Relaxday

x Gioco di ombre

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    C'era una zona a Roma, una in particolare che piaceva molto a Shyvana. Era situata nella zona marittima della città, oltre le spiagge frequentate dalla gente, dopo un grosso scoglio vi era una spiaggia fatta di sabbia e sassi. La spiaggia era bagnata da un lato dall'acqua fredda del mare, ma entrando più verso la terra vi era una enorme pozza di acqua termale dal bordo irregolare, con un diametro di circa sei metri. La bellezza di quel posto stava nel poter ammirare il mare facendosi un bagno caldo anche in periodi invernali. Non era difficile da raggiungere le persone di solito passavano da una apertura scavata nella roccia. Shyvana ci arrivava con un metodo del tutto diverso, ma che fino a quel giorno nessuno aveva ancora scoperto. Arrivò sul luogo con uno zaino con asciugamani e un ricambio e una busta colma di dolciumi come cioccolata, caramelle, biscotti e bibite gasate.
    Aveva intenzione di passare un pomeriggio nel completo relax e da sola. Fece cadere lo zaino pesante a terra, con il vapore non vide se c'era qualcuno che stava facendo il bagno, e non le sarebbe comunque importato, perché si spogliò completamente canticchiando felice e dopo una breve corsa si sarebbe tuffata in acqua con un grido di giubilo.
     
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    Per un poco era rimasta a Londra, solo per un poco poi, come al solito, quella città le era tornata stretta ed aveva deciso di concedersi una brevissima vacanza questa volta a Roma. Non che lei lavorasse poi molto, anzi a dirla franca lei era sempre in perenne riposo, ma che volete farci ci vuole una vacanza anche dall’ozio no? Beh insomma fatto sta che era arrivata li da pochi giorni e già aveva girato mezza città alla ricerca di un lavoro che puntualmente non era arrivato, complice anche la sua innata sfiga. Per rilassarsi ed anche perché le avevano parlato di un posto carino da visitare, ovvero le rovine di un antico porto fenicio, la ragazza si era avventurata sulla spiaggia da sola. Era più di un’ora che camminava e camminava senza incontrare anima viva o vedere nulla di rilevante. Del resto ma chi vuoi incontrare in pieno inverno sulla spiaggia? Nessuno manco i soliti stupratori. Ruri aveva preso a sbuffare come una bambina insoddisfatta quando la sua attenzione venne attratta da un montarozzo di rocce assai alte e ripide che le sbarravano il passo. Che fosse il porto fenicio? In un rinnovato ardore prese ad arrampicarsi su quella strana scogliera proprio piazzata in mezzo alla spiaggia. C’erano due modi per oltrepassarla, in effetti, o farsi un bagno gelido o salire, salire, salire. Mentre tentava di raggiungere la cima la ragazza notò una apertura sulla sinistra e vedendo che non era molto profonda e che al di la si vedeva il mare decise di infilasi incuriosita. Brutta bruttissima idea aveva avuta. Proprio mentre strava per uscire i suoi vestiti e la sua scarpa si incastrarono dentro una fessura rocciosa e rimase praticamente bloccata in quel piccolo cunicolo in una posizione quasi supina.
    Ohhh noooooooooo nooooooooo, maledizione!!!!!
    Ruri sentì uno splashhhhhh, il rumore di un corpo che si buttava in acqua e vide una serie di spruzzi provenire dalla voragine davanti a lei salire in alto. Sperando e pregando in un miracolo prese a gridare.
    Aiutoooo c’è nessuno??? Sono incastrata vi prego, vi prego aiutatemi non riesco a muovermi!!!
    Aiutooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!
     
