[Lavoro] Non è col dire miele miele che la dolcezza viene in bocca

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. †_†yun yun †_†
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    La sua vacanza era stata breve ma intensa, e non era riuscita purtroppo a farle avere chiarezza nel proprio cuore. Si era divertita, ma dentro di sé sapeva che la sua battaglia era solo all'inizio. Appena era tornata aveva avuto bisogno di sfogarsi, a modo suo. Quella stessa notte era andata a caccia e aveva catturato due amabili prede. Al sol pensiero la lanterna gongolava felice, fiammeggiando sul suo polso. Più che altro sperava che così avrebbe saputo resistere al fascino di Risha. Doveva tornare a lavoro, ma per la prima volta in vita sua era davvero incerta sul futuro. Sentiva che dentro di sé qualcosa stava cambiando, in modo completo e irreversibile, ma non soltanto ad un livello psicologico, ma anche a un livello fisico. Forse ciò che aveva promesso non si sarebbe fatto attendere molto. Sospirò rumorosamente mentre scendeva di moto. Si accese una sigaretta e per la prima volta si chiese se facesse bene a fumare. Scosse la testa e tirò una lunga boccata. Era totalmente rilassata e immersa tra i propri pensieri, che quasi non si accorse di una presenza dietro di lei. Tuttavia i suoi sensi acuti la misero in allarme e Misaki non sarebbe stata colta impreparata. Irrigidì il corpo, pronto per uno scontro e quando si voltò in maniera fulmina pronta a colpire... Trovò una sorridente Risha a meno di un passo da lei. Eccola la causa del suo ultimo mal di testa. Quell'adorabile bambolina, che odorava di vaniglia e desideri giganteschi. Si rilassò e la salutò cordialmente, mentre insieme si addentravano nel centro commerciale. La nuova arrivata si era ormai ambientata e cercava di informarla su tutti i progressi ottenuti durante la sua assenza, come un bimbo che mostra insistentemente un disegno ai propri genitori. Misa si chiuse nel suo mondo. Osservò la lista dei dolci da preparare e con aria affranta capì che per quel giorno non avrebbero dovuto preparare niente di eccezionale. Si adombrò ancora di più. Intanto il giradischi accanto a lei non smetteva di ronzare. Ripensò a quello che era successo a Neo Venezia e un sorriso le sfuggì dalle labbra. Stava montando a neve le chiare per fare la torta tenerina, quando udì l'ultima parte del discorso di Risha:"...E quindi io non mi voglio dare per vinta! Se tu non puoi essere ciò che desidero io... Allora io sarò quello che desideri tu. Misa, ti prego non respingermi di nuovo! Tu.. tu... Io... Mi piaci davvero!" E detto questo l'abbracciò facendole cadere lo sbattitore dentro all'impasto. Gocce di liquido bianco colarono addosso a loro. Misaki era totalmente stordita sia dall'azione improvvisa sia dalle parole che aveva appena udito, che reagì in modo troppo lento. E la bambolina agì immediatamente. Si avvicinò leccandole via un po' di chiara che era caduta sul mento. Era terribilmente carina: sembrava come un gattino quando lecca il latte dalla ciotola. Misaki si ritrovò ad abbracciarla, mentre quella lingua diventava sempre più irriverente ed eccitante. Il flebile filo della ragione si spezzò: si ritrovò a baciare teneramente quella bocca fresca che oggi sapeva di gelsomino e albume d'uova. Leccò anche lei il volto della pasticcera, ripulendolo giusto un attimo prima che le loro bocche iniziassero a giocare, in un connubio perfetto di saliva e dolcezza. Risha ormai si stava abbandonando completamente a lei e sembrava che sprizzasse felicità da tutti i pori. Nel lasso di tempo di un bacio, Misaki vide come in un film quello che avrebbe potuto essere la sua vita se avesse accettato quei sentimenti e quella bontà: si immaginava accanto a lei, mentre cucinavano, mentre facevano una vacanza insieme, mentre andavano in giro con la moto o sulla sua Josephine. Idealizzò loro due a metà della vita, con le prime rughe e i segni del tempo sul corpo. E capì che avrebbe desiderato stare con lei. Fermò quel bacio, allontanandola dalle spalle. Sorrise mesta mentre pronunciava quelle amare parole:"Risha, sei una bravissima ragazza e ti adoro. Ma tra noi non potrà mai esserci più di questo. Possiamo essere colleghe di lavoro, magari amiche, ma mai amanti. Io desidero una cosa che te non potrai mai darmi. E l'unico che può farlo è Thresh, l'uomo per cui sono disposta a tutto, quello a cui ho donato tutto di me. Non potrai mai essere quello di cui ora ho bisogno. Mi dispiace." Risha scoppiò a piangere come una vite tagliata, provò in tutti i modi a scuotere Misaki dalle sue intenzioni, cercò di convincerla che avrebbe potuto farcela, che sarebbe cambiata per lei. Sorrise: come era buffa la vita. Solo poco tempo prima lei e Thresh avevano avuto una conversazione simile, solo a parti invertite. Non poteva credere che le cose sarebbero cambiate così tanto. Fin da subito notò le enormi differenze tra loro due. Avevano dei caratteri talmente all'opposto. Le carezzò la guancia con affetto sincero. "Risha. Per oggi torna a casa, riposati. Spiegherò io al capo la situazione." La ragazza si fece infine convincere e mestamente si avviò fuori, lasciando a Misaki il lavoro da fare e l'amaro in bocca. Se solo l'avesse conosciuta qualche tempo prima! Ma ora era davvero troppo tardi. La lanterna era affamata e anche lei si sentiva allo stesso modo. Si infilò dentro alla cella frigorifera per rinfrescarsi un po' le idee e sbollire certi desideri. Quando ne uscì era più calma e pronta a finire le torte. Era davvero molto indietro. Riprese in mano le chiare e con lentezza le montò. Poi aggiunse a filo la fecola di patate, il cacao liquido e lo zucchero. Con la spatola prese a girarlo con dei movimenti dal basso verso l'alto per non smontare le chiare. Infine prese venti stampi cilindrici da 22cm e vi versò dentro l'impasto e infornò. Avrebbero impiegato quasi 40 minuti a cuocere, quindi aveva tutto il tempo per poter fare la zuppa inglese. Tolse dal sottovuoto le torte a "zebra" che aveva preparato un po' di tempo prima e le tagliò a bocconcini lunghi circa 7/8 cm. Li inzuppò nel caffè allungato e li distese nelle pirofile di vetro. Intanto la crema bolliva energicamente sul fuoco. Con un romaiolo la versava sopra ai pezzetti di torta, mentre con l'altra mano distribuiva l'alchemenz. Ripeté la stessa operazione più volte in modo da formare tre strati dentro ad ogni pirofila. Infine mise tutto dentro al frigo. Prima di due ore non sarebbero state pronte. Ormai mancava poco al cambio turno, quindi sistemò il locale, ripulì e fece la lista della spesa degli ingredienti che mancavano o di cui avrebbe avuto bisogno di lì ai prossimi giorni. Si sentiva stanca, ma anche terribilmente eccitata. Si sistemò e uscì a passo deciso, la sigaretta in bocca già accesa. Sì, era proprio un bel momento per andare a caccia.
     
