Una serata sfortunata

x Neko

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    Non era la prima volta che le succedeva, non c'era niente di nuovo per lei, era tutto come doveva essere: il dolore, la rabbia e la sete di vendetta che aumentava a ogni spinta. Ed era un bene che fosse così, in un certo senso, perché si sarebbe sentita piuttosto desolata se avesse riscoperto il piacere del sesso per merito di miserabili come quelli che ora circondavano lei e Catherine. Per questo non era mai stata realmente preoccupata per se stessa, quanto più per la donna che aveva avuto la sfortuna di essere sua compagna in una sventura simile. E in quel momento, quando sentì le sue labbra venir abbandonate, e Cat pronunciare quelle parole, si sentì ancora più furiosa e amareggiata nell'essere così impotente, inutile, quasi quanto lo era stata solamente un mese prima, legata a quella trave, con tutti gli arti amputati e buchi grondanti di sangue aperti in ogni dove. Proprio perché aveva vissuto una cosa simile, proprio perché si era in passato ritrovata protagonista di un orribile spettacolo snuff senza spettatori che non vi recitassero, quando quel vibratore venne infilato in mezzo alle sue tonde natiche scolpite, gli uomini che sembravano cercare così disperatamente una sua reazione non ne ricevettero in cambio mezza, se non l'irrigidimento del suo corpo che tornava al principio, inaridendosi gradualmente nonostante la droga. E quasi li avrebbe ringraziati, a quel punto, perché da sempre aveva imparato a considerare umiliante solo ciò che lei considerava tale, e venir toccata da degli sconosciuti che avevano dovuto utilizzare metodi così miseri per averla, non rientrava nel disonore per i suoi principi. Ma bagnarsi, permettersi di provare qualcosa in una simile situazione, quello si che sarebbe stato umiliante e inaccettabile...
    Come del resto fu inaccettabile sentirsi riempire l'utero da copiose quantità di liquido bollente, una sensazione che poteva essere così bella ma così orribile a seconda del momento, e che in quel preciso istante, non poté far altro che strapparle un sibilo d'ira glaciale.
    Vi conviene pregare affinché questa droga riesca a perdurare per giorni, fecce, perché una volta libera vi farò pentire di essere nati.
    La voce fuoriuscì così fredda e innaturale da non sembrare neppure umana, ma un rintocco di morte che dovette chiarire non scherzasse affatto. Potevano ucciderla per questo? No, non ne era convinta, altrimenti non avrebbe di certo fiatato. Erano dei vigliacchi, e come tali si sarebbero comportati fino alla fine. L'unica cosa che la consolava era il pensiero del loro sangue sulle mani, e del momento nel quale avrebbe potuto ucciderli.
    Perché nella sua testa era stato certo sin dal principio che avrebbero pagato... per lei, per Catherine, e per tutte le altre vittime che chissà dove, in quel postaccio, avevano subito il loro medesimo trattamento.
     
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    Quando avvertì quel liquido maledettamente denso inondarle le interiora, cosa che normalmente le avrebbe dato un profondo senso di appagamento, Catherine realizzò una cosa: che fosse rimasta anche solo un ulteriore istante intrappolata in quel modo, costretta a farsi violentare contro la sua volontà e costretta ad assistere allo spettacolo di quella sconosciuta ma che sentiva così vicina subire lo stesso destino... sarebbe impazzita, letteralmente. Ma i suoi poteri erano completamente inibiti, non poteva controllarli e più continuavano a riempire il suo buchino più sentiva che non riusciva ad opporsi. La droga, l'afrodisiaco, la loro stessa presenza e umiliazione, tutto la scoraggiava. Quando vide lo sguardo di ghiaccio di Mistral però ebbe un sussulto: lei non stava facendo una piega, non donava soddisfazioni a quelle bestie, era forte, molto più forte di lei e si sentì ancora più inutile. Come poteva comportarsi in quel modo? Aveva una missione oramai davanti, non poteva tirarsi indietro! Anche con quella mazza di carne infilata nelle sue carni doveva riprendere la ragione, e quando il suo sguardo si chinò verso il tavolo come se si fosse rassegnata i presenti innalzarono un grido di giubilo, come se avessero capito che lei era oramai sottomessa al loro volere. Grosso fraintendimento. DI nuovo sussurrò nella loro lingua natale.
    Non fraintendermi, sarà stata l'unica cosa piacevole, ma stavolta mi serve un bacio più violento... mordi la mia lingua quando ne avrai occasione, o non avremo speranze.
    E sfoggiando la faccia più perversa di cui disponeva si sollevò con lo sguardo, spalancando la bocca e allungando la lingua verso Mistral, aspettando che le spinte del mostro alle sue spalle la facessero andare sufficientemente vicino alla sua compagna di disavventure, a sua volta spinta da un nuovo uomo che aveva tutta l'intenzione di riempirla come il suo compagno precedente. Si giocavano il tutto e per tutto ora.
     
