White Regrets

x Doom

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    Con un movimento repentino, il ragazzo bendato tolse completamente la maglietta alla sua allieva, mettendo completamente il suo petto a nudo. Non poteva nemmeno opporre resistenza, dato che la libidine di Kokujo gli stava lentamente prosciugando le forze. Si sentiva sempre più debole, ma allo stesso tempo più eccitata. Quando poi il suo sadico ragazzo evidenziò con fare maligno e perverso com'era peggiorata la situazione in cui si trovavano, la ragazza si stava quasi per mettere a piangere. Scosse la testa, cercando di negare l'evidenza e di farlo smettere. Non sopportava quelle parole tanto crudeli. Ma lui non si fermò, ne cercò di allentare la morsa con cui la teneva fra le sue braccia. Anzi, si fece più audace, infilando la sua mano nei sottili pantaloni di Rika, fino a soffermarsi sulle sue morbide natiche. Se ne avesse avuto la possibilità sarebbe arrossita ancora di più. Oramai non si capiva più il perché di quel suo rossore, se per imbarazzo o eccitazione. Si trovava in un limbo, sospesa tra il piacere e la paura. Kokujo tentava di farla cadere dal lato lascivo, ma più lui la spingeva e più di rimbalzo si squilibrava dall'altra parte. Quella situazione la eccitava e la intimoriva allo stesso tempo, anche se le parole del ragazzo servivano solo ad alimentare la sua paura. Le sembrava quasi di essere violentata, sebbene la persona al suo fianco fosse quella che amava. Per questo non poteva dire niente. Non poteva dibattere, non voleva dibattere. Non avrebbe mai detto di no a lui, ne era troppo innamorata. Eppure quei suoi gesti la facevano star male, si sentiva come una bambolina di pezza e non come la sua donna. Era questo ciò che la faceva star male più di tutti. Continuò a prenderla in giro, stuzzicandola con le sue battutine sadiche e perverse. Scosse il capo, cercando di levare dalla sua testa quelle parole. Non erano da lui, e non le voleva accettare. L'unica cosa che poteva concedersi era quello di chiudere il suo cuore, restando impassibile a qualsiasi cosa gli avesse fatto. In questo modo lui sarebbe rimasto soddisfatto e lei non avrebbe più sofferto. Alla fine, quando gli chiese ironicamente se voleva continuare, lei fece un cenno positivo col capo. Non perché lo voleva, ma perché era costretta. «Si... continua...». Una frase schifosamente ironica e falsa e piena di malinconia. Mentre lo disse i suoi occhietti erano lucidi, e due piccole lacrime si posarono ai bordi, minacciose di scendere da un momento all'altro.

     
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    Il gioco si stava facendo più duro e a quanto pare Rika non era ancora pronta a reggerlo. Era un peccato perché Kokujo si stava realmente divertendo, ma non poteva farla regredire alla bambola di ghiaccio che aveva così tanto faticosamente sciolto solo per un suo capriccio. Si fermò, abbandonò le sue natiche e la strinse intorno alla vita, poggiandola di nuovo sul suo petto mentre lui le lasciava un bacio sulla fronte e con fare protettivo le copriva il petto con la coperta, lasciandosi andare ad un lungo sospiro.
    Sei ingenua, è troppo facile fregarti. Non arriverà proprio nessuno perché ho già corrotto il dottore di guardia per darmi un'oretta di solitudine con te. Puoi rilassarti Rika.
    Un altro bacio sulla fronte, mentre la accarezzava per tranquillizzarla. Sperava sinceramente che quelle parole potessero suscitare una reazione in lei. Magari sollievo, ma sarebbe stato ancora più contento se Rika avesse dimostrato una nota di disappunto vendicandosi su di lui, magari prendendolo anche a male parole. Sarebbe stato un netto miglioramento perché significava che aveva raggiunto una certa confidenza, al punto da riuscire perfino a contraddire e rimproverare il suo sadico maestro. Non che Kokujo abbracciandola e baciandola così delicatamente la aiutasse molto a sfogarsi, ma faceva semplicemente del suo meglio.
    Devo ammettere però che la tua faccia quando è rossa è incredibilmente carina.
    Solo a quel punto si concesse una leggera risatina, nonostante avesse scoperto le sue carte la prendeva ancora in giro.
     