    .
  2. †_†yun yun †_†
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Quella notte dormì poco. Si agitò ripetute volte rivoltando completamente il divano su cui dormiva. Sì, era giunto il momento di comprarsi un letto. Avrebbe aspettato la fine del mese il proprio stipendio e si sarebbe comprata un comodo materasso e una rete. Ne aveva davvero bisogno. Ultimamente i dolori alla schiena erano aumentati, soprattutto nella zona lombare, e non trovava mai una posizione comoda per sdraiarsi. Si alzò che il sole ancora non si vedeva. Aprì la porta-finestra per areare la stanza: un freddo vento mattutino inondò l'ambiente. Respirò a pieni polmoni mentre distendeva gli arti indolenziti. Con studiata calma preparò un caffè mentre si vestiva. Si infilò nel bagno per svolgere le normali funzioni corporali, si pettinò i capelli, un filo di mascara ed era pronta. Incontrò la sua vicina di casa, quella che cercava sempre il gatto e cordialmente la salutò mentre scendeva le scale. Solo quando fu fuori si accorse che i primi pallidi raggi di sole squarciavano le tenebre. Sorrise di rimando a quel debole saluto. Indossò il casco e partì. A quell'ora della mattina erano ben pochi quelli che si mettevano alla guida e ancor meno quelli che camminavano lungo le strade. Si concesse così, come ogni volta che aveva il primo turno, di guidare in maniera spensierata e disinibita: amava correre, amava la velocità e il rischio sulla strada. Ogni volta che piegava si chiedeva quanto mancasse a toccare l'asfalto con la pedalina e cercava sempre di piegarsi un po' di più. Non aveva nessuno a cronometrarle il tempo, solo un orologio da polso. Ma quando scendeva guardava speranzosa le lancette, pregando di aver abbassato ancora il suo record. Non era molto, ma tanto le bastava per essere felice. Quel giorno non ebbe quella fortuna, quindi parcheggiò tenendo le orecchie ciondoloni. Non appena mise in bocca la sua sigaretta mattutina il suo umore migliorò di nuovo: era davvero una ragazza molto volubile in quei giorni. In pochi tiri finì quel dolce piacere personale ed entrò di buon umore nella bottega. Annusò l'aria di dolci che permeava la stanza e riempì i polmoni di zucchero. Spalancò la porta del retrobottega perché le era parso che ci fosse una luce accesa. E così era. I neon illuminavano l'intera stanza, i forni erano accesi e al loro interno cuocevano lentamente dei dolci da scoprire. Una pila di ciotole e tegami già lavati svettava accanto al lavello e un forte odore di glassa si spargeva nella stanza. Rimase a bocca aperta e con gli occhi sgranati mentre osservava stupefatta la scena. Stava ancora tenendo la porta aperta, incredula. O stava ancora dormendo, oppure le fate e i folletti aiutanti esistevano davvero. Scosse il capo, come a scacciare quei pensieri e a fare lucidità nella propria mente. Mentre si muoveva per la stanza, vide accovacciata su se stessa Risha, gli occhi chiusi e il viso infarinato. Dormiva profondamente. Pareva così piccola e indifesa che le fece tenerezza. Avrebbe voluto sgridarla, spedirla a casa e farla licenziare, per quello che aveva fatto. Per una come lei era troppo pericoloso girare di notte da sola, almeno quanto lo era stare con Misaki in questo momento. Si accucciò accanto a lei, osservandole i bei lineamenti rilassati. Scosse la testa, abbandonando ogni pensiero e la prese in collo. Non fu troppo difficile issarla sul bancone: la ragazza era leggera e lei aveva dei muscoli forti, abituati a combattere contro il vento e il mare. La sdraiò delicatamente e le mise il giacchetto come coperta e un grembiule come cuscino. La debosciata dormiva ancora, tranquilla, come se stesse facendo i sogni più belli della sua vita.
    Era tempo di lavorare seriamente. La piccoletta aveva fatto il possibile, ma ovviamente mancava ancora molto da fare. Controllò i timer dei forni e comprese che a breve avrebbero trillato energicamente. Impostò la connessione tra telefono e forno e mise in vibrazione, così Risha avrebbe dormito per un altro pezzo. Controllò anche la lista degli ordini e decisi di iniziare a preparare le decorazioni per una torta di fidanzamento: i futuri sposi volevano una torta mimosa (che aveva già preparato), ricoperta con dei petali bianchi al gelsomino e con al centro due pupazzatti che rappresentassero la coppia. Stese così il fondant necessario per fare tutto il lavoro e iniziò a modellare le due sagome umane. Alla sposa avrebbe fatto un abito bianco, ma in stile ninfa delle foreste, con due piccole ali sulla schiena. L'avrebbe modellata come se fosse in volo, intenta a baciare il suo principe delle fiabe. Lui avrebbe avuto la mano su quella della fata, mentre aveva entrambi i piedi a terra. I suo vestiti sarebbero stati semplici ma ugualmente eleganti, come quelli di un folletto dei boschi. Aveva in mente quel progetto da giorni e non vedeva l'ora di realizzarlo. Man mano che il tempo passava, le figure prendevano vita e forma sotto le sue mani e dopo qualche ora erano pronti per essere dipinti. Preparava lei stessa i colori, con soli ingredienti naturali, perché voleva sempre che ogni pezzo della sua opera fosse commestibile. Prima prese l'areografo e dipinse le grandi superfici usando un colore di base, poi con dei pennelli di diverse grandezze prese a dipingere le ombreggiature e le rifiniture. I due abitanti dei sovrannaturale sembravano vivi e trasmettevano un senso di pace e amore indescrivibile. "Sono davvero magnifici" La voce morbida dietro di lei la fece sobbalzare. Risha era sveglia e in piedi accanto a lei. Da quanto stava lì? Era stata talmente tanto concentrata nel suo lavoro che non si era accorta della sua presenza. Prima ancora che riuscisse a sgridarla per il suo comportamento, la giovane fanciulla si era messa in piedi su uno dei piani di lavoro e assunse una posa del tutto simile a quella della futura sposa nella sua scultura. Aveva un'eleganza non indifferente e ogni suo movimento era apparso morbido e sensuale. Dio, cosa la portava a fare quella ragazza. Ma era così bella, così dolcemente innocente. Che decise che avrebbe provato, almeno per quella mattina a stare con lei. Si mise sotto di lei e cercò di assumere la posa del futuro sposo. Per ultime poggiò le labbra su quelle di Risha. Erano dolci e morbide come le ricordava. Ma non avrebbe fatto di più. Toccava alla giovane assistente spingersi oltre quella fragile barriera di controllo che Misaki aveva posto fra loro. E lei non aspettò altro e le sue labbra fremettero di gioia, irradiando la propria felicità. Le si gettò al collo, baciandole tutta la faccia con un'enfasi incredibile. Difficile arginare quel fiume in piena di ormoni ed euforia. "Piano, piano sciabordita! Non aspettarti niente da me e non chiedermi niente. Diciamo che qualche volta, se la situazione lo consentirà, potremo provare a stare un po' insieme, ma" E le afferrò la nuca, per guardarla intensamente negli occhi: "Io sono già innamorata. Quindi non invocare il mio amore. E soprattutto preparati a cambiare un pochino... Per me." E detto questo la baciò in profondità, mentre con un braccio le cingeva la vita a sé. Risha la circondò con le braccia con evidente trasporto. Forse non aveva prestato troppa attenzione alle sue parole, ma presto avrebbe scoperto su se stessa cosa significava amare una come lei. "Non ti farò mai pentire di questa tua scelta" Esclamò l'assistente.
    Dopo qualche attimo passato ancora a cercarsi con i corpi, presero lentamente a lavorare, fianco a fianco sulle ultime decorazioni della torta mimosa. Il risultato finale era davvero splendido e le due figure al centro parevano davvero reali. Misaki le osservò con attenzione, per capire se mancasse qualcosa. Più guardava quelle due figure inanimate, più le veniva in mente la riproduzione reale che aveva creato Risha.
    In quel momento giunse con passo imperioso la loro capa. "Oh le mie ragazze! Risha, come ti trovi qua da noi? Misaki ti fa sentire a tuo agio? Questa è la torta di fidanzamento? Bellina, sì, caruccia. Può andare. Mettetela di là, poi passeranno i genitori dello sposo a ritirarla. Ispezionò a fondo il locale, soffermandosi a lungo davanti ai dolci che avevano sfornato poco prima. Poi finalmente dette il via libera. "Una volta che avrete finito di sistemare, potrete andare verso casa. Ci vediamo domani nel pomeriggio." E con la stessa velocità con cui era entrata, uscì dalla stanza portandosi via il suo odore di stantio. Le due ragazze si guardarono negli occhi, estremamente felici. Già pregustavano quello che avrebbero fatto durante le prossime ore.
     