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    Mistral si crogiolava nel suo stesso odio in attesa di una svolta, di un'illuminazione... ma non aveva mai pensato che sarebbe finita con il mostrare un attimo di debolezza alzando il sopracciglio destro nell'udire quelle parole sussurrate in francese, come del resto non si aspettava che la svolta tanto agognata arrivasse da Catherine stessa, colei che in teoria avrebbe dovuto essere salvata, e non salvare lei. Grazie al cielo il sopracciglio sottile tornò al suo posto prima ancora che qualcuno potesse notarlo, e Mistral non seppe come ma qualcosa nello sguardo della donna davanti a lei le disse che no, non era impazzita, ma anzi, aveva in mente qualcosa. Intuito femminile? Sesto senso? Qualunque cosa fosse, quando venne nuovamente spinta verso di lei dal nuovo affare che le riempiva le grazie, lo seguì. Le sue labbra si schiusero con quelle della donna e dopo essersi concessa un altro breve contatto con la sua lingua, i suoi denti perfetti si serrarono a malincuore sull'organo umido, sperando vivamente che il suo intuito non si sbagliasse.
    Non esagerò, in ogni caso, mordendola abbastanza da ferirla ma superficialmente, chiedendosi al contempo in che modo una cosa simile potesse dar loro ''speranze''. Che anche lei non fosse totalmente... umana?
     
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    Fortunatamente Mistral assecondò il suo piano, così che all'ennesimo orgasmo di quegli omaccioni dentro di loro con tanto di dolorosa umiliazione, poterono scambiarsi quel tanto agognato bacio che ferì Catherine quel che bastava per attivare i suoi poteri sopiti. La droga non le consentiva di farlo autonomamente, tuttavia Avalon non aveva bisogno di stimoli: la proteggeva sempre e comunque, solo che finché non la ferivano seriamente il subconscio della ragazza non reagiva e non poteva metabolizzare niente. Con quel morso invece, piccolo ma doloroso, Avalon si svegliò come se fosse sopito. Immediatamente la ferita sulla lingua si rimarginò, e Catherine sentì il proprio corpo riattivarsi. Avalon stava smaltendo sia l'afrodisiaco che la droga in un singolo istante, proprio come farebbe se le capitasse una pesante sbronza. Il sapore del sangue fu l'ultima botta di adrenalina di cui aveva bisogno, così Catherine utilizzò il ginocchio destro come sostegno per poi sparare un poderoso calcio dritto sul grugno dell'uomo alle sue spalle, colpendolo col tallone e fracassandogli letteralmente il naso. Adesso sembrava un imbuto ed era la faccia che gli stava meglio.
    Adesso la pagherete cara...
    E prima ancora che gli altri potessero realizzare avrebbe assestato un altro calcio in direzione dell'uomo dietro Mistral, liberando anche lei di quelle ingombranti presenze nella sua intimità. Dopodiché l'avrebbe tirata sul tavolo, dandosi una pulita veloce con la mano destra sulla faccia, preparandosi all'assalto di tutti gli altri uomini. Poi altre parole in francese.
    Mon ami, prendi la mia mano destra, ti darò un pò della mia energia per fare smaltire la droga anche a te... questi tizi meritano una lezione e ne sarei davvero affranta se non potessi darmi una mano...
    Un ghigno si dipinse sul suo volto, ora la situazione era radicalmente cambiata, e l'umiliazione stava venendo sostituita da eccitazione, ma quella vera però, non provocata da qualcosa di inutile come un afrodisiaco. Massacrarli sarebbe stata la goduria migliore, e festeggiare con Mistral si sarebbe rivelato il finale perfetto.
     
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    Fu tutto così veloce che con i sensi ancora indeboliti dalle droghe Mistral riuscì a malapena a seguire i movimenti di Catherine. Poté nonostante tutto sentire i lamenti dell'uomo alle spalle della donna, vedere il suo naso cominciare a perdere fiotti di sangue e sentire poco dopo il suo compagno gridare a propria volta.
    In pochi istanti, fu libera, e per una volta non provò neppure a trattenere la sua espressione: dopo l'iniziale sorpresa, sorrise a Catherine in modo ancora più perverso, mentre afferrava la sua mano e si lasciava aiutare a issarsi sul tavolo.

