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.Ancora quel ''gattina domestica''.. Era inutile, nessuno era bravo a farla incazzare quanto lo era lui. Inoltre, perché diavolo Eloy non aveva smentito?
Per evitare di perdere il controllo optò per la via più facile: prese semplicemente a ignorare Kokujo, quasi non avesse parlato, concedendo tutta la sua attenzione a Eloy.
Sorrise - per un secondo un sorriso sincero - sentendo la risposta che da parte sua era la più ovvia di tutte.
Non tutti sono dei galantuomini come te, Eloy. rispose, per poi perdere in parte il bel sorriso. Ma ti preoccupi troppo, sono in grado di cavarmela da sola. concluse con amarezza.
In realtà non c'era davvero modo che se la cavasse con quel ragazzo, in un modo o nell'altro era sempre lei quella a uscirne ferita, ma non era decisamente il caso di dirlo.
Penso che stare qui non sia decisamente un buon allenamento per il controllo della tua rabbia, Seeu.
Scherzi, Oeufcoque? Non c'è allenamento migliore... Guardami, sono perfettamente controllata, non trovi?
E in effetti dall'esterno sembrava solo terribilmente seria, persa in mille pensieri confusi. Eloy, a quanto pareva, l'aveva notato.
Alzò lo sguardo prima basso e lo fissò negli occhi, inizialmente due occhi che imploravano quasi ''Non me lo chiedere...'' per poi calmarsi con un suo sospiro, perfettamente ''in tono'' con la sua espressione amara e in qualche modo triste.
Per un attimo non lo guardò abbassando lo sguardo e carezzandosi nervosamente i capelli...
Chi era quella? Da quando era una codarda che non aveva neppure il coraggio di essere sincera? Di reggere uno sguardo?
Non le piaceva per niente come si stava comportando quel giorno. Una comune ragazzina... Una stupida e comune ragazzina... Lei non era questo.
L'istante in cui la mano si levò dai suoi capelli i suoi occhi tornarono su quelli di Eloy, rossi come il fuoco, totalmente diversi da poco prima.
Incredibile come la rabbia era capace di mutare il suo umore in un istante...
Si, ci conosciamo. Le sue labbra erano severamente serrate e la sua mascella tesa. Una conoscenza terminata un po' di tempo fa, e che di certo non riprenderà a esistere.. -
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Non apprezzava molto il fatto che Seeu stava facendo la spaccona, si sentiva grande solo perché era intrappolato? Che mocciosa. Ammise una vaga conoscenza senza però far capire niente al suo adorabile gorilla di quartiere. Pan per focaccia, Kokujo la ricambiò con la stessa moneta.
Ah si? Chi si ricordava...
Lasciando intendere che se si erano conosciuti lui non ci aveva mai nemmeno fatto caso. Eloy allentò un pò la presa lasciandogli lo spazio per parlare (forse). Kokujo tenne la ragazza in disparte, a quanto pare la cosa non era più nelle sue mani e pareva aver esaurito la sua volontà di aiutarlo. Poco male, non se ne faceva nulla dell'aiuto di nessuno.
Te l'ho detto biondino, non sono Giapponese, sono un soldato e mi chiamo Aleister. I soldati non ce l'hanno una nazione non lo sai? No, mi sa di no... ma uno che si fa problemi etici come non fare del male a donne e bambini non può aver vissuto la guerra. Ah non fraintendermi, non sembro più vecchio di te e sicuramente non lo sono, ma basta veramente poco tempo sul campo di battaglia per cambiarti dentro. Fidati.
Sollevò le mani, ma solo a quel punto, come se volesse far capire che si era arreso in quel preciso istante, non prima, e tutto quello che era avvenuto a pochi istanti di distanza per lui erano ancora faccende serie.
E un soldato sa anche quando è il caso di arrendersi. Faccia il suo dovere agente.