    .
  3. †_†yun yun †_†
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    "Ma porca vacca! Guarda che cazzo di ore sono! Maledizione!"
    Si era divertita troppo ultimamente e per questo adesso era in un ritardo catastrofico. Corse a perdifiato attraverso gli ampi saloni vuoti del centro commerciale, mentre cercava di raggiungere disperatamente la propria postazione prima dell'arrivo della sua datrice di lavoro. Ripensò al motivo del suo ritardo e subito ridacchiò soddisfatta. Beh sì, ultimamente si era proprio lasciata andare. Alle emozioni, allo svago e alla frenesia. Spalancò a forza la porta del retrobottega e in un lampo si cambiò. Nemmeno due secondi dopo si aprì la porta principale e la sua capa fece il suo ingresso:"Buongiorno Misaki, non cercare di fregarmi ho visto che sei appena arrivata" Salutò acidamente mentre Misaki cercava di mostrarsi impegnata mentre fingeva di pulire le stoviglie. Sospirò. "Per oggi voglio che siano pronti: 10 torte alla nocciola, 10 teglie di castagnaccio, e 20 torte al limone. Come avrai notato l'ingrediente chiave di ciascuno di questi dolci è di stagione. Quindi cerca di farli risaltare al meglio. Buon lavoro." Purtroppo quando la proprietaria compariva di prima mattina era solo per dare ordini... Spiacevoli. In più sapeva che Risha avrebbe avuto il turno pomeridiano. Un vero peccato: in due avrebbero fatto sicuramente prima e dopo si sarebbero divertite. Ma non si perse d'animo: arrotolò le maniche e partì subito con le torte alla nocciola.
    Prese il suo ricettario personale e mentalmente decuplicò le dosi: 30 uova, 2kg di zucchero bianco, 1.7 kg di farina, 300gr di cacao in polvere, 1kg di nocciole, 10 bustine di lievito, 1 litro di latte e 1,5 litri di olio di semi. Prese così a lavorare le uova e lo zucchero in una grande bacinella a cui lentamente aggiungeva il latte e l'olio. L'operazione le impiegò qualche minuto abbondante. Prese un grande colino e pian piano setacciò la farina 00, il cacao amaro e il lieto, per evitare che si formassero dei grumi nell'impasto. Recuperò 10 tortiere della stessa dimensione (26 cm di diametro) e le cosparse di burro e altro cacao amaro per evitare che il dolce si attaccasse ai bordi. Recuperò dal magazzino un sacco di nocciole: avevano un sapore stupendo dolce, con una vena di amarognolo in retrogusto. Le sgusciò e le tritò. Ci volle un bel po' di tempo ma alla fine cosparse gli impasti con i frutti secchi e infornò. Avrebbero cotto in forno preriscaldato per 25 minuti a 180°. Durante la cottura un forte odore di farcitura spalmabile di cacao e nocciole si sparse nella stanza.
    Sfogliò ancora le pagine fino a raggiungere quella dedicata alla torta al limone. Controllò le dosi per una porzione: 250 gr di burro, 120 gr di farina, 4 uova, 1 bustina di lievito, 120 gr di maizena, 200 gr di zucchero bianco, 1/2 limoni. Mentalmente fece di nuovo il calcolo e dopo lo controllò una seconda volta per essere sicura di non sbagliare. Prese una padella e vi fece sciogliere il burro lentamente senza portarlo mai oltre i 70° per evitare che si bruciasse. Poi lo trasferì in un'insalatiera di notevoli dimensioni e vi versò dentro lo zucchero. Prese un colino pulito e aggiunse le polveri setacciate. In un contenitore a parte montò gli albumi a neve con la metà avanzata dello zucchero. Sempre dal magazzino prese i limoni della costiera e subito un odore di mare le travolse il naso facendola andare indietro nel tempo, a quando coglieva quegli agrumi meravigliosi direttamente dalle piante. Fece una spremuta con il succo di limone e la passò con il colino, per non far entrare dei piccoli residui del frutto all'interno del dolce. Unì il succo al composto con le chiare e poi a quello con il burro. Rovistò a fondo nelle dispense, e alla fine fu in grado di racimolare 20 tortiere della stessa grandezza. Anche qui imburrò e cosparse di zucchero vanigliato. Infornò a 180° dove avrebbero cotto per circa un'ora.
    Intanto pensò che come decorazione avrebbe potuto metterci dei girigogoli fatti con il cioccolato bianco al latte. Prese quello che le serviva e lo mise a sciogliere con il burro in una padella capiente. Non appena fu caldo lo versò su un piano da lavoro in alluminio e attraverso due spatole prese a lavorare il cioccolato in modo da renderlo arioso e leggero, oltre che malleabile. Infine prese la pellicola trasparente e ne tagliò dei quadrati che dispose sul tavolo: prese un cucchiaio pieno di cioccolata e schizzò la pellicola disegnando dei lunghi fili uniti tra loro. Prima che il cioccolato si freddasse dette la forma alla pellicola come se fossero dei piccoli nidi di fringuelli.
    Si deterse il sudore dalla fronte non appena ebbe finito di fare quella lunga e impegnativa operazione. Però era soddisfatta di come aveva lavorato durante la mattinata. Uscì per fare 5 minuti di pausa e fumarsi una sigaretta. Al suo rientro controllò che la situazione fosse sotto controllo: i dolci alle nocciole erano già a riposare, mentre a quelli al limone mancava ancora circa metà cottura. Poteva dedicarsi al castagnaccio. Non era un dolce che aveva preparato molte volte nella propria vita, ma era molto semplice da preparare. Le servivano soltanto: 5kg di farina di castagne, 30 cucchiai di olio extravergine d'oliva, 1kg di pinoli, 8 etti di uvetta sultanina, rosmarino e acqua a volontà. Era una dose massiccia, ma per dieci teglie sperava che bastasse. Decise di lavorare su più zangole e di dividere equamente l'impasto: non aveva voglia di mettersi di già a pulire l'enorme mole di cocci sudici che straripava dal lavello. Per prima cosa divise la farina e poi la rese malleabile con l'aggiunta di acqua. Poi vi versò circa 15 cucchiai di olio e i pinoli. Tolse l'uvetta dall'acqua, dove era stata messa per "rinvivire" e la gettò nei composti a manciate. Con le mani prese a lavorare gli impasti cercando pian piano di dar loro una forma pianeggiante. Mise la carta da forno sul fondo delle teglie e poi vi versò l'impasto. Condì con abbondante olio, rosmarino e i pinoli avanzati. Ad una ad una le infilò nel forno e regolò la temperatura a 200° dove avrebbero cotto per circa 30 minuti.
    Guardò con astio la pila sempre più straripante di tegami, pentole, mestoli e setacci. Prese una spugna e il sapone e iniziò a lavare mentre canticchiava una vecchia canzone di mare:

    "Quindici uomini su una cassa da morto...
    Io-ho-ho! Io-ho-ho! E una bottiglia di rum per conforto!
    Il bere e Satana li ha spediti in porto,
    Io-ho-ho! E una bottiglia di rum per conforto!"

