Lezioni Giapponesi

x Kirìto

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    Era passato ormai qualche giorno da quando Paolo non si era presentato più a scuola e si era dato di conseguenza malato in modo che i professori e i suoi stessi compagni non si preoccupassero troppo per lui, ovviamente era una frottola bella e buona inventata semplicemente perché non aveva la minima intenzione di andare a scuola e in più aveva anche ordinato tramite internet un biglietto per un volo a Kurayami. Era ormai da qualche mese che dentro alla sua testolina aveva l’idea di andare a fare un giro a Kurayami e perchè no visitare anche il loro istituto scolastico e la farsi nuovi amici? Era una occasione da non perdere di certo, andò in fretta e furia davanti al suo armadio dove prese la sua borsa da viaggio nella quale mise tutto il necessario che avrebbe potuto servigli per quei tre giorni di soggiorno a Kurayami, appena finì di prepararsi uscì di casa e si diresse finalmente all’aeroporto che lo avrebbe condotto finalmente in Giappone.
    Ci mise qualche ora per arrivare in Giappone e di conseguenza decise anche di schiacciare un pisolino così da non risultare troppo stanco quando sarebbe arrivato, e poi venne svegliato dalla voce del pilota che avvisò a tutti i passeggeri che finalmente l’aereo era atterrato ed erano arrivati tutti in Giappone.

    Finalmente sono arrivato!!!!! E per iniziare andiamo subito all’istituto mmmm…… Gekkoukan ecco come si chiama, non me lo ricordavo che idiota che sono…
    Prese il suo borsone e appena sceso dall’aereo si diresse subito verso l’istituto aiutato anche dal GPS sopra al suo cellulare così da evitare di perdersi e sprecare ulteriormente tempo, ci mise un’altra buona oretta ad arrivare finalmente davanti all’istituto nel quale entrò subitamente senza indugio, era elettrizzato di aver finalmente raggiunto una delle sue mete, e di poter finalmente visitare realmente l'edificio.
     
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    Un'altro giorno stava avendo inizio. Uno di quelli uguale al precedente che avrebbe continuato a ripetersi all'infinito. La vita da insegnante era stressante e poco retribuente. Quanto meno avevo un tetto sopra alla testa e del cibo sempre a disposizione. Per questa vita poteva bastarmi e, chissà, forse nella prossima sarei potuta essere qualcuno d'importante. Indossai la solita divisa troppo scollata e troppo sexy che un normale insegnante non indosserebbe mai. Dopo essermi lavata accuratamente i denti, dai, chi non ha mai visto un vampiro lavarsi i denti? Mi diressi verso la Gekkoukan con la solita mezz'oretta di anticipo rispetto l'inizio delle lezioni. Naturalmente non avevo un'automobile e, così come la maggior parte degli studenti, mi dirigevo presso l'istituto a piedi o con i mezzi pubblici. I mezzi pubblici erano vecchi, scomodi e puzzolenti, perciò usavo le mie fedeli gambe, in fin dei conti in duecentosettanta anni non mi avevo ancora deluso. Arrivai dinanzi all'impetuoso cancello d'ingresso con i soliti sguardi degli studenti fissi su di me. Sorrisi, ricambiando il saluto di alcuni di essi. Mi diressi in sala professori e, dopo aver preso i registri e aver fatto due chiacchiere con il preside dell'istituto, mi diressi verso la mia classe. La campanella suonò giusto in quel momento. La porta della 3B era dinanzi a me che mi aspettava. Il mio sguardo però fu attratto da altro. Un ragazzo. Un comunissimo studente intento a gironzolare per i corridoi. La cosa che mi dava all'occhio però era il suo abbigliamento. Non indossava la divisa. Qualcosa non quadrava. Mi avvicinai al giovane, con il rumore del tacco dodici che m'impediva sempre di muovermi silenziosamente. - Posso aiutarla in qualche modo? - Chiesi, con un tono di voce quasi accusatorio a fargli notare che qualcosa non andava bene.
     