Ammiccò il suo sorriso provocatorio migliore per poi lasciarli fare.. -
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Seeu lo conosceva, ecco perché era misteriosamente generosa con quel ragazzo. Il fatto che volesse pagare lei per la refurtiva rubata da un perfetto sconosciuto gli puzzava troppo. Entrambi affermavano di essersi conosciuti per caso e lasciavano intuire che nonostante si conoscessero non si fossero mai frequentati. Non diede peso alle parole successive di Seeu in cui affermava di potersela cavare da sola. Certo sapeva che era in grado di difendersi, altrimenti no avrebbe senso far parte dei Watchmen. Ascoltò le affermazioni del ragazzo, trovandosi incuriosito. Sembrava averne passati parecchi di guai. Si avvicinò a lui e gli mise le manette.
Il soldato di solito combatte per la sua patria, si chiama soldato proprio per questo. Lo accompagnò verso l'uscita, facendo un cenno a Seeu di seguirli. Una volta fuori Eloy si fermò e guardò negli occhi il ragazzo.
Fatti dire una cosa Aleister, è vero che in guerra le cose sono disperate, ma se un soldato se ne approfitta di donne e bambini, non è un soldato è solo feccia, un vigliacco che crede di essere nel giusto solo perché regna il caos. Spero per te che ti riferivi agli altri, e sopratutto che non ti azzardi a raccontarlo in cella, sai i detenuti sono molto sensibili su storie di violenza su donne e bambini. Potrai continuare a dirmi che sono all'antica, ne vado fiero.
Arrivati fuori alcuni agenti si avvicinarono mortificati a Eloy, avevano fatto la segnalazione a quanto pare ed erano corsi in soccorso. Eloy spinse Kokujo verso gli agenti, uno di loro poggiò le mani sulle spalle e l'altro si posizionò al fianco opposto.
Portatelo dentro, è un sospettato pericoloso, fate attenzione. Detto ciò si voltò verso Seeu sorridendole amichevolmente. Ormai aveva consegnato il ragazzo ai suoi agenti, poteva accogliere la ragazza come si doveva.
Seeu, che bella sorpresa, sono felicissimo di vederti. Prese la sua mano e le diede un piccolo bacio sulle nocche.
Anche oggi sei splendente come al solito. Mi dispiace che tu abbia dovuto assistere ad una cosa del genere.... Era radioso quando parlava con lei. Si vedeva che era felice di vederla, e anche un tantino euforico per la sua visita. Per un attimo aveva dimenticato chi fosse Kokujo e che conosceva Seeu.. -
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Inizialmente le venne spontaneo voltarsi verso Kokujo per riservergli un'occhiataccia a quel ''Chi si ricordava..'', si accorse però quasi istantaneamente dell'insensatezza del gesto e così quasi non terminò di voltarsi che anzi roteò la testa nel senso opposto al suo, evitare totalmente di guardarlo.
Finse di non ascoltare neppure ciò che disse dopo, ma le sue orecchie ritte la tradirono di gran lunga.
Perché si sentiva così arrabbiata? Non riusciva proprio a ignorarlo come meritava?
Forse hai ragione Oeufcoque, questo posto non fa decisamente per me.
E dicendolo fece per avviarsi all'uscita con un ''Sc...''
ma venne prontamente bloccata da Eloy, dal suo sorriso e dalla sua solarità.
Era così... radioso, che per un attimo pensò quasi di aver sentito male sino a quel momento, che certo lui e Kokujo non erano stati totalmente seri da lì a un secondo prima.
Arrossì leggermente al contatto lieve delle labbra con la sua mano, maledicendosi per la reazione e sperando che Kokujo non l'avesse notata.
Ci mancava soltanto dargli altre occasioni di sfotterla ancora... La sua sopportazione non avrebbe di certo retto.
Non ricambiò quel bel sorriso, o perlomeno ci provò, ma il suo risultò decisamente stentato e i suoi occhi non riuscirono proprio a guardarlo in faccia, puntati in un punto a quanto pare interessantissimo che si trovava in basso alla sua sinistra.
Tornò a guardarlo solo per dire: Dispiace a me che abbia dovuto perdere tempo con un tipo simile. Diede poi uno sguardo di sfuggita a Kokujo, senza sapere neppure lei perché.
Era una situazione terribilmente irritante, così come lo era ogni pensiero che aveva in testa in quel momento.
