Mirror Mirror

Per Hina.

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    ...Perchè mi hai trascinato qui?
    Oh andiamo Jorgy, non sei un eroe giusto e buono? Non combatti per rendere il mondo migliore? Quindi che lavoro migliore di questo?
    I lunghi ed immensi corridoi della Falange stupivano Jorge, come del resto faceva praticamente tutto in quell'edificio, a cominciare dal portone d'ingresso, immenso, avrebbe potuto passarci un camion e per quanto ne sapeva ci stava passando, tanta era la confusione davanti alle porte. Ma tutto cambiava all'interno della stazione di polizia. La cosa più rumorosa che si poteva avvertire era un educato sussurro di un cadetto ad un suo superiore, per avvertirlo che il rapporto di un interrogatorio era stato scritto. Silenziosi. Efficienti. E dotati di uno spiccato senso della giustizia, i "carabinieri" della Falange erano il meglio che Jorge avesse mai visto. Ad Augusta c'era chi faceva rispettare la legge, o meglio chi diceva di farla rispettare. Corrotti, violenti, cattivi. Erano le parole migliori che venissero in mente all'uomo che, da ragazzino, aveva avuto più di un problema con quella cosiddetta "Polizei". Ma a Roma tutto era diverso. Forse erano un po' scarsi in quanto a numeri, ma è la qualità a contare, non la quantità. Ma era proprio per quella quantità che lui era li. Si guardò intorno per qualche istante, poi si appoggiò ad uno dei muri del corridoio che stava attraversando, ed infine aprì con un bel fruscìo una lettera formale, che ignorava l'era attuale.

    Egr. Sig. Krieger, La informo che è stato reputato idoneo per il ruolo di Poliziotto del Dipartimento di Polizia "La Falange", Roma, Impero Romano. Viste le Sue recenti attività abbiamo preso in considerazione l'idea di farLa entrare nelle nostre fila, perlomeno per evitarle problemi con la legge in quanto l'aggressione per legittima difesa, se non dispone delle prove sufficienti, resta sempre aggressione. Il suddetto incidente La ha fortunatamente vista come innocente avendo portato tempestive cure mediche alla vittima, ma per evitarLe altre giornate a rischio come questa abbiamo visionato le Sue capacità e, come già detto, L'abbiamo trovata idoneo per questo lavoro.

    Cordialmente, Eloy Suarez.


    Hecarim aveva convinto un recidivo Jorge a vedere almeno cos'aveva da offrire quel lavoro, che finchè non era entrato nella struttura si era dimostrato dubbioso, ma una volta attraversato il portone si era ricreduto. Quel posto era fantastico. Stava iniziando a pensare seriamente alla proposta di questo Eloy, ma non era del tutto convinto. In fondo, un poliziotto di Roma che tenta di distruggere uno dei suoi principali alleati, i draghi? Altamente improbabile. Purtroppo per Jorge, avrebbe continuato a fare il semplice mercenario per il momento.
     
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    Jorge venne accolto da due agenti giovani, apparentemente molto indaffarati, avevano fra le mani dei fascicoli, uno di loro andò direttamente di fronte a Jorge, l'altro andò verso altri due ragazzi entrati poco dopo Jorge.
    Buongiorno, è qui per il colloquio? chiese il ragazzo. La lettera non aveva spiegato molto, era stata giusto una convocazione per esaminarlo meglio da vicino. L'agente non gli diede nemmeno il tempo di rispondere che gli porse qualche foglio con dei questionari.
    Vede quella porta laggiù? fece l'agente mostrando una porta all'angolo dell'atrio con la mano.
    Entri pure lì dentro e compili il modulo, il mio superiore verrà presto per interloquire con lei. Detto ciò lo lasciò da solo, con i fogli in mano e una penna. Se fosse entrato nella stanza lo avrebbero seguito altri due ragazzi. Nella stanza vi erano solo tre sedie, un'altra porta che avrebbe portato in altre stanze, e uno specchio enorme. Le domande erano le classiche da valutazione psicologica militare, in cui chiedevano se gli piacevano i fiori, se era un tipo irascibile e altre domande simili. Un foglio invece era il classico modulo anagrafico.
    Eloy quel giorno era deciso a trovare altri agenti validi, che potessero spalleggiarlo, qualcuno dotato di poteri particolari che potessero tornargli utili. Eloy si trovava dietro il finto specchio e osservò i tre candidati serio e deciso.
     
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  3. White D. Hebi
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    Ripose con tranquillità la lettera mentre due gentili agenti gli chiedevano del motivo della sua visita e, quasi a prevedere la risposta, gli consegnarono un modulo da compilare, indicandogli una stanza. Altre due persone erano posizionate di fianco all'entrata, in ligio silenzio. Forse attendevano che entrasse lui, magari erano anche loro candidati. Il rispetto che avevano per Jorge, attendere che lui accettasse o meno il plico per poi entrare dopo di lui, fu uno dei motivi per cui Jorge si ricordò che la polizia di Augusta era orribile: non erano rispettati da nulla e nessuno, poichè non rispettavano nulla e nessuno. Jorge era sempre stato convinto del fatto che, se vuoi essere ritenuto degno e rispettoso, prima devi mostrare a tua volta questo rispetto verso gli altri, perchè altrimenti saresti solo un arrogante. Quasi esternando un leggero sorriso, l'uomo entrò nella stanza in completa calma, seguito dai due silenziosi candidati. La stanza era spoglia, composta di appena tre sedie e un'altra porta, oltre al grosso vetro oscurato solo da un lato. Ovviamente ci doveva essere un qualche tipo di supervisore dietro, altrimenti non avrebbe avuto senso che quel vetro fosse li. Non ci fece caso, comunque. La curiosità è buona e bella ma solo nei momenti adatti. Si sedè in totale tranquillità e, poichè era ancora abbastanza convinto della sua decisione di essere un mercenario, rispose alla bell'emeglio al modulo, senza dare troppa attenzione alle domande. Come la numero 12.