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    Sene stava li a girovagare per l’istituto scuriosandosi anche in maniera piuttosto visibile, dal tronde era troppo curioso di essere arrivato finalmente in quella nazione ed ogni singolo secondo doveva sfruttarlo a dovere soffermandosi anche sui minimi particolari, era come un bambino dentro ad un negozio di giocattoli e non sapeva quale prendere dato che gli piacevano tutti. Notò con piacere accennando un sorrisino che anche gli studenti del Gekkoukan indossavano delle divise proprio come nella sua stessa scuola, anche se momentaneamente Paolo ne era sprovvisto e dava un po’ troppo nell’occhio dentro all’istituto, sentì dietro di lui avvicinarsi un rumore simile a quello dei tacchi che interagì con lui, si fermò di colpo mentre la sua espressione cambiò drasticamente, infatti se prima era felice come una pasqua ora invece aveva iniziato a preoccuparsi dato che sicuramente era stato beccato in pieno.
    Si voltò di scatto verso quella voce femminile notando con immenso piacere che si trattava invece di una bella ragazza anche lei con gli occhiali come lo stesso Paolo e naturalmente di età più grande di lui, si accorse soprattutto del vestito molto scollato e che di certo permetteva a tutti gli studenti dell’istituto che la guardavano di fare parecchi pensieri sconci su di lei.

    Ah però…. Si signorina mi potrebbe essere di aiuto, sono uno studente dell'istituto: “la Sapienza” e sono qui in una sorta di viaggio scolastico per così dire.
    Ah scusi della maleducazione, comunque piacere di conoscerla io sono Paolo bianchi e scusi ancora se il mio giapponese non e di certo perfetto

    Cercò di spiegare al meglio la situazione a quella ragazza che non voleva sbagliarsi ma aveva tutta l’aria di essere una delle professoresse dell’istituto e non di certo una semplice bidella, la squadrò ancora una volta da capo a piedi rimanendo un attimo folgorato dalla bellezza di quella donna per poi scrollarsi un attimo la testa ed avvicinandosi a lei e porgendogli la mano in modo cordiale.
    Di sicuro anche il suo modo di parlare non era dei migliori, dato che era da parecchio tempo ormai che non parlava più frequentemente il Giapponese anche se era stato istruito da piccolo su tale lingua sperava vivamente di non fare brutta figura con la donna, alla quale sorrise sforzandosi di tornare a suo agio anche se pochi istanti prima era stato beccato e dentro di lui temeva una reazione della donna, quindi era meglio andarci molto cauti.
     
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  4. Kirìto
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    Scusa il ritardo, ma ho dei parenti molto evasivi e la sicurezza del mio computer era ad alto rischio. :zizi:

    La Sapienza. Il solo sentir pronunciare il nome di quell'istituto portò alla mente i ricordi di una delle mie tante vite passate. In quel periodo ero una semplice cameriera da bar, uno di quelli sporchi e luridi, frequentati da tipi assurdi che per mancia ti lasciavano solamente il loro cazzo. Non era il momento però di ritornare al passato. Questo ragazzo era venuto da Roma solo per una visita turistica? Qualcosa non quadra in questa vicenda. Tra le diverse città la rivalità ormai è altissima e fra gli istituti, sia a livello culturale che sportivo, era anche peggio. Il suo giapponese era letteralmente scadente ma, essendo vissuta per molto tempo nei territori romani, mi era facile capire le sue parole. Osservai la sua mano stendersi verso di me in cenno di presentazione. Ogni parte del mondo aveva i suoi modi di fare. A Roma ci si presentava con una stretta di mano, in Giappone con un semplice inchino. Ignorai dunque la sua mano. - Signor Bianchi, l'orario di ricevimento per gli studenti stranieri è pomeridiano. Può richiederlo alla guardia all'ingresso. - Parlai nella sua lingua, facendogli capire che non ero una persona qualsiasi ma che ero ben istruita, anche se in realtà non lo ero per niente. Stavo giusto per girarmi per andare in classe quando ebbi un'illuminazione. Uno studente straniero in terra nemica. Probabilmente i suoi non sapevano che era partito e prima che la sua mancanza si sarebbe fatta notare sarebbe passato del tempo. Sì, quella poteva essere la preda perfetta. Da brava vampira qual'ero la mia fame era insaziabile. Il mio stomaco, giusto in quel momento, era desideroso di sangue umano. Ormai quello animale non gli bastava più. La mia natura iniziava a risvegliarsi. - I suoi sanno che lei è qui? - Quella risposta avrebbe deciso il da farsi.
     