    Energia... come avrebbe potuto pensarci? Era così nuova per lei, tutta quella storia su sensi superiori e abilità speciali! Non era tipa da giochi di prestigio, da ''magia'', si era sempre affidata solo ed esclusivamente a duri allenamenti, armi e strategie... non avrebbe potuto manipolare qualcosa che non conosceva.
    Da una parte, questa debolezza, il non essere riuscita a sistemare la situazione da sola quando si aspettava di farcela... le bruciava immensamente, dall'altra - però - non poteva fare a meno di essere felice e grata.
    Abbandonò ogni premura, tanto che smise di rispondere in francese, ora al fianco della donna, la mano stretta nella sua, attendendo di scoprire come avrebbe fatto a passarle ''l'energia'' di cui parlava e se davvero essa l'avrebbe aiutata a recuperare le forze, sempre sorridendole.
    Non so nulla d'energia e quant'altro ma... Considerami al tuo servizio, Catherine.
    Per la prima volta in vita sua si sentì ingenua e ignorante, quasi fosse un infante e non la guerriera che in teoria doveva essere. Eppure sentì un profondo rispetto per la donna al suo fianco formarsi sul posto, mentre la guardava in attesa di chissà quale nuova esperienza.
    Ho davvero una gran voglia di distruggere questi bastardi., concluse in fine, fissando l'attenzione sui suoi avversari, pronta a farli a pezzi in compagnia di quella nuova conoscenza così gradita.
    Dopo la doccia di sangue di cui sentiva tanto bisogno, di sicuro avrebbe dovuto sdebitarsi in qualche modo... e chissà perché, n'era entusiasta.
     
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    Ora che avevano recuperato anche le energie di Mistral, le due donne erano completamente riprese, sia nel corpo che nello spirito, e avevano solo una cosa da sanare: il loro orgoglio. Catherine si mise alle spalle di Mistral, come una vera squadra, per poi far scricchiolare ogni singolo dito con fare aggressivo. Si, non vedeva davvero l'ora che arrivasse quel momento.
    Ti propongo un gioco Mon Ami... quando avremo finito tutto questo voglio ringraziarti per avermi salvata: chi ne stende di più detta le regole.
    Un malizioso invito con chiarissime allusioni a cosa sarebbe successo poco dopo. Catherine si leccò le labbra in maniera decisamente lasciva, quel piccolo combattimento che di equo non aveva nulla le avrebbe dato la carica indispensabile per il secondo match con la sua nuova compatriota e amica. Non restava che lasciar sfogare le proprie mani, Catherine fu la prima ad iniziare poiché caricata subito dai primi aggressori. La professoressa era spietata, non colpiva per uccidere ma i suoi attacchi e le sue chiavi articolari erano mirate a rompere quante più ossa possibili, in modo non solo da stendere quegli energumeni ma da stenderli per sempre. Punti importanti come le vertebre, le ginocchia o le spalle, in modo che non avrebbero mai più passato una serata così "piacevole come quella". E solamente dopo aver finito, sporca un pochino di sangue (chiaramente non suo) sul volto e sul collo, Catherine sarebbe tornata a sedere sul tavolino dalla quale avevano iniziato, con le braccia appoggiate su di esso più indietro rispetto alla schiena, quindi stesa leggermente all'indietro. Una gamba pendeva dal tavolo, l'altra invece se ne stava col tacco su di esso e quindi col ginocchio alzato. Si concesse un lungo sospiro di sollievo, si era sfogata, dopodiché iniziarono a contare i termini della loro sfida... chi avrebbe fatto meglio?
     
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    Sentire l'energia di Catherine fluire all'interno del suo corpo fu un'esperienza sorprendente. In men che non si dica l'effetto di droghe e afrodisiaco scemò sino a svanire... ma grazie alle parole della donna la sua eccitazione non cessò di esistere e anzi, aumentò in modo esponenziale, e stavolta sincero.
    Il watcher aggiornò i dati di sistema, colorò i suoi occhi con un'intensa luminescenza rossa e coprì il suo bel viso con il visore termico.
    Il suo corpo ormai praticamente nudo si coprì con la Rozen Amor che aderì come una seconda pelle alle sue forme, evidenziandole persino.
    Era sempre alquanto imbarazzante per lei usarla, ma in quel caso era di certo preferibile alla totale nudità. Ora poteva darci dentro.
    Stimolata dalla sfida di Cat si mosse ancora meglio del solito. A differenza sua però, non riuscì a evitare di colpire per uccidere. Con le cure mediche dei giorni loro quei tizi si sarebbero rialzati in ogni caso, e lei non poteva assolutamente accettare il fatto che ciò che era successo a lei e a Cat, grazie al cielo donne abbastanza forti da superarla con una semplice vendetta, accadesse invece a soggetti magari più deboli e indifesi. Non aveva mai avuto problemi a eliminare la spazzatura, e non se ne pose neppure con un pubblico al seguito. Decapitò, castrò, sfondò crani con calci e pugni apparentemente senza sensi di colpa alcuni.
    Uccidili, uccidili, uccidili...
    A metà dell'opera ci mise senza volere più enfasi e rabbia di quanto non fosse necessario, perché la voce che le capitava di sentire sporadicamente dal giorno della tragedia, identica alla sua e per questo ancora più inquietante... l'accompagnò per tutto il tempo di quella strage.
    E alla fine, quando ormai il suo corpo coperto dalla Rozen era stato decorato da innumerevoli schizzi e macchie di sangue, e non vi erano più uomini nell'oscurità, il Watcher sparì lasciando spazio ai suoi occhi rossi e l'espressione glaciale, persa nel combattimento. La conclusione in bellezza fu uccidere un tizio che ferito ma non a terra tentò di colpire Catherine alle spalle: con un calcio alto, Mistral gli ficcò il tacco - diventato una lama affilata - in fronte, facendo - senza volere - una doccia di sangue alla sua nuova conoscenza.
    Abbassò la gamba, e come se solo in quel momento avesse ripreso il controllo sorrise mortificata.
    Scusami..., le disse portando la mano a carezzarla sulla guancia col pollice, là dove l'aveva sporcata, cercando di pulirla.
    Mi sono lasciata prendere la mano... stai bene?
    La domanda poteva suonare strana ma in realtà era pienamente sensata. Voleva capire se l'avesse sconvolta per via della facilità con cui era capace di uccidere.
    Solo se l'avesse vista tranquilla, si sarebbe concessa di parlare del chi avesse vinto quella sfida e di chi meritasse dunque di dettare le regole della serata.
     