    Domanda numero 12: Come hai deciso di candidarti al ruolo di membro della polizia della Falange?


    Ho sparato in pancia a un tizio e mi hanno offerto il posto.


    Non era esattamente il miglior modo di rispondere a una tale domanda, in presenza di altri candidati oltretutto. Uno sbirciò il foglio e si fece leggermente più pallido, voltandosi immediatamente e non prestando più attenzione a Jorge. Dubbioso, l'uomo continuò a compilare il modulo, vedendosi sempre più preso dalle domande, che in fondo non erano così stupide, a parte quella che gli chiedeva se gli piacessero i fiori. Ovviamente si. Tutti amano i fiori.
    Allora uomo d'acciaio, che mi dici? Com'è questo colloquio per entrare in polizia? Dai fare il mercenario non è assolutamente adatto a te, sei un cavaliere, un eroe, il coraggioso che salva la damigella imprigionata nel castello sorvegliato dal drago! E tu quel drago lo vuoi morto! Vuoi strappargli le budella, cavargli un'occhio e farglielo mangiare mentre guarda con l'altro, spezzargli e ossa e giocarci a shangai, suonare lo xilofono con la sua colonna vertebrale, tu vuoi...
    Jorge ignorò il chiacchiericcio di Hecarim. Era sempre così quando saltavano fuori i draghi, iniziava a parlare di torture indicibili ai danni degli squamosi animaletti. Le prime volte era quasi interessato a quelle fanfaronate e capì che l'odio di Hecarim per i draghi era davvero profondo, ma dopo un po' smise di farci caso. Non voleva ucciderli, voleva avere la sua vendetta, e uccidendoli avrebbe solo reso meno piacevole il tutto. Volev privarli di tutto.

    Domanda numero 28: Hai mai ucciso a mani nude qualcosa di più grosso di un essere umano?


    Si.

     
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    Eloy osservava il comportamento dei 3 quello seduto al centro guardò sorpreso Jorge, e dallo sguardo si capiva che lo temeva. Scartato subito. L'altro invece sembrava non dar retta ai suoi concorrenti sembrava molto deciso. Aveva qualcosa nello sguardo che mostrava determinazione. Jorge invece era fin troppo sereno. Eloy mandò un suo sottoposto nella stanza che ritirò i questionari, poi chiese ai tre di seguirlo. Vennero portati in una stanza vuota, molto ampia di circa 30 metri per 50. Al centro vi erano quattro colonne disposte sui vertici di un rombo. In alto la stanza all'altezza del secondo piano vi erano delle lunghe ringhiere disposte ai lati della stanza, e su entrambi i lati c'erano due porte e accanto due vetrate, da cui non si vedeva nulla. C'era una sola scala che portava ai piani alti, ma era una di quelle scale di emergenza che per usarle bisognava tirarla giù. Dopo qualche minuto da una porta arrivò Eloy che si poggiò sulla ringhiera.
    Buongiorno signori, io sono Eloy Suarez, il capitano supremo. Qualcuno di voi saprà già che voi tre siete stati selezionati per fare una prova oggi. Sto cercando dei validi membri che possano assistermi durante le missioni e il lavoro. Qualcuno di voi saprà già che non siamo i classici poliziotti che si vedono nei film. Noi operiamo con il pugno di ferro, non abbiamo pietà per chi infrange la legge. Avete presente Batman? Ebbene tutti noi dobbiamo essere come lui, non uccidiamo, ma mandiamo i nemici all'ospedale se serve. Quindi la nostra prova è una prova di abilità e di forza.
    Allungò una mano verso un lato della stanza e al suo gesto si accese un faro che si spostò verso tre figure. Tre creature antropomorfe, con una lunga coda appuntita e minacciosa. Erano xenomorphi, utilizzati come cani da guardia per i carcerati.
    Loro sono i nostri fedeli alleati, loro sono in grado da soli di tenere a bada i fuggitivi, ma a noi serve gente molto più forte. Chi batterà il suo avversario oggi verrà assunto immediatamente, chi si troverà in difficoltà, potrà pure tornarsene a casa.
    Gli xenomorphi sembravano docili, e sembravano capire le parole di Eloy, sembrava quasi che fossero ciecamente fedeli al capitano supremo.
    Bene che la prova abbia inizio. fece Eloy facendo un cenno ai tre xenomorphi, che scattarono immediatamente contro i tre uomini.
    Eloy invece si godette la scena dall'alto, con un bel pacco di patatine fra le mani.
     