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    Nuotò di qualche metro godendosi il calore dell'acqua, ridacchiando felice e giocando come una bambina nella pozza. Era un momento perfetto, non c'era nessuno a rompere le scatole quindi aveva la vasca tutta per sé, il mare era sereno e cristallino e il sole sullo specchio d'acqua mandava bagliori facendo sembrare il mare un vero gioiello, si sentiva nel sottofondo il rumore del mare e il profumo di salsedine le riempiva le narici facendola sospirare di benessere. Peccato che un urlo rovinò quel quadretto di relax perfetto. Si guardò attorno non capendo subito da dove provenisse, capì al secondo urlo disperato che proveniva dall'alto, sollevò lo sguardo e vide una ragazza che penzolava dalla roccia e stava per cadere. La prima domanda che le venne in mente non fù "come faccio ad aiutarla?" ma bensì "come diavolo ci è finita lassù?"
    Avrebbe voluto ignorarla ma avrebbe sicuramente urlato ancora, rovinando il suo pomeriggio di relax, così decise di intervenire. Uscì dalla vasca e si tuffò nel terreno letteralmente, dopo una breve trasformazione del proprio corpo che la fece diventare una sorta di vermone. scavò sotto al suolo e poi lungo la parete rocciosa arrivando vicino alla ragazza da cui spuntò con il suo corpo umano. Sulla roccia vi era la bocca del vermone spalancato e lei era fuori da quella bocca come una lingua, le sorrise e le porse una mano gentilmente.
    Non pensava minimamente che alle persone normali quella sua abilità potesse incutere paura.
    Ehi ciao, come hai fatto a finire qui? Vieni ti aiuto a portarti giù, non preoccuparti non voglio mangiarti. fece per poi sorridere quasi come una ragazzina che stesse giocando.
    Se la ragazza si fosse fidata, le avrebbe preso la mano e strattonandola l'avrebbe poi afferrata in volo prima che potesse cadere e le avrebbe fatto spazio dentro al vermone, tirandola dentro bruscamente.
    A quel punto Shyvana avrebbe richiuso la bocca del vermone e sarebbero scesi scavando lungo la parete rocciosa. Dentro al vermone c'era poco spazio, quindi si sarebbero ritrovate molto strette e umide a causa della saliva del verme. Una volta arrivati a terra Shyvana avrebbe sciolto la forma tornando alla sua forma umana, liberando di conseguenza anche la ragazza.
     
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    Ruri era tutta impegnata a tenersi ma soprattutto a tentare di liberarsi che non aveva proprio visto ne sentito nessuno avvicinarsi a lei, quando ad un tratto…
    Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh CHE SCHIFOOOOOOOOOOOOO AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH AIUTOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!! AIUTOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO UN MOSTROOOOOOOOOOOO MI VUOLE MANGIAREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!! AIUTOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!
    Che brutta cosa ritrovarsi davanti un verme grande come tre persone messe insieme, eppure eccolo non c’erano dubbi, no no mio signore non c’erano dubbi. Un verme viscido, e grosso, e sinuoso, e per la miseria con una bocca da far tremare le vene e i polsi la stava fissando, anzi no…
    NOOOOOOOOOO O MIO DIO NO!
    Dentro la bocca c’era una ragazza. Il suo ultimo pasto un macabro spettacolo, la testa di una fanciulla ricoperto di viscidume e di bava, uno spettacolo a cui Ruri non era pronta ad assistere, nossignore. Tra le grida, le lacrime e la paura e il divincolarsi la ragazza non aveva capito un’acca di quello che Shyvana le aveva detto gentilmente.
    MIO DIO GIA’ HA MANGIATO UNA RAGAZZA ORA TOCCA A ME AIUTOOOOOOOOOOO!!!!
    La domanda che frullava in testa a Ruri era perché proprio oggi doveva finire in pasto ad un vermone solitario, perché? Cosa aveva fatto di male? Eppure voleva solo visitare delle rovine, lo giuro, lo giuro solo delle rovine! Ma tant’è la paura fu talmente tanta che con uno strattone più potente degli altri, prima che Shyvana potesse fare o dire altro, Ruri sarebbe scivolata giù gridando come una pazza e serrando gli occhi dalla paura. Che destino crudele attendeva la ragazza? Divorata da un verme gigante o salvata da prode cavaliere? Il salto benché non particolarmente alto era comunque notevole oltre quattro metri di caduta libera attendevano la ragazza prima di arrivare, con un tonfo pauroso, ad immergersi nella vasca termale. Per fortuna di lei c’era ad attenderla comunque quella pozza d’acqua calda altrimenti sarebbero stati guai seri. L’impatto di schiena avrebbe provocato un gigantesco spruzzo d’acqua e la ragazza forse cosciente ma più probabilmente svenuta sarebbe andata a fondo, sempre più a fondo.
     