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    Continuava a guardare quella donna sempre più interessato, e doveva ammettere che aveva un aspetto fisico parecchio invitante e non poteva negare di esserci rimasto male quando la donna non gli strinse la mano dato che gli sembrava di aver fatto un bel gesto verso di lei, anche se non gli strinse la mano però ricevette sempre qualcosa in cambio ovvero che la donna gli aveva spiegato che l’orario per i studenti arrivati dall’estero si teneva al pomeriggio ed in fin dei conti che ne poteva sapere lui? Era partito senza minimamente cercare un pizzico di informazioni riguardanti l’istituto giapponese e di conseguenza non era a conoscenza di tale informazione, ma almeno se sarebbe tornato un’altra volta li sapeva come avrebbe potuto muoversi in maniera sicuramente più intelligente.
    Sono desolato signorina non ne sapevo minimamente nulla, ed a essere sincero non ho nemmeno cercato delle informazioni sul web….
    Sa il mio carattere e molto impulsivo e a volte non bado minimamente a queste cose eheh…. Comunque grazie delle informazioni utili così quando verrò di nuovo saprò come muovermi, grazie mille ancora

    Era evidente come si sentiva parecchio idiota in quel momento, certo che fare una gaffe del genere davanti ad una bella donna come quella che aveva davanti lui in quel momento di certo non lo aiutava affatto, mentre lasciò andare per un attimo quei pensieri notando che anche la donna parlava anche lei la stessa lingua e ciò lo avrebbe aiutato di certo a spiegarsi meglio con lei.
    Piombò per un attimo il silenzio da entrambe le parti e Paolo distolse per qualche secondo lo sguardo dalla donna dato che gli occhi per un attimo si erano focalizzati, fin troppo focalizzati sulla sua vistosa ed invitante scollatura oppure non avrebbe resistito ulteriormente a così tanta bellezza davanti ai suoi occhi e ovviamente avrebbe voluto anche toccare con la presa più salda del mondo il seno di quella donna.

    Ecco mi scusi ma e meglio che non parliamo della mia famiglia, comunque non si preoccupi non penso che i miei si preoccupino troppo per me e quindi si sono qui da solo, in questo mio viaggio personale
    La sua espressione cambiò di colpo quando accennò hai suoi genitori e il suo volto diventò quasi totalmente bianco mentre i suoi occhi si intristirono ulteriormente, non gli piaceva di certo parlare della sua famiglia e dell’infanzia che aveva dovuto vivere dopo un aspro litigio con i suoi genitori e il loro rapporto era come se si fosse incrinato e anche se era ancora bambino quando tutto successe e portò ancora oggi ben salda sia nella sua mente che nel suo cuore la sofferenza che gli procurò, e da entrambi gli occhi gli scese una lacrima che andò subito ad asciugare con il suo fazzoletto preso dalla tasca.
    Eheh scusi mi e entrata un po’ di polvere negli occhi, comunque scusi se le posso sembrare scortese ma potrei sapere il suo nome?
     
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  6. Kirìto
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    Dalla sua reazione e da ciò che disse i suoi non erano a conoscenza del suo viaggio. Alla notizia mi sentì pervadere da un'istinto primordiale, la fame. Il mio olfatto iniziava a percepire sangue da tutte le parti, rendendomi inebriata dal suo odore. - Non preoccuparti Paolo-kun., il mio nome è Nanami, ma tu puoi chiamarmi Nanami-chan. - Mi piegai leggermente in avanti, mettendo maggiormente in evidenza il mio enorme seno, per poi fargli l'occhiolino. L'unica cosa che mi rimaneva da fare adesso era quella di renderlo mio. Dovevo cercare di renderlo un mio schiavetto e poi, solamente dopo esserci riuscita, avrei potuto cibarmi. Avevo notato fin da subito che il ragazzo era, così come qualsiasi persona normale, attratto dal mio fisico, perciò decisi di sfruttarlo al meglio. Il kun posto dopo il suo nome mi serviva per addolcire la frase e fargli sembrare che fossi disposta a qualcosa. - Aspettami un secondo Paolo-kun. - Mi voltai e, corricchiando lentamente sugli alti tacchi e sculettando il più possibile, mi diressi nella 3B. In fretta e furia effettuai l'appello e diedi qualche esercizio a caso da svolgere durante l'ora. Subito dopo corsi fuori, notando stupita che il ragazzo era scomparso.
     