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  5. White D. Hebi
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    La prova dei questionari si concluse in modo abbastanza piatto, lasciando Jorge piuttosto indifferente agli altri due candidati. Quando finalmente vennero a dire loro che avrebbero dovuto seguirli nella stanza seguente, si limitò ad alzarsi e, da bravo ultimo della fila, a chiudere la porta. Continuò a seguire il gruppetto con relativa tranquillità, chiedendosi di tanto in tanto se avesse risposto bene a tal domanda come avrebbe fatto uno studente sotto esami, ma senza l'ansia tipica degli scolaretti. Quando infine arrivarono ad uno stanzone molto ampio, l'uomo si sorprese ancora una volta dell'immensità di quell'edificio, che sembrava praticamente infinito. Osservò cn attenzione l'area, ancora una volta gli specchi oscurati fecero la loro porca figura e ancora una volta ovviamente c'era qualcuno dietro. Una voce iniziò ad echeggiare nel salone, e Jorge non perse una sola parola del discorso.
    Capitano supremo? Presuntuosetto il tipo. Non bastava capo della polizia?
    Hecarim parlò di nuovo a sproposito. Stavolta però influenzò anche Jorge che sentì uscire dalla sua bocca parole che non erano filtrate per il suo cervello. Un tenue rossore colorò le sue guance mentre si voltava dall'altra parte, rimproverando mentalmente Hecarim. Eloy aveva parlato di pugno di ferro, di Batman, di non uccidere ma di ferire. La parte di Batman non la capì granchè ma per il resto era tutt'orecchi, si interessava sempre di più a quel lavoro che però era in netto contrasto con i suoi obiettivi.
    E chissenefrega se entri nella polizia? I draghi li uccidiamo lo stesso, mica deve saperlo il mondo. E poi sarebbe perfetto, insomma avremmo una spia nella polizia: noi!
    In effetti il ragionamento di Hecarim non faceva una piega, l'obiettivo e il lavoro si sovrapponevano ma, con discrezione e abilità, niente sarebbe venuto a galla. Si poteva fare.
    Argh!
    Un faro illuminò improvvisamente l'area, spostandosi poi su un'angolo scuro che rivelò tre esseri antropomorfi. Jorge sentiva do aver già incontrato cose del genere, anche se con forma nettamente differente. Quello che aveva incontrato lui era basso e grasso, camminava su due gambe e parlava. Quelli erano alti, slanciati, dalla testa oblunga, uno di loro camminava su quattro zampe, avevano la coda e non si vedevano gli occhi. Erano simili ma differenti allo stesso tempo. Sentiva di aver già visto cose simili.
    Mi ricordano il cicciabomba che abbiamo pestato poco tempo fa, ma sono del tutto diversi...Cioè sono uguali ma opposti, come cazzo te lo spiego?
    Non serve. Ho capito.
    Jorge si mise subito sulla difensiva, i cosi sembravano docili ma non promettevano nulla di buono. Stando alle parole di Eloy erano i cani da guardia, ben addestrati, se solo tre di quei cosi potevano tenere testa a tutti i carcerati dell'immensa stazione di polizia dovevano avere buone abilità. E la cosa non rilassava Jorge. Mise mano all'elsa di Cresselia, sulla sua schiena, senza però estrarla. Semplice istinto.
    CITAZIONE
    Bene che la prova abbia inizio.

    Lo sapevo.
    Un leggero sorriso fece capolino sul volto di Jorge, quasi contento di come le cose si stavano mettendo. Non attese nemmeno che gli altri facessero una mossa, fece un rapido scatto a breve distanza, per portarsi ad appena 5 metri dagli xenomorphi mentre anche loro correvano, mettendo quindi una distanza esigua tra di loro che si sarebbe ridotta ancora di più in brevissimo tempo. Durante lo scatto aveva estratto lo spadone e aveva portato il braccio sinistro davanti a se, mostrando il palmo aperto. Arrivato a tale distanza si sarebbe fermato di scatto e avrebbe esploso un colpo da ogni arma, cosa semplicemente inimmaginabile visto che le sue armi erano uno spadone e una mano. Però l'effetto sarebbe stato devastante, il meccanismo di Cresselia avrebbe lasciato esplodere un colpo di potenza altissima a tale distanza, mirando allo xenomorpho di destra, mentre il braccio, avendo una rosa più ampia, avrebbe mirato agli altri due. Il rinculo dei due colpi simultanei avrebbe però fatto indietreggiare Jorge di un paio di metri, che però avrebbe appunto sfruttato tale fiamma di ritorno per scattare all'indietro, tornando allo stesso punto in cui era all'inizio. Il cuore batteva forte e la saliva iniziava ad accumularsi nella sua bocca, ipedendogli quasi di deglutirla tutta. Sorrise in modo più arcigno, mostrando i canini. Non aveva neanche prestato attenzione agli altri due candidati, avrebbe potuto investirli scattando all'indietro. Non gli interessava al momento. Una leggera patina nerastra rivestì le gambe di Jorge, che non si sarebbe ancora trasformato in quanto non ne vedeva davvero la motivazione. Era solo prudenza. Se Eloy voleva vedere qualcosa di interessante, l'avrebbe visto.
     
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    Gli xenomorphi non erano dei sprovveduti, e quelli più lontani schivarono egregiamente il colpo lanciato da Jorge, per poi concentrarsi sugli altri due partecipanti. Lo xenomorpho più vicino a Jorge venne ferito di striscio ad un braccio, non era stata abbastanza veloce da evitare del tutto il colpo. Jorge avrebbe potuto notare che il sangue dello xenomorpho era verde e non rosso e cosa più importante il sangue che colò a terra era un potente acido che bucò il pavimento, lasciando una bella conca per ogni goccia. Jorge doveva stare attento non solo a loro ma anche agli schizzi di sangue del suo avversario. Intanto Eloy osservò la scena dall'alto. Apprezzò la tempestività e l'entusiasmo di Jorge, si vedeva che era un uomo abituato all'azione, l'altro ragazzo era determinato ma era meno scattante e agile di Jorge, il terzo venne sopraffatto quasi subito.
    Intanto Eloy sembrava prendere appunti su un quaderno, li osservava con molta cura. Voleva il migliore tra loro e doveva anche capire quali lacune avrebbe dovuto far colmare.

    Scusa per il post scarno. Adesso sfogati pure, scrivi pure come combatti gli xenomorfi sparati pure un paio di pose XD Fai conto che comunque sono molto abili, non hanno poteri speciali, ma sono parecchio forti. Sfrutta pure l'ambiente vedi tu. Puoi concludere il post con la vittoria di Jorge, poi passiamo alle presentazioni tra i due personaggi ^__^
     