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    Dopo essersi ripresa, Mistral sfoggiò i suoi poteri facendo vedere a Catherine un'armatura estremamente aderente che trasformò il suo corpo già bello e sensuale in qualcosa di semplicemente perfetto, quasi perverso. Catherine si sentì eccitata a quella visione, non poteva negarlo, era davvero meravigliosa con il suo potere addosso. Le macchie di sangue e la violenza che dimostrò poi... la resero divina. Una doccia di sangue arrivò anche per Catherine che aveva abbassato la guardia, ma ci pensò Mistral ad occuparsi di lei, pulendola affettuosamente e facendo dipingere sul volto della sua amica francese un sorriso decisamente divertito. No, non era colpita, anche Catherine sapeva essere spietata e quegli uomini sicuramente non meritavano il loro perdono, quindi per lei andava bene ucciderli e massacrarli a quella maniera, senza la minima ombra di dubbio. Per dimostrarle che non era spaventata ma anzi, addirittura eccitata, le passò l'indice della mano destra sul volto, scendendo dalla guancia fino ai suoi seni sporchi di sangue. Dopo aver raccolto sangue a sufficienza si staccò da lei e se lo infilò sensualmente in bocca, inclinando il polso dall'alto verso il basso e succhiando avidamente il suo stesso dito, così che quando ebbe finito tirò fuori tutta la lingua mostrandola alla sua amica, lasciando scivolare il dito sulla sua stessa saliva.
    Sei stata una dea mia cara, non avevo mai visto nessuno combatterei n quel modo. E devo dirtelo... mi hai davvero eccitata.
    A quel punto allargò leggermente le braccia, come se volesse mostrarle cosa avevano combinato assieme. Quelle due erano semplicemente disastrose: si erano liberate da una situazione disperata e l'avevano ribaltata fino a ridurli in poltiglia. Ora non restava che riscuotere la giusta ricompensa, e Catherine parlò sfoggiando un sorriso divertito ed eccitato.
    Allora? Chi ha vinto?
     
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    Mistral si sentì a dir poco sollevata. Non sapeva molto di rapporti umani che non fossero ''di lavoro'', precisamente il suo lavoro, che per questo non prevedeva di certo particolari dialoghi, tanto meno di quelli amichevoli. Per lei quindi interloquire con una nuova conoscenza e prendere confidenza era qualcosa di nuovo, e certo lo era ancor di più mostrare le proprie capacità belliche a estranei che non fossero le sue stesse vittime, o i suoi clienti. Per questo aveva avuto paura di sconvolgerla ma ancora una volta Catherine l'aveva sorpresa, strappandole un sorriso sincero quanto malizioso a propria volta. Era davvero una donna fantastica, e non poteva negare di sentirsene attratta. Per questo, fu quasi matematico rimanere incantata da quella bocca sensuale, prontamente chiusa sull'indice sottile dall'unghia curata... e ancora più ovvio fu rispondere con naturalezza alla sua domanda, la strage appena compiuta totalmente dimenticata.
    Non si guardò neppure intorno, si limitò a fissarla intensamente negli occhi.
    Io direi... entrambe.
    Poi cercò un bacio. Un bacio ben diverso da quelli che si erano scambiate sino a quel momento, in preda all'effetto di quelle droghe. Malizioso e profondo, ma anche caldo e volutamente lento e sensuale, ben studiato per essere solo un dolce antipasto, un invito.
    Talmente calcolato che nel frattempo, tramite il watcher, Mistral mandò un segnale alla polizia del luogo con una segnalazione totalmente anonima dell'accaduto.
    E proporrei di cominciare a festeggiare la vittoria subito. Ho già segnalato alla polizia la posizione del luogo e l'emergenza, ovviamente in modo del tutto anonimo e non rintracciabile. Possiamo andarcene, dunque... e anzi, proporrei di farlo in fretta.
    Solo a quel punto, il rosso dei suoi occhi si spense e gli abiti cambiarono diventando un po' più portabili, in una precisa riproduzione del sensuale vestito che aveva indossato quella sera e che ora era finito chissà dove.
    Le porse infine la mano, nel modo in cui avrebbe fatto un gentiluomo, invitandola a scendere dal tavolo e seguirla.
    La serata è finalmente nostra... con cosa vorresti iniziare?
    Alla fine non aveva scoperto nulla sui proprietari di quel luogo, né sul collegamento che avevano avuto con gli uomini che stava cercando... ma ora che dopo una serata del genere il pericolo era passato, le persone là dentro sarebbero presto state libere e lei si trovava in compagnia di una splendida donna, con un'intera nottata davanti... le sembrò che ogni problema - per una volta - potesse aspettare.
     