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    Non capiva cosa fosse successo, ma per qualche motivo Kokujo decise di interrompere quel gioco per lei fin troppo spinto. Forse un suo gesto inconsueto l'aveva fatto desistere, o forse si era semplicemente stufato e aveva concluso anticipatamente il gioco. Non si era nemmeno accorta che a porre fine a quella pericolosa giostra di piacere era stata proprio quella sua falsa affermazione. Quelle parole erano come una frecciatina amara, che punse Kokujo facendogli male al petto. Non poteva sopportare di vederla in quello stato, tornare ad essere la bambolina di ghiaccio silenziosa ed arrendevole della loro primissima volta. Col gioco anche le mani ritornarono al loro posto, lasciando sulla pelle di Rika ancora il loro tepore perverso e una amara sensazione di incompletezza, di piacere mozzato sul più bello. Però quella brutta sensazione venne subito sostituita da una forse meno eccitante, ma decisamente più spontanea e meno aggressiva, che lei preferiva di gran lunga: un abbraccio. In pochissimi secondi si ritrovò dall'essere semi-molestata all'essere abbracciata con fare protettivo dall'uomo che amava. Quel cambio fu troppo improvviso per lei, e le ci volle un po' per realizzare che cosa stava successo. A sbloccare la sua situazione di stallo furono le parole di Kokujo. A quanto sembra l'aveva preso in giro per tutto il tempo. Lui sapeva che non sarebbe venuto nessuno, però aveva preferito non dirgli niente. In quel momento qualcosa scattò in Rika, rendendo la sua reazione tanto inaspettata quanto normale. Era arrabbiata, ma non abbastanza da volerlo cacciare via. Alzò lo sguardo, finche gl'occhi del poliziotto non incrociarono quelli visibilmente arrabbiati di lei, anche se le sue guance gonfie la rendevano un po' ridicola. Era l'espressione di una ragazzina indispettita dal comportamento maligno di una persona con la quale arrabbiarsi sul serio non se ne parlava neanche. «Cattivo» disse semplicemente, mostrando tutto il suo rancore in quelle parole, per quanto questo fosse flebile e quasi impercettibile. Nemmeno il bacio che gli diede sulla fronte ebbe effetto, e la sua espressione non cambiò. Si sentiva indispettita e non sarebbe bastato un semplice bacetto a farlo perdonare. Ci riprovò, questa volta usando le parole al posto dei fatti. Un complimento sincero, che Rika apprezzò non poco. Arrossì ancora, ma riuscì a nascondere quel rossore dietro ad un altro gesto del tutto inaspettato: un bacio. Si avvicinò velocemente al volto di Kokujo, finché le sue labbra non furono incollate a quelle del suo partner. Non fu troppo invasiva, me nemmeno troppo casta. Un bacio passionale, tanto profondo quanto bastava per riaccendere la passione nel suo ragazzo. Ci andò giù pesante, ovviamente nei limiti di una ragazzina che in campo amoroso era ancora una principiante, se non meno. Fece talmente tanta pressione da non lasciargli il tempo di reagire, mentre il suo corpo si avvicinava sempre di più a quello del partner, finché non lo sovrastò completamente. Quando le loro labbra si staccarono lei era a cavalcioni su di lui, cambiando completamente la carte in tavola. Si era fatta decisamente più audace, andando completamente contro la sua natura timida e remissiva. Voleva continuare quello che avevano interrotto sul più bello, che lei aveva interrotto, un po' perché sotto sotto le piaceva anche se continuava a negarlo e quel brusco cambio di scena aveva lascito entrambi insoddisfatti e con l'amaro in bocca, un po' per vendicarsi del torto subito. Ma era veramente una vendetta quella? No di certo, e i fatti lo dimostrarono. Cominciò ad indietreggiare, un po' insicura e titubante, ma allo stesso tempo convinta di quel che faceva. Si ritrovò tra le sue gambe, con una grossa erezione che non vedeva l'ora di essere liberata dalla sua prigione di tessuti e fibre, pronta per operare in qualsiasi momento. Non credeva fosse possibile, ma il viso di Rika riuscì ad assumere più colore di quanto non fosse possibile. Non sapeva cosa fosse più imbarazzante, se l'essere scoperta a fare cose sconce oppure fare una cosa del genere, anche se dal rossore nel suo volto si capiva benissimo la risposta. Dopo un attimo di riflessione e indecisione alla fine lo fece, quello che nessuno si sarebbe aspettato facesse: tirò giù i pantaloni a Kokujo, facendo uscire alla luce il suo membro, già bello pulsante e pronto per operare. Aveva detto che gli avrebbe fatto qualsiasi cosa e non si sarebbe rimangiata la parola data. Si sporse un attimo, guardando il poliziotto negl'occhi, per poi dirgli «Q-Questa è la tua punizione per avermi presa in giro». Il tono non era certo quello di una che voleva infliggere una punizione, e di certo non era quello il suo intento primario. Cominciò ad armeggiare con il sesso del suo ragazzo, afferrandolo e muovendo le sue manine su e giù, nel tentativo di donargli un po' di piacere. «C-Com'é? Ti piace?». Domanda stupida da farsi. Era parecchio inesperta e difficilmente quel suo servizietto sarebbe risultato stimolante. Dopo tutto era solo una principiante, e solo una volta aveva provato a farlo, con scarsi risultati. Però da qualche parte doveva pur cominciare a far pratica, no?