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  7. White D. Hebi
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    I nemici evitarono, chi più chi meno agilmente, i colpi sparati da Jorge con relativa facilità. Due di loro si concentrarono sul ragazzo pallido, uccidendolo praticamente in un lampo. Il terzo non evitò totalmente il colpo ferendosi ad un braccio, lasciando colare un liquido verdastro che Jorge riconobbe subito. Acido, ma molto più potente di quello del grassone, tale da sciogliere il pavimento in qualche istante. Doveva fare attenzione addirittura alle ferite avversarie.
    HecaLo so!
    Non fece neanche in tempo ad evocare il nome del centauro che questi lo corresse subito e si trasformò all'istante. Il possente sterminadrghi si erse in tutta la sua possanza mentre uno xenomorpho gli scattava addosso frontalmente e uno tentava un attacco alle spalle. Il terzo era impegnato in un uno contro uno con l'altro candidato, che non se la stava cavando male, resistendo bene agli assalti del mostro. La Gae Bolg apparve improvvisamente nelle mani di Jorge che, brandendo l'altra arma, caricò all'istante lo xenomorpho davanti a lui.
    Diamoci dentro.
    La differenza di stazza e di velocità si mostrò subito. La già folle velocità di corsa di Hecarim aumentò ancora di più mentre si schiantava con forza sullo xenomorpho, trascinandolo senza tanti complimenti con se nel viaggio. La sua corazza si inspessì diventando dura quasi quanto l'acciaio, mentre un'onda d'urto di potenza assurda si sprigionava dal corpo stesso del centauro nell'esatto momento in cui piantò gli zoccoli davanti a se, fermandosi, attendendo che l'altro xenomorpho si avvicinasse da dietro per poi sferrargli con tutta la sua forza un calcio con le zampe anteriori in piena mascella, fratturandogliela senza tanti complimenti e scagliandolo via all'istante. Non diede però tempo all'altro xenomorpho di riposarsi e tornò a scattare davanti a se, visto che il grido di battaglia aveva perso la sua mera potenza ma non gli effetti derivati, cioè il bel volo di 5 metri che si fece in aria il coso. Corse con tutte le sue forze verso il nemico raggiungendolo addirittura prima che cadesse, aumentando la sua velocità in modo estremo. Piantò Cresselia nel suo stomaco e continuò a correre, mentre questo tentava di morderlo al volto con una strana seconda bocca sulla lingua, fallendo per colpa dell'elmo chiuso e dei riflessi di Jorge, che evitò come meglio poteva i morsi. Raggiunse un muro con una velocità che aveva dell'incredibile, per poi piantarvi grazie alla forza di cui era in possesso in quel momento lo spadone e con esso il nemico. Ma non era finita li. Anzi, il mostro continuava a tentare di morderlo, ancora e ancora. Evitando di nuovo i pericolosi denti, il centauro iniziò a svuotare il caricatore di Cresselia nel corpo del mostro, proiettile dopo proiettile, con una fitta al braccio ad ogni nuovo colpo, devastandolo letteralmente e rendendolo un semplice ammasso di carne verdastra dal petto in su. La resistenza di quei cosi era però assurda, e il mostro non smetteva di mordere, come a dire "se dovrò morire, tu verrai con me." Il rumore che facevano i suoi denti stridendo e scontrandosi tra di loro quando falliva un morso era fastidiosissimo, e anche quando ne azzeccava uno la corazza era troppo dura per lui e le fauci scivolavano via dall'elmetto producendo un suono acuto e fastidioso, come se delle unghie sfregassero su di una lavagna.
    STAI ZITTO!
    Il rumore diede a Jorge un motivo per finire il più in fretta possibile quell'essere, e gli diede una testata in piena bocca con tale potenza e cattiveria che il corno dell'elmetto si piantò nel cranio del nemico per tutta la sua lunghezza, impalandolo una seconda volta. L'essere smise all'istante di produrre alcun rumore, mentre Jorge ritraeva il corno, quasi corroso per intero dal sangue. Sfilò lo spadone da quel che una volta era il suo stomaco e si voltò, appena in tempo per vedere il secondo xenomorpho saltargli addosso. Lanciò verso il mostro Cresselia, dalla lama corrosa ma che costituiva comunque un oggetto contundente dal peso non indifferente, per distrarlo. Infatti, trovandosi in aria, lo xenomorpho non poteva cambiare direzione durante il salto, e si prese in piena faccia lo spadone che contribuì a staccargli del tutto la già maciullata mascella. Jorge approfittò del momento di distrazione dell'essere per afferrarlo per la testa con la mano sinistra, ben coperta dalla corazza, ma che lasciava un piccolo buco sotto il polso. Anche quell'essere tentò di masticare l'arto di Jorge, tramite la bocca secondaria, inconscio del fatto che i suoi denti nulla potevano contro la sua armatura potenziata. E provocando anche lui del rumore. Fastidiosissimo rumore.
    Adesso basta.
    Jorge era stufo di tutto quel trambusto, e sollevò con forza il mostro da terra, stringendo il suo capo con tutte le sue energie. Dal fucile a pompa insito nel braccio sintetico esplose un singolo colpo, che distrusse totalmente la testa dello xenomorpho senza alcuna difficoltà. E due. Il terzo era ancora impegnato con l'altro candidato, che stava iniziando a subire: aveva perso una mano, e diversi tagli e ferite si palesavano su di lui. Se voleva salvarlo, Jorge, doveva fare in fretta. Afferrò da una rientranza nell'armatura una piccola sferetta dorata che sembrava fatta di cristallo, la lanciò per terra e quella, frantumandosi, liberò un'energia purissima che si materializzò istantaneamente in uno spadone grottesco ed enorme. Lasciò cadere a terra la Gae Bolg e si impossessò dell'arma, che prima di toccare le sue mani le ricoprì con dei guanti corazzati e artigliati, inquietanti almeno quanto la spada. Poi si mise a correre con tutte le sue forze, saettando verso il nemico al massimo della sua velocità, più che raddoppiata rispetto a quella umana. Lo xenomorpho era impegnato con il candidato ma questo non gli impedì di notare l'immenso centauro che lo caricava con violenza, e spostarsi giusto in tempo per evitare che il possente spadone lo decapitasse senza pietà. La corsa non si fermò e Jorge eseguì una curva a U per afferrare al volo il candidato che un attimo prima rischiava la morte e metterselo in sella.
    Stai fermo, zitto e tieniti forte. Quando avrò finito con lui ti dirò IO di mollare la presa, prima di allora non muoverti e non parlare!
    Il centauro scattò di nuovo verso lo xenomorpho, che però doveva averlo osservato durante la sua battaglia, capendo di cosa era capace. Era più furbo di quanto sembrasse. Anzichè evitare direttamente la carica del nemico, semplicemente si mise di lato, abbastanza in basso da dover costringere Jorgr a piegare il busto per afferrarlo vista la sua imponente stazza, cosa che però non si poteva reputare saggia: abbassandosi non solo avrebbe reso vulnerabile se stesso, ma anche il ragazzo in sella. L'uomo decise di effettuare una manovra estrema.
    SALTA!
    Ordinò all'altro umano di saltare, effettivamente il ragazzo ci mise qualche istante a carburare ma era un combattente provetto, dotato anche di riflessi straordinari. Il tempismo fu quasi perfetto e saltò non appena Jorge tornò umano, abbandonano la sua forma quadrupede. La sua altezza si abbassò così abbastanza da rendere fattibile un corpo a corpo con l'essere, scaricandogli un uppercut in pieno mento grazie ai propulsori di Deimos, lo spadone corrotto. Lo sollevò da terra di due metri buoni, facendolo ricadere proprio da dove era partito, con la sola differenza che ad aspettarlo c'era la spada, che lo impalò senza troppi complimenti dall'inguine alla gola. Bloccato così, lo xenomorpho non potè far altro che osservare il suo avversario colpirlo, veloce e potente, una furia inarrestabile.
    E tre.
    La sua testa esplose, colpita dai due lati opposti dai suoi pugni potenziati dal propulsore, imbrattando il pavimento di sangue e anche le sue mani, che fortunatamente erano protette dai guanti. Anche quello era morto. Lo spadone scomparve, così come i guanti e Gae Bolg, mentre il secondo candidato atterrava senza un graffio. O meglio, senza altre ferite oltre a quelle subite in precedenza. Jorge ci mise qualche tempo a riprendere fiato, era stato uno scontro rapido ma davvero intenso. Si piegò mettendosi le mani sulle ginocchia, respirando affannosamente per qualche decina di secondi. Poi si rialzò e andò dal ragazzo.
    Tutto a posto?
    Si. Grazie, mi hai salvato.
    Sei stato tu a salvarti, hai dei riflessi ottimi. Ora vai all'ospedale, quella mano non si riattaccherà da sola. Io...
    Jorge scrocchiò le nocche e poi il collo, facendo cadere quel leggerissimo sorriso sfoderato con il ragazzo. Eloy Suarez parlava di giustizia, di pugno di ferro, di Batman. Ma aveva lasciato morire una persona e ferito gravemente un'altra. Era il momento delle domande.
    ...Io devo parlare con Eloy.
     