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    La mossa a dir poco affamata di Mistral la spiazzò non poco, Catherine era decisamente eccitata e si vedeva che anche la sua compagna di sventure non scherzava, ma una reazione del genere era del tutto inaspettata. Piacevolmente inaspettata, perché se in un primo momento mugugnò sulle sue labbra, un istante dopo la stava accompagnando in quel bacio, non più manipolato da una lussuria fittizia ma animato dalla voglia che era nata mentre quelle due massacravano gli sfortunati aguzzini che avevano avuto la pessima idea di dare grane proprio a loro. Fu davvero appagante, Mistral era una vera baciatrice e quando si staccarono Catherine rimase ancora per qualche istante con le labbra aperte, gustandosi il rigolo di saliva che si era creato tra loro due a causa dell'impeto di quel bacio. Si staccò da lei, facendole capire che il loro dovere in qualche modo era stato fatto, pertanto non avevano più obblighi verso quel luogo ed era meglio darsela a gambe, anche per rimanere sole e gustarsi un pò della loro reciproca compagnia in maniera del tutto isolata. Catherine afferrò la mano di Mistral sorridendo maliziosa, lasciandosi trascinare da lei mentre si dirigevano verso l'uscita di emergenza.
    Da queste parti c'è un hotel molto particolare, chiuso per ferie. Se i tuoi poteri sono in grado di mandare segnalazioni anonime alla polizia allora sicuramente se riusciamo ad intrufolarci riusciremo a disattivare l'allarme e riabilitare la corrente elettrica. Ovviamente senza scassinare nulla, ci serve solo un luogo comodo in cui stare, non daremo fastidio a nessuno...
    Ma da come lo diceva sembrava decisamente divertita dall'idea di fare inflazione in un luogo che non fosse il suo, o che fosse stata invitata, diciamo che rispettare le regole non era più il suo forte. Quello che nessuna delle due sapeva e che Catherine non aveva mai notato, era che quell'hotel fosse uno di quelli dedicato alle "coppiette", quindi non avrebbero trovato solo numerose stanze, ma anche giochi, strumenti e vestiti di ogni genere per portare avanti quella serata. Che si sarebbe fatta presto molto interessante.

    Mi servirebbe una breve inflazione da parte di mistral in modo che come già detto disabiliti l'allarme e ripristini la corrente. Fallo come meglio credi, non importa. Se poi hai già in mente un luogo e il come allora hai carta bianca, altrimenti ci penso io a scrivere qualcosa.
     