     
    .
  4.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Become my Patron
    On Patreon

    Group
    HF GDR Staff
    Posts
    16,616
    Location
    Dalla terza vita

    Status
    Anonymous
    Visto le tre rischieste ignorate, valute tutti e tre i post: il tuo compenso per tutte e tre sono 300 soldi.
     
    .
  5. †_†yun yun †_†
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Grazie mille Hina!


    Era un periodo felice. Tante, forse troppe, cose andavano per il verso giusto. Dopo essersi spaccata le braccia e dopo infinite levatacce mattutine, stava finalmente mettendo da parte un po' di soldi. Certo ancora non si poteva parlare di cifre enormi, ma era sicura che ben presto avrebbe potuto apportare quelle agognate migliorie al suo appartamento. Per aprire una propria attività era ancora troppo presto ma Misaki era ottimista. Rifece mentalmente i calcoli dei suoi ultimi guadagni e capì che avrebbe potuto comprarsi un letto decente entro la fine del mese. Esultò: niente più atroci mal di schiena e terribili torcicollo appena sveglia. Parcheggiò la moto nel solito posto e la guardò amorevolmente, sperando un giorno di poterle comprare una marmitta più potente e di poterle cambiare il colore della vernice. Voleva renderla più accattivante, tutta nera lucida con le rifiniture in oro. L'avrebbe amata ancora di più. Si diresse sul retro del negozio a passo tranquillo, stamattina era arrivata in perfetto orario. Accese le luci mentre inspirava aria dolciastra e si guardò intorno alla ricerca del foglietto della comanda. Lo trovò e lesse solo "marmellata". Non riuscendo a capire per bene l'ordine si diresse verso la cella frigo, con un terribile presentimento. Quando aprì la porta un forte odore di frutta fresca e matura la investì con la forza di un tir con rimorchio. Ordinate nelle cassette c'erano decine e decine di frutti: arance, more, albicocche, pesche... Un trionfo di colori e sapori. Guardando quella mole si sentì persa. Avrebbe impiegato ore e ore per pulirla e prepararla tutta. Scosse la testa sconsolata e tirò fuori le cassette delle more. Sicuramente l'avrebbero impegnata a lungo. Prese un contenitore molto grande e le versò tutte dentro per lavarle sotto il getto dell'acqua. Doveva essere sicura di togliere ogni residuo di fogliame o eventuali spini; quindi ripeté l'operazione più volte. In una grande padella le mise a cuocere a fuoco lento con un po' di acqua e con un mestolo di legno prese a schiacciarle. Quest'operazione la impegnò per circa 20 minuti. Prese un grande passaverdura con il dischetto a fori medi e vi versò dentro la poltiglia ottenuti. E' un procedimento che causa un grande scarto, ma è l'unico modo possibile per togliere i semini. Quando ebbe finito di passarli una prima volta, cambiò il dischetto prendendone uno a fori piccoli. Girava, girava, girava e girava ancora. Le braccia ormai erano indolenzite e quasi tremolanti dal troppo sforzo. Riprese la padella utilizzata prima e vi buttò le more ormai ridotte a una massa informe e vi aggiunse lo zucchero bianco: 7 etti ogni chilo di passata. Ogni tanto girava il mestolo per evitare che il composto attaccasse al fondo. Doveva cuocere per quasi un'ora e mezza e voleva evitare di avere parti bruciacchiate.
    Tornò nuovamente in cella e afferrò le cassette con le pesche noci. Non aveva idea da dove venissero (visto che non era la loro stagione), ma avevano un profumo delizioso ed erano mature al punto giusto. Le lavò molto bene, ma non le sbucciò. Prese una pentola di dimensioni considerevoli e man mano che le tagliava a pezzi le buttava direttamente dentro. Ogni boccone era di forma e grandezza diversa e man mano che tagliava, le sue mani diventavano molto appiccicose. Buttò i noccioli nei rifiuti organici. Aggiunse 800 grammi di zucchero ogni due chili di pesche. Questo tipo di marmellata cuoce in circa 30 minuti, ma doveva stare comunque attenta che non si attaccasse sul fondo. Con una mano girava la marmellata di more e con l'altra quella di pesche. Sembrava quasi una strega che preparava una pozione dentro ad un grosso calderone. E mentre girava le venne in mente una canzoncina che le cantava sua mamma quando era piccola:

    E le streghe ballano
    La danza per i maghi
    Con un filtro magico
    Per spaventare i draghi

    Gira, gira il mestolo
    Tira su il coperchio
    Fuoco, fuoco notte e dì
    Le streghe fan così
    Svuotano i barili
    Bevendo a più non posso
    Quando si ubriacano
    Finiscono nel fosso

    Gira, gira il mestolo
    Tira su il coperchio
    Fuoco, fuoco notte e dì
    Le streghe fan così
    Due zampe di topo
    Una coda di serpente
    Quattro pipistrelli
    Un ragno senza un dente
    Quattro pipistrelli
    Un ragno senza un dente
    Questo filtro magico
    è ancora più potente



    Se qualcuno l'avesse sentita cantare quelle parole, forse avrebbe smesso di frequentare lo "Sweet Honey". Ma non le importava. Mentre cucinava le tornarono alla mente i ricordi di sua mamma, che aveva perso da poco. Le aveva voluto un bene dell'anima e la ricordava con infinito affetto.
    Scrollò la testa e le spalle, ripensando a dove era e a cosa stava facendo. Prese i barattoli sterilizzati e pian piano vi versò le due marmellate ancora calde, riempiendoli quasi fino al bordo. Poi li chiuse con forza e li mise a testa in giù e li coprì con un posatino. Avrebbero riposato a quel modo per circa 3 ore.
    Per la terza volta rimise piede in cella e questa volta prese le arance. Lavò accuratamente le arance non trattate, poi ne scelse due e le sbucciò, stando bene attenta a non tirare via la pellicina bianca, troppo amara. Triturò le bucce. Le altre invece le sbucciò togliendo anche il bianco e le ridusse a pezzettini, tolse i semi e le parti filamentose al centro. Prese l'ennesima pentola di grandi dimensioni, preoccupandosi già di quando avrebbe dovuto lavare tutti quei tegami. La mise sul fuoco spento e vi buttò dentro la polpa e i pezzettini di scorza ottenute. Ricoprì il tutto con abbondante acqua. Avrebbe dovuto riposare così per alcune ore. Una volta passato il giusto tempo avrebbe acceso il gas e vi avrebbe aggiunto tanto zucchero quanto il peso delle arance. Lentamente avrebbe aspettato che la componente zuccherina si sciogliesse per poter coprire con un coperchio. Da quando la passata inizia a bollire si doveva poi contare circa un'ora, mescolando sempre di tanto in tanto. Anche in questo caso, la marmellata va versata nei barattoli sterilizzati quando è ancora calda.
    Infine raggiunse per l'ultima volta il frigo e prese tutte le cassette di albicocche. Come per gli altri frutti, le pulì, le snocciolò e le tagliò a pezzi abbastanza grandi e li mise in una pentola dal bordo alto. Poi ne prese un'altra e vi mise 700 grammi di zucchero e 200 millilitri di acqua ogni 1,2 chilogrammi di albicocche: portò a ebollizione e fece cuocere per circa 15 minuti in modo da ottenere uno sciroppo. Infine versò lo sciroppo dentro alle albicocche e lasciò cuocere per circa 35 minuti.
    Il locale era un disastro. Pezzi di frutta erano spiaccicati più o meno ovunque. Pentole e tegami erano sparsi per la stanza. Si guardò sconsolata intorno e mentre le marmellate riposavano placidamente nei loro barattoli, lei prese una spugnetta e iniziò a pulire. Intonò nuovamente la canzoncina di prima, che ormai le era entrata nella testa:

    Le streghe fan così
    Due zampe di topo
    Una coda di serpente
    Quattro pipistrelli
    Un ragno senza un dente

     
    .
  6. †_†yun yun †_†
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Prese l'ennesima fetta di ananas già pronta e la mise sulla piastra. Ormai da quasi un'ora stava davanti a quella griglia a cucinare. Il caldo dentro al retrobottega stava diventando insopportabile. Così come l'odore dolce. Stava preparando l'ananas alla griglia con miele e cannella: un dolce semplice e in linea di massima veloce da preparare. Se non fosse per il fatto che doveva cuocere 30 frutti. Un vero suicidio. Dopo averli sbucciati e ripuliti, aveva iniziato a posarli sulla piastra già rovente e man mano li rigirava, uno ad uno fino a portarli alla fine della cottura, dopo circa 10 minuti. Nel mentre le impiattava su grandi vassoi che aveva portato la compratrice. Sopra vi spargeva in abbondanza miele, zucchero di canna e cannella, che si scioglievano sulle fette ancora calde, aumentando considerevolmente la quantità di zuccheri presente nell'aria. Presto la signora sarebbe passata a ritirarli e lei doveva fare il più in fretta possibile. Ormai aveva preso una certa dimestichezza nel girare le fette: all'inizio era stata costretta a buttare via un paio di risultati pessimi, o perché bruciacchiati o perché si erano completamente disfatti. Ora invece procedeva abbastanza spedita ed era soddisfatta del risultato. Sperò che anche all'acquirente potesse piacere il suo lavoro. Posò l'ultima fetta giusto in tempo. "Misaki! Ho bisogno degli ananas cotti! La signora Guandolfini è arrivata e non voglio farla attendere. Sono queste vero? Molto bene, continua pure con il tuo lavoro." Come al solito la sua presenza era come quella di un uragano: veniva e andava via con la stessa irruenza e velocità. Sospirò alle sue spalle mentre raccoglieva gli ingredienti per fare i biscotti di tè Matcha. Dovevano essere esposti al più presto sul bancone delle vendite. Come prima volta aveva intenzione di fare una dose doppia, senza esagerare troppo: era sicura che sarebbero piaciuto, ma le sarebbe dispiaciuto doverli buttare se fossero rimasti invenduti. Così pesò un chilo di farina, 4 cucchiai di tè verde in polvere, un cucchiaino di sale, 500 grammi di butto a temperatura ambiente e 250 grammi di zucchero bianco. Setacciò la farina e il tè in polvere, a cui aggiunse poi il sale. In un'altra bacinella fece ammorbidire a mano il burro a cui poi unì lo zucchero. Mise il primo composto nel secondo e mescolò lentamente fino a che non ottenne una pasta compatta. Fece attenzione a non lavorarla troppo, proprio come quando faceva la pasta frolla. Strappò un pezzo di pellicola trasparente e ci avvolse intorno l'impasto, dandogli la forma di una grossa caramella. Infine lo adagiò nel frigo, dove avrebbe riposato per circa mezz'ora. Preparò le teglie con la carta da forno e accese la macchina, mettendola a 175 gradi. Mentre aspettava riuscì pure a fumarsi una sigaretta in tutta tranquillità, godendosi quel momento di pace silenziosa. Aveva bisogno di quegli attimi, in cui poteva rilassarsi e far divagare la mente. Purtroppo però questi momenti di relax in solitaria non potevano mai durare troppo a lungo e quindi rientrò, pronta ad infornare i biscotti dopo aver dato loro una forma circolare. Avrebbero cotto in circa 15/20 minuti. Infine si apprestò a preparare i brownies al cioccolato, una ricetta che nella sua famiglia si tramandava da diverso tempo, anche se nessuno sapeva il perché. Prese il ricettario e lesse gli ingredienti necessari: 175 grammi di burro, 60 grammi di nocciole, 2 cucchiai di cacao amaro in polvere, 1 pizzico di sale, 2 uova, 200 grammi di cioccolato, 120 grammi di zucchero, 120 grammi di farina e un cucchiaino di lievito in polvere. Con l'aiuto della calcolatrice triplicò le dosi, poi fu pronta ad iniziare. Tagliò il cioccolato a pezzettoni, mentre in una pentola faceva sciogliere il burro a fiamma bassa: mentre si scioglieva aggiungeva man mano i pezzi di cioccolato e il cacao in polvere in modo da ottenere una perfetta crema al cacao, liquida e corposa. In una bacinella capiente unì le uova e lo zucchero, montandoli a mano con energia. Quando poteva evitava di usare la planetaria. Amava cucinare, quindi perché lasciare il meglio e il divertente del lavoro ad una macchina senza emozioni?
    Quando ebbero raggiunto la giusta consistenza, vi unì anche la crema al cacao ottenuta, la farina passata al setaccio e il lievito. Per ultime vi triturò dentro le nocciole, in maniera molto grossolana. L'impasto era pronto. Così prese tre teglie rettangolari, le coprì con la carta da forno e vi versò dentro l'impasto. Infornò a 180 gradi, dove avrebbero cotto per circa 40 minuti. Poi avrebbe tolto le teglie dal forno, avrebbe fatto riposare i brownies per dieci minuti e infine li avrebbe tagliati a cubi piuttosto grandi. Ma adesso aveva bisogno di riposarsi. Non sapeva come mai, non sapeva da cosa fosse dovuto. Semplicemente negli ultimi tempi era molto più stanca e si affaticava prima. Aveva due teorie in mente: la prima forse meno probabile, era dovuta ai nuovi poteri acquisiti con la lanterna e a quanto l'aveva usata da quando le era stata donata. Mentre la seconda... Non osava pensarci più di tanto. Prima di tutto doveva andare a fare delle analisi del sangue, magari qualcosa sarebbe venuto fuori da lì. Altrimenti ne avrebbe parlato con Thresh, lui forse avrebbe saputo che cosa dirle. Forse. Ultimamente non si erano visti molto. E non sapeva come fare per contattarlo...
    Scacciò tutti quei pensieri dalla propria testa e si diresse verso la principale: "Signora, vorrei chiederle qualche giorno di riposo. Ultimamente non mi sento molto bene e avrei bisogno di stare a casa per un po'. E ne avrei approfittato anche per andare a fare un controllo generale, se per lei non è un problema qui." Le chiese con fare quasi da sottomessa. Sapeva che aveva talmente tante ferie arretrate da poterla far stare un mese a casa. E infatti la capa si dimostrò comprensiva:"Va bene Misaki, tanto ormai Risha è in grado di badare alla cucina. Rimettiti presto e non ti affaticare. Passa una buona settimana." A dire la verità non si aspettava che cedesse così facilmente, ma fu felice di sentirla parlare in quel modo. Raccolse la sua roba, salutò e si diresse verso la moto, stanca morta. Sì, doveva davvero andare a farsi visitare.
     
