo segnato sulla mappa, in lontananza vide delle luci: erano numerose e sparse, ancora lontane. Chiuse gli occhi, respirò a fondo e ascoltò i suoi cuori, ascoltò le fibre e la loro sete di sangue. Percepiva tante piccole energie attorno a lei, appartenenti agli animali, poi come un battito più forte degli altri la sentì: proveniva dall'alto e vibrava. Sollevò la testa e notò un albero maestoso davanti a lei, la vide sdraiata sul ramo come una affascinante pantera che si celava al buio. Allungò i suoi serpenti dal capo che la innalzarono in modo naturale e flessuoso. Si fermò davanti a Vladimir con le braccia conserte.

    Volevi tenerti tutto il divertimento per te? le chiese quasi con tono autoritario.
     
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    Continuava a ciondolare placida, se aveva imparato qualcosa stando chiusa nei laboratori della Umbrella era essere paziente, e non poteva diventare frettolosa proprio di fronte ad un'occasione del genere. Ed ecco che proprio mentre la noia stava per prendere il sopravvento ogni cellula del suo corpo iniziava a vibrare, fremere intensamente come se dovesse strapparsi dalle ossa per poter seguire quel richiamo tenebroso. Il suo sguardo si voltò lentamente verso l'origine di quella voce, ma gli occhi scarlatti di Vladimir furono l'unica cosa a muoversi oltre ad un leggero sorriso malizioso. L'unica mente non parlò, ma Rachel la sentì chiaramente.
    Sapevo che saresti arrivata... cacciare è nella nostra natura, dopotutto...
    Si concesse solo una leggera risata. Quelle parole non provenivano dalla gola della ragazza, risuonavano direttamente nelle fibre di Rachel come se Vladimir la stesse suonando. Si, Rachel era un'arpa e semplicemente con lo sguardo pizzicava le note adatte per parlare con lei. Lentamente si mise in piedi sul ramo, muovendosi come un'equilibrista avvicinandosi alla sua padrona, con molta calma e tenendo le braccia tese in modo da non perdere l'equilibrio.
    Sei sorpresa? Non dovresti... dopotutto noi siamo creature affini, tu hai capito subito come controllarmi, con il tuo potere e il tuo carisma. Ma anche io posso toccarti nel profondo.
    Parlava attraverso le fibre di Rachel non solo per impressionarla ma anche per non farsi sentire. Aveva preso molto sul serio quella caccia e Rachel poteva capirlo dai suoi passi così delicati da non fare il minimo rumore sull'albero, sebbene con la sua corporatura perfetta Vlad avesse comunque un bel peso. Le due donne si ritrovarono presto faccia a faccia, ma lo sguardo di Vladimir non la provocava: la osservava con malizia si, ma non c'era compiacimento... solo complicità. La sfiorò con lo sguardo, per poi incamminarsi verso il tronco.
    Seguimi Rachel, te ne prego. Ma mi raccomando... sii silente.
    Iniziò a scendere il tronco della quercia secolare aggrappandosi con tutti i suoi artigli, sembrava quasi strisciare con movimenti sinuosi su quella meravigliosa struttura naturale, era immensamente sensuale ma non stava cercando di sedurre Rachel: quelli non erano i movimenti di un'ammaliatrice, ma il perfetto movimento di una belva affamata che si avvicina lentamente alla preda. Dopotutto Vlad prima di essere una perversa era soprattutto la cacciatrice definitiva, l'origine della sua malata inclinazione al sesso non era una qualche strana distorsione psicologica, ma solo la manifestazione ultima del suo istinto predatorio. E in questo erano molto più simili lei e Rachel, che non lei e Shyvana. Certo la piccola xeno era speciale, ma solamente perché era composta della stessa carne di Rachel, una sorta di incarnazione, il messia di un essere superiore. Rachel invece era il suo Dio, e in quella divinità Vladimir si era riflessa, solo in lei. Per questo colpirla era diventato così importante. E mentre raggiungevano il terreno, solcando l'albero, Vlad continuò a parlare.
    Finalmente potrai conoscere il motivo per cui solo tu sei in grado di contenermi... e ammaliarmi. La verità è che al di fuori di qualche sporadica dimostrazione, tu non hai mai visto di cosa sono realmente capace. Iwan si, Shyvana ne ha avuto un assaggio ma al di fuori di qualche rumorosa apparizione tu non sai perché ero rinchiusa così gelosamente nei laboratori del Settore 5. Stasera ti renderò fiera di me, così non avrai mai rimpianti nell'avermi concesso di unirmi a te. Non sarò la tua rivale, ma la tua arma...
    Attraverso le memorie di Iwan, Vlad aveva capito che Rachel non era interessata alla perversione della carne, ma alla morte di essa. E avrebbe presto scoperto che la carne che cercava Vladimir non era affatto diversa da quella che bramava anche lei. Questa sarebbe stata la loro sera, la sera in cui Rachel avrebbe considerato anche Vladimir una figlia, e non una pericolosa bomba ad orologeria.
     