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    La reazione della ragazza deluse non poco Shyvana che cercò invano di calmarla, dapprima provò a dirle che non le avrebbe fatto del male, poi capì che parlare era inutile e rimase in silenzio con una faccia molto delusa.
    Si sentì indispettita, era salita fin lassù per aiutarla e la ripagava in quel modo? Fu lei stessa a puntare un dito sul piede incastrato per farla cadere giù. Sapeva che non si sarebbe ferita, ma almeno uno bello spavento se lo meritava, così imparava a strillarle "mostro".
    Riscese giù con calma, sciogliendo il verme dentro alla parete e tornando al suo aspetto normale e nudo, avanzò verso la vasca dove vide la ragazza affondare sempre più. Si tuffò e la andò a recuperare a nuoto. Fortuna che non era molto profondo. La prese in braccio, come se fosse stato un eroe e uscì dalla vasca e la poggiò a terra delicatamente iniziando a schiaffeggiarla pian piano per farle riprendere i sensi. Se non avesse funzionato, l'avrebbe fatta sdraiare per farle la respirazione bocca a bocca. E se anche quello non avesse funzionato, beh si sarebbe ritrovato un bello spuntino fresco. Aveva un bell'aspetto, sicuramente le sue carni erano deliziose.
     
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    Buio totale, silenzio di tomba. Poi come uno scoppio di un cannone esplose nella testa della ragazza. Ella si sentì strattonata e a mano a mano che riprendeva coscienza i suoi occhi velati dall’acqua e dalla luce scintillante focalizzarono una figura femminile che la guardava con due occhi grandi e colmi di stizzita attesa. Cosa era successo era un mistero, solo una cosa era chiara nella mente di lei: doveva essere morta perché davanti a lei c’era in tutto il suo splendore la ragazza fatta a pezzi e ingoiata dalla belva strisciante. Ella era nuda e sulla testa, a mo di cerchietto e come ornamento, aveva delle ossa presumibilmente umane, ossa bianchissime. Ruri ancora incapace di articolare un discorso sensato la guardò intensamente cercando nel contempo di scrutare intorno a lei per vedere come era fatto l’inferno o forse era in paradiso? No no non dopo quello che aveva fatto a Londra con le sue amiche. Tutto intorno a lei le rocce alte e brillanti mentre il mare bellissimo era alle sue spalle lo poteva sentire chiaramente infrangersi contro alcuni scogli. Il posto era bellissimo e a prima vista non c’erano che loro. Ruri avrebbe provato a muoversi rendendosi conto di essere completamente bagnata e senza scarpe. La gonna stracciata in più punti era comunque ancora al suo posto come la maglietta verde. Sorrise a Shyvana tentando di mettersi seduta.
    Ciao… io… io sono Ruri… tu.. tu… sei… siamo… sei… viva?
    Discorso stralunato e privo di senso logico, Ruri avrebbe inclinato la testa come una bimba in cerca di conferme, si perché avendo paura di fare delle domande dirette aveva optato per una che avrebbe fugato ogni dubbio circa la sua condizione. Se ella avesse risposto di no, Ruri avrebbe avuto la certezza di essere morta. La ragazza davanti a lei era bellissima, era come un angelo. Curiosamente aveva un tatuaggio al centro del ventre, tatuaggio o macchia che non la privavano della sua raggiante bellezza ma curiosamente la esaltavano.
     