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    Guarda sei fortunato che non siamo in missione ma hai fatto degli errori gravi contro gli Xenomorphi, hanno il sangue acido, un potente corrosivo e te li impalavi tranquillamente XD


    Jorge si era mostrato molto aggressivo contro i suoi nemici, gli aveva praticamente ucciso 3 preziosi cani da guardia. Beh glieli avrebbe scalati dai suoi stipendi. Era rimasto comunque molto colpito dalla trasformazione di Jorge, non aveva mai visto nulla del genere prima di allora. Si affacciò dalla ringhiera guardando leggermente stizzito i danni in quel posto, ma non disse nulla alla fine doveva aspettarselo.
    Non preoccupatevi per il ragazzo, i miei uomini lo porteranno subito all'ospedale dove riceverà le cure dovute, tornerà come nuovo, ma ahimè non ha superato il test. Fra voi due verrà scelto Jorge, l'altro può seguire i colleghi per farsi medicare.
    Eloy puntò una mano sulla scala di emergenza e la fece abbassare lentamente, fin quando il bordo in basso toccò il pavimento e permise a Jorge di salire e raggiungerlo.
    Prego signor Jorge, mi raggiunga pure, devo solo farle un paio di domande.
    Eloy lo attese pazientemente e quando lo avrebbe raggiunto gli avrebbe dato la mano per presentarsi.
    Piacere io sono Eloy Suarez, il capo della polizia, detto anche il "monarca d'acciaio"
    Sempre se Jorge fosse salito avrebbe fatto accomodare il ragazzo nella stanza vicina, un ufficio arredato in modo molto semplice e funzionale. Vi era una scrivania, un piccolo mobile di legno, un computer, e carte varie. Eloy si sedette alla scrivania e indicò la sedia a Jorge per farlo sedere.
    Bene, se ho fatto fare questo tipo di prova è per capire delle cose fondamentali. Ha trovato i nostri metodi poco ortodossi? Hanno urtato la sua sensibilità? chiese con foglio e penna in mano. Ovviamente Eloy cercava qualcuno rude che si trovasse bene in situazioni difficili come quella di prima.
     
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    Lo so che hanno il sangue estremamente acido quegli affari, per questo ne ho impalato uno solo con cresselia, usandola come oggetto di peso sul secondo: già impalandolo aveva perso il filo, la lama e quasi tutto il corpo. Per il resto ogni volta che sono venuto a contatto con loro avevo adeguate protezioni: l'armatura potenziata e i guantoni di deimos. Ovviamente se fosse stata una missione non mi sarei sparato in modo talmente nabbo le pose, mica ci sprecavo un'arma e un'extra per uccidere tre affari.