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    Era a braccia conserte quando attese la risposta di Vladimir che arrivò nel modo più inaspettato possibile. Aveva sentito chiaramente le sue parole, ma non erano state pronunciate dalle sue labbra. Aveva avuto la sensazione che qualcosa la stesse toccando nel modo più intimo che potesse conoscere. Le stava solleticando le fibre nere, andando quindi ben oltre al mero contatto fisico. Non le piacque quella impressione, si sentì come invasa nel suo spazio personale. Indietreggiò e portò istintivamente una mano sul petto in corrispondenza del cuore, quello suo originale. Guardò quasi spaventata Vladimir: che diavolo stava succedendo? Da quanto tempo era in grado di fare una cosa del genere?
    Vladimir sembrò capire il suo stato d'animo al primo sguardo e cercò di spiegarle in poche parole perché potesse farlo. Rachel non disse nulla era ancora scossa dalla novità, la guardava però allarmata, sembrava che non si fidasse del tutto. Poi Vladimir parlò di come fossero interconnesse. Controllarla? Era sicura di non aver mai fatto una cosa del genere con lei. Non voleva costringerla, semplicemente era curiosa e ammaliata dalla forza e dal suo flusso di energia. Non pensava che potessero avere un contatto del genere fra loro due, anche se dubitava che potesse influenzare allo stesso modo la ragazza. Eppure in quel momento mentre riscendeva verso il terreno accorciando i suoi serpenti, percepì qualcosa da Vladimir che non riusciva a capire. Almeno fin quando non le disse che voleva dimostrarle il motivo per cui Rachel era in grado di fare una cosa del genere. La guardò di nuovo sorpresa, ma non più spaventata. Iniziò ad intuire lo stato d'animo di Vladimir, e ci riusciva anche grazie al fatto che si percepivano l'un l'altra in quel modo speciale. Forse era vero che Rachel l'aveva considerata come una bomba ad orologeria, aveva perfino pensato che potesse fare del male a Shyvana o ad Iwan. Invece aveva instaurato con loro un rapporto parecchio intimo. Vladimir quella sera voleva dimostrarle che valeva anche lei, che poteva essere speciale anche più di Iwan e Shyvana. Capì che Vladmir si stava mettendo in competizione con gli altri due per avere una considerazione più alta da parte di Rachel. Le cose le sembrarono molto più chiare, le scappò un mezzo sorriso. Si era sentita lontana da loro, completamente diversa come se non avesse potuto mai spartire con loro qualcosa di speciale. Quanto si era sbagliata. Loro tre non facevano altro che adorarla, muovendosi per essere apprezzati da lei. Quella consapevolezza la divertì, accrebbe il suo ego. Si sentì quasi come una madre, ecco perché si era sentita diversa da loro. Iwan era un compagno speciale perché si era guadagnato il suo posto con la sua intelligenza e le sue abilità, che nonostante non potesse competere con le donne della casa, sapeva rendersi indispensabile. Shyvana era stata desiderata a lungo, e l'impianto delle fibre nere resero la piccola xeno molto speciale agli occhi di Rachel, perché ormai la considerava come una sorta di figlia. L'unica con cui non aveva approfondito la conoscenza era proprio Vladimir, da cui era ancora diffidente, ma lo era stata anche con Iwan. Non poteva cambiare la sua natura ma si ci poteva conquistare la sua fiducia.
    Rachel tuttavia era diversa dalle persone comuni, persino dai comuni esseri malvagi: aveva sviluppato nel tempo l'istinto di possessione verso i suoi membri del gruppo. Anche se pretendeva che fossero in grado di difendersi da soli li considerava "suoi". Tutti e tre le appartenevano, nessuno avrebbe dovuto osare far loro del male o allontanarsi, o tradirla. La sua vendetta sarebbe stata molto crudele.

    D'accordo Vladimir, mostrami ciò che sai fare. le disse allungando una mano verso la direzione delle luci che si avvicinavano sempre più. Era un chiaro invito ad aprire le danze. Era diventata molto curiosa di scoprire ciò che le aveva annunciato con le sue parole.
     
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    Ora Rachel si fidava di lei, pertanto il grosso del lavoro era fatto. Non le serviva altro: fiducia, per dimostrarle quanto valeva, perché era preziosa e soprattutto perché Rachel non aveva alcun motivi di temerla. Presto le avrebbe spiegato anche come e perché riusciva ad interagire con le sue fibre, ma avrebbe portato avanti una cosa alla volta. Raggiunta l'erba alta ai piedi dell'albero, Vladimir rimase appiattita contro il terreno. Gli xenomorfi le avevano insegnato a cacciare e la sua carapace scura la mimetizzava molto ma molto bene al buio.
    Se Shyvana avrebbe attaccato persone molto casuali, io ho fatto una selezione molto speciale. Ho divorato persone e assimilato i loro ricordi, e attraverso la rete di conoscenze che ho tessuto con i miei poteri ho selezionato le vittime migliori e soprattutto le più varie. Loro non lo sanno, ma ogni singolo presente nella foresta questa sera è qui per mio volere, non per un mero caso...
    Continuava a comunicare con lei per mezzo delle fibre, aveva organizzato tutto molto pazientemente e sarebbe stato un peccato rovinarlo con dei peccati di boria. Subito Vladimir si fiondò contro un albero, appiattendosi di schiena mentre i suoi occhi scrutavano una di quelle luci avvicinarsi.
    Ho fatto in modo da poter affrontare ogni tipo di combattente e cacciare ogni tipo di personalità: scettici, coraggiosi, codardi, guerrieri valenti, meschini, stupidi e forzuti. Sono tutti qui, come un banchetto. E ti confesso che da quando sei arrivata sono molto, molto affamata...
    Coloro che si stavano avvicinando erano un paio di cacciatori che non di rado avevano battuto quella zona negli anni passati, e difatti erano sorpresi che soltanto ora fosse saltata fuori questa misteriosa creatura. Due persone come loro, tra i 40 e 50 anni, non si avventurerebbero mai in una caccia alla taglia se non fosse stato per quella presunta conoscenza della boscaglia. Infatti tenevano la luce bassa non per osservare i tronchi degli alberi ma per orientarsi tramite il terreno che avevano sempre battuto. Conversavano tra di loro silenziosamente: il più anziano portava un fucile di precisione dallo stile classico, utile per colpi sicuri, mentre l'altro munito di una folta barba andava in giro impugnando un fucile a pompa di ultima generazione, probabilmente una precauzione per preservare la loro sicurezza. Vladimir non aveva bisogno di studiarli, perché li conosceva già. L'uomo sulla sinistra, quello armato di shotgun, aveva problemi all'orecchio destro e per questo cedeva sempre quel lato al suo compagno, che invece aveva problemi all'occhio sinistro, anche se non gravi. Il trucco stava tutto nel far invertire le loro posizioni, così da creare dei punti ciechi.
    E' presto per mostrarti i miei poteri, contro individui del genere preferisco farti osservare il mio stile di caccia. Shyvana è molto brava con i suoi assalti da sotto terra ma spesso è impaziente. Io invece... sono il triplo più impaziente di lei.
    E ridacchiando strisciò agilmente sull'albero che i due stavano per attraversare, invitando Rachel a rimanere in silenzio e in disparte. Vlad aveva intenzione di coinvolgerla, ma prima doveva fare la sua presentazione. Aveva scelto l'albero alto perché come già detto i due non avrebbero guardato i tronchi dato che erano presunti esperti di quel luogo, quindi il primo attacco sarebbe partito dall'alto. Cosa aveva in serbo Vlad per i primi concorrenti di quel perverso gioco ad eliminazione diretta?
     
