I'm a h-ero.
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In una dimensione parallela, in uno di quei ristorantini di oggi, dove i prezzi del menù si rifanno alla cucina di Ferran Adrià, ma il servizio è da Autogrill degli anni ’70, lì, ad un tavolo prenotato per due, siede Dazen, accompagnato da una giovanissima bionda mozzafiato: capelli lunghi, sorriso ampio, seno prosperoso e nome da shampista. Cosa ci facesse una come lei, al ristorante con uno come lui, se lo stavano chiedendo tutti i presenti, compresa la manovalanza sottopagata. La bionda, per prima cosa lascia ordinare il vino a Dazen. Non che lui se ne intendesse, ma era un modo per iniziare ad adularlo, quel tanto che bastava a mantenerlo in uno stato di semi-erezione, o posizione dell’uccello innamorato. Perché se la donna innamorata si lascia trasportare dal volo delle sue farfalle nella pancia, l’uomo si accontenta del volo in tondo del suo unico uccello.
Tra un commento e l'altro, Dazen inizia a chiedersi cosa lo aveva attratto di quella giovanissima bionda. Le tette? L’età? Probabilmente entrambe. Una volta letto dell’invito a cena, Dazen era uscito fuori in balcone, come attratto da un raggio protonico che lo avrebbe risucchiato verticalmente per 40 milioni di anni luce. Un raggio protonico di un’astronave a forma di vulva e che gli avrebbe fatto il lavaggio del cervello, prima di rimandarlo sulla Terra. Perché forse è proprio questo l'amore, un alieno che ti rapisce il cervello e lo sostituisce con una scimmia sorda che manda in loop immagini porno.
Ma Dazen, nonostante il loop porno nel cervello, continuava a percepire la spiacevole sensazione di quando tutto sta andando fin troppo bene. "Dietro a quelle tette", pensava, "si nasconde per caso una trappola?" Perché scopare sì, innamorarsi no, mai, sarebbe il coma per la libido. Così decide di accelerare i tempi e si lancia sulla preda indifesa, ma con due giri d'anticipo, proponendole di andare a scopare, ora, nel bagno del ristorante. Lei rimane interdetta, perplessa, poi si alza e va via. Per sempre.
A quel punto Dazen prende il cellulare e, con la nonchalance del capitano Kirk, si mette in contatto con la nave spaziale "Vulva", richiedendo il teletrasporto. Due minuti dopo è già in viaggio verso casa.
‘Notte, Dazen, sarà per la prossima volta.
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