    Jorge cercò di calmarsi, la tensione accumulata durante lo scontro era tanta e forse era quella ad averlo reso così nervoso. Respirò profondamente, poi si diresse su per la scala antincendio, arrivando poi di fronte ad Eloy, che lo condusse in un piccolo ufficio, ordinato e compatto. Gli offrì una sedia, ma lui scosse il capo in segno di diniego e si appoggiò al muro a braccia conserte. Non gli piaceva sedersi. Eloy si presentò stavolta in maniera formale, aggiungendo anche il suo titolo. Già sentito da qualche parte, i monarchi erano il miglior gruppo di combattenti umani di tutto l'Impero Romano, ma alcuni di loro erano stati sconfitti, chi da una potente draconica chi sparito misteriosamente. Ma erano ancora saldi, o almeno quelli che rimanevano lo erano. Eloy era uno di quelli.
    Sono Jorge Krieger. Ma penso che lei lo sappia già.
    Lo osservò sedersi in maniera composta, per poi afferrare carta e penna e fargli una semplice domanda. Ancora domande. Come se il test scritto non fosse bastato. Jorge fissò dritto negli occhi Eloy, senza volerlo intimorire, anche perchè probabilmente non ci sarebbe riuscito, ma semplicemente per fargli capire quanto sincere fossero le parole che stava per pronunciare.
    La mia no di certo. Quella delle persone che dovranno piangere il ragazzo che è morto nella sala si. E per poco non erano due le famiglie senza un componente. Non sono metodi poco ortodossi, sono metodi estremi. Ma dovevano aspettarselo, no? Dovevano sapere che chi entra in polizia può beccarsi una pallottola in fronte in qualsiasi momento, che anche solo tentare il test non sarebbe finito con un "beh mi dispiace, non sei idoneo, riprova, sarai più fortunato". No, questo non era un semplice esame di ammissione. Tu vuoi mostri per combattere altri mostri. E in fondo la tua logica non è affatto male. Una bestia è il miglior modo di eliminare un'altra bestia. Ma sai cosa? Dopo dovrai trovarne un'altra per eliminare quella che hai reclutato. Poi un'altra ancora. E ancora e ancora e ancora. Non ci saranno sempre persone come il morto o il ferito, e neanche come me. Potrebbe esserci addirittura chi tenterà quest'esame solo per arrivare a lei, Suarez. E ciò non sarebbe una buona cosa.
    Non era una minaccia, per carità Jorge non intendeva fare del male a nessuno, anzi. Ma le conseguenze di quella battaglia erano state quasi disastrose, una persona aveva perso la vita e poco ci era mancato che una seconda la seguisse di filata. Ok al pugno di ferro. Ok ai metodi ortodossi. Ok anche a Batman. Ma quell'esame fu pura follia, mandare dei cani da guardia come quelli contro persone normali. Avrebbe volentieri fatto parte di quel distretto di polizia, anche ignorando quei metodi. Se Eloy avesse imbastito di nuovo quell'esame suicida, lo avrebbe fermato lui. Ogni volta. Ma non era quella la motivazione per cui si avvolse nel mantello stracciato, cosparso di buchi dovuti all'acido, dirigendosi verso la porta.
    Purtroppo non posso accettare la sua proposta, Suarez. Questo lavoro mi farebbe davvero comodo economicamente e moralmente, glielo assicuro, ma contrasta in modo netto coi miei obiettivi. Non potrebbe esserci lavoro peggiore per uno nella mia situazione.
    Non se ne sarebbe ancora andato, voleva attendere la risposta del capitano. Voleva sentire cos'aveva da dire il padrone della stazione di polizia.
     
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    Eloy poggiò due dita sulla fronte e sospirò esausto. Quel ragazzo era proprio testardo e non ascoltava le sue parole. Allargò le mani verso di lui con un gesto che comunicava di attendere e di pazientare un attimo.
    Ho già detto che il ragazzo starà bene. Riflettici un attimo, noi siamo poliziotti e sappiamo benissimo che l'omicidio è un reato giusto? Ma secondo te? Faremmo mai una cosa del genere tra le nostra mura? Non so dove tu sia cresciuto, ma ti assicuro che con la medicina di oggi quel ragazzo tornerò sano come un pesce, e poi i nostri xenomorphi sono addestrati, non uccidono le persone, si limitano a stordirli o ferirli in modo che non possano fuggire. Se non mi crede vada pure all'ospedale e segua le medicazioni del ragazzo, probabilmente si convincerà solo guardando e si potrà rendere conto di quanto sia spaventosa la medicina dei nostri giorni.
    Si sollevò visto che il ragazzo non aveva intenzioni di sedersi e sembrava contrariato ad accettare il lavoro, ma sicuramente perché pensava che il ragazzo fosse morto. Si avvicinò al ragazzo e gli passò un fascicolo con varie foto di vittime uccide in modo orribile, con ustioni e ferite innaturali.
    Guardi Signor Kreiger, quelle sono tutte vittime di persone che possiedono facoltà speciali, come lei. Vittime che non hanno avuto alcuna possibilità di difendersi. Qualsiasi cosa avrebbero potuto fare non sarebbe bastato per difendersi e sopravvivere. Quindi la gente fa affidamento a noi, e noi abbiamo il dovere di garantire a queste persone di riuscire a difenderle da esseri malvagi al di sopra della norma. Se non si riesce a sconfiggere uno xenomorpho, non si potrà mai combattere contro di loro. Mi serve gente speciale che mi aiuti a difendere quei poveri innocenti. Sono stufo di vedere la gente macellata solo perché questi stronzi sperimentano i loro poteri. Lei ha dimostrato di poter essere in grado di tener testa a questi figli di puttana. Quindi le chiedo, ha voglia di aiutarmi a difendere la gente brava e onesta, come quel ragazzo? Se quel ragazzo si fosse trovato di fronte ad un nemico dotato di poteri sarebbe morto in pochissimi secondi. Adesso capisce il motivo della prova? Io non posso obbligarla, la scelta è la sua. Detto ciò tornò a sedersi, sperando che il ragazzo ragionasse con calma sulla sua decisione, infondo non poteva obbligarlo, e non voleva aggiungere altro alle sue parole. Attese quindi una reazione da parte del ragazzo, sperando in una risposta positiva.
     