     
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    Come poteva immaginare, Rika aveva reagito in malo modo, pur tenendosi tutto dentro e sfogandosi assai poco in confronto a quello che provava realmente. Questo strappò un altro sorriso sulle labbra di Kokujo ma la ragazza lo soffocò immediatamente dietro ad un passionale bacio. Il ragazzo rimase del tutto sorpreso, tutto si aspettava meno che una mossa tanto irruenta e improvvisa, a stento riuscì a ricambiare il bacio, figurarsi il resistere al momentaneo guizzo di volontà di Rika che dopo quell'intenso bacio si piazzò sopra di lui, bloccandolo. Kokujo aveva ancora lo sguardo colmo di sorpresa, mentre la fissava sopra di lui, fingendosi imponente, col petto scoperto e le guance rosse come non mai per l'imbarazzo e la rabbia. Kokujo non disse nulla, nemmeno quando Rika decise di abbassargli i pantaloni per scoprire la sua erezione: l'aveva già sentita da prima e non poteva di certo ignorarla date le dimensioni, in parte era anche colpa sua... Rika riusciva a stimolare Kokujo enormemente nonostante il suo aspetto acerbo. Quando Kokujo sentì le sue piccole mani affusolate circondare il suo membro si rilassò, lasciando cadere la nuca all'indietro con un lungo sospiro misto ad un gemito di piacere, e per un attimo staccò lo sguardo da lei. Come punizione era decisamente inusuale, e anche Rika se ne sarebbe resa conto nel momento in cui la carne che stringeva tra le mani iniziò a pulsare tra le sue dita, facendole capire quanto in realtà stava apprezzando. Ora era diventata lei l'aguzzina che voleva strappargli parole di bocca, e a differenza sua Kokujo non si sarebbe tirato indietro facilmente.
    Si... oh si mi piace...
    Di nuovo la sua mente cadde sul cuscino e i suoi occhi andarono a chiudersi per godere al meglio di quel momento. Pur non essendo esperta non serviva di certo un'abilità secolare per stimolare in quel modo un ragazzo, Rika poi che stava usando entrambe le mani aveva già capito come levigare al meglio la sua inesperienza compensando con quel minimo di audacia che non guasta mai.
    Avanti Rika più forte... puniscimi... fammi male.
    Cercava di alimentare la sua sete di vendetta, ovvio pensare che se fosse andata più forte e veloce non avrebbe peggiorato di molto la situazione né gli avrebbe fatto troppo male, ma questo chiaramente lei non lo sapeva, poteva solo immaginarlo. E in quel momento probabilmente le andava bene anche quell'opzione.
     