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    La ragazza si riprese poco dopo i suoi schiaffetti e si meravigliò nel notare i suoi grandi occhi chiari. Li trovò strani e stupendi allo stesso tempo, poiché era abituata a sguardi gelidi e penetranti come quello di Rachel o Vladimir. Quelli della ragazza anche se del medesimo colore, avevano un aspetto molto dolce e ingenuo, ma ciò che la colpì di più fu il colore: viola, come i fiori dei campi attorno alla sua casa. Si ritrovò a guardarla estasiata, poiché i suoi capelli biondi mettevano ancora più in risalto i suoi occhi grandi e innocenti. Quando si riprese e iniziò a parlare Shyvana piegò la testa di lato perplessa, non capendo esattamente cosa volesse chiederle.
    Uh devi aver sbattuto la testa mi sa. Certo che sono viva e lo sei anche tu, che domande. fece ridendo divertita.
    Io sono Shyvana, non sei di queste parti vero? Non ti ho mai vista. aggiunse subito dopo guardandola ancora incuriosita. Un filo di vento si alzò e fece rabbrividire Shyvana che era ancora nuda e bagnata. Strinse le braccia emettendo un suono dalle labbra che fece capire che sentiva freddo. La temperatura non era esattamente ottimale per starsene nudi e bagnati all'aperto, sopratutto se prima si stava in acqua calda.
    Non hai freddo? Brrr, io rientro in acqua o mi gelo, ti conviene fare lo stesso se non vuoi prendere un malanno. le disse per poi allontanarsi e scivolare in acqua emettendo un sospiro di sollievo. Si girò poi verso Ruri poggiando le mani sulle rocce che facevano da bacino alla pozza di acqua calda. Non si sentiva affatto in imbarazzo per essere nuda, per lei era la cosa più naturale del mondo, e molte volte aveva litigato con Iwan che le correva sempre dietro con vestiti di vario genere.
    Guardò Ruri in silenzio, giocherellando con le dita sulla roccia che formava delle piccolissime pozze di acqua nelle sue insenature. Non volle spiegarle che il verme di prima lo aveva creato lei, da come aveva reagito era evidente che non fosse abituata a incontrare creature strane. Fece quindi finta di nulla, sperando che Ruri scambiasse la visione del vermone per un brutto sogno causato dalla sua caduta.
     
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  8. GiocoDiOmbre
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    Era… erano vive! Un sospiro lungo e profondo uscì dal petto della ragazza che si strinse la mano sinistra intorno al collo come per soffocare un piccolo grido. Quindi quell’affare dove era andato a finire? Ruri sgranò ancora di più gli occhi nel tentativo di vedere se vi fossero tracce del verme, ma nulla, nessun segno poteva lasciar intendere dove si fosse nascosto.
    Si, in effetti non sono di queste parti, vengo da Londra. Sono arrivata da poco per una breve vacanza, insomma sono venuta qui per svagarmi perché li dove abito io ci sono un sacco di persone opprimenti che mi vogliono controllare ed io invece voglio essere libera. Ecco l’ho detto.
    Ruri aveva preso una certa arietta pedante ed imbronciata iniziando quel discorso. Si era stufata dei suoi amici, della loro generosa premura, lei voleva vivere ed affrontare il mondo da sola. Ma nella sua città tutto remava contro, tutto e tutti. Ruri sentì un trasposto particolare, quella ragazza ispirava confidenze poiché aveva un modo di fare simpatico e disinvolto. Solo quando si alzò il vento ella si rese finalmente conto di sentire freddo. Anche Shyvana rabbrividì visibilmente e prima che lei potesse dire altro, la ragazza si immerse in acqua, uscendone poi solo con la testa per guardarla. A ben vedere era una pozza di acqua termale, caldissima infatti i vapori uscivano abbondanti dal fosso.
    Ohh ma che bel posto… non pensavo che ci fosse dell’acqua calda. Io stavo alla ricerca di un rudere. Ma senti… ecco… ecco… ma tu non hai paura che possa arrivare quella cosa? Cioè prima io stavo li…
    Ruri indicò il punto sopra di loro in cui era rimasta incastrata, sollevando un dito nella direzione e guardando con circospezione in alto.
    Si li, e tu eri… ma forse… non può essere… insomma tu eri… li con me… ma… ma… dentro un enorme verme, ma… ma… scusami non può essere…. Cioè ho visto una cosa grossa, molto grossa.
    Ruri scosse la testa tentando di spiegarle cosa aveva visto, per enfatizzare il tutto prese a gesticolare. Poi all’ennesimo brivido strisciò verso la pozza pure lei affacciandosi e scrutando il fondo preoccupata come alla ricerca di un pericolo.
    Si insomma ho visto un serpente enorme, non è che è dentro l’acqua?
    Diffidente lambì il pelo dell’acqua e si accorse piacevolmente che la temperatura era perfetta. Guardò la ragazza dentro la pozza e le sorrise. Lentamente si calò vicino a lei completamente vestita, tanto ormai era bagnata fino al midollo.
     