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    Vladimir continuava a parlarle attraverso le fibre, e Rachel non si sentì di certo meglio, ma cercò di abituarsi a quella novità, cercando di capire come facesse. Provò perfino a fare la medesima cosa, comunicando con lei attraverso le fibre. Se lei riceveva le parole attraverso di esse doveva carpirle anche lei se provava ad usare quel metodo di comunicazione. Avendo il controllo perfetto di esse non le risultò difficile emulare le onde sonore con le fibre.
    Di solito preferisco il metodo classico per comunicare, questo mi fa senso. le disse brutalmente sincera. Tuttavia era utile per comunicare anche a distanza senza farsi sentire, quindi non se la sentì di proibirle di usare quel metodo. Mentre lei si avvicinava alle sue vittime, Rachel poggiò la schiena contro il tronco del maestoso albero, incrociando le braccia al petto. Non serviva seguirla di persona, o per lo meno non per le prime vittime. Allungò i serpenti dal suo capo che strisciarono accanto a Vladimir per poter vedere attraverso di essi come avrebbe fatto. Ascoltò le parole di Vladimir, interessandosi al concetto che voleva esprimere, sul fatto che aveva mangiato delle personalità particolari per avere quella serata speciale tutta per lei.
    Hai scoperto qualcosa di interessante con i tuoi banchetti? chiese curiosa usando sempre le fibre. Magari non avevano a che fare con i monarchi, ma di sicuro qualcosa di utile avrebbero potuto trovarla. La stuzzicò poi sapere che vi erano numerosi guerrieri in quel gruppo che la cercavano. Ognuno con abilità diverse, sarebbe stata un'ottima occasione per sgranchirsi le gambe, ma prima voleva vedere cosa intendesse lei con il mostrarle il suo metodo di caccia. La vide attraverso i suoi serpenti mentre avanzava silenziosa e sensuale come una pantera. I suoi serpenti si confondevano con il terreno scuro del bosco, e strisciavano accanto a Vladimir lasciandole il giusto spazio per potersi muovere. Sarebbe stato molto difficile per gli uomini vederli con il buio, avrebbero dovuto pestarli per accorgersi di essi.
     