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    Le sue manine continuavano a lavorare con il membro di Kokujo, cercando di stimolarlo come meglio potevano. Era impacciata e a volte gli sembrava di sbagliare, però la reazione del ragazzo era parecchio entusiasta, forse anche troppo. Davvero lei era così brava a fare quel genere di cose? D'istinto abbassò lo sguardo imbarazzata, un po' per il complimento appena ricevuto, un po' perché si sentiva una pervertita per quello che stava facendo, e sopratutto perché lo stava facendo bene. Da un lato era felice di riuscire a dargli piacere, ma dall'altro si sentiva ancora a disagio per la situazione in cui si trovavano. Sebbene erano la sicuro nessuno impediva a qualche seccatore o curioso di fare capolino dalla porta; dopotutto la porta non era chiusa a chiave. Continuò a stimolare il sesso del suo ragazzo, muovendo su e giù le sue esili mani, finché una piccola frase di Kokujo non la fece desistere. Ne voleva di più, voleva essere punito di più. Evidentemente gli piaceva un sacco e voleva che Rika si mostrasse ancora più audace, e magari anche un po' violenta. Si fermò un attimo a riflettere, come se avesse paura di proseguire. Aveva per caso delle tendenze al masochismo? Anche se così fosse la piccola e giovane cecchina non avrebbe potuto accogliere la sua richiesta. Non era la tipa da far del male alla persona che ama, nemmeno se fosse quest'ultima a chiederglielo. Senza contare che per lei già quello era troppo. Però allo stesso tempo non voleva deludere le sue aspettative. Si fece coraggio e dopo un bel respiro d'incoraggiamento infilò la punta del suo sesso nella sua boccuccia. Fece un po' di fatica ad infilarlo dentro, data le sue ovvie impedenze fisiche, però almeno ci metteva la buona volontà. Non andò molto in fondo, rimanendo a succhiare e leccare solamente la punta e poco più in giù. L'ultima volta quel servizietto non era stato molto gradito. Chissà quale sarebbe stata la sua reazione adesso?

     
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    Rika sembrava meno convinta di prima, forse non la stava motivando nel modo giusto ma Kokujo non aveva a disposizione molto spezio per pensare, dato che oramai era totalmente preso nelle attenzioni di Rika. Non avrebbe mai pensato che sarebbe stata così audace da prendere da sola l'iniziativa per spingersi oltre, ora non solo stava massaggiando il suo membro ma addirittura si aiutava con la bocca. Era convinto che la prima esperienza fosse stata per lei piuttosto traumatizzante, ma a quanto pare non era del tutto vero, o magari l'aveva superata unicamente per lui. Come avrebbe voluto dimostrarle il suo apprezzamento, ma ora non poteva proprio, non poteva far altro che soccombere al piacere, pulsando tra le sue minute labbra lasciandole intendere che ciò che stava facendo era più che gradito, accompagnando il tutto con lunghi ed intensi sospiri di piacere.
    Sei davvero brava Rika... non fermarti...
    Senza esitazione alcuna prese a muovere anche il suo bacino e incorniciare la testa di Rika tra le sue mani per aiutarla con quel piccolo servizio e stimolarsi sempre di più. Era così piacevole che non riusciva neanche a comprenderlo, gli bastava godere di ogni istante e sperava che Rika diventasse sempre più ambiziosa e audace, per quanto le dimensioni del suo corpo le permettessero di adattarsi. Lui però non esitava a spronarla, senza diventare mai troppo irruento è chiaro, ma la volontà non mancava e le spinte del suo bacino miste alle pulsioni del caldo e voglioso membro non facevano che da dimostrazione per la sua eccitazione.
     
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    A quanto pare persino il suo servizzietto era migliorato dalla prima volta. Eppure non aveva fatto niente di speciale, allenamenti strani o zozzerie simili. L'unica cosa che era cambiata in tutto quel tempo era il loro rapporto. Che fosse quello la causa dell'incomprensibile apprezzamento di Kokujo? Sicuramente era così; perché erano innamorati, e ognuno vedeva nei gesti dell'altro qualcosa di magico e insostituibile. Continuò a lavorare di bocca, finché le mani del ragazzo non si appoggiarono sulla sua testa, e non per fargli un altra carezza. Adesso era lui ad essere diventato irruento, accompagnando Rika nel suo lavoretto. Era un po' forzata come cosa e dato che muoveva anche i fianchi il suo membro entrava più del previsto, ma non si lamentò. Cercò di resistere, aiutata da quelle parole d'incoraggiamento. Lo faceva solo per lui. Lavorò per un bel po' di tempo, forse anche di più di quello che sperava, tenendo costantemente il suo membro pulsante sulla sua bocca. Era strano, ma seppur a donare piacere era lei, sentì nuovamente quello strano formicolio alle intimità, come se anche lei stesse giovando di quel suo stesso gesto. Era davvero strano; per lei quello era un mondo tutto da scoprire.