Si portò una mano alla tempia destra, prendendo a massaggiarla quasi sentisse improvvisamente un gran male in quel punto.
Penso... che ora sia il caso per me di andarmene. disse facendo per voltarsi di nuovo, guardando prima Eloy con uno sguardo di scuse. Non mi sento molto bene. si giustificò. Resterò qui per un paio di giorni... Potremmo vederci, se ti va. Vedrò di evitare le improvvisate, stavolta. tentò un sorriso che non le venne neppure troppo male, seppur fu brevissimo.
Di certo le avrebbe evitate per il resto dei suoi giorni se potevano portare a fare certi incontri decisamente sgraditi. Che razza di sfortuna... Il fato doveva avercela di certo con lei.
Non che stesse pensando a Kokujo in quel momento, ovvio. Certo non le importava un bel niente di cosa avrebbe potuto pensare... Il fatto che avesse le orecchie ritte e in ascolto e si sentisse stranamente tesa e a disagio per via della sua presenza mentre si dava appuntamento con Eloy erano solo dettagli.SPOILER (clicca per visualizzare)Scusate il ritardo ragazzi.. -
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Eloy faceva discorsi troppo perbenisti. Kokujo non era il tipo che si approfittava del caos per il puro divertimento, ma gli altri si, la maggior parte si, questo lo rendeva la realtà, non le chiacchiere o la sua linea di pensiero. Non disse nulla però, era abbastanza saggio e arreso per considerarsi prigioniero e sconfitto, il suo diritto alla parola era finito, ma mentre Eloy gli metteva le manette si concesse un altro falso sorriso rivolto a Seeu, guardandola con un velato disprezzo per avergli voltato le spalle proprio quando sembrava che finalmente stavano per fare qualcosa di buono assieme. Dissimulò un minimo di resistenza quando Eloy lo gettò tra le braccia degli agenti ma nel momento in cui lo affiancarono si limitò a seguirli, tentando di arrivare il più lontano possibile da quei due in modo da potersi liberare con calma. Non si allontanò abbastanza velocemente però per evitare di sentire gli stomachevoli complimenti del biondino a Seeu, lui era repellente ma lei che si faceva coccolare come un animale domestico faceva anche più impressione. Non avrebbe resistito un secondo di più.
Scusa amico, hey scusa.
Disse, battendo la mano destra sulla spalla di una delle guardie. Una mano sola. Quando la guardia si voltò non realizzò subito, ma gli lanciò un occhiata abbastanza irata. Kokujo teneva in mano le manette, mostrandole aperte e belle scassinate.
Si sono tolte, non è che me le rimetteresti?
Un sorriso furbesco, poi la guardia si fiondò subito su di lui mentre l'altro gli teneva il braccio sinistro per impedirgli di scappare. La prima guardia si beccò un 45 di piede in faccia con tanto di stampa della suola sulla guancia, finendo stordito e ciondolante come se si reggesse a stento in piedi. L'altro invece aveva fatto il grosso errore di stringere il braccio sinistro: Kokujo spalancò l'arco che quel braccio ospitava per costringerlo ad allontanarsi con l'apertura degli archi, dopodiché l'arco si richiuse di nuovo ma non abbastanza velocemente perché la guardia si riprendesse, e subito un pugno dritto alla gola gli spezzò il fiato. Erano mosse molto mirate, potenti e precise ma usate appositamente per tramortire e non uccidere. Mentre la seconda guardia tentava di riprendere fiato, l'altra aveva ritrovato l'equilibrio, ma con un secondo pugno Kokujo strozzò anche lui, facendolo cadere in ginocchio con le braccia serrate sulla pancia. Il ragazzo afferrò il suo polso con una delle estremità delle manette, girandogli intorno alla schiena. L'altro tentò disperatamente di afferrarlo con una mano ma anche lui finì con un polso ammanettato. I due si rialzarono a vicenda mezzi tramortiti, realizzando di essere legati tra di loro: Kokujo a quel punto allargò velocemente l'arco e scoccò una freccia rapida e indolore che si infilò con precisione in uno degli anelli della catena che teneva le due estremità della