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    Incredibilmente, Mistral non poté trattenere una breve risata alla proposta e allo sguardo di Catherine... risata che sorprese lei stessa, poiché non rideva da prima che... insomma, da troppo tempo. Fu breve, ma le lasciò una piacevole sensazione di pace addosso che la portò a muoversi ancora più in fretta verso l'edificio di cui parlava Catherine, imprecando tra sé per aver scelto di re-indossare quello scomodissimo vestito e non il suo solito abbigliamento sportivo. Che volesse fare colpo su Cat? Bé, forse un po'.
    Solo una volta arrivate, poté notare l'insegna che il palazzo portava, spingendo i suoi occhi grigi a spostarsi verso la sua compagna di ''malefatte'', maliziosi quanto divertiti, come a chiedere ''Tu lo sapevi, vero?''. Non disse niente, però. Non c'era semplicemente bisogno.
    Ora arrivava la parte difficile... era vero, aveva un super computer collegato all'intero sistema nervoso e il corpo composto da nanomacchine all'avanguardia ma... non sapeva ancora usarle al meglio. Non che fosse un problema in effetti, visto che il Watcher le venne in soccorso a quel singolo pensiero, stilando davanti ai suoi occhi una lunga ''guida'' su come avrebbe dovuto procedere.
    Piccoli ladri crescono... che diavolo aveva in testa quello scienziato schizoide quando l'aveva riportata in vita? Avrebbe tanto voluto saperlo.
    Si spostò davanti al pannello d'identificazione posto alla destra dell'enorme quando futuristica porta scorrevole, sorrise alla telecamera che in breve avrebbe ''dimenticato ogni cosa'', e posandoci la mano dopo apportate modifiche al suo palmo fatte dal Watcher stesso, essa cominciò a scannerizzare l'interno pannello e con esso probabilmente lo stesso sistema di sicurezza dell'intero edificio.
    Davanti ai suoi occhi illuminati di rosso apparvero dati su dati, codici su codici che si decodificarono in pochi istanti finché ogni luce del palazzo non si accese come a dar loro il benvenuto...
    Fortuna che era una zona poco abitata, quella.
    Il love-hotel ''xxxx'' vi da il benvenuto, signori. Vi auguriamo una splendida permanenza al suo interno.
    Sistema computerizzato per garantire il totale anonimato ai clienti, una tradizione tipica dei love-hotel che ormai si trascinava da secoli. Mistral a quel punto sorrise a Cat, soddisfatta del proprio operato... sebbene in sintesi non avesse fatto nulla.
    Scusa se ci ho messo un po'... sono ancora una principiante, in queste cose.
    Ma prego, dopo di te.

    La invitò con un inchino piuttosto mascolino a farsi avanti per prima, quasi come se lei non fosse una signora, attendendo che procedesse per poi seguirla all'interno dell'hotel.
    La hall era enorme, illuminata da luci al neon bianche, gestibili da uno degli innumerevoli pannelli di controllo che tappezzavano praticamente ognuna delle pareti che le circondava.
    Uno in particolare, alla loro destra, era quello dove scegliere le camere in cui passare la notte... e persino giornate intere, se solo l'avessero voluto.
    Nei vari monitor potevano vedere un'anteprima della mobilia e intuire che oggetti avrebbero potuto trovare al loro interno. C'era roba per tutti i gusti, dai più timidi ai più perversi: bondage, cosplay, bdsm, sesso in acqua, col cibo, giochi di ruolo vari quanto comuni che andavano dal ''dottore-paziente'', al ''poliziotta-delinquente'', passando direttamente per ''gattina-padrone''...
    Sul serio andava ancora di moda quella roba? Mistral dal canto suo era molto più per il sesso crudo e semplice, ma non voleva togliere a Catherine il divertimento di scegliere lei stessa quale stanza provare. Si voltò dunque verso di lei.
    Bene... quale ti piacerebbe provare per prima? Non trattenerti... offro io.
    Un sorriso birichino che chiariva che in realtà avrebbe offerto l'albergo senza neppure saperlo. Un motivo in più per non trattenere la fantasia e usufruire di tutto il bendidio che avevano davanti, suite super lusso comprese.

    Spero sia ok. Lascio a te eventuali aggiunte su camera eccetera. xD
     
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    Mistral sfoggiò un'abilità davvero unica nel suo genere, facendole vedere cosa sapeva fare con i suoi poteri. La tecnologia non aveva misteri per lei e questo entusiasmò non poco Catherine, dato che la sua nuova compagna di giochi sapeva come diventare sempre più interessante. Si fecero strada nella hall mentre in lontananza iniziavano già a sentirsi le sirene della polizia, indice che avevano fatto giusto in tempo a mettersi "al sicuro". Per modo di dire... chi le avrebbe salvate ora da loro stesse? Mistral e Catherine esaminarono le varie opzioni a scelta tra stanze più classiche a quelle più elaborate, passando addirittura per piscine e super lusso. Ma la verità era che Catherine aveva un debole per i giochi di ruolo, e Mistral si era già dimostrata piuttosto brava a gestire le situazioni. La notte poi era giovane, potevano scambiarsi i ruoli in caso si fossero annoiate, quindi la scelta era semplice. Afferrò maliziosamente un mazzo di chiavi, facendolo ciondolare davanti agli occhi della ragazza ridacchiando divertita.
    Ho gusti strani e particolari. Inizieremo con questa e poi chi lo sa... la notte è ancora così lunga.
    E detto questo la afferrò per un polso per trascinarla impazientemente verso il piano sulla quale era dislocata la stanza interessata. Entrando, si sarebbero ritrovate all'interno di una stanza scura, piuttosto al buio ma comunque illuminata a sufficienza per vedere chiaramente cosa c'era lì dentro: diversi strumenti sui muri per legare e appendere, qualche divano e un grosso letto circolare, passando poi ad un grosso armadio nero con dentro diversi costumi interessanti e vari. Una porta le separava dal bagno, anch'esso abbinato e munito di tutto il necessario per quel genere di giochi spinti. Sotto il letto c'era un grosso cassetto con dentro giocattoli erotici e strumenti come manette e corde. C'era solo l'imbarazzo della scelta su come incominciare.
    Allora... Di fai legare di tua iniziativa o devo correrti dietro?
    Iniziò a ridacchiare maliziosa e divertita, in realtà le sarebbe andato bene anche l'esatto contrario, ma tanto per incominciare una bella risata carica di voglia era l'ideale.
     