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    Sorrise quando vide che Ruri parlò tranquillamente, dicendole che non era di quel posto e che arrivava da Londra. Quel nome lo aveva sentito nominare qualche volta da Iwan o da Rachel, ma non riusciva a immaginarsi un posto diverso da quello in cui viveva lei. Quando poi le disse che era andata via per svagarsi perché la opprimevano, si sentì improvvisamente molto simile a lei e la guardò con ancora più attenzione.
    Come ti capisco, anche io sono scappata per rilassarmi. Hai fatto benissimo. fece come se si sentisse parte di una lotta importante e quindi sua compagna.
    Si illuse che quindi Ruri avesse dimenticato il discorso sul verme e invece eccola tornare sul tema, chiedendo alla ragazza se avesse visto anche lei quel mostro terrificante.
    Alle parole della ragazza si voltò immergendosi nell'acqua fin sotto al naso, era indecisa, che inventarsi? Non era molto brava con le bugie, ma infondo era svenuta prima no? Così le spuntò un ghigno divertito e si alzò fiera poggiando i pugni ai fianchi come se si fosse trattata di una guerriera.
    Ma come non ricordi? Forse no perché sei svenuta quasi subito. Ti ho salvata io, ho visto il mostro che voleva mangiarti allora sono corsa in tuo aiuto, prima l'ho preso a sassate ma niente non voleva smettere di salire sulla parete allora ho preso la mia spada lo colpivo ma il verme era duro, così mi è venuta una idea e mi sono infilata nella sua bocca e l'ho infilzato da dentro. A quel punto ti volevo portare con me ma sei caduta in acqua. mentre raccontava l'aneddoto gesticolava imitando i vari movimenti della sua avventura. Quando finì si avvicinò a lei nuotando e ridacchiando divertita.
    Non preoccuparti se arriverà qualcuno che vuole farti del male ti difenderò io, anche se non sembra sono molto forte sai?
    Chissà se Ruri avrebbe creduto alla sua storia? Shyvana si sentiva molto fiera di quello che era riuscita a raccontare. La guardò poi incuriosita e indicò con le dita i suoi panni.
    Non ti conviene far asciugare i panni? chiese perdendo tutta la baldanza di prima.
     