manetta. Quella freccia poteva perforare il metallo ma grazie a quella precisione non lo fece e spedì le due guardie contro un muro, appendendole entrambe per i polsi facendo in modo che non potevano liberarsi da soli, senza però ucciderli o ferirli gravemente. A condire il quadro ci pensò la freccia che iniziò a diramarsi come una radice, rendendo più salda la presa sul muro come se quelle guardie non fossero già abbastanza inutili. Kokujo si compiacque della sua opera, si voltò solo un attimo verso Eloy nella speranza che non intervenisse in maniera abbastanza repentina, per poi iniziare a correre via verso la libertà. Non aveva tempo da perdere in quel posto. Dopo quello sfoggio di abilità, precisione, poteri speciali e un pizzico di pietà, poteva dirsi soddisfatto, e si era sicuramente ripreso dalla magra figura fatta da magneto e la sua rapecage di metallo.. -
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Vedere Seeu in quello stato non gli piaceva per niente. La cosa iniziava a puzzargli tanto, se ormai Eloy aveva risolto il problema consegnando il ladro che conosceva di vista agli agenti, perché non si rallegrava e tornava serena? Possibile che quell'uomo l'abbia sconvolta così tanto? Non poteva essere per il fatto che aveva tentato di spararle, non era da Seeu, lei era una combattente era abituata a certe situazioni. Iniziava a sentirsi irritato al pensiero che quell'uomo l'abbia turbata così tanto. Provava una gelosia infondata, dettata più dal suo sesto senso che dai fatti. Il suo sorriso raggiante si spense, divenne deluso, ma cercò di non far vedere a Seeu la sua delusione. E sopratutto il suo sospetto, tanto prima o poi la verità sarebbe venuta a galla, se chiedeva in quel momento, non avrebbe ricevuto risposte soddisfacenti. Lo aveva capito che c'era qualcosa che Seeu gli stava nascondendo, ma sapeva che non aveva nessun diritto di chiedere spiegazioni, infondo lui non era nulla per Seeu, solo un corteggiatore incallito. Eppure non riusciva a non sentirsi sospettoso.
Mi dispiace, posso capire il disagio. Comunque contaci, vorrei rivederti senz'altro. fece abbozzando un sorriso. In quel preciso momento notò dei movimenti strani tra i suoi uomini e il sospettato. Vide tutta la scena di Kokujo che si liberava facilmente dalle manette e il modo in cui aveva disarmato e bloccato gli agenti senza ferirli. Rimase sorpreso, molto sorpreso. Quell'uomo non gliela raccontava giusta, non era un semplice soldato, poco ma sicuro. Scattò verso Kokujo, imprecando giusto un momento e facendo cenno a Seeu di scusarlo un attimo. Lo raggiunse in un attimo, e cercò di sbarrargli la strada piazzandosi davanti a lui portando una mano in avanti, per istinto attivò il suo campo magnetico e i suoi pugnali vorticavano attorno a lui.
Aspetta! fece sicuro di sé. Mentre lo osservava gli venne in mente una idea strana, impensabile, ma lui poteva. Diede una veloce occhiata ai suoi agenti piantati al muro.
Sei in gamba... fece guardandolo con la fronte aggrottata come se effettivamente fosse sorpreso di quella dimostrazione di abilità, che prima invece aveva totalmente nascosto.
Ho una proposta, sei disposto ad ascoltarmi con le buone, o devo rincorrerti? chiese pronto a scattare e usare i suoi poteri se fosse stato necessario.
Forse era una pazzia, quello che stava per fare, ma il suo istinto gli diceva che Aleister non era un nemico.. -
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Stava già assaporando la libertà promessa, quando il biondino si fece di nuovo avanti per sbarrargli la strada. Istintivamente preparò di nuovo il suo braccio deforme per puntarlo contro di lui, ma quando capì che non aveva intenzioni ostili si bloccò. L'occhio gli cadde istintivamente sui pugnali in volo a mezz'aria e per qualche istante tentennò. Poi cercò di tranquillizzarsi e senza scollare l'occhio dai pugnali fluttuanti esordì.
Quelli magari toglili però, mi mettono in soggezione, mi sento osservato.