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    A quanto pare Rachel non gradiva molto quel modo di comunicare, forse le sarebbe stato tutto più chiaro una volta svelate le carte ma per il momento meglio lasciarla col dubbio. Anche quello faceva parte del divertimento. Quando seppe dell'intricata rete di inganni ordita da Vladimir, Rachel chiese subito se aveva scoperto cose interessanti... la verità era che al di fuori di qualche notizia interessante riguardante la Sapienza che la incuriosiva non poco non aveva trovato granché, soliti affari di stato, mafia e religione. Ma un saltino alla scuola numero uno di Roma lo avrebbe fatto, magari con Shyvana perché no.
    Nulla di particolarmente interessante, ma non sempre agiamo per un fine superiore, ma per puro divertimento... puoi capirmi in questo, vero?
    Continuò a strisciare sull'albero, mentre lentamente le sue vittime raggiungevano il punto X. Vladimir sollevò lo sguardo verso uno dei serpenti che la seguivano, così da far capire a Rachel che stava per entrare in azione. Vladimir avrebbe agito in due modi: il primo per mostrarle quanto poteva essere rapida ad uccidere e il secondo per provare la sua crudeltà. Il numero delle vittime faceva proprio al caso suo. La sua padrona non si sarebbe annoiata. L'Unica Mente spalancò la bocca, lasciandosi andare un sospiro divertito, un sospiro che riecheggiò nell'aria e gelò il sangue nelle vene dei due cacciatori che subito si fermarono sul colpo. Vladimir materializzò tra le sue mani una sfera di sangue corrotto dal colorito molto scuro che si fece sempre più grande man mano che dalle sue dita veniva fuori quel denso materiale organico. Lentamente la sfera si sciolse sul ramo colando di fianco all'uomo sulla sinistra, fino a prendere la forma di Vladimir ma solo sagomata chiaramente, per il momento era puro sangue. Nel momento in cui l'uomo se ne rese conto sobbalzò, e afferrando il fucile a pompa sparò subito un paio di colpi verso la silhouette di sangue facendola svanire nel nulla. Nel mentre Vladimir aveva generato un'altra sfera diretta alla posizione che originariamente si trovava alle loro spalle, conscia che a quel punto il loro cuore avrebbe iniziato a pompare come non mai, facendo salire l'adrenalina. Colpendo anche la seconda figura, Vladimir li avrebbe costretti rapidamente a ribaltare i loro ruoli, dato che si erano girati poteva sfruttare le debolezze che conosceva per coglierli di sorpresa. Si lasciò cadere a terra, ora loro erano girati e Vladimir cadde delicatamente nella posizione in cui prima i due si stavano dirigendo, silenziosa come un felino. Approfittando dei loro punti ciechi passò subito all'attacco nel preciso istante in cui l'uomo armato di fucile a pompa fece scomparire anche il secondo "fantoccio": l'Unica mente allungò rapidamente la mano destra sula sua schiena, affondando gli artigli nella carne per poi afferrandogli il cuore, strapparlo di netto e farlo uscire di colpo dal corpo sfondando la cassa toracica dell'uomo. L'uomo lanciò un grido disperato, estremamente sofferente, spalancando la bocca e piegando la schiena all'indietro, mentre Vladimir teneva alto il braccio come in posa trionfante, lasciando che il sangue schizzasse rapidamente sul suo volto per poterlo leccare avidamente mentre sorrideva, più sadica che mai. Per lei e Rachel sembrò un magnifico e lento spettacolo da gustare passo passo, il rumore della carne che si strappa, le ossa che si spezzano, gli ultimi battiti di un cuore reciso di netto dalla sua culla naturale. Poi il sangue: l'odore, il colore, il calore che lentamente svaniva man mano che la vita ne abbandonava l'essenza. Sentire quell'organo pulsare tra le sue dita fino a sfinire era per Vladimir più piacevole di stringere un turgido affare pulsante ed eccitato. Perché lei ne aveva il controllo assoluto. Per l'altro cacciatore invece fu un vacuo istante: un solo memento per realizzare la fine del suo compagno, spalancare la bocca terrorizzato e imbracciare il fucile. Ma prima che potesse esplodere un sol colpo Vladimir aveva già ripreso possesso della sua mano facendole fare il percorso inverso. Il cuore, ancora saldo nelle mani di Vlad ma privo di vita, venne letteralmente infilato nella bocca dell'altro cacciatore a forza, spinto violentemente contro il primo albero più vicino. Vladimir lo spinse contro l'albero tenendo la mano salda sulla sua bocca, sollevandolo in modo da togliergli qualsiasi sostegno per poi usare la mano libera per perforargli entrambe le spalle. Lo fece lentamente, con molta calma e solo quando l'uomo stava per spararle... per dargli speranza e poi reciderla di colpo come i suoi muscoli. L'avrebbe ferito così in profondità con i suoi affilati artigli che qualche osso venne perfino spezzato di netto, e la presa sul fucile si affievolì, così come il suo respiro.
    Shhh... non è necessario. Sei convinto che la tua esistenza abbia avuto un significato, o qualcosa di personale... la verità è che non c'è destino, non c'è domani. Ci sono solo io. La tua assassina. Io ti ho dato il dolore più grande, l'emozione più intensa, ti ho donato il mio cuore e ti ho fatto assaporare la mia carne. Sono la cosa più vicina ad un'amica, un'amante, una sorella che avrai mai. La tua esistenza è piena adesso, perché ci sono io... e ora, noi saremo UNO.
    Pronunciò quelle parole flebili e silenziose nella notte, mentre il dito che gli aveva distrutto i legamenti delle braccia si infilava al centro del petto e lentamente solcava rumorosamente la sua cassa toracica, le sue budella e il ventre, fino a che ciò che nascondeva dentro quell'inutile sacco di carne ed ossa non prese a scivolare tra i suoi pantaloni, penzolando come una decorazione natalizia. Difficile dire se spirò per soffocamento, o per dissanguamento, a giudicare dalla puzza nei suoi pantaloni poteva essere perfino morto di paura, ma Vladimir non gli concesse una fine dignitosa: afferrò il suo fucile dopo aver incastonato il cuore del suo compagno tra i denti del nuovo cadavere, per poi impalarlo al petto con quell'arma e lasciarlo appeso lì, sull'albero, come un monito per tutti gli altri... Solo a quel punto tornò a parlare mentalmente con Rachel, facendole capire che anche quello era un piano ben studiato.
    Questo mi servirà dopo... aveva un sapore pessimo, troppo invecchiato. Preferisco la carne giovane... immagino che tu conosca il piacere dietro il divorare un anima innocente, non è così Rachel? No no... una domanda alla volta... come sono andata?
    Si voltò verso di lei, allargando un sorriso divertito. La luce oramai caduta a terra non illuminava altro che terra e sangue, il silenzio ora faceva di nuovo da padrone. Voleva sapere se quello spettacolo aveva compiaciuto Rachel, e se mai i suoi denti avevano strappato la carne di un bambino.
     
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    Le disse che non aveva scoperto niente di interessante dalle sue vittime, ma che comunque lo aveva fatto per il divertimento prima di ogni altra cosa. Come darle torto? Anche lei ogni tanto si dilettava a "cacciare" vittime ignare, anche se non erano dei guerrieri. Jojo l'aveva disprezzata non capendo la natura per ciò che faceva. Lo aveva rimproverato e poi era andata via. Ma Vladimir sembrava capire benissimo perché si ci diletta ad uccidere gente che non sia nelle sfere alte. Sorrise perché era una qualità che reputava importante per far parte del suo gruppo: amare la morte, in tutte le sue forme.
    Osservò con attenzione la sua caccia, il modo in cui aveva alimentato la paura, aveva perfino dato una vana speranza alla sua vittima e poi l'aveva annichilita. Il respiro di Rachel iniziava a farsi affannato. Avrebbe voluto essere lì e toccare con le proprie mani il sangue che l'aveva sporcata. Aveva notato anche le figure che aveva creato con il suo potere. Dei fantocci creati per spingerli a muoversi come e dove voleva lei. Era stata una predatrice perfetta. Attraverso i suoi serpenti sentì l'odore pungente del sangue, qualcosa in lei iniziò a muoversi. I serpenti si allungarono verso i corpi guardandoli da vicino, leccando il sangue che colava dal loro cuore reciso. Si mosse, mentre i serpenti si ritiravano lei raggiunse Vladimir, la guardò da vicino, osservò le macchie di sangue che avevano disegnato un reticolato di stelline rosse. Era bellissima ai suoi occhi.

    Esecuzione perfetta. Ma qualcosa mi dice che ti sei tenuta il meglio per dopo. un sorriso tagliente come il filo di una lama le si disegnò sul volto. Non vedeva l'ora di vedere cos'altro aveva in serbo per quella serata.
    Le anime innocenti sono le più deliziose, sono il pasto di lusso per un predatore. E come tale ha bisogno di un trattamento speciale. come mai aveva nominato un'anima innocente? Ne aveva una nascosta? La guardò speranzosa con una lieve luce di follia negli occhi.
    C'è stasera? L'innocente... per "innocente" Rachel non si riferiva solo all'età della vittima quella era l'ultima cosa utile. Distruggere un cuore puro e poi farlo suo con la morte era l'apice del folle piacere che poteva dare ad una psicopatica come lei.
     