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    Notò un cambiamento da parte della donna che diceva di chiamarsi Nanami, dopo che aveva sentito che i genitori di Paolo non sapevano minimamente che era andato in viaggio in Giappone ovviamente non che a loro fregasse molto e apprezzò in fine molto quando lei si piegò in avanti mostrando ancora di più il suo dirompente seno che sembrava ancora più grande da quella angolatura, annuì quando gli disse di aspettarla li e la vide correre sui suo tacchi iniziando anche a muovere vistosamente i suoi fianchi mettendo in risalto ancora una volta la sua bellezza, non potè far altro se non guardare la scena e continuare ad ammirare quella visione.
    Si doveva stare li ad aspettarla ma nello stesso momento gli venne lo stimolo di dover far pipì e di certo non poteva mica trattenersi, doveva cercare il più in fretta possibile un bagno e così iniziò a cercare muovendosi con passo veloce, ovviamente doveva fare in fretta oppure Nanami si sarebbe accorta della sua temporanea assenza nel luogo dove avevano conversato poco prima dopo qualche minuto di cammino dentro all’istituto raggiunse per fortuna senza nemmeno accorgersene subitamente il bagno dei maschi nei quali di certo non perse tempo ad entrare.

    Uff finalmente un bagno, dovevi proprio ora rompere le balle eh? Ovviamente ogni tanto ti devi a mettere a rompere se no si vivrebbe troppo bene eh?
    Ovviamente si stava riferendo alla sua vescica che si dimostrò stranamente debole in quella situazione, non gli era mai successo di essere così incontinente in una situazione come quella in cui era con Nanami anche se quando tirò fuori il suo membro dai pantaloni per fare pipì notò che aveva iniziato ad ereggersi poco a poco chiaro segno che apprezzava molto Nanami. Appena ebbe finito si pulì il membro e tirò lo sciacquone per poi uscire nuovamente da quel bagno e tornare verso la direzione nella quale era provenuto prima, poco più avanti invece potè nuovamente notare con piacere Nanami che era di spalle come se stesse cercando di capire dove mai si fosse andato a cacciare.
    Scusi signorina Nanami sono qui!! Spero di non averla fatta preoccupare, ero andato al bagno per alcuni problemini eheheh
    Cercò di essere molto vago nella spiegazione del motivo per il quale era andato in bagno così che Nanami potesse immaginare tutto quello che gli sarebbe passato nella testa, si avvicinò ulteriormente a Nanami facendo diminuire quindi lo spazio che c’era fra i due mentre continuava a lasciar cadere delle occhiate ai suoi grandi “occhi”. Si era deciso, voleva aver l’opportunità di approfondire la conoscenza con Nanami ma voleva anche provare un approccio diverso stavolta, non voleva essere impulsivo come al suo solito ma voleva giocarsi bene le sue carte iniziando a cuocere a fuoco lento quella situazione, che una volta ben cotta avrebbe di certo dato enormi soddisfazioni.
     
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  8. Kirìto
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    Finalmente il giovane ragazzo era tornato. - Nessun problema Paolo-kun. - Dissi, sorridendogli come solo una fidanzatina saprebbe fare al proprio ragazzo. Senza aggiungere altro presi sottobraccio il giovane e iniziai a camminare lentamente verso l'uscita. - Che ne dici di andare a bere qualcosa? Oggi fa proprio caldo. - Dissi, prendendo il bordo della scollatura e agitandolo lentamente. In questo modo gli avrei fatto notare che non indossavo il reggiseno cosa che, secondo quanto aveva detto sul bagno, speravo lo avrebbe compiaciuto. Nel mentre ci avvicinavamo all'uscita studiai il ragazzo. Era altro sul metro e settanta, all'incirca e, molto probabilmente, senza le mie splendide scarpe col tacco dodici, sarei stata molto più bassa di lui. La corporatura era ben solida e massiccia, probabilmente faceva qualche sport o roba varia. I suoi capelli erano più sul castano chiaro che sul biondo e gli occhi marroni. A contornarli c'erano dei semplici occhiali color rosso, in tanta con il suo abbigliamento. - Ci assomigliamo tanto noi due, potrebbero scambiarci per madre e figlia. - Ridacchiai come una stupida ragazzina, cosa che ai giovani d'oggi piaceva molto. "Come mi sono ridotta in basso..." Strinsi maggiormente il braccio del giovane facendogli sentire su di esso le mie forme. Difronte all'istituto c'era un piccolo locale nel quale ci saremo potuti tranquillamente rilassare.
     