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    In un primo momento rimase sorpresa della scelta della sua presto-compagna di giochi ma poi sorrise con lei seguendola senza esitazione.
    Non aveva mai avuto chissà quali perversioni, se doveva pensarci. Probabilmente il sesso era un campo in cui doveva ancora formarsi, visto il modo terribile in cui era iniziata (e continuata quel giorno) la sua esperienza in merito. Catherine le sembrava una splendida compagna con cui cancellare la parte drammatica per procedere verso quella che tutti - a quanto sapeva - consideravano estremamente piacevole.
    Con questi pensieri in testa, la sorprese non poco sussultare appena e sentire il suo bel corpo irrigidirsi nell'entrare nella stanza e vedere tutti quegli aggeggi costrittivi appesi al soffitto e non. Ancora di più la sorprese impiegare diversi secondi per uscire dal flashback piuttosto infelice che le attraversò la mente, giusto in tempo per sentire come in lontananza ciò che Catherine le aveva appena proposto.
    Pensava di aver superato bene la cosa (e probabilmente l'aveva fatto meglio di qualsiasi altro) ma a quanto pareva un minimo, nel suo inconscio, il trauma si sentiva ancora...
    Poteva farsi sopraffare, però? No, non sarebbe stato affatto da lei. E infatti, dopo quel primo momento di smarrimento (che in ogni caso si notò appena dalle sue espressioni) si voltò verso Catherine squadrandola con sospetto, quasi fosse guardinga, il tutto mentre però sorrideva.
    Mmmh... non so sai? Da una parte potrebbe rivelarsi estremamente divertente lasciarmi rincorrere da te... d'altra parte preferirei essere io a guidare il gioco...
    Non mentiva. Se doveva immaginarsi in un rapporto avrebbe di gran lunga fatto in modo di essere sempre lei a prendere il comando, evitando spiacevoli inconvenienti... ma non aveva motivo di diffidare di Cat, per questo, forse, avrebbe potuto lasciarsi andare.
    Levò le mani che aveva posto sui fianchi e la fissò negli occhi, concludendo il suo squadrarla, poi il suo sorriso si aprì in una mezzaluna di perle bianchissime.
    Fece spallucce.
    Ma in fondo penso che, finché sei tu a farlo... forse posso anche fare un'eccezione.
    Infine si avvicinò a lei per sussurrarle a fior di labbra, continuando a guardarla...
    Non aspettarti resti ferma e buona a subire, però...
    Un piccolo morsetto sensuale sul succoso labbro inferiore della donna avrebbe concluso il suo avvertimento.
    A quel punto era pronta per lasciarsi guidare... o quasi, e nel comunicarlo a Catherine, si staccò dalle sue labbra, poi congiunse i polsi sottili e glieli porse, quasi come si stesse consegnando a un pubblico ufficiale, provocandola con quel sorrisetto malizioso sul bel viso.
    Non le capitava da chissà quanto tempo di rilassarsi così.
     
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    Catherine ne aveva viste di facce dubbiose e anche se Mistral provava a nasconderlo non passò di certo inosservata ad una professoressa che aveva ogni giorno a che fare con centinaia di facce diverse. Ma la verità era che non desiderava indagare o scoprire cose particolarmente tristi o imbarazzanti, semplicemente l'avrebbe assecondata, limitandosi a farle dimenticare ogni suo singolo problema. Entrambe sfoggiarono un sorriso divertito dopo quel lascivo morso, mentre Mistral le consegnava i suoi polsi e Catherine senza esitare portava alle mani un paio di lucide manette, bloccandola in maniera semplice e dozzinale, per poi infilare un dito dal basso sulla catena delle manette, muovendolo verso di sé mentre camminava all'indietro, invitando Mistral a seguirla. Dopodiché con uno strattone la lanciò verso il letto, facendola cadere su di esso ancora ammanettata.
    In pratica mi stai dicendo che sarai una bambina cattiva? Dovrò sculacciarti a dovere allora.
    Mistral era già nuda dalla loro precedente esperienza, doveva solamente disattivare i suoi poteri, mentre invece Catherine si limitò a togliere gli ultimi indumenti che le erano rimasti, ritrovandosi spogliata e "vestita" unicamente dei suoi occhiali e del laccio per i capelli. Con rapidità si sarebbe fiondata sul letto, si era assicurata che Mistral vi cadesse sopra a pancia in giù, tenendo alte le sue meravigliose e scultoree natiche che circondò immediatamente col braccio destro tenendola bloccata per la schiena col gomito. Il prosperoso seno di Catherine si schiacciò contro i glutei di Mistral, mentre la professoressa iniziava ad assestare qualche piccolo schiaffo alternando una natica e l'altra con vigore, per poi lasciarsi andare alla tentazione e sferrare un piccolo morso su quel culetto perfetto, leccando poi la parte "lesa" con fare lascivo.
    Non vorrai mica fare del male ad una semplice insegnante... sono qui solo per impartirti una piccola lezione.
    Avevano appena iniziato e si stava già divertendo da matti... e non vedeva l'ora di vederla reagire. Così che l'avrebbe potuta legare ancora di più.
     