     
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    Rika non sapeva che bastava poco per attivare il piacere in un ragazzo, se poi questo era anche sinceramente attratto da lei, tutto diventava immensamente semplice. La ragazza poté godersi lunghi e intensi gemiti di piacere da parte di Kokujo si si stava completamente abbandonando a quel senso di lussuria tanto invitante e irresistibile. Al punto da non rendersi conto nemmeno lui che era oramai prossimo all'orgasmo, tanto era preso da quella situazione. Rika avrebbe dovuto rendersene conto, anche se era solo la seconda volta che sentiva un membro pulsare dentro di lei così intensamente e così voglioso di arrivare in in fondo. Quando si rese conto di ciò che stava per fare era già troppo tardi, la schiena era per metà inarcata e il suo bacino si innalzava per poter stare il più possibile dentro la bocca di Rika, riempiendola a dovere col suo seme caldo e denso. Indubbiamente per lei era la prima volta nella bocca e sarebbe rimasta sicuramente sorpresa se non spaventata, quindi pur abbandonandosi al piacere Kokujo le lasciò la testa, ma solo in un secondo momento in caso si fosse ritrovata a respirare male o riempirsi la bocca più del dovuto. Un minimo di lucidità gli era rimasta, per quanto assuefatto dal piacere fosse oramai.
    Oh Rika sei fantastica...
    Non riuscì a trattenersi dal dirlo, era ciò che pensava realmente e dato che il suo corpo oramai si stava muovendo da solo non obbediva più agli impulsi del suo cervello. D'altro canto nemmeno riprese in mano la situazione ,per quanto effettivamente succube del piacere di Kokujo, Rika era ancora sopra di lui e ancora dettava regole, a meno che quel primo orgasmo non le avesse già tolto tutte le forze.
     
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    Fu un po' improvviso, ma alla fine il servizietto di Rika si concluse in maniera un po' inaspettata, almeno dal suo punto di vista. I suoi gemiti furono lunghi e intensi, facendo capire alla sua allieva quanto in realtà quel che stava facendo gli piaceva molto. Questo la rese immensamente felice, e in qualche modo la eccitò anche lei, almeno fino a quando Kokujo non raggiunse l'apice del piacere. Venne copiosamente nella piccola boccuccia della sua ragazza, senza neanche avvisarla. In un primo momento Rika si chiese che cosa stesse succedendo, rimanendo un po' spaesata. Poi però se ne rese conto, e d'istinto si tirò indietro con la testa, facendo uscire dalle sue labbra il caldo e pulsante membro del ragazzo. Non aveva ancora concluso il suo operato, preso com'era da quell'impeto di piacere, finendo inevitabilmente per venirle anche addosso. Il suo dolce viso venne ricoperto da piccole macchie bianche, messe in risalto dal rossore delle sue guancie. Ne aveva anche un po' in bocca. Il sapore era pessimo e non sapeva cosa farsene. Si chiedeva cosa lui avesse preferito facesse in proposito. Forse doveva dimostrargli tutta la sua dedizione e il suo amore ingoiandolo, sebbene il suo sapore fosse pessimo. Guardò negl'occhi Kokujo, come a chiedergli consiglio. Avrebbe fatto qualsiasi cosa gli avrebbe chiesto.
    Il servizio era concluso, ma adesso che cosa avrebbe dovuto fare. Era ancora tra le sue gambe, e per ora era lei ad avere il comando della situazione. Sia lui che lei erano visibilmente eccitati, sopratutto lui seppur fosse venuto da poco. Si chiese com'era possibile che il suo sesso fosse ancora turgido e pronto ad operare ancora, dopo avergli appena eiaculato addosso. Ma sopratutto cosa doveva fare adesso? La risposta era più semplice di quanto pensasse, e la trovò con estrema facilità. Il prurito che aveva in mezzo alle gambe non accennava a smettere e in qualche modo, sembrava il suo corpo sapesse cosa fare. Si sfilò i pantaloni insieme alle mutandine oramai fradice dei suoi umori. Pian piano stava cominciando a perdere i suoi freni e a lasciarsi andare al desiderio e alla lussuria, così come aveva sempre desiderato il suo maestro. Adesso era completamente nuda, e non poteva tornare indietro. Si era completamente dimenticata della situazione in cui si trovavano, e del pericolo a cui costantemente erano esposti. Si rimise nella stessa posizione in cui era prima, con le gambe divaricate, a cavalcioni sopra di lui. «L-La punizione continua...». Volle continuare con quell'assurdo gioco della penitenza, sebbene tutti e due avessero capito che non si trattasse più di una semplice punizione. La sua voce era tremolante e insicura, a differenza delle sue azioni, decisamente più decise e audaci. Alzò i fianchi, mentre con la mano destra teneva fermo il rigido membro di Kokujo. Si abbassò lievemente, finché la punta non sfiorò la sua stretta vagina. Fu lì che ebbe un attimo di esitazione. Il ricordo del dolore provato la sua prima volta gli tornò alla mente, facendo sparire tutta la sua audacia. Era di nuovo insicura. Voleva soddisfare i desideri del suo maestro, ma allo stesso tempo aveva paura di soffrire un'altra volta.