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    Osservare i serpenti di Rachel che banchettavano col sangue steso a terra di quegli uomini provocò brividi bollenti nel corpo di Vladimir, sentiva davvero la necessità di sentirsi leccata a sua volta, il sangue che era finito sul proprio corpo ribolliva al ritmo della sua eccitazione, ma sapeva che non era ancora giunto il momento, poteva tentarla ma non era ciò che desiderava. La pazienza e l'attesa sarebbero state le sue più grandi prove quella sera, ma se ci fosse riuscita il compenso non avrebbe avuto eguali. Si limitò a mettere le braccia conserte, lasciando che i suoi occhi ghignanti brillassero di un tetro rossore nel buio.
    Non posso nasconderti niente... non è così? Certo che c'è... e si tratta di qualcosa di molto speciale, di estremamente puro. Ma assaporarne la paura sarà difficile perfino per me e te messe assieme. Capirai tutto a tempo debito. Ora non perdiamo tempo, c'è molto altro da fare...
    Così ridacchiando tornò nella fitta rete di rami sopra alle loro teste, senza allontanarsi troppo dal punto del primo omicidio ma non prima di aver schiacciato la torcia con un piede, distruggendola. Il prossimo obbiettivo ad avvicinarsi era qualcosa di probabilmente meno organizzato, ma più pericoloso: tre uomini vestiti con giacca e cravatta scura, camicia bianca e occhiali da sole perfino al buio. Portavano tutti e 3 una torcia ma nessuna era particolarmente potente come la prima che aveva distrutto, quindi non avevano un enorme controllo della zona. Tutti e tre portavano un pugnale da combattimento dietro i pantaloni, e una pistola nella giacca, ma la loro forza non stava nelle armi: bensì nei pugni. Erano mafiosi, Vlad li riconobbe subito: il centrale calvo, alla sua destra c'era un ragazzo rasato ai lati munito di una leggera cresta, alla sinistra dell'omaccione calvo invece c'era un biondino con i capelli dietro la nuca raccolti in una coda, il suo volto era decorato da dei leggeri baffetti e una barba incolta. Vladimir non si avvicinò molto e il motivo era semplice: la mafia addestrava bene i suoi guerrieri e pur non avendo una grossa visuale dell'area possedevano sicuramente dei sensi affinati.
    Questo è un piatto molto più soddisfacente, ma è anche molto più complicato del primo. Se dovessi prendermela comoda li ucciderei facilmente in poco tempo, ma riuscirebbero a fare molto rumore... qui entri in gioco tu.
    Spostò lo sguardo verso Rachel, osservandola maliziosamente. Il suo desiderio perverso non si era affievolito e per contenere la sua eccitazione aveva bisogno di un contentino. Il ventre bolliva sempre più caldo, ma non avrebbe chiesto effusioni alla sua padrona, solo di assaggiare qualcosa di molto più intimo...
    Terrorizzali, creami un diversivo... io li attaccherò proprio quando il cuore che hai spaventato sarà al suo apice... e divorerò la paura che hai insinuato nei loro cuori. Sarà come se tu... offrissi il gusto del terrore a me, Rachel...
    Contorto forse, malato magari, ma Vladimir sapeva che per Rachel tutto questo aveva senso. Divorare una persona terrorizzata è comodo e facile, ha un gusto delizioso perché solitamente è la vittima stessa a darti la sua paura. Ma quando hai dalla tua parte una dea della morte come Rachel sai bene che non ci sarà mai un terrore più grande di quello che potrà provocare lei, e assaggiandolo imparerai molto di più di quanto insegnamenti orali possano trasmetterti. Vladimir aveva iniziato a coinvolgerla, man on le aveva ancora chiesto di assaggiare di persona il sangue. Che lo stesse facendo apposta per stuzzicare a sua volta i desideri di Rachel?
     
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    L'innocente ci sarebbe stata. Le parole che disse Vladimir esaltarono Rachel. Sopratutto quando la informò che era speciale e che non sarebbe stato affatto facile terrorizzarla. Non vedeva l'ora di incontrarla e di prendere la sua vita. Già si pregustava il momento in cui i suoi occhi si sarebbero allargati, mentre la guardavano nei suoi ultimi istanti di vita. Un brivido percorse la sua schiena a quel pensiero.
    I suoi sensi poi vennero messi all'erta quando avvertì avvicinarsi tre uomini, li vide in lontananza abbigliati elegantemente con quei ridicoli occhiali da sole. Poco furbo da parte loro, a meno che quei occhiali non nascondessero una tecnologia particolare. Vladimir le chiese di terrorizzarli, di lasciare che poi si cibasse del loro cuore colmo di paura. Un piatto parecchio prelibato, glielo avrebbe lasciato certo, ma la innocente voleva che fosse sua. Sorrise divertita alla sua richiesta, sarebbe stato un piacere per lei preparare il campo al suo pasto, e godersi lo spettacolo di come Vladimir avrebbe mietuto le sue prossime vittime.
    Vuoi giocare con me finalmente. disse divertita, con tutta l'aria di chi non vedeva l'ora di entrare in azione.
    Lasciò che si allargassero le fibre nere da lei, come un tappeto che avrebbe invaso la maggior parte del bosco, scivolando silenziose anche sotto i piedi dei tre mafiosi. Incuriositi si sarebbero chiesti cosa diavolo fosse quella roba, e proprio mentre la osservavano, alcune fibre si sarebbero allungate come tanti piccoli tentacoli che si arrampicavano lungo i piedi verso le gambe. La reazione sarebbe stata fin troppo prevedibile: imprecazioni varie, e il tentativo di reciderle con i loro coltelli. Le fibre tagliate tornavano a terra ma ricominciavano la risalita sul loro corpo deboli e lenti come tanti piccoli insetti. Sarebbe stato solo un piccolo avviso, per far capire loro che ciò che stavano per affrontare, non aveva nulla di umano. Rachel si nascose dietro all'albero allungando i suoi serpenti per vedere la scena. Iniziò a cantare una inquietantissima ninna nanna. Il suono si sarebbe innalzato dalle fibre sotto i loro piedi, a quel punto la curiosità si sarebbe trasformato in ansia. Alle loro spalle si innalzarono tre Gomorrah silenziosi, a fare da muro, da quel punto non potevano tornare indietro. Uno dei Gomorrah avrebbe soffiato in modo gutturale contro gli uomini. Voltandosi avrebbero visto solo tre tronchi neri, che prima non avevano notato, si sarebbero poi accorti che non erano alberi, che quei tronchi respiravano, non erano piante quindi ma creature viventi. Sollevando le torce verso l'alto avrebbero visto le loro fauci e le lingue che sibilavano minacciose. Altre imprecazioni, questa volta per lo spavento. Sarebbe bastato per spaventarli?
     