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    Nonostante tutto, Eloy tentò per un'ultima volta di convincere Jorge. Gli passò un fascicolo mentre spiegava come il ragazzo non fosse morto, bensì stordito. Eppure...Era sembrato tutto così violento. In quella foga, quella frenesia, aveva dato per morto il ragazzo attaccato da due di quegli esseri. Solo perchè non si muoveva più. Sentì che tutto quello che aveva compreso fin'ora della Falange era sbagliato. Quell'esame era sorvegliato in maniera tale che non si ferissero persone troppo deboli. Che non morissero. Come quelle delle foto del fascicolo che gli era appena stato passato, morte in modi atroci ed orribili. Eloy si spiegò. Quello era l'operato di persone come Jorge, ma che invece di utilizzare i loro poteri per difendere gli altri, li testavano sugli innocenti, uccidendo e ferendo. Era orribile. Per questo Eloy cercava qualcuno di abbastanza forte da battere quelle bestie, per poter difendere la gente. Per impedire la perdita di tantissime vite. Allora comprese che il monarca non aveva nulla di sbagliato. Forse i suoi metodi erano poco ortodossi, ma tutto era fatto per il bene comune. Non a caso era il capo della polizia. Jorge sfogliò il fascicolo con ansia, immaginandosi ogni morte e ogni assassino. Sentiva qualcosa di inarrestabile salirgli al petto. Il cuore ricominciò a battere forte, la stanza iniziò a tremargli di fronte agli occhi. Non lo avrebbe permesso.
    Si.
    Si voltò verso Eloy, e lo fissò di nuovo dritto negli occhi, con uno sguardo sincero e deciso.
    Lei non è uno sprovveduto, Suarez. A quanto pare mi sono sbagliato sul suo conto. Tutto questo...lo fa per gli altri. Trovo le sue azioni piuttosto difficili da comprendere a volte, ma alla fin fine portano sempre allo stesso risultato. Aiutare gli altri, salvare più persone possibili.
    Il suo senso dell'orgoglio mai lo avrebbe permesso in altre circostanze, ma in quel momento doveva prima di tutto scusarsi del suo atteggiamento, e inoltre ringraziare Eloy dell'occasione che gli stava dando. Si inginocchiò davanti a lui, con una mano su un ginocchio e l'altro che toccava terra, guardando verso il basso.
    Sarei onorato di fare parte della Falange.
     
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    Sorrise contento quando Jorge disse di sì. Aveva accettato, stava per avvicinarsi per dargli una calorosa pacca sulla spalla, ma il ragazzo si chinò a terra nella classica posa da guerriero. Eloy rimase spiazzato, non si aspettava una reazione del genere. Non era nemmeno abituato. Sapeva che era un onore quando una persona si prostra di fronte, ma davvero non riusciva a capacitarsi che qualcuno provasse una simile ammirazione verso di lui. Tossì imbarazzato.
    Bene, ehm, alzati, non serve. Posso darti del tu vero? Attese che si fosse rialzato prima di proseguire con le cose burocratiche.
    Visto che sei così convinto, io ti farei compilare alcuni documenti, così ti consegno direttamente la divisa e la nostra arma di ordinanza. Prese i documenti necessari e una penna, poggiandoli sul tavolino per farli firmare al ragazzo, uno era il contratto di lavoro, in cui vi era scritto tutto, un'altro era la accettazione degli attrezzi di ordinanza, e altre scartoffie anagrafici. Una volta firmato tutto, Eloy chiese a Jorge di seguirlo per potergli dare tutto quanto. Lo guidò attraverso alcuni corridoi.
    Jorge, un nome particolare, da quale paese sei originario? Hai un aspetto imponente che lavoro facevi prima? Eloy parlò tranquillamente facendo domande semplici per far capire a Jorge che doveva considerarlo un collega, non un alto funzionario. Non gli piaceva quando i suoi colleghi facevano tante cerimonie, lui era un tipo solare e genuino, e lo mettevano a disagio certi atteggiamenti, sopratutto con chi dovrà lavorare fianco a fianco. Jorge non sembrava un tipo molto loquace o gioviale, quindi tenne un tono normale e incuriosito.
     
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  13. White D. Hebi
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    Jorge notò che Eloy era piacevolmente imbarazzato dal suo gesto. Doveva essere una cosa nuova per lui. Lo sentì tossire e chiedergli di alzarsi, e così fece. Quando iniziò a parlare, l'uomo sorrise debolmente.
    Certo che puoi, ma solo se vale anche per me.
    Suarez gli passò alcuni fogli su cui applicare la propria firma, indi si sedè e iniziò a scribacchiare sui fascicoli con una scrittura fin troppo elaborata per uno come lui. Finito di apporre la sua firma, si alzò e passò i fogli ad Eloy, per poi seguire il suo invito e stargli dietro, mentre si dirigevano dove gli avrebbe consegnato la sua uniforme e l'arma di ordinanza.
    La divisa è la stessa degli altri agenti? Mi sembra inadatta a me, non penso che mi ci troverei molto bene dentro.
    In effetti era vero, immaginarsi Jorge con l'abito di un qualche personaggio da GDR del 1999 che combatte con una spada-pistola non era un bel vedere, più che un disciplinato e deciso poliziotto sarebbe sembrato uno spogliarellista da gay pride. Brutta visione. Eloy sviò il discorso facendogli alcune domande personali, da dove veniva e che lavoro faceva. Semplici domande con semplici risposte.
    Sono di Augusta, in Germania. è un po' una fregatura, dicono che i tedeschi siano tutti alti biondi e con gli occhi azzurri, invece io in comune con la mia gente ho solo di essere alto.
    I capelli corvini e gli occhi scuri di Jorge parlavano chiaro, sebbene fosse tedesco i suoi genitori, o uno di essi, probabilmente non lo erano.
    Mio padre è di Aldan, in Russia. Mia madre invece è nata ad Augusta, come me.
    Espose con orgoglio la nazionalità dei suoi genitori, fiero di essere loro figlio. Ascoltò poi la seconda domanda, che gli riportò alla mente alcuni ricordi.
    Che lavoro facevo...Beh, ne ho fatti tanti ad Augusta. Perlopiù lavori manuali. Raramente accettavo un lavoro d'ufficio, di solito equivalevano a scartoffie e noia. Ho fatto il fabbro, il manovale, il termoidraulico, l'elettricista, il fioraio e l'addetto alla sicurezza di un cantiere. Qui a Kurayami attualmente sono un mercenario. O meglio, lo ero fino a quando non ho accettato questo lavoro. Avrei voluto rimanere ad Augusta, ma dopo l'attacco era inabitabile. a Roma è mai giunta voce dell'evento?
    Quasi a volersi far male da solo, Jorge stesso tirò fuori l'argomento. L'attacco di Augusta. L'impero di Roma se n'era mai accorto? Era estremamente vasto, era mai giunta notizia della distruzione di una città tedesca? Molte domande si affollavano nella testa di Jorge, ma non osava chiedere direttamente per rispetto di Eloy.
    Cambiando discorso, tu di dove sei, Eloy? Non ho mai sentito un nome del genere, è davvero artistico.
     