     
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    Quando finalmente raggiunse il culmine Rika si ritrovò spaesata e forse anche un pò in disappunto, Kokujo era stato irruento e privo di qualsiasi preavviso, ma era tardi oramai per qualsiasi precauzione, avevano iniziato e a quel punto la perversione non poteva fare altro che aumentare sempre di più, e diventare sempre più intensa. Così quando Rika si soffermò a guardarlo, con la sua espressione arrossata e imbarazzata, sporca di sperma sul corpo e con la bocca piena, Kokujo non esitò un solo istante per dirle quello che doveva fare. Le passò perfino un dito sul corpo, raccogliendo come veniva tutto lo sperma che riusciva a prendere, per portarglielo alle labbra lascivamente.
    E' tutto per te Rika... mandalo giù...
    E per quanto titubante, imbarazzata e contrariata sapeva che per rallegrarlo lo avrebbe fatto, e lo avrebbe fatto lentamente, colma di disappunto, con i suoi occhi serrati e le labbra raggrinzite da quel sapore così insopportabile per chi è alle prime volte. Non avrebbe fatto altro che accrescere l'eccitazione di Kokujo che, tutt'altro che stanco, si ritrovò con un'erezione ancora più intensa di quella di prima. Quindi Rika decise che la punizione non era ancora finita, e dopo essersi denudata del tutto portò il suo esile corpicino sul membro del ragazzo e lentamente tornò a farsi penetrate come la prima volta. Kokujo non disse nulla si limitò a lasciare lunghi gemiti di piacere, in modo che lei capisse quanto stava apprezzando e quanto gli piaceva. Vedere quel piccolo corpo così audace lo eccitava immensamente, Rika stava prendendo coraggio e sebbene l'erezione di Kokujo non la aiutasse molto probabilmente stavolta avrebbe dovuto godere molto di più della loro unione. Per questo pur facendosi trasportare dalla lussuria non cedette all'impulso di violarla meglio che poteva, lasciando guidare lei in modo da poter regolare da sé l'equilibrio tra dolore e piacere.
    Sei ancora così stretta... mi piaci da impazzire...
    Una supplica per pregarla di continuare, mentre la sua espressione soffocava nel piacere.
     
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    Si era fatta avanti, e adesso non poteva certo tirarsi indietro. Si fece coraggio, cercando di superare le sue paure, abbassando lentamente i fianchi. Dava ancora un leggero fastidio, ma era nulla in confronto alla prima volta. Ne fece entrare solo metà, ma già arrivata a quel punto cominciava a sentire qualcosa. Quello strano prurito aumentava sempre di più, e adesso che si era connessa a lui in quel rapporto carnale e passionale, lo sentiva sempre più forte. Che fosse quella ciò che la gente definiva eccitazione? Non lo sapeva, o almeno non voleva ammetterlo. Non voleva ammettere a se stessa di essersi eccitata nel fare cose sconce in un luogo pubblico con la possibilità di venire scoperti. Si fermò un attimo per cercare di riprendere fiato, ad ascoltare i gemiti di piacere del suo ragazzo, quasi fosse una soave melodia. Era il risultato di tutto il suo lavoro, di tutto il suo amore. Era stata lei a farlo eccitare a tal punto, sebbene fosse ancora inesperta e talvolta impacciata. Dopo una breve pausa riprese a scendere finché il suo corpo gliene dava la possibilità. Un'altra breve pausa, questa volta però allo scopo di ascoltare le parole di Kokujo, facendola arrossire ancora di più. Aveva il respiro affannoso e si poteva chiaramente vedere tutta la sua eccitazione attraverso quelle piccole nuvolette generate dalle sue piccole labbra. Voleva baciarlo, per dimostrargli ancora una volta tutto il suo amore, il suo ringraziamento per aver reso una misera bambola di ghiaccio come lei così felice. Solo che non poteva. Lui era sdraiato, e in quella posizione era assai difficile abbassarsi mentre muoveva i fianchi, almeno per una principiante come lei. Senza contare che era ancora una ragazzina esile e, per quanta forza potesse avere in corpo era sempre molto fragile. Si limitò quindi a ringraziarlo con delle semplici parole, usando queste ultime per esprimere la sua gratitudine. «Grazie... anche tu mi piaci... mi fai impazzire... ti amo...». Mentre lo diceva i suoi fianchi cominciarono a fare dei piccoli movimenti su e giù. Stava regalando tutta se stessa a Kokujo, e non aveva rimpianti nel farlo. E poi anche lei stava cominciando a provare piacere da quel rapporto così impuro quanto fantastico.