Fece sparire la mutazione e poi sollevò le mani. Magari non era il caso di comportarsi come un carcerato, quindi dopo averle tirate su incrociò le dita e portò entrambi i palmi dietro al collo, sospirando.
Direi che per oggi ho avuto abbastanza emozioni. Ti sto ascoltando, ma se dobbiamo giocare agli amiconi magari è il caso che ti presenti anche tu Biondino, o dovrò continuare a chiamarti così. Non che sia un problema, ma il tono di disprezzo sarà difficile a morire anche col tempo.
Ammiccò con fare giocoso come se lui stesso sapesse che non stava facendo ridere nessuno. Era vero però, Eloy non si era affatto presentato e Kokujo non era esattamente il tipo da cliché che si atteggiava in schemi fissi. E poi era pur sempre un prigioniero, non poteva pretendere troppe attenzioni. Ora che il biondino aveva qualcosa da dire però, era bene iniziare a comportarsi gentilmente. Per cui... meglio evitare soprannomi, almeno per ora. Cercò con lo sguardo Seeu ma era già andata via, finse di non essere dispiaciuto e prestò attenzione a chi dettava le regole.. -
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Quel ragazzo non aveva ucciso i suoi uomini, quindi non era una feccia come invece prima voleva mostrarsi, quando fece quei discorsi sulla guerra.
Il fatto che volesse rubare delle armi, faceva sembrare che avesse intenzione di fare delle cose pericolose, di immensamente stupido. Eppure era solo, che ci faceva in un'armeria tutto solo? La pena con cui lo guardava Seeu gli suggeriva qualcosa. Quel qualcosa continuava a tintinnare nella sua testa. Arrivava dal giappone esattamente come Seeu, e sapeva che a Kurayami la situazione politica era in una fase molto delicata. E lui aveva detto di non appartenere a nessuno. Forse era proprio quell'affermazione che gli fece venire l'idea.
Scusa, spesso esercito il mio potere istintivamente. disse per poi riportare le armi al proprio posto nella sua cinta.
Io Sono Eloy Suarez, il monarca d'acciaio. Sei riuscito ad intrufolarti senza destare alcun sospetto, se non fosse arrivata Seeu probabilmente ti saresti portato via un bel po di roba. Poi hai neutralizzato i miei agenti senza far loro del male. Tutto dovrebbe portarmi ad arrestarti e farti scontare la pena, ma....
Ok stava rischiando grosso, ma Aleister non sembrava un incosciente e lo stava dimostrando il modo in cui affrontava la situazione.
A me servono uomini in gamba e fidati. Prima hai detto di non avere una patria, il che mi fa pensare che il tuo tentativo di rubare le armi sia spinto da un motivo personale, se volevi danneggiare Roma, potevi benissimo uccidere i miei uomini e rubare loro le armi. indicò i bazooka appesi alle spalle degli agenti inchiodati al muro.
A te servono le armi, e a me servono uomini in gamba. Perché non lavori con me?
Kokujo poteva avere delle informazioni preziose su Kurayami, se era davvero un soldato, doveva essere successo qualcosa di grosso se lui era arrivato fino a Roma. Lo intuiva, non aveva certezze, ma lo sguardo di quell'uomo era inconfondibile. Era lo sguardo di chi aveva perso tutto e si era aggrappato all'unica cosa che lo mandava avanti: la vendetta.. -
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Quello che avvenne dopo che i pugnali guardoni si fecero da parte spiazzò decisamente molto Kokujo. Quella che gli stava proponendo Eloy era... una possibilità? Sembra una cosa stupida, ma Kokujo non ne aveva mai avuta una. Sotterfugi, battaglie, missioni, erano tutte finalizzate a provare di creare qualcosa di suo, unicamente con le sue forze. Nessuno gli aveva mai dato una vera e propria possibilità. Riceverla così inaspettatamente e in maniera così genuina... insomma non c'era proprio abituata. Al punto che dovette esternare i suoi dubbi.
E io che ci dovrei guadagnare?