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    Meno male che Nanami non si era preoccupata troppo della sua piccola assenza e fu ancora più contento stavolta nel vederla, e quando vide quel sorriso se fosse stato un pezzo di ghiaccio si sarebbe sciolto molto volentieri per lei ma doveva resistere, e quindi quando ricambiò il sorriso e venne preso sotto braccio da Nanami sentendo anche la morbidezza del suo seno per pochi attimi mentre avevano iniziato a muoversi verso l’uscita.
    Ma certo cara signorina Nanami, mi faccia strada che io non so dove si trova il posto dove vuole andare
    Era ovvio dato che era appena arrivato da poche ore non sapesse muoversi in quella città e quindi Nanami avrebbe dovuto fare anche da navigatore in quella situazione, anche se la sua attenzione era di nuovo attirata nuovamente su Nanami che aveva preso il bordo della scollatura agitandolo il poco che bastava per fargli accorgere che sotto quella uniforme si nascondeva un prorompente seno che di certo non avrebbe fatto molta fatica ad uscire da quella camicetta, stavolta si fece notare da Nanami mentre la stava guardando e ridacchio sonoramente compiaciuto dalla scena della donna dato che non gli capitava spesso di avere il piacere di guardare donne belle come lei, mentre il suo membro invece aveva iniziato a stimolarsi ancora di più poco a poco. Mentre stavano ancora camminando si sentì come osservato da Nanami e si voltò di conseguenza sorridendogli ancora una volta.
    Che succede signorina Nanami? Ho qualcosa di strano per caso? Ah le vorrei fare una proposta, una volta se viene a fare un viaggio a Roma potrei ricambiarle della cortesia che lei ora mi sta dato, e gliene sono immensamente grato
    Gli fece senza messi termini un invito ad uscire nuovamente una volta lei fosse capitata a Roma, mentre gli fece quella proposta si avvicinò molto al suo viso rimanendo a circa tre o quattro centimetri di distanza facendole anche l’occhiolino, prima non ci aveva badato molto ma la carnagione abbronzata di Nanami più i suoi capelli biondi erano un mix di colori davvero invitante, mosse un paio di volte il braccio sinistro così da sentire ancora meglio la morbidezza offerta da Nanami quando tirò fuori un discorso strano ma al tempo stesso anche molto interessante.
    Mmmm bhe magari, di certo non mi dispiacerebbe avere come madre lei signorina Nanami, lei e troppo giovane e bella per rovinarsi ed avere un figlio come me, e poi avere come madre una bella donna come lei sarebbe un problema dato che romperei il muso ad ogni ragazzetto della mia età non appena posassero lo sguardo su di lei. Si potrò sembrare autocentrico ma preferirei avere le sue attenzioni solo per me, oppure perchè nò potrebbe essere anche la mia sorellona quale delle due opzioni preferisce?
    In effetti ora che ci pensava bene Nanami poteva essere veramente una sorta di sua parente alla lontana, in fin dei conti qualche somiglianza fra i due c’era e sperava quando disse che avrebbe voluto avere tutte le sua attenzioni per se stesso lei non se la fosse presa in qualche modo a male, mentre distogliendo l’attenzione almeno per qualche secondo da Nanami si era accorto che fra poco sarebbero arrivati dentro a quella specie di bar che stava di fronte all’istituto, gli dispiaceva non poter mostrare la sua intraprendenza a Nanami che ci poteva fare in fin dei conti non conosceva la città.
     