    .
  7.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Become my Patron
    On Patreon

    Group
    HF GDR Staff
    Posts
    16,616
    Location
    Dalla terza vita

    Status
    Anonymous
    Beccati sti 200 soldi per entrambi i post ^__^
     
    .
  8. †_†yun yun †_†
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Erano tutte lì, in piedi, poco prima dell'orario di apertura che la fissavano. Aveva chiesto quella piccola riunione mattutina in modo da informare tutte allo stesso tempo. A dire la verità non sapeva bene né che parole usare, né se usare una battutina. C'erano le due addette alla vendita, la sua capa e la tenera Risha che la fissava intensamente. Si schiarì la gola, pronta a parlare: "Scusate per quest riunione ma avevo bisogno di parlarvi. Come la signora sa, ho preso questi giorni di ferie perché non stavo tanto bene e avevo bisogno di andare a farmi dei controlli all'ospedale. E i risultati sono arrivati subito." Disse. Stava diventando sempre più simile all'amante. Le piacque vedere quelle donne come sospese sopra il filo di una ragnatela, come se fossero con la mente sospesa nel vuoto e nell'ignoto. Si beò per qualche istante di questa sensazione continuando a fissarle una ad una in silenzio. Le vedeva desiderose di conoscere, di sapere. Sembravano quasi preoccupate, ma man mano che il tempo passava il volto di Misaki si distese, mostrando un timido sorriso:"Sono al terzo mese. Il piccolo Loki non vede l'ora di uscire da qui." Comunicò abbracciandosi la pancia. Effettivamente ancora non era visibile, ma le dava un aria materna. Subito venne investita da un cicaleccio di "congratulazioni" e complimenti vari. Adesso il suo addome era messo al centro del mondo: tutte volevano toccarlo chiedere quanto mancava e cose simili. La accarezzavano e le sussurravano parole dolci, come per paura di svegliare il feto. Poi presero a considerare nuovamente lei, chiedendole come stava, come si sentiva e soprattutto chi era il padre. Ovviamente sapevano che non era sposata, ma nemmeno che avesse un amante fisso. Lei spiegò come meglio poté la relazione che c'era tra lei e il non morto, cercando di non scendere troppo nei dettagli. Erano anni che non si sentiva così: circondata da altri che la ammirano o la adulano. Dai tempi del liceo, per essere precisi. Era una sensazione bellissima e se ne prese cura.
    L'unica nota storta era il viso di Risha: l'aveva fissata in silenzio per molto tempo, quasi muta. Misaki sapeva bene il perché e si era aspettata quella reazione, ma non avrebbe potuto tenerlo nascosto, né cambiare in alcun modo le cose. Aveva deciso che l'avrebbe tenuta lontana dal suo mondo, proteggendola da se stessa come meglio poteva. E l'avrebbe fatto. Tornò a prestare attenzione alle altre, comunicando loro che avrebbe continuato a lavorare fino al sesto mese, poi, su consiglio della ginecologa, sarebbe entrata in maternità. "Non preoccuparti, te continua a venire fin quando te la sentirai. Nel frattempo magari aiuterai Risha a progredire e poi istruirai il o la nuova arrivata." E detto questo aprì una bottiglia di prosecco per festeggiare, accompagnata da alcuni dei loro dolcetti. Trascorsero così una piacevole ora persa in chiacchere, dove ognuna aveva qualcosa sa condividere con lei o da consigliare. Grazie a questo fu un grado di percepire per la prima volta dentro sé che stava per diventare madre. Istintivamente si massaggiò la pancia e tutte allora volevano fare come lei, convinta che il bambino si fosse mosso. Sorrise, lasciando loro quella piccola speranza.
    Poi ognuna tornò alle proprie postazioni, pronta a riprendere il lavoro. Misaki iniziò a raccogliere le ciotole e i mestoli. Quando furono sole Risha le si avvicinò per parlarle. Aveva gli occhi velai di lacrime e rabbia e si conteneva a fatica. "Perché? Perché non posso essere io? Perché a me non rivolgi mai sguardi come quelli? Lo sai cosa provo per te! Perché non mi accetti?" Si sfogò sibilandole all'orecchio. Il suo buon odore le invase la testa, facendola sbandare. Per fortuna ritrovò il suo autocontrollo:"Perché questa ora è la mia vita. E tu non puoi farne parte. Risha, noi abbiamo solo un rapporto legato dal lavoro. Questo bambino, è un legame che non si spezzerà con la fine del contratto." E detto questo si avviò verso la cella, per rimanere da sola. Le aveva rivolto parole dure e con asprezza aveva chiuso il discorso. Ma la sua assistente doveva stare lontana. Perché era così difficile proteggere qualcuno da se stessa? Afferrò la frutta e si accasciò per terra, cercando di calmare il suo cuore in subbuglio.
     
    .
  9.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    7,234
    Location
    Dietro di te OwO

    Status
    Anonymous
    90 dindi per la futura mamma con annesse congratulazioni. ^w^
     
    .
  10. †_†yun yun †_†
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Misaki era raggiante: indossava il suo primo vestitino premamam, anche se in realtà non è che ne avesse davvero bisogno. Era effettivamente troppo presto per avere una pancia visibile, eppure lei non aveva resistito e lo aveva comprato comunque: un lungo abito bianco, dalla gonna larga e gli spallini fini. Era comodo da mettere e teneva davvero fresco, senza impacciare i movimenti. L'ideale per una come lei che non stava mai ferma. La sua capa aveva deciso di farle fare degli orari più accomodanti, sebbene lei avesse provato a convincerla che non aveva bisogno. Ad esempio quella settimana lavorava quattro ore la mattina e quattro il pomeriggio a giorni alterni, con la scusa che così poteva prendersi il suo tempo. Tuttavia lei non ne aveva bisogno. In questo modo aveva fin troppe ore vuote. Aveva iniziato a impiegarle stando al parco lì vicino, un posto fresco e tranquillo, dove poteva rilassarsi e pensare in tranquillità alla sua nuova condizione. Aveva deciso che non appena avesse finito le sue ore ci sarebbe andata.
    Intanto si trovava alle prese con un po' di dolci da preparare. Per primo doveva fare 10 torte allo yogurt: la ginecologa le aveva detto di limitare i latticini crudi, quindi non avrebbe potuto assaggiare l'impasto. Un vero peccato. Prese dai vari scaffali: 3kg di biscotti, 1.5 kg di burro biologico, 7.5 litri di panna fresca, 5 litri di latte e 120 gr di fogli di gelatina. Non era mai stata molto brava nei calcoli, ma essendo una persona previdente, si portava sempre appresso la calcolatrice. Per prima cosa doveva sbriciolare i biscotti. Li infilò tutti in un grande sacchetto e poi con il mattarello prese a colpire con tutta la forza che aveva, come se stesse dando dei colpi di "kata" con il suo bokken verso un nemico immaginario. Vide che una delle due ragazze addette alla vendita si era affacciata per controllare che tutto fosse normale, poi se ne sgusciò nuovamente via. Nel frattempo mise il burro a sciogliere dentro un tegame piuttosto capiente. Non appena i biscotti furono pronti li versò nel tegame e amalgamò il tutto. Prese 10 stampi per torte dalle forme circolari con diametro tra 26 e 28 cm e li foderò con la carta da forno. Poi vi versò l'impasto ottenuto suddividendolo il più equamente possibile e pressò con le mani, in modo da rendere la superficie omogenea. In rapida sequenza mise gli impasti in frigo dove avrebbero riposato per circa 10 minuti, tolse la gelatina dall'acqua e la unì con il latte, mentre montava con il frullino elettrico la panna. Infine mise lo yogurt e il latte insieme e delicatamente vi aggiunse la panna montata, stando attenda a non farle perdere la spumosità. Tirò fuori dal frigo gli stampi e pian piano vi versò i composti. Con una spatola li livellò delicatamente e li rimise al fresco, dove avrebbero riposato per circa tre ore. Intanto prese lo zucchero semolato e lo mise a cuocere sul fondo, in modo da ottenere il caramello. Una volta fuso, con un cucchiaio avrebbe dato delle forme lineari o squadrate, come decorazione da apporvi sopra. Un dolce facile e fresco. Li osservò con affetto e tristezza: quanto avrebbe voluto infilarci dentro un dito per assaggiarli! Resistere non fu affatto facile. Nel frattempo decise di impiegare il proprio tempo per scrivere il suo ricettario: la capa le aveva detto che prima della maternità doveva averlo finito di scrivere, in modo che le sue future colleghe avessero una base su cui lavorare. Non era un compito molto gratificante e per nulla stimolante, ma prese in mano il grande quadernone e lo aprì. Ancora non aveva scritto nemmeno una pagina. Non aveva affatto voglia di trascrivere così, su carte quello che lei aveva imparato con anni e anni di impegno. Sospirò rumorosamente mentre guardava la pagina giallina e la penna. Poi decise di scrivere un'introduzione generale, un'inizio al suo compendio.

