Relaxday

x Gioco di ombre

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    Io prendo… che prendo??????Questa o questa?
    Ruri era chinata sul menù nella spasmodica ricerca di una pizza che la catturasse più delle altre. Ahhhhhhhhhhhhhhh!!!! Uffà indecisione massimaaaaaaaaa!!! Va vene prendo una Sorrentina, no no una Marinara, noo aspetta… una…
    Il cameriere che gentilmente stava prendendo le loro ordinazioni iniziò a picchiettare il piede sinistro contro il pavimento. Quelle ragazze erano due belle gnocche ma quando uno sta lavorando e viene rallentato inizia a perdere la pazienza anche se davanti ha la più bella sorcona del mondo.
    Dunque… si… l’ho… si… ahh… um…
    Il giovane tutt’altro che bruttino stava per sbottare.
    Ok prendo una capricciosa con della birra rossa questa per l’esattezza!!!
    Ruri indicò un rigo del menù al cameriere, il quale dopo un lungo respiro con gli occhi al cielo si dileguò con la loro ordinazione. Ora che aveva deciso cosa prendere Ruri poté nuovamente prestare la massima attenzione alla sua amica e quando udì che per lei era la prima volta in un locale del genere sbottò senza preavviso.
    Ma dai… non ci credo, come mai non sei mai andata in un ristorante?
    Ruri alzò gli occhi puntandoli sulla sua amica, la sua espressione diceva tutto: era sorpresa e pensierosa allo stesso tempo.
    Non ci posso credere che non hai mai mangiato fuori di casa, ma non è una questione di soldi vero?
    Non era assolutamente nelle intenzioni della ragazza offenderla. La prima cosa che aveva pensato alle parole di lei erano stati i soldi, ma a primo impatto non le era sembrato possibile poiché aveva visto con quale disinvoltura Shyvana aveva tirato fuori la risma di banconote.
    Io in genere ci vado spesso con gli amici anche se a dirti la verità preferisco andare in una sala da The vicino casa mia. Li ci sono tantissimi dolci che sono una meraviglia per gli occhi.
    Ruri era una golosona quando si trattava di cioccolato, e in generale di cose dolci gli si inumidivano gli occhi tanto la rendevano felice. Ed infatti al sono pensiero di quei deliziosi manicaretti ella aveva preso una espressione beata e sognante.
    Io adoro le cose zuccherose!!!
    Poi tornando all’argomento che l’aveva così incuriosita proseguì.
    Ma sei mai rimasta a mangiare fuori casa magari da una amica? O che ne so a scuola. Cioè non è che…
    Ruri voleva trovare le parole adatte ma non sapeva come dirglielo. Sospettava che questo Iwan la tenesse relegata in casa, forse era un’ossessione, forse era malato. Ella iniziò a temere per la sua amica, visto anche la religiosa attenzione che aveva per lui.
     
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    Accidenti, non pensava che raccontare frottole fosse così difficile, sopratutto nel continuare la farsa a lungo. Non aveva mai mangiato in un ristorante perché lei cacciava prede, e spesso erano umane. Non poteva di certo dirle una cosa del genere.
    Già, non è per i soldi... bevve un sorso d'acqua per guadagnare un pochino di tempo e cercare una scusa che fosse plausibile.
    ...ecco io non ho molti amici. E quei pochissimi che ho non vanno in ristoranti. disse, sentendosi fiera di se stessa e della credibilità della situazione. Non è che fosse del tutto falso, aveva Vladimir e Iwan come amici. Anche se per lei erano più che semplici amici. Ruri continuò a parlare e a chiederle se fosse mai andata a mangiare da una amica, o in un posto che Shyvana sentì per la prima volta in vita sua.
    Scuola? Che cos'è una scuola? chiese curiosa, non avendo la minima idea che stava dando un'immagine di sé molto distorta. Non era poi strano che iniziasse a vedere Iwan come un padre despota e iperprotettivo. L'istinto le stava suggerendo che stava entrando in discorsi pericolosi, ma era troppo curiosa di scoprire cosa fosse "scuola". Avendo avuto una crescita accelerata: era passata da uno stadio infantile ad uno adolescenziale, per poi passare alla fase adulta nel giro di due mesi. Era un miracolo che Shyvana fosse stata in grado di leggere e scrivere. Merito di Iwan e della sua infinita pazienza con lei.
     