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  10. Kirìto
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    Un viaggio a Roma. Beh, se il luogo non era cambiato molto negli ultimi trenta-quaranta anni avrei anche potuto fare io da guida a lui. Un figlio. In duecentosettanta anni non ne avevo mai avuto uno. In realtà ero rimasta ingravidata molte volte ma, chissà perchè, il feto non riusciva mai a crescere. Quel discorso non mi piaceva, mi riportava alla mente avvenimenti tristi. In fin dei conti, pensai, fare da genitore non mi si addice proprio. Il bar era a ormai pochi metri da noi. - Preferirei essere la tua Onee-san. - Dissi, sorridendo. Anche se il ragazzo non parlava benissimo il giapponese il termine era più che conosciuto, ergo non avrebbe avuto problemi a capirlo. Aprì la porta del locale. Il posto era quasi vuoto, a parte qualche ragazzo che molto probabilmente aveva marinato le lezioni. Più che un bar quello era un pub frequentato soprattutto la sera quindi non mi sorpresi di trovarlo mezzo vuoto. La mia presenza nel locale mise in'allerta alcuni clienti, tra l'altro frequentanti l'istituto lì difronte. Il proprietario però sapeva benissimo che non ero lì per ricacciare tutti all'interno della scuola. Dopo le lezioni o nei giorni liberi mi capitava molto spesso di fermarmi a bere qualcosa in quel posto. In fin dei conti era accogliente, con i muri tinti di rosso e dei semplici tavolini bianchi su cui sedersi in tranquillità. - Vieni Paolo-kun. - dissi, indicandogli un tavolo con tanto di divanetto libero. Naturalmente attorno al tavolo si sarebbero potute accomodare tranquillamente quattro o cinque persone, vista la presenza di due divanetti, ma io, con ancora il giovane sottobraccio, mi gettai su uno di essi, il più piccolo tra l'altro, così da rimanere il più vicino possibile a Paolo, seduto al mio fianco. Il proprietario, nonchè il barista del locale, venne a prendere immediatamente le nostre ordinazioni. Da quando avevo messo piede nel locale quell'uomo mi era stato simpatico. era gentile, divertente e, cosa più importante, non faceva domande ogni volta che mi presentavo al suo interno con un'uomo differente. Possiamo dire che in quel luogo ci andavo anche per rimorchiare. - Per me il solito. - Dissi, facendo l'occhiolino all'uomo dai corti capelli neri. Avevo un certo filling con lui e, nonostante arrossisse ogni volta che facevo qualcosa, sembrava piacergli. Il mio solito consisteva in un milkshake alla fragola ben agitato e molto freddo. - Prendi ciò che vuoi Paolo-kun, offro io. - Dissi, stingendogli nuovamente il braccio.
     
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    L’aveva vista per un attimo intristirsi, evidentemente Paolo aveva detto qualcosa che non avrebbe mai dovuto dire e non seppe più come scusarsi in quel momento, Nanami disse che invece gli sarebbe piaciuto di più invece essere la sua sorellona e di conseguenza sorrise vistosamente, a chi non sarebbe piaciuto avere una sorellona come Nanami? Sicuramente quasi a nessuno, ma per ora quella bella donna era in sua compagnia e di certo avrebbe fatto di tutto per farla divertire al meglio, ci teneva dopo averla vista intristirsi e per rassicurarla con il braccio sinistro ancora accolto fra le sue dirompenti forme fece scorrere la mano tanto che bastava a toccarle un fianco.
    Certo Nanami-chan arrivo, mica la lascerò sola oggi
    Era ancora piacevolmente attaccato a lei, sentirla così vicina gli piaceva ma lo faceva eccitare al tempo stesso, si erano messi a sedere in uno dei tavolini probabilmente più piccoli del locale e la cosa non gli dispiaceva affatto anzi era contento della scelta della donna e non voleva per quel periodo in cui sarebbero stati insieme alcun genere di interruzione o intrusione di nessun tipo. Nel mettersi entrambi Paolo si fece ancora più vicino a lei tanto che la sua gamba sinistra andò a toccare completamente la gamba destra di Nanami mentre la sua mano nel sedersi andò fra le gambe della bionda, Paolo spostando lo sguardo verso il barista che aveva arrossito a Nanami venne incenerito da un’occhiataccia del giovane.
    Mi porti la stessa cosa che prende la mia dolce signorina
    Diede una certa importanza quando disse la parola: “mia” diretta proprio alla dolce Nanami, una parola che era sicuro avesse compiaciuto in fin dei conti anche lei, non era uno dei tipici latin lover ma con le donne soprattutto per via della sua giovane età riusciva ad attaccarci bottone in modo molto facile e allo stesso tempo molto famigliare, forse per via del suo carattere impulsivo e che non aveva minimamente paura di nulla oppure perché era anche sicuro delle sue capacità oratorie. Si avvicinò ulteriormente a Nanami quando la sentì stringere più forte il suo braccio fra i suoi seni, e nell’avvicinarsi fece scivolare anche la sua mano in modo da toccare per qualche istante la coscia della donna sentendone la morbidezza.
    Nanami-chan non posso essere che contento di passare un po’ di tempo con lei, e la prima persona che ho conosciuto qui in Giappone e devo dire che mi e piaciuta subito appena l’ho vista, e devo dire che è anche una bella donna….
    Stavolta non usò mezzi termini e nel dirlo gli sorrise contento, mentre intanto il barista aveva completato l’ordine e si stava dirigendo verso i due con il vassoio e dentro i due bicchieri.

