Per chi vorrebbe suonare

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    I'm a h-ero.

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    Bonghi. A 17 anni decisi di imparare a suonare i bonghi. Nulla di strano, fa parte del normale processo formativo di un qualsiasi ragazzo amante della natura, dell'aria aperta e con una ristretta cerchia di amici fumati fino al duodeno.

    La prima cosa da fare era procurarmi i bonghi. La fiera di Senigallia è da sempre il luogo deputato per l’acquisto di “Beni di cui poi ci si pente di averli comprati”. Il venditore di bonghi e altra utensileria da storditi era un pugliese cicciotto con i dread biondi. “Sono originali africani" mi assicura lui "vengono dal Congo”. E mentre con fare da finto esperto ne accarezzo la pelle rugos, lui raddoppia: “Li vado a prendere io personalmente tutti i venerdì, parto al mattino, torno la sera e il sabato li vendo, sono bonghi freschissimi!”. Obietto che il Congo non è proprio un viaggio da poter fare in giornata, ma lui spiega: “C’è il fuso orario”.

    Ci fissiamo un attimo, e io insisto, il Congo si trova a sud, molto a sud e il fuso orario è di al massimo un paio d’ore, avanti o indietro ora non lo so, ma non tale da poter giustificare un viaggio andata e ritorno in giornata. Il rastafari leccese si altera: “Cazzo sei, uno sbirro? Un giornalista? Tu fai troppe domande per voler solo comprare dei bonghi. Io faccio un lavoro onesto, se non li vuoi comprare vai a farti un giro”.

    Tiro fuori i miei 15 euro e me ne torno a casa felice. So che avrei dovuto cercare un insegnante di bonghi, ma gli unici due che conoscevo ai tempi erano 2 inseparibili fratelli conosciuti ad un torneo estivo. Il problema era che uno stava dentro a San Vittore per spaccio e l’altro lo aspettava fuori sulle panchine di Piazzale Aquileia da sei mesi e non aveva la minima intenzione di muoversi da lì.

    Io però dovevo imparare a suonare, altrimenti come avrei passato il tempo, mentre tutti i miei amici limonavano in giro per i parchi della Lomellina? Decisi così di provare da solo accompagnando tutte le canzoni del repertorio classico dello sconvoltone professionista, da Jackson Browne a Bob Dylan. Mi chiusi in camera armato di stereo, bonghi, una miriade di cd e una cassa da 6 di birra, dalle 18 di sabato alle 22 di domenica. In sequenza riuscii a: far piangere la donna di No woman no cry di Bob Marley, sterilizzare il gatto dei vicini, murare viva una coppietta che si faceva un giro nel Tunnel of Love dei Dire Straits, far chiudere l’Hotel California degli Eagles, far tornare in bianco e nero il televisore a colori nuovo e far bestemmiare mia madre per ben 10 minuti consecutivi rendendo vana l’ora e mezza di novena e rosario da cui era appena tornata. La quale madre, credendomi posseduto, decise di portarmi da uno psicologo. O un esorcista.

    Finimmo invece dal dottore di famiglia, un vecchio mattacchione, che appena mi vide capì subito e ridendo disse a mia madre: “È una malattia molto rara, si tratta di “Ritmo nel sangue”.

    "Meno male", pensai, "allora sto diventando bravo".

    Ricordi da altre dimensioni.
     
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    Santo Protettore dell'Hentai

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    daz smettila di bere alcol che ti fa male

    a lucca porta i bongo che ti si vuole vedere e sentir suonare,e ovviamente si fa il video :omn:
     
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  3. Ryuzaky
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2 replies since 29/7/2013, 21:51   43 views
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