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    Più ascoltava Shyvana e più i conti non le tornavano. Non solo aveva pochi amici ma questi non erano mai andati a mangiare fuori. Era una coincidenza straordinaria. Si sentiva frastornata ma allo stesso tempo felice di condividere una novità con lei. Ruri sarebbe stata la sua prima vera amica e avrebbero fatto cose per leu nuove e molto divertenti. Nella mente della biondina si vedeva già adorare come una vera sorella. Ma quando lei le chiese candidamente cosa era la scuola Ruri emise un piccolo grido di sorpresa.
    Cioè non sai cosa sia la scuola? Ma.. ma… dove hai imparato a leggere e a scrivere?
    Appena disse queste parole si ghiacciò al suo posto spalancando gli occhi inorridita da quello che aveva appena detto. E se, e se non sapesse ne leggere ne scrivere? E se fosse rimasta segregata fino a quel giorno? E se non avesse il coraggio di dirglielo? Tutto tornava, il fatto che non l’aveva voluta portare a casa sua, la descrizione di quell’uomo autoritario di cui lei aveva soggezione… il fatto di non avere molti amici, l’assoluta ignoranza di cosa fosse la scuola. In un certo senso era bello non sapere cosa fosse, li si doveva studiare, soggiacere a determinate regole ecc… ma la bellezza di condividere con gli altri le idee era comunque impagabile e te la faceva comunque amare. Certo per chi le aveva le idee!!
    Ma veramente non sai cosa sia? Cioè… ecco… io ho studiato in una delle scuole più prestigiose della mia città, dove ogni cosa puzzava di snobismo più estremo. Li ho imparato a scrivere e a leggere, e la matematica, e la fisica e la chimica, e le lingue, e la letteratura, e la storia, insieme ad altri ragazze e ragazzi della mia stessa età. Insomma tutto quello che in buona parte vi è scritto sui libri. Ma forse tu… hai studiato a casa con degli insegnati privati vero?
    Ruri era veramente imbarazzata, non sapeva come continuare, non sapeva se farle o meno una domanda diretta, come avrebbe reagito la sua amica? Lei sembrava così carina e disinvolta ma in fondo non la conosceva per nulla.
    Senti ma…
    Si morse le labbra come a voler prendere coraggio.
    Ma tu per caso fai parte di qualche comunità particolare?
    Non ne sapeva ancora un granché ma aveva intuito che vi erano persone leggermente diverse da lei, e già il fatto che Shyvana non possedesse entrambi gli organi sessuali, forse era un indizio della verità. Purtroppo Ruri pur avendo ricevuto la massima istruzione era sempre stata tenuta allo scuro di determinate cose. Cioè sapeva che vi erano razze diverse dalla sua ma che in fondo erano simili a lei soprattutto sotto il profilo sessuale.
     
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    Ruri sembrava molto sorpresa nello scoprire che lei non sapesse cosa fosse una scuola. Per un attimo sudò freddo pensando che aveva detto qualcosa di sbagliato. Forse stava per scoprire che non era umana? Bevve un lungo sorso d'acqua, sentendosi sempre più agitata, cercò di prendere tempo bevendo, alla ricerca di un'altra scusa plausibile. Alla fine Ruri continuò a parlare e le spiegò che in pratica in una scuola si studia. Syvana scoprì che quindi ci sono dei posti dove la gente andava a studiare. Ecco perché non conosceva la parola, perché effettivamente a lei non serviva, e non era mai servita.
    Sì ho studiato a casa, mi ha insegnato tutto Iwan e qualcosa anche Rachel. le disse sentendosi sollevata, alla fine non era così strano che non sapesse cosa fosse no? Per non rischiare altri strafalcioni, evitò di chiederle cosa fosse lo snobismo. Dall'indizio della puzza probabilmente era un qualche tipo di escremento di animale. Non voleva che capisse che era così inesperta del mondo. Iniziò a sentirsi tesa, non le piaceva parlarle di sé, sopratutto dopo la sua reazione nel vedere il vermone, e dopo la tela di bugie che aveva costruito. Anche se in realtà era una sola e innocua.
    Comunità? fece sorpresa, ma il modo in cui pronunciò la parola era evidente che non ne conoscesse il significato. Doveva chiedere ad Iwan di parlare di cose strane come quelle.
    No, cioè ammesso che sappia cosa fosse. Vivo con Rachel, Iwan e Vladimir, in una villa dopo il bosco. Loro sono la mia famiglia, perché.... perché ecco io non ho dei genitori. le parole "non ho i genitori" era letterale, ma sicuramente Ruri avrebbe pensato che fosse una normalissima orfana. Fortuna che ad interrompere il suo discorso arrivò il cameriere con le due pizze, con un gran sorriso le poggiò sul tavolo davanti a loro. A Shyvana venne subito l'acquolina in bocca e sentì chiaramente la fame. Sapeva che quella pizza non sarebbe riuscita a saziarla, ma avrebbe cacciato poi con calma. Non aspettò, arrotolò la pizza su se stesse e le diede un grosso morso, maneggiandola come se fosse un panino. Se Ruri si sarebbe guardata attorno, avrebbe notato che gli altri tagliavano con cura la pizza con le posate e ne mangiavano piccoli pezzi alla volta.
     