    Edited by Ultimate Deva-Pain - 31/12/2013, 11:49
     
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  12. Kirìto
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    Il ragazzo si stava facendo sempre più intraprendente. Il discorso di prima, le adulazioni che mi riservava e, adesso, la sua mano che per pochi secondi mi aveva toccato l'interno della gamba. Ormai non avevo dubbi, gli piacevo eccome. Il mio obbiettivo fin da subito era stato quello di cibarmi ma, vedendo l'andazzo della situazione, mi sarei potuta cibare di qualcos'altro che non fosse il suo sangue. Certo sta che prima o poi lo avrei morso. "Ma sì Nanami, divertiamoci un po." Il mio subconscio iniziava a fremere dalla voglia. Ralph, il barista, postò le nostre ordinazioni. Due milkshake alla fragola. Sussurrai un grazie, inviandogli un leggero bacio volante. Immediatamente l'occhiataccia che stava inviando al giovane ragazzo svanì, lasciandolo spiazzato e rosso come un pomodoro. Ridacchiai nel mentre il giovane barista tornava al bancone. - Ecco a te Paolo-kun. - Dissi, prendendo in mano il suo bicchiere nell'intento di servirlo. Con un movimento naturale, che nessuno al mondo avrebbe potuto interpretare volontario, a parte io ovviamente, mi feci scivolare il bicchiere dalle mani. Con un sonoro SPLASH il liquido si andò a versare sulla toppa dei suoi pantaloni. - Oddio, scusami! - Afferrai quanti più fazzoletti possibili da sopra al tavolo e iniziai a tamponare subito il liquido sulla patta dei suoi pantaloni. Certo è che ero proprio un'attrice nata. Tamponavo con leggeri tocchi andando a premere di tanto in tanto sul suo membro che, da ciò che potevo sentire, era già in erezione. - Se non puliamo subito rimarrà la macchia. - Dissi, con tono serio. - Se torniamo all'istituto posso procurarti un'altro paio di pantaloni... -
     
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    Finalmente il barista aveva portato i bicchieri così facendo i due si potevano anche mettere a bere, Paolo vide Nanami prendere uno dei due bicchieri in modo molto naturale ma che allo stesso tempo per il ragazzo appariva molto ma molto sexy e sembrò che la bionda avesse tutte le buoni intenzioni di servirlo e da bravo bimbetto obbediente non disse nulla, facendo intendere alla donna che poteva e come servirlo. Solo un piccolo intoppo però era successo, il bicchiere che portava nella mano Nanami scivolò andandogli a bagnare la parte dei pantaloni nella quale si trovare il suo membro sempre più eccitato, ovviamente ad rincarare la dose della sua eccitazione non po’ che essere Nanami dispiaciuta che tentava di pulirlo con dei fazzolettini di carta facendo eccitare ulteriormente Paolo e specialmente il suo membro sempre più gonfio ed eretto, anche se era più giovane di Nanami, lei avrebbe sicuramente constatato con quei tentativi di pulire la macchia che Paolo per la sua giovane età si dimostrava anche abbastanza sviluppato la sotto.
    Paolo spostò lo sguardo su Nanami guardandola per qualche secondo con sguardo sempre più eccitato, ed era convinto che quel tipo di sguardo avrebbe fatto contenta in qualche modo anche lei.

    Già dolce Nanami-chan concordo su quello che ha detto, meglio pulire prima che i miei pantaloni preferiti si rovinino.
    Certo andiamo pure all’istituto

    Aveva accettato ovviamente la richiesta di Nanami, dato che era l’idea più intelligente oppure il suo membro sotto a quelle delicate attenzioni sarebbe esploso allargando ulteriormente la macchia su i suoi pantaloni, si alzò dal divanetto potendo così la mano a Nanami per aiutare ad alzarla, una volta alzata gli avrebbe anche messo inoltre la mano destra sul fianco destro per palparlo leggermente. Una volta che fossero stati in piedi tutti e due Paolo gli pose nuovamente il suo braccio sinistro, così che se Nanami aveva l’intenzione di riattaccarsi a lui di certo il ragazzo non la avrebbe rifiutata e poi si sarebbero diretti di nuovo verso l’istituto…
     