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    Vladimir sgusciò tra gli alberi cedendo il passo a Rachel, la loro combinazione doveva essere perfetta. Rachel doveva evitare di toccarli, ma solo spaventarli, mentre Vlad doveva colpire al momento giusto, all'apice del terrore. L'Unica Mente si gustò la scena rimanendo sull'albero più vicino ai tre, nascondendosi sui rami alti. Lo spettacolo di Rachel fu mozzafiato, Vladimir quasi rimpiangeva il dover intervenire a metà, ma purtroppo anche quello faceva parte del gioco. Tutto come previsto: i tre uomini si sarebbero dimostrati tutt'altro che entusiasti di quella piccola invasione di fibre nere che fece salire gradualmente il panico, Vladimir non aveva scelto loro come vittime del gioco di paura a caso difatti c'era una ragione ben precisa dietro la sua richiesta...
    Oh cazzo! Sono della Dead Star!
    Ebbene si, oramai la loro organizzazione iniziava a farsi un nome ed erano piuttosto noti tra i gruppi malavitosi con un minimo di rilevanza. Sapevano come agivano, come massacravano le persone, e per questo le serviva Rachel per terrorizzarli: la sua fama... e la sua fame. Quella sera sembrava che niente fosse stato lasciato al caso e nonostante la sua caotica lussuria Vladimir sapeva tessere un'intricata tela di trame molto più complessa di quanto non ci si aspetterebbe. Mentre quelle inutili prede cercavano inutilmente di salvarsi, dalla morsa delle fibre nere, Vladimir scendeva dai rami e si confondeva col buio di quel terreno corrotto, lasciando che le creature di Rachel facessero la loro entrata, attirando l'attenzione dei tre uomini. Eccolo il culmine: il momento in cui le loro pupille si dilatarono di fronte a quello spettacolo macabro e crudele, i cuori si arrestarono per un solo istante dopo aver raggiunto il picco. Smorzati nel fiato che nelle emozioni, quegli uomini divennero per un sottilissimo istante mere ombre di paura. E proprio in quel momento Vladimir li avrebbe accolti. Posizionatasi alle loro spalle, l'Unica Mente si eccitò guardando Gomorrah così potente, maestoso e terrificante, finendo per passarsi inevitabilmente entrambe le mani su tutto col corpo, stimolando prima l'intimità a risalire passando per i seni e la bocca. A quel punto, quando le dita di Vladimir giunsero alle sue carnose labbra, dal corpo dell'assassina partirono tre spuntoni di sangue corrotto nero. Si infilarono nei corpi degli uomini come crudeli spade, impalando con precisione i loro cuori colmi di paura. Mentre erano ancora all'interno della cassa toracica, gli spuntoni diventarono affusolate mani composte di sangue nero, identiche a quella di Vladimir nonostante le sue stessero ancora stimolando il corpo dell'Unica Mente. Le mani strinsero i cuori facendoli esplodere nel corpo stesso delle vittime, per poi lasciarle e gustarsi la pioggia di sangue provocata da quelle terribili ferite. Mentre Vladimir veniva accolta in quella pioggia infernale, sembrava danzare sinuosamente muovendo il corpo. La danza muoveva il sangue oramai corrotto che da rosso diventava sempre più scuro, e avvolgeva i capillari di quei sventurati mafiosi fino a contorcerli: i legamenti si spezzarono, i colli e altre giunture si attorcigliarono, fino a che non si fermarono lì davanti, immobili come perverse statue con i volti deformati di terrore e la pelle pallida, solcata da venature nere. Esattamente come se fossero entrate in un museo della paura, Vladimir e Rachel potevano gustare quello spettacolo unico con estrema eccitazione. Non poteva più negarlo ora: lei era eccitata da impazzire e quasi crollò in ginocchio quando smise di muoversi come una danzatrice del ventre, scivolando sul volto di Gomorrah iniziando ad accarezzarlo dolcemente, percorrendo la linea delle sue fauci.
    Mi spiace mio affamato amico, ma non posso concederti questo banchetto... loro mi servono interi. Ma non ti preoccupare: ne varrà la pena, questa è una promessa...
    E detto questo iniziò a ridacchiare divertita, col ventre ancora bollente e contorto dal piacere, mentre il suo corpo continuava a macchiarsi sempre di più di sangue. Prima solo il petto e il volto, adesso anche le spalle e il ventre. Vladimir si stava lentamente trasformando... diventando il mostro che realmente era, abbandonando quella mera maschera di umanità. E Rachel? Lei sarebbe rimasta impassibile di fronte ai corpi di quegli uomini che perdevano la vita nello stesso istante in cui il terrore raggiungeva il culmine, al punto da farli morirei n piedi come monumenti alla sofferenza eterni? Oppure si sarebbe lasciata andare, iniziando ad apprezzare lo stile perverso e unico di Vlad...
     