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    Un mese per una risposta è imperdonabile, imperdonabile! Non mi dire nulla hai facoltà di fustigarmi


    Ohhh mi dispiace, non volevo… Mi dispiace tantissimo che non hai i genitori.
    Ruri si sarebbe voluta sotterrare, quando Shyvana le aveva confessato di non avere i genitori le era parso che la voce fosse più flebile, come se il ricordo la rendesse più triste.
    Io li ho i genitori ma è come se no li avessi avuti, cioè ti capisco… giuro.
    Quel discorso stava prendendo una piega non bella e Ruri iniziò ad agitarsi sulla sedia anche perché la sua amica aveva preso a mangiare la pizza in maniera stravagante sotto gli occhi esterrefatti di alcuni commensali seduti più in la. Ma del resto chi erano loro per guardare così? Non le piaceva il modo in cui osservavano. Con la mano sinistra Ruri afferrò la sua pizza e la arrotolò esattamente come aveva fatto Shyvana iniziando a morderla con piccoli affondi. Ma non avendo la stessa precisione e destrezza dell’amica già al secondo morso un piccolo rivolo di olio e sugo le colò lungo il collo per posarsi indelebilmente sul vestito.
    Arggg… nooo mi sono sporcata!!
    Un sorriso divertito si allargò sul viso di Ruri, non si era mai divertita come quel giorno. Naturalmente si sarebbe guardata bene dal continuare con quel discorso, aveva compreso che lei non amava assolutamente parlare della sua famiglia, anche se a malincuore doveva rispettare questa cosa per cui cambiò discorso.
    Uh… ma sai che è buona questa pizza? Mi piace tantissimo è troppo gustosa e poi è divertentissimo addentarla, ha una morbidezza e consistenza… beh… emmm.. si, si la stessa consistenza e mordibezza della tua pelle.
    Non era preparata a fare qual genere di commenti, non solo non li aveva mai pensati ma neanche mai detti. Ma il contesto, la sua amica così dolce, la pizza veramente buona e la consapevolezza che questo era l’inizio di una bellissima amicizia, avevano reso Ruri più disinvolta che mai. Forse anche troppo euforica, anche se appena pronunciate quelle parole aveva abbassato lo sguardo tutta rossa in viso.
    Senti io comunque per qualche giorno mi fermerò a Roma, poi sarò costretta a tornare a casa ma, esso mi piacerebbe lasciarti i miei recapiti, si insomma, ecco io vorrei sentirti e magari perchè non rivederti ti invito a casa mia.
     