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  10. GiocoDiOmbre
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    Ruri sorrise nell’apprendere che anche lei aveva un destino simile al suo. Quella ragazza quindi aveva sperimentato quel senso di costrizione e di soffocanti attenzioni. Bene questo faceva di lei una possibile super amica. Mentre stava riflettendo e fantasticando su questo Shyvana le spiegò a grandi linee ciò che era accaduto del mostro e come lei l’avesse salvata dalle sue grinfie. Ruri era estasiata, la ragazza davanti a lei era così sicura, così forte e decisa che lei a paragone era una insignificante foglia autunnale. Più Shyvana parlava e più in Ruri montava un senso di rispetto e di orgoglio per aver incontrato una vera guerriera. Lei era tutto tranne che una ragazza forzuta, si di coraggio ne aveva, anche se gridare davanti al mostro non aveva dato quell’impressione. Che bello sicuramente Shyvana aveva avuto tantissime avventure, ella non vedeva l’ora di sapere e di chiedere della sua vita. Solo quando la sua salvatrice le fece notare i vestiti completamente fradici Ruri si accorse di loro e con un impeto ed una foga prese a toglierli ostacolata dall’acqua.
    Si si è vero hai ragione ora li metto ad asciugare!!!
    Ella si tolse la maglietta e non arrivando a metterla bene stesa, decise di issarsi per sedersi sul bordo della vasca. Raggiunta quella posizione stese la maglietta sulle rocce, al sole. In quella posizione i panni si sarebbero asciugati di sicuro. Tolse anche i brandelli della gonna e la sistemò alla meglio. Poi mentre stava per sfilarsi il reggiseno e le mutandine un pensiero la raggelò. No, non poteva togliersi tutto e se poi non fosse riuscita a contenere la sua altra forma, se se… Guardò la ragazza di fronte a lei e notò quanto era bella e quanto i suoi seni imponenti galleggiassero a pelo dell’acqua.
    Emm… emm ecco preferisco tenermi queste cose… si si meglio.
    Senza indugiare oltre si rituffò dentro la pozza sorridendo impacciatamente a Shyvana. In fondo erano due donne, si certo ma Ruri era così preoccupata della sua natura e del fatto che non sempre riuscisse a controllarla, per cui non si sentiva di scoprirsi più di tanto. Anche se a ben vedere la pensata della nostra protagonista era di una ingenuità disarmante: era comunque abbondantemente svestita per cui nulla sarebbe rimasto celato, non che ci fosse nulla da nascondere al momento.
     
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    Ci aveva creduto! Quando la vide sorriderle e guardarla estasiata gongolò tantissimo dentro se stessa. Era la prima volta che riusciva a dire una bugia e non farsi scoprire. Chissà come ci riuscivano Rachel ed Iwan a scoprirla sempre. Un mistero.
    Ruri le diede ragione riguardo ai suoi vestiti e si spogliò ma prima che potesse togliere gli indumenti intimi si fermò e disse che era meglio rimanere in quel modo. Shyvana le sorrise, e notò quanto Ruri fosse bella.
    Le piaceva la sua vita sottile e i fianchi larghi, e il suo culetto tondo le ispirava a toccarlo, anche se non osò farlo. Quando si voltò notò i suoi seni, e i graziosissimi capezzoli che si vedevano dalla stoffa ormai trasparente del reggiseno. La colpì molto il colore delle aureole. Erano di un particolare colore rosa, diversi dai suoi che erano più scure ma contenute. Si avvicinò a lei sorridendo estasiata.
    Oooh che belle tette che hai... fece per poi guardare i suoi capezzoli che intanto inspiegabilmente si erano inturgiditi. Torno a guardarla e si avvicinò ancora affiancandosi a Ruri.
    ...che bel rosa. disse portando un dito sul capezzolo di Ruri toccandolo senza malizia, ma molto curiosa. Era un tocco fugace e timido, non voleva spaventarla, ma la curiosità aveva preso il sopravvento.
    Anche i tuoi diventano duri quando li tocchi? chiese curiosa. Non sapeva se tutte le donne fossero uguali, Vladimir le aveva spiegato che toccando i seni si poteva provare piacere, ma quando lo faceva da sola non succedeva spesso.
     