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    Non c'era molto da dire o fare, a quel punto, e Mistral si sentì piuttosto felice di constatare che anche i pensieri più cupi potevano essere messi da parte, per una volta... quindi seguì Cat senza esitazione, sorridendo tutto il tempo e guardandola negli occhi con malizia e divertimento mescolati insieme.
    Si conoscevano appena, eppure sentiva che non c'era niente di sbagliato nel lasciarsi andare con lei, che poteva rilassarsi un po'... tuttavia non fece in tempo a pensare a questo che si ritrovò stesa sul letto, con le grazie all'aria coperte solo dal lungo vestito nero che, vista l'immensa scollatura di cui era dotato, mostrò più carne di quanto non dovesse. Istintivamente si irrigidì, per un attimo presa alla sprovvista e dimentica della situazione... poi sentì la voce maliziosa di Cat e capì si stesse spogliando... solo a quel punto tornò a rilassarsi e sorridere, sospirando e disattivando i suoi poteri al contempo.
    Subito la pelle candida fece capolino dal ''tessuto'' nero, in tutta la sua vellutata consistenza. Avrebbe voluto tanto voltarsi e guardare Catherine nel suo splendore, dal momento che precedentemente non aveva certo potuto farlo come si doveva... ma la donna sembrava non avere i medesimi progetti per lei, e la cosa la divertì parecchio.
    Sculacciata... non ricordava una sola volta in cui avesse ricevuto una punizione che fosse quella, quasi dolce per i suoi standard, quindi ridacchiò, rabbrividendo intimamente per quella che per lei era un'esperienza del tutto nuova. Inarcò persino la schiena, per poi lasciarsi sfuggire un breve grido quando sentì la tenera carne delle sue natiche entrare a contatto coi denti della sua (ora) compagna di giochi.
    Ehi prof, vada piano... mi farà il culetto rosso!
    Rise di gusto, divertita dal gioco di ruolo che stavano intraprendendo, ma anche un po' per mascherare l'imbarazzo che provava nel sentirsi impacciata in una simile situazione. Si sentì perlomeno grata del fatto che il lieve rossore che le imporporò le guance e che nascose con quella risata femminile ma profonda, fosse nascosto agli occhi di Cat vista la sua posizione... posizione che però non intendeva certo continuare a subire, nossignore. Poteva aver disattivato i poteri che mantenevano la sua nudità coperta ma il watcher era sempre attivo, e mentre le sue mani si liberavano senza alcuna fatica da strumenti di costrizione così dozzinali, il suo corpo si circondò di un'aura luminescente che in breve tempo si espanse con forza all'esterno, con lo scopo di dare a Cat una spinta all'indietro, ovviamente non forte da farle male, ma semplicemente allontanarla da lei quel tanto che le bastava per voltarsi sul letto e stendersi di schiena, reggendosi coi gomiti e facendo volteggiare sul dito sinistro le manette ormai inutilizzabili.
    I seni procaci in mostra... i capezzoli solitamente nascosti turgidi e ben visibili... le gambe stese in modo sensuale, l'una lievemente piegata... l'intimità che quasi faceva capolino dal loro interno, decorata da un luccichio inequivocabile... il tutto condito da quei penetranti occhi grigi che fissavano Catherine come se volessero sfidarla e sedurla al contempo.
    Mi scusi, prof... ma temo proprio di averle rotte.
    Le sorrise, senza muoversi oltre. Il suo sguardo parlava chiaro: poteva avvicinarsi, ma a suo rischio e pericolo.
    Non che il pericolo che aveva in mente per lei potesse rivelarsi spiacevole... anzi.

    Edited by = Midori.no.Neko = - 8/1/2014, 18:24
     
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