L'apprendista fortunato

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    Videogiocatore vecchio stampo!

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    L'apprendista fortunato

    Salve a tutti, sono Marco un ragazzo ventenne, capelli castani corti, occhi marroni, un fisico normale.
    Perchè vi dico questo? Il motivo è che voglio farvi capire che non sono niente di speciale.
    Sono un tipo nella media, anzi un po' più sfigato dato che sono vergine e disoccupato. Questa è
    sicuramente una brutta cosa però quest'ultimo fatto mi ha permesso di avere una bella esperienza,
    anzi una super esperienza, di sicuro non comune ai molti; qualcosa di positivo che mi ha risollevato
    di molto il morale. Ma lasciate che vi racconti.

    Era un giorno di fine primavera quando fui contattato da un'azienda a cui avevo spedito il curriculum
    in precedenza.
    Il giorno seguente ebbi il colloquio nel quale però non mi diedero molte informazioni; conluso, la cosa
    chiara era che avrei dovuto presentarmi il lunedì seguente per una giornata di prova.
    Non ero molto convinto di quella faccenda, non mi avevano dato una buona impressione, ma avevo
    bisogno di trovare lavoro quindi accettai.
    Nel giorno concordato mi presentai all'appuntamento e dopo un altro breve colloquio fui assegnato
    ad una presentatrice che mi avrebbe dovuto seguire e mostrare il lavoro.
    La mattina non era partita per il verso giusto ma quando vidi la mia accompagniatrice mi rallegrai un
    poco: si chiamava Concetta ed era una ragazza siciliana davvero molto bella, capelli lunghi castani,
    occhi mediterranei marroni con un bel corpo snello e più bassa di me di un po' di centimentri.
    Era davvero molto attraente grazie anche a com'era vestita: indossava una camicetta quasi attillata
    che mostrava le forme dei suoi seni, sopra una giacca elegante, sotto portava una gonna stretta
    dalla quale spuntavano due belle gambe coperte da collant che terminavano in due scarpe coi tacchi.
    Il luogo di lavoro era in una provincia della mia città e quindi salimmo sulla macchina aziendale e
    partimmo.
    Raggiungemmo la meta per le 9.00 e nel frattempo ero venuto a conoscenza del tipo di lavoro che
    avremmo dovuto eseguire. In pratica era uno di quegli odiosissimi impieghi porta a porta per
    presentare delle offerte, sicuramente imbrogli riguardanti una compagnia telefonica, alle case
    residenziali della zona.
    Iniziammo subito ma la faccenda non mi pesava in quanto avevo continuamente davanti a me
    quel suo bel culetto che ondeggiava ad ogni passo e me lo faceva venire duro.
    Dopo alcuni isolati si erano già fatte le 12.00 e quindi ci fermammo a mangiare.
    Tra una chiacchera e l'altra conobbi un po' meglio la ragazza e mi lasciò sconcertato scoprire che
    aveva 29 anni pur dimostrandone 20; riuscii a scoprire anche che era single.
    Dopo la pausa ricominciammo e intanto le temperature si erano alzate e faceva molto caldo.
    Arrivati alle 15.00 eravamo entrambi accaldati ma era lei a soffrire di più in quanto le scarpe le
    facevano dolere i piedi.
    Le proposi quindi di fermari, sperando di poter parlare di più con lei, ma lei disse che non potevamo
    interrompere il lavoro; allora lo offri di portarla a spalle, lei rifiutò per un po' ma io insistetti e alla
    fine la convinsi, grazie anche al fatto che giravamo in strade campane non tanto frequentate.
    Appena mi si appoggiò sulla schiena sentii i suoi seni contro di me e subito il mio membro si rizzò
    nuovamente.
    Procedemmo per un po' così poi, per il troppo caldo, mi chiese di farla scendere e si tolse la giacchetta.
    Io, anche per la calura, ero molto arrapato e non troppo lucido; continuavo a pensare di flertare con
    lei quasi ossessivamente e alla fine la ragione cedette.
    Iniziai a chiedere qualche informazione su di lei poi presi a farle dei complimenti ed infine la fermai.
    Le dissi che non ce la facevo più e che mi faceva male la testa per il caldo, e che avevo bisogno
    di riposare.
    Lei sembrava contrariata, evidentemente per il lavoro, ma mi assecondo.

    Lasciammo la strada su cui eravamo ed entrammo nei campi vicini in cerca di un albero sotto cui
    fermarci.
    Trovato uno molto prominente ci sedemmo alla sua base. Iniziai a lanciarle delle occhiate di tanto
    in tanto e alla fine lei se ne accorse e mi chiese cosa avevo.
    Io in preda all'eccitazione mi girai verso di lei e dissi una cosa che molto probabilmente mi avrebbe
    garantito il ritorno a piedi fino a casa, per chilomentri e chilomentri, ma ormai non ragionavo quasi
    più; le confessai che mi attraeva molto e che mi sarebbe piaciuto baciarla, poi mi ci avvicinai e
    presi un suo labbro tra le mie.
    Lei tentò debolmente di allontanarmi ma si abbandonò quando iniziai a baciarle il collo; portai poi
    le mani sulle sue spalle e dopo sui bottoni della camicetta, iniziando a sbottonargliela.
    arrivando con la bocca sulle sue scapole le slacciai il reggiseno e poi la liberai dagli scomodi
    indumenti, scoprendo i suoi bei seni all'aria primaverile.
    Presi poi a baciarle il seno e a succhiarle i capezzoli, facendola sospirare di piacere, mentre
    passavo con le mani alla gonna che a scattoni le tirai su, arrotolandogliela alla vita; dopo
    mentre le solleticavo con la lingua la pancia snella, le strappai i collant a livello delle mutandine
    nelle quali poi le misi una mane, e le infilai due dita in una vera vagina per la prima volta, la
    quale era depilata e matura.
    A quel punto non resistetti più, mentre la baciavo tra le coscie, mi sfilai pantaloni e mutande
    liberando il mio cazzo caldo e grosso.
    Le afferrai le gambe per i polpacci e gliele allargai fino a che non sembrarono due ali aperte, poi
    finalmente mi inserii dentro di lei, penetrando di colpo il suo frutto proibito e facendola gridare.
    Era una sensazione incredibile e fu più intensa quando inizia a scoparla ritmicamente; su e giù,
    fuori e dentro, propio come in quei video porno con cui mi ammazzavo a casa.
    Il mio cazzo sembrava esultare e io ero eccitato al massimo anche grazie ai suoi seni dondolanti.
    Dopo un po' di colpi cambiammo posizione, lei si mise girò e si mise con il sedere in aria, allora
    le varcai di nuovo la vagina e iniziai a montarla sempre più violentemente.
    Ad un certo punto lei pregò ansante di non venirle dentro ma non ragionavò più ed arrivai a
    penetrarla con velocità degna di un pornostar, afferrandogli i seni con le mani.
    Arrivai al culmine dopo circa 20 minuti di scopata e non riscuii a fermarmi, le venni abbondantemente
    dentro mentre ululavo di piacere; negli ultimi spasmi del mio membro glielo tirai fuori e le sborrai un
    anche sul culo, poi ansante mi lasciai andare sull'erba. Concetta allargo le gambe e spinse facendo
    colare lo sperma dalla sua vagina, come una piccola cascatella che preso si estinse; poi, come
    tornando alla realtà, recuperò dalla sua borsetta dei fazzoletti e si ripulì.
    Così feci anche io poi ci rivestimmo.
    Tornando al lavoro lei mi disse soltanto che non avrei dovuto dirlo a nessuno poi finimmo e tornammo
    indietro.
     
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