    Caro pasticcere,/ Cara pasticcera,
    se stai leggendo queste righe vuol dire che ti hanno scelto come mio successore, quindi congratulazioni. Immagino che non sia stato facile ottenere questo posto. I miei complimenti per il tuo risultato. Ciò che troverai in queste pagine, difficilmente potrai trovarlo su altri libri di ricette. Nel mio piccolo ho sempre cercato di inventare e sperimentare quanto più possibile, unendo tra loro sapori e consistenze diverse. Prima di addentrarti anche tu in questo mondo carico di fascino, dove si sviluppa principalmente la propria inventiva, ti pongo una sfida. Fai le mie ricette. Amale e falle amare come ho fatto io. Rendile belle e buone per gli altri. Quando avrei raggiunto il mio livello allora, e solo allora, potrai sbizzarrirti con la tua fantasia. Questa è una sfida. L'unico consiglio che posso darti è di prenderti il tuo tempo alla fine delle tue creazioni. Ogni tanto affacciati e guarda le reazioni dei clienti, senza farti notare. E giudica con correttezza il tuo operato. E' un buon modo per migliorarti. In bocca al lupo.


    Misaki
     
    .
  11.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    7,234
    Location
    Dietro di te OwO

    Status
    Anonymous
    90 dindi per Misaki in maternità. Con le dovute scuse per il ritardo.
     
    .
  12. †_†yun yun †_†
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Il vestitino azzurro, il suo preferito, quello con le maniche a bomberino svolazzava intrepido intorno alle sue gambe. Ma non quanto fino a poco tempo prima. Ora aveva imparato a guidare in maniera più moderata. Niente più sorpassi a pazza, niente più penni al semaforo, niente più drift in curva. Le sembrava quasi di guidare come un pensionato. Eppure era quella la cosa giusta da fare, vista la sua condizione. Scalò in prossimità del centro commerciale per poter parcheggiare languidamente, senza brusche frenate. Altro divertimento svanito. Aveva fiducia nelle proprie capacità di pilota, aveva alle proprie spalle talmente tante migliaia di chilometri che poteva andare sul sicuro. Ma un vecchio proverbio diceva che " A Tranquillo gli trombarono la moglie, che Preciso se la fece nei calzoni e che Sicuro morì ai ponticini". Non sapeva dove fossero questi famosi ponticini, ma di una cosa era certa: non avrebbe messo a rischio la sua vita mentre Loki era ancora dentro di lei. Anche se questo comportava molte rinunce. Come madre, avrebbe fatto la cosa giusta.
    Si tolse il casco e si avviò verso lo "Sweet Honey", ancora chiuso. Adorava arrivare lì quando non aveva nessuno intorno. Così aveva modo di potersi gustare in santa pace quel luogo che per lei era quasi sacro. Un posto dove poteva rilassarsi in santa pace, dove poteva creare ed estraniarsi dal mondo. L'odore dolce le permetteva di distendere gli arti, facendola calmare. Appena varcò la soglia inalò l'aria di zucchero e farina, sentendosi a casa. Accese le luci mentre si dirigeva verso i fornelli, in cerca del bigliettino con su scritti gli ordini per quella giornata. Apprese così che a breve sarebbe arrivata Risha, per occuparsi dei dolci, mentre lei avrebbe dovuto continuare a lavorare sul suo ricettario. Una bella palla. Le due si erano lasciate l'ultima volta con aspre parole e da allora non si erano più rivolte neanche un cenno di saluto. Sarebbe stata sicuramente una mattinata lunga e pesante. Misaki prese il quadernone, un paio di penne e si sedette su uno sgabello, a raccogliere le idee. Quale poteva essere la prima ricetta da inserire, dopo il suo preambolo? Ci pensò a lungo prima di iniziare. Poi decise che avrebbe seguito il suo stesso percorso di studio culinario. Chiuse gli occhi e ricordò qual'era il primo dolce che aveva preparato in vita sua. Sorrise al pensiero. Poi si mise a scrivere.


    La Crema
    Ingredienti per la dose di un dolce: 50gr di farina, 6 tuorli, 500ml di latte, 1 bacca di vaniglia, 150gr di zucchero, scorza di limone.
    Procedimento: Mettere in un pentolino a fuoco basso il latte, l'interno della bacca e la scorza del limone. In una bacinella mescolare bene le uova con lo zucchero con l'aiuto di una frusta, poi aggiungere le polveri setacciate. Quando il latte arriva ad ebollizione, aggiungere il composto continuando a girare sempre in senso orario, in modo da evitare la formazione dei grumi. Quando il latte verrà completamente assorbito, spegnere il fornello e ricoprire la crema con la pellicola trasparente. Da usare fredda. In frigo si mantiene per circa 2/3 giorni.


    Ecco, semplice, essenziale e funzionale. Alla base di molti dolci. Adorava la crema fatta in casa, anche se il suo primo risultato era stato piuttosto immangiabile. Sorrise al pensiero e subito ricordò qual'era il primo vero e proprio dolce che aveva infornato. E subito la sua mano prese a scrivere frenetica.

    La torta della nonna
    Ingredienti: 400gr di farina, 150gr di zucchero a velo, 1 bustina di vanillina, 4 tuorli, 200gr di burro. Per la crema usare la ricetta già scritta.
    Procedimento: In una bacinella mettere la farina setacciata e il burro non sfuso. Poi aggiungere lo zucchero e la vanillina; infine le uova. Impastare assolutamente con le mani, in modo da sciogliere il burro con il proprio calore e rendere il tutto malleabile. Infine avvolgere nella pellicola trasparente e mettere in frigo a riposare per circa 30 minuti. Una volta passato il tempo esatto, dividere l'impasto in due parti più o meno uguali e con l'ausilio di un mattarello stendere la pasta fino a raggiungere uno spessore di 6/7 millimetri. Mettere la base nella teglia e con una forchetta bucare il fondo. Mettete dei ceci crudi sopra l'impasto e infornare per circa 8 minuti. Poi tirate fuori e togliete i ceci. Versare la crema sopra al primo strato di pasta frolla. Infine ricoprire con il secondo disco di impasto già accuratamente steso. A piacere cospargere con un po' di pinoli. Cuocere a 180° per circa 45 minuti. Una volta freddato, aggiungete una spolverata di zucchero a velo sulla superficie. Si mantiene meglio al fresco, soprattutto nei mesi caldi.