Poi, la realizzazione. Quel tizio era uno di quei classici... "buoni". Per questo aveva conquistato Seeu. E tendenzialmente i buoni quando fanno una promessa la mantengono, anche a costo di rimanere fregati, all'unica condizione di fare i bravi con loro. La forza della disperazione ebbe le meglio, e Kokujo pensò che se non puoi sconfiggere il tuo nemico, tanto vale unirti a lui.
Intanto voglio uno di quelli.
Disse, indicando i bazooka alle spalle degli uomini inchiodati.
E poi... si in fondo non è male, una divisa come quella che porti fa proprio per me.
Eleganza e uniforme, due cose che per lui andavano a braccetto senza problemi, gli piaceva quella prospettiva. Però gli sembrava decisamente poco, per cui iniziò ad attaccarsi alle piccole cose.
E una benda nuova per il mio occhio. Non come questa fatta di stracci, la voglio di lusso, di quelle belle in pelle e lacci ricamati, sai roba da fricchettoni.
Sembrava proprio che avesse accettato le condizioni di Eloy. Che avesse ritrovato un minimo di ottimismo?. -
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Eloy si aspettava un milione di domande, infondo non era normale che un poliziotto invitasse un ladro a lavorare con lui. Tutto portava a pensare che ci fossero pochi adepti nel suo distretto, ma in realtà non era questione di numero. Aveva pensato che essendo uno straniero, non aveva avuto a che fare con il suo nemico personale, quindi non poteva essere corruttibile, anche perché Eloy poteva ricattarlo quando voleva, con i video di sorveglianza che avrebbe custodito in casa. Avrebbe avuto quindi un'arma più potente dei soldi per tenerlo legato a sé e fedele. O con le buone o con le cattive. Sorrise alle sue parole e annuì avvicinandosi a lui con fare amichevole.
Beh, ci guadagni che non ti sbatto dentro, e avrai un lavoro ben ripagato e potere giuridico in città. A me sembra una buona offerta. Sì quello è di ordinanza ne tocca uno ciascuno, e per la benda non c'è alcun problema.
Indicò la via con una mano, verso un auto normalissima, la sua personale.
Andiamo? Ti porto in caserma a firmare un po di documenti. Si avviò alla macchina sicuro che lui l'avesse seguito, ma prima di aprire la macchina guardò serio Kokujo, fece una piccola pausa.
Davvero conoscevi Seeu solo di vista? Aveva intuito perfettamente che in realtà si conoscevano molto bene, non capiva però che tipo di rapporto c'era. Lui aveva tentato di spararle, erano nemici forse? No, lo sguardo triste di Seeu parlava chiaro: c'era stato qualcosa fra quei due nel passato. Forse avevano avuto delle divergenze, forse una storia finita male. Chi lo sa, ma non riusciva a smettere di essere curioso. Gli interessava troppo per lasciar perdere.. -
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Era stato più che convincente, non che l'offerta sembrasse povera ma bisogna ammettere che il biondino ha un buon modo di porsi. Vale la pena ribadire che Kokujo non si era mai trovato in situazioni così "fortunate" per lui, quindi la novità e l'entusiasmo lo coinvolsero non poco. Lo seguì senza esitare, aprì lo sportello e stava già per entrare in macchina quando la domanda di Eloy lo spiazzò. Distolse lo sguardo e sbuffò, puntando gli occhi verso il basso. Se insisteva così tanto evidentemente aveva intuito qualcosa, o era solo maledettamente curioso. Kokujo tornò a guardarlo, tenendo i polsi appoggiati sullo sportello aperto della macchina.
Non so cosa sai del suo passato, e io non so se so il suo passato. Una volta ero in missione, lei faceva la cacciatrice di taglie a Kurayami, le nostre strade si sono incrociate e io l'ho... le ho risparmiato la vita.
Magari era meglio non entrare nel dettaglio. Finito il discorso entrò subito in macchina senza attendere una risposta, come se volesse fargli capire che non voleva continuare quel discorso. Finché stavano insieme era meglio non raccontargli cose scomode, magari un giorno si sarebbero lasciati e ne avrebbero parlato come due amici di vecchia data davanti una birra ricordando quanto erano piccole quelle tette... e magari elogiando il fondo schiena perfettamente in grado di compensare... no calma, resta concentrato o diventerai rosso Kokujo..