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    Augusta... ricordava gli eventi che scombussolarono quella parte del paese. Lui era ancora a Kurayami quando la notizia si sparse per il mondo. Doveva essersela passata davvero brutta. Un paese devastato, in un certo senso si sentì vicino a lui, dato che anche il suo paese fu devastato e non poteva farci ritorno. Dal suo fisico aveva intuito i lavori manuali e duri che aveva fatto, in fin dei conti per costruirsi un fisico del genere di sicuro non poteva lavorare in ufficio.
    La voce ha fatto il giro del mondo Jorge, esattamente come l'evento della Spagna. A proposito, io vengo da lì, il mio nome è di origini ispaniche. Mi dispiace per quello che è successo, il nostro paese è stato spesso vittima di queste catastrofi. Sto cercando di capire cosa abbia scatenato l'evento in spagna. Ci fu un momento di silenzio, intanto arrivarono nell'ufficio dove avrebbero consegnato gli attrezzi del mestiere. Una ragazza dietro ad un bancone prese la carta che gli porse Eloy e poco dopo si allontanò tornando con la divisa, un bazooka, il distintivo e altri piccoli ninnoli della falange.
    Ah per la divisa non preoccuparti, ci farai l'abitudine, comunque tu dovrai girare spesso in borghese, per non allarmare chi dobbiamo arrestare, sai girare con la divisa è come crearsi un vuoto di delinquenti attorno. Dovrai indossarla solo a grandi eventi o in ufficio. Se fari bene il tuo lavoro probabilmente verrai chiamato dall'imperatore, e per quel giorno dovrai presentarti con la divisa. Ah già, se capita di dovergli fare da scorta dovrai indossarla, per il resto non preoccuparti, le donne vanno matte per la nostra divisa. fece una piccola risatina, in effetti addosso ad un uomo come Jorge sembrava un vestito da spogliarellista. Consegnò tutto a Jorge e gli diede una amichevole pacca sulla spalla.
    Benvenuto nella falange.
     
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  15. White D. Hebi
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    Qualcosa che accomunava i due e che fece seccare immediatamente la gola a Jorge era venuto a galla: la loro vera casa non c'era più. O meglio, il fatto che la Spagna fosse stata coperta in passato da una gigantesca cupola di oscurità che la rendeva inavvicinabile da chicchessia. Non cambiava molto dalla sua distruzione alla sua copertura con quella cupola. Sentì un vuoto spandersi nel suo stomaco mentre pensava con tristezza alle case di entrambi. Fu quantomeno felice di sapere che anche l'attacco ad Augusta era arrivato alle orecchie di Caius. L'Imperatore. Il diretto alleato dei draghi, quello che prendeva le decisioni per tutto l'Impero. Il top del top. Mentre gli consegnava la divisa, scoprì con un sospiro di sollievo di dover indossare solo durante eventi speciali, altrimenti sarebbe davvero stato ridicolo. Pensò comunque che vi avrebbe fatto qualche modifica a modo suo. L'oggetto successivo fu il distintivo, che si appuntò immediatamente al mantello, assurdo come fossero veloci a confezionarli, c'era già il suo nome sopra. Luccicava e profumava di nuovo. Il terzo oggetto fu qualcosa che lasciò di stucco il ragazzo: un bazooka dotato di baionetta sulla parte bassa della canna.
    è questa l'arma d'ordinanza? Scusa ma più che mantenerci l'ordine ci creo il caos con questa.
    Prese in mano l'oggetto con un po' di timore, non aveva mai usato degli esplosivi in vita sua. Tenne le dita ben lontane dal grilletto e lo soppesò con calma. Non era poi così pesante per essere un'arma in grado di far esplodere un piccolo edificio. Lo mise sulla sua schiena, dopo aver preventivamente inserito la sicura. Non voleva farsi esplodere la terra sotto i piedi. Eloy parlò dell'Imperatore, come aveva sospettato Jorge era possibile incontrarlo. Era ciò che voleva. Era la persona più vicina agli squamosi esseri, quella che più di tutti tra gli uomini possedeva le migliori informazioni su di loro. Aveva bisogno di lui. Se avesse voluto avere un colloquio normale con l'Imperatore, anche avendo un'alta carica politica avrebbe impiegato mesi, forse anni. Così sarebbe stato più semplice. Bastava aspettare l'occasione giusta...
    Grazie Eloy.
    Jorge tenne questi pensieri per se, nascondendoli dietro un debole sorriso che rivolse al capitano quando gli diede il benvenuto, ricambiando la pacca sulla spalla con abbastanza vigore da lanciare una persona media cinque metri più avanti. Soprappensiero com'era, non ci aveva fatto caso.

    Edited by White D. Hebi - 11/6/2013, 11:51
     
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15 replies since 30/5/2013, 17:07   122 views
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