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  14. Kirìto
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    Afferrai gentilmente la sua mano, intendendola come gesto di aiuto nell'alzarmi. Poi però l'altra sua mano andò a palparmi le chiappe con nonchalance. Arrossì, stando al suo gioco. Ancora una volta mi ritrovai sottobraccio al giovane. - Aspettami un'attimo, vado a pagare. - Mi staccai dal ragazzo e, sculettando il più vistosamente possibile, mi diressi verso il bancone. Il proprietario però, con un sorriso a trentadue denti, insistette a non farmi pagare dicendomi che quei due drink li offriva la casa. Sorrisi e, dopo averlo ringraziato, tornai da Paolo che ormai era sulla soglia della porta. probabilmente per quei drink lo avrei dovuto ringraziare in un'altro modo più tardi. Sorrisi al giovane biondo e, dopo essere tornata sottobraccio ad egli, ci dirigemmo verso l'istituto. Nei vecchi sgabuzzini della palestra dovevano ancora esserci delle vecchie tute inutilizzate. Nessuno avrebbe notato la mancanza di esse e, dulcis in fundo, Paolo sarebbe sembrato un comunque alunno della Gekkoukan, esclusa ovviamente la pessima parlata. Così facendo lo avrei potuto portare tranquillamente in giro per l'istituto senza che nessuno ci disturbasse. Per arrivare ai vecchi spogliatoio attraversammo difilato il campo da basket, al momento vuoto visto che le attività del club si tenevano il pomeriggio. La porta, per nostra fortuna, era aperta. Mi fiondai su uno degli armadietti e, piegandomi in avanti per cercare le robe e per consentire a Paolo di osservarmi meglio, afferrai un set completo composto da maglia a maniche corte con tanto di stemma dell'accademia e un semplice pantalone della tuta. Appoggiai il tutto sulla panca al mio fianco. - Togliti i pantaloni Paolo-kun che cerco di limitare il danno. Quantomeno dovrei riuscire ad eliminare la macchia. -
     
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    The man behind the sauce

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    La palpata che aveva dato a Nanami fu molto fruttuosa, potè sentire tutta la morbida carne che la donna teneva sotto quella gonna ed era chiaro anche quanto non gli sarebbe dispiaciuto poter affondare le mani su così tanta bellezza, ma quello non era il luogo adatto per esporsi troppo verso la donna. Finalmente era tornata da lui e il suo braccio di conseguenza tornò anche ad appoggiarsi sulle prosperose forme di Nanami, continuava ovviamente a stare allo stesso passo della bionda mentre a volte muoveva il braccio premendo a volte leggermente uno dei due seni di Nanami eccitandosi ancora di più.
    Continuarono a camminare dentro l’istituto arrivando finalmente a quello che sembrava essere a tutti gli effetti uno spogliatoio dove ovviamente i ragazzi si cambiavano per andare ad effettuare i vari sport oppure anche le ore di educazione fisica nel normale orario di scuola, prima di arrivare negli spogliatoi erano anche passati attraverso quello che aveva tutta la forma di essere un campo da Basket e per fortuna che in effetti non c’era proprio nessuno a poterli disturbare, entrati finalmente nello spogliatoio Paolo vide Nanami fiondarsi su uno di essi nel tentativo di cercare probabilmente una vecchia tuta il ragazzo vide soddisfatto e sempre più eccitato la scena di Nanami completamente piegata in avanti e della quale si poteva vedere tutto e il suo membro sempre più scalpitante dentro ai suoi pantaloni, si toccò leggermente il membro con la mano sinistra cercando di calmare un attimo quella esuberante erezione finchè Nanami non si rialzò in piedi dopo aver preso la roba dall’armadietto e chiedendogli di togliersi i pantaloni.

    Certo Nanami-chan me li tolgo subito, non si preoccupi se la macchia non se ne dovesse andare cercherò io un modo per toglierla
    Dato che era in piedi di certo non sarebbe stato un problema togliersi i pantaloni, e così fece, appena si tirò via i pantaloni Nanami avrebbe potuto anche ammirare sotto alle sue mutande bagnate il rigonfiamento del membro del ragazzo tutto eccitato per la bellissima bionda, Paolo si abbassò un attimo per far fuoriuscire anche le scarpe dai piedi e i avvicinò verso Nanami porgendogli i pantaloni con la mano sinistra mentre nello stesso momento il suo membro, per alzare ulteriormente la tensione, decise che era il momento di farsi vedere e scivolò fuori dall’orlo delle mutande di Paolo mostrando di conseguenza la punta tutta ingrossata e pulsante. Naturalmente Paolo non si era accorto di niente e sorrideva ancora verso Nanami mentre gli poneva i suoi pantaloni.
     
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