    La ricetta di sua nonna paterna avrebbe continuato a vivere ancora a lungo. Fissò le parole appena scritte, ricordando alcuni episodi divertenti che le erano accaduto mentre provava a mettere il secondo strato di frolla sopra al dolce. Le prime volte si rompeva sempre.
    Era talmente concentrata nel proprio lavoro che non si era accorta dell'ora che si era fatta. Non aveva nemmeno sentito l'arrivo di Risha. Forse l'aveva anche salutata ma lei non se n'era accorta. Si stiracchiò gli arti e guardò l'orologio: erano le undici passate. Secondo i recenti accordi presi con la sua capa, lei ora poteva andarsene una volta finiti i propri compiti. "Ciao a tutte io vado!" Disse salutando in generale, senza rivolgersi a nessuno in particolare. Quasi corse fuori dal centro commerciale e subito il sole la investì, donandole un caldo abbraccio. Socchiuse gli occhi assaporando il calore scaldarle le braccia nude. Attraversò radiosa la strada e si diresse a piedi verso il parco lì vicino. Era presto, rispetto agli altri giorni, e quindi avrebbe potuto gustarsi ancora di più quella splendida sensazione su di sé. Cercò un angolo abbastanza riservato dei giardini. Un posto leggermente in penombra, dover potersi sdraiare sull'erba e pensare al futuro. Si accarezzò la pancia, in un gesto di infinito amore e prese a cantare qualche dolce nenia al piccolo Loki dentro di sé. Alzò lo sguardo e pensò a quant'era bella la vita.
     
    .
  13.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    7,234
    Location
    Dietro di te OwO

    Status
    Anonymous
    100 dindi assolutamente guadagnati. Le ricette le segnerò anch'io, per altro. :mia: E brava a Misaki.
     
    .
  14. †_†yun yun †_†
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Si era data non disponibile per quasi un mese. Questo il tempo che le era occorso prima di poter tornare a lavorare. La vicenda con Daniel era quasi un pezzetto chiuso nel passato, sempre presente ma mai di impiccio nella sua vita. Aveva scelto e come al solito, andava avanti. I primi giorni era stata uno straccio sia emotivamente che fisicamente. L'intera vicenda l'aveva turbata e le prime anime che aveva privato non era riuscita a metabolizzarle per bene. Poi erano arrivate le nausee. Per i primi mesi aveva creduto di esserne per uno strano caso del destino immune. Come si era sbagliata! Si era alzata per vomitare e aveva continuato per tutta la giornata. Le bastava vedere un uovo per avere i conati. L'odore di soffritto alla cipolla della vicina l'aveva costretta ad abbracciare la tazza del water per l'intero pomeriggio. Mai era stata così male in vita sua. Un malessere così era indescrivibile. In un solo mese aveva perso 4 chili. Sapeva che succedeva e la sua ginecologa l'aveva tranquillizzata su tutto. Solo che si era sentita troppo fiacca per andare a lavorare, oltre al fatto che non poteva fisicamente stare lì in mezzo a tutti quegli odori. Ora invece era tornata: niente moto e vestito nuovo. La sua pancia stava crescendo velocemente, quasi più in fretta del normale, e non entrava più nei suoi vestiti. Oggi indossava quindi un abito rosso molto, molto largo, con abbinato un cappello di paglia rosso. Si sentiva una mongolfiera in movimento. Entrò nel retro bottega e inspirò finalmente quei buonissimi odori di pasticceria, finalmente senza provare l'irrefrenabile impulso di rimettere anche i succhi gastrici. Accarezzò i piani di lavoro e guardò con nostalgia la sua postazione: quanto desiderava rimettersi a impastare! Eppure, anche per quella mattina, il suo compito era uno solo: scrivere quel cavolo di ricettario. Durante la sua assenza era andata avanti, portandosi il lavoro a casa. Ancora non era nemmeno a metà dell'opera, ma tutto procedeva secondo i piani. Si accomodò sul solito sgabello, stappò la penna, aprì la pagina e si mise a scrivere.

    Oreo, cioccolata e fragole
    Ingredienti: 300 grammi di fragole fresche, 330 grammi di biscotti Oreo, 110 grammi di burro vegetale, 200 grammi di cioccolato al latte, 100 grammi di cioccolato fondente, 200 millilitri di panna per dolci.
    Procedimento: frullare i biscotti Oreo per formare la base, quando sono abbastanza sbriciolati, aggiungere il burro fuso e continuare a frullare finché il tutto non è perfettamente amalgamato. Una volta pronto stendetelo direttamente sulla teglia prescelta ( 12x36 cm), stando attenti a ricoprire perfettamente tutti i bordi. Lasciar riposare in congelatore per almeno 30 minuti. Nel frattempo far sciogliere tutta la cioccolata in un unico pentolino, a fuoco medio-basso. Poi aggiungete la panna e mescolate bene finché tutto il composto non sarà perfettamente sciolto. Una volta pronto togliete la teglia dal congelatore e versateci dentro la cioccolata. Finita di stendere, aggiungete sopra le fragole a vostro gusto e tenete in congelatore per circa due ore. Servire fredda.


    Una ricetta semplice, ma capace di far svenire dal piacere anche il più rustico dei rustici. Veloce e facile da preparare, ottima da servire con gli amici in primavera, e per far sciogliere il cuore del proprio innamorato. Misaki aveva già pensato di farla assaggiare al suo lugubre amante e a Teemo, al loro prossimo incontro.
    Si stiracchiò la schiena, cercando di trovare conforto alle sue povere ossa. Non era preparata mentalmente a vedersi crescere la pancia. Era sempre stata una tipa in forma, senza rotolini in qua e là. Una ragazza atletica, pimpante e sempre in movimento. Ora faceva sempre più fatica a fare anche le cose più semplici. Per raggiungere i piedi doveva allargare molto le gambe, in modo da far spazio alla pancia tra esse. La notte doveva dormire con due cuscini tra le gambe, per poter dormire di fianco. Per non parlare di quando voleva massaggiarsi i piedi! E ovviamente la schiena era da buttare. Se solo avesse trovato qualcuno che gliela massaggiasse per un poco! Giusto per non sentirsi ogni attimo della propria giornata come se fosse stata trinciata da uno schiaccia-sassi. Ma ovviamente non aveva nessuno cui chiederlo. Prese un bicchiere di acqua fresca e si dissetò. Fuori il mondo continuava inesorabile la sua corsa verso l'ignoto: macchine in movimento, gente indaffarata, anziani verso il declino. La sua Lanterna a quelle considerazioni si ridestò, facendole nuovamente capire quanto necessitasse di essere nutrita. Ma per lei non era affatto facile. Ogni volta diventava sempre più difficile andare alla ricerca di qualcuno di adatto a soddisfare la sua sete. E ogni volta diventava più faticoso resistere fino alla volta successiva. Avrebbe dovuto trovare una soluzione a quel problema, altrimenti sarebbe arrivata intorno alla data del parco stanca e debole. Si sistemò il ciuffo che le cadeva sul volto e guardò il quadernino. "Ma sì via, quello che ho fatto oggi qui è sufficiente." Disse alla stanza vuota, riponendo il ricettario nello scaffale. Anche se non poteva mangiarle, adesso aveva davvero voglia di mangiarsi delle fragole. La sua stessa ricetta le aveva fatto venire l'acquolina in bocca. Così prese gli ingredienti e iniziò a frullare gli Oreo. Magari al posto delle fragole poteva metterci il cocco. O le ciliege. Poi lo avrebbe mangiato con le sue colleghe. Solo che doveva finirlo prima del loro arrivo, altrimenti le avrebbero impedito di fare pure quello!
     
    .
  15.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    I only have one more hand left that I can play
    There ain’t no time so let’s do it now, I say
    I’m on a wave, yeah!

    Group
    Member
    Posts
    5,190
    Location
    South of Heaven

    Status
    Anonymous
    100 dindi con la speranza che continui ad ingrassare Thresh.
     
    .
37 replies since 19/3/2014, 15:44   587 views
  Share  
.
Top