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  12. GiocoDiOmbre
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    Ruri si stava pian piano rilassando, lo spavento era ormai un brutto ricordo e per lei ora c’era solo il sole e l’acqua caldissima. La voce della sua nuova amica le giungeva come in lontananza, lei senza volerlo aveva chiuso gli occhi emettendo un lunghissimo sospiro. L’acqua caldissima e i vapori l’avvolgevano sensualmente e le fiaccavano il corpo, esattamente come se avesse fatto una lunga corsa. Tutto era perfetto, anche quando udì Shyvana farle i complimenti per il suo seno. In effetti, non era la prima volta che udiva questo tipo di apprezzamenti, ma come al solito ella non ci faceva molto caso. Ruri rimase ancora con gli occhi chiusi. Poi di colpo li riaprì, Shyvana aveva allungato una mano e teneva premuto un dito sul suo capezzolo. Che stava facendo? Ruri afferrò solo l’ultima parte delle parole di lei, tanto era avvampata e si era contratta dalla vergogna. Voleva sapere se li toccava? Sgranò gli occhi balbettando sommessamente e coprendosi il petto con la mano sinistra. Il gesto era stato involontario, ma tuttavia forse agli occhi di Shyvana questo sarebbe risultato offensivo.
    Emm… toccarli? Si… noo… voglio dire…. ecco… succede… qualche volta… si ecco quando mi lavo… si ecco esattamente.
    Ruri prese a guardare altrove, precisamente alla sinistra della ragazza. Perché tutto stava diventando così strano? Ruri poteva sentire la vicinanza della ragazza, sentiva il suo corpo nudo vicinissimo. Girò nuovamente lo sguardo e la fissò con una faccia che diceva quanto quel discorso fosse tabù per lei e quanto si sentisse inadeguata in quel momento. Non che non si fosse mai toccata, ma questo discorso non l’aveva mai affrontato neanche con la sua migliore amica. Le altre erano sempre così sicure di loro e lei sempre così insicura e indecisa sul da farsi.
    Si ecco… certe volte…
    Voleva dirgli di più ma come un nodo le serrava la gola. Insomma in fin dei conti non la conosceva per nulla.
    Tu… tu… ti tocchi mai?
    Ruri non si era minimamente resa conto di quello che le stava domandando, per lei il discorso verteva sulle tette ma cosa avrebbe pensato invece la sua amica?
     
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    La reazione di Ruri la sorprese, non si aspettava che si ritrasse e sopratutto che si imbarazzasse. Aveva sempre pensato che quel tipo di confidenza era comune fra tutte le ragazze, ma effettivamente lei di ragazze ne conosceva davvero poche. Non si offese perché non capì la natura di quel gesto, ma stranamente la incuriosì. Il viso imbarazzato di Ruri le faceva uno strano effetto. Improvvisamente divenne curiosa di sapere cos'altro la facesse imbarazzare a quel modo.
    Sì, ogni tanto capita che mi tocco, anche se quando lo faccio io non sento niente di particolare, ho notato però che se sono gli altri a toccarmi i bottoncini mi fa fare strani versi. Una volta con la sorellona abbiamo fatto un gioco. Lei mi toccava i bottoncini giocandoci e io non dovevo fare nessun verso o perdevo e dovevo pagare pegno. guardò Ruri e ridacchiò divertita.
    Scommetto che tu perderesti subito a questo gioco. fece guardandola con un certo senso di superiorità. Durò poco poiché la sua curiosità tornò sul perché avesse reagito in quel modo, le ricordò in un certo senso Rachel, la guardò con grandi occhioni curiosi, sedendosi comodamente vicino a Ruri.
    Senti, perché prima hai reagito in quel modo? Non ti piace essere toccata? Anche se siamo due ragazze? A me non da fastidio... fece prendendo una mano di Ruri e poggiandosela sul proprio seno, come a volerle far capire che ciò che stava dicendo era vero.
    Vedi non c'è niente di male. fece somigliando parecchio ad una bambina che ad una adulta.
     