     
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    Maledizione se era piacevole. Rika era così maledettamente lenta e cauta da rendere tutto così conciliante e piacevole, non aveva mai provato niente di così intenso. Non era come la prima volta, così difficile e così attento, era più mirato al piacere e anche lei poteva finalmente goderne a pieno, assimilare tutto il piacere che provava anche Kokujo. Il ragazzo portò le sue mani sul ventre di Rika, accompagnandola lentamente fino a che non fu completamente dentro di lei. Un lungo gemito e il suo membro prese a pulsare intensamente dentro di lei, era ancora così stretta e minuta, qualcosa di semplicemente unico. Poi quelle sue parole sincere, piacevoli e calde come il suo stesso corpo. Kokujo scambiò un intenso sguardo con i suoi occhi, per poi accarezzarle il ventre con le mani.
    Oh Rika... ti amo anche io.
    Sembrava volerle accarezzare anche il volto, magari anche baciarla, ma non ci arrivava e non poteva fare nulla per cambiarlo. Così decise di passare direttamente al piatto forte, desiderando ardentemente quella carne così giovane e ancora vergine a modo suo. Prese a muoversi, prendendole le mani e incrociando le dita di entrambi, usandole come surrogato di abbraccio e per poterla guidare nei movimenti su di lui. Spingeva dentro di lei accompagnandole i movimenti, pulsando nel suo acerbo ventre che già non vedeva l'ora di riempire. Era di nuovo assuefatto dal piacere, totalmente privo di freni se non l'affetto che provava per lei: l'unica vera cosa che lo tratteneva dal ribaltare la situazione e diventare più aggressivo. Ma in fondo stavano facendo un gioco, e non sarebbe andato contro le regole per nessuna ragione.
     
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    Non importa quanto volte le avrebbe sentite, quelle parole la facevano semplicemente impazzire. Il suo cuore batteva a mille ogni volta sentendosi invadere da un moto di felicità. Sentire le sue mani che lentamente si poggiavano sul suo ventre, provocandole una strana sensazione di piacere. Sentiva il suo calore espandersi per tutto il corpo, mischiandosi al suo in quell'amplesso. I loro occhi si incrociarono, restando così per qualche secondo. Rika si sentiva un po' imbarazzata pensando alla faccia che gli stava mostrando in quella situazione. Non sapeva nemmeno lei che espressione avesse in volto, ma di certo da quella situazione non poteva uscire niente di casto e puro come suo solito. Però quello poco importava. Il fatto che lei fosse lì, insieme a lui, a dargli una prova di tutto il suo amore; quello era importante. Il suo desiderio di baciarlo diventava sempre più forte; sentiva che se non l'avesse fatto sarebbe impazzita. Era davvero strana per lei quella voglia di baciarlo, di averlo sempre affianco. Per una ragazzina che aveva da poco sperimentato le bellezze dell'amore doveva essere normale avere quel senso di smarrimento. Sentì le mani di Kokujo poggiarsi alle sue, incrociando le dita come se volesse consolarla del bacio mancato e sostenerla il più possibile durante quella prova di fedeltà. Sentiva il suo membro pulsare dentro di lei, sempre più forte. E sempre più forte il desiderio cresceva in lei. Era molto diverso dalla prima volta, ove nella sua mente c'era soltanto dolore e sofferenza. Questa volta era il desiderio ad avere il comando. Un ingenuo desiderio di passione, condito dall'affetto che provava per lui. Più passava il tempo e più quello strano formicolio che da tempo aveva preso il controllo delle sue intimità si faceva sentire, bagnandola sempre di più. Si sentiva come se qualcosa stesse per esplodere dentro di lei. Era spaventata all'idea, ma allo stesso tempo non vedeva l'ora che arrivasse: un orgasmo dovuto a quella overdose di piacere.

