Storia di un pene: le origini di Azzo.

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    Videogiocatore vecchio stampo!

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    Storia di un pene: le origini di Azzo.

    Azzo era un pene, sì propio un pene in carne e muscolo.
    Per un tragico incidente era stato rimosso dal suo propietario, con i testicoli inclusi, e
    abbandonato in un laboratorio.
    Poi, non si sa come, Azzo ottenne una vita propia.
    La fuga dal luogo in cui si trovava non fu affatto facile; esso non aveva gambe e quindi
    dovette saltellare nascondendosi alla vista delle persone, tra corridoi e corridoi.
    Intanto dentro di lui cresceva un bisogno, un impulso come lo è la sete per gli esseri umani.
    L'occasione per soddisfare tale necessità si presentò già durante la fuga, precisamente in una
    stanza adibita al ricovero, quando fu costretto a nascondersi.

    Azzo si ritrovò bloccato in essa in quanto, nel corridoio fuori dalla porta, si era radunata una
    folla di persone quasi sicuramente in visita ai pazienti.
    Comunque lui era allo scoperto e se qualcuno fosse entrato, sarebbe stato sicuramente notato.
    Allora, per quanto furtivo gli fosse possibile, si avvicinò ad uno dei letti ospedalieri, sul
    quale c'era una donna, abbastanza giovane e con una gamba ingessata, che evidentemente
    stava dormendo.
    Tutti i letti erano occupati quindi uno valeva l'altro perciò, grazie ad una sedia lì vicino, Azzo
    riuscì a raggiungere la sua meta, quindi pian piano si intrufolò sotto le coperte.
    Lì sotto faceva parecchio caldo e questo, insieme alle cosce nude della donna, fece uno strano
    effetto su di lui; all'improvviso iniziò a crescere, a indurirsi e ad allungarsi mentre i testicoli si
    ingrossarono; in più sentì la fessura sulla sua testa inumidirsi di una strana sostanza; si sentiva
    forte.
    Dovette procedere nella semi oscurità, chinato per non muovere le coperte sopra di lui, e girò
    intorno alla gamba di lei per poi trovarsi in mezzo alle due che erano semi allargate.
    Azzo procedette finche potè e sarebbe potuto rimanere nascosto lì se qualcosa non l'avesse
    attratto.
    Nella fioca luce che traspariva dalle coperte, esso potè scorgere una fessura, una stana linea
    dove le cosce della donna si univano.
    Essa lo attraeva, come una lampadina con le falene notturne, e perciò doveva scoprire cosa
    fosse; senza più ragionare, Azzo si insinuò tra le gambe spingendo con la sua testa.
    La donna, che per fortuna doveva essere sotto sedativo, non si svegliò ma allargò un po' le
    gambe rivelando a lui la sua vagina depilata, stranamente non portava le mutandine; le sue
    labbra erano invitanti come la porta del paradiso, come se chiedessero di essere aperte.
    Azzo titubante si avvicinò lentamente a quella visione meravigliosa e quando si appoggiò
    ad essa, il contatto lo fece fremere.
    Non poteva fermarsi, doveva entrare, quindi iniziò a spingere con la testa e la fessura si aprì
    man mano che procedeva fino a quando non vi entrò.
    Azzo si ritrovò in una specie di tunnel completamente buio e molto caldo; poteva solo basarsi
    sul tatto e sentiva intorno a lui delle pareti morbide, umide di una qualche sostanza che attutiva
    leggermente la sua "sete".
    Doveva assolutamente procedere e quindi si spinse con forza coi testicoli ed entrò per tre quarti
    della sua lunghezza.
    Però così non bastava e non riuscivà più a darsi una spinta, allora sgusciò a ritroso e riuscì alla
    luce, sentendosi tutto bagnato.
    Doveva provare di nuovo per raggiungere il fondo di quel tunnel, così si rituffò all'interno.
    Riprovò più volte e intanto dentro la fessura si era creata una sostanza più densa; era scivoloso
    lo dissetava maggiormente, e gli rendeva più facile l'accesso.
    Dopo un ennesimo tentativo Azzo provò qualcosa di nuovo, una sensazione che gli procurava un
    intenso piacere. Ricominciò quindi a penetrare quella porta celestiale con maggiore foga sentendosi
    più vicino alla fine del tunnel ad ogni tentativo.
    Quando pensò che fosse la volta buona, la sensazione era così intensa che gli offuscava qualsiasi
    tipo di pensiero e quando si dette la spintà e scivolò all'interno, sentì un qualcosa di indefinito
    salirgli dal profondo fino alla testa; Azzo pensò di esplodere e in un certo senso fu così dato che
    un liquido caldo e densissimo gli scizzò fuori innondando il tunnel e provocandogli un piacere infinito.
    Ci volle un minuto di spasmi e contrazioni perchè il tutto iniziasse ad attenuarsi, fino ad estinguersi.
    Il liquido che aveva espulso era così abbodante che lui stesso ne era stato sommerso.
    Azzo impiegò un po' di tempo per riprendersi e per riacquistare le forze per uscire dal tunnel;
    sfilando la testa potè osservare una lenta cascatella di liquido, che l'aveva seguito, colare giù dalla
    fessura, mentre lui tornava pian piano alla sua forma originale.

    Il pene tornò a ragionare e si ricordò della situazione di pericolo in cui era.
    Raggiunse un margine delle lenzuola spiò se c'erano pericoli; non sembrava esserci nessuno quindi
    uscì dal suo nascondiglio, si rotolò per pulirsi e poi raggiunse il pavimento.
    Dopo molte ore riuscì finalmente a raggiungere una via di fuga dall'ospedale, attraverso una finestra
    aperta al pian terreno.
    Ora Azzo era libero, libero in un mondo pieno di cancelli celesti e tunnel da esplorare.
     
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