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    Aveva una voglia matta di far sfrecciare Gomorrah e mordere la carne dei tre uomini con forza. Le loro espressioni terrorizzate fecero perdere parte di lucidità a Rachel. Il respiro si fece più affannoso, sentì chiaramente "fame" di sangue, di sentire una vita spegnersi. Mosse un passo uscendo dal suo nascondiglio. Come se fosse stata ipnotizzata, avanzò di qualche passo verso le tre vittime. L'apparizione di Vladimir davanti ai suoi occhi la fermarono, tornò in sé. Si godette lo spettacolo. Fremette quando i cuori vennero infilzati bruscamente. Vide i loro occhi allargarsi di terrore e della consapevolezza che ormai era finita. Sentì il sangue che cadeva sulle fibre, le gocce venivano risucchiate da esse e lei sentì il sapore ferroso nella bocca. Emise un leggero mugugno, molto simile ad un neonato che chiedeva di più. Accadde, attraverso Gomorrah vide la vita negli occhi delle vittime spegnersi. La pioggia di sangue che decorava la macabra danza di Vladimir. Era uno spettacolo da mozzare il fiato agli occhi di Rachel, la vedeva a 360 gradi. Sembrava quasi che Vladimir stesse facendo una danza rituale per invocare la morte.
    Avvertì di nuovo quelle strane sensazioni di calore nel corpo che cresceva. I serpenti di Rachel iniziarono a strusciarsi contro il suo corpo, come felini in cerca di coccole. Capì che non voleva più stare in disparte, voleva toccare anche lei con mano il terrore e la morte. Si avvicinò a Vladimir, senza nessuna fretta. Due dei suoi serpenti si allungarono verso la ragazza. Uno di loro si sfregò con la testa sul suo fianco, mentre l'altro leccò il sangue sulla spalla. Se Vladimir si fosse voltata, avrebbe notato il volto di Rachel diverso dal suo solito. Nei suoi occhi riluceva un velo di follia, le labbra erano morbide e socchiuse, come una amante in cerca di languidi baci. Avanzava lenta come una sonnambula.

    Di più, ne voglio ancora. perfino la sua voce sembrava diversa. Meno severa e più complice. Ciò che vedeva Rachel non era un mostro che mieteva vittime, ma una bellissima ninfea della morte e sentì il forte desiderio di toccarla e lo fece, poggiando una mano contro il suo petto, sopra i seni e l'altro sul viso, raccogliendo sulle dita il sangue. Quella sensazione calda e vischiosa la inebriò. Si avvicinò a lei e le leccò avida una guancia.
    Voglio che stanotte tutti conoscano la nostra potenza. Voglio che nessuno torni a casa, sono tutti nostri, bagniamo il bosco di sangue. Così che nessuno oserà mai più venire qui. mentre parlava sfiorava la pelle del suo viso con le labbra. Sembrava un uomo che cercava di sedurre la sua donna, se non fosse per il contenuto delle parole.
     
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    Rachel aveva finalmente colto la bellezza di Vladimir e delle sue azioni, ora erano perfettamente sintonizzate, sulla stessa lunghezza d'onda, le fibre scambiavano i loro pensieri, sensazioni e parole, il sangue diventava l'aria che respiravano assieme e il massacro da mera dimostrazione di abilità era divenuto il loro rito: di fronte all'altare della morte come baccanti affamate unicamente di distruzione e carne, adesso si univano reciprocamente in quella danza perversa e folle, mentre i loro sguardi diventavano una cosa sola. Rachel si fece avanti lentamente, i primi a raggiungere Vlad furono i suoi serpenti che lei assecondò muovendole con le mani e le dita, accarezzandoli e spargendoli sul suo corpo come se volesse lasciarsi assaggiare, toccare e accarezzare da ciò che era l'essenza della sua padrona. Vladimir allargò lentamente la bocca mentre quegli esseri le leccavano via il sangue dal corpo, proprio come se stessero portando via una parte di sé, ma non era una cosa grave anzi... era la testimonianza che Rachel la stava accettando! E ne ebbe la conferma quando finalmente fu davanti a lei, con le mani sul proprio corpo mentre la toccava, la accarezzava e la assaggiava con la bocca. Vladimir non osò sfiorarla in un primo momento, rimase con le mani sui suoi serpenti, stringendoli con passione invogliandoli a sfiorare le sue parti più intime, indirizzandoli tra le gambe, tra i seni, mentre Rachel banchettava sul volto dell'Unica Mente distorcendo la sua espressione in un perverso ghigno di lussuria. Ci stava riuscendo, finalmente Rachel la accettava per la sua natura, e colta da tutto l'entusiasmo di quel momento le loro labbra si sfiorarono, per poi unirsi definitivamente quando Vlad mise una mano sulla spalla di Rachel per avvicinarla e l'altra sul fianco per farle sentire il suo calore. Non fu il bacio di un'amante appassionata, ma della sottomessa creatura che tentava di compiacere la sua padrona, o più semplicemente che riscuoteva il meritato premio concesso per benevolenza dalla propria dea. Quel bacio per lei era la più immensa conquista di tutta la sua vita e se lo godette intensamente, facendole assaggiare il sapore del sangue che aveva in bocca, la sua lussuria e il calore che oramai il suo corpo eccitato emanava. Si staccò solo quando vide il proprio corpo muoversi di sua iniziativa come se volesse saltare addosso a Rachel. No... tutto doveva essere perfetto. Si staccò dal bacio tenendo la lingua allungata, per poi leccarle lentamente le labbra lussuriosa, separandosi flebilmente dalla sua padrona.
    Questa notte il bosco si tingerà di rosso...
    A quel punto abbandonò la presa con le mani e riprese a leccarsi le labbra, avevano ancora il sapore di Rachel e non voleva più farne a mento. Sentiva il suo corpo esplodere di desiderio ma era ancora troppo maledettamente presto. Dovevano finire quello spettacolo prima e solamente allora il piacere avrebbe raggiunto il culmine. Ora che entrambe erano eccitate da impazzire, il gioco avrebbe assunto tutta un'altra piega: niente più intermissioni, niente più scene, adesso dovevano semplicemente dare il via al massacro perché il prossimo obbiettivo era una squadra di mercenari senza scrupoli altamente organizzati. Erano numerosi e preparati, sicuramente le avevano già osservate ed erano loro ad aver organizzato una trappola. La prossima sessione sarebbe stata un perfetto gioco di squadra tra Rachel e Vladimir, oramai unite in una cosa sola dalla lussuria, l'Unica Mente si allontanò lentamente da lei, invitandola a seguirla con l'indice della mano destra mosso con fare sinuoso, dopodiché avrebbero ripreso la loro caccia, pronte ad usare tutta la lussuria accumulata come stimolo per la battaglia. Non vedeva l'ora di osservare Rachel senza freni...
     