     
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    Sapeva di non potersi più trattenere, la voglia di abbracciarla, di baciarla, era diventata troppa. A trattenerlo era solo il pericolo di farle male o metterla in una posizione scomoda, ma a quel punto non voleva più trattenersi. Sollevò la schiena, tenendola per i fianchi per poi abbracciarla mentre era ancora dentro di lei. La strinse a sé, entrambi in verticale con le gambe incrociate e le labbra posate sulla sua spalla.
    Vieni qui, ti voglio ancora.
    Con le mani risalì sulle spalle, poi il collo e le guance, portandola sulle sue labbra per poterla baciare, mentre il bacino spingeva sempre più in fondo dentro di lei, violandola e riempiendola con tutto il suo essere. La baciò con desiderio, l'aveva tanto agognato e ora finalmente aveva di nuovo le sue labbra. E ottenute queste scese di nuovo con le mani sui suoi piccoli glutei, spingendoli contro di sé per poter aumentare l'intensità della penetrazione. Lì avrebbe ripreso a stimolare anche la sua mente, tornando a sussurrare nelle orecchie.
    Quando il piacere ti attraversa il corpo... lasciati andare. Libera il tuo respiro, segui il tuo corpo... non trattenerti.
    Voleva i suoi gemiti, il suo respiro sulla propria pelle, non voleva che si trattenesse. Finalmente stava godendo di quell'amplesso completamente senza troppi dolori o eccessive difficoltà. Era il suo momento, non poteva né doveva trattenersi e Kokujo l'avrebbe aiutata ad assaporare ogni istante di quel magnifico momento, pulsando con forza dentro di lei lasciandole lo spazio per salire e scendere sulla sua asta di carne, continuando a concederle il controllo della situazione. Lui non faceva che stimolarla e aiutarla a godere di quel momento. Riuscendoci l'avrebbe portata ad un nuovo livello del piacere.
     
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  15. bestcloud
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    Quell'improvviso cambio di scena non la turbò affatto, anzi da qualche parte nel suo cuore sperava proprio accadesse. Si era sollevato con la schiena, mettendosi in posizione verticale, esattamente come lo era lei. I loro volti erano a pochi centimetri di distanza, tanto vicine che ognuno poteva sentire il respiro dell'altro. Adesso che ne aveva la possibilità non si sarebbe trattenuta e lo avrebbe baciato come se non l'avesse fatto per tanto, troppo tempo. Anche lui sembrava volerlo, ricambiando con altrettanta passione. Stava perdendo la testa per il piacere, tanto questo era intenso. Sebbene risultasse più difficile rispetto a poco prima, ma ce la mise comunque tutta per soddisfare se stessa e il suo ragazzo. Muoveva i fianchi più lentamente, ma non per questo con meno intensità. Si era lasciata andare alla passione, esattamente come voleva Kokujo, e quei baci così intensi non facevano altro che aumentare la magia di quel momento speciale, solo per loro due. Era come se fossero soli al mondo, dispersi in un isola tutta per loro. Già da tempo aveva smesso di preoccuparsi del luogo in cui si trovavano, ma adesso non ci stava pensando proprio. Era completamente assuefatta da lui, pensava che sarebbe impazzita senza. Non voleva più staccarsi, voleva rimanere per sempre al suo fianco. Non le importava dei Kurayami, della Squala o di qualsivoglia entità che potesse influenzare la sua vita. Per lei adesso c'era solo ed esclusivamente lui. Avrebbe accontentato qualsiasi sua richiesta, non importa quanto questa potesse essere assurda o rischiosa. E avrebbe cominciato da quel piccolo desiderio di sentirla, sentire la sua voce mentre godeva, mentre sperimentava il vero piacere. Non si sarebbe più trattenuta e avrebbe cominciato a far uscire dalle sue minuscole labbra dei piccoli gemiti di piacere, mentre queste erano impegnate in un passionale incontro con le loro controparti maschili. «Ti amo. Ti amo da impazzire». La sua voce era deformata dal piacere, mentre la loro saliva si mischiava insieme ai loro gemiti, in quell'amplesso così speciale nella vita di entrambi. Anche le sue labbra inferiori stavano cominciando a rilasciare liquidi in grande quantità, come non avevano mai fatto. E di lì a poco avrebbero persino fatto di peggio.

     
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