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  14. GiocoDiOmbre
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    Scusa per il ritardo


    Ruri emise un lungo sospiro di sollievo mentre la sua nuova amica le confidava che pure lei qualche volta si toccava, del resto non c’era nulla di male. Che discorso curioso avevano intrapreso, chi poteva mai dire che le due si fossero appena conosciute? Ridacchiò divertita al pensiero mentre sistemandosi con comodità all’interno della vasca, ascoltava i giochi che lei era solita fare con la sorella più grande. Ruri era stranita, ma che razza di divertimento vi poteva trovare nel rimanere impassibili ed in silenzio? Questa ragazza era uno sorpresa ogni secondo che passava.
    E che ci vuole? Voglio dire mica è impossibile rimanere in silenzio!
    Ruri per la verità non aveva mai provato ma era convinta che ci sarebbe riuscita sicuramente, del resto era una cosa stupidissima.
    Ma no ecco… non é che non mi piace essere toccata, cioè per la verita, voglio dire… senti ma lo sai che sei proprio curiosa tu? Aahahahah te ne stai uscendo con un argomento stano.
    Ruri non era mai stata toccata da nessuno, e con la sua risatina tesa aveva cercato di nascondere il più possibile la cosa. Anche perchè non aveva il coraggio di dirlo a lei, la sua amica sembrava molto più intraprendente di lei. Comunque in fin dei conti non c’era nulla di strano, in fondo era una ragazza ancora piccolina per fare o pensare a certe cose. Ruri sospirò nuovamente prima di parlare nuovamente.
    Comunque, non so se mi piace farmi toccare o meno, nessuno l’ha mai fatto con me.
    Ruri inarcò le sopracciglia e assunse una espressione desolata e carinissima. L’attimo di rilassatezza tuttavia scomparve in un lampo poiché Shyvana sistemandosi vicinissima a lei le afferrò la mano portandosela al petto. Ella rimase senza fiato ed arrossì ancora di più quando le dita si posarono sulla pelle morbidissima e tesa della ragazza. Shyvana aveva un petto perfetto, grandissimo e morbidissimo, toccarlo gli fece uno strano effetto e più per curiosità che per altro lo avrebbe strizzato delicatamente più e più volte, tastandolo e soppesandolo come con una merce preziosa. Era esattamente come il suo, la scoperta le fece piacere, molto piacere, finalmente non si sentiva tanto diversa dalle altre.
    … Devo ammettere che hai un seno bellissimo.
    Benché Ruri avesse parlato di getto non era poi tanto sicura che non ci fosse nulla di male in quello che stavano facendo aveva ancora stampato in mente l’ultima notte passata a Londra e il gesto di Shyvana e la sua vicinanza non erano da sottovalutare. Ruri prese ad osservare il suo di seno, era molto diverso ma aveva la stessa morbidezza. Con la mano libera prese a toccarlo, chissà come sarebbe stato accostarlo al suo.
    Beh in fondo siamo uguali.
    Disse ridacchiando tutta rossa in viso.

    Edited by GiocoDiOmbre - 27/2/2014, 15:20
     
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    Le piaceva quella ragazza, il suo modo di parlare e di porsi. Le piaceva il suono della sua voce e quel rossore sul volto, molto probabilmente causato dal calore dell'acqua, che la rendeva stranamente più tenera.
    La trovava molto simile a sé. Parlavano entrambe senza malizia, per gioco come se stessero parlando del nuovo vestito visto in verina in città.
    Shyvana le sorrise divertita e arrossì leggermente quando le fece il complimento sul seno. Non era abituata a ricevere complimenti, ridacchiò imbarazzata lasciando la mano della ragazza per poi pensare a quello che le aveva detto.
    Oh davvero non ti hanno mai toccata? Non sai che ti perdi, se sanno dove toccarti può diventare molto bello. Me lo ha spiegato la sorellona, infatti poi abbiamo fatto quel gioco. ci pensò un attimo ricordandosi che prima Ruri aveva detto che sicuramente era facile rimanere in silenzio a quel gioco. Capì che lo aveva detto perché era vero il fatto che nessuno aveva osato toccarla "in quel modo". Le spuntò un sorrisetto furbastro sul viso mentre la guardò negli occhi.
    Guarda che il gioco dei bottoncini sembra facile ma non lo è. Il gioco consiste nel rimanere impassibili, se fai un verso perdi. Vuoi provare a giocare con me? Scommetto che ti batto. fece entusiasta, come se avesse chiesto di giocare a nascondino.
     
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