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    Il sapore della pizza era ottimo, ogni volta che ne mangiava uno si stupiva di quanto fossero abili gli umani a manipolare il cibo rendendolo gustoso. Così gustoso che all'ennesimo morso mugugnò soddisfatta.
    Non preoccuparti Ruri, non ho mai sofferto per la loro mancanza, ho avuto degli ottimi sostituti. Posso dirti che effettivamente Rachel e Iwan sono un po' come dei genitori per me. le sorrise per farle capire che non si era offesa o qualsiasi altra cosa avesse potuto suscitare. Continuò a magiare ridacchiando divertita al piccolo incidente di Ruri, e alle sue parole che confrontavano la sua pelle con la pizza.
    He he come una pizza? Tu invece sai di marshmallow, dolce e morbida. Fai venire voglia di darti dei morsi. disse gioiosa tornando a ridacchiare divertita. Continuò placida a mangiare, finendo la sua pizza in poco tempo. Aveva una gran fame. E come previsto non si sentì affatto sazia.
    Ooh mi piacerebbe venire a Londra, verrò senz'altro a trovarti così... lo sguardo da allegro e gioioso divenne malizioso.
    Così ci assaggiamo a vicenda ancora e ancora. le disse per poi farle l'occhiolino. Si sentiva felice, aveva trovato una nuova amica speciale. Una tutta sua che non avrebbe condiviso ne con Vladmir e nemmeno con Iwan. Ruri sarebbe diventata il suo piccolo tesoro segreto. Mentre felice sorseggiava la sua bibita il cellulare le squillò nei pantaloni. Vide sul display la foto di Iwan, rubata mentre era seduto sul water e fumava. Aveva un espressione divertentissima, ogni volta che la vedeva sorrideva divertita.
    Pronto? fece allegra.
    Dove diavolo sei?! Iwan lo aveva praticamente urlato al telefono, e Ruri avrebbe potuto sentirlo chiaramente. Shyvana chiuse un occhio allontanando la cornetta dall'orecchio. Sembrò preoccupata, ma rispose a tono sbuffando.
    Datti una calmata sono a caccia, adesso arrivo. Sì, sì sì...aaah che palle Iwan sto benone, chi vuoi che mi dia fastidio. Va beh adesso arriva ciao ciao. mise giù il telefono e guardò dispiaciuta Ruri. Doveva proprio andarsene.
    Cavolo se mi stressa, Iwan è troppo protettivo con me, quando torno a casa gli faccio uno scherzetto così impara a urlarmi al telefono. disse per poi sollevarsi dalla sedia e avvicinarsi a Ruri. Arrossì leggermente e poi si abbassò per darle un bacio sulle labbra.
    Vorrei tanto stare ancora con te, ma devo tornare a casa o Iwan si arrabbierà sul serio. lasciò i soldi sul tavolino e attese che Ruri le desse i suoi contatti. A quel punto le regalò un grande sorriso.
    Alla prossima allora. la salutò per poi dirigersi verso l'uscita a grandi falcate, prima di uscire dal locale però si voltò di nuovo indietro e la salutò ancora, baciando le dita e soffiandoci sopra. Poi proseguì correndo velocissima per le strade della città, quando sarebbe arrivata al bosco avrebbe proseguito la sua strada sotto terra con la sua vera forma. Canticchiava felice, ridendo di tanto in tanto ricordandosi i bei momenti passati con Ruri.
     
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  7. GiocoDiOmbre
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    Tutto si dissolse rapidamente, l’atmosfera carina, la sua amica che le sorrideva, la pizza gustosa. Il cellulare di Shyvana squillò senza preavviso ad una voce potente, talmente forte da poterla sentire pure lei, l’apostrofò in maniera più che scortese. Ruri spalancò gli occhi, Iwan doveva essere proprio una persona tremenda. Le dispiaceva enormemente che quello fosse la sua famiglia, meritava di meglio la sua amica, non meritata di essere trattata così. Presa dal nervosismo a pensarla costretta a subire tutto, e dal fatto che sentiva che presto si sarebbero separate ella non prestò particolare attenzione alla parola “cacciare”, del resto forse era un modo tutto loro di parlare in codice.
    Mi dispiace che tu debba andare così di corsa…
    Ruri divenne ancora più rossa perché la sua amica si era avvicinata pericolosamente alle sue labbra alzandosi in uno scatto repentino. Un piccolo bacio caldo e umido la fece sussultare ancora una volta. Quella ragazza era troppo bellina e lei troppo desiderosa di provare nuovamente quelle sensazioni estreme. Di fretta tirò fuori un pezzo di carta ed una penna, non chiedete da dove per favore, dovete sapere solo che la carta era stata strappata dalla copertura del tavolino, mentre la penna era nella tasca della gonna. Con una bellissima grafia scrisse il suo nome e cognome, il suo indirizzo, il numero del cellulare e quello di casa, poi un piccolo cuore disegnato di fretta e con mano tremante. Senza guardarla negli occhi lo diede alla sua amica.
    Spero che mi telefonerai presto, vorrei risentirti, sono stata bene e…
    Era meglio non proseguire con le parole o la sua amica si sarebbe accorta quanto fosse triste per questa separazione. La salutò con la mano e quando ella prese a dirigersi verso l’uscita la seguì con gli occhi lucidi, sembrava una bambina a cui avevano tolto le caramelle di soppiatto. Lei si girò e le mandò un bacio al volo per poi dileguarsi correndo. A Ruri le si era chiuso lo stomaco e qualsiasi prospettiva di finire la pizza sfumò. Rimase seduta a guardare il piatto della sua amica e la sedia vuota. Il suo cuore era un misto di tristezza e di contentezza: aveva trovato una ragazza magnifica, avevano condiviso momenti che al solo ripensare le causavano turbamento, ma ora era sparita e lei non sapeva nulla di lei, solo il nome. E se non l’avesse mai più chiamata? Una fitta di tristezza molto profonda la invase. Non sapeva perché ma non riusciva a sperare, per ora vedeva la cosa più nera di quanto non lo fosse. L’aveva persa per sempre.




    Role conclusa





    Grazie mi sono divertita
     
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51 replies since 14/2/2014, 16:45   480 views
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