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    Quando sentì le labbra morbide e calde di Vladimir, non sentì come al solito l'istinto di allontanarsi, anzi, si sentì come un metallo che veniva attirato da una calamita. Le bramò e quando le sue si posarono contro quelle di Vladimir mugugnò di sorpresa e soddisfazione. Il suo sapore mischiato a quello del sangue la inebriò , la lingua seguì l'istinto e andò a toccare le labbra e la lingua di Vladimir. Si sentì di nuovo invasa da un calore al basso ventre che si faceva più insistente. Esattamente come quando aveva visto Iwan divorare un suo simile con le fibre nere. Sì era questo quello che voleva dai suoi compagni: la perversione totale per la morte e la loro adorazione nei suoi confronti. Lo percepì attraverso quel bacio, la voglia di Vladimir di rendersi unica ai suoi occhi. Sentì anche l'entità del suo potere che le faceva battere i cuori ad un ritmo accelerato. Il sangue che irrorava più del normale il suo cervello non faceva che alimentare la sua follia.
    Ebbe la sensazione di trovarsi in un sogno, il più dolce, dove lei avrebbe dominato i nemici incontrastata, assieme alla sua cara Vladimir.
    Quando si allontanò la guardò incuriosita, si sentì insoddisfatta, ma sapeva che avevano appena iniziato il loro viaggio in quel sogno di sangue e di morte. Sorrise senza mai perdere quel filo di pazzia che contraddistingueva il suo sguardo. La seguì lasciandosi scappare una risata divertita.

    Facciamo un bagno di sangue. commentò per poi seguirla. Sentiva ogni fibra del suo corpo e dei suoi serpenti fremere, aveva voglia di scatenarsi, voleva finalmente aprire un cratere di paura nel cuore delle persone.
     
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    Un ultimo languido sguardo, poi la caccia riprese. Da un ramo più alto, una donna vestita di nero molto simile ad una kunoichi stava osservando la scena da lontano per mezzo di un visore notturno che tolse dalla faccia alla stessa velocità con cui avvicinò la trasmittente sul polso. Con freddezza, la tipica insensibilità di chi ha già visto centinaia di altre mostruosità come quelle, parlò a bassa voce.
    Sono in due, ma non credo che il programma sia cambiato, eravamo preparati al peggio. Sanno di noi... arriveranno presto...
    Proseguendo con la loro caccia, Rachel e Vladimir sarebbero finite dritte nella trappola dei veri avversari di quella battaglia: un gruppo di mercenari molto abilità e specializzati nell'affrontare mostri come loro. Erano composti principalmente di guerriglieri addestrati nelle più letali arti di combattimento, dal corpo a corpo alle armi da fuoco, passando perfino per le armi magiche e fatte di Armagus. Tra le loro fila c'erano praticanti di arte magica e perfino combattenti speciali tra cui anche la ninja che le aveva spiate fino a quel punto. Molto presto si sarebbero ritrovate accerchiate, non in maniera chiara ovviamente ma solamente grazie a le loro abilità. I pochi bagliori nella notte identificavano i mirini montati sulle armi automatiche dei guerriglieri, e i loro giubbotti antiproiettile facevano un rumore molto diverso dalla boscaglia che le circondava. Ma sia Vladimir che Rachel desideravano la stessa cosa: la battaglia, e nessun piano avversario avrebbe dato loro una motivazione per gettare la spugna proprio sul più bello. Il segnale che avrebbe dato inizio alla battaglia sarebbe stato un incantesimo combinato: il juinjutsu numero 23: Pesquis, gridato a gran voce da diversi incantatori che delimitarono immediatamente un perimetro dentro la quale nessuna di loro poteva scappare. Finalmente uomini armati di katane, falci, fucili e altri generi di armi le circondarono, per poi lasciare che la voce più grossa nelle tenebre facesse la dichiarazione di battaglia.
    Adesso siete in trappola... preparatevi a morire, Death Star!
    Le armi dei nemici risuonarono all'unisono, mentre Vladimir si posizionava alle spalle di Rachel, dandole la schiena in modo da coprire rispettivamente tutto il capo visivo di cui avevano bisogno. In realtà sapeva che Rachel non aveva bisogno di qualcun oche le coprisse le spalle, ma la prospettiva di combattere con lei era estremamente eccitante.
    Avete commesso un grosso errore... non siamo noi ad essere rinchiuse qui con voi... siete voi ad essere rinchiusi qui con noi!
    L'ultimo grande massacro stava per avere inizio. Rachel era pronta?

    Ok, questo è il momento dello sfogo. Divertiamoci a descrivere qualche bel massacro e dopo uno o due post di godimento passiamo alla fase finale della loro breve ma intensa caccia. A te l'onore di aprire le danze (non preoccuparti per gli equipaggiamenti, l'aspetto o l'organizzazione dei nemici, sono rimasta sul vago di proposito, non importa chi sono: dobbiamo solo farli a pezzi).
     
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36 replies since 8/4/2014